ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00114

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 41 del 26/06/2013
Abbinamenti
Atto 3/00247 abbinato in data 18/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: MATARRELLI TONI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 26/06/2013
Stato iter:
18/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/11/2013
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 18/11/2013
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 18/11/2013
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

NUOVO PRIMO FIRMATARIO IL 15/11/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/11/2013

DISCUSSIONE IL 18/11/2013

SVOLTO IL 18/11/2013

CONCLUSO IL 18/11/2013

Atto Camera

Interpellanza 2-00114
presentato da
MATARRELLI Toni
testo presentato
Mercoledì 26 giugno 2013
modificato
Lunedì 18 novembre 2013, seduta n. 120

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   la rivista Internazionale ha riportato un articolo del The New York Times in cui viene denunciata la realtà di migliaia di migranti rinchiusi in Italia in centri disumani come i centri di identificazione ed espulsione (cie);
   in particolare, il centro di identificazione ed espulsione di Roma non è una prigione, ma la differenza sembra essere solo una questione semantica. Gli edifici sono separati tra loro da recinti di rete metallica. Di notte vengono chiusi e i cortili di cemento sono illuminati a giorno;
   ci sono telecamere di sicurezza ovunque e alcuni poliziotti indossano tenute antisommossa. Durante il giorno i detenuti possono passeggiare solo nelle zone prestabilite, ma devono indossare ciabatte o scarpe senza lacci. Dopo una rivolta nel reparto maschile, nel centro sono stati vietati gli oggetti acuminati, comprese penne, matite e pettini. Quello di Ponte Galeria è uno degli undici centri in cui sono detenuti gli stranieri che non hanno un lavoro o un permesso di soggiorno, o hanno un permesso scaduto. Alcuni di loro sono in Italia da anni;
   sia in Italia che in Europa queste strutture sono sempre più criticate dalle organizzazioni umanitarie, che le considerano disumane, inefficaci e costose. I centri di identificazione ed espulsione, dicono molte di queste organizzazioni non governative, nascono da una politica che mette l'immigrazione sullo stesso piano della criminalità e che non tiene conto né dei vantaggi economici che potrebbe portare né della natura sempre più multiculturale della società italiana;
   a luglio del 2012, gli osservatori dell'associazione italiana Medici per i diritti umani avevano chiesto di visitare il centro di identificazione ed espulsione di Bari, ma è stato negato l'accesso alle zone di detenzione «a causa di tensioni interne». Ad agosto del 2010 era scoppiata una rivolta e il centro era stato in parte distrutto. Dopo questo episodio, cinque centri sono stati ristrutturati. Una rivolta è stato danneggiato anche il centro di identificazione ed espulsione di Torino, dove i migranti sono detenuti in sei settori separati. Quando nell'aprile del 2012 gli osservatori di Medici per i diritti umani lo hanno visitato, un terzo dei detenuti prendeva sedativi o ansiolitici e il direttore ha dichiarato che nel 2011 si erano verificati 156 episodi di autolesionismo. Molti detenuti soffrono di depressione e ci sono stati anche dei suicidi;
   «a quindici anni dalla loro istituzione i Centri di identificazione si confermano strutture congenitamente incapaci di garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona», afferma il rapporto di Medici per i diritti umani. Senza contare che non hanno scoraggiato l'immigrazione irregolare. Dal rapporto emerge che nel 2012 solo il 50 per cento (4.015 su 7.944) degli immigrati irregolari detenuti nei centri è stato espulso. Una minima percentuale, rispetto ai 440 mila immigrati irregolari che si pensa vivono in Italia –:
   se non ritenga che i centri di identificazione ed espulsione debbano essere superati nel quadro di una riforma radicale delle politiche di contrasto dell'immigrazione clandestina, evitando la loro riduzione alla semplice repressione «carceraria».
(2-00114) «Matarrelli, Melilla».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CENTRO DI IDENTIFICAZIONE E DI ESPULSIONE (CIE)

EUROVOC :

diritti umani

carcerazione

migrazione illegale

migrante

detenuto

espulsione