ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00093

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 32 del 12/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 12/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 12/06/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00093
presentato da
MELILLA Generoso
testo di
Mercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   nel 2001 scoppia il caso «Sindrome nei Balcani», con l'emergere dei primi casi di militari italiani ammalatisi o deceduti al rientro dalle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo, due paesi bombardati dalla Nato, nel 1995 e nel 1999, con proiettili all'uranio impoverito (DU);
   l'uranio impoverito (depleted uranium) deriva da materiale di scarto delle centrali nucleari e viene usato per fini bellici per il suo alto peso specifico e la sua capacità di perforazione. Quando un proiettile al depleted uranium colpisce un bunker o un carro armato, vi entra senza incontrare resistenza e alla sua esplosione ad altissima temperatura rilascia nell'ambiente nano-particelle di metalli pesanti. Ad oggi, viene confermato dalla ricerca scientifica che questi proiettili sono pericolosi sia per la radioattività emanata sia per la polvere tossica che rilasciano nell'ambiente. Una neverending story anche per i cittadini di Bosnia, Serbia e Kosovo: nonostante il battage mediatico, poco si è fatto per analizzare in maniera approfondita le conseguenze di quei bombardamenti. Una sentenza del 18 marzo 2013, emessa dalla Corte dei Conti della regione Lazio, accoglie il ricorso di un militare ammalatosi di tumore, al quale il Ministero della difesa aveva rigettato la richiesta di pensione privilegiata. Il Ministero ha rifiutato la richiesta in base al parere negativo del comitato di verifica per le cause di servizio che ha definito la malattia del militare di tipo ereditario e non dipendente dal servizio svolto nei Balcani. Dalla sentenza della Corte laziale emergono invece due fatti; la diagnosi del Comitato è errata e la malattia è correlata alle condizioni ambientali in cui è stato prestato il servizio in Kosovo;
   «Sono 307 i militari morti e oltre 3.700 i malati, per quanto riguarda i dati di cui siamo in possesso» ha dichiarato Domenico Leggiero – portavoce dell'Osservatorio militare – a Osservatorio Balcani e Caucaso (Obc);
   sono 17 le sentenze di condanna per l'amministrazione della Difesa in vari ordini di giudizio. Tar, tribunali civili, Corte dei conti di varie zone d'Italia indicano l'uranio come colpevole delle malattie dei militari e condannano l'amministrazione perché sapeva e aveva taciuto i pericoli. I militari, ma anche civili che hanno operato nei Balcani, si sono rivolti agli avvocati per non aver ottenuto dallo Stato il riconoscimento della causa di servizio e gli indennizzi per i quali era stato istituito un fondo di 30 milioni di euro con la finanziaria per il 2008. Come emerge dalla relazione finale della terza Commissione d'inchiesta sul depleted uranium, approvata il 9 gennaio, ad oggi sono pochissime le domande prese in esame e accolte –:
   quali iniziative intenda intraprendere per dare risposte alle esigenze poste dai militari delle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo malati o morti di cancro in conseguenza dei bombardamenti Nato con proiettili all'uranio impoverito.
(2-00093) «Melilla».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

morte

uranio

personale militare

armi da fuoco e munizioni

centrale nucleare

metallo pesante

indennizzo