ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00064

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 22 del 23/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAUSIN ANDREA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 23/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 23/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00064
presentato da
CAUSIN Andrea
testo di
Giovedì 23 maggio 2013, seduta n. 22

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   nel quadro delle difficoltà dell'attuale congiuntura economica del Paese non può essere trascurata, per le pesanti ricadute occupazionali e socio-economiche sui territori costieri e per le ripercussioni negative sul deficit della bilancia commerciale agroalimentare, la gravissima portata della crisi che investe la filiera ittica nazionale;
   in presenza di dati che, su base decennale, attestano il peggioramento inesorabile di tutte le principali variabili macroeconomiche di settore (–40 per cento le catture, –38 per cento l'occupazione, –31 per cento la redditività di impresa, +240 per cento i costi di produzione, +53 per cento il deficit della bilancia commerciale), la filiera ittica invoca, quale parte integrante dell'economia nazionale, nuove e mirate politiche di governo e di programmazione economica, tali da valorizzarne il ruolo non solo come settore produttivo primario, ma anche come risorsa ambientale, alimentare e sociale del nostro Paese;
   l'attuazione del nuovo Programma nazionale triennale della pesca e dell'Acquacoltura 2013-2015, basato su una inedita strategia di riorganizzazione della pesca italiana sulle due direttrici della tutela dell'ecosistema marino e della tutela della concorrenza e della competitività delle imprese di pesca nazionali, richiede una attenzione particolare, in particolare sulla dotazione finanziaria, oggi anemica;
   la nuova programmazione nazionale è chiamata anche a rispondere alla profonda trasformazione delle politiche europee per la pesca. È ancora in atto il gravoso processo di adeguamento alle diverse normative emanate nell'ultimo quinquennio (dal regolamento sulla pesca nel Mediterraneo, al regolamento contro la pesca illegale, dalla riforma del sistema sanzionatorio e dei controlli, fino agli adempimenti del pacchetto igiene). Si preannuncia ancora più radicale il cambiamento atteso dalla riforma della Politica europea della Pesca (PCP) e del suo nuovo strumento finanziario Fondo europeo affari marittimi e pesca (FEAMP), che, tra gli altri, fissa l'obiettivo di una ulteriore riduzione della flotta di almeno il 30 per cento entro il 2020;
   la sfida cui l'Italia è chiamata dall'Europa è anche quella della forte intersettorialità posta dalla Politica marittima integrata (PMI), che irrompe come priorità strategica nella «Strategia 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva», con l'esigenza di una robusta rappresentanza, accanto alla pesca, anche degli interessi dell'acquacoltura, che attende l'elaborazione di un Piano strategico nazionale e, nell'immediato, la urgente risoluzione del problema delle concessioni demaniali scadute o in scadenza, posto da una fuorviante applicazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno;
   il complesso e la specificità delle competenze settoriali e intersettoriali richieste per l'attuazione delle politiche di sviluppo della filiera ittica, ivi compresa l'esigenza di garantire un efficace coordinamento delle competenze Stato-regioni, fa discendere per l'amministrazione nazionale nuovi e più qualificanti compiti, ruoli e funzioni che dovranno essere adempiuti attraverso una riorganizzazione e un rafforzamento della direzione generale pesca e acquacoltura, anche per limitare il peso del carico burocratico amministrativo come fattore di crisi della competitività delle imprese;
   raccogliere la cruciale sfida di dare una nuova identità alla filiera ittica italiana per consentirle di superare la crisi e guardare al futuro attraverso rinnovati modelli gestionali, produttivi ed imprenditoriali è un programma di governo gravoso che richiede come condizione imprescindibile quella di un adeguato e forte assetto istituzionale, in grado di esprimere una direzione politica forte ed un costante e stabile punto di riferimento per l'attuazione ed il monitoraggio degli interventi;
   tra i principali ostacoli al recupero di competitività delle imprese e all'affermarsi di una piena cultura della legalità spicca quello della iperregolazione, che nel settore arriva a costituire uno dei fattori di crisi del sistema economico, non solo in termini di oneri e adempimenti burocratici a carico delle imprese ma anche in termini di capacità di spesa dei finanziamenti europei. La delega al governo per il riassetto della normativa in materia di pesca e di acquacoltura, ai sensi dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96, è purtroppo rimasta inattuata proprio per quel che riguarda gli aspetti legati agli interventi urgenti di sburocratizzazione e semplificazione, ed in particolare alla predisposizione di un Testo unico, volto, tra l'altro, a favorire l'eliminazione delle duplicazioni e la semplificazione della normativa;
   la pesca rimane purtroppo uno dei comparti in cui è più elevata l'incidenza di infortuni mortali sul lavoro. Come confermato nell'ultimo Rapporto annuale 2011 INAIL sugli infortuni e le malattie professionali, rispetto agli altri comparti del settore marittimo, la percentuale di incidenti mortali nella pesca è pari circa al 69,5 per cento, contro il 11,7 per cento del trasporto passeggeri, il 12,2 per cento del trasporto merci e il 7,3 per cento degli altri comparti. A fronte di tale situazione, è quanto mai urgente superare i ritardi che si registrano nella emanazione dei regolamenti attuativi del Testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro, di cui la pesca è in attesa dal 2008;
   la Commissione europea, sulla base di irregolarità nei controlli sulla pesca emerse nel 2010 e nel 2011, anche relativamente alla detenzione e uso illegale di reti derivanti, ha formalmente richiesto al Governo italiano l'avvio di una indagine amministrativa; ferma restando l'esigenza di contrastare le attività illegali delle cosiddette «spadare fantasma», in materia di reti derivanti si trascina da anni il problema delle cosiddette «ferrettare», attrezzo concesso agli ex-spadaroti come opportunità di riconversione per fronteggiare il tracollo dei livelli occupazionali, ma di fatto reso antieconomico dalle progressive restrizioni introdotto nell'uso dell'attrezzo (decreto ministeriale 1o luglio 2011 e decreto ministeriale 11 settembre 2011); tale situazione, in numerose marinerie tirreniche e meridionali, rasenta la vera e propria emergenza socio-economica e non è ulteriormente rinviabile la ricerca di una soluzione in grado di tener conto della sostenibilità economica oltre che di quella ambientale, per dare legittima risposta agli operatori di questo segmento –:
   come intenda affrontare il problema posto dall'incarico ad interim dell'attuale direttore generale pesca e acquacoltura per dare al settore la sicurezza di un punto di riferimento istituzionale certo e stabile;
   se, e come, intenda farsi carico in prima persona della gravosa agenda politica posta dalle urgenti esigenze di rilancio della filiera ittica nazionale, e come valuta la possibilità di attribuire una delega specifica al settore ad uno dei due sottosegretario nominati, come strumento per qualificare e rafforzare al meglio l'azione di governo;
    quali iniziative intende assumere per affrontare le questioni emergenziali ed in particolare al fine di:
    avviare urgenti interventi di semplificazione e sburocratizzazione del settore;
    risolvere l'emergenza causata dalla scadenza delle concessioni demaniali per l'acquacoltura;
    sollecitare il ministero del Lavoro ad adeguare alle specificità del settore la normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro;
    dare adeguata risposta agli operatori delle ex-ferrettare.
(2-00064) «Causin».

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EUROVOC :

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