ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00050

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 16 del 15/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: D'UVA FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 15/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00050
presentato da
D'UVA Francesco
testo di
Mercoledì 15 maggio 2013, seduta n. 16

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   il 20 febbraio 2013 la prima sezione penale del tribunale di Messina, condannava in primo grado di giudizio il Magnifico rettore dell'università degli Studi di Messina, il professore Francesco Tomasello, accusato di tentata concussione e abuso d'ufficio, alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione più l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni;
   il rettore era imputato nel processo sul concorso di II fascia per l'assegnazione di un posto da professore presso la facoltà di veterinaria dell'università degli studi di Messina, concorso che a seguito delle indagini svolte dal corpo della Guardia di finanza doveva vedere come vincitore, in deroga ad ogni criterio di valutazione e quindi di merito, il figlio dell'ex preside della stessa facoltà, Battesimo Consolato Macrì, anch'egli condannato dalla prima sezione penale del tribunale di Messina alla pena di 5 anni e 4 mesi, più la perpetua interdizione dai pubblici uffici;
   la condanna veniva emessa a seguito delle dichiarazioni rese dal professore Giuseppe Cucinotta, ordinario di clinica chirurgica e patologia chirurgica presso la facoltà di veterinaria, il quale denunciava di aver subito dal rettore Tomasello forti pressioni per condizionare l'esito del concorso nel quale il professore Giuseppe Cucinotta ricopriva la carica di componente della commissione esaminatrice per l'assegnazione della cattedra di professore ordinario;
   il rettore Tomasello, negli anni precedenti alla condanna emessa dal tribunale penale di Messina, veniva già sospeso per due volte dall'esercizio delle sue funzioni, a seguito delle ordinanze emesse e motivate dalla Magistratura ordinaria;
   un severo giudizio veniva espresso nel 2007 dai giudici del tribunale del riesame nella motivazione del provvedimento di conferma della prima sospensione dalle funzioni di rettore, nella quale si denunciava una «allarmante ostinazione manifestata nella conduzione clientelare della propria carica» e la «pericolosa quanto diffusa inclinazione alla rimozione assoluta del disvalore morale insito nelle condotte in esame ed alla sua sostituzione con un atteggiamento di compiaciuta, disinvolta ed opportunistica solidarietà rispetto al beneficiario dell'abuso, che poco giova al prestigio e all'autorevolezza dei pubblici uffici coinvolti in simili dinamiche»;
   nonostante l'espressa previsione circa la scadenza del suo mandato da rettore dell'università degli studi di Messina, che sarebbe dovuta avvenire nell'anno 2011, il professore Francesco Tomasello, insieme agli organi accademici di governo, apportava una modifica allo statuto dell'Ateneo, prevedendo l'inserimento ex novo dell'articolo 57-bis e riformando l'articolo 57, disponendo così una proroga alla naturale scadenza del mandato di tutte le cariche elettive dell'Ateneo, riuscendo così ad allungarne la durata di un anno;
   la proroga attuata dagli organi accademici attraverso la modifica dello statuto dell'ateneo veniva impugnata attraverso un ricorso al tribunale amministrativo regionale della sezione di Catania da un gruppo di docenti dell'università degli studi di Messina, le cui istanze vennero pienamente accolte dallo stesso TAR in data 29 ottobre 2011;
   la sentenza del TAR veniva nei fatti ignorata dal rettore Tomasello che, attraverso la circolare del 3 novembre 2011, dichiarava che il mandato di tutte le cariche elettive dell'Ateneo messinese, tra le quali quella di rettore, era da ritenersi prorogato secondo quanto disposto dalla legge n. 240 del 2010, comunemente nota come riforma Gelmini, entrata in vigore il 29 gennaio 2011, la quale però prevedeva, nelle more della transizione dal vecchio al nuovo ordinamento, una proroga di un anno al solo mandato da rettori in carica al momento della sua entrata in vigore, rendendo così artificiale e illegittima l'estensione disposta arbitrariamente dal rettore Francesco Tomasello a tutte le cariche elettive;
   nel mese di aprile 2012 venivano indette le elezioni per il rinnovo della carica dei direttori che avevano beneficiato della proroga senza fondamento giuridico, mentre sia per il Senato Accademico, in cui sedevano soggetti decaduti dalla loro carica nel novembre 2011, sia per il consiglio di amministrazione, che vedeva la presenza di membri il cui mandato aveva termine nell'anno 2010, nessun provvedimento veniva assunto circa la sostituzione dei loro componenti;
   in regime di auto proroga, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione deliberavano, alla fine dell'anno 2012 a favore dell'istituzione di una Fondazione università degli studi di Messina, fondazione che presentava forti caratteri di atipicità rispetto all'attuale panorama delle fondazioni universitarie italiane, dal momento che nel suo statuto figurava come unico socio fondatore la stessa università Statale di Messina;
   la carica di presidente della Fondazione veniva assegnata all'unico candidato, il rettore Francesco Tomasello, attraverso una votazione del consiglio di amministrazione, consentendo allo stesso di eludere, ancora una volta, i limiti temporali imposti dalle disposizioni normative, dal momento che date le funzioni esercitate, la fondazione sembra realizzare piuttosto che un mero supporto alle attività dell'università degli studi di Messina, una vera e propria privatizzazione dell'Ateneo;
   in data 7 marzo 2013 alcuni docenti dell'università degli studi di Messina inoltravano formale esposto al precedente Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, chiedendo l'immediata revoca del professore Francesco Tomasello della sua carica di rettore e, contestualmente, dalla presidenza della Fondazione università degli studi di Messina, così come previsto dalla legge n. 97 del 2001, ovvero della legge n. 190 del 2012, al fine di garantire il corretto funzionamento dell'Ateneo e tutelando al contempo l'immagine e il prestigio dell'università degli studi di Messina;
   tale esposto incontrava il silenzio del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, costringendo i docenti che lo avevano sottoscritto a formalizzare, presso le procure della Repubblica di Roma e Messina, una denunzia-querela sia nei confronti del Ministro Francesco Profumo, per non avere revocato il professore Tomasello dal suo incarico, sia nei confronti dello stesso rettore, per non essersi sospeso in seguito alla condanna conseguita in primo grado, chiedendo l'adozione delle misure interdittive e cautelari atte a evitare il pericolo di reiterazione nei reati e necessarie a garantire il corretto funzionamento dell'istituzione universitaria;
   la normativa in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico si è arricchita, nel corso delle more dei procedimenti a carico del professore Francesco Tomasello, di disposizioni ancora più stringenti, così come previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo dell'8 aprile 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 19 aprile 2013, la cui entrata in vigore è stabilita per il 4 maggio 2013, il quale prevede l'inconferibilità della carica di rettore per coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, la quale assume carattere permanente nei casi in cui sia stata inflitta la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici –:
   se i Ministri interpellati siano al corrente della grave situazione in cui versa l'università degli studi di Messina a causa dell'operato dei principali organi dell'ateneo;
   se non ritengano necessario provvedere alla immediata rimozione del professore Francesco Tomasello dalla carica di rettore, ripristinando la piena conformità alla legge attraverso l'applicazione delle vigenti disposizioni normative ovvero tutelando e garantendo il corretto funzionamento ed il prestigio dell'università degli studi di Messina;
   se non intendano disporre, anche attraverso l'ispettorato della funzione pubblica, un'indagine ispettiva per valutare il comportamento e l'operato del rettore Francesco Tomasello nel corso degli anni del suo mandato e, allo stesso tempo, verificare la legittimità delle decisioni assunte dagli organi preposti circa la costituzione, il corretto funzionamento e la liceità della Fondazione università degli studi di Messina.
(2-00050) «D'Uva, Villarosa, Marzana, Luigi Gallo, Chimienti, Grillo, Barbanti, Sarti».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

MESSINA,MESSINA - Prov,SICILIA

EUROVOC :

applicazione della legge

costituzione

nomina del personale

universita'

fondazione

insegnante