ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01686

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 848 del 12/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 11/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
BERSANI PIER LUIGI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
LAFORGIA FRANCESCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
SCOTTO ARTURO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
PIRAS MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
QUARANTA STEFANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
DURANTI DONATELLA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
SANNICANDRO ARCANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
GALLI CARLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
FOLINO VINCENZO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017
BORDO FRANCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 11/09/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01686
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Martedì 12 settembre 2017, seduta n. 848

   La Camera,
   premesso che:
    a livello internazionale, l'articolo 2 dell'Accordo di Parigi sul clima (COP21) indica per la prima volta in un testo avente valore pattizio internazionale che l'obiettivo di fondo è quello di «mantenere l'incremento della temperatura ben al di sotto di 2oC rispetto al periodo preindustriale e di sforzarsi di non superare 1,5oC»;
    strumento fondamentale per raggiungere tale obiettivo rimane ovviamente la riduzione (mitigation) delle emissioni. L'Accordo stabilisce (articolo 4) di continuare con il metodo con cui si è giunti alla COP21: ogni Paese «dovrà preparare, comunicare e mantenere» il suo contributo nazionale di riduzione (Indc o Ndc) anche in futuro e lo aggiornerà ogni 5 anni;
    a livello comunitario, nell'ambito del pacchetto legislativo «Energia pulita per tutti gli europei» l'efficienza energetica rappresenta l'obiettivo primario, secondo la definizione adottata dallo stesso pacchetto, e rappresenta un principio essenziale per l'Unione dell'energia, quale modo economicamente più efficace per sostenere la transizione economica prevista dalla tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, creando crescita, posti di lavoro e opportunità di investimento;
    l'obiettivo unionale vincolante di miglioramento dell'efficienza energetica è del 30 per cento per il 2030 ed, in particolare, in base alle previsioni di miglioramento profilate dalla Commissione europea tale scelta determinerà vantaggi per l'Unione europea in termini di: riduzione del consumo di energia finale del 17 per cento (rispetto al 2005); aumento del prodotto interno lordo di circa lo 0,4 per cento (per un valore pari a 70 miliardi di euro); rafforzamento della competitività delle imprese europee determinando una riduzione media dei prezzi dell'energia elettrica (da 161 a 157 euro/mwh); generazione di attivi occupazionali soprattutto nel settore edile;
    in tal senso, con riferimento all'obiettivo globale di miglioramento dell'efficienza energetica per il 2030, il parametro del 30 per cento rispetto allo scenario di riferimento potrebbe essere reso in tal senso più ambizioso, con un target al 40 per cento di miglioramento dell'efficienza energetica in termini di riduzione dei consumi, anche prevedendo criteri di premialità che consentano ai Paesi con alti livelli di riduzione dei consumi margini di flessibilità nella definizione delle politiche di efficienza energetica nel rispetto degli obiettivi europei;
    nell'ambito della politica di efficienza energetica, a livello europeo, va ricercata la possibile adozione di misure per la tassazione al consumo dei prodotti in relazione al contenuto di carbonio degli stessi. Emerge, infatti, la necessità di più opportuni strumenti in termini di fiscalità, che superino il solo Emission trading scheme (ETS) in materia, e che facciano riferimento al dato dell'intensità carbonica dei prodotti – da applicare in modo non discriminatorio sia ai prodotti dell'Unione europea sia ai prodotti di importazione – sulla base del contenuto di anidride carbonica emesso per la produzione di tali beni, ed in modo da riconoscere i meriti ambientali delle produzioni manifatturiere che rispettino elevati standard ambientali. Ciò consentirebbe di innescare un meccanismo virtuoso di miglioramento della produzione e della qualità ambientale dei prodotti, così accelerando il raggiungimento degli obiettivi globali di decarbonizzazione. In tal senso, occorre individuare misure a livello di Stati membri che agiscano come leva di fiscalità ambientale tramite la modulazione delle aliquote Iva, aventi la finalità non di aumentare il gettito fiscale, bensì di incentivare le produzioni più pulite e disincentivare le produzioni ad alto impatto inquinante, a prescindere dal luogo di produzione dei beni;
    la fissazione dell'obiettivo del 40 per cento di riduzione dei consumi al 2030, come richiesto dal Parlamento europeo, consentirebbe di aumentare del 50 per cento il fatturato legato alla riqualificazione edilizia e di ridurre le importazioni di metano;
    a livello nazionale, nel corso della legislatura in corso, è stato adottato il decreto legislativo n. 102 del 2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, successivamente integrato e modificato dal decreto legislativo n. 141 del 2016;
    sono state, inoltre, adottate una serie di misure sull'efficienza energetica nel patrimonio edilizio: l’«ecobonus» è stato da ultimo prorogato per l'anno 2017, con la legge di bilancio, legge n. 232 del 2016. È stato, inoltre, adottato il «nuovo conto termico» (di cui al decreto ministeriale 16 febbraio 2016). Infine, si è poi intervenuti sulla disciplina della certificazione energetica degli edifici con l'entrata in vigore dell'attestato di prestazione energetica degli edifici (Ape);
    in termini di efficienza energetica, l'Italia parte già da un buon livello medio. Il nostro Paese – secondo l'ultimo Rapporto annuale efficienza energetica 2016 dell'Enea – si posiziona su un livello d'intensità energetica del 18 per cento inferiore della media dell'Unione europea, dato particolarmente positivo, perché tanto più basso è il valore dell'intensità energetica tanto più è alta l'efficienza energetica del Paese;
    il Rapporto dell'Enea, evidenzia che l'Italia ha raggiunto, all'anno 2015, il 32,3 per cento dell'obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano nazionale di efficienza energetica 2014-PAEE: tra gli strumenti per promuovere l'efficienza si sono rivelati particolarmente efficaci i «certificati bianchi» (il cui meccanismo di funzionamento è in corso di revisione ai sensi di quanto previsto dal decreto legislativo n. 102 del 2014) e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, i cosiddetti ecobonus, utilizzati soprattutto per interventi di isolamento termico degli edifici, la sostituzione di infissi e l'installazione di impianti di riscaldamento più efficienti, prorogati con la legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016);
    complessivamente, secondo le contabilizzazioni dell'Enea, nel periodo 2005-2016, con le misure per l'efficienza energetica sono stati risparmiati quasi 10,7 Mtep l'anno di energia primaria e oltre 3,1 miliardi di euro di spese per importazioni di fonti fossili;
    come si è detto, nel corso della presente legislatura sono state adottate misure sull'efficienza energetica nel patrimonio edilizio, utilizzando la leva delle detrazioni fiscali (i cosiddetti ecobonus) prorogate via via con le diverse leggi di stabilità e da ultimo con la legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016);
    la detrazione fiscale per gli interventi di efficienza energetica consiste nel riconoscimento di detrazioni d'imposta delle spese sostenute da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti;
    tale incentivo fiscale gioca e ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'efficientamento energetico nel settore residenziale e gli investimenti veicolati hanno avuto un impatto importantissimo tanto che ad oggi, quella della detrazione in tale ambito, rappresenta una delle misure più importanti di green economy che ha alleggerito la bolletta energetica delle famiglie;
    in Italia si dovrebbe puntare sulle riqualificazioni energetiche profonde;
    ciò nonostante, allo stato, ne risultano esclusi i quartieri più poveri delle città e degli insediamenti del nostro Paese, in quanto la indisponibilità di capitali ma anche di redditi ha impedito di produrre effetti concreti in ordine alle politiche di efficienza energetica e di ristrutturazione;
    da uno studio promosso dall'ingegner Tullio Fanelli, vice direttore generale di Enea e presentato in occasione di un convegno promosso dall'Associazione Nens «Nuova economia-nuova società» è emerso che nel panorama del patrimonio edilizio rilevano certamente strutture condominiali, che insistono, in particolare, in territori periferici italiani, realizzate prima del 1976, quindi prima delle prime leggi in materia di efficienza energetica e di obbiettivi energetici ed ambientali, sulle quali sarebbe utile e doveroso intervenire soprattutto per ridurre le disuguaglianze e creare maggiore coesione sociale;
    come emerge dallo studio citato, la riqualificazione energetica è essenziale per andare avanti anche sul rischio antisismico, così da unire i ricavi legati al maggior valore dell'immobile dagli interventi di rafforzamento antisismico a quelli realizzabili per il tramite del risparmio dei costi energetici, grazie appunto ad interventi di efficientamento energetico;
    occorre altresì evidenziare come il sistema delle detrazioni fiscali sia per lo più un'incentivazione per le classi a reddito più elevato, ossia per chi dispone di maggiori capitali dal quale può appunto detrarre le incentivazioni;
    appare, dunque, opportuno sviluppare politiche di efficienza energetica volte a coinvolgere strutture ubicate nei quartieri o nelle zone più economicamente disagiate, al fine di evitare che i meccanismi di incentivazione fiscale attualmente in vigore diventino strumenti discriminatori tra le varie fasce di reddito della popolazione italiana;
    giova altresì ricordare come lo strumento delle detrazioni fiscali non abbia funzionato per l'efficientamento profondo (Deep renovation) ossia per quegli investimenti di medio-lungo periodo che includono lavori sugli edifici in maniera strutturalmente più penetrante. Tali investimenti hanno incontrato, nel corso degli anni, una serie di criticità: dimensione e durata degli investimenti, mancanza dal lato dell'offerta di volumi sufficienti ad attivare i lavori, alta presenza di soggetti incapienti;
    per ciò che concerne gli incapienti, secondo i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, si evince che essi rappresentano il 16,2 per cento sul totale degli inquilini, con la conseguente probabilità quindi che all'interno di un condominio ve ne sia almeno uno;
    le detrazioni fiscali giocano, quindi, un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'efficienza energetica; pertanto, appare necessario utilizzare anche questa leva per rafforzare la coesione sociale, ridurre le disuguaglianze e il disagio nelle periferie. In tal senso, appare opportuno intervenire su condomini molto datati e ubicati in quartieri o zone particolarmente povere, affidando i lavori ad imprese in grado di tutelare soprattutto gli incapienti e consentendo la cessione delle detrazioni alle banche o a soggetti esperti, iscritti in un apposito albo pubblicato dall'Agenzia delle entrate, in modo da tutelare i beneficiari dell'incentivo anche dal lato dell'offerta;
    l'efficienza energetica assume particolare rilevanza anche nell'ambito di importanti programmi nazionali, come il Piano industria 4.0. Le ultime raccomandazioni della Commissione europea sulla politica industriale dell'Unione, sono focalizzate sulla necessità di fare investimenti nella direzione della ricerca e dell'innovazione, in particolare nel campo dell'efficienza energetica, individuato come un indispensabile passo per aumentare la competitività e ritrovare una leadership industriale europea sui mercati mondiali. Nell'ottica dell'Unione, essere efficienti significa anche saper arrivare a una produzione sempre più precisa, flessibile, dinamica, qualitativamente alta;
    ai fini di una maggiore sinergia tra Industria 4.0 e i programmi di efficienza energetica è opportuno che si arrivi a sviluppare una serie di proposte, tra le quali appaiono prioritarie, quella relativa alla cumulabilità dei «certificati bianchi» con gli iper e i super ammortamenti previsti dal Piano industria 4.0, nonché l'istituzione di un fondo di garanzia ad hoc per incentivare gli investimenti in efficienza da parte di piccole e medie imprese e pubblica amministrazione;
    sempre in ambito di efficienza energetica, la Strategia energetica nazionale (Sen 2017) riconosce i buoni risultati raggiunti ad oggi nel miglioramento dell'efficienza energetica, ma sottolinea la necessità di ulteriori sforzi in particolare in quei settori – come il settore residenziale e quello dei trasporti – ad oggi poco presidiati o presidiati in maniera inefficace e costosa;
    sul fronte delle misure di supporto, la Sen 2017 prevede, un rafforzamento e una semplificazione degli schemi esistenti l'introduzione di nuovi dispositivi rivolti ai trasporti e al terziario, la prosecuzione del programma Industria 4.0 e del Prepac per la pubblica amministrazione e il lancio del fondo di garanzia atteso dal 2011. È inoltre prevista un'azione insieme ad altri Paesi dell'Unione europea per rivedere le regole sulla contabilità delle amministrazioni pubbliche. Si tratta di una misura auspicabile, visto che si continua a parlare di contratti Epc e di finanziamento tramite terzi per la riqualificazione degli edifici pubblici, ma che le linee guida dell'Eurostat rendono molti degli strumenti di fatto inutilizzabili con i vincoli del patto di stabilità,

impegna il Governo:

1) a valutare l'adozione di iniziative per l'adozione di un piano nazionale per un generalizzato intervento di manutenzione straordinaria volto all'efficienza energetica degli immobili, con l'obiettivo di riqualificare, attraverso la procedura della cosiddetta Deep renovation, un milione di condomini entro il 2030, specialmente nelle aree a maggiore disagio abitativo;
2) a valutare l'adozione di apposite iniziative normative in materia di efficienza energetica del patrimonio immobiliare prestando particolare attenzione all'opportunità di:
   a)  eliminare l'opzione che consente di beneficiare dell'aliquota al 70 per cento per gli interventi che interessano l'involucro dell'edificio per oltre il 25 per cento;
   b)  inserire tra i requisiti necessari per beneficiare dell'aliquota al 75 per cento (oltre al conseguimento della qualità media di cui al decreto interministeriale del Ministro dello sviluppo economico di concerto con i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e per la semplificazione e la pubblica amministrazione del 26 giugno 2015) anche i seguenti criteri: il raggiungimento almeno della classe A1 (di cui al citato decreto interministeriale del 26 giugno 2015); un rapporto massimo tra i costi di investimento ammissibili e la stima del risparmio economico annuale generato dall'intervento pari a 20, incrementabile in caso di interventi contestuali a carattere antisismico;
   c)  assicurare che il rapporto tra i costi di investimento ammissibili all'incentivo e la stima del risparmio economico annuale generato dall'intervento non sia inferiore ad un valore prefissato, comunque per un periodo non inferiore ai 7 anni;
   d)  introdurre massimali unitari di spesa per le principali tipologie di intervento di riqualificazione;
   e)  sostenere il rafforzamento delle attività di verifica e controllo ex ante del sistema delle agevolazioni nel campo dell'efficienza energetica prevedendo che queste vengano svolte da soggetti pubblici qualificati come l'Enea o il Gse;
   f)  introdurre misure di portabilità delle detrazioni fiscali;
3) sul versante delle politiche produttive, ad avviare iniziative volte al sostegno della filiera industriale, implementando programmi di aggiornamento rivolti alle imprese o a gruppi di imprese nell'ambito della riqualificazione energetica, sviluppando specifiche qualifiche e competenze imprenditoriali di settore, anche in un'ottica di maggiore trasparenza e informazione ai cittadini;
4) nell'ambito del programma nazionale Industria 4.0, a valutare di assumere iniziative per l'istituzione, già nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio 2018 di un apposito fondo di garanzia rivolto agli interventi di riqualificazione energetica delle piccole e medie imprese;
5) sempre nell'ambito del Programma industria 4.0, a valutare l'adozione di iniziative normative volte a prevedere la cumulabilità dei titoli di efficienza energetica (Tee), di cui al decreto ministeriale del 28 dicembre 2012 «Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni», con le misure di iper-ammortamento istituite con la legge 1o dicembre 2016, n. 232, «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019».
(1-01686) «Ricciatti, Epifani, Bersani, Ferrara, Laforgia, Scotto, Melilla, Piras, Quaranta, Nicchi, Duranti, Martelli, Sannicandro, Carlo Galli, Folino, Franco Bordo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rendimento energetico

politica energetica

detrazione fiscale