ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01682

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 847 del 02/08/2017
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 02/08/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
FARINA DANIELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
GREGORI MONICA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 02/08/2017


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01682
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Mercoledì 2 agosto 2017, seduta n. 847

   La Camera,
   premesso che:
    il 17 luglio, Padre Alex Zanotelli ha rivolto un appello alle giornaliste e ai giornalisti italiani e alla Federazione nazionale della stampa, per impegnarli alla diffusione di una corretta e competente informazione sul tema delle migrazioni, anche facendosi promotori di una richiesta, scritta e ufficiale ai mass-media, «forzando» in questo modo i potenti gruppi economico-finanziari proprietari a permetterla. Di fronte ad un'informazione sempre più stereotipata, superficiale e provinciale, il missionario comboniano invita i giornalisti a rompere l'omertà del silenzio mediatico sulla situazione di tanti Paesi africani, per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo;
    il silenzio dei mass-media sulle drammatiche situazioni presenti in Africa è inaccettabile, con particolare riguardo:
   alla dittatura, di al-Bashir in Sudan che fa strage di persone e diritti umani o sul regime militare di Afewerki in Eritrea, tra i più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l'Europa;
   alle guerre civili che sembrano non finire mai in Somalia, nel Centrafrica e nel Sud Sudan con centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi;
   al grave rischio della zona saheliana dal Ciad al Mali, dove i potenti gruppi jihadisti stanno tentando di costituire un nuovo Califfato e ai caotici scontri in Libia e all'impossibilità di stabilizzare politicamente tale regione dopo la fine dell'era Gheddafi;
   al saccheggio di miniere di pietre e metalli preziosi e lo sfruttamento di lavoratori e di minori, in nazioni come il Congo, per scambi commerciali illegali, con aziende e multinazionali estere compiacenti, oltreché al legame tra risorse naturali e conflitti, presente in 33 casi in Africa e in circa il 20 per cento dei conflitti nel mondo (http://chiamafrica.it);
   alla vendita italiana di armi pesanti e leggere (nel 2016 per un valore superiore ai 14 miliardi di euro) ai Paesi africani, che incrementano conflitti già esistenti, costringendo alla fuga milioni di profughi;
   ai 30 milioni di persone che soffrono la fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, Kenya, Lago Ciad, che secondo l'Onu vivono la peggiore crisi alimentare degli ultimi 50 anni;
   ai cambiamenti climatici e sull'inarrestabile desertificazione dell'Africa che, a fine secolo, si prevede avrà tre quarti del suo territorio non abitabile;
    la necessità di un appello così sentito e urgente potrebbe apparire superflua nei confronti dell'informazione legata alla Radiotelevisione pubblica italiana (Rai), se potessero considerarsi tutti validi e attuati i contenuti di tanta normativa prodotta – nell'arco di quasi settanta anni con l'entrata in vigore nel 1948 della Costituzione italiana – diretta a tutelare e garantire l'obiettività, la completezza, la lealtà e l'imparzialità dell'informazione nel sistema radiotelevisivo per lo sviluppo sociale e culturale del Paese;
   eppure, anche nell'informazione pubblica si omettono informazioni essenziali a comprendere i fenomeni delle migrazione dall'Africa verso i Paesi occidentali, trascurando approfondimenti che mitigherebbero il clima rancoroso e contrario alla presenza degli stranieri, che teme il furto di diritti acquisiti dai cittadini italiani con la nascita. Inspiegabilmente, lo Stato italiano e conseguentemente i Governi che si sono succeduti, non considerano informative e formative le narrazioni sulle reali motivazioni che spingono intere popolazioni ad abbandonare Paesi e famiglie, per la propria salvezza e libertà: un'adeguata e completa comunicazione porterebbe senz'altro i cittadini italiani a un approccio più tollerante e solidale, che impedirebbe il dilagare di formazioni e ideologie xenofobe e razziste;
    anche Papa Francesco, in una breve intervista del 7 aprile 2017, rilasciata a «Libertà Civili», rivista bimestrale del Ministero delle interno italiano, dedicata all'approfondimento delle migrazioni, sostenendo che «la buona informazione può abbattere i muri della paura e dell'indifferenza» si è appellato ai media che troppo spesso, nel trattare una tematica così carica di implicazioni umane, sociali e politiche, tendono ad utilizzare stereotipi negativi e indicano migranti e rifugiati con il termine scorretto di clandestini, spingendo l'opinione pubblica a elaborare un giudizio negativo e preconcetti nei riguardi degli stranieri. A queste considerazioni si aggiungono anche quelle legate alle notizie relative a fatti di delinquenza nei quali sono coinvolte anche persone di origine africana, nelle quali si sottolinea soltanto la loro nazionalità: un sensazionalismo a cui puntano i mass media che vogliono fare scalpore a discapito della corretta informazione alla quale il giornalismo dovrebbe invece ambire;
    il 23 maggio 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 aprile 2017, per l'affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, con annesso l'approvato schema di convenzione fra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI per la concessione per il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale;
    lo schema di convenzione, contiene al suo interno linee comportamentali che potrebbe essere sufficienti, da sole, al rispetto di quanto auspicato da padre Alex Zanotelli:
   all'articolo 1, «Oggetto della concessione e definizione della missione di servizio pubblico radiofonico televisivo e multimediale», comma 1, si stabilisce che il servizio svolto deve intendersi «come servizio di interesse generale», di attività di produzione e diffusione di contenuti audiovisivi e multimediali, diretti, tra l'altro, «a garantire un'informazione completa e imparziale nonché a favorire l'istruzione, la crescita civile, il progresso e la coesione sociale (...)»;
   all'articolo 1, comma 6, viene sottolineato che la Rai deve garantire la qualità dell'informazione, nel rispetto della «completezza, obiettività, indipendenza, imparzialità e pluralismo, (...) assicurando il rigoroso rispetto della dignità della persona, nonché della deontologia professionale dei giornalisti»;
   all'articolo 1, comma 7, si precisa che l'informazione deve garantire che i fatti e gli avvenimenti siano presentati in modo veritiero, in modo da favorire e rendere possibile la «libera formazione delle opinioni»;
   all'articolo 3, «Obblighi del concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale e modalità di esercizio», comma 1, lettera h), si stabilisce che la Rai deve garantire, tra l'altro, la trasmissione gratuiti di messaggi di interesse pubblico e di utilità sociale, richiesti dalla Presidenza del Consiglio – quali potrebbero essere quelli diretti alla corretta e completa informazione sul fenomeno delle migrazioni;
    la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo è regolata dal decreto legislativo n. 177 del 2005, «Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici», che, all'articolo 3, comma 1, nell'enunciare principi fondamentali del sistema radiotelevisivo, riconosce «la garanzia della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, la tutela della libertà di espressione di ogni individuo, inclusa la libertà di opinione e quella di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza limiti di frontiere, l'obiettività, la completezza, la lealtà e l'imparzialità dell'informazione, l'apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose e la salvaguardia delle diversità etniche, (...) a livello nazionale e locale, nel rispetto delle libertà e dei diritti, in particolare della dignità della persona, della promozione e tutela del benessere, della salute e dell'armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, garantiti dalla Costituzione, dal diritto comunitario, dalle norme internazionali vigenti nell'ordinamento italiano e dalle leggi statali e regionali»;
    il medesimo Testo unico, all'articolo 32, comma 5, prevede che:
   «5. I servizi di media audiovisivi prestati dai fornitori di servizi di media soggetti alla giurisdizione italiana rispettano la dignità umana e non contengono alcun incitamento all'odio basato su razza, sesso, religione o nazionalità»;
    l'esercizio dell'attività radiotelevisiva, fin dai suoi esordi, è stata prerogativa dello Stato che ne aveva percepito le fortissime potenzialità comunicative e se ne è assicurato il controllo;
    il carattere di monopolio naturale del settore ne imponeva l'avocazione da parte dello Stato, unico soggetto in grado di assicurare il rispetto del principio di libertà d'espressione e di pluralismo informativo, sancito dall'articolo 21 della Costituzione. In seguito, con la sentenza n. 225 del 10 luglio 1974, la Corte confermava la legittimità costituzionale del monopolio radiotelevisivo statale come «servizio pubblico essenziale (...) che deve essere inteso e configurato come necessario strumento di allargamento dell'area di effettiva manifestazione della pluralità delle voci presenti nella nostra società. (...) La radiotelevisione adempie a fondamentali compiti di informazione, concorre alla formazione culturale del paese, diffonde programmi che in vario modo incidono sulla pubblica opinione e perciò è necessario che essa non divenga strumento di parte: solo l'avocazione allo Stato può e deve impedirlo»;
    sempre la Corte costituzionale nella sentenza 284 del 2002, ha rilevato, inoltre, che «l'esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo, promosso e organizzato dallo Stato [...] si giustifica però solo in quanto chi esercita tale servizio sia tenuto ad operare non come uno qualsiasi dei soggetti del limitato pluralismo di emittenti, nel rispetto da tutti dovuto, dei principi generali del sistema, bensì svolgendo una funzione specifica per il miglior soddisfacimento del diritto dei cittadini all'informazione e per la diffusione della cultura, col fine di ampliare la partecipazione dei cittadini e concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese»,

impegna il Governo:

1) ad accogliere l'appello lanciato da Padre Alex Zanotelli di interrompere il silenzio mediatico che grava sull'Africa, promuovendo ogni iniziativa di competenza diretta a far conoscere all'opinione pubblica italiana, la realtà e la complessità dei processi migratori;
2) ad assumere le iniziative di competenza, nel quadro del vigente contratto di servizio, affinché la Rai, in qualità di concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, intervenga in ogni sede per garantire la diffusione di notizie, informazioni e approfondimenti caratterizzati da obiettività, completezza, lealtà e imparzialità;
3) ad assumere le iniziative di competenza per assicurare che il servizio pubblico radiotelevisivo, concesso in monopolio alla Rai, recuperi la sua originaria missione educativa, contrastando le pericolose derive xenofobe e razziste della società italiana e concorrendo invece allo sviluppo sociale e alla formazione culturale del Paese.
(1-01682) «Andrea Maestri, Civati, Brignone, Pastorino, Marcon, Airaudo, Costantino, Daniele Farina, Fassina, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Gregori, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Placido».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

televisione

servizio pubblico

sviluppo sociale