ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01626

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 792 del 09/05/2017
Abbinamenti
Atto 1/01589 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01600 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01601 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01602 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01604 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01609 abbinato in data 10/05/2017
Atto 1/01627 abbinato in data 10/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 09/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
MURGIA BRUNO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 09/05/2017


Stato iter:
10/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 10/05/2017
Resoconto MORANDO ENRICO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 10/05/2017
Resoconto CAPEZZONE DANIELE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto TANCREDI PAOLO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Resoconto GIORGETTI ALBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FANUCCI EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 10/05/2017
Resoconto MORANDO ENRICO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/05/2017

DISCUSSIONE IL 10/05/2017

NON ACCOLTO IL 10/05/2017

PARERE GOVERNO IL 10/05/2017

RESPINTO IL 10/05/2017

CONCLUSO IL 10/05/2017

Atto Camera

Mozione 1-01626
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo presentato
Martedì 9 maggio 2017
modificato
Mercoledì 10 maggio 2017, seduta n. 793

   La Camera,
   premesso che:
    nell'ambito della politica economica dell'Unione europea è stato introdotto l'obbligo di inserire negli ordinamenti nazionali regole, costituzionali o legislative, volte ad assicurare il rispetto dei valori di riferimento relativi al disavanzo e al debito fissati a livello europeo;
    tale obbligo, tuttavia, non discende dalle disposizioni dei Trattati in materia di Unione economica e monetaria, elemento portante della struttura istituzionale ed economica della Unione europea, imperniata sull'adozione di una moneta unica, ma da impegni previsti da strumenti di diversa natura introdotti nel quadro della nuova governance economica europea;
    già nel marzo del 2011, con un accordo non giuridicamente vincolante definito «Patto europlus», gli Stati dell'area euro e alcuni altri membri dell'Unione avevano assunto l'obbligo di recepire nelle Costituzioni o nella legislazione nazionale le regole del Patto di stabilità e crescita varato nel 1997;
    in questo quadro, e di fronte all'aggravarsi della crisi dell'euro, a sua volta dovuta alla perdurante crisi finanziaria mondiale che ha colpito in modo differenziato i diversi Stati aderenti alla moneta unica, nel marzo 2012 si è giunti ad approvare il «Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria», più comunemente noto come fiscal compact, sottoscritto da tutti i Paesi dell'eurozona e da alcuni Stati membri dell'Unione non aderenti alla moneta unica;
    il Trattato ha impegnato le Parti contraenti ad applicare e ad introdurre nella procedura di bilancio nazionale, entro un anno dalla sua entrata in vigore, con «norme vincolanti e di natura permanente, preferibilmente di tipo costituzionale», o di altro tipo, purché ne garantiscano l'osservanza, una serie di regole chiamate golden rules;
    le «regole d'oro» hanno previsto l'inserimento nell'ordinamento di ciascuno Stato del principio del pareggio di bilancio, ribadito il limite allo 0,5 del deficit strutturale rispetto al prodotto interno lordo (rispetto al quale uno scostamento potrà essere ammesso solo a fronte di circostanze eccezionali o periodi di grave recessione senza che esso infici la sostenibilità di bilancio a medio termine, e rispetto al quale, comunque, nel caso di deviazioni significative le parti contraenti dovranno attivare un meccanismo di correzione automatica), l'obbligo, già previsto dal trattato di Maastricht, di mantenere il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo entro il valore massimo del tre per cento, e l'obbligo in capo agli Stati con un rapporto tra debito e prodotto interno lordo superiore al sessanta per cento di ridurlo di almeno un ventesimo all'anno; sino a raggiungere il parametro fissato dal trattato di Maastricht;
    di fatto, quindi, con il fiscal compact sono stati ribaditi e resi maggiormente vincolanti alcuni dei parametri già fissati dal trattato di Maastricht e sui quali si erano già appuntate numerose critiche, quali, in primo luogo, il vincolo del tre per cento, che non solo impedisce di fare delle spese in investimenti per rilanciare l'economia, ma, addirittura, condiziona la pubblica amministrazione in misura tale da non potere fare le spese di ordinaria di gestione anche nel caso in cui nelle proprie casse vi siano le risorse per poter finanziare le necessità dei propri cittadini;
    la norma più contestata in assoluto è quella che prevede la riduzione del rapporto nella citata misura di un ventesimo all'anno, una declinazione estremistica del parametro fissato dal trattato di Maastricht rispetto al rapporto tra debito e prodotto interno lordo, e che nel caso specifico dell'Italia rischia di costringere il nostro Paese a fare ogni anno dolorosissime manovre di finanza pubblica del valore di circa quaranta miliardi di euro per volta;
    in Italia, diversamente che in altri Stati che hanno egualmente sottoscritto il fiscal compact, il principio del pareggio di bilancio e quello della sostenibilità del debito delle pubbliche amministrazioni sono stati inseriti nella Carta costituzionale, attraverso la legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, che ha novellato gli articoli 81, 97, 117 e 119;
    in particolare, il principio del pareggio è contenuto nel novellato articolo 81, il quale stabilisce che «lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico», e che la possibilità di derogare a tale regola, facendo ricorso all'indebitamento, è ammessa «solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e al verificarsi di eventi eccezionali», che, ai sensi dell'articolo 5 della medesima legge costituzionale, possono consistere in gravi recessioni economiche, crisi finanziarie e gravi calamità naturali;
    inoltre, con un'apposita novella all'articolo 97 della Costituzione, l'obbligo di assicurare l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico in coerenza l'ordinamento dell'Unione europea è stato esteso a tutte le pubbliche amministrazioni, mentre le modifiche apportate all'articolo 119 sono volte a specificare che «i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea»;
    la novella all'articolo 117, infine, inserisce la materia della armonizzazione dei bilanci pubblici nel novero delle materie sulle quali lo Stato ha una competenza legislativa esclusiva;
    è opportuno rilevare in primo luogo come nel «nuovo» articolo 81 non vi è alcun riferimento ai cosiddetti vincoli europei e la sovranità di bilancio è dunque totalmente nazionale, forma di esercizio costituzionale della responsabilità esclusiva del Parlamento della Repubblica, e, in secondo luogo, come lo stesso articolo disponga di limitare per il futuro la crescita ulteriore del deficit e del debito pubblico italiani, cosa ben diversa dalla riduzione dello stock storico del nostro debito pubblico forzosamente imposta dal fiscal compact;
    la legge di attuazione principio del pareggio di bilancio, tuttavia, è radicalmente uscita da questo schema, incorporando e persino rafforzando le nuove politiche di bilancio a matrice europea basate, nella logica del fiscal compact, sull'idea del corso forzoso alla riduzione dello stock storico del debito pubblico italiano;
    con la legge 24 dicembre 2012, n. 243, infatti, non solo sono stati introdotti nel nostro ordinamento a tutti gli effetti i dettami del fiscal compact, ma ad essi è stato riconosciuto un ancoraggio costituzionale sulla scia del principio generale di «desovranizzazione» contenuto nell'articolo 117, che al primo comma subordina l'esercizio della potestà legislativa da parte dello Stato e delle regioni al rispetto della Costituzione, nonché ai «vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario»;
    per effetto del combinato disposto di queste norme, quindi, il fiscal compact è arrivato ad essere, di fatto, lo strumento attraverso il quale si esercita il dominio dell'Europa sulle politiche economiche nazionali, costringendo l'Italia a operare scelte che rischiano di affossare definitivamente la sua economia e a subire ogni possibile forma di condizionamento, riduzione, e addirittura azzeramento della sovranità nazionale;
    le politiche cosiddette di austerità che risultano dall'applicazione delle regole imposte dall'Europa, portate avanti negli ultimi anni soprattutto come risposta diametralmente opposta a quelle necessarie alla crisi finanziaria hanno prodotto effetti devastanti sulla mancata ripresa economica, sull'impoverimento dei cittadini europei, sull'acuirsi delle disuguaglianze sociali, e hanno agito nel senso di una sistematica disintegrazione del sistema di protezione sociale;
    non è sostenibile imporre le medesime regole finanziarie a Stati diversi per tessuto produttivo, imprenditoriale ed industriale, con differenti capacità economiche e sistemi fiscali assolutamente disomogenei, e con tradizioni, storie e culture diverse, senza tenere conto delle peculiarità di ciascuno di essi, e le attuali vicende dell'Unione, rispetto alle quali la «Brexit» rappresenta un segnale da non sottovalutare, lo stanno dimostrando;
    il «Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria», all'articolo 16, stabilisce che, al più tardi entro cinque anni dalla data dalla sua entrata in vigore, vale a dire entro il gennaio del 2018,«sulla base di una valutazione dell'esperienza maturata in sede di attuazione, sono adottate in conformità del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea le misure necessarie per incorporare il contenuto del presente trattato nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea»;
    il recepimento del fiscal compact nei trattati europei renderebbe ancora più difficoltoso correggere l'eccessiva rigidità dei parametri in esso contenuti, con ulteriori conseguenze negative sui bilanci degli Stati membri e sul clima di sfiducia e di distacco che già si respira da parte dei cittadini dell'Unione rispetto alle sue istituzioni, rischiando di generare ulteriori casi di uscita di singoli Stati come già accaduto con la Gran Bretagna;
    con la sentenza n. 275 del 2016 la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi in merito ad una controversia tra la regione Abruzzo e la provincia di Pescara sul servizio di trasporto scolastico per studenti disabili, i cui fondi erano stati decurtati dalla regione a causa dei limiti di bilancio, ha stabilito che garantire i diritti fondamentali, quale quello allo studio, è obbligo della Repubblica ed i vincoli imposti in questi anni dal pareggio di bilancio che ne limitano l'esigibilità rappresentano una palese violazione costituzionale;
    la Corte ha ritenuto illegittima la legge regionale, spiegando che «il nucleo invalicabile di garanzie minime per rendere effettivo il diritto allo studio e all'educazione degli alunni disabili non può essere finanziariamente condizionato in termini assoluti e generali, è di tutta evidenza che la pretesa violazione dell'articolo 81 Cost. è frutto di una visione non corretta del concetto di equilibrio del bilancio, sia con riguardo alla Regione che alla Provincia cofinanziatrice. È la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l'equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione»;
    il fiscal compact, intervenendo in maniera diretta sulla politica fiscale dei singoli Stati ha comportato la cessione di una fetta della propria sovranità economica di ogni Paese a un ente sovranazionale, l'Unione europea, e le modalità di recepimento adottate in Italia hanno aggravato tale processo di desovranizzazione;
    prima che si giungesse alla formalizzazione del fiscal compact nel 2012, l'idea di una disciplina europea dei bilanci nazionali si basava su una doppia formula, capace di integrare la riduzione del deficit e degli stock di debito pubblico con una maggiore solidarietà;
    il Trattato sul fiscal compact non è l'unico atto europeo che penalizza gravemente la nostra Nazione, i suoi comparti produttivi anche di eccellenza e la sua competitività economica internazionale,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi affinché non avvenga il recepimento del fiscal compact all'interno dei trattati costitutivi dell'Unione europea;
2) a sostenere in sede europea la necessità di un alleggerimento dei vincoli finanziari o di una maggiore flessibilità degli stessi e, nell'ambito delle modifiche proposte, ad assumere iniziative per scorporare dal debito le spese per investimenti e introdurre una maggiore flessibilità nella individuazione delle circostanze eccezionali di cui all'articolo 81 della Costituzione;
3) ad avviare da subito negoziati in ambito europeo per rivedere l'impostazione del complesso dei vincoli derivanti all'Italia dal fiscal compact, al fine di avviare una politica di crescita sostenibile e di ripresa economica e produttiva;
4) a promuovere le opportune iniziative, per quanto di competenza, volte a modificare la legge n. 243 del 2012 e le norme costituzionali in materia, riaffermando il valore della sovranità nazionale anche in ambito europeo;
5) a farsi promotore, nell'ambito dell'Unione europea, di un processo di revisione di tutte le norme europee che penalizzano l'Italia.
(1-01626) «Rampelli, Cirielli, La Russa, Giorgia Meloni, Murgia, Nastri, Petrenga, Rizzetto, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pareggio del bilancio

crisi monetaria

trasporto scolastico