ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01469

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 725 del 17/01/2017
Abbinamenti
Atto 1/01231 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01465 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01466 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01467 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01468 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01470 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01471 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01472 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01473 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01474 abbinato in data 18/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: DIENI FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 17/01/2017


Stato iter:
18/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/01/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/01/2017
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto ALTIERI TRIFONE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2017

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 18/01/2017

PARERE GOVERNO IL 18/01/2017

DISCUSSIONE IL 18/01/2017

VOTATO PER PARTI IL 18/01/2017

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 18/01/2017

CONCLUSO IL 18/01/2017

Atto Camera

Mozione 1-01469
presentato da
DIENI Federica
testo presentato
Martedì 17 gennaio 2017
modificato
Mercoledì 18 gennaio 2017, seduta n. 726

   La Camera,
   premesso che:
    secondo le stime dell'UNHCR sarebbero 65 milioni, 24 al minuto, le persone nel mondo che, tra richiedenti asilo, rifugiati e profughi, molti dei quali bambini, lasciano la propria casa, il proprio villaggio, la propria famiglia per sfuggire alla morte, per la guerra o la fame;
    nel corso degli ultimi anni gli sbarchi di cittadini extracomunitari sul territorio italiano, provenienti oltre che dal nord Africa, da Paesi asiatici, da Paesi in guerra o dove la situazione economica è disastrata, si sono significativamente intensificati, assumendo proporzioni tali da richiedere interventi immediati e urgenti;
    i dati parlano da soli: il «cruscotto statistico giornaliero» del Ministero dell'interno rileva al 30 dicembre 2016 ben 181.283 persone sbarcate in Italia con +17,84 per cento rispetto il 2015 e +7,08 per cento rispetto il 2014. A questi numeri vanno aggiunti i migranti riammessi dai valichi di frontiera del nord Italia e quelli rientranti in applicazione del regolamento dell'Unione europea;
    si calcola che oltre un milione di migranti abbia avuto accesso all'Unione europea via mare nel 2015, il numero sale a 1.822.337 se si considerano anche le frontiere della via orientale e della via occidentale balcanica. I soli minori stranieri non accompagnati sbarcati nel nostro Paese nel corso del 2016 sono stati 24.926;
    secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) nel 2015 hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo 3.770 persone, nel 2016 risultano essere oltre 5.000. L'Unhcr calcola che lungo la rotta del Mediterraneo centrale perda la vita un migrante ogni 25, spesso i soggetti più deboli e indifesi come i bambini;
    con la politica dell'Unione europea di deterrenza, attuata in particolare con l'accordo con la Turchia del marzo 2016 (ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, gravemente inefficace sul piano della tutela dei migranti ed in palese violazione di norme comuni di diritto internazionale oltre che di comune morale), sono drasticamente diminuiti gli sbarchi in Grecia, passati da 856.723 nel 2015 a 170.373 a novembre 2016, mentre, sostanzialmente, sono aumentati in Italia arrivando a più di 180 mila;
    recenti fatti di cronaca e indagini della magistratura raccontano come in alcuni casi la gestione dei migranti abbia raggiunto significative derive speculative di veri e propri «mercati» di esseri umani, sia nei territori di provenienza che nei territori di sbarco;
    appare non più rinviabile la revisione del «regolamento di Dublino», prevedendo un meccanismo automatico e permanente di ricollocamento, nonché un sistema centralizzato europeo per l'esame delle domande di protezione internazionale, al fine di garantire un'equa distribuzione dei flussi migratori tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea; l'applicazione del regolamento in questione è di difficile gestione e il principio generale in esso stabilito, secondo cui i Paesi responsabili dell'esame di una domanda di protezione internazionale «anche di coloro che hanno varcato illegalmente le frontiere di uno Stato membro» sono quelli di prima accoglienza, presenta notevoli criticità a causa del numero sempre crescente di migranti, tra le quali la gestione nazionale, ossia in carico ai singoli Stati delle richieste d'asilo, che induce in numerosi migranti il rifiuto di farsi identificare e il loro incontrollato movimento tra i Paesi europei;
    è necessario altresì che il nostro Paese provveda anche, a norma di legge e di fondi appositamente stanziati, a garantire il rimpatrio in condizioni di sicurezza e dignità per quanti si trovano a non avere diritto alla protezione internazionale o che non soddisfano le condizioni di ingresso, presenza o soggiorno in uno degli Stati membri, anche attraverso l'utilizzo di sistemi di raccolta dati più efficaci, efficienti e tempestivi;
    grandi concentrazioni di migranti in attesa di definizione dello status, inoccupati, in un'unica struttura per prolungati periodi di tempo, possono portare a situazioni di insofferenza, malessere e tensioni che sfociano sempre più spesso in episodi gravi, sia tra i migranti stessi che nella popolazione ospitante. Tutto ciò allontana sempre più la possibilità di una integrazione o quantomeno di una accettabile convivenza, anche solo per il periodo di definizione della richiesta asilo;
    si ritiene che in tale contesto non sia percorribile la soluzione finora proposta di concentrare queste persone in grandi strutture, inadeguate per l'accoglienza di grandi numeri di persone e per svolgere quelle funzioni di integrazione sociale. Una possibile soluzione, meno impattante per i cittadini e più inclusiva per il migrante, potrebbe essere attuata attraverso l'accoglienza diffusa, oggi ancora poco presente nel nostro territorio;
    attraverso l'accoglienza diffusa gli stranieri vengono gestiti in piccoli gruppi e in piccole residenze all'interno della comunità. Si rileva che nei comuni che hanno optato per questa forma di accoglienza l'esperienza sia stata più che positiva. Se ogni comune si impegnasse nell'accoglienza di una quota di migranti proporzionale al numero di abitanti, il numero di stranieri presenti sarebbe minimo e facilmente gestibile. Ad oggi invece l'accoglienza diffusa pare non decollare;
    il sistema di accoglienza dei migranti in arrivo sul territorio italiano è garantito dalle risorse stanziate dall'Unione europea e dal Governo italiano. La disponibilità di appetibili finanziamenti ha attratto soggetti non sempre all'altezza della situazione e con finalità discutibili. Tenuto conto che i centri di accoglienza rispondono a normative e regolamenti differenti sarebbe opportuno prevedere un efficace sistema di controllo sul corretto utilizzo dei fondi assegnati, ad esempio prevedendo che la quota di contributo giornaliero sia condizionata all'effettiva presenza, all'identificazione dell'immigrato e all'effettiva attuazione del progetto di accoglienza e integrazione previsto. È inoltre necessario che la gestione dei contributi pubblici sia assolutamente trasparente, per evitare rischi di gestioni poco chiare miranti a forme speculative più che a logiche di integrazione, prevedendo anche l'eventuale pubblicazione dei bilanci analitici delle cooperative interessate nell'albo pretorio del comune di presenza della struttura;
    la rete di accoglienza, in particolare la rete SPRAR (sistema protezione richiedenti asilo rifugiati) costituisce un importante approccio fondato sulla programmazione pubblica territoriale, un modello sostenibile in grado di affrontare la situazione, osservando anche le realtà dove l'applicazione di un'accoglienza diffusa ha portato situazioni di effettiva integrazione del migrante con il tessuto sociale ed economico del Paese;
    un sistema di accoglienza diffusa restituirebbe all'ente locale la possibilità di governare e gestire le criticità del proprio territorio e nel contempo, attraverso la gestione dell'accoglienza in rete, consentirebbe la condivisione con altri comuni delle risorse umane e di spazi adeguati. Tutto ciò permetterebbe di poter gestire flussi limitati e controllabili evitando quei fenomeni di intolleranza e disagio sociale che troppo spesso oggi fanno parte delle cronache locali;
    a tal riguardo va considerata la situazione economica attuale di molti cittadini italiani: nel nostro Paese sono presenti più di 4.598.000 persone che vivono in uno stato di povertà assoluta (Istat 2015) e un senso di totale abbandono e disperazione. Ciò acuisce sempre più la tensione tra cittadini italiani e migranti. È necessario quindi che contestualmente agli interventi a favore dei migranti siano promossi interventi per assicurare beni e servizi alle famiglie italiane meno abbienti;
    l'Europa non ha ancora mostrato di voler adottare una politica comune per la gestione dei flussi migratori e certamente non è stata capace di mostrare il volto umano della solidarietà di fronte all'emergenza umanitaria di flussi crescenti di migranti, lasciando sostanzialmente sola l'Italia;
    come Stato di frontiera esterna dell'Unione europea l'Italia è sottoposta a una pressione maggiore, tuttavia ciò non può sottintendere che il Paese accogliente abbia responsabilità maggiori o speciali;
    è di tutta evidenza che il problema vada affrontato coinvolgendo la comunità internazionale, elaborando iniziative non solo nei Paesi d'arrivo, ma anche azioni di sostegno e di sviluppo economico locale, che affrontino, superandole, le problematiche di povertà che spingono milioni di persone a lasciare la propria casa, la propria famiglia in cerca di sopravvivenza;
    a livello nazionale ed europeo sarebbe necessario, pertanto, agire sulle cause dei flussi migratori («stop» alla vendita di armi ai Paesi dove vi sono conflitti, «stop» allo sfruttamento dei Paesi terzi, cooperazione internazionale e sviluppo nei Paesi di origine e transito) e con l'istituzione di vie legali e sicure di accesso all'Unione europea (per esempio, i corridoi umanitari già positivamente sperimentati con la Siria), al fine di favorire una diminuzione delle traversate in mare, la pressione dei flussi sulle frontiere esterne ed un'efficace lotta ai trafficanti di esseri umani;
    il nostro Paese deve ulteriormente impegnarsi a chiedere nelle sedi appropriate una risposta europea più adeguata e ad inserire la questione migratoria in una più efficace ed effettivamente «comunitaria» gestione,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative per aprire un dibattito in Europa che proponga il superamento integrale del regolamento di «Dublino III» ed il principio in base alla quale la gestione degli immigrati sia appannaggio del Paese che accoglie per primo, nonché a stringere accordi bilaterali con i Paesi di transito atti alla lotta del traffico di esseri umani;

2) a prevedere percorsi di accoglienza diffusa, rivolta soprattutto ai minori e alle donne vittime di abusi, che necessitano di un'accoglienza più attenta e disponibile, prevedendo anche una formazione degli operatori e dei volontari che supporteranno la famiglia o la comunità accogliente.
(1-01469) (Testo risultante dalla votazione per parti separate) «Dieni, Manlio Di Stefano, Cozzolino, Dadone, Cecconi, D'Ambrosio, Nuti, Toninelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrante

asilo politico

frontiera esterna dell'Unione europea