ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01396

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 696 del 21/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 21/10/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 31/10/2016


Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 02/11/2016

Atto Camera

Mozione 1-01396
presentato da
BUSTO Mirko
testo presentato
Venerdì 21 ottobre 2016
modificato
Mercoledì 2 novembre 2016, seduta n. 700

   La Camera,
   premesso che:
    il grasso estratto dai frutti dalla specie di palma Elaeis guineensis, risulta essere l'olio vegetale più importato nel mondo occidentale a fronte del suo ampio e versatile impiego in ambito cosmetico, alimentare, energetico;
    i bassi costi di produzione, l'assenza di sapore e di odore e la grande produttività della palma da cui viene ricavato, risultano essere incentivi per un aumento della sua coltivazione nel Sud-est asiatico (dove ad ora si concentra circa il 90 per cento della produzione), in Africa e nell'America del sud, impattando interi ecosistemi ad alta biodiversità tanto da risultarne seriamente minacciati o completamente distrutti a causa della coltivazione della palma;
    le monocolture di palma da olio sono accompagnate da deforestazione, erosione dei suoli, contaminazione delle acque, distruzione degli ecosistemi e della diversità bio-culturale delle foreste antropogeniche, tali da compromettere sia l'ambiente sia l'equilibrio delle popolazioni indigene;
    la composizione dell'olio di palma risulta essere, per percentuale di grassi saturi contenuti, simile a quella del burro e del lardo. Al contrario, infatti, di altri olii vegetali (olio d'oliva, olio di semi), quelli tropicali contengono un'elevata percentuale di acidi grassi saturi (92 per cento nell'olio di cocco, 82 per cento nell'olio di palmisto e 49 per cento in quello di palma), prerogativa che conferisce all'olio consistenza solida o semisolida a temperatura ambiente, ma che solleva non pochi dubbi sui rischi per la salute umana legati alla sua assunzione;
    sono diversi gli studi scientifici che avvertono sui rischi sanitari dell'olio di palma, tra cui: uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità, che dimostra come i principali acidi grassi (come acidi grassi saturi, l'acido miristico e l'acido palmitico) comportino un aumento del livello di colesterolo nel sangue, favorendo malattie cardiovascolari; uno studio del Center for Science in the Public Interest (CSPI), che conferma il fatto che l'olio di palma aumenti i fattori di rischio cardiovascolare, poiché l'acido palmitico è uno dei grassi saturi che più aumenta il rischio di coronaropatie; recenti studi, che dimostrano che l'acido palmitico infiamma le membrane cellulari, induce l'aterosclerosi e ha un ruolo chiave nella produzione di un fattore necrotico che è all'origine di tumori; uno studio dell’American Heart Association che consiglia di limitarne l'uso per le persone che devono ridurre il livello di colesterolo. Molto importate, infine, il recentissimo studio dell'EFSA in cui viene denunciato come nell'olio di palma siano contenute tre sostanze tossiche: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e relativi esteri degli acidi grassi, una delle quali genotossica e cancerogena, il glicidiolo (GE), formatesi durante la raffinazione degli oli vegetali;
    molte grandi aziende hanno escluso l'uso dell'olio di palma dai loro prodotti, a fronte della forte campagna di boicottaggio dell'olio di palma condotta dai cittadini, tra cui il Movimento 5 stelle, sin dal 2014 e dall'introduzione dell'obbligo di etichettatura degli alimenti regolamentato dall'Unione europea, tanto che nella maggior parte dei prodotti industriali si è vista comparire la dicitura «senza olio di palma»;
    l'olio di palma permane, per contro, nel latte in polvere, continuando ad essere utilizzato dalle fasce giovanissime della popolazione. Il latte artificiale contiene olio di palma insieme ad una miscela di olii vegetali, per assomigliare quanto più possibile alla composizione del latte materno, ricco di grassi saturi. Il latte umano, infatti, è composto da acidi grassi che per 23 per cento derivano da acido palmitico e per 34 per cento da acido oleico. L'acido palmitico, molto comune in animali e piante, si trova anche nell'olio di palma e nell'oleina di palma (derivata dall'olio di palma), mentre nell'olio di semi di palma o olio di palmisto si ritrova prevalentemente acido laurico;
    il latte materno, alimento naturale specie-specifico, rimane però un complesso sistema biologico dinamico e inimitabile, in grado di soddisfare le esigenze nutritive e metaboliche del neonato/lattante. L'elevata biodisponibilità dei suoi nutrienti strutturali e funzionali, la presenza di cellule, il sofisticato network di fattori bioattivi (con funzioni trofiche, metaboliche, ormonali e immunomodulanti) conferiscono alla sua composizione dignità di gold standard. Gli alimenti per lattanti, per contro, rappresentano il risultato di una sfida tecnologica e scientifica affrontata da anni con impegno di imitare, con risultati limitati, l'universo nutritivo e funzionale del latte materno;
    la differenza principale tra il latte materno e quello artificiale rimane quella qualitativa, e riguarda la natura chimica della struttura alla quale appartiene l'acido palmitico che, sia nel latte materno sia in quello artificiale, si trova ma nei cosiddetti trigliceridi, grassi che hanno la forma di un pettine a tre denti. Nel latte materno la maggior parte dell'acido palmitico si trova nella posizione del dentino centrale del pettine, la cosiddetta posizione 2, mentre in quello artificiale la maggior parte si trova nelle posizioni più esterne e questo riguarda tutte le fonti vegetali di acido palmitico, che sia olio di palma, di colza o altro. Questa diversa struttura chimica ha dunque delle conseguenze: l'acido palmitico in posizioni diverse dalla 2 viene assorbito meno, e viene assorbito meno anche il calcio, con conseguenti disturbi gastrointestinali minori, come tensioni addominali, coliche, stitichezza, piccoli reflussi, secondo, tra gli altri uno studio pubblicato nel 2013 dal Centro nazionale per l'informazione sulle biotecnologie americano;
    l'aggiunta di derivati dell'olio di palma nel latte artificiale associata a ridotto assorbimento di calcio comporta un maggiore rischio di osteoporosi nei bambini alimentati con questi latti;
    il rischio principale per i lattanti nell'assunzione di latte in polvere con olio di palma permane quello dell'assorbimento di sostanze genotossiche e cancerogene. Una ricerca dell'Università polacca di Gansk, pubblicata in Italia solo dal Test-Salvagente, ha infatti analizzato 24 latti in polvere, gran parte dei quali venduti in tutta Europa, con i seguenti risultati: la contaminazione da 3-Mcpd è 4 volte oltre il limite fissato dall'Efsa per il migliore dei campioni, 150 volte sopra per il peggiore. Un'altra inchiesta di Altroconsumo sullo stesso argomento denuncia come un bimbo di 5 mesi che beve 5 biberon di latte supera la soglia di sicurezza per il 3-MCP: per 5 biberon di latte al giorno (1050 ml) il bimbo andrebbe ad assumere una quantità di 3-MCPD fino a 53 mcg (calcolato dal valore nella polvere), dieci volte superiore al limite di sicurezza, che per un bimbo di 7 kg è di 5,6 mcg;
    in commercio, nonostante la campagna informativa contro l'olio di palma, vi sono solo un paio di aziende che hanno deciso di eliminarlo dagli ingredienti del latte artificiale per neonati, mentre tutte le altre continuano a usarlo, spesso come secondo ingrediente della lista. Plasmon, dopo anni di ricerca, ha lanciato di recente sul mercato il latte per lattanti e di proseguimento Nutrimune, senza olio di palma. Coop lo ha eliminato da tempo dal suo latte Crescendo: l'ha sostituito con una miscela d'altri olii vegetali, tra cui quello di semi di girasole, di semi di colza e l'extravergine d'oliva. È senza palma anche il Bimbosan Super Premium 1 e 2;
    è necessaria la salvaguardia della salute attraverso una ponderata alimentazione soprattutto in epoche precoci della vita – come sostenuto dal britannico David Barker – in considerazione del fatto che l'apporto o la carenza di determinati elementi nelle prime fasi della vita, compresa quella intrauterina, assolvono un ruolo chiave nella programmazione endocrino-metabolica dell'individuo ed agiscono quale co-fattore ambientale nello sviluppo di malattie cronico-degenerative ad eziologia multifattoriale (Developmental Origins of Health and Disease) determinando il destino biologico dell'individuo;
    va segnalata la campagna di sensibilizzazione, tra cui la petizione finalizzata ad escludere l'olio di palma dal latte in polvere, lanciata sul portale Change.org e promossa dai portali specializzati Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade,

impegna il Governo:

   a intraprendere iniziative normative volte a sancire il divieto di utilizzo di olio di palma nella formulazione di prodotti destinati ai neonati, quali il latte in polvere;
   a intraprendere iniziative normative volte al divieto, decorso un anno dall'approvazione della presente mozione, della vendita e dell'importazione nel territorio nazionale di prodotti contenenti olii tropicali (di palma o palmisto o cocco) a fini alimentari e cosmetici;
   ad assumere iniziative, con opportuni strumenti normativi, finalizzate alla sostituzione dell'olio di palma con olii che non siano nocivi per la salute umana e per l'ambiente e che incentivino le economie nazionali e i settori agricoli interessati (olio di semi di girasole, olio d'oliva e altri).
(1-01396) «Busto, Tripiedi, De Lorenzis, Fantinati, Grillo, Mantero, Liuzzi, Vallascas, Daga, Micillo, Crippa, Chimienti, Paolo Bernini, Ciprini, De Rosa, Gagnarli, Sibilia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

olio vegetale

rischio sanitario

malattia