ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01374

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 683 del 30/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 30/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 30/09/2016
DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 30/09/2016
QUARANTA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 30/09/2016
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 30/09/2016


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01374
presentato da
PIRAS Michele
testo di
Venerdì 30 settembre 2016, seduta n. 683

   La Camera,
   premesso che:
    il progetto di impianto solare termodinamico della società «Gonnosfanadiga LTD», denominato «Gonnosfanadiga», attualmente in istruttoria presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, viene proposto in prima formulazione nel corso del 2012 presso gli uffici tecnici competenti della regione autonoma Sardegna (servizio valutazioni ambientali o SVA, precedentemente SAVI), e sottoposto nel gennaio del 2013 alla verifica di impatto ambientale preliminare o screening di competenza regionale, al quale può seguire o meno l'imposizione del procedimento di VIA, a seconda che si riscontrino possibili criticità o meno;
    nella fase iniziale l'impianto era afferente ai comuni di Gonnosfanadiga e Guspini, progettato su un'estensione di circa 211 ettari di terreni al netto delle infrastrutture accessorie, in zone classificate agricole nelle pianificazioni urbanistiche dei comuni interessati, presentato all'epoca dalla società Energo Green Renewables S.r.l.;
    l'impianto era destinato alla produzione di energia elettrica con potenza di 50 MW elettrici;
    a seguito delle prime osservazioni tecniche pervenute nell'ambito della procedura di screening (marzo 2013), la società proponente rimodula il progetto, apportando modifiche sostanziali, per le quali l'ufficio SVA della regione Sardegna impone nuova pubblicazione e nuovo procedimento di screening; al che la società proponente preferisce ritirarsi facendo decadere l'istruttoria, che viene archiviata come da prassi;
    ritirandosi, la società reiterava il comportamento attuato per altri due di tre progetti gemelli presentati in aree geografiche diverse della Sardegna, quando obbligata alla procedura di VIA;
    sostanzialmente la società a giudizio dei presentatori del presente atto di indirizzo preferisce non sottoporre i progetti al procedimento di VIA regionale, evitando così di confrontarsi formalmente con i vari portatori d'interessi diffusi e particolari e con gli organi di controllo regionali, come dimostra presentando ricorso al Capo dello Stato, a tutt'oggi pendente, quando le viene imposto l'obbligo di valutazione di impatto ambientale per uno degli impianti proposti;
    in seguito a tali esiti la società proponente chiede che il progetto (con poche variazioni e sostanzialmente identico al precedente, salvo per l'utilizzo del raffreddamento ad aria invece che ad acqua, mantenendo inalterati altri impatti rilevati), sia valutato dalla commissione di VIA del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, facendolo per i presentatori del presente atto di indirizzo surrettiziamente e infondatamente assimilare alla disciplina degli impianti termici o impianti a combustione, scavalcando così la regione Sardegna;
    per ottenere tale assimilazione la società proponente chiedeva che fosse valutata non l'energia prodotta, e neppure quella in arrivo alle turbine del ciclo termodinamico a vapore, ma quella derivante dalla potenza dell'irraggiamento solare al suolo, moltiplicata per l'estensione interessata: in pratica con tale criterio qualunque campo, coltivato o incolto, è assimilabile a una centrale a combustione;
    tale criterio veniva accettato dalla commissione tecnica VIA del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonostante lo spirito del limite di legge fosse invece quello di imporre una particolare tutela verso impianti particolarmente impattanti sull'ambiente;
    l'applicazione del criterio di cui sopra faceva superare all'impianto la soglia dei 300 MW termici, necessari per imporre la valutazione di impatto ambientale non più presso la sede regionale, ma presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
    per quanto riguarda invece l'installazione dell'impianto in zone agricole, la società proponente ritiene congruente col suo status di «centrale termica» utilizzare le prerogative degli impianti per rinnovabili, con in più la possibilità di avvalersi dell'esproprio, diversamente dagli impianti fotovoltaici ai quali tale diritto è stato sottratto con apposito intervento legislativo;
    sotto tali condizioni il 25 marzo 2014 viene presentato il progetto a VIA a livello nazionale, riportato nel sito web ministeriale come: Impianto solare termodinamico della potenza lorda di 55 MWe denominato «Gonnosfanadiga» ed opere connesse interessante il comune di Guspini e Gonnosfanadiga dalla società «Gonnosfanadiga ltd», esteso su 227 ettari, aumentando l'areale richiesto di ben 12 ettari in funzione del raggiungimento della predetta soglia dei 300 MW termici;
    a seguito di nuove criticità sorte per le varie obiezioni e valutazioni tecniche presentate, la società rimodula ancora il progetto, ripresentato il 15 febbraio 2015 e attualmente in fase di istruttoria di VIA nazionale, che prevede la realizzazione dell'impianto solare termodinamico denominato «Gonnosfanadiga» di potenza elettrica lorda di 55 MW e della connessione elettrica a 150 kV in cavo interrato tra l'impianto e la esistente cabina di produzione di Villacidro;
    il progetto viene ripubblicato un'ultima volta il 31 marzo 2016, senza modifiche sostanziali e mantenendo tutte le criticità in essere;
    l'intervento interessa una vasta area della pianura del Campidano (grande quanto tutto il centro urbano della cittadina di Guspini), e situato a meno di 1 chilometro dallo stesso centro abitato, peraltro coinvolto nello smaltimento delle acque reflue industriali da recapitarsi nel vicino corso d'acqua Rio Terramaistus;
    ugualmente interessati sono i centri di Gonnosfanadiga e Villacidro, direttamente competenti in merito all'impianto e alle infrastrutture collegate;
    altri centri coinvolti per prossimità sono Pabillonis, Arbus, San Gavino M.le;
    il territorio interessato dal progetto è attualmente sede di attività del settore primario, come l'agricoltura e l'allevamento; l'area è parzialmente irrigua, e presenta una potenzialità agricola di pregio, viste le numerose coltivazioni confinanti di olivo le cui varietà maggiormente presenti sono la Nera di Gonnos, la Nera di Villacidro e la Pitz'e Carroga; in generale, le attività agricole rivestono un importante ruolo produttivo con allevamenti ovini ed ampie superfici destinate a colture cerealicole, erbai, pascoli naturali, pascoli arborati con sughera;
    la frammentazione delle coltivazioni, così come attualmente presente nel territorio, risponde naturalmente alla costruzione moderna di un ecosistema con colture non intensive, garantendo la sostenibilità ambientale e la protezione dell'avifauna selvatica, che trova in questo modo la possibilità di perpetuare la specie e mantenere il sostentamento quotidiano. La presenza di siepi, di aree boschive, di coltivazioni eterogenee, dei trifogli spontanei e dei cereali da seme è necessaria per il mantenimento della biodiversità animale e vegetale, come pure è importante la composizione floristica mista e autoctona per la qualità dei pascoli, e conseguentemente dei formaggi e dei mieli;
    la società non possiede, o possiede in misura inferiore al 50 per cento, terreni interessati dall'impianto previsto, ciò vale sia per il progetto qui trattato, sia per quelli simili, e la maggior parte dei proprietari è fortemente contraria alla cessione; l'approvazione del progetto comporterebbe espropri;
    l’iter di VIA nazionale è attualmente in corso, ed ha ricevuto ben due pareri negativi al progetto da parte della regione Sardegna (direzione generale difesa ambiente RAS) in data 22 ottobre 2015 prot. N. 0026482 e 14 giugno 2016 prot. N. 11624;
    anche il Ministero dei beni e delle attività culturali ha espresso parere negativo sul progetto attraverso i suoi organi centrali e periferici;
    in data 27 maggio 2016 il comune di Guspini, con lettera del sindaco, dottor ingegnere Giuseppe De Fanti, protocollo ministeriale in ingresso n. 0001970, ha inviato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, alla commissione tecnica di valutazione dell'impatto ambientale VIA e VAS, nonché alla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ed alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari delle osservazioni inerenti alla violazione del decreto legislativo n. 152 del 2006 ed un esposto per illegittimità procedurali;
    in data 6 giugno 2016 i comitati «Terra che ci appartiene», «NO Megacentrale», «Sa Nuxedda Free», «Terrasana Decimoputzu» e «Italia Nostra Sardegna» inviano al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, alla commissione tecnica di valutazione dell'impatto ambientale VIA e VAS, nonché alla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ed alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari delle osservazioni inerenti la violazione del decreto legislativo n. 152 del 2006 ed un esposto per illegittimità procedurali;
    l'impianto causerebbe molteplici danni ambientali, primo fra tutti il consumo di suolo, che risulterebbe totalmente o fortemente compromesso su tutta l'area dalla realizzazione dell'impianto, che necessita di fondazioni profonde con plinti in cemento armato per garantirne la richiesta rigidità strutturale, alle quali si aggiungono 2 ettari completamente impermeabilizzati in cemento per la centrale e i serbatoi; il dissesto delle fondazioni diffuso su 70 ettari, si somma a uno ancora più grande su tutti i 227 ettari, sui quali le caratteristiche intrinseche dell'impianto impongono il livellamento a gradoni delle altimetrie, che nell'area presentano dislivelli di 24 metri: se ne ricaverebbe la perdita completa del suolo, con un'azione di rimodellamento morfologico che comporterebbe forti ingerenze sul reticolo idrografico superficiale minore, funzionale alle pratiche colturali, zootecniche e alla sostenibilità dell'ecosistema;
    complessivamente l'impianto assommerebbe nell'area la compromissione dei suoli, dell'assetto idrogeologico, del paesaggio e di specie faunistiche tutelate, la perdita di biodiversità e porterebbe danno alle attività agricole e zootecniche oggi esistenti, inoltre in caso di perdite dell'impianto introdurrebbe nell'ambiente sostanze inquinanti (18.500 tonnellate di nitrati di sodio e potassio, che faranno assoggettare l'area alla disciplina della Direttiva Seveso), più rifiuti solidi, liquidi e gassosi;
    rispetto agli strumenti di pianificazione, l'edificazione dell'impianto comporterebbe la creazione di un'area industriale di 227 ettari, un'estensione vastissima ulteriore alle zone industriali già presenti, un completo stravolgimento delle pianificazioni urbanistiche dei comuni coinvolti;
    l'implementazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili è bensì cruciale, ma esistono modalità e soluzioni alternative agli impianti proposti, e con minori problemi legati alla sostenibilità ambientale;
    sono 5 le proposte di impianti ad energia termodinamica solare proposti per la Sardegna dei quali 4 della stessa società proponente (1 sulla piana di Campeda, 1 sulla Valle dei Nuraghi, 3 sulle pianure del Campidano);
    i progetti proposti, con particolare riferimento alle pianure del Campidano e in capo alla medesima società proponente, vanno ad occupare rispettivamente 227 ettari per il progetto della «Gonnosfanadiga LTD» e 269 per il progetto della «Flumini Mannu LTD», interessante aree agricole comprese tra Villasor e Decimoputzu;
    i terreni in questione risultano in area urbanistica classificata come Zona E, quindi agricola, e non industriale e che tali impianti contrastano e deturpano in maniera irreversibile il tradizionale paesaggio agrario, cancellano le tradizioni alimentari locali e il patrimonio culturale e distruggono la diversità biologica e geologica presente nei territori interessati;
    le comunità locali, i consigli comunali, i comitati spontanei, le forze sociali e sindacali, nonché i proprietari delle terre hanno più volte espresso il loro parere contrario con osservazioni alla procedura di VIA, manifestazioni e assemblee pubbliche;
    la Sardegna è divenuta terra di speculazione energetica privata e ovunque si sta procedendo all'occupazione di suolo con minime e ininfluenti ricadute occupazionali o vantaggio economico per la collettività;
    persistono dubbi sulla legittimità della procedura di Via nazionale attualmente in corso e, a quanto consta ai presentatori del presente atto, vi sarebbe una ipotesi di una delega politica in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri in relazione alla definizione delle autorizzazioni per le società proponenti sui progetti di impianti solari termodinamici previsti per la Sardegna;
    va considerata la volontà delle popolazioni locali di rigettare in ogni modo l'ipotesi di costruzione degli impianti solari termodinamici nei territori sopraindicati ed in tutta l'isola;
    va tenuto altresì conto dei pareri sfavorevoli della regione Sardegna, manifestati attraverso il servizio valutazioni ambientali e la direzione generale della difesa dell'ambiente,

impegna il Governo:

   a bloccare in maniera immediata, attraverso ogni utile iniziativa, la procedura di valutazione di impatto ambientale nazionale relativa ai progetti «Gonnosfanadiga LTD» e «Flumini Mannu LTD», visti i pareri negativi delle comunità locali, della regione autonoma Sardegna, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dei proprietari e dei lavoratori delle terre in questione, negando alle società proponenti la possibilità di procedere con il progetto di costruire su terreni agricoli della Sardegna impianti solari termodinamici;
   ad assumere le iniziative di competenza per riportare la procedura di valutazione di impatto ambientale per i progetti proposti dalla «Gonnosfanadiga LTD» e «Flumini Mannu LTD» in capo agli uffici competenti in materia di valutazione di impatto ambientale della regione Sardegna, ai quali, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, è stata surrettiziamente sottratta;
   a non autorizzare impianti di produzione di energia elettrica in contrasto con gli strumenti di pianificazione ambientale ed energetica (PEAR) adottati o in via di adozione dalle regioni;
   ad assumere iniziative per rivedere la normativa vigente modificando l'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003 al fine di consentire la realizzazione di impianti solari termodinamici di potenza superiore a 1 Megawatt nelle sole zone industriali (previo disinquinamento delle stesse) o nelle cave dimesse, e di rendere necessario per le società proponenti il possesso, attestato da atti pubblici, dell'area su cui si intende realizzare l'impianto, escludendo il ricorso a procedure di esproprio.
(1-01374) «Piras, Scotto, Duranti, Quaranta, Ricciatti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impatto ambientale

produzione d'energia

protezione dell'ambiente