ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01182

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 580 del 01/03/2016
Abbinamenti
Atto 1/01184 abbinato in data 07/03/2016
Atto 1/01185 abbinato in data 07/03/2016
Atto 1/01186 abbinato in data 07/03/2016
Atto 1/01189 abbinato in data 08/03/2016
Atto 1/01190 abbinato in data 08/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPA SANDRA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 01/03/2016
MARTELLI GIOVANNA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 01/03/2016
SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 01/03/2016
VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 01/03/2016
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
POLLASTRINI BARBARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PES CATERINA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BLAŽINA TAMARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CARLONI ANNA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CAROCCI MARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MALISANI GIANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PIAZZONI ILEANA CATHIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FABBRI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
DELL'ARINGA CARLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CASATI EZIO PRIMO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MARZANO MICHELA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CANI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ALBANELLA LUISELLA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ZOGGIA DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MALPEZZI SIMONA FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CAMPANA MICAELA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ALBINI TEA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
LATTUCA ENZO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ROSSOMANDO ANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
VENTRICELLI LILIANA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
RIGONI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GASPARINI DANIELA MATILDE MARIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ROCCHI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PICCIONE TERESA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
DI SALVO TITTI PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CIMBRO ELEONORA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
PREZIOSI ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
CARROZZA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
SCHIRO' GEA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
BOLOGNESI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FERRANTI DONATELLA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
SPERANZA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
LACQUANITI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
RIBAUDO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
GREGORI MONICA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 01/03/2016
IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2016
GALLI CARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/03/2016
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 02/03/2016
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2016


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 07/03/2016 08/03/2016
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/03/2016 02/03/2016
Stato iter:
08/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/03/2016
Resoconto ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/03/2016
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 07/03/2016
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
PARERE GOVERNO 08/03/2016
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/03/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto FAENZI MONICA MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto SALTAMARTINI BARBARA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto MARTELLI GIOVANNA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CENTEMERO ELENA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 02/03/2016

Atto Camera

Mozione 1-01182
presentato da
ZAMPA Sandra
testo presentato
Martedì 1 marzo 2016
modificato
Martedì 8 marzo 2016, seduta n. 585

   La Camera,
   premesso che:
    il 2 giugno 2016 ricorrerà il settantesimo anniversario della Repubblica Italiana e, contestualmente, il settantesimo anniversario del voto alle donne in Italia;
    fino al 1946 le italiane non potevano partecipare né attivamente, né passivamente alle elezioni politiche;
    al termine del primo conflitto mondiale nel 1918 il suffragio fu esteso a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto il ventunesimo anno di età e a coloro che avessero prestato servizio nell'esercito mobilitato;
    le donne italiane dovettero aspettare ancora e più precisamente il 31 gennaio 1945 quando, con il Paese ancora diviso, il Consiglio dei ministri emanò un decreto legislativo luogotenenziale, pubblicato il 1o febbraio 1945, che sancì il suffragio universale e che riconosceva il diritto di voto alle donne, con grave ritardo rispetto ad altri Paesi: in Nuova Zelanda le donne votavano sin dal 1893, in Finlandia dal 1907, in Norvegia dal 1913, nel Regno Unito dal 1917; prima dell'Italia avevano riconosciuto questo diritto, fra gli altri Paesi, anche Turchia, Mongolia, Filippine, Pakistan, Cuba e Thailandia;
    nel decreto non era tuttavia prevista l'eleggibilità delle donne, che sarà sancita solo dal decreto n. 74 del 10 marzo 1946: «Norme per l'elezione dei deputati all'Assemblea costituente»;
    in attesa del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, nell'aprile 1945 si era costituita la Consulta, che ebbe come principale compito quello di elaborare una legge elettorale per l'Assemblea costituente. La Consulta fu il primo organismo politico nazionale in cui entrarono 13 donne, invitate direttamente dai partiti;
    la prima volta che le donne poterono esercitare il loro diritto elettorale, attivo e passivo fu in occasione delle elezioni amministrative: dal 10 marzo al mese di aprile del 1946 le donne votarono in 5 turni: la partecipazione alle urne fu altissima, ne furono elette duemila nei consigli comunali;
    il 2 giugno 1946 finalmente tutte le donne italiane poterono recarsi alle urne ed essere elette in elezioni politiche: ventuno furono le elette nella Costituente, duemila nei consigli comunali; sui banchi dell'Assemblea costituente sedettero le ventuno «prime parlamentari», a ragione denominate «Madri Costituenti»: nove della DC, nove del PCI, due del PSIUP ed una del Partito dell'Uomo qualunque. Cinque di loro entreranno nella «commissione dei 75», incaricata di scrivere la Carta costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Jotti; solo più di trent'anni dopo, proprio Nilde Jotti fu la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati, una delle cinque più alte cariche dello Stato mai ricoperte da una donna prima, occupando lo scranno più alto di Montecitorio per tre legislature, dal 1979 al 1992;
    è importante ricordare qui che la prima donna della Consulta a parlare in un'assemblea democratica fu Angela Guidi Cingolani, che condivideva con altre elette trascorsi di prigione e di confino. Tutte le Madri lottarono e furono attente alle speranze delle italiane, per non deludere le migliaia di donne partigiane, staffette, donne antifasciste che in mille modi avevano contribuito alla Liberazione: così ricorda la storica giornata del 2 giugno Tina Anselmi «E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!»;
    la scrittrice e saggista Maria Bellonci (ideatrice del premio Strega), così descrive quel giorno: «Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest'anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore – e come – quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all'improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l'impulso di fuggire. Non che non avessi un'idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest'idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi.», e ancora, la giornalista Anna Garofalo «Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un'autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane Stringiamo le schede come biglietti d'amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di, donne timorose di stancarsi nelle lunghe file davanti ai seggi. E molte tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari»;
    il primo successo delle Madri della Consulta fu quello di ottenere che il premio della Repubblica, di tremila lire, fosse esteso anche alle vedove di guerra e alle mogli dei prigionieri: tra le Madri Costituenti, che è bene ricordare, nove erano comuniste, tra cui cinque dell'UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi), nove democratiche cristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio), due socialiste (Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista «Uomo Qualunque» (Ottavia Penna Buscemi); tutte le Madri, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l'ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative; quattordici di loro erano laureate e molte insegnanti, c'era qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; quattordici erano sposate e con figli. Molte avevano preso parte alla Resistenza, pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro scelte, come Adele Bei (condannata nel 1934 dal tribunale speciale a diciotto anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta Estella, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino alla fine della guerra) e Rita Montagnana (che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio);
    i settanta anni di storia intercorsi da quella data sono stati densi di trasformazioni: non a caso in riferimento ai profondi cambiamenti culturali e di stile di vita che hanno attraversato la società e la famiglia nella seconda metà del secolo scorso si è parlato di rivoluzione femminile, una rivoluzione che ha interessato tutto il mondo occidentale;
    da allora iniziava un percorso di autonomia delle donne che negli anni ha prodotto anche significative modifiche della legislazione: tale cammino di emancipazione ha potuto compiersi nel solco dei principi della Costituzione italiana, basti pensare all'importanza dell'articolo 3, che stabilisce l'uguaglianza morale e giuridica tra uomo e donna, dell'articolo 37, con il quale viene sancita la parità nel lavoro e l'accesso agli uffici pubblici e alla cariche elettive (si veda anche l'articolo 51), anche se, per poter entrare nella magistratura e nella carriera diplomatica, le donne dovranno attendere il 1963; nel 1950 fu approvata la legge sulla «tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri», e nel 1951 venne nominata la prima donna al Governo, Angela Cingolani, divenuta Sottosegretaria all'industria e al commercio, mentre la prima donna Ministro fu Tina Anselmi nel 1976;
    furono anni in cui vennero approvate leggi fondamentali e innovative in vari ambiti, tra le quali quelle sul diritto di famiglia e quella sulla dignità femminile, come l'abolizione della case di prostituzione nel 1956, firmata da Lina Merlin, primo esempio di mobilitazione parlamentare trasversale;
    con un accordo interconfederale nel 1960 furono eliminate le tabelle remunerative differenti per uomini e donne, sancendo la parità formale e sostanziale delle donne e degli uomini nel mondo del lavoro; è del 1970 la legge sul divorzio, confermata dal referendum del 1974;
    nel 1975 viene riformato il diritto di famiglia, garantendo parità tra i coniugi e la comunione dei beni, nel 1977 viene approvata la legge di parità, integrata poi nel 1991 dalla legge n. 125 sulle pari opportunità;
    nel frattempo, vengono abrogati il delitto d'onore e le norme penali sull'adulterio femminile, nel 1978 viene approvata la legge n. 194 sull'interruzione di gravidanza che resisterà al referendum abrogativo del 1981;
    dagli anni ’90, con alterne fortune, si è discusso della necessità di prevedere quote obbligate di candidature maschili e femminili: la legge costituzionale n. 1 del 2003 ha stabilito che le leggi regionali promuovono la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive e l'articolo 51 della Costituzione è stato riformato introducendo le pari opportunità in modo da dare copertura costituzionale ai provvedimenti che vogliono attuare tale principio in una legge elettorale;
    l'articolo 117, settimo comma, della Costituzione, come modificato in seguito alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione» stabilisce che: «Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive» e, insieme al combinato disposto degli articoli 3 e 51, definisce criteri per favorire la piena inclusione delle donne nella vita politica, sociale ed economica del Paese. A questo si aggiungano le più recenti pronunce della Corte costituzionale, e, tra queste, le sentenze n. 49 del 2003 e n. 4 del 2010, che hanno chiarito come le norme rivolte alle regioni «stabiliscano come doverosa l'azione promozionale per la parità di accesso alle consultazioni». Finora, il principio delle pari opportunità tra uomo e donna nelle competizioni elettorali è stato considerato in numerosi statuti regionali;
    la legge 12 luglio 2011, n. 120, ha introdotto misure per il riequilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società pubbliche e private e da allora il tema è recentemente diventato attuale anche all'interno delle istituzioni, in modo particolare nelle assemblee elettive;
    la legge 23 novembre 2012, n. 215, ha introdotto, nelle elezioni dei consigli comunali dei comuni con più di cinquemila abitanti, sia la doppia preferenza di genere sia una «quota di lista», per la quale nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi: questo particolare strumento permette di porre l'accento sull'elemento principale, il riconoscimento del merito, spesso ostacolato da stereotipi di genere;
    la legge 22 aprile 2014, n. 65, ha modificato l'articolo 14, primo comma, della legge 24 gennaio 1979, n. 18, in relazione alla promozione dell'equilibrio di genere nella rappresentanza politica alle elezioni per il Parlamento europeo, introducendo la cosiddetta «tripla preferenza di genere»: nel caso in cui l'elettore decida di esprimere più di una preferenza, la scelta deve comprendere candidati di entrambi i generi, pena l'annullamento della seconda e terza preferenza;
    il Global gender gap index, registra l'indice sul divario di genere stilato annualmente dal World economic forum di Ginevra e nel 2015 ha rilevato un passo in avanti da parte dell'Italia in relazione alle donne elette alla Camera e al Senato. Nel 2013 sono passate al 31 per cento (dal 22 per cento della XVI legislatura) e l'Italia ha guadagnato 9 posizioni nella classifica, eppure le pari opportunità nel nostro Paese rimangono un miraggio: si è ancora al 71esimo posto su 136 Paesi, al primo c’è per il quinto anno l'Islanda, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia e Filippine;
    in altri termini, nel nostro Paese fa ancora molta meno differenza essere uomo o donna, in termini di possibilità economiche e di carriera politica o dirigenziale;
    in generale, l'Italia si colloca più in basso dei Paesi scandinavi per tutti i quattro sotto-indici che compongo il Global gender gap report: su 136 Paesi, è al 65o posto per quanto riguarda la scolarizzazione, 72esima per la salute, 44esima per l'accesso al potere politico e al 97esimo per la partecipazione alla vita economica. Il problema viene soprattutto dal mondo del lavoro: il posizionamento generale dell'Italia può essere spiegato principalmente con il basso risultato nella classifica della partecipazione e opportunità economiche. Solo il 51 per cento delle donne lavora, contro al 74 per cento degli uomini. Ma l'elemento chiave è la disparità salariale: una italiana in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo;
    la posizione dell'Italia nella classifica che misura l'eguaglianza salariale percepita è molto bassa: 124esima su 136 Paesi, al di sotto della media mondiale; la percezione misurata dall'indice, per altro, è quella dei dirigenti d'azienda;
    il fattore determinante più importante per la competitività di un Paese è il talento umano: le donne costituiscono la metà del talento potenziale; se i Governi ricoprono un ruolo importante nel sostenere le politiche giuste (congedo di paternità, asili e altro), sta anche alle aziende creare posti di lavoro, con processi di reclutamento innovativi, nuovi percorsi per le carriere e le politiche salariali trasparenti, che permettano ai migliori talenti di svilupparsi;
    aumentare la presenza delle donne nei luoghi di lavoro è importante, ma non basta se non porta anche a nuove politiche di conciliazione e a un modo nuovo di lavorare da cui possano trarre beneficio tutti, anche gli uomini;
    i numeri di per sé non garantiscono la parità e ciò si evince anche dall'analisi nel dettaglio della situazione politica: in Parlamento siedono più senatrici e deputate (l'Italia si colloca al 28esimo posto della classifica), ma non sono aumentate significativamente le donne in «posizione ministeriali» (qui il nostro Paese si colloca solo 60esimo, e migliora soltanto di una posizione rispetto al 2013), nei luoghi cioè in cui si decidono le priorità del Paese;
    la data del 2 giugno 2016 costituisce, dunque, non solo un anniversario per il Paese e per il diritto al voto acquisito dalle donne, in termini di elettorato attivo e passivo, ma anche l'occasione per dare forte e rinvigorito impulso alla parità di genere sostanziale e non solo normativa tra uomini e donne, attraverso la messa in campo di azioni realmente volte a eliminare qualunque diseguaglianza a qualunque livello: sociale, lavorativo, politico, culturale;
    la forza della partecipazione politica delle donne alla nuova democrazia e all'elaborazione della Costituzione italiana non nasceva dal nulla: interpretava le lunghe lotte dei decenni precedenti culminate nella partecipazione attiva alla lotta di Liberazione, vero spartiacque del cambiamento della storia italiana, europea, mondiale;
    attraverso questi eventi di portata storica le donne portarono nella cultura politica, sociale e civile del paese un contributo inedito, destinato a rimanere per sempre. Una cultura permanente ma in divenire: i limiti rilevati sulla partecipazione al percorso decisionale e istituzionale dimostrano che si tratta di una conquista lungi dall'essere conclusa;
    la storia delle donne nel novecento è stata portata all'attenzione del mondo dalle conferenze mondiali dell'Onu che hanno indicato le donne come il primo soggetto per i cambiamenti del mondo nel segno dello sviluppo, dell'uguaglianza, della pace;
    la Repubblica italiana è responsabile della continuità ideale, politica e programmatica del ruolo svolto dalle donne nella vita dell'Italia e dei passaggi cruciali che hanno determinato e determineranno questi cambiamenti,

impegna il Governo:

   a promuovere, nel corso del 2016, iniziative di ampio respiro, di carattere nazionale e locale, per ricordare le figure delle ventuno Madri Costituenti, anche attraverso la realizzazione di programmi televisivi e radiofonici;
   a promuovere in tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado momenti dedicati alla commemorazione delle ventuno donne costituenti, ricordandone l'impegno e il ruolo svolto nella stesura della Carta Costituzionale italiana, e ad assumere iniziative per istituire, in ogni scuola di ordine e grado, programmi educativi destinati al riconoscimento e alla valorizzazione delle donne nella storia, nella filosofia, nella scienza e nelle altre discipline umanistiche e scientifiche;
   a promuovere e a rafforzare la tutela dei diritti delle donne e il loro empowerment in tutti i settori, affrontando le cause strutturali della discriminazione basata sul genere, a promuovere le condizioni che favoriscono la trasformazione nelle relazioni di genere per renderle egualitarie, ad assumere iniziative per garantire alle donne l'effettiva partecipazione e la possibilità di assumere la leadership a tutti i livelli decisionali, politici, economici e sociali, comprese la gestione della riduzione del rischio di catastrofi, la prevenzione e la mediazione dei conflitti e la costruzione dei processi di pace, e a favorire il contributo specifico e unico delle donne nei tavoli di mediazione internazionale che affrontano le gravi crisi politiche e umanitarie in varie aree del globo.
(1-01182) «Zampa, Locatelli, Martelli, Binetti, Santerini, Vezzali, Gribaudo, Pollastrini, Sereni, Cenni, Pes, Blazina, Carloni, Carocci, Gnecchi, La Marca, Patrizia Maestri, Malisani, Murer, Piazzoni, Iacono, Fabbri, Valiante, Fedi, Bargero, Patriarca, Tentori, Carella, Arlotti, Carnevali, Fragomeli, Dell'Aringa, Paola Boldrini, Venittelli, Grassi, Casati, Marzano, Giovanna Sanna, Cani, Albanella, Giuditta Pini, Realacci, Zoggia, Argentin, Malpezzi, Roberta Agostini, Romanini, Marantelli, Campana, Tidei, D'Incecco, Sbrollini, Albini, Paolo Rossi, Cinzia Maria Fontana, Basso, Marchi, Lattuca, Braga, Paris, Rubinato, Rossomando, Ventricelli, Rigoni, Carra, Gasparini, Rocchi, Mongiello, Tullo, Capone, Narduolo, Manzi, Piccione, Ghizzoni, Rotta, Di Salvo, Miotto, Cova, Giacobbe, Casellato, Cimbro, Preziosi, Carrozza, Schirò, Lenzi, Bolognesi, Taricco, Ferranti, Speranza, Lacquaniti, Morani, Ribaudo, Fontanelli, Antezza, Nicchi, Costantino, Duranti, Ricciatti, Pannarale, Pellegrino, Gregori, Galgano, Iori, Carlo Galli, Bruno Bossio, Mura».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti della donna

approvazione della legge

diritto elettorale