ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01176

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 575 del 23/02/2016
Abbinamenti
Atto 1/01124 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01146 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01170 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01171 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01172 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01173 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01175 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01174 abbinato in data 02/03/2016
Atto 1/01180 abbinato in data 02/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: BECHIS ELEONORA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 23/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/02/2016


Stato iter:
02/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 02/03/2016
Resoconto COSTA ENRICO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/03/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ABRIGNANI IGNAZIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CALABRO' RAFFAELE AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI SALVO TITTI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/03/2016

ACCOLTO IL 02/03/2016

PARERE GOVERNO IL 02/03/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 02/03/2016

DISCUSSIONE IL 02/03/2016

VOTATO PER PARTI IL 02/03/2016

APPROVATO IL 02/03/2016

CONCLUSO IL 02/03/2016

Atto Camera

Mozione 1-01176
presentato da
BECHIS Eleonora
testo presentato
Martedì 23 febbraio 2016
modificato
Mercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581

   La Camera,
   premesso che:
    le funzioni proprie della famiglia e la sua naturale universalità fanno assumere alla famiglia, nei diversi contesti sociali e culturali, una straordinaria varietà di forme;
    la crisi economica ancora in atto produce effetti funesti che coinvolgono l'intera società, rischiando di stravolgere gli equilibri della comunità e, soprattutto, delle famiglie;
    anche a causa di ciò, negli ultimi dieci anni, la famiglia italiana è cambiata molto. Dalla lettura dei dati Istat, si ravvisa una vera e propria tendenza alla frammentazione. Pur rappresentando la quota maggioritaria, la tipologia familiare «coppia con figli» negli ultimi anni si è ridotta, passando da un'incidenza percentuale sul totale delle famiglie pari a 42,5 per cento (anno 2004), al 37 per cento (anno 2012);
    si rileva la significativa crescita del numero dei monogenitori (circa 2 milioni) pari a + 8 per cento. Si è dunque dinanzi all'insorgenza di una sensibile trasformazione del ciclo di vita individuale che si ripercuote sugli assetti familiari, determinando una ricomposizione dei nuclei;
    come quella assoluta, la povertà relativa risulta stabile e coinvolge, nel 2014, il 10,3 per cento delle famiglie e il 12,9 per cento delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone;
    i livelli di spesa più bassi, tenuto conto anche dell'ampiezza familiare, si osservano per le coppie giovani (con persona di riferimento under 35), che, per la prima volta, hanno una spesa inferiore a quella delle coppie con persona di riferimento di 65 anni e oltre (di circa 100 euro);
    restano le tradizionali differenze territoriali nelle spese medie delle famiglie tra Centro-Nord e Mezzogiorno, con valori massimi osservati in Trentino-Alto Adige (3.073,54 euro) e in Emilia-Romagna (2.883,27 euro) e valori minimi per la Calabria (1.757,82 euro) e la Sicilia (1.778,86 euro). Si tratta di una differenza tra i valori medi che assume un massimo pari a 74,8 per cento;
    si consideri attentamente il fatto che la struttura familiare italiana è caratterizzata da una marcata propensione dei giovani a costituire un nuovo nucleo familiare solo se in grado di poter sostenere i costi per il mantenimento dei figli;
    sono proprio le famiglie dei giovani che hanno intrapreso un percorso autonomo quelle che hanno pagato il prezzo più elevato della crisi e che oggi fronteggiano i livelli di incertezza più elevati. Infatti il rapporto Istat «Natalità e fecondità della popolazione residente» evidenzia che ne 2013 sono stati iscritti in anagrafe, per nascita, 514.308 bambini, quasi 20 mila in meno rispetto al 2012. Il dato conferma che è in atto una nuova fase di riduzione della natalità: oltre 62 mila nascite in meno a partire dai 2008. Conseguentemente, nel 2013, il numero medio di figli per donna scende a 1,39 (rispetto a 1,46 del 2010);
    in tema di famiglia è naturale preoccuparsi soprattutto dei bambini e degli adolescenti in base agli ultimi dati Istat, in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti;
    il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età; la quota è del 10,9 per cento nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7 per cento nel Centro e nel Nord del Paese. Il dato che più di altri aiuta a individuare il fallimento delle politiche sinora adottate è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: pari al 70 per cento nel Mezzogiorno a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale;
    sul punto si rinvia anche all’«Atlante dell'infanzia a rischio» ove si stima che in Italia il 25 per cento dei minori è a rischio povertà: sono circa due milioni e mezzo i bambini e gli adolescenti che, soprattutto nelle regioni del Sud, vivono in condizioni di deprivazione materiale e spesso anche culturale, sociale e relazionale. Sono pari a un milione i bambini che vivono in povertà assoluta;
    un dato recente, drammatico e allarmante, è rappresentato dall'allontanamento dei minorenni dal nucleo familiare d'origine per questioni di indigenza;
    ai convenzionali indicatori della crescita economica, considerando la situazione dei bambini e degli adolescenti, è però necessario affiancare statistiche più direttamente correlate allo sviluppo umano, in termini di istruzione, salute, democrazia, equità sociale, tessuto relazionale. Infatti, le conseguenze di una mancata protezione e promozione del benessere infantile, sono pesantissime e si ripercuotono nelle fasi successive della vita di un bambino. In tal senso, le politiche che poco investono sull'infanzia e sull'adolescenza non tengono nella dovuta considerazione gli effetti sfavorevoli, sull'Italia del presente e soprattutto del futuro, causati da tale mancanza;
    la legge n. 285 del 1997 contiene «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», che dovrebbe garantire le condizioni operative per dare attuazione concreta ai principi della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. La legge n. 285 è importante anche perché avrebbe dovuto aprire un nuovo approccio nelle politiche socio-educative in Italia, superando la tradizionale ottica assistenzialistica e riparatoria nei confronti dei minori, non più visti semplicemente come destinatari degli interventi, ma anche come cittadini promozione dei proprio benessere;
    uno degli aspetti più apprezzabili della legge n. 285 consisteva nella sua concretezza, dal momento che prevedeva l'istituzione di uno specifico Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza finalizzato alla promozione di servizi e interventi di prevenzione e contrasto del disagio e di miglioramento della qualità della vita;
    la legge si propone di migliorare la vita dei bambini, passando dal riconoscimento dei diritti alla promozione di programmi concreti in ogni comune;
    essa tende a prevenire il disagio e contrastare la povertà anche tramite l'ascolto dei bambini-cittadini che hanno diritto a essere aiutati e valorizzati mediante un cambiamento culturale, cioè un modo nuovo di affrontare i temi del vivere da bambini, riconosce alle periferie un ruolo strategico con la promozione di progettazione partecipata per la costruzione di un sistema di valorizzazione delle buone pratiche, di raccolta di documentazione e di prassi progettuali virtuose;
    la legge individua nella protezione della famiglia la migliore prevenzione per bambini e adolescenti attribuendo diritti di cittadinanza a bambini, famiglie e comunità rendendoli partecipi e protagonisti, in questo ambito dell'attività delle comunità locali e delle istituzioni;
    la normativa vigente attribuisce al Presidente dei Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia, con la gestione delle relative risorse;
    sono, inoltre, affidate alla Presidenza dei Consiglio dei ministri, presso il dipartimento per le politiche della famiglia, in coordinamento con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le funzioni di competenza del Governo riguardanti l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e quelle concernenti il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza;
    per quanto riguarda le funzioni in tema di minori, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali monitora gli interventi ed i progetti sperimentali finanziati previsti dalla legge n. 285 del 1997 per la «promozione di ritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza» sopra descritta, e ne predispone la relazione azione annuale al Parlamento;
    proprio la legge n. 285 del 1997 ha subìto una lenta e progressiva erosione nella capacità di garantire diritti effettivi, a causa della costante diminuzione dei fondi assegnati;
    il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza istituito dall'articolo 1 della legge 28 agosto 1997, n. 285, così come specificato dal comma 2 dell'articolo 11 della legge 5 agosto 1978, n. 468, è ripartito tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e una quota pari al 30 per cento delle risorse del Fondo è riservata alle grandi città metropolitane per il finanziamento di interventi da realizzare nei comuni di: Venezia, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari;
    la ripartizione del Fondo e della quota riservata avviene, per il 50 per cento, sulla base dell'ultima rilevazione della popolazione minorile effettuata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e per il 50 per cento secondo i seguenti criteri:
     a) carenza di strutture per la prima infanzia secondo le indicazioni del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia della Presidenza del Consiglio dei ministri;
     b) numero di minori presenti in presidi residenziali socio-assistenziali in base all'ultima rilevazione dell'ISTAT;
     c) percentuale di dispersione scolastica nella scuola dell'obbligo come accertata dal Ministero della pubblica istruzione;
     d) percentuale di famiglie con figli minori che vivono al di sotto della soglia di povertà così come stimata dall'ISTAT;
    originariamente, il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza era finalizzato alla realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza. Una quota pari al 30 per cento delle risorse del Fondo era riservata alle 15 città cosiddette «riservatarie». Si prevedeva che l'allora Ministro per la solidarietà sociale convocasse periodicamente, e comunque almeno ogni tre anni, la Conferenza nazionale sull'infanzia e l'adolescenza organizzata con il supporto tecnico e organizzativo del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. A distanza di circa venti anni dall'approvazione della legge occorre prender atto che quel sistema organico di politiche per l'infanzia non è mai andato compiutamente a regime, nonostante l'approccio innovativo e olistico introdotto dalla legge n. 285 del 1997, che ha fatto parzialmente emergere la concessione fra servizi sociali ed educativi, e diritti. Anzi, l'evoluzione normativa e la prassi hanno progressivamente svuotato tale impianto di contenuti e finanziamenti, senza che fosse ripensato un nuovo assetto per le politiche per l'infanzia;
    si avverte a livello nazionale una regia insufficiente, poiché essa non appare in grado di coordinare al meglio e mettere a sistema i vari interventi posti in essere dai singoli dicasteri, sia in merito alle competenze per le politiche per l'infanzia e l'adolescenza, sia in merito a quelle ad esse collegate (come, ad esempio, famiglia e protezione dei gruppi vulnerabili). Occorre dunque ripensare alle politiche per l'infanzia e l'adolescenza con una visione che superi le misure solo emergenziali, legate al disagio conclamato, attuate oggi secondo una visione che è addirittura antecedente alla legge n. 285;
    desta grande preoccupazione il fatto che, a causa della rimozione del vincolo di destinazione dei fondi originariamente previsto dalla legge, le politiche a sostegno dell'infanzia e l'adolescenza siano governate mediante il ricorso inefficiente e inefficace a misure dettate dell'emergenza e caratterizzate dalla residualità dell'intervento sociale;
    la confluenza delle risorse per l'infanzia e per l'adolescenza nel fondo unico e indistinto per le politiche sociali ha causato una discontinuità nei tempi dei finanziamenti o maggiori ritardi nell'accreditamento dei fondi; inoltre le regioni hanno ridotto le risorse destinate a questa fascia di età e, in particolar modo, le risorse destinate alla promozione e alla prevenzione;
    si ricorda che il 19 dicembre 2015 è stato accolto favorevolmente l'ordine del giorno 9/3444-A/132 a firma Bechis, con cui il Governo si è impegnato: «a valutare l'opportunità di presentare una relazione comparata che attesti i risultati dei tondo previsto dalla legge 285/1997 e sugli eventuali miglioramenti conseguiti dal fondo successivamente previsto dalla legge 328 del 2000 e, in assenza di migliorie apprezzabili, a valutare l'opportunità di prevedere per il Fondo di cui in premessa, il rifinanziamento anche della quota da ripartire tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano oltre alla quota già rifinanziata e riservata al finanziamento di interventi da realizzare nei comuni di Venezia, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari.»,

impegna il Governo:

   a rispettare in tempi rapidi e certi l'impegno assunto con l'approvazione dell'ordine del giorno di cui in premessa;
   a valutare le opportune iniziative, fermo restando il rispetto dei vincoli di finanza pubblica, volte a destinare specificamente una quota degli stanziamenti di cui sono dotati il Fondo nazionale per le politiche sociali e il Fondo per le politiche della famiglia al fine di mettere in atto delle azioni finalizzate esclusivamente alla tutela dei bambini e adolescenti, ricalcando, ove possibile, le finalità del fondo previsto dalla legge n. 285 del 1997;
   a valutare le opportune iniziative, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, per individuare un metodo più omogeneo di distribuzione dei fondi, fermo restando il rispetto dei vincoli di finanza pubblica, al fine di non concentrarne la parte maggiore nei 15 comuni riservatari ed intervenire maggiormente anche nelle località più socialmente ed economicamente disagiate, eventualmente reperendo i fondi necessari al raggiungimento dello scopo all'interno degli stanziamenti di cui è dotato il Fondo nazionale per le politiche sociali e il Fondo per le politiche della famiglia;
   ad assumere iniziative al fine di dare maggiore efficacia alla missione contenuta nella legge n. 285 del 1997 e assicurare una migliore tutela e protezione alla componente fondamentale della famiglia, i figli, soprattutto nei casi in cui essi facciano parte di famiglie a rischio di indigenza e assicurare a tutti loro la massima promozione dei diritti e delle opportunità garantite dalla legge.
(1-01176)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Bechis, Artini, Baldassarre, Brignone, Civati, Andrea Maestri, Matarrelli, Pastorino, Segoni, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'infanzia

politica familiare

fanciullo