ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00933

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 453 del 02/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: PETRAROLI COSIMO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 02/07/2015


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00933
presentato da
PETRAROLI Cosimo
testo di
Giovedì 2 luglio 2015, seduta n. 453

   La Camera,
   premesso che:
    il settore dei call center in Italia è in crisi da diverso tempo e senza misure di salvaguardia per i lavoratori il Governo sarà costretto ad affrontare un rilevante problema occupazionale;
    nei prossimi mesi, secondo i sindacati di categoria, potrebbero chiudere diverse grandi aziende di call center causando la perdita di numerosi posti di lavoro;
    tutto questo è attribuibile alle delocalizzazioni selvagge, alle procedure di dumping sui mercati esteri e alle procedure di gara al massimo ribasso che stanno mettendo in ginocchio un settore composto prevalentemente da giovani e donne, in particolare delle regioni meridionali del Paese;
    il ricorso massiccio al sistema del massimo ribasso nelle gare di appalto spinge le aziende di questo settore a delocalizzare l'attività produttiva in quei Paesi del mondo, si cita come esempio l'Albania, in cui il costo della manodopera è notevolmente inferiore;
    questo tipo di gare penalizza la qualità dei servizi di call center e, inoltre, non consentono un risparmio reale per la collettività poiché non viene considerato che i prezzi praticati dalle aziende devono tener conto anche dei costi reali del personale e non soltanto degli sgravi conseguibili dall'azienda stessa;
    per quanto riguarda le delocalizzazioni all'estero delle attività produttive, queste avvengono sovente senza rispettare la legislazione vigente;
    accade troppo spesse che le aziende che gestiscono i call center non osservino quanto previsto dall'articolo 24-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, recante «Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell'occupazione nell'attività svolta da call center;
    il comma 2 dell'articolo 24-bis stabilisce che, qualora un'azienda decida di spostare l'attività di call center fuori dal territorio nazionale, debba darne comunicazione, almeno centoventi giorni prima del trasferimento, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali indicando i lavoratori coinvolti, e all'Autorità garante per la protezione dei dati personali, indicando quali misure vengano adottate per il rispetto della legislazione nazionale, in particolare del codice in materia di protezione dei dati personali e del registro delle opposizioni;
    il comma 3 dell'articolo 24-bis stabilisce, invece, che in attesa di procedere alla ridefinizione del sistema degli incentivi all'occupazione nel settore dei call center, i benefici previsti dall'articolo 8 della legge 29 dicembre 1990, n. 407, in materia di contratti di formazione e lavoro e assunzioni a tempo indeterminato, non possano essere erogati ad aziende che delocalizzano attività in Paesi esteri;
    alcune aziende di call center, nonostante la presenza di tali norme, continuano a godere degli incentivi pubblici malgrado sia in atto il processo di delocalizzazione;
    tra le varie aziende di questo settore attualmente in crisi è da segnalare il caso rappresentato dal Gruppo Teleperformance, leader mondiale nell'offerta di servizi di Contact center, presente in 62 paesi nel mondo attraverso 270 Contact center e con oltre di 175 mila risorse, in Italia a sede a Fiumicino e Taranto. Attraverso 89 mila postazioni gestisce globalmente oltre 1.000 Clienti, un terzo dei quali sono società «blu chip» internazionali, presenti all'interno delle principali industry: telecomunicazioni, servizi finanziari, banche e assicurazioni; media e grande distribuzione;
    la multinazionale francese si è insediata a Taranto firmando un contratto di localizzazione il cui impegno finanziario ammontava a circa 2 milioni di euro, di cui 1 milione erogato come contributo dal Ministero dello sviluppo economico. Il programma prevedeva l'acquisto di 650 postazioni per gli operatori (mobilio da ufficio comprensivo di personal computer); infrastrutture tecnologiche (server e dischi per la SAN - Storage Area network - per i nuovi PC); apparati telefonia e dati; stampanti industriali, scanner e imbustatrici; allacciamento alla rete elettrica;
    Sviluppo Italia, oltre ad aver realizzato l'analisi preliminare dell'esistenza dei requisiti formali, della fattibilità tecnico economica e della cantierabilità dell'iniziativa, ha prestato assistenza all'investitore nella predisposizione della domanda di Contratto di Programma, al Ministero dell'economia e delle finanze e alla regione nella predisposizione del testo di Accordo di programma quadro e ha svolto attività di coordinamento e gestione delle fasi del processo di governance del contratto di localizzazione;
    dopo l'avvio delle attività nel luglio 2005, in data 12 aprile 2007 presso la sede regionale del Genio Civile, è stato sottoscritto, tra l'allora assessore al lavoro e formazione professionale, i rappresentanti dei sindacati confederali e i rappresentanti della società Teleperformance Italia, il primo accordo sulla stabilizzazione occupazionale dei dipendenti della sede tarantina;
    la Società In & Out (Teleperformance) ha inoltre ottenuto dei finanziamenti provenienti dai Fondi europei, bando P.O.R. Puglia 2000-2006, complemento di programmazione, Asse III, Misura 3.11 «Sviluppo e consolidamento dell'imprenditorialità, emersione del lavoro non regolare, Azione c) Aiuti all'occupazione», che prevedeva finanziamenti, per un ammontare complessivo di risorse pari a euro 4.227.44,78, alle imprese, consorzi di piccole e medie imprese, organizzazioni no profit, cooperative pugliesi finalizzati alla trasformazione dei contratti di collaborazione a progetto in rapporti di lavoro subordinato. Si trattava, quindi, di un intervento finalizzato alla stabilizzazione occupazionale, da attuare in sinergia con le previsioni della legge finanziaria 2006. L'intervento consisteva nell'erogazione di un contributo pari a euro 7.747 per ciascun rapporto di lavoro trasformato, aumentato del 50 per cento nel caso in cui le trasformazioni effettuate riguardassero manodopera femminile;
    è doveroso precisare che l'azienda francese dei call center, dal 2008 a oggi, ha goduto dei benefici previsti dalla legge per la stabilizzazione dei lavoratori. Tra questi l'utilizzo di circa 36 mesi di ammortizzatori sociali in deroga, dopo la sottoscrizione di un importante accordo sindacale che ha permesso all'azienda di abbattere del 12 per cento il costo del lavoro, consentendole un innegabile vantaggio competitivo nel settore. L'incentivo è riconosciuto nel limite massimo di 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016;
    il 7 maggio 2015 l'amministratore delegato della multinazionale, Gabriele Piva, ha annunciato ufficialmente l'apertura delle procedure per la societarizzazione delle due sedi italiane. La società sta, infatti, procedendo alla creazione di una new-company (Corporate) e una bad-company (In & Out SpA). L'idea è di scorporare la società per lasciare gli utili frutto di accordi commerciali del Gruppo a livello mondiale nella «Corporate» presso la sede di Fiumicino e condurre verso morte certa la «In&Out» società in perdita nella quale ci sono i lavoratori della città ionica;
    il 30 giugno 2015 scadrà l'accordo che negli ultimi anni ha consentito a Teleperformance un innegabile vantaggio competitivo;
    è doveroso ricordare che la sola sede di Taranto conta 2.700 addetti, di cui 1.700 con contratto a tempo indeterminato e circa 1.000 con contratto a progetto, rappresentando la seconda realtà di lavoro dopo Ilva. L'eventuale chiusura o delocalizzazione della sede di Taranto dell'azienda comporterebbe conseguenze disastrose sia per i lavoratori, sia per l'economia ionica già in forte difficoltà per le note vicende di Ilva,

impegna il Governo:

   a formare dati certi riguardanti le attività di delocalizzazione che hanno interessato, fino ad oggi, i servizi di call-center;
   a verificare se tali attività siano avvenute nel rispetto dell'obbligo di cui all'articolo 24-bis, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché siano garantite le condizioni necessarie al pieno rispetto della normativa di cui all'articolo 24 del decreto-legge n. 83 del 2012, citato in premessa;
   a porre in essere ogni iniziativa di competenza volta a rivedere la disciplina del massimo ribasso nelle gare di appalto;
   a informare i competenti organi parlamentari sugli effetti derivanti dall'applicazione della legge di stabilità 2014 (comma 60, dell'articolo 1, della legge n. 147 del 2013) in materia di delocalizzazioni e in particolare quelle inerenti al comparto dei servizi di call center;
   ad assumere iniziative urgenti volte al sostegno del reddito dei lavoratori interessati dalla crisi dell'azienda Teleperformance.
(1-00933) «Petraroli, Tripiedi, Chimienti, Dall'Osso, Cominardi, Massimiliano Bernini, Grande, Battelli, Carinelli, Nesci».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conservazione del posto di lavoro

delocalizzazione

aiuto all'occupazione