ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00852

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 423 del 08/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/05/2015
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/05/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/05/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/05/2015


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00852
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Venerdì 8 maggio 2015, seduta n. 423

   La Camera,
   premesso che:
    la nostra salute dipende in larga misura dalla nostra alimentazione e un mondo sempre più globalizzato, modelli e stili di vita sbagliati, hanno incrementato notevolmente il consumo di cibi veloci e alimenti prodotti su scala industriale. Altro elemento di cui tenere conto è la crisi economica in cui versa il nostro Paese e tra le conseguenze vi è anche la riduzione della spesa degli italiani per i prodotti alimentari: sono diminuite le vendite di alimenti dotati di maggiore valore nutritivo come il pesce e la carne, ma più costosi, a favore, dell'aumento di prodotti da forno, cibo precotto e preconfezionato, o prodotti a basso costo e di scarsa qualità. A essere a rischio è soprattutto la salute dei bambini e degli anziani che richiedono una dieta equilibrata, ma anche degli adulti che rischiano l'obesità a causa della continua assunzione di alimenti ipercalorici;
    diversi prodotti consumati dalla popolazione, come i prodotti da forno industriali, patate fritte, biscotti, cereali e caffè è presente naturalmente l'acrilamide;
    l'acrilamide è un composto chimico che si forma nei prodotti alimentari amidacei che hanno una presenza di zuccheri elevata. Il composto chimico di sviluppa durante la cottura ad alte temperature ed è in grado di spezzare e di alterare la catena del DNA dando luogo a riproduzioni cellulari errate. Ritenuto nocivo per le sue proprietà cancerogene e geno-tossiche, si forma principalmente nella cottura di patatine fritte, di biscotti, e del caffè tostato. Nonostante gli allarmi e le raccomandazioni adottate dalle autorità sanitarie e gli impegni assunti dalle industrie agroalimentari, la maggior parte dei prodotti alimentari a rischio contengono ancora molte tracce di questa sostanza chimica pericolosa per la salute;
    l'acrilamide è considerato un potenziale cancerogeno anche dall'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro e l'EFSA, (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha reso noti gli inquietanti risultati di una ricerca effettuata su campioni di prodotti alimentari raccolti nell'arco di due anni. Si è potuto dimostrare che il contenuto di acrilamide è direttamente correlato alla doratura degli alimenti, di conseguenza si dovrebbe evitare di cucinarli troppo a lungo o di dorarli. I dati raccolti dovevano essere usati dalla Commissione europea e dai Paesi membri per scrivere le nuove «misure volontarie adottate dall'industria alimentare per ridurre i livelli di acrilamide», tuttavia a oggi nulla si è fatto in tal senso;
    preso atto che non è possibile azzerare la concentrazione del composto chimico presente in natura, sarebbe importante conoscere quali dosi possano essere pericolose per l'uomo e determinarne un limite di contaminazione. Avviando studi di ricerca, si potrebbe inoltre dimostrare l'effettiva correlazione tra l'acrilamide e i possibili effetti dannosi alla salute umana;
    nel 2005, un gruppo di ricercatori svedesi, a seguito di studi sull'acrilamide, aveva chiesto alle Autorità europee e alle industrie agroalimentari di ridurre la presenza di questa sostanza negli alimenti;
    mentre i dati finora a disposizione sui casi di cancro alle persone non permettono di trarre conclusioni definitive sul rischio di elevate percentuali della malattia dovuto all'assunzione di acrilamide, l'UFSP continua ad attribuire un'elevata importanza alla presenza di acrilamide, potenzialmente cancerogena, nei nostri alimenti. Il problema interessa sia i prodotti industriali, sia gli alimenti preparati nelle economie domestiche private. In questo senso occorrerebbe dar via a una campagna d'informazione e sensibilizzazione nei confronti della popolazione e nello stesso tempo richiamare la produzione industriale al fine di ottimizzare i processi di produzione industriali creando alimenti che generino la minor quantità possibile di acrilamide durante l'arrostimento, la cottura nel forno e la frittura;
    in Svizzera sono stati condotti progetti di ricerca fortemente tesi a ridurre la formazione di acrilamide negli alimenti aventi per base le patate, come ad esempio le patatine fritte che rappresentano in Europa un elevato consumo. Si ha così potuto dimostrare che, seguendo semplici norme di fritture, è possibile preparare senza problemi patate fritte con un tenore di acrilamide inferiore ai 500 μg/kg;
    tuttavia, in Italia vi è un silenzio pressoché totale sulla questione. Le autorità preposte alla salute e alla sicurezza alimentare non hanno mai rilasciato informazioni al riguardo. Sorge spontaneo chiedersi se l'Italia sia veramente così isolata da quanto avviene nel resto d'Europa o se le nostre autorità non cerchino intenzionalmente di mettere tutto a tacere. Mentre altri Paesi stanno già lavorando a strategie di contenimento, la discussione a livello italiano non è mai stata avviata nelle sedi istituzionali e mentre in Svezia e negli Stati Uniti i risultati dei test sugli alimenti sono già stati resi noti all'opinione pubblica, in Italia non siamo che all'inizio dei controlli;
    l'obiettivo è ridurre il tasso di acrilamide negli alimenti attraverso modifiche dei processi produttivi, con particolare attenzione alla scelta, al trattamento e alla composizione delle materie prime. Questo sforzo vede coinvolti anche i settori della ricerca in campo alimentare al fine di prevenire e tutelare la salute, in particolar modo nei confronti dei bambini, che come risaputo, sono i maggiori consumatori di patate fritte industriali, di altri prodotti da forno fritti e di cibi veloci. I più piccoli possono raggiungere molto in fretta il valore soglia indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (WHO) per l'assunzione di acrilamide;
    secondo il Centro tutela consumatori utenti, i consumatori non possono aspettare fino a quando il problema sarà risolto, ma devono essere informati passo dopo passo. Le autorità e il mondo economico dovrebbero ora più che mai avere fede alle proprie responsabilità e rispettare il principio della trasparenza, fornendo ai consumatori tutti i dati disponibili in merito alla presenza di acrilamide negli alimenti. È essenziale che l'industria alimentare intraprenda globalmente sforzi volti a diminuire in modo durevole il contenuto di acrilamide in tutte le categorie di alimenti interessati,

impegna il Governo:

   a valutare il potenziale rischio per i consumatori, in un'ottica di prevenzione della salute;
   ad effettuare studi di ricerca approfonditi al fine di stabilire valori soglia e dosi massime ammissibili, per stabilire i rapporti quantità-effetto e le conseguenze derivanti dall'assunzione di acrilamide, sulla salute umana;
   a intraprendere verso l'industria dei prodotti di panetteria e dei prodotti tostati, un'azione tendente ad ottenere una modifica dei processi di cottura degli alimenti che contengono l'acrilamide, con l'obbiettivo di raggiungere una diminuzione del tenore del composto chimico nocivo, in tutti i gruppi di derrate alimentari pronti al consumo;
   al fine di proteggere la salute della popolazione, a rendere obbligatoria la dicitura «prodotto contenente acrilamide», sulla confezione di patate fritte industriali e in tutti i prodotti da forno cotti ad elevate temperature.
(1-00852) «Pellegrino, Nicchi, Duranti, Ricciatti, Scotto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

chimica degli alimenti

sostanza cancerogena

prodotto chimico