ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00562

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 274 del 29/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
MATARRELLI TONI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/07/2014


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00562
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Martedì 29 luglio 2014, seduta n. 274

   La Camera,
   premesso che:
    in Libia lo scontro tra milizie islamiche e filo-governative, in atto da settimane soprattutto nelle due principali città, Tripoli e Bengasi, sta facendo sprofondare il Paese nel caos assoluto;
    in particolare, a Bengasi lo scontro è tra le truppe fedeli dell'ex generale Khalifa Haftar e gli islamici guidati da Ansar Al Sharia, mentre a Tripoli lo scontro si è accesso quando la fazione dei miliziani islamici di Misurata ha cercato di conquistare l'aeroporto presidiato dai miliziani di Zintan, città che si trova a 90 miglia a sudovest di Tripoli;
    soltanto a Tripoli, dal 13 luglio 2014, giorno di inizio degli scontri, sono rimaste uccise più di 100 persone con almeno 400 feriti;
    fonti ospedaliere libiche indicano che soltanto nell'ultima settimana sono morte 150 persone, la maggioranza tra Bengasi e Tripoli;
    nel Paese, i principali aeroporti sono inagibili. Quello di Bengasi è fermo da almeno tre mesi, mentre quello di Tripoli è stato ridotto in macerie durante i feroci combattimenti delle ultime due settimane;
    attualmente le uniche vie di entrata e uscita dal Paese sono attraverso le frontiere con l'Egitto e la Tunisia;
    numerose ambasciate sono state temporaneamente evacuate dal Paese, tra cui quella degli Stati Uniti che ha spostato la propria rappresentanza in Tunisia, mentre la grandissima ma maggioranza dei Paesi arabi, nonché Giappone, Turchia e l'ONU hanno chiuso permanentemente le loro sedi diplomatiche;
    l'attuale fase di instabilità, che perdura ormai da molti mesi, ha visto la totale assenza di iniziativa da parte della comunità internazionale e del nostro Paese;
    dal 27 di luglio 2014, due depositi di greggio alla periferia di Tripoli sono in fiamme e il portavoce del Ministro del petrolio libico Mohammad al Harari ha affermato che «la situazione è oramai fuori controllo» chiedendo aiuto internazionale e facendo appello alla popolazione civile residente in un raggio di 5 chilometri attorno ai due depositi ad evacuare al più presto le proprie case;
    si calcola che stiano bruciando, ad oggi, quasi 6 milioni di litri di greggio, con un disastro ecologico ed ambientale di proporzioni enormi;
    in larghe parti del Paese, attualmente, mancano l'energia elettrica e l'acqua e si teme un «disastro umanitario» come annunciato dalle autorità libiche;
    il 25 giugno 2014 si sono tenute le elezioni al Parlamento libico che ha visto la vittoria delle forze laiche e liberali del Paese dopo la formale messa al bando dei partiti politici;
    nonostante la proclamazione dei risultati elettorali è, in realtà, ancora incerta quale sarà la futura composizione politica del nuovo Parlamento, data la presenza di soli candidati «indipendenti». Ad ogni modo sembra netta la sconfitta dei partiti di ispirazione islamica;
    il 4 di agosto è il giorno in cui dovrebbe insediarsi la nuova Camera dei rappresentati, ed esserci il passaggio di poteri con il Congresso generale nazionale libico (il Parlamento uscente);
    la situazione è così caotica che al momento non si conosce né il luogo della cerimonia né quello della prima seduta della nuova Camera dei rappresentanti e appare sempre più probabile, anche alla luce della sconfitta dei candidati espressione dei partiti islamici alla consultazione del 25 giugno 2014, che si arrivi ad una polarizzazione sempre più netta tra le varie fazioni locali di filo-islamici e anti-islamici e tra i rivoluzionari e anti-rivoluzionari che porti ad una seconda guerra civile nel Paese;
    l'Italia ha una presenza in Libia di circa 200 lavoratori e 700 residenti con passaporto italiano e diversi impianti di estrazione di petrolio e gas gestiti da Eni:
    il nostro Paese, attualmente è impegnato in Libia con tre diverse missioni internazionali delle forze armate, con un costo di più di 15 milioni di euro per il 2014 e un impiego di quasi 150 unità, principalmente in attività assistenza, supporto, formazione delle forze armate libiche;
    da un comunicato della Farnesina del 27 luglio 2014, si apprende che il Ministro degli affari esteri «ha disposto da giorni un piano di tutela dei connazionali nelle zone più a rischio e favorito il trasferimento» di coloro che avevano manifestato l'intenzione di lasciare il Paese e che quindi «sono stati evacuati sotto protezione 100 connazionali», terminando il comunicato con «La nostra ambasciata continua ad assicurare il massimo impegno a tutela della collettività e degli interessi italiani in Libia», non aggiungendo null'altro sulla grave situazione venutasi a determinare in Libia, sugli intendimenti del Governo in merito e delle eventuali strategie,

impegna il Governo:

   a proporre nelle sedi internazionali e nell'ambito dell'Unione europea iniziative per l'immediato cessate il fuoco tra tutte le parti in conflitto in Libia;
   ad agire tempestivamente, insieme alla comunità internazionale, per un aiuto internazionale in relazione alla grave crisi umanitaria e ambientale determinatasi, a seguito dell'incendio dei depositi di petrolio;
   ad agire, non solo, per la garanzia degli interessi italiani in Libia ma anche per garantire la transizione democratica della Libia e scongiurare una nuova guerra civile;
   a organizzare una conferenza internazionale di pace con tutte le parti in conflitto in Libia e la comunità internazionale.
(1-00562) «Scotto, Palazzotto, Fratoianni, Airaudo, Franco Bordo, Costantino, Duranti, Daniele Farina, Ferrara, Kronbichler, Giancarlo Giordano, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nicchi, Paglia, Pannarale, Pellegrino, Piras, Placido, Quaranta, Ricciatti, Sannicandro, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Libia

guerra civile

partito politico