ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00522

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 254 del 01/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: LUPO LOREDANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00522
presentato da
LUPO Loredana
testo di
Martedì 1 luglio 2014, seduta n. 254

   La Camera,
   premesso che:
    come dimostrato del premio Nobel per l'economia James Heckman, se si investe nei primi anni di vita del bambino l'effetto sul suo sviluppo cognitivo e comportamentale è molto più forte e duraturo di investimenti che avvengano più tardi nella vita;
    il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 stabilì che gli Stati membri avrebbero dovuto raggiungere la soglia del 33 per cento di copertura territoriale di servizi per l'infanzia dedicati ai bambini con età compresa tra gli 0 e i 2 anni, entro l'anno 2010;
    in Italia, ad oggi, si assiste ad una copertura di servizi per l'infanzia pari al 18 per cento circa, stando ai dati forniti da Save the Children, secondo la quale l'unica regione italiana che si avvicina all'obiettivo europeo è l'Emilia Romagna;
    l'IPE, strumento per la valutazione dell'indice di povertà educativa, evidenzia come in Italia vi sia un incolmabile divario tra le regioni meridionali e quelle settentrionali. A titolo esemplificativo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia raggiungono punteggi che vanno da 1 a 3, a differenza di regioni come Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia che raggiungono invece picchi ragguardevoli compresi tra i 15 e i 17 punti;
    dallo studio «L'indice di Save the Children per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia» emergono dati poco confortanti; al 1° gennaio 2013, dei 2.171.465 bambini in età compresa tra gli 0 e i 3 anni, il 50 per cento circa è costretto a vivere in condizioni di povertà assoluta – ovvero impossibilitati ad accedere a un paniere minimo di beni; l'11,2 per cento tra gli 0 e i 2 anni ha frequentato un asilo nido comunale (dato Istat riferito all'anno 2012); la restante parte corrispondente a circa il 37 per cento, si rivolge a servizi offerti da aziende private;
   dalla ricerca dell'Osservatorio nazionale dei prezzi e delle tariffe della Onlus Cittadinanzattiva, emerge che in Italia si trovano quasi 3.800 asili nido comunali e oltre 5 mila istituti privati. I posti disponibili ammontano ad un totale di 263 mila circa, di cui il 58 per cento in strutture pubbliche e il 42 per cento in strutture private;
    nel 2014, secondo i dati Istat, pubblicati il 27 maggio 2011, sono ancora molte le donne che si trovano a dover scegliere tra famiglia e carriera. La percentuale di donne che interrompono l'attività lavorativa in occasione della nascita di un figlio non registra particolari variazioni tra il 1944 (15,6 per cento) e quelle nate dopo il 1973 (14,1 per cento), confermando così che la maternità continua ad essere un momento di forte criticità nel percorso di vita delle donne;
    l'aspetto più preoccupante del succitato dato è dovuto dal fatto che oltre la metà delle interruzioni lavorative non derivano da una libera scelta delle donne: l'8,7 per cento delle madri che lavorano o hanno lavorato in passato, hanno dichiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono state licenziate o messe in condizione di doversi dimettere in occasione di una gravidanza; fenomeno che riguarda in particolare le nuove generazioni;
    i servizi per l'infanzia sono fondamentali per il lavoro delle donne. La carenza d'attenzione verso tale tema è dimostrata dal divario che intercorre tra offerta e fabbisogno di tali servizi. Il protocollo d'intesa interministeriale, siglato il 13 novembre 2009 da i Ministri per la semplificazione e la pubblica amministrazione riguardante gli asili nido nella pubblica amministrazione, ha evidenziato come una maggiore disponibilità di asili nido con orari più flessibili indurrebbe una percentuale significativa di donne non occupate con figli piccoli (50-60 per cento) a modificare le proprie scelte di vita e ad intraprendere una attività lavorativa. In considerazione di ciò ha previsto un fondo per l'avviamento di un progetto pilota di apertura di nidi aziendali presso le pubbliche amministrazioni. Tale progetto tuttavia non ha ottenuto i risultati sperati;
    il 7 marzo 2011 è stato siglato un accordo fra Governo e parti sociali, per sostenere le politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, assumendo il valore del «family-friendly» come opzione organizzativa e gestionale auspicabile per le imprese. Si trattava di un indubbio passo avanti, collegato alla modulazione degli orari e dei tempi di lavoro coerenti con politiche di conciliazione aziendale, che avrebbero creato benefici fiscali nell'ambito di accordi territoriali e/o aziendali;
    dando uno sguardo all'intero comparto scolastico, considerando il percorso formativo nel suo insieme, non si può tralasciare l'ennesimo dato negativo rappresentato dalla riforma della scuola del triennio 2008-2011, promossa dai Ministri Tremonti e Gelmini, introdotta dal decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008. La riforma ha comportato, oltre all'enorme contrazione di competenze e offerta formativa, anche epocali tagli alle risorse, concretizzandosi, tra l'altro, in una riduzione del personale della scuola statale (insegnanti e Ata) del 10,9 per cento, a fronte di una popolazione studentesca rimasta sostanzialmente invariata. A conferma di quanto questo comparto sia stato già drammaticamente oggetto di tagli di risorse ad avviso dei firmatari eccessivi, si cita lo studio «Evoluzione recente del personale scolastico» del gennaio 2014, che evidenzia come la percentuale di cui sopra risulti addirittura doppia rispetto alla contrazione subita dal resto del personale appartenente al pubblico impiego (5,6 per cento);
    a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, il comparto scolastico tutto, data l'eccezionalità delle sue funzioni, sia nella sua fase primaria che durante tutto il percorso formativo, non dovrebbe esser considerato un capitolo di spesa per uno Stato, bensì un vero e proprio investimento da cui far ripartire l'economia nazionale e il benessere sociale del nostro Paese;
    a fronte del quadro delineatosi, una risposta per quanto, a oggi, non sufficiente potrebbe essere rappresentata dal così detto Tagesmutter. Si tratta di asili nido di famiglia, ossia quelli che permettono alle stesse famiglie di affidare in modo stabile e continuativo i figli a operatori educativi, appositamente formati, i quali forniscono educazione e cura a uno o più bambini, presso il proprio domicilio o altro ambiente. Servizio già molto diffuso in quasi tutta Europa, ad eccezione di Italia, Spagna e Grecia;
    un'altra realtà che si sta sempre più diffondendo in Italia è l'agrinido che, oltre ad ottemperare alle normali attività svolte nei nido convenzionali, offre anche la possibilità ai bambini di crescere a stretto contatto con la natura, in una sorta di «palestra verde» dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i ritmi della natura e i principi di una alimentazione sana. Elemento di particolare importanza, come confermato dal Ministero della salute, perché si stima che in Italia i bambini tra i 6 e gli 11 anni con problemi di eccesso ponderale siano ben 1 milione e centomila. Il 12 per cento dei bambini risulta infatti obeso, mentre il 24 per cento è in sovrappeso, dunque, più di un bambino su tre, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età, indice del fatto che la cura verso i principi di una sana e corretta alimentazione, si stiano perdendo del tutto,

impegna il Governo:

   a promuovere, nell'ambito delle proprie competenze, iniziative atte a sostenere la diffusione sul territorio nazionale sia di «asili nido di famiglia» che di «agrinido»;
   a promuovere con urgenza, ogni attività diretta ad aumentare l'offerta di posti in asili nido pubblici, al fine di garantire un reale e concreto accesso all'attività lavorativa per le donne;
   ad assumere iniziative dirette a stabilire agevolazioni per tutte quelle aziende private che, dotatesi di strutture per l'infanzia, come asili nido, baby-parking o centri d'infanzia, riservino quota parte dei posti a loro disposizione, in regime di convenzione con gli anti locali, ai bambini che abitano nel comune in cui si trovano;
   a predisporre un fondo atto all'apertura di asili nido all'interno degli uffici della pubblica amministrazione, siano essi centrali o periferici, accessibili sia ai bambini figli di dipendenti della pubblica amministrazione sia ai bambini appartenenti al territorio di pertinenza di suddetti uffici;
   a porre in essere, al fine di ridurre in maniera drastica il gap esistente tra le regioni settentrionali e quelle meridionali in materia di servizi all'infanzia e all'adolescenza, tutte le azioni atte a ridurre tale distanza;
   ad intervenire con urgenza per ripristinare le risorse sottratte all'intero comparto scolastico dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 112 del 2008 come convertito dalla legge n. 133 del 2008;
   ad attivarsi affinché il comparto relativo alla scuola, all'università e alla ricerca, non venga più coinvolto nell'ambito di provvedimenti ispirati alla spending review;
(1-00522) «Lupo, Luigi Di Maio, Carinelli, Silvia Giordano, Marzana, Vacca, Lorefice, Dall'Osso, Nuti, Di Vita, Baroni, Sorial, Gagnarli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impresa privata

lavoro femminile

donna