ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00489

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 241 del 09/06/2014
Abbinamenti
Atto 1/00423 abbinato in data 01/07/2014
Atto 1/00518 abbinato in data 01/07/2014
Atto 1/00519 abbinato in data 01/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: GIORGETTI GIANCARLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 09/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014
MARGUERETTAZ RUDI FRANCO LEGA NORD E AUTONOMIE 09/06/2014


Stato iter:
02/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/07/2014
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/07/2014
Resoconto FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ROCCELLA EUGENIA NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto BALDUZZI RENATO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 01/07/2014
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
PARERE GOVERNO 02/07/2014
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 02/07/2014
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/07/2014
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto BINETTI PAOLA PER L'ITALIA
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BALDUZZI RENATO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PAGANO ALESSANDRO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ROCCELLA EUGENIA NUOVO CENTRODESTRA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/07/2014

DISCUSSIONE IL 01/07/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/07/2014

NON ACCOLTO IL 02/07/2014

PARERE GOVERNO IL 02/07/2014

DISCUSSIONE IL 02/07/2014

RESPINTO IL 02/07/2014

CONCLUSO IL 02/07/2014

Atto Camera

Mozione 1-00489
presentato da
GIORGETTI Giancarlo
testo presentato
Lunedì 9 giugno 2014
modificato
Mercoledì 2 luglio 2014, seduta n. 255

   La Camera,
   premesso che:
    in molte parti del mondo professare il cristianesimo significa rischiare emarginazione, violazione dei diritti, subire violenza e rischiare la vita, anche per mano del potere politico e statuale; questa situazione non sta registrando alcun significativo miglioramento negli ultimi anni e si assiste anzi ad una recrudescenza delle persecuzioni anticristiane, in particolare nei paesi a maggioranza musulmana, senza alcuna distinzione tra un islam più o meno fondamentalista posto che non si registrano prese di posizione chiare da parte di esponenti politici o religiosi di fede islamica contro questi fenomeni;
    è notizia del mese di maggio 2014, che ha provocato numerosi appelli in tutto il mondo, la condanna all'impiccagione, dopo avere ricevuto 100 frustate, di una donna sudanese di 27 anni madre di un bambino di 20 mesi e incinta di sette mesi. La condanna a morte è per apostasia, le frustate per adulterio, essendo il matrimonio con il marito cristiano non riconosciuto dalla religione islamica. La condanna a morte sarebbe eseguita dopo la nascita del figlio;
    all'inizio di giugno 2014, alcune autorità sudanesi, di fronte alla mobilitazione internazionale, avrebbero lasciato intendere l'intenzione di liberare la giovane Meriam, ma le affermazioni sono state smentite dal Governo, posto sotto pressione da gruppi islamisti radicali; se anche sfuggisse alla condanna, sarebbe probabilmente costretta a fuggire dal Sudan per evitare le vendette degli integralisti. La sua tragedia riecheggia quella delle centinaia di giovani nigeriane rapite recentemente dai terroristi fanatici di Boko Haram, ridotte in schiavitù e forzate alla conversione;
    dal 1983 a Khartoum vige la sharia ed è un tribunale islamico che ha pronunciato la condanna a morte di Meriam; una vicenda abominevole che calpesta qualunque principio di diritto e di umanità;
    la vita della giovane donna, Meriam Yehia Ibrahim Ishag, è paradigmatica delle ipocrisie dell'islamismo sudanese: Meriam è nata da padre musulmano, che ha abbandonato la famiglia alla sua nascita. Meriam è stata educata dalla madre, etiope ortodossa, alla religione cristiana;
    per la legge islamica, il padre musulmano determina che i figli siano musulmani, indipendentemente da qualunque libertà di scelta dei figli stessi; se il padre cristiano diviene musulmano, tutti i figli automaticamente cambiano religione. Ciò non vale solo per il Sudan ma per tutto il mondo islamico, contro qualunque principio di libertà religiosa;
    una donna musulmana non ha diritto di sposare un non musulmano, ma deve scegliere sempre un marito musulmano o che deve diventare musulmano prima del matrimonio;
    come spiegato dall'islamologo Samir Khalil Samir, ciò avviene quotidianamente anche in Europa, benché sia ufficialmente taciuto: le donne straniere provenienti da Paesi musulmani che vivono in Europa costringono l'uomo che desidera sposarle a diventare musulmano. In caso contrario, non riceverebbero dalle rispettive ambasciate il nulla osta al matrimonio; ciò significa che quotidianamente viene violato in Europa il diritto alla libertà religiosa costituzionalmente tutelato da tutti gli Stati europei;
    l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'umano riconosce il diritto a cambiare religione, o a rinunciare alla religione. Per la legge islamica l'apostasia è punita con la morte; il divieto di cambiare religione è tuttora in vigore in 39 Paesi, dalla Giordania all'Egitto;
    nel 2011 Benedetto XVI aveva espressamente parlato di «cristianofobia», termine che descrive ormai un fenomeno di portata universale e che, come tale, è stato adottato dall'Onu dal 2003 e dal Parlamento europeo nel 2007;
    secondo il rapporto 2013 sulla situazione della libertà di religione o fede nel mondo, presentato a febbraio dal gruppo di lavoro sul tema del Parlamento europeo, negli ultimi anni vi è stato un continuo aumento delle violazioni commesse sia da attori governativi che non governativi contro individui e gruppi sociali, attuati sulla base della loro appartenenza religiosa o della loro fede;
    secondo il rapporto sono 25 i Paesi di «particolare preoccupazione», 15 dei quali sono segnalati come «gravi violatori» della libertà di religione e fede (Cina, Egitto, Eritrea, India, Iran, Iraq, Corea del Nord, Libia, Mali, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Siria, Tunisia e Uzbekistan). Per i cristiani, in particolare, «la Corea del Nord rimane il Paese più difficile al mondo»: tra 50 mila e 70 mila cristiani sono detenuti in «spaventosi campi di prigionia». Anche in Eritrea, che pure riconosce cattolicesimo e ortodossia come fedi ufficiali, risultano detenuti tra i 2 mila e i 3 mila cristiani. È drammatica la situazione in Nigeria, dove tra il novembre 2011 e l'ottobre 2012 si sono avuti ben 791 dei 1.201 assassinii di cristiani registrati in tutto il mondo; in Egitto è costante il rifiuto di concedere l'autorizzazione alla costruzione di nuove chiese ai cristiani copti, mentre in Iran dal 2010 si contano ben 300 arresti tra musulmani convertitisi al cristianesimo;
    un caso estremo per le persecuzioni religiose è l'Arabia Saudita, che presenta delle pesanti discriminazioni per i cittadini o i residenti non-musulmani. Sulla scorta di queste informazioni il gruppo di lavoro ha fortemente raccomandato all'Unione europea di dare alla questione della libertà religiosa un ruolo cruciale nel stabilire rapporti e nello stringere negoziati con i Paesi terzi,

impegna il Governo:

   ad esercitare una chiara e dichiarata forma di pressione diplomatica ed economica verso quei Paesi che non garantiscono o non tutelano il diritto alla libertà religiosa, in particolare dei cristiani e di altre minoranze perseguitate, dove essa risulti minacciata o compressa, per legge o per prassi, sia direttamente dalle autorità di governo sia attraverso un tacito assenso e l'impunità degli autori di violenze, arrivando, laddove necessario, all'interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali;
   a stabilire come principio imprescindibile alla negoziazione e conclusione di qualsiasi accordo internazionale la garanzia della controparte che al proprio interno sia garantita la libertà di professare qualunque religione e la libertà di cambiare religione o credo;
   a farsi promotore, nelle sedi comunitarie ed internazionali, della sospensione di ogni accordo multilaterale verso i Paesi nei quali è applicata, anche parzialmente o su porzioni di territorio, la legge islamica, fino alla reale rimozione da parte di questi Paesi di ogni impedimento alla libera professione religiosa e alla cessazione di episodi di violenza contro comunità o singoli non islamici presenti sul territorio.
(1-00489) «Giancarlo Giorgetti, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini, Marguerettaz».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

islam

musulmano

gruppo religioso

diritti della donna

discriminazione religiosa

cristiano

accordo multilaterale

carcerazione