ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00456

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 225 del 08/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2014


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00456
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Giovedì 8 maggio 2014, seduta n. 225

   La Camera,
   premesso che:
    il giorno 3 maggio 2014 il maltempo si è abbattuto sulla regione Marche creando ingenti anni e devastazione in particolar modo lungo la costa dove ha causato 3 morti e centinaia di sfollati;
    dall'inizio della legislatura il Parlamento è stato costretto ad affrontare emergenze legate ad alluvioni nelle regioni Toscana, Emilia Romagna e Sardegna;
    per le Marche si tratta del quinto evento calamitoso in 4 anni con l'ultimo registrato a novembre 2013 quando la regione Marche era già stata coinvolta da gravi fenomeni di dissesto idrogeologico ed esondazioni dei corsi d'acqua a causa delle abbondanti piogge con conseguenti allagamenti e ingenti danni alle abitazioni e alle attività industriali e agricole soprattutto dell'entroterra;
    questa volta i danni coinvolgono proprietà private ma anche scuole e vie di comunicazione e a forte rischio risultano tutte le attività legate alla stagione turistico – balneare estiva prossima all'avvio;
    la contabilità dei danni, appena agli inizi, parla già di oltre 60 milioni di euro solo per il settore agricolo che vede i raccolti a rischio, stalle allagate, animali morti e il settore dell'ortofrutta e del vivaismo in ginocchio;
    la zona maggiormente colpita e dove si sono registrate le tre vittime e i maggiori danni è quella del comune di Senigallia;
    a Fermo una frana si è abbattuta in via Pompeiana, una strada comunale che collega la città alla costa. Danni alle attività commerciali si registrano anche a Porto San Giorgio e a Porto Sant'Elpidio. Qui la spiaggia appena ripulita dai resti dell'alluvione del 2013 per l'avvio della stagione estiva (erano stati spesi 100 mila euro) è di nuovo invasa da detriti e rami di alberi. Si stima che in città i danni complessivi sfiorino i 600-700 mila euro;
    nell'entroterra Pesarese intorno alla città di Urbino altri smottamenti hanno interrotto la viabilità locale e compromesso la potabilità dell'acqua;
    anche nella provincia di Ascoli Piceno si sono verificate numerose frane e una in particolare ha interrotto la Salaria che collega il capoluogo con alcuni comuni limitrofi;
    lungo la costa si registrano danni anche nell'area a confine delle province di Ancona e Pesaro e in particolare nei comuni di Marotta e Gabicce Mare;
    altro problema da non sottovalutare sarà quello legato allo smaltimento dei rifiuti speciali che non poche preoccupazioni e disagi aveva già procurato a novembre quando le spiagge erano state invase dai materiali trasportati dai fiumi in piena;
    la contabilità dei danni legati al fenomeno del dissesto idrogeologico segna l'ennesimo incremento e la straordinarietà dei fenomeni meteorologici non possono togliere l'attenzione dalla gravità in cui versa la manutenzione del territorio;
    i dati parlano di 5.400 alluvioni e 11.000 frane registrate negli ultimi 80 anni con un coinvolgimento, negli ultimi 20 anni, di oltre 70.000 persone e danni per circa 30 mila miliardi di euro;
    in base al report del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nel 2008 in ben 6.633 comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico, l'82 per cento del totale. La superficie delle aree ad alta criticità idrogeologica si estende per 29.517 chilometri quadrati, il 9,8 per cento dell'intero territorio nazionale, di cui 12.263 chilometri quadrati (4,1 per cento del territorio) a rischio alluvioni e 15.738 chilometri quadrati (5,2 per cento del territorio) a rischio di frana;
    l'indagine Ecosistema Rischio 2011 elenca una serie di dati che non fanno altro che confermare in modo scientifico una realtà ormai conclamata e ben nota e cioè l'elevata tendenza del territorio italiano al dissesto idrogeologico. Secondo questi dati sono oltre 5 milioni i cittadini che si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni mentre sono 1.121 i comuni in cui sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana, e nel 31 per cento dei casi in tali zone sono presenti addirittura interi quartieri. Nel 56 per cento dei comuni campione dell'indagine, in aree a rischio, sono presenti fabbricati industriali che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo, oltre che per le vite dei dipendenti, per l'eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni;
    il 26 marzo 2014 l'ISPRA ha presentato il rapporto «Il consumo di suolo in Italia» realizzato grazie ai dati della rete di monitoraggio del consumo di suolo realizzata con la collaborazione delle Agenzie per la protezione dell'ambiente delle regioni e delle province autonome che permette di ricostruire l'andamento del consumo di suolo verificatosi dal dopoguerra ad oggi. I dati parlano di 70 ettari al giorno, ossia 8 metri quadrati al secondo, di suolo sigillato. A livello nazionale si è registrata una perdita di suolo passata dal 2,9 per cento degli anni ’50 al 7,3 per cento del 2012 con un incremento di 4 punti percentuali. In termini assoluti corrisponde a 22.000 chilometri quadrati di terreno impermeabilizzato;
    la regione Marche in particolare ha registrato uno dei dati più alti raggiungendo il 10,2 per cento di superficie consumata e questo nonostante le particolari caratteristiche orografiche del territorio caratterizzato perlopiù da rilievi montuosi e collinari con strisce pianeggianti localizzate lungo le valli alluvionali e la costa;
    proprio sulla fascia costiera si concentra una parte delle analisi condotte dall'ISPRA che ha rilevato come nella fascia compresa entro i 10 chilometri dalla costa il consumo di suolo assume valori nettamente superiori e continua a crescere più velocemente rispetto al resto del territorio nazionale passando dal 4 per cento degli anni ’50 a 10,5 per cento nel 2012;
    tutto questo a fronte di un incremento demografico fortemente rallentato e che fa sì che se negli anni ’50 la quota di superficie di suolo consumata pro-capite fosse stimata in 178 metri quadri per abitante nel 2012 si è attestata a 369 metri quadri per abitante;
    quando si parla di impermeabilizzazione dei suoli non ci si riferisce solo alla realizzazione di edifici destinati all'abitare e alle attività produttive ma anche alle infrastrutture quali strade e ferrovie. Proprio la regione Marche è attualmente interessata da una serie di progetti in fase di autorizzazione che comporteranno la realizzazione di numerose arterie stradali e ferroviarie spesso contrastate dai cittadini e in alcuni casi previste su aree a forte rischio idrogeologico, come ad esempio il progetto di realizzazione del by-pass ferroviario previsto nel comune di Falconara nell'area della raffineria API;
    a proposito di questi fenomeni di cementificazione si è espresso anche il presidente dell'ordine degli ingegneri della provincia di Ancona il quale ha affermato che «Forse sarebbe ora di smettere di parlare del consumo di suolo, del continuo incremento di aree impermeabilizzate, della riduzione delle aree agricole e naturali, ma cominciare davvero a invertire queste tendenze. C’è da chiedersi se nelle aree interessate dai tragici eventi di venerdì e sabato non si sia disarmato il territorio da quelle difese ambientali, fondamentali nella tutela dell'habitat. Serve maggiore attenzione nelle modalità con cui interveniamo sul territorio. Il mare, i fiumi, tutti i corsi d'acqua continuano puntualmente a riprendersi quanto è stato loro tolto»;
    il Sistema nazionale dei centri funzionali, promosso dal dipartimento della protezione civile, dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, si propone di realizzare una rete di centri operativi per il «Sistema di allertamento» nazionale distribuito ai fini di protezione civile che, attraverso attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti effetti relativi sul territorio, sia di supporto alle decisioni delle autorità preposte all'allertamento delle diverse componenti del Servizio nazionale di protezione civile e alle diverse fasi di gestione dell'emergenza in attuazione dei «Piani di emergenza di protezione civile» provinciali e comunali;
    la direttiva emanata dal Presidente del Consiglio dei ministri il 27 febbraio 2004, inserendosi nel contesto nazionale, detta gli indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale di tale sistema di allertamento; definisce i soggetti istituzionali e gli organi territoriali coinvolti nelle attività di previsione e prevenzione del rischio e di gestione dell'emergenza; stabilisce gli strumenti e le modalità con cui le informazioni relative all'insorgenza ed evoluzione del rischio idrogeologico ed idraulico, devono essere raccolte, analizzate e rese disponibili alle autorità coinvolte,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per attivare, in tempi rapidi, delle linee di credito per la concessione di contributi per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo danneggiati dall'evento alluvionale, in relazione al danno effettivamente subito, in misura adeguata e sufficiente a coprire integralmente le spese sostenute;
   ad assumere iniziative per prevedere risarcimenti anche per i danni opportunamente accertati e stimati subiti per i beni mobili e per il ripristino delle scorte andate distrutte o per il ristoro di danni derivanti dalla perdita di beni mobili strumentali all'esercizio delle attività;
   ad adottare iniziative per garantire gli ammortizzatori sociali ai lavoratori costretti all'inattività a causa degli eventi alluvionali e disporre una moratoria sul pagamento dei contributi a favore dei datori di lavoro;
   ad assumere iniziative finalizzate ad escludere dal patto di stabilità interno relativo agli anni 2014 e 2015 le risorse provenienti dallo Stato e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dalla regione, dalla provincia e dai comuni, nonché le risorse proprie di tali enti impiegate per far fronte all'emergenza alluvionale, alle conseguenti opere di ripristino e ad opere di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico;
   a far rientrare le misure e gli interventi da mettere in atto nella logica multidisciplinare e sistemica della pianificazione di bacino, coerentemente con quanto previsto dalla direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE) e dalla direttiva relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (direttiva 2007/60/CE);
   a far sì che le risorse annualmente destinate dal Governo per il dissesto idrogeologico, prevedano un'adeguata ripartizione tra finanziamento di interventi per la prevenzione e finanziamento di interventi per le emergenze in modo da poter quantificare i finanziamenti in maniera certa e da favorire un graduale passaggio dall'emergenza alla prevenzione;
   a prevedere, nell'utilizzo delle risorse che verranno individuate, meccanismi che favoriscano la delocalizzazione in aree sicure degli edifici costruiti nelle zone colpite dall'alluvione ed evidentemente a rischio idrogeologico;
   ad inviare una relazione alle competenti Commissioni parlamentari su:
    a) quale sia lo stato di redazione e conoscenza della popolazione, nei comuni colpiti da eventi calamitosi, dei piani di emergenza in caso di allerta meteo, nonché sull'attendibilità dei piani di evacuazione e prima accoglienza;
    b) quale sia lo stato di implementazione della rete del sistema di allertamento nazionale, con particolare riferimento alle metodologie tecnico – scientifiche attualmente impiegate dai singoli centri funzionali regionali in relazione alle capacità di prevedere, monitorare e gestire le situazioni emergenziali relative al rischio idrogeologico ed idraulico;
   ad assumere iniziative normative per vincolare i proventi degli oneri di urbanizzazione esclusivamente alla realizzazione di strutture e infrastrutture in loco, alla mitigazione del rischio idrogeologico o alla realizzazione di misure compensative per ottenere invarianza idraulica.
(1-00456) «Terzoni, Agostinelli, Cecconi, Segoni, Mannino, De Rosa, Zolezzi, Micillo, Busto, Daga».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione dell'ambiente

protezione delle acque

Marche

disastro naturale

inondazione

idrogeologia

inquinamento idrico

navigazione fluviale