ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00355

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 182 del 04/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: NARDI MARTINA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
ASCANI ANNA PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 04/03/2014
VITELLI PAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 04/03/2014
TINAGLI IRENE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 04/03/2014
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 04/03/2014
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/03/2014
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 04/03/2014


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00355
presentato da
NARDI Martina
testo di
Martedì 4 marzo 2014, seduta n. 182

   La Camera,
   premesso che:
    lo storico stabilimento SGL Carbon di Narni (Terni), inserito nella business unit «graphite and carbon electrodes» della multinazionale tedesca SGL Group, è l'unico dei 13 impianti al mondo che produce elettrodi in grafite per forni elettrici sito nel territorio nazionale;
    detto stabilimento rappresenta, ancor oggi, dopo 116 anni dalla sua fondazione, un elemento essenziale per la filiera siderurgica nazionale;
    nei mesi scorsi la direzione aziendale della SGL Carbon ha comunicato a sindacati e rappresentanza sindacale unitaria, a fronte della difficile situazione del mercato della grafite e della forte riduzione dei prezzi di vendita dei prodotti aziendali, la decisione di procedere alla riduzione della produzione del 50 per cento (6.000 tonnellate all'anno) sul sito narnese, riducendo un budget già esiguo rispetto al relativo potenziale produttivo;
    in data 20 novembre 2013, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è svolto un incontro riguardante la situazione dell'azienda SGL Carbon di Narni. A tale riunione, presieduta dal dottor Castano, hanno partecipato la dottoressa Gatta del Ministero dello sviluppo economico, il dottor Mauro Montani amministratore delegato della Società, il dottor Luigi Nigrelli, direttore dello stabilimento di Narni e Giovanni Trivelli, responsabile del personale di SGL Carbon, l'assessore Vincenzo Riommi della regione Umbria ed il dottor Mauro Andrielli, il sindaco di Narni Francesco De Rebotti, l'assessore Domenico Rosati della provincia di Terni, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria (Uiltec-Uil, Filtec-Cgil, Femca-Cisl) e le RSU;
    come si rileva dai documenti pubblicati sul sito del Ministero dello sviluppo economico, il dottor Castano ha, in apertura di riunione, comunicato la difficoltà di immaginare che un mercato come il nostro non possa disporre di produttori di elettrodi e che, se si fosse posti di fronte alla decisione di dismettere lo stabilimento, il Governo non sarebbe stato d'accordo ed in questa eventualità avrebbe discusso direttamente con l'azienda sulle modalità di mantenere la produzione dello stabilimento in Italia;
    durante tale riunione il rappresentante dell'azienda SGL Carbon ha comunicato che in quel momento il gruppo stava affrontando una crisi a livello globale ed elaborando delle strategie per rivitalizzarlo. Era già stato chiuso uno stabilimento in Canada ed era stata decisa la riduzione del consiglio di amministrazione da 5 a 3 elementi. All'interno del gruppo si era altresì parlato di dismissioni e di chiusura di impianti ma, alla data del 20 novembre 2013, non era stato deciso nulla, nonostante la forte preoccupazione per il mercato della grafite che tendeva a non recuperare e a soffrire della concorrenza di altri Paesi come l'India e la Cina;
   le organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità di far capire alla proprietà quali conseguenze avrebbe avuto la decisione di cessare la produzione, sottolineando altresì che lo Stato italiano ed i lavoratori avevano pagato la pesante riorganizzazione già avvenuta sul sito SGL di Narni, ritenendo inaccettabile la decisione di uscire dal mercato;
    anche i rappresentanti degli enti locali interessati dalla vicenda hanno confermato che sarebbe inaccettabile la riduzione della capacità produttiva e che sarebbe necessario richiamare la proprietà del gruppo al dialogo. Il sindaco di Narni, in particolare, ha evidenziato che da tempo si stava lavorando con l'azienda a livello di istituzioni locali per un progetto di centrale a biomasse, per garantire la continuità lavorativa, ma che la situazione dello stabilimento stava però diventando una questione di carattere nazionale e che l'intervento del Governo doveva essere più che rapido per garantire futuro alla società sul territorio;
    a seguito di tale incontro, sono proseguiti i contatti e i confronti tra il Governo, le istituzioni e le organizzazioni sindacali ed il board del gruppo aziendale, sino a quando – il 13 febbraio 2014 – il management della SGL Carbon ha confermato la volontà di chiudere lo stabilimento di Narni Scalo;
    in particolare, la società tedesca SGL Carbon ha annunciato ufficialmente ai sindacati la chiusura dell'impianto italiano di Narni, in Umbria, e degli uffici amministrativi di Lainate ad esso collegati. Tale decisione coinvolge 120 addetti;
    in una nota diffusa dalla stampa nazionale, infatti, la SGL Carbon ha rilevato che l'iniziativa è coerente con la strategia globale di riallineamento e di riduzione dei costi che punta a migliorare la sostenibilità e la competitività del gruppo attraverso una riorganizzazione della rete globale dei siti produttivi, precisando che le procedure di liquidazione saranno gestite dall'amministratore delegato di SGL Carbon Spa, Mauro Montani, e dall'avvocato Marco Petrucci, che avranno anche il compito di avviare un confronto con i sindacati sui 120 addetti coinvolti. Il management della SGL Carbon ha anche affermato che la decisione del gruppo non è in alcun modo legata alla qualità del personale italiano o del prodotto, entrambe eccellenti, quanto ad altri, cruciali fattori, quali i costi di produzione e l'utilizzo della capacità produttiva attuale e futura. Il mercato degli elettrodi di grafite, necessari per il riciclaggio di acciaio, è sotto pressione soprattutto per la debolezza della domanda e il calo dei prezzi. L'impianto di Narni è il secondo chiuso da SGL Carbon dopo quello canadese di Lachute. L'azienda tedesca ha avviato nel mese di agosto 2013 un piano per ridurre i costi e la produzione mondiale, rilanciare la sua struttura organizzativa e ottimizzare il portafoglio con l'obiettivo di risparmiare circa 150 milioni di euro al 2015;
    come evidenziato da numerosi atti di sindacato ispettivo presentati in Parlamento e da ultimo al Senato dall'interrogazione n. 4-01653 che hanno recepito le preoccupazioni espresse dalle stesse organizzazioni sindacali di riferimento sull'annosa questione relativa alla SGL Carbon, il mercato mondiale dell'acciaio nell'anno 2013 ha vissuto un periodo di leggera ripresa, forte della crescita della domanda da parte dei Paesi asiatici, mentre, per quanto riguarda il mercato nazionale, a fronte di una lieve ripresa della domanda di acciaio vi è stata una perdita di competitività delle imprese nazionali rispetto a quelle internazionali, con un conseguente aumento delle importazioni;
    nel quadro delineato, un ulteriore elemento critico è rappresentato dalla diminuzione dei prezzi medi di mercato dell'acciaio che ha interessato non solo il nostro Paese ma l'intera eurozona;
    le motivazioni che rendono difficile per l'Italia l'equilibrio degli scambi commerciali siderurgici devono essere rinvenute, essenzialmente, nella difficoltà per l'approvvigionamento delle materie prime e nei costi dell'energia mediamente più alti degli altri Paesi europei;
    nonostante tali difficoltà, il Parlamento europeo con la recentissima approvazione del piano dell'Unione europea per l'acciaio ha posto tra i suoi obiettivi la crescita della produzione dell'acciaio e del settore siderurgico ritenendolo trainante dal punto di vista del valore aggiunto sul prodotto interno lordo nonché sul fronte occupazionale;
    il 5 febbraio 2014, infatti, il Parlamento europeo ha concesso il via libera al «Piano europeo per l'acciaio», che punta al rilancio dell'industria siderurgica europea e introduce una certificazione di qualità per i prodotti connessi all'acciaio che sia in grado di tutelare la produzione europea da prodotti non certificati, con l'adozione di politiche di recupero degli scarti della produzione dell'acciaio, la promozione di misure per la riqualificazione, la formazione attiva e l'apprendimento permanente dei lavoratori per tutelare e garantire le competenze necessarie alla competitività del settore;
    detto «piano» può rappresentare un momento di svolta per le imprese e per i lavoratori italiani, collocandosi all'interno di una strategia complessiva che ha come scopo quello di restituire centralità all'industria e al manifatturiero europei, offrendo una soluzione per le molteplici vertenze che interessano gli stabilimenti italiani e impianti strategici e di eccellenza come il sito di SGL Carbon di Terni;
    nonostante le oggettive problematiche e le procedure di ridimensionamento che hanno riguardato la siderurgia nazionale, l'Italia resta ancora oggi il secondo produttore di acciaio dopo la Germania; in particolare, il 90 per cento dei 40 forni oggi attivi per la produzione italiana di acciaio utilizza forni elettrici che, per funzionare, hanno bisogno di elettrodi di grafite che sono prodotti solo nello stabilimento di Narni scalo;
    in realtà, la produzione di elettrodi di grafite avveniva sino all'anno 2007 anche nello stabilimento di Ascoli Piceno, sito che in quell'anno è stato chiuso con la motivazione da parte dei vertici della SGL Carbon che tale rinuncia avrebbe comportato la tenuta ed il miglioramento della produzione dello stabilimento di Narni scalo;
    invece, nonostante la limitatissima entità degli investimenti effettuati dalla SGL Carbon negli ultimi 5 anni, l'assegnazione di quantitativi di produzione di circa la metà della sua capacità, i prezzi di vendita mediamente più bassi rispetto al passato, lo stabilimento di Narni nel periodo 2008-2012 è riuscito ad ottenere utili per circa 25 milioni di euro;
    lo stabilimento di Narni ha già subìto un fermo totale dell'attività nell'anno 2009 e, nei primi tre mesi del 2010, è stato sottoscritto un piano di mobilità del personale che ha ridotto l'organico di 40 unità attestandolo alle attuali 107, e la proprietà, nonostante sia consapevole dell'alta qualità dei prodotti lavorati nello stabilimento, ha manifestato la volontà di chiuderlo per continuare la produzione degli elettrodi in altri siti;
    lo stabilimento di Narni è, come detto, l'unico presente in Italia per la produzione di elettrodi; una volta chiuso, l'intera filiera siderurgica italiana diventerebbe integralmente dipendente dal mercato estero;
    la maggiore qualità degli elettrodi prodotti dallo stabilimento è attestata, oltre che dalla maggioranza delle aziende italiane del settore, anche dalle lavorazioni da queste ultime richieste allo stabilimento di Narni volte a migliorare alcuni tipi di elettrodi costruiti da altre imprese;
    la sua produzione rientrerebbe negli standard qualitativi richiesti dalla certificazione di qualità europea di cui al piano per l'acciaio appena approvato dal Parlamento europeo;
    la chiusura dello stabilimento di Narni avrebbe anche, con molta probabilità, l'effetto di far aumentare i prezzi dei materiali circolanti così incrementando il saldo negativo tra le importazioni e le esportazioni a danno del Paese;
    la chiusura, oltre agli oggettivi problemi di bonifica che si manifesterebbero come è avvenuto in casi di simili dismissioni, avrebbe un devastante effetto per l'economia della zona poiché verrebbero a mancare oltre 200 posti di lavoro, considerando anche l'indotto, posti difficilmente riassorbibili in una regione già duramente provata da altre chiusure e delocalizzazioni,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni iniziativa urgente, anche presso le competenti sedi dell'Unione europea, finalizzata a scongiurare la chiusura dello stabilimento SGL Carbon di Narni scalo, in modo da consentire il rilancio di una delle principali aziende in Europa nella produzione di elettrodi, facendolo tornare nuovamente tra gli impianti strategici e di eccellenza in forza di quanto previsto dalla certificazione di qualità europea;
    a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata ad affrontare concretamente, anche in via straordinaria, la questione suesposta relativa allo stabilimento SGL Carbon di Narni scalo;
    ad attivare ogni iniziativa utile a sostenere la continuazione della produzione di elettrodi da parte dello stabilimento SGL Carbon di Narni scalo con il coinvolgimento degli utilizzatori finali ed eventualmente di altri imprenditori disponibili a rilevarne il business, qualora la multinazionale SGL Carbon Group non receda dal proprio intento di chiudere il sito;
    a porre in essere ogni iniziativa finalizzata a far sì che la multinazionale tedesca, nella denegata ipotesi di chiusura del sito, lasci in disponibilità l'area produttiva e gli impianti della SGL Carbon.
(1-00355) «Nardi, Epifani, Di Salvo, Migliore, Verini, Sereni, Lacquaniti, Ascani, Giulietti, Galgano, Vitelli, Tinagli, Duranti, Antimo Cesaro, Airaudo, Ferrara, Scotto, Piazzoni, Melilla, Quaranta».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

NARNI,TERNI - Prov,UMBRIA

EUROVOC :

cessazione d'attivita'

stabilimento

impresa multinazionale

acciaio

industria siderurgica

soppressione di posti di lavoro