ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00335

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 169 del 07/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 07/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 07/02/2014
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 07/02/2014
GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA 07/02/2014
BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA 07/02/2014
CESA LORENZO PER L'ITALIA 07/02/2014
CERA ANGELO PER L'ITALIA 07/02/2014
ADORNATO FERDINANDO PER L'ITALIA 07/02/2014
DE MITA GIUSEPPE PER L'ITALIA 07/02/2014
ROSSI DOMENICO PER L'ITALIA 07/02/2014
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA PER L'ITALIA 07/02/2014


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00335
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Venerdì 7 febbraio 2014, seduta n. 169

   La Camera,
   premesso che:
    le malattie cardiovascolari (CV) costituiscono la più frequente causa di morte nel mondo e la loro elevata e crescente prevalenza incide sulla salute pubblica, sulle risorse sanitarie ed economiche. Tali patologie sono state individuate come priorità sanitaria dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e non si è mancato, negli ultimi anni, di attivare programmi di monitoraggio e di fornire indicazioni atte a promuovere programmi di prevenzione. L'invecchiamento della popolazione, un incongruo stile di vita e l'aumentata sopravvivenza dopo eventi cardiaci acuti ne giustificano l'aumento di prevalenza negli ultimi anni e l'ulteriore incremento previsto nei prossimi decenni. Le maggiori malattie croniche non comunicabili (NCD) come le malattie cardiovascolari, sono responsabili del 70 per cento di disabilità e dell'85 per cento delle morti nel mondo;
    oltre che un problema umano di sofferenza e di morte, esse costituiscono un carico pesante di ordine economico, sempre meno sostenibile anche nei Paesi a più elevata copertura sanitaria. Il costo diretto (costi sanitari) e indiretto (perdita di giornate di lavoro) delle malattie cardiovascolari nell'Unione europea nel 2009 è stato superiore ai 200 miliardi di euro. Coloro che sopravvivono ad una forma acuta di cardiopatia divengono malati cronici con qualità della vita decisamente ridotta e con alto consumo di risorse assistenziali, nonché farmaceutiche, a carico del Servizio sanitario nazionale. I recenti dati Istat riportano che 1 italiano su 4 è affetto da malattie cardiache. Sono stati ampiamente studiati i fattori di rischio multiplo delle malattie cardiovascolari ed è stato riconosciuto che quelli ad oggi modificabili (per prevenzione o per intervento medico) ne sostengono oltre il 90 per cento del rischio globale. L'approccio terapeutico e diagnostico è, comunque, in costante evoluzione e grazie ai progressi raggiunti in campo scientifico e tecnologico, vengono immesse sul mercato nuove apparecchiature dotate di una maggiore capacità di risoluzione, vengono introdotti nuovi esami diagnostici che consentono cure più appropriate, vengono prodotti nuovi e sempre più efficaci farmaci e nuove terapie non farmacologiche;
    la fibrillazione atriale (F.A.), in particolare, è l'anomalia del ritmo cardiaco più diffusa tra le persone adulte: interessa l'1-1,5 per cento della popolazione U.S.A e dell'Europa Occidentale. La patologia provoca l'accelerazione o il rallentamento eccessivo della frequenza cardiaca di solito associate alla irregolarità del battito e colpisce più di nove milioni di persone solo fra Unione europea e Stati Uniti;
    il rischio di fibrillazione atriale aumenta con l'età, con un range di prevalenza tra lo 0,9 per cento ed il 2,5 per cento, degli adulti in tutto il mondo: 0,5 per cento nella fascia di età tra 50-59 anni, 1,8 nella fascia di età tra 60-69 anni, 4,8 per cento nella fascia di età tra 70-79 anni e 8,8 per cento nella fascia di età tra 80-89 anni. Una persona su quattro di più di 45 anni ne soffre. In Italia ne sono affette 850 mila persone;
    l’ictus cerebri è la terza causa più comune di morte e la principale causa di incapacità funzionale nei Paesi occidentali, colpendo per il 50 per cento soggetti di età inferiore ai 65 anni e per il 12 per cento soggetti al di sotto dei 45 anni e comporta per il paziente perdita di funzionalità, nonché un peggioramento della qualità della vita. Dati epidemiologici evidenziano che essa è responsabile dell'85 per cento degli ictus dovuti ad aritmie cardiache e di oltre il 50 per cento delle forme cardioemboliche;
    chi soffre di fibrillazione atriale ha un rischio di stroke 7 volte maggiore, con esiti particolarmente gravi: nel 20 per cento dei pazienti l’ictus si rivela fatale, nel 60 per cento è causa di disabilità; ogni anno, nel mondo, circa 3 milioni di persone vengono colpite da ictus come conseguenza di fibrillazione atriale e il 50 per cento muore entro il primo anno. L’ictus da fibrillazione atriale, inoltre, accresce i costi di ricovero ospedaliero di circa il 30 per rispetto a quelli di un ictus non provocato da un'aritmia cardiaca;
    nel nostro Paese sono 40.000 le persone che soffrono della combinazione delle due patologie: secondo recenti stime, il numero complessivo dei casi di fibrillazione atriale raddoppierà entro il 2050, una crescita del tasso d'incidenza che provocherà un incremento della probabilità di essere colpiti da un ictus, con conseguenti ripercussioni sia sulle condizioni di salute dell'intera collettività, sia sulla spesa sanitaria. A questa malattia è associato, inoltre, un aumento della demenza, dello scompenso cardiaco (di circa 3 volte) e della mortalità (di circa 2 volte);
    ad aggravare ulteriormente la complessità di questo scenario è anche la natura asintomatica della fibrillazione atriale, che contribuisce a ritardare una diagnosi tempestiva e finalizzata ad avviare un adeguato trattamento clinico. Le terapie per la fibrillazione atriale gravano sui bilanci dei Paesi europei per circa 6,2 miliardi di euro ogni anno, mentre in USA per 6,65 miliardi di dollari, ovvero circa 3.200 dollari a paziente;
    di questa spesa complessiva, il 52 per cento riguarda i ricoveri in ospedale, il 23 per cento i farmaci, il 9 per cento le visite mediche, l'8 per cento ulteriori esami, il 6 per cento la perdita di reddito da lavoro e il 2 per cento le procedure paramediche. Ciò che, quindi, impatta maggiormente in termini di costi, non è la terapia farmacologica ma i costi relativi al trattamento ospedaliero;
    nell’Health Technology Assessment report 2011 AIAC (Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione) è stato stimato il costo annuale della fibrillazione atriale in Italia per il periodo 2007-2051. Assumendo come costo medio per paziente euro 3.225 all'anno in base ai dati di costo risultanti dalla Euro Heart Survey, si ha una previsione di costo per il Servizio sanitario italiano per il 2011 di euro 3.845.020.511 ed una stima negli anni futuri, in base all'andamento dell'epidemiologia, che arriverà a euro 7.096.000.000 nel 2051. In considerazione di tali dati, a seguito della crescente prevalenza della fibrillazione atriale, il Servizio sanitario italiano sarebbe dunque di fronte ad un incremento dei costi per il trattamento tradizionale di tale aritmia di circa 700 milioni di euro nel primo decennio, con un trend mediamente crescente, il cui incremento ammonta a circa 70-80 milioni di euro all'anno,

impegna il Governo:

   a favorire la definizione di un quadro normativo adeguato agli obiettivi da perseguire per una piena tutela dei pazienti affetti da fibrillazione atriale (FA);
   ad incentivare la prevenzione e la diagnosi della fibrillazione atriale e a favorire la realizzazione di percorsi terapeutici e di pratiche sanitarie ottimali nella gestione del paziente;
   a rendere organici e fruibili tutti i dati scientifici, medici e statistici sulla fibrillazione atriale;
   a sensibilizzare sia gli operatori sanitari che l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione della fibrillazione atriale attraverso uno stile di vita salubre, ricorrendo a campagne nazionali di sensibilizzazione e di informazione sulla fibrillazione atriale, indispensabili per prevenire e contrastare le malattie cardiovascolari;
   ad incentivare l'uso di dispositivi, sia diagnostici che terapeutici, per la cura e la prevenzione della fibrillazione atriale, dal momento che oggi il processo di innovazione tecnologica ha reso disponibile sul mercato dispositivi medici per la cura della fibrillazione atriale mediante tecnologie che permettono di effettuare l'ablazione transcatetere;
   ad assumere iniziative per prevedere facilitazioni per l'accesso ai farmaci che curano la fibrillazione atriale e ne facilitano la prevenzione e a stimolare la ricerca sui farmaci utili al trattamento della fibrillazione atriale, incentivando l'innovazione e la concorrenzialità dell'industria dei farmaci e dei dispositivi medici per fare in modo che i prodotti più innovativi possano accedere al mercato in modo rapido ed efficiente a vantaggio dei pazienti e degli operatori sanitari;
    a sostenere lo sviluppo della telemedicina in modo che si possa individuare e monitorare la presenza e il grado di severità della fibrillazione atriale attraverso sistemi di monitoraggio ECG (loop recorder esterno, loop recorder impiantabile, event recorder), che consentono la trasmissione a distanza dei parametri rilevati dal dispositivo stesso;
   ad inserire nel nomenclatore tariffario le prestazione fornite in telemedicina per il monitoraggio della fibrillazione atriale.
(1-00335) «Binetti, Vargiu, Monchiero, Gigli, Buttiglione, Cesa, Cera, Adornato, De Mita, Rossi, Fitzgerald Nissoli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

malattia cardiovascolare

prevenzione delle malattie

prodotto farmaceutico

rischio sanitario

attrezzature medico-chirurgiche

terapeutica

aiuto allo sviluppo

politica sanitaria

risorsa economica