Legislatura: 17Seduta di annuncio: 169 del 07/02/2014
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 07/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA 07/02/2014 PISO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA 12/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 12/02/2014 Resoconto CASERO LUIGI VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE) DICHIARAZIONE VOTO 12/02/2014 Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE Resoconto ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto PISO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA Resoconto LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto CAPEZZONE DANIELE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/02/2014
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/02/2014
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/02/2014
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 12/02/2014
ACCOLTO IL 12/02/2014
PARERE GOVERNO IL 12/02/2014
DISCUSSIONE IL 12/02/2014
APPROVATO IL 12/02/2014
CONCLUSO IL 12/02/2014
La Camera,
premesso che:
la diversa legislazione nazionale in tema di IVA rappresenta un ostacolo importante alla completa realizzazione del mercato unico europeo;
in particolare, da un punto di vista macroeconomico, privilegiare l'imposizione sugli scambi, rispetto a quella che grava direttamente sui fattori della produzione, rappresenta, di fatto, una «svalutazione fiscale», i cui effetti sono paragonabili a quelli della svalutazione monetaria: dal momento che l'imposta si paga sui prodotti importati, mentre è restituita all'esportazione;
alcuni Paesi, come la Germania, hanno utilizzato questo strumento per rilanciare ulteriormente le esportazioni, com’è dimostrato dal forte attivo della loro bilancia commerciale, con la conseguenza di determinare asimmetrie che si riflettono negativamente sulla stessa efficacia della politica monetaria;
il Consiglio e la Commissione europea si sono posti da tempo – Commissione COM (2007) 23 del 21 gennaio 2007 – il tema di una possibile armonizzazione tra i diversi regimi nazionali, al fine di regolare meglio gli scambi intracomunitari, specie nelle zone frontaliere, e ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese a causa dell'eccesso di regolazione fiscale;
successivamente – il 1o dicembre 2010 – la Commissione europea ha adottato un Libro verde sul futuro dell'IVA (COM (2010) 695) in cui si indicano le linee guide che dovrebbero essere seguite dagli Stati membri per dare a quell'imposta un'impronta effettivamente comunitaria;
ancora più recentemente – (COM (2011) 851) – la Commissione europea ha fatto proprie le indicazioni contenute nel precedente Libro verde, al fine di ridurre il peso della frammentazione nazionale, rendere più uniformi le aliquote che gravano sui singoli beni, diminuire gli oneri amministrativi e gestionali che gravano sul contribuente, specie se si tratta di piccole e medie imprese, ridurre, infine, l'area dell'evasione fiscale, molto estesa in alcuni Paesi, ma in parte riconducibile alla farraginosità delle regole che sovraintendono la relativa regolamentazione;
il Consiglio europeo con la raccomandazione del 29 maggio 2003 «sul programma nazionale di riforma 2013» inerente al «programma di stabilità dell'Italia 2012-2017», che ha posto fine alla procedura d'infrazione, ha invitato, tra l'altro, l'Italia a «trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente, assicurando la neutralità di bilancio»: proposizione che non sembra tener conto della specificità del caso italiano e della vasta platea degli «incapienti» che sosterrebbe il peso di un eventuale aumento dell'IVA – specie per i generi di prima necessità – senza alcuna contropartita in termini di riduzione del carico fiscale personale;
lo stesso Consiglio europeo, tuttavia, in precedenza (2013/678/UE) aveva autorizzato l'Italia, in palese contraddizione con quanto richiamato in precedenza, a praticare un regime semplificato di imposizione – fino a determinare l'esenzione al di sotto di una determinata soglia (fatturato compreso tra 65 e 100 mila euro) – per le piccole imprese, anche alla luce del successivo Small business act for Europe (COM (2008) 394 del 25 giugno 2008),
impegna il Governo:
a partecipare, in sede europea, con grande attenzione agli sviluppi che seguiranno i lavori in tema di armonizzazione del regime IVA, al fine di evitare l'insorgere di ulteriori disposizioni tra loro contraddittorie per quanto riguarda la complessiva situazione italiana e le relative politiche di bilancio, che non possono prescindere dalle nuove regole che l'Europa intende darsi nei vari capitoli della politica fiscale;
a realizzare un sistema fiscale complessivo – e non limitato solo all'IVA – che tenda a convergere verso standard uniformi, limitando la concorrenza fiscale che determina distorsioni nell'allocazione delle risorse e fenomeni di localizzazione aziendale – l'ultimo caso è quello di Fiat Chrysler automobiles – in contrasto con le regole che dovrebbero presiedere alla realizzazione di «un'area monetaria ottimale» che rappresenta il presupposto stesso dell'esistenza dell'euro;
a far valere le specificità del sistema produttivo italiano, caratterizzato – a differenza di altri sistemi economici – dalla prevalenza di piccole e medie imprese, rispetto alle quali è necessario introdurre sistemi semplificati di contabilizzazione e riscossione, con un taglio netto degli oneri burocratici che sono a supporto di questa attività;
ad assumere iniziative per prevedere la possibilità di una maggiore responsabilizzazione delle professioni, quale elemento di certificazione della corretta applicazione della normativa, anche al fine di ridurre l'area d'evasione fiscale, semplificando i relativi adempimenti ed accentuando, semmai, i controlli ex post, coinvolgendo in essi gli stessi professionisti;
ad assumere iniziative per rendere compensabili debiti e crediti d'imposta, quale elemento di semplificazione amministrativa, prevedendo, altresì, di estendere le possibilità della cosiddetta «IVA per cassa» nell'ambito di una normativa europea armonizzata e adeguata;
ad assumere iniziative per prevedere, nel rispetto dei vincoli di bilancio allentati dagli esiti della spending review, che resta la via maestra per una riduzione del carico fiscale complessivo, maggiori aree di esenzione a favore della piccola e media impresa, con effetti immediatamente positivi sulla crescita del prodotto interno lordo e conseguenti benefici per la stessa finanza pubblica;
a adottare modelli standard per la dichiarazione IVA, come proposto dalla stessa Commissione europea, e meccanismi automatici di pagamento concordati preventivamente con l'Agenzia delle entrate, sulla base di una previsione triennale, con eventuale conguaglio a fine anno.
(1-00333) (Testo modificato nel corso della seduta) «Dorina Bianchi, Bernardo, Piso».
EUROVOC :politica fiscale
IVA
piccole e medie imprese
crescita economica
norma di commercializzazione
restrizione alla concorrenza
sviluppo economico