ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00243

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 118 del 14/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: ARGENTIN ILEANA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
BIONDELLI FRANCA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
CASATI EZIO PRIMO PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013
SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 14/11/2013


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00243
presentato da
ARGENTIN Ileana
testo di
Giovedì 14 novembre 2013, seduta n. 118

   La Camera,
   premesso che:
    è stimato che il fenomeno della disabilità interessi in complesso all'incirca il 15 per cento delle famiglie italiane;
    per il disabile il sostegno familiare è da sempre la più immediata e completa delle soluzioni ai bisogni assistenziali e ai problemi dell'integrazione sociale: ben il 68,2 per cento degli aiuti ricevuti dai disabili proviene infatti da parenti più o meno stretti anche se, una situazione simile, tuttavia, rischia di produrre situazioni di netto svantaggio per tutti i membri della famiglia, che spesso, per accudire ed assistere il disabile convivente, riducono la quantità di tempo dedicata al lavoro, con una conseguente riduzione del reddito, oppure decidono di affidarsi a quelle figure che ormai da tempo rappresentano la prima fonte di sostegno ed assistenza per gli individui non più autosufficienti: le cosiddette badanti;
    le associazioni dei familiari sono state indubbiamente, negli ultimi decenni, con gli operatori e le organizzazioni del terzo settore elemento di stimolo alle istituzioni ed hanno espresso con continuità un'azione che ha contribuito a promuovere importanti cambiamenti normativi, dalla legge n. 118 del 1971 alla n. 517 sull'integrazione scolastica del 1977, alla 18 del 1980 sull'indennità di accompagnamento, alla n. 104, legge quadro in materia di assistenza e di integrazione sociale, alla n. 68 sull'inserimento lavorativo;
    si tratta sicuramente di un complesso di leggi che hanno promosso un rilevante processo di integrazione sociale, sviluppando una rete di servizi e di opportunità ma che non affrontano quello che viene definito il problema del «dopo»;
    infatti, ciò che da sempre preoccupa maggiormente i genitori di persone disabili riguarda il «dopo», il momento in cui essi diventano anziani e non possono più assistere un figlio che non è in grado di far fronte autonomamente alle necessità della vita quotidiana e soprattutto il momento in cui i genitori non ci saranno più e il figlio disabile dovrà trovare chi lo assiste;
    il problema del Dopo (dopo la nascita di un bambini disabile, dopo il trattamento riabilitativo, dopo la scuola, dopo la morte dei genitori....) è giustamente sentito come un problema che consapevolmente va costruito «durante noi» e questo, spesso, paralizza il dialogo fra le famiglie e lo Stato e le organizzazioni sociali preposte;
    tutto questo genera solamente tensioni, chiusure, regressioni e una forzata ricerca di soluzioni individuali che spesso si rivelano non adeguate, costose e a volte del tutto negative;
    manca, infatti, ad oggi, un quadro complessivo di norme ed agevolazioni che consentano alle famiglie prima di tutto e alle istituzioni locali di definire, programmare ed attuare percorsi individualizzati che garantiscano tutela assistenziale, qualità della vita e integrazione nel territorio di appartenenza a quanti vedono di giorno in giorno venir meno il sostegno e la tutela familiare;
    è invece compito dello Stato andare incontro alle necessità di tutti i suoi cittadini, specialmente di quei cittadini e di quelle famiglie che giornalmente vivono il dramma e le preoccupazioni di avere un familiare disabile sia garantendo loro soluzioni pubbliche con finanziamenti statali sia predisponendo normative volte ad introdurre soluzioni privatistiche, tutte comunque aventi come obiettivo la tutela della persona disabile,

impegna il Governo:

   ad individuare le risorse finanziare necessarie e ad approvare insieme alle regioni, ognuno per le proprie competenze, linee guida valevoli su tutto il territorio nazionale volte ad incrementare il sistema di protezione sociale e di cura per le persone affette da disabilità grave e prive del sostegno familiare nonché ad assumere iniziative per prevedere regimi fiscali agevolati per le erogazioni liberali in denaro in favore dei programmi di intervento per la tutela e l'assistenza dei soggetti disabili che restano privi di un'adeguata assistenza;
   ad assumere iniziative per prevedere e disciplinare anche nel nostro ordinamento, per coloro che ne facciano richiesta, l'istituzione di fondi di sostegno «trust» a favore di persone disabili offrendo così la garanzia di una struttura blindata esclusivamente diretta a garantire tutta l'assistenza necessaria e la migliore qualità di vita possibile attraverso anche la tutela del patrimonio familiare che si vuole destinare, prevedendo anche regimi fiscali agevolati per la costituzione del fondo stesso;
    ad adottare iniziative normative volte ad agevolare la sottoscrizione di polizze previdenziali ed assicurative finalizzate alla tutela delle persone disabili, in particolar modo nel momento del «dopo di noi».
(1-00243) «Argentin, Lenzi, Amato, Biondelli, Burtone, Capone, Casati, D'Incecco, Grassi, Iori, Patriarca, Scuvera».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

disabile

politica fiscale

integrazione sociale

adattamento scolastico

contratto assicurativo