ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00185

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 79 del 18/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 18/09/2013
TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 18/09/2013
OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 18/09/2013
LO MONTE CARMELO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 18/09/2013
DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 18/09/2013
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 18/09/2013
ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 18/09/2013
PLANGGER ALBRECHT MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 18/09/2013
FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 18/09/2013
BRUNO FRANCO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API) 18/09/2013


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00185
presentato da
CAPELLI Roberto
testo di
Mercoledì 18 settembre 2013, seduta n. 79

   La Camera,
   premesso che:
    la grave crisi energetica che colpisce l'economia mondiale, sommata all'allarme dovuto al cambiamento climatico prodotto dall'immissione in atmosfera di crescenti quantitativi di diossido di carbonio (di gran lunga il principale «gas-serra»), sta attirando una crescente attenzione sul ruolo delle fonti rinnovabili;
    le strategie di sviluppo economico e di tutela del territorio sono influenzate, e sempre più nel futuro saranno condizionate, dalle politiche energetiche. Una qualificazione della politica energetica in termini di sviluppo tecnologico e di gestione sostenibile delle risorse territoriali passa per una chiara visione del ruolo delle energie rinnovabili e, in primis, delle bioenergie;
    il controllo del consumo di energia europeo e il maggiore ricorso all'energia da fonti rinnovabili, congiuntamente ai risparmi energetici e ad un aumento dell'efficienza energetica, costituiscono parti importanti del pacchetto di misure necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e per rispettare il protocollo di Kyoto della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e gli ulteriori impegni assunti a livello comunitario e internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra oltre il 2012. Tali fattori hanno un'importante funzione anche nel promuovere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, nel favorire lo sviluppo tecnologico e l'innovazione e nel creare posti di lavoro e sviluppo;
    le stime sulla quantità di energia ricavabile dalla biomassa (bioenergia) sono variabili ma entro il 2050 essa potrebbe arrivare a coprire il 50 per cento del fabbisogno energetico mondiale. Una parte di questa verrà utilizzata per la produzione di biocarburanti, più ancora per produrre biogas e il rimanente per alimentare le centrali energetiche;
    il decreto legislativo n. 28 del 2011, attuativo della direttiva europea 2009/28/CE ha previsto per l'Italia l'obbligo di utilizzare al 2020 il 17 per cento di energia da rinnovabili sul totale dell'energia consumata (energia elettrica, termica e per i trasporti). L'obiettivo per l'Italia è di arrivare al 2020 a una produzione energetica nazionale da rinnovabili pari al 14,3 per cento (vale a dire il 17 per cento meno la quota importata), partendo da una produzione attuale dell'8,2 per cento;
    la Conferenza Stato-regioni nella riunione del 22 febbraio 2013 ha dato il via libera allo schema di decreto (Ministero dello sviluppo economico di concerto con quello dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) sul burden sharing, cioè sulla ripartizione tra le regioni e province autonome della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili;
    per arrivare alla quota del 14,3 per cento di energia da rinnovabili l'Italia dovrà puntare su biogas, geotermia, eolico e solare, in particolare quello termodinamico. Inoltre, una quota crescente di energia verde dovrà essere ottenuta riducendo i consumi energetici attraverso l'efficienza energetica;
    l'energia è dunque un best driver per lo sviluppo economico di Paese e, l'Italia, è fortemente dipendente in tal senso, rispetto alla media europea, dall'importazione di combustibili fossili, soprattutto gas naturale e petrolio, da cui fa derivare la maggior parte di produzione di energia elettrica;
    da alcuni anni comunque il Governo italiano ha dedicato crescente attenzione alle energie alternative, come dimostra anche il «piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili» che punta a coordinare la politica energetica con le politiche industriali, ambientali e della ricerca e innovazione tecnologica, a condividere gli obiettivi con le regioni, attraverso i PEAR, Piani energetici ambientali regionali;
    nell'ambito, dunque, del processo di revisione della politica energetica nazionale un dato rilevante viene evidenziato all'interno del rapporto Svimez 2012: sul fronte delle energie rinnovabili (solare fotovoltaica, eolica e biomasse), il Mezzogiorno presenta un vantaggio competitivo rispetto al Centro-nord dovuto all'esistenza di un rilevante potenziale rinnovabile, derivante dall'irraggiamento solare, dal vento e dalle biomasse. È nel Sud che è stata prodotta la quota prevalente, pari circa al 66 per cento, di tutta l'energia italiana generata da queste tre fonti. Per il solare fotovoltaico, vero punto di forza nel Meridione, al 2011 era installata una potenza di oltre 4.858 megawatt, pari a circa il 40 per cento del totale, con la Puglia in testa tra tutte le regioni italiane. Per l'eolico il Mezzogiorno è protagonista dello sviluppo, in virtù delle caratteristiche del suo territorio: sia in termini di potenza che di aerogeneratori installati, le regioni meridionali pesano, al 2011, il 98 per cento del totale. Nel Sud sono localizzati 97 impianti di biomasse, pari a circa il 15 per cento del totale nazionale, per una potenza di 753 megawatt corrispondente al 32 per cento della potenza installata nel Paese. Nel 2010 il Mezzogiorno ha assunto un ruolo particolarmente importante nella crescita della produzione degli impianti a biomasse, in quanto ha contribuito alla produzione nazionale per il 40 per cento. Infine, per quanto riguarda la geotermia, anche qui il Mezzogiorno presenta un forte vantaggio competitivo rispetto al resto del Paese: oltre che in Toscana e nel Lazio, ricadono proprio nel Sud le zone italiane con la maggiore ricchezza geotermica, come il Tirreno meridionale, la Campania, la Sicilia, l'enorme area off shore che va dalle coste campane alle isole Eolie alla Sardegna e alla Puglia;
    il Mezzogiorno potrebbe dunque avere un ruolo fondamentale per concorrere a conseguire importanti obiettivi energetici per tutto il Paese, in particolare prendendo in considerazione tra le rinnovabili la geotermia dal momento che le aree italiane con la maggiore ricchezza geotermica si trovano lungo il Tirreno meridionale estendendosi dalla Campania sino alla Sicilia;
    la geotermia potrebbe acquisire un ruolo altamente strategico, sia per la produzione di energia elettrica che per il riscaldamento. Questo essenzialmente per due motivi: il primo, perché è l'unica fonte energetica che potrebbe essere utilizzata sulla base delle risorse naturali presenti, nel nostro Paese, in quantità molto maggiore degli altri Paesi europei (eccetto l'Islanda) e, in proporzione all'estensione del territorio, di ogni altro Paese al mondo; il secondo, perché le tecnologie di utilizzo sono nate in Italia, che è ancor oggi estremamente competitiva. Le tecnologie necessarie al suo utilizzo industriale sono infatti ampiamente presenti sul mercato nazionale;
    l'energia geotermica inoltre offre, diversamente dalle altre fonti rinnovabili, un'elevata versatilità di dimensione di impianto, adattandosi sia ad una produzione con piccoli impianti diffusi sul territorio, sia ad una tipologia di distribuzione concentrata su pochi grandi impianti;
    la produzione geotermo-elettrica è inoltre continua e costante e, proprio in virtù di queste caratteristiche, necessita di reti di distribuzione più semplici di quelle che sarebbero necessarie per ottenere la migliore utilizzazione dell'energia elettrica generata da altre fonti. La risorsa geotermica ha anche il vantaggio, rispetto al solare fotovoltaico e all'eolico, di richiedere, a parità di potenza installata (ed ancor di più a parità di produzione energetica annuale), un'occupazione di territorio estremamente più modesta, ed anche un impatto paesaggistico potenziale notevolmente più basso,

impegna il Governo:

   a prevedere un coordinamento delle risorse messe a disposizione per lo sviluppo delle energie rinnovabili con particolare riferimento a quelle europee, nazionali e regionali che, messe in sinergia con quelle degli investitori privati e con l'applicazione di tecniche finanziarie che favoriscano il partenariato potrebbero risultare strategiche per la crescita del Mezzogiorno;
   a valutare l'opportunità di attivare una maggiore sinergia del Mezzogiorno con i mercati emergenti dell'area euro-mediterranea al fine di sfruttare le sue potenzialità in campo di produzione di energia geotermica, riducendo, così, nel contempo i costi di approvvigionamento di energia.
(1-00185) «Capelli, Pisicchio, Tabacci, Ottobre, Lo Monte, Di Gioia, Pastorelli, Alfreider, Plangger, Formisano, Bruno».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione dell'ambiente

politica energetica

energia rinnovabile

produzione d'energia

inquinamento atmosferico

energia dolce

risorse rinnovabili

Mezzogiorno