ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00155

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 59 del 24/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: PRATAVIERA EMANUELE
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 26/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/07/2013


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00155
presentato da
PRATAVIERA Emanuele
testo di
Mercoledì 24 luglio 2013, seduta n. 59

   La Camera,
   premesso che:
    il codice frontiere Schengen, entrato in vigore il 13 ottobre 2006, ha introdotto un codice comunitario contenente norme e procedure relative all'attraversamento delle frontiere esterne dell'Unione;
    il 12 giugno 2013 il Parlamento europeo ha approvato il «pacchetto governance di Schengen», già informalmente concordato con il Consiglio UE, composto da due regolamenti: un primo che istituisce un nuovo meccanismo di valutazione della conformità alle regole per far fronte a situazioni d'emergenza ed un secondo regolamento modifica il codice frontiere di Schengen e introduce regole comuni per la temporanea reintroduzione dei controlli alle frontiere interne in casi eccezionali. Questo pacchetto dovrebbe essere adottato formalmente dal Consiglio in autunno;
    nella dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione si legge che questi nuovi meccanismi costituiscono una risposta adeguata all'invito espresso dal Consiglio europeo nelle conclusioni del 24 giugno 2011 di migliorare la cooperazione e la fiducia reciproca tra gli Stati membri nello spazio Schengen e creare un sistema di monitoraggio e di valutazione efficace e affidabile che garantisca l'applicazione delle regole comuni e il rafforzamento, l'adeguamento e l'estensione dei criteri in base all'acquis di Schengen, pur ricordando che le frontiere esterne dell'Europa devono essere gestite in modo efficace e coerente, in base a responsabilità comune, solidarietà e cooperazione pratica;
    inoltre si dichiara che la modifica del codice frontiere Schengen rafforzerà il coordinamento e la cooperazione a livello dell'Unione fornendo criteri per un eventuale ripristino dei controlli di frontiera da parte degli Stati membri e un meccanismo dell'UE per rispondere alle situazioni di autentica criticità, ove il funzionamento globale dello spazio senza controlli alle frontiere interne sia messo a rischio;
    la creazione di uno spazio in cui è assicurata la libera circolazione delle persone attraverso le frontiere interne è una delle principali conquiste dell'Unione europea. In tale spazio senza controlli alle frontiere interne, occorre dare una risposta comune alle situazioni che incidono gravemente sull'ordine pubblico o sulla sicurezza interna di questo spazio o di alcune sue parti o di uno o più Stati membri, che autorizzi il ripristino del controllo di frontiera alle frontiere interne in circostanze eccezionali senza compromettere il principio della libera circolazione delle persone;
    il codice frontiere Schengen (Schengen Borders Code – SBC) già consente che controlli alle frontiere interne siano temporaneamente ristabiliti in circostanze eccezionali che potrebbero costituire una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna. Il SBC così come modificato dal Parlamento europeo chiarisce che qualunque reintroduzione di controlli alle frontiere interne costituisce un'eccezione e può avvenire solo come misura di ultima istanza, per un periodo di tempo limitato, in base a specifici criteri oggettivi e a una valutazione monitorata a livello di Unione;
    il ripristino del controllo di frontiera alle frontiere interne può eccezionalmente essere necessario in caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna a livello di spazio senza controlli alle frontiere interne o a livello nazionale, in particolare a seguito di attentati o minacce terroristiche o di minacce connesse alla criminalità organizzata;
    secondo il pacchetto approvato, conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia, una deroga al principio fondamentale della libera circolazione delle persone deve essere interpretata in modo restrittivo e il concetto di ordine pubblico presuppone l'esistenza di una minaccia reale, attuale e sufficientemente grave per un interesse fondamentale della società;
    il pacchetto di riforme prevede, inoltre, che in caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna, i controlli possono essere ristabiliti per 30 giorni, termine che può essere prolungato per un massimo di sei mesi. Come si può quantificare il termine massimo di una condizione che di per se non è quantificabile;
    l'abolizione dei controlli alle frontiere interne presuppone una piena fiducia reciproca tra gli Stati membri per quanto concerne le rispettive capacità di dare attuazione completa alle misure di accompagnamento che consentono di abolire detti controlli;
    la politica dell'Unione europea nel settore delle frontiere esterne mira a una gestione integrata per garantire un livello elevato e uniforme di controllo e sorveglianza. A tal fine, dovrebbero essere istituite norme comuni in materia di criteri e procedure di controllo delle frontiere esterne, tenuto conto delle pressioni specifiche e sproporzionate cui sono sottoposti alcuni Stati membri alle rispettive frontiere esterne. Le norme dovrebbero essere governate dal principio di solidarietà tra Stati membri;
    il Parlamento europeo, nel pacchetto Schengen, ha specificato che la migrazione e l'attraversamento delle frontiere esterne di un gran numero di cittadini di Paesi terzi non dovrebbero in sé essere considerate una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna;
    l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex) è un'istituzione che ha come scopo quello di coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne, aeree marittime e terrestri degli Stati della UE e l'implementazione di accordi con i Paesi confinanti con l'Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere;
    il commento dell'onorevole Peter Van Dalen (ECR) all'approvazione del pacchetto di riforme sia stato del tutto negativo segnalando come tramite Schengen sia diventata più difficile la lotta alla criminalità organizzata, condividendo così la posizione dell'eurodeputato Lorenzo Fontana (EFD) che ha parlato della necessità di controlli e di rimpatri nel caso di alti flussi migratori;
    tutte le previsioni macroeconomiche degli istituti ed organismi accreditati fotografano un Paese in una situazione di vera e propria recessione;
    la grave congiuntura economico-finanziaria che sta attraversando il nostro paese ha determinato e determinerà ancora di più nei prossimi mesi rilevanti ricadute negative sull'occupazione. I lavoratori più a rischio – anche per la tipologia delle loro mansioni e dei relativi contratti – saranno sicuramente i lavoratori stranieri. Tale situazione creerà rilevanti problemi non solo sotto il profilo strettamente occupazionale, ma anche dal punto di vista della sicurezza pubblica, considerato il rischio attuale che molti stranieri, perdendo il posto di lavoro – in assenza di altri ammortizzatori sociali quali la famiglia e la comunità di appartenenza – finiscano per incrementare le fila della criminalità;
    ormai il nostro Stato è diventato un territorio di passaggio per paesi più attraenti dal punto di vista delle possibilità di trovare un posto di lavoro;
    a parere dei proponenti il contrasto alla criminalità organizzata deve anche essere garantita facendo adeguati controlli alle frontiere sia interne che esterne si deve essere consci che le migrazioni irregolari rappresentano per le organizzazioni criminali una redditizia fonte di guadagno prontamente impiegata in altri traffici illeciti;
    con la bella stagione, ricominciano gli sbarchi di clandestini nelle regioni del sud. In un'informativa urgente il Ministro dell'interno, l'onorevole Alfano, ha confermato che gli sbarchi sono in evidente ripresa e che nel solo mese di giugno 2013 sono stati 35 gli sbarchi, a fronte degli 86 dall'inizio dell'anno, con l'arrivo di un totale di 2.670 persone che si vanno ad aggiungere alle oltre 4.300 arrivate nei primi cinque mesi dell'anno per un totale di circa 7.200;
    questi numeri confermano il trend che era già evidente nel 2011 e nel 2012 all'indomani degli sconvolgimenti provocati dalla cosiddetta «primavera araba». È assai probabile che gli sbarchi registrati negli ultimi giorni sulle coste del nostro stato siano destinati a continuare o addirittura ad aumentare;
    l'isola di Lampedusa, la zona più colpita da questi flussi migratori, non è solo una nostra frontiera esterna ma è anche la zona di confine tra l'Africa e l'Europa. Il nostro Paese infatti occupa una posizione strategica in Europa e nel Mediterraneo;
    secondo i dati dell'OIM tra le nazionalità più rappresentate nel corso degli sbarchi del 2013 si registrano soprattutto cittadini somali ed eritrei, seguiti da egiziani e pakistani. Immigrati giunti dalla Siria sono stati finora circa 600;
    alla luce di questi continui sbarchi come può il Parlamento europeo considerare che la migrazione e l'attraversamento delle frontiere esterne di un gran numero di cittadini di Paesi terzi non debba essere considerato una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna;
    secondo i proponenti in linea di principio Schengen va bene ma se ci fosse un controbilanciamento ovvero se si possa dare l'opportunità concreta ai Paesi membri di poter rimpatriare i cittadini comunitari che si sono resi colpevoli di gravi reati e di attuare responsabili controlli alle frontiere;
    è necessario avviare uno studio sui flussi migratori che proceda: alla raccolta di dati ed all'elaborazione di statistiche sulle migrazioni internazionali, sulla popolazione dimorante abitualmente e sull'acquisizione della cittadinanza, sui permessi di soggiorno e sul soggiorno di cittadini di Paesi extracomunitari, nonché sui rimpatri; al monitoraggio del fenomeno della disoccupazione degli stranieri titolari di permesso di soggiorno conseguente alla crisi economica in atto e alla formulazione di politiche attive di reinserimento di tali categorie di lavoratori; all'analisi della capacità recettiva del Paese, in rapporto alle singole realtà territoriali, in riferimento ai posti di lavoro disponibili nei diversi settori occupazionali, alla disponibilità di alloggi, alla disponibilità e al costo dei servizi garantiti; all'analisi dell'impatto dell'immigrazione sotto il profilo del rapporto tra costi e benefici con particolare riguardo ai pubblici servizi; all'analisi del grado di integrazione degli stranieri presenti sul territorio nazionale anche in rapporto ai paesi di provenienza; alla formulazione di proposte per la revisione del meccanismo dei flussi di ingresso di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, finalizzate ad includere nelle quote annualmente stabilite anche gli ingressi nel territorio dello Stato per motivi di rincongiungimento familiare;
    è necessario che il Governo italiano si faccia promotore e sia soggetto principale di una coerente e persistente iniziativa europea per fronteggiare un problema che investe tutta l'Europa,

impegna il Governo:

   a farsi promotore, alla luce di quanto evidenziato in premessa, di una modifica dei regolamenti approvati dal Parlamento europeo il 12 giugno 2013 e ad adoperarsi affinché, in sede di Consiglio, non ci si limiti ad una loro adozione formale;
   a chiedere all'Unione europea e alle istituzioni europee un aiuto concreto indirizzandogli una richiesta urgente di intervento per gestire l'emergenza sbarchi, che il nostro Stato si troverà sicuramente ad affrontare, come accaduto anche negli anni precedenti, dovendo mettere in campo tutti i mezzi a sua disposizione con costi elevati, non delegando il problema alla sola Italia, che è il naturale porto di approdo delle disperazioni dei cittadini dei Paesi terzi, e che con molte difficoltà riesce ad accogliere le istanze dei propri cittadini;
   a chiedere nelle opportune sedi comunitarie che l'aiuto da parte dell'Europa non si limiti al solo campo finanziario, bensì l'Europa si impegni a rispettare il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri nel suo complesso, così come prescritto dall'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente ai controlli alle frontiere, all'asilo e all'immigrazione;
   a richiedere un potenziamento della presenza nel Mediterraneo dell'Agenzia Frontex, anche attraverso l'adeguamento di mezzi ed uomini, e la previsione di una secondaria sede operativa sul territorio italiano o in alternativa se intenda istituire un’«Agenzia per l'organizzazione dell'immigrazione illegale» nel nostro Stato che svolga funzioni di coordinamento in collaborazione con Frontex e con gli altri organismi dei Paesi europei per una gestione consapevole dei migranti, tenendo in considerazione la posizione del nostro stato che si trova ad essere un territorio di frontiera di fronte agli sbarchi incontrollati da parte dei Paesi terzi;
   a chiedere nelle opportune sedi comunitarie che l'Europa si faccia promotrice di intese ed accordi multilaterali con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per un pattugliamento congiunto delle coste;
   a considerare, qualora situazioni impreviste, connesse allo scoppio di disordini o conflitti sulla sponda meridionale del Mediterraneo, determinino afflussi eccezionali di migranti, la possibilità di coinvolgere anche l'Alleanza Atlantica nel contrasto del fenomeno;
   a trovare un intesa tra tutti i Paesi membri per garantire la distribuzione sul tutto il territorio europeo dei migranti così che il nostro Stato possa porre fine al suo ruolo di «sostituto dell'Europa» perché il problema dei flussi migratori è un problema globale che investe tutta l'Europa non solo l'Italia;
   ad assumere iniziative volte a contenere l'arrivo di nuova manodopera immigrata nel nostro Stato, anche assumendo le necessarie iniziative per sospendere l'adozione dei decreti che determinano i flussi di ingresso per i lavoratori extracomunitari.
(1-00155) «Prataviera, Allasia, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Rondini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cittadino straniero

controllo alla frontiera

dogana

libera circolazione delle persone

lotta contro la criminalita'

migrante