ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00082

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 31 del 11/06/2013
Abbinamenti
Atto 1/00045 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00074 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00078 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00079 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00080 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00081 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00087 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00089 abbinato in data 11/06/2013
Atto 6/00014 abbinato in data 11/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: TINAGLI IRENE
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 10/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
CAPUA ILARIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
NESI EDOARDO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
CIMMINO LUCIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
OLIARO ROBERTA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
MOLEA BRUNO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/06/2013
LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 11/06/2013


Stato iter:
11/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/06/2013
Resoconto TINAGLI IRENE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/06/2013
Resoconto D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BIANCHI DORINA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto MARZANO MICHELA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/06/2013
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto ROCCELLA EUGENIA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 11/06/2013
Resoconto LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/06/2013

DISCUSSIONE IL 11/06/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/06/2013

ACCOLTO IL 11/06/2013

PARERE GOVERNO IL 11/06/2013

APPROVATO IL 11/06/2013

CONCLUSO IL 11/06/2013

Atto Camera

Mozione 1-00082
presentato da
TINAGLI Irene
testo di
Martedì 11 giugno 2013, seduta n. 31

   La Camera,
   premesso che:
    la relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza, presentata al Parlamento dal Ministro della salute il 9 ottobre 2012, ha mostrato come in Italia il numero dei ginecologi obiettori di coscienza sia in considerevole aumento, passando, nei soli anni tra il 2005 e il 2009, dal 58,7 per cento al 70,7 per cento. Si è rilevato un aumento di obiettori anche tra gli anestesisti, passati dal 45,7 per cento al 51,7 per cento. Percentuali superiori all'80 per cento tra i ginecologi si registrano principalmente al Sud: 85,2 per cento in Basilicata, 83,9 per cento in Campania, 82,8 per cento in Molise, 81,7 per cento in Sicilia e 81,3 per cento a Bolzano. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al Sud, con un massimo di più di 77 per cento in Molise e Campania e 75,6 per cento in Sicilia;
    parallelamente risultano in preoccupante aumento gli aborti dichiarati come «spontanei», passati secondo i dati Istat, dai quarantamila del 2008 ai settantacinquemila del 2011, un aumento del 75 per cento, che, secondo molte fonti, potrebbe essere il frutto di interventi illeciti non eseguiti in modo corretto;
    indagini delle forze dell'ordine testimoniano una crescente diffusione di fenomeni, come il contrabbando di farmaci (misoprostolo clandestino), che inducono l'interruzione di gravidanza con forti rischi per la salute e la vita delle donne, e il proliferare di cliniche e ambulatori fuorilegge. Solo nell'ultimo anno sono stati calcolati 188 procedimenti penali aperti per violazione della legge n. 194 del 1978, molti dei quali verso insospettabili professionisti che agivano indisturbati tra le mura dei loro studi;
    l'elevata presenza di medici obiettori sembra riflettersi anche sull'operatività e l'efficacia dei consultori nelle loro funzioni di prevenzione e supporto della donna nelle fasi antecedenti all'interruzione di gravidanza. Come evidenziato nella sopra citata relazione del Ministro della salute al Parlamento, l'efficacia ed il ruolo dei consultori nei processi di prevenzione e supporto all'interruzione di gravidanza appaiono in molti casi indebolita dalla mancanza di figure mediche adeguate o disponibili al rilascio del documento e della certificazione necessaria per l'interruzione volontaria della gravidanza, soprattutto al Sud. Un elemento che allontana le donne da queste strutture e dai loro indispensabili servizi di informazione, prevenzione e supporto. Infatti, nonostante i tassi di presenza di consultori sia di 1,5 consultori pubblici ogni 10.000 donne in età 15-49 anni tanto nell'Italia settentrionale quanto in quella meridionale; tuttavia, mentre al Nord il 50,6 per cento delle certificazioni per l'interruzione volontaria della gravidanza passano dai consultori, al Sud solo il 20,6 per cento e nelle isole addirittura il 15,8 per cento. In queste aree le donne, temendo di vedersi rifiutare la certificazione o di venire giudicate dal personale dei consultori, si rivolgono direttamente alle strutture che effettuano le interruzioni di gravidanza bypassando interamente il percorso consultoriale;
    l'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza è previsto e disciplinato dall'articolo 9 della legge n. 194 del 1978, secondo cui «il personale sanitario ed esercente le attività ausiliare non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l'interruzione di gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza». Tuttavia, la stessa legge ne disciplina e regolamenta l'uso, stabilendo che «gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8» e stabilendo, inoltre, che la regione controlli e garantisca l'attuazione e l'effettiva erogazione di tali servizi «anche attraverso la mobilità del personale», una misura scarsamente se non per niente utilizzata dalle strutture fino ad oggi;
    l'obiezione di coscienza si configura, quindi, come un diritto della persona, ma non della struttura, che ha l'obbligo di erogare le prestazioni sanitarie previste dalla legge. La tutela del legittimo diritto all'obiezione di coscienza non può mettere a rischio la tutela del diritto alla salute fisica e psichica della donna che la legge n. 194 del 1978 mira a garantire ed è necessario trovare modalità affinché entrambi i diritti possano convivere armonicamente;
    il Comitato nazionale di bioetica, nel parere sull'obiezione di coscienza formulato al Governo il 30 luglio 2012, sostiene la necessità di un diritto all'obiezione «sostenibile», che «non deve limitare né rendere più gravoso l'esercizio di diritti riconosciuti per legge, né indebolire i vincoli di solidarietà derivanti dalla comune appartenenza al corpo sociale». Il Comitato nazionale di bioetica raccomanda, inoltre, al Governo «la predisposizione di un'organizzazione delle mansioni e del reclutamento, negli ambiti della bioetica in cui l'obiezione di coscienza viene esercitata, che può prevedere forme di mobilità del personale e di reclutamento differenziato atti a equilibrare, sulla base dei dati disponibili, il numero degli obiettori e dei non obiettori»;
    non esistono al momento efficaci strumenti di monitoraggio, premialità o penalizzazione per verificare, stimolare o supportare l'effettiva funzionalità delle strutture preposte all'applicazione della legge n. 194 del 1978, nonché per analizzare adeguatamente l'impatto del fenomeno dell'obiezione di coscienza sulla loro funzionalità. Gli indicatori di efficienza attualmente rilevati, come, per esempio, i tempi di attesa per l'interruzione di gravidanza, non sono in grado, da soli, di valutare tali aspetti perché sono proprio le regioni e le strutture ospedaliere con minori obiettori ad attrarre maggiori richieste di interruzione volontaria della gravidanza e ad avere, quindi, liste di attesa più lunghe. Senza contare che, allo stato attuale, è praticamente impossibile verificare se le donne che si cancellano da una lista di attesa lo facciano perché hanno effettivamente cambiato idea o perché, all'allungarsi dei tempi d'attesa, decidono di ricorrere all'aborto clandestino,

impegna il Governo:

   a condurre un'analisi conoscitiva approfondita sull'impatto dell'obiezione di coscienza sull'applicazione della legge n. 194 del 1978, un'analisi condotta a livello di struttura e che si basi su dati e indicatori sufficientemente articolati in grado di affrontare il problema dell'interdipendenza tra presenza di personale non-obiettore e lunghezza delle liste di attesa;
   ad adottare tutte le iniziative di competenza necessarie affinché si garantisca il rispetto e la piena attuazione della legge n. 194 del 1978 in tutte le strutture del territorio, adottando, ove necessario, una revisione dell'organizzazione delle mansioni e del reclutamento delle strutture sanitarie che faccia leva sugli strumenti di mobilità del personale previsti dalla legge e che preveda forme di reclutamento differenziato atti a riequilibrare il numero di obiettori e non obiettori, così come raccomandato dal Comitato nazionale di bioetica;
   ad assumere iniziative per introdurre un sistema di monitoraggio costante e rigoroso delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti dalle regioni sul fronte dell'applicazione della legge n. 194 del 1978 e della tutela della salute della donna in tutte le strutture operanti sul loro territorio, collegando a tali risultati meccanismi di premialità e penalizzazione;
   a rafforzare l'attività dei consultori, monitorando l'effettiva disponibilità del personale che vi opera a erogare tutti i servizi legati alle richieste di interruzione volontaria della gravidanza e ad emettere le necessarie documentazioni, promuovendo una maggiore interazione tra questi e le strutture ospedaliere e definendo percorsi integrati secondo standard e procedure che consentano di seguire e supportare la donna in tutte le fasi legate all'interruzione volontaria della gravidanza e di valutarne poi i risutati (così come previsto dal progetto «obiettivo materno-infantile» varato nel 2000 e rimasto purtroppo inattuato nella maggior parte dei consultori);
   ad attivarsi perché l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica sia proposta come opzione alle donne che, entro i limiti di età gestazionale imposti dalla metodica, debbano poter scegliere quale percorso intraprendere, fornendo alle medesime la piena conoscenza delle modalità e dei rischi connessi;
(1-00082)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Tinagli, Andrea Romano, Capua, Nesi, Cimmino, Rabino, Zanetti, Vecchio, Oliaro, D'Agostino, Antimo Cesaro, Molea».
(11 giugno 2013)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno e vertente su materia analoga).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aborto

obiezione di coscienza

condizione della donna

sorveglianza dei medicinali

politica sanitaria

applicazione della legge

istituto ospedaliero