XVII Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 22 ottobre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 3 

Proposta di legge (Discussione e rinvio):
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 3 
Patriarca Edoardo (PD) , Relatore ... 3 
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 4 
Biondelli Franca (PD) , Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 4 
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 4 
Binetti Paola (PI)  ... 4 
Roccella Eugenia (NCD)  ... 5 
Baroni Massimo Enrico (M5S)  ... 5 
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 5 
Patriarca Edoardo (PD) , Relatore ... 5 
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 6 
Biondelli Franca (PD) , Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 6 
Vargiu Pierpaolo , Presidente ... 6 

ALLEGATO: Nuovo testo adottato come testo base ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIERPAOLO VARGIU

  La seduta comincia alle 14.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Discussione della proposta di legge Istituzione del «Giorno del dono» (C. 2422, approvata dal Senato).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge di iniziativa dei Senatori Ciampi e altri: Istituzione del «Giorno del dono» (C. 2422, approvata dal Senato).
  Ricordo che la XII Commissione ha già esaminato la proposta di legge in sede referente. Al termine dell'esame in sede referente, sulla base dei presupposti previsti dall'articolo 92, comma 6, del Regolamento, è stato richiesto il trasferimento di tale provvedimento alla sede legislativa, deliberato dall'Assemblea nella seduta del 14 ottobre 2014.
  Dichiaro quindi aperta la discussione sulle linee generali e do la parola al relatore, Edoardo Patriarca.

  EDOARDO PATRIARCA, Relatore. Grazie, presidente. Mi limito soltanto a riproporre molto brevemente gli articoli del testo di legge già conosciuti in questa Commissione e già discussi.
  L'articolo 1 riconosce nel 4 ottobre di ogni anno il giorno dedicato al dono.
  La Giornata intende offrire ai cittadini l'opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono recare alla crescita della società italiana, ravvisando in esse una forma di impegno e di partecipazione nella quale i valori primari della libertà e della solidarietà affermati dalla Costituzione trovano un'espressione degna di essere riconosciuta e promossa, in modo articolato e aperto, come emerge anche dall'esplicito accoglimento del principio di sussidiarietà avvenuto nel 2001.
  In occasione del Giorno del dono, l'articolo 2 dà facoltà di organizzare, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, iniziative, incontri, momenti comuni di riflessione, presentazioni, affinché la pratica del dono sia oggetto di attenzione in tutte le forme che essa può assumere e soprattutto riceva il conforto di adeguati approfondimenti culturali.
  La data scelta è quella del 4 ottobre, festa di San Francesco d'Assisi patrono d'Italia, già giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni.
  Il Giorno del dono non è dunque una giornata di raccolta fondi, ma l'occasione per valorizzare e coltivare la solidarietà degli italiani; un'opportunità per rendere esplicita l'importanza che la gratuità assume in ogni contesto sociale, economico e relazionale, e come il dono e soprattutto le scelte ad esso collegate concorrano al pieno sviluppo della persona umana che la Costituzione pone alla base del nostro ordinamento democratico.Pag. 4
  È con lo spirito richiamato in questo breve cenno che è stata proposta la Giornata del dono: non mera filantropia – potrebbe essere anche soltanto questo, ma non sarebbe sufficiente, sarebbe anzi uno svilimento di questa giornata – ma gratuità, reciprocità e strumento per costruire relazioni capaci di mobilitare quelle energie che la società talvolta lascia inoperose.
  Il dono è generazione e creazione di valore, di ricchezza per la comunità intera. È proprio questa l'intenzione che ha animato il Presidente emerito, senatore Carlo Azeglio Ciampi, primo firmatario al Senato di questo disegno di legge, fortemente voluto anche dall'Istituto italiano della donazione.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Patriarca. Do la parola al rappresentante del Governo, sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Naturalmente esprimo una valutazione favorevole sulla proposta in esame. Condivido anche gli aggiornamenti che sono stati posti in essere dal relatore.

  PRESIDENTE. Esattamente come avviene in Aula, trattandosi di una nostra attività in sede legislativa, sono ora previsti gli interventi dei parlamentari.
  La prassi normalmente comporta che ci sia la possibilità di un intervento per ciascun gruppo parlamentare. Do quindi la parola ai colleghi che intendono intervenire nel dibattito.

  PAOLA BINETTI. La prima considerazione – ma non sembri ironica – è che mi sembra già un dono che riusciamo oggi a votare questo disegno di legge in sede legislativa, come un riconoscimento della qualità del lavoro parlamentare, quindi anche dell'impegno da parte di tutti noi per fare uno sforzo positivo al fine di mettere in primo piano quelli che sono valori che contraddistinguono lo stile di vita di un Paese e anche l'impegno politico di chi ha fatto un'opzione forte accettando di stare in Parlamento.
  Mi fa piacere che questa legge venga approvata oggi nella nostra Commissione con un consenso pressoché globale, da parte di tutti, anche perché questo restituisce giustizia al dibattito che abbiamo svolto oggi sul provvedimento di riordino del terzo settore, laddove invece su tante iniziative in cui si riflette la cultura del dono – penso alle tante iniziative di volontariato, in cui ci si spende davvero al servizio degli altri – a volte si insinua la cultura del sospetto e tutto quello che in fondo fa riferimento a conflittualità di interessi, manipolazioni, insomma a qualcosa che toglie energia a questa dimensione umana che deve caratterizzare la qualità dei rapporti umani.
  Il disegno di legge è stato discusso, credo con grande passione e con grande convinzione da parte di tutti noi. Se ne coglie la dimensione immateriale: questo è un disegno di legge che non ha il suo capitolato di spesa, perché nella dimensione del dono si coglie più ciò che uno è di ciò che uno ha. Questo forse permette di capire meglio il passaggio che ha fatto il collega Patriarca, distinguendo tra una sorta filantropia e la donazione di sé.
  In questo caso, nulla toglie ovviamente alla capacità di dare cose, ma quello che con questa giornata si vuole sottolineare è la capacità di dare se stessi, di dare tempo, di dare energie, la capacità di mettersi in gioco perché i bisogni emergenti di chi ci sta intorno possano trovare una risposta nella semplicità della testimonianza personale e nella semplicità della testimonianza di tante associazioni che nascono con l'unico obiettivo di fondo di una cultura del dono, di una cultura del servizio, che richiede una capacità di venire incontro alle fasce più fragili, tenendo conto che la fragilità assume ogni volta forme diverse.
  Però la fragilità ci sarà sempre, quindi c’è bisogno di una cultura rinnovata che sappia riconoscerla, a volte anche attraverso sovrastrutture che la rendono meno decifrabile, affinché lì dove c’è, ad esempio, Pag. 5quella grande forma di fragilità che è la solitudine, si trovi una risposta positiva in questa nostra capacità di stare accanto all'altro e non soltanto di lasciarci assorbire esclusivamente dai nostri problemi e dai nostri interessi.
  Quindi, nell'esprimere voto favorevole, ringrazio il relatore, il Governo e rivolgo un ringraziamento anche al senatore Ciampi che ha proposto la legge.

  EUGENIA ROCCELLA. Anch'io ringrazio prima di tutto l'onorevole Patriarca e i colleghi che hanno collaborato per arrivare a questa legislativa, quindi per arrivare a un risultato. Non sempre riusciamo, nonostante tanto lavoro – anche Paola Binetti l'ha sottolineato – ad arrivare a risultati tangibili.
  Questa scelta, tra l'altro, mi fa molto piacere perché riconosce un particolare e prezioso tratto della cultura italiana. Quando ero sottosegretario al welfare e c'era l'anno europeo del volontariato, la prima cosa che abbiamo notato, nel confronto con gli altri Paesi, era l'idea profondamente diversa di volontariato: mentre nel tessuto sociale e nel senso comune delle persone in Italia il volontariato è dono, parte dal dono, parte da una gratuità (di prestazione personale, di dono di oggetti, del sangue, di tessuti, visto che siamo la Commissione che si occupa della sanità pubblica), nelle altre nazioni non è così. Onestamente, invece, pensavo che fosse così, quindi sono stata sorpresa e ho anche avuto la conferma dell'eccezione italiana e di quanto particolare e preziosa sia questa vocazione al volontariato, al dono, alla gratuità e quanto sia un tratto essenziale della tenuta sociale del nostro Paese.
  Ho sempre pensato che questa particolare vocazione sia una proiezione della tenuta della famiglia. È nella famiglia che noi impariamo la gratuità, il dono; è lì che impariamo a dare non secondo i diritti, non secondo le capacità contributive, ma secondo i bisogni.
  Questa particolare tradizione famigliare italiana – a volte si dice familista, ma io penso che sia anche questa preziosa – poi si riverbera sul sociale proprio attraverso il volontariato, la cultura del dono e via dicendo.
  Oggi questa cultura è un po’ in crisi, è messa in crisi dal contesto, dalla post-modernità, dalle tentazioni di un individualismo estremo, che non fa i conti con l'appartenenza di ognuno di noi a un tessuto di relazioni. Penso, dunque, che sia importante in particolare oggi ricordare che il dono è un elemento fondamentale di qualunque comunità.
  Voglio ricordare anche i rischi esistenti proprio a livello sanitario. È ormai affermato nel mondo un mercato di cellule e tessuti del corpo umano che apre a nuove forme di sfruttamento da cui io spero che l'Italia sia tenuta lontana.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor presidente, vorrei sottolineare alcuni aspetti relativamente all'istituzione del Giorno del dono. Non vorrei che fosse un'operazione culturale per sminuire o schiacciare culture altrettanto importanti. Ho sentito qui dentro parlare di cultura del sospetto. La scuola del sospetto è una vera e propria scuola filosofica che porta alla verità, a riscoprire l'individuo in un'altra dimensione, dopo un'esistenza che, a volte edulcorata da situazioni anche in contesti familiari e familistici, come è stato accennato precedentemente, non permette di vivere una vita piena.
  Noi non abbiamo alcun problema nel lasciar passare questa proposta di legge, ricordando che non vorremmo che le istituzioni più alte della Repubblica scivolassero in un tentativo di appropriazione, se vogliamo non corretta, di ciò che lo Stato dovrebbe fare. Per quanto ci riguarda, questo tipo di sentimenti e di afflati riguardano molto più l'ambito del privato che l'ambito del pubblico.

  PRESIDENTE. Do la parola al relatore per la replica.

  EDOARDO PATRIARCA, Relatore. Voglio solo aggiungere che il testo che ci accingiamo a votare aveva avuto il parere favorevole della I e della VII Commissione, Pag. 6e una richiesta di modifica (che abbiamo accolto in sede referente) della V Commissione.
  Propongo quindi di adottare il testo approvato in sede referente in questa Commissione, come testo base, per il prosieguo della discussione.

  PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario se intende aggiungere qualche considerazione a quanto espresso dai colleghi in discussione generale.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Non intendo aggiungere nulla.

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
  Il relatore propone di adottare come testo base per il seguito della discussione il nuovo testo licenziato in sede referente, risultante dall'approvazione di un articolo aggiuntivo che ha recepito la condizione apposta al parere espresso dalla V Commissione Bilancio (vedi allegato).
  Pongo in votazione l'adozione del testo base secondo la proposta del relatore.
  (È approvata).

  Propongo che il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento sia fissato alle ore 18 della giornata odierna.
  (Così rimane stabilito).
  Rinvio il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

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ALLEGATO

Istituzione del «Giorno del dono» C. 2422, approvata dal Senato.

NUOVO TESTO ADOTTATO COME TESTO BASE

Istituzione del «Giorno del dono»

Art. 1.

  1. La Repubblica italiana riconosce il 4 ottobre di ogni anno «Giorno del dono», al fine di offrire ai cittadini l'opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono recare alla crescita della società italiana, ravvisando in esse una forma di impegno e di partecipazione nella quale i valori primari della libertà e della solidarietà affermati dalla Costituzione trovano un'espressione altamente degna di essere riconosciuta e promossa.

Art. 2.

  1. In occasione del «Giorno del dono» di cui all'articolo 1, possono essere organizzati, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, cerimonie, iniziative, incontri, momenti comuni di riflessione, presentazioni, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, affinché l'idea e la pratica del dono siano oggetto di attenzione in tutte le forme che possono assumere e affinché la loro importanza riceva il conforto di approfondimenti culturali e di testimonianze riguardanti le esperienze di impegno libero e gratuito che di fatto si realizzano nella società italiana.
  2. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di cui alla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 3.

  1. Il «Giorno del dono» di cui all'articolo 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.