XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 27 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

Indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Sollo Pasquale  ... 5 
Tabacci Bruno , Presidente ... 5 
Taricco Mino (PD)  ... 5 
Angioni Ignazio  ... 5 
Tabacci Bruno , Presidente ... 7  ... 7 

ALLEGATO: Documento conclusivo approvato ... 8

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Esame ed approvazione del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale.
  La bozza del documento è stata illustrata nella riunione dell'Ufficio di presidenza che si è svolta martedì scorso ed è stata, quindi, inviata a tutti i componenti della Commissione. Nel redigerla, abbiamo avuto modo di misurare l'importante lavoro svolto in pochi mesi e di apprezzare particolarmente l'attiva partecipazione di diversi componenti della Commissione, che, con i loro interventi e le loro osservazioni, hanno consentito di approfondire diversi temi.
  Rispetto alla bozza che abbiamo presentato la settimana scorsa abbiamo apportato poche modifiche, evidenziate in azzurro, per aggiornare il quadro conoscitivo, tenendo conto, in particolare, dei rapporti allegati alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017, che, com'è noto, è stato approvato dal Governo pochi giorni fa.
  Nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 19 settembre e nella mail di trasmissione della bozza ho già riepilogato i contenuti del documento, che si articola in sette paragrafi. La premessa inquadra l'indagine nell'ambito delle altre iniziative assunte dalla Commissione, mostrando la linea di continuità che percorre i nostri lavori. Viene, quindi, riportato il programma dell'indagine. Nel terzo paragrafo si dà conto delle audizioni svolte e delle memorie presentate. Il paragrafo 4 contiene le sintesi delle audizioni svolte. Il paragrafo 5 delinea gli elementi di contesto, individuando le questioni intorno alle quali ha ruotato l'indagine conoscitiva. Il paragrafo 6 indica alcune delle semplificazioni possibili e necessarie. Il paragrafo 7 contiene le conclusioni. Mi soffermo in questa sede sugli ultimi tre paragrafi.
  Il paragrafo 5, dedicato agli elementi di contesto, evidenzia il quadro in chiaroscuro delineato dall'indagine, affrontando due questioni, quella culturale e quella strutturale del sistema impositivo italiano. Nella questione culturale rientra la reciproca diffidenza tra cittadini e Stato. I primi hanno spesso difficoltà ad accettare senza riserve il loro ruolo di contribuenti. Da tale difficoltà deriva la diffusione di elusione ed evasione fiscale, che, a sua volta, determina un atteggiamento di diffidenza delle Istituzioni, spesso portate a trattare i contribuenti come potenziali evasori.
  Il documento individua gli elementi fondamentali su cui poggia questo circolo vizioso della non eccelsa qualità media dei servizi pubblici erogati e della reazione dello Stato e degli enti locali alla diffusa elusione ed evasione fiscale, che si traduce Pag. 4in un aggravio impositivo per coloro che si comportano correttamente e in un sistema fiscale estremamente complesso, caratterizzato da una vasta quantità di tributi, di adempimenti e di scadenze.
  La chiave di lettura offerta dal documento è sostanzialmente questa: la questione culturale si traduce in una complessità strutturale difficilmente aggredibile, perché una seria e complessiva riforma del sistema impone un orizzonte temporale lungo per poter condurre un'analisi scrupolosa ed esaustiva dello stato dell'arte e un equilibrato bilanciamento degli interessi. Prevale, invece, come per certi versi è fisiologico, la ricerca del gettito, procedendo per aggiustamenti successivi e con misure il cui impatto non sempre viene accuratamente valutato prima e da cui nascono il moltiplicarsi degli adempimenti e delle scadenze, la volatilità delle norme e la loro stratificazione, nonché la sostanziale disapplicazione dello Statuto del contribuente.
  In più, l'eterna transizione nei rapporti finanziari tra Stato e autonomie territoriali si traduce in instabilità e provvisorietà nella distribuzione del potere di entrata e di quello di spesa. Alla transizione consegue l'incertezza e all'incertezza si accompagna l'indeterminatezza delle responsabilità.
  Sotto questo profilo, annota il documento, la vecchia imposta di famiglia, applicata nel periodo dal 1868-1974, pur non senza criticità, aveva il vantaggio di consentire ai comuni di disporre di una fotografia dell'agiatezza dei nuclei familiari e ai contribuenti di valutare come i comuni di residenza impiegavano i soldi percepiti con l'imposta.
  Inoltre, a rendere ancora più complesso il quadro si aggiunge l'area dell'amplissima forbice aperta dalla dialettica tra la regola, il principio generale dell'imposizione fiscale e l'eccezione, la deviazione legale da questo principio via esenzioni, agevolazioni e regimi sostitutivi di favore. Il documento richiama, in particolare, la relazione finale redatta da un gruppo di lavoro sull'evasione fiscale chiamato dal ministro dell'economia e delle finanze pro tempore Giulio Tremonti ad analizzare questo ambito, il quale ha censito e classificato ben 720 misure che costituiscono eccezioni alle regole, in quanto prevedono esenzioni, agevolazioni e regimi sostitutivi di favore.
  Infine, non vanno dimenticate le clausole di salvaguardia, che devono essere disinnescate ogni anno con la legge di bilancio per scongiurare aumenti sostanziosi dell'aliquota IVA e delle accise. Le risorse assorbite dalla clausola di salvaguardia, puntualmente indicate nel documento, pregiudicano risolutivi interventi riformatori.
  Quasi tutti questi elementi sono emersi nel corso delle audizioni, unitamente alla percezione delle novità registrate negli ultimi anni, già segnalate nel programma dell'indagine, che consiste in un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuenti, ispirato a quella che con termine anglosassone si definisce compliance, che si potrebbe forse tradurre come «una reciproca e piena lealtà».
  Tutte le misure in campo per assicurare rapporti leali dovrebbero consentire di ridurre l'estesa area dell'evasione fiscale. Il documento sottolinea come la questione sia diventata di qualche interesse per la politica soltanto negli ultimi anni, con un primo monitoraggio di quella che viene definita «economia non osservata», cui concorrono l'economia malavitosa, l'economia irregolare e l'economia informale.
  Il documento richiama, in proposito, la seconda relazione redatta nel 2017 dalla Commissione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, che stima in oltre 35 miliardi il mancato gettito IVA per il 2015, pari al 26,4 per cento dell'imposta che potenzialmente si sarebbe dovuta riscuotere, con un'incidenza sul PIL pari al 2,1 per cento. Su questo fronte il documento richiama le positive esperienze in cui si è instaurato un conflitto di interesse tra acquirente e venditore garantendo al primo ampie detrazioni fiscali.
  Il paragrafo 6, sul presupposto che la semplificazione è la porta di ingresso al cambiamento culturale e alla rivisitazione del sistema fiscale, suggerisce i seguenti obiettivi di carattere generale: ridurre il numero dei tributi a livello statale e locale, evitando le sostanziali duplicazioni oggi esistenti Pag. 5 (l'esempio classico è la duplicazione IMU-TASI) e compiendo una riflessione sulle addizionali, che, per loro natura, non evidenziano il nesso pagamento delle imposte-erogazione dei servizi e, quindi, non consentono l'emersione delle responsabilità; accorpare le scadenze; rivisitare le misure che costituiscono eccezioni alle regole in quanto prevedono esenzioni, agevolazioni e regimi sostitutivi di favore, al fine di valutarne una razionalizzazione e una stabilizzazione; generalizzare, anche con regimi di carattere sperimentale, il conflitto d'interessi tra contribuenti per favorire l'emersione dell'evasione fiscale; portare avanti il processo di digitalizzazione, che già ha prodotto importanti risultati, anche nel settore doganale, e che è fondamentale sia per la migliore erogazione dei servizi fiscali, sia a presidio della legalità. Nell'implementare la digitalizzazione, sarà indispensabile evitare le disfunzioni, le duplicazioni e le complicazioni da più parti denunciate; rispettare la previsione dello Statuto del contribuente, la cui costante elusione è stata richiamata in quasi tutte le audizioni.
  Nelle conclusioni si rilancia ancora il tema del rispetto delle regole contenute nello Statuto del contribuente, dalle quali sembra anche emergere una netta preferenza per gli strumenti legislativi ordinari, che invece costituiscono l'eccezione rispetto all'uso consolidato e intrecciato di decretazione d'urgenza e legislazione delegata. Anche su questo il documento invita a una riflessione per ricondurre alla normalità un settore cruciale e indubbiamente sotto stress, soprattutto dopo la prolungata crisi economico-finanziaria degli ultimi anni. Il ritorno a una situazione più serena sotto questo profilo potrebbe e dovrebbe indurre il legislatore a interventi più coordinati e meditati per le vie ordinarie, al fine di dare stabilità e univoca direzione alla normativa in materia fiscale.
  Questa è la sintesi del documento che abbiamo predisposto. Invito i colleghi che lo desiderino a intervenire.

  PASQUALE SOLLO. Intervengo solo per rimarcare la completezza del documento conclusivo che sintetizza il lavoro svolto dalla Commissione dando ascolto a tutte le voci interessate al tema del fisco.

  PRESIDENTE. Ricordo che questa iniziativa è partita con la spinta del senatore Angioni e ha poi coinvolto diversi colleghi che hanno partecipato alla nutrita serie di audizioni, di cui l'ultima quella del nuovo responsabile dell'Agenzia delle entrate, che si è appena insediato al vertice dell'Agenzia. Il lavoro è stato fatto con la consueta attenzione. Questa sarebbe per noi la quarta indagine, con la quale probabilmente abbiamo concluso anche i lavori di questa legislatura, fatta eccezione per i pareri sugli schemi di decreto attuativi della riforma della pubblica amministrazione.

  MINO TARICCO. Voglio semplicemente esprimere un apprezzamento per il lavoro svolto di sintesi e di confronto con stakeholder e attori protagonisti di tutto il sistema fiscale con cui sono chiamati a confrontarsi cittadini e imprese.
  Il sistema fiscale di questo Paese, come è emerso bene anche da tante audizioni, ha intrapreso sicuramente il percorso che va nella giusta direzione, ma ci sono ancora tante correzioni di tiro da fare. Credo che molti dei suggerimenti che emergono nel paragrafo 6 di questo documento colgano le questioni maggiormente poste dai soggetti che abbiamo incontrato e audito.
  Ritengo, quindi, che possano rappresentare un importante contributo alla definizione di una strategia che in qualche misura, ovviamente, riguarderà più le prossime legislature che questa, quasi giunta al termine. Sicuramente, però, alcune strade che sono bisognose di un rafforzamento possono introdurre significativi benefici alla costruzione nei fatti di quella compliance che parrebbe essere al centro della nuova strategia di rapporto tra fisco e cittadini e imprese.
  Esprimo quindi un parere sicuramente positivo sul lavoro fatto e la convinzione che potrà essere un elemento importante per migliorare il quadro con cui cittadini e imprese sono chiamati a confrontarsi.

  IGNAZIO ANGIONI. Nel ringraziare per il lavoro che gli uffici ci hanno consentito Pag. 6di fare in questi mesi e, in particolare, da ultimo in questa indagine, osservo che siamo riusciti anche un po’ in maniera privilegiata ad avere uno spaccato di alcune tra le più gravi sofferenze del nostro tessuto sociale, produttivo ed economico.
  In merito alla questione fiscale, credo che all'inizio dell'indagine l'obiettivo fosse quello di confermare, se ce ne fosse ancora bisogno, il fatto di come si concilino due elementi nel nostro sistema di regole e di norme fiscali. Mi riferisco al fatto di avere un ordinamento tra i più farraginosi, se non il più farraginoso d'Europa (indubbiamente uno tra i più farraginosi di tutto l'Occidente) e un'evasione fiscale patologica, anche quella ai limiti del record, e in Europa, e in Occidente.
  Io credo che questa indagine – che ci ha dato la possibilità di confrontarci con i protagonisti, sia i tecnici, sia quelli che le tasse le devono pagare per la professione che svolgono – ci confermi, ancora una volta, non solo che i due elementi non si intrecciano e non si mantengono l'uno con l'altro, ma addirittura che un sistema molto farraginoso probabilmente comporta delle falle nel nostro sistema, nel nostro ordinamento, che invece permettono quella evasione.
  Se nel nostro Paese ormai a scendere in piazza non sono soltanto i contribuenti, ma sono addirittura i tecnici, i tributaristi e i commercialisti, come è avvenuto anche poco fa con una manifestazione insolitamente partecipata per quella categoria di professionisti, vuol dire che assistiamo a un segnale di chi dice che ormai il sistema è così probabilmente patologicamente stratificato che neppure i tecnici del diritto tributario e fiscale sono capaci di mantenere il passo delle norme prodotte dal Governo e dal Parlamento.
  Ritengo che un punto che dobbiamo segnalare – un po’ mi rendo conto che è la scoperta dell'acqua calda, ma credo che l'abbiamo anche certificato sentendo tutti i protagonisti – sia il fatto che a una severità, a mio giudizio, eccessiva del nostro sistema non corrisponde necessariamente una lealtà di tutti i contribuenti in Italia.
  Un articolo del Sole 24 Ore di qualche giorno fa riportava che noi abbiamo addirittura delle norme – si parla di «selva di inutili norme» – che non si comprende ormai più bene che cosa ci stiano a fare nel nostro sistema. La riscossione di alcuni tributi nel nostro sistema è più onerosa di quanto lo Stato incassi da essi. Tra l'altro, abbiamo anche il superesperto commercialista in Commissione che ne sa, da questo punto di vista, decisamente più di noi.
  Per affrontare seriamente questo argomento, devo riconoscere che in questi anni il Governo ha fatto delle cose importanti, a iniziare dalla semplificazione del modello 740, che è iniziata nel 2015 e che in questi due anni si è implementata anche con obiettivi sempre più coraggiosi, in un sistema come il nostro. Tuttavia, se una cosa seria dobbiamo dirla, è che ormai la stratificazione è tale, trattandosi di una stratificazione pluridecennale di norme che sono, tra l'altro, anche di competenza di fonti diverse, per cui chi propone bacchette magiche per risolvere questa situazione in 2-3 mesi non può dire la verità.
  Ci vuole un percorso, che secondo me è stato iniziato positivamente, ma che bisognerà seguire con molta serietà e determinazione anche con momenti di grande coraggio. Nel nostro sistema fiscale, ovviamente, ci sono due elementi che devono essere pilastri anche per il futuro: uno è l'equità contributiva, l'altro è la certezza che tutti paghiamo le tasse. Rispetto a quei due elementi ci devono essere delle norme e ci deve essere un'amministrazione di un dato tipo.
  Mi rifaccio molto al rappresentante dell'Agenzia delle entrate, che è stato tutto fuorché un poliziotto fiscale ed è stato il primo a dire che abbiamo bisogno di un'amministrazione fiscale efficiente, amica del cittadino, che non abbia un atteggiamento poliziesco sull'accertamento ex post, ma che inizi tutto l'anno ad avere un rapporto diretto con il cittadino contribuente, sia per anticipare eventuali errori, sia per correggerli senza passare per vie giuridiche.
  In conclusione – l'ha già detto il collega Taricco – come Partito Democratico, siamo assolutamente d'accordo sulla relazione conclusiva Pag. 7 di questo lavoro che abbiamo fatto. Ringrazio davvero il presidente per una dimostrata capacità di ascolto senza pregiudizi di settori e per un'apertura di interi spaccati della società del nostro Paese che ci hanno consentito in queste diverse indagini, e non soltanto nell'ultima, di fotografare quelle che possono essere le leve da utilizzare per rendere più chiaro, più efficiente e più rispondente ai bisogni e alle esigenze dei nostri cittadini il nostro sistema.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Angioni.
  Se non ci sono altri interventi, ringrazio i colleghi che sono intervenuti nel dibattito.
  Pongo, quindi, in votazione la proposta di documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili in materia fiscale (vedi allegato).

  È approvata.

  PRESIDENTE. Come in occasione delle precedenti indagini, il documento appena approvato potrà essere oggetto di un convegno di presentazione che vedremo di organizzare con gli uffici della Camera e del Senato, di cui potremmo parlare in una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, assieme alla definizione della prosecuzione dell'attività normale della Commissione.
  Dichiaro conclusa l'indagine conoscitiva.

  La seduta termina alle 8.45.

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