XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 19 di Mercoledì 24 febbraio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE SEMPLIFICAZIONI POSSIBILI NEL SUPERAMENTO DELLE EMERGENZE

Esame del documento conclusivo.
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 
Tosato Paolo  ... 3 
Petrenga Giovanna (FdI-AN)  ... 4 
Montroni Daniele (PD)  ... 4 
Angioni Ignazio  ... 4 
Tabacci Bruno , Presidente ... 5 
Tosato Paolo  ... 5 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Tosato Paolo  ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 

ALLEGATO: Documento conclusivo approvato dalla Commissione ... 7

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Esame del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. La seduta di oggi è dedicata all'esame del documento conclusivo dell'indagine.
  Ricordo che il 17 febbraio scorso ho trasmesso a tutti i componenti della Commissione la bozza da me predisposta e nella riunione dell'Ufficio di presidenza di giovedì scorso si è svolto un primo confronto tra di noi.
  Nel redigerla, ho avuto modo di misurare l'imponente lavoro svolto in pochi mesi e di apprezzare particolarmente l'attiva partecipazione di diversi componenti della Commissione, che con le loro domande e le loro osservazioni hanno consentito di approfondire diversi temi.
  Riepilogo in sintesi i contenuti del documento, che si articola in 7 paragrafi.
  La premessa inquadra l'indagine nell'ambito delle altre iniziative assunte dalla Commissione, mostrando la linea di continuità che la lega alla precedente indagine sulla semplificazione legislativa e amministrativa, che ha dato qualche esito anche legislativo.
  Viene, quindi, riprodotto il programma dell'indagine.
  Nel terzo paragrafo si dà conto delle audizioni svolte e delle memorie presentate.
  Il paragrafo 4 delinea gli elementi del contesto ordinamentale: la crescente complessità e intersecazione delle questioni, in un ordinamento che si basa spesso sulla complicazione; le politiche di semplificazione in atto, che hanno già prodotto qualche risultato e si pongono obiettivi importanti; il massiccio ricorso alle deroghe in caso di emergenza; la stratificazione normativa che si crea per fronteggiare le singole emergenze; la disparità di trattamento tra situazioni simili, che può essere superata attraverso la definizione di una cornice normativa semplificata.
  Il paragrafo 5 dà conto del quadro normativo vigente, delle novità intervenute negli ultimi mesi e dei progetti in itinere (in particolare, la delega al Governo per il riordino del sistema della protezione civile).
  Nel paragrafo 6 si tracciano i pilastri di quella che dovrebbe essere la nuova cornice normativa, che dovrebbe avere un duplice obiettivo: individuare una disciplina semplificata da applicare in maniera stabile e uniforme in caso di eventi emergenziali, eventualmente graduando questi ultimi in base alla loro gravità; verificare se le norme di semplificazione così introdotte non possano essere applicate in via generale a regime.
  Si indicano, quindi, per i diversi settori – previdenziale, tributario, finanziario, della finanza pubblica, delle attività economiche, ambientale, edilizio, di tutela dei beni culturali – gli interventi di semplificazione possibili, sia operando sulle norme vigenti, spesso stratificate e frammentarie, Pag. 3sia prevedendo nuovi istituti. Il complesso degli interventi proposti integrerebbe la nuova disciplina applicabile per il superamento delle emergenze.
  Infine, il paragrafo 7, tirando le conclusioni dell'indagine, propone di finalizzarne le risultanze promuovendo: un dibattito sul documento conclusivo, cui invitare i rappresentanti del Governo più direttamente interessati all'esercizio delle due deleghe e il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione; un lavoro di approfondimento, da effettuare con le strutture di Governo e con esperti, volto all'elaborazione di una nuova disciplina normativa – organica, stabile e semplificata – applicabile in caso di calamità naturali.
  Questo è, in sintesi, il documento che abbiamo predisposto. Invito i colleghi, se lo ritengono, a intervenire sul documento.
  Il collega Vicepresidente Taricco mi ha mandato un messaggio e ha detto che è contestualmente impegnato in un'altra Commissione alle prese con emendamenti. Mi ha riferito, però, che condivide il testo.
  La sintesi è che su questo documento, che mi pare piuttosto preciso e importante, vogliamo realizzare rapidamente un confronto operativo con il Governo, in particolare con i Ministri interessati all'esercizio delle deleghe e con il Ministro Madia, in maniera da arrivare a una sintesi estrema. Vogliamo realizzare, poi, magari con l'aiuto di esperti del Consiglio di Stato, l'elaborazione di una nuova disciplina normativa che sia organica, stabile e semplificata, come dice il documento, e che sia applicabile nel caso di calamità naturali, che – ahimè – non sono un'eccezione, ma spesso rappresentano per il nostro Paese una sorta di continuità. Questo è il meccanismo.
  Do la parola ai colleghi.

  PAOLO TOSATO. Rispetto al documento non ho particolari osservazioni da fare, partendo dal presupposto che il compito della nostra Commissione è quello legato alla semplificazione delle norme per risolvere dei problemi nella gestione delle emergenze. Non è compito nostro stabilire quante risorse debbano essere utilizzate nell'affrontare questi temi. Ciò esula dai nostri compiti. Tuttavia, non posso non evidenziare che, per esempio, anche nella gestione delle emergenze ci siano stati dei comportamenti diversi.
  Ne cito uno. Vedo che proprio al punto 4 si parte con il prendere in esame il tema della tromba d'aria che ha colpito la Riviera del Brenta. In Veneto, terra dalla quale provengo, ci sono state due grandi emergenze legate a fatti clamorosi rispetto a precipitazioni intense e a fenomeni che non potevano essere controllati. C’è stata nel 2010 un'intensità di precipitazioni che ha praticamente mandato sott'acqua il Veneto.
  In quell'occasione, il Governo stanziò 300 milioni di euro. In parte essi furono destinati alla realizzazione di opere per sanare quel dissesto idrogeologico che colpisce la nostra regione, come credo colpisca tante altre regioni italiane. In parte furono destinati a risanare anche i danni subìti da privati cittadini, secondo un controllo effettuato con la regione, che aveva il compito tassativo, in collaborazione anche con la Corte dei conti, di verificare che effettivamente le risorse fossero destinate a chi le meritava e a chi effettivamente aveva subìto dei danni. Ci fu un lavoro ben fatto da questo punto di vista e, quindi, ci fu un ristoro anche dei danni a privati.
  Nella vicenda successiva che ha colpito la Riviera del Brenta, invece, non c’è stato alcun aiuto sostanziale in termini economici a favore dei privati, se non una norma, che era contenuta nella legge di stabilità del 2016, quella della concessione di finanziamenti agevolati. Perfetto. Ottima iniziativa, che rischia, però, di rimanere incompleta e insufficiente a fronte di persone che hanno perso tutto e che fanno fatica attraverso prestiti agevolati a risolvere i propri problemi.
  Capisco che stiamo affrontando il tema rispetto a norme che devono essere applicate in questi casi. Credo, però, che si debba decidere se sia compito dello Stato andare incontro alle esigenze dei cittadini che in queste vicende perdono ogni proprio Pag. 4bene, o perdono beni di grande valore, dalla casa a mezzi importanti, come automobili – beni propri, in sostanza – o se, invece, lo Stato in questi casi non debba intervenire perché è compito esclusivamente del privato assicurarsi di fronte a eventi di questa eccezionalità.
  Ci sono stati nel passato – ne ho dato dimostrazione con quanto detto – comportamenti diversi a seconda delle vicende che si sono verificate e del periodo nel quale si sono verificate. Questo ha riguardato il Veneto, ma credo che abbia riguardato tanti altri territori. Chiederei che, anche da questo punto di vista, ci sia una presa di posizione che, a mio avviso, dovrebbe essere quella di un intervento diretto da parte dello Stato, creando questi fondi di solidarietà e di aiuto finalizzati a ristorare i danni subìti dai privati, in merito ai quali non c’è un'univocità di comportamento o una scelta chiara e netta.
  L'altro aspetto è che possiamo utilizzare le norme nel miglior modo possibile, ma, se non c’è un piano complessivo d'investimenti per il risanamento del dissesto idrogeologico, possiamo anche fare qualcosa attraverso il lavoro di questa Commissione, ma la sostanza non la risolviamo. Anche su questo tema credo che serva un impegno maggiore da parte dello Stato, a prescindere dal Governo che amministri il momento contingente.

  GIOVANNA PETRENGA. Presidente, concordo pienamente con la risultanza di tutto il lavoro svolto, perché è piuttosto ampio e tiene conto di tutti gli aspetti che possono essere, poi, valutati in casi di calamità naturale, anche dal punto di vista del paesaggio, della vincolistica dei beni culturali e delle emergenze effettive da fronteggiare. È una proposta che, se dovesse produrre una norma legislativa, sortirebbe un buon risultato.

  DANIELE MONTRONI. Anch'io condivido il lavoro che è stato svolto nella redazione del documento conclusivo. Credo che sia un lavoro molto importante e prezioso, non solo per noi, ma, soprattutto, per il Governo, se vorrà utilizzarlo, come mi auguro. D'altronde, credo che proprio il Governo in questi anni abbia misurato di fronte alla calamità quanto sia complicato riuscire a rispondere a tutte le esigenze.
  Sottolineo anche il fatto che questo lavoro ci ha permesso di evidenziare quanto sia necessario intervenire per armonizzare le norme e i tanti soggetti che intervengono di fronte alle calamità naturali. Raccolgo l'invito del presidente e mi auguro che questo lavoro possa produrre, con il Governo, la possibilità di promuovere semplificazione e di essere pronti nel rispondere alle esigenze che mettono in grande difficoltà le popolazioni di fronte alle calamità naturali.
  Aggiungo che, per la prima volta, nella legge di stabilità 2016 si introduce un capitolo che dovrebbe servire a finanziare gli interventi dei privati di fronte a calamità naturale. Se non vado errato, ci sono circa 800 milioni di euro per dieci anni che dovrebbero servire proprio a rispondere a queste esigenze. Fino a oggi abbiamo avuto situazioni in cui si fa il monitoraggio e si raccolgono tutte le richieste, ma poi c’è una debolezza nel riuscire a rispondere a queste esigenze.

  IGNAZIO ANGIONI. Faccio una breve dichiarazione di voto. Intanto, ringrazio il presidente per il lavoro che ha fatto anche nel predisporre il documento, che mi sembra assolutamente corrispondere agli obiettivi che con le 18 audizioni degli ultimi tre mesi la Commissione si era posta.
  Tra l'altro, proprio da quelle audizioni emerge ancora una volta il fatto che, per quanto riguarda, in particolare, le questioni di situazioni emergenziali di qualunque natura, occorre coniugare differenti questioni, tutte di pari importanza: innanzitutto, la tempestività delle azioni pubbliche e l'efficacia di queste azioni, ma, anche, la loro trasparenza e l'omogeneità degli interventi in tutti i territori nazionali.
  Spesso, nelle diverse calamità che negli ultimi anni si sono succedute nel nostro Paese, diverse di queste esigenze sono Pag. 5venute meno per una pluralità di ragioni legate a vicende anche amministrative regionali. Noi stiamo facendo delle considerazioni che riguardano tendenzialmente la normativa nazionale. Non sottovaluterei, però, nel proseguire la nostra indagine e il nostro lavoro, neanche il legame con le impostazioni normative e amministrative delle diverse regioni, che sono diverse in Italia a seconda dei territori e delle regioni stesse.
  Il primo obiettivo che emerge anche da questo documento è, quindi, quello di avere intanto una cornice normativa che risponda alle quattro esigenze che dicevo, ma che sia il più possibile comprensibile agli operatori che la devono applicare e il più possibile semplificata. Il disegno di legge che delega il Governo al riordino della protezione civile, approvato in prima lettura alla Camera ed ora all'esame del Senato può effettivamente costituire la cornice normativa di riferimento generale sulla quale fare questa semplificazione e raggiungere questa omogeneità di intenti.
  In conclusione, giustamente nell'indagine – il documento lo riporta ampiamente – ci siamo occupati anche degli impatti che le calamità naturali hanno sui diversi soggetti coinvolti, non soltanto le amministrazioni pubbliche, ma anche i mondi delle professioni e, in particolare, i cittadini. Per questi – il documento lo sottolinea bene – avere una norma semplificata e delle norme di cornice significa innanzitutto avere, nell'ambito di una situazione di emergenza successiva a una calamità naturale, un unico soggetto pubblico di riferimento.
  Una delle ragioni, se non la principale, che tiene sospesi i cittadini anche per diversi anni – sia sulle questioni di contribuzione, sia sulle questioni che riguardano la possibilità di ricostruire i beni persi o distrutti nella calamità – è proprio lo sfarinamento, la molteplicità di soggetti con risposte non sempre univoche, anzi spesso contraddittorie, che poi, dopo diversi anni, fa perdere proprio la possibilità di avere risposte rispetto a quello che si chiede.
  A nome del PD esprimo un parere convintamente positivo per il documento. Grazie.

  PRESIDENTE. Il senatore Tosato ha suggerito un'integrazione. Immagino che si potrebbe fare così: a pagina 15, nel settore della finanza pubblica, dopo l'esclusione dal Patto di stabilità di tutte le spese connesse alle emergenze, si potrebbe inserire una frase in cui, prendendo atto, come lei diceva, che questo esula dalle competenze della Commissione, si precisa che la nuova cornice normativa dovrebbe poggiare anche su adeguate risorse e prevederne un utilizzo uniforme in presenza di situazioni analoghe. Questo mi pare il senso. Non possiamo entrare nello specifico della vicenda del Veneto, ma credo che fissare questo principio potrebbe essere il modo di recuperare sia l'osservazione che lei ha fatto, sia quella che era sottesa nell'intervento del senatore Angioni.
  Ho sentito il cenno alle questioni territoriali. Potremmo inserire questo elemento. Più di questo non possiamo fare. Ho capito quello che lei ha detto, ma è un profilo molto preciso.

  PAOLO TOSATO. Apprezzo la proposta del presidente e credo che sia utile. Per essere chiaro, esprimerò un voto di astensione rispetto al documento per le motivazioni che ho addotto. Non vado a mettere in discussione ciò che è contenuto. La mia astensione è legata al fatto che, comunque, questa risposta è una piccola parte rispetto al grande problema di queste emergenze che è la disponibilità delle risorse.
  Sottolineo al collega che ha citato questi fondi a disposizione e i finanziamenti agevolati a favore dei soggetti privati che una cosa è la concessione di finanziamenti agevolati e un'altra è il ristoro a fondo perduto dei danni subìti. Poiché lo Stato in passato ha adottato anche questa scelta, il fatto che tale opzione non venga considerata e non venga più utilizzata dallo Stato per me è un aspetto negativo, che prevale rispetto a tutto il buon lavoro e alle buone Pag. 6intenzioni che possono esserci alla base di un documento come questo.

  PRESIDENTE. Ovviamente, registro le posizioni. Voglio solo obiettare che, oggettivamente, abbiamo fatto questa indagine conoscitiva su iniziativa del collega Prataviera. Ci siamo attenuti, in maniera notarile, alla registrazione di tutti gli effetti che si sono determinati ascoltando i soggetti interessati. In realtà, lei esprime un voto non sul documento, ma su una strategia di carattere generale, rispetto alla quale non ho nulla da dire.

  PAOLO TOSATO. Credo di essere libero di poterlo fare.

  PRESIDENTE. Certo, ma anch'io sono libero di mettere in evidenza che il suo voto va oltre la condivisione del documento. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti in questi mesi. Devo dire che, pur lavorando a cavallo con impegni sia delle due Camere, sia delle Commissioni competenti di merito, la vostra presenza è stata incoraggiante.
  Prendendo atto delle dichiarazioni che si sono espresse, metto in votazione il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze.
  È approvato con l'astensione del senatore Tosato.
  Il convegno di presentazione del documento potrebbe svolgersi martedì 22 marzo prossimo nel pomeriggio nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, che abbiamo già provveduto a prenotare. Questa sala non è disponibile sempre. Mi auguro che in quella sede possano intervenire diversi componenti della Commissione.
  Comunico, infine, che è stato assegnato alla Commissione lo schema di decreto legislativo recante «Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza», predisposto in base alla delega contenuta nell'articolo 7 della legge n. 124 del 2015.
  Il termine per l'espressione del parere scade il 17 aprile prossimo. Sullo schema deve ancora essere espresso il parere del Consiglio di Stato, in mancanza del quale la Commissione non può pronunciarsi.
  Questo è quanto ci hanno scritto i Presidenti delle Camere. Mi riservo, quindi, di convocare una riunione dell'Ufficio di presidenza per calendarizzarne l'esame.
  La seduta è tolta.

  La seduta termina alle 8.45.

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ALLEGATO

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