XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 26 novembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE SEMPLIFICAZIONI POSSIBILI NEL SUPERAMENTO DELLE EMERGENZE

Audizione del direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (ABI), Giovanni Sabatini.
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Sabatini Giovanni , direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (ABI) ... 3 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (ABI), Giovanni Sabatini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze, del direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (ABI), Giovanni Sabatini, che è accompagnato dal vicedirettore generale, Gianfranco Torriero, dalla dottoressa Maria Carla Gallotti dell'ufficio rapporti istituzionali e dal dottor Gianluca Smiriglia dell'ufficio stampa.
  La Commissione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze, ha già audito i rappresentanti della Cassa depositi e prestiti, che ci hanno parlato dello sviluppo spontaneo di un modello cooperativo tra la Cassa, il sistema bancario, lo Stato e gli altri livelli di governo locale.
  Il dottor Sabatini ci dirà se, anche a suo avviso, si è sviluppato questo modello cooperativo spontaneo e quali misure si possono adottare per velocizzare e semplificare l'erogazione dei finanziamenti agevolati, che soggiace a un complesso di regole in parte stabilite da una convenzione tra l'Associazione bancaria italiana e la Cassa depositi e prestiti e in parte contenute nella normativa e nelle ordinanze commissariali.
  Ringraziando i nostri ospiti per la loro presenza e per la memoria scritta che ci hanno consegnato, che sarà pubblicata negli atti dell'indagine, do la parola al dottor Sabatini per lo svolgimento della relazione.

  GIOVANNI SABATINI, direttore generale dell'Associazione bancaria italiana (ABI). Ringrazio il presidente, gli onorevoli deputati e senatori, anche a nome del presidente Patuelli, per questa opportunità.
  Nella memoria sono ripercorsi più in dettaglio gli interventi attuati, a fronte delle diverse calamità che hanno colpito negli ultimi anni l'Italia, dall'Associazione bancaria in collaborazione con Cassa depositi e prestiti. Nella mia esposizione mi limiterò quindi a ripercorrere i fatti salienti, focalizzando l'attenzione soprattutto sulle proposte di semplificazione. Ovviamente sono a disposizione, insieme ai colleghi, per rispondere a domande più di dettaglio.
  A fronte delle calamità naturali che si sono verificate, quali terremoti e inondazioni, il sistema bancario ha assunto due tipologie di interventi sia con iniziative Pag. 4spontanee sia rispondendo a sollecitazioni del Governo e dei governi regionali, soprattutto attraverso una collaborazione forte con Cassa depositi e prestiti. Le due tipologie cui faccio riferimento sono, da un lato, gli interventi di tipo emergenziale, volti a dare sollievo alle popolazioni, alle imprese e alle famiglie colpite dagli eventi calamitosi nell'immediatezza della calamità naturale, e dall'altro gli interventi necessari alla ricostruzione.
  L'esperienza di questi anni, ancorché positiva – lo sforzo del settore nei due filoni è stato sicuramente imponente –, ha evidenziato come, di volta in volta, sia per quanto riguarda il superamento dello stato di emergenza sia per quanto riguarda la ricostruzione, si sia intervenuti in maniera frammentaria attraverso misure che hanno richiesto interventi correttivi anche di legislazione primaria. Questo ha creato difficoltà nella fase implementativa, soprattutto sotto il profilo della tempestività.
  Gli accordi con Cassa depositi e prestiti, che erano stati finalizzati attraverso un forte sforzo organizzativo da parte delle strutture bancarie presenti sui territori, sono stati all'ultimo momento rivisti per mutati orientamenti normativi e per l'emersione di nuove esigenze. Abbiamo notato soprattutto che, a fronte di fenomeni analoghi, come ad esempio il terremoto dell'Aquila e il sisma che ha colpito l'Emilia-Romagna, gli interventi sono stati difformi nonostante avessero le stesse finalità. Questo crea difficoltà al settore nel dare una risposta tempestiva perché non si riescono ad approntare in maniera organica, omogenea e standardizzata le misure di intervento sul territorio.
  Da questo punto di vista, vorrei sottolineare che, per quello che riguarda il filone degli interventi emergenziali, ci siamo anche mossi, in coordinamento con le associazioni dei consumatori e il dipartimento della Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio, per arrivare alla definizione di un quadro organico, che raccogliesse, anche sulla base delle esperienze fatte, le misure da adottare attraverso le ordinanze della Protezione civile nel caso di eventi calamitosi.
  Pochi giorni fa abbiamo firmato con il dipartimento della Protezione civile e le associazioni dei consumatori un accordo che definisce gli elementi essenziali, ma standardizzati, che dovranno essere contenuti nelle ordinanze della Protezione civile riguardanti le misure, riferite al settore finanziario, da adottare in caso di calamità nazionali.
  I punti salienti sono: la facoltà dei mutuatari di richiedere la sospensione del pagamento delle rate di mutuo; la definizione di un ambito di applicazione predefinito della sospensione dei mutui; il periodo di sospensione, che, raccordandosi con il quadro normativo europeo, dovrebbe arrivare a un massimo di dodici mesi, perché altrimenti scatterebbe una serie di penalizzazioni in termini di assorbimento del capitale per le banche che concedessero questa moratoria; il contenuto dell'informativa da fornire alla clientela in merito all'operazione e ai costi di rimborso.
  Siamo quindi arrivati alla definizione, a fronte della conoscenza anticipata di ciò che il sistema dovrà fare o di ciò che gli sarà richiesto di fare nel caso si verifichino calamità naturali su tutto il territorio nazionale, di un quadro che garantisce la capacità del settore bancario di attrezzarsi ed essere pronto a rispondere al momento del verificarsi degli eventi.
  Per quanto riguarda invece la ricostruzione, abbiamo vari esempi di collaborazione con Cassa depositi e prestiti. Uno di questi è la messa a disposizione del cosiddetto «plafond ricostruzione Abruzzo». La Cassa depositi e prestiti metteva a disposizione una provvista, che poi sarebbe stata utilizzata dalle banche per erogare finanziamenti agevolati per la riparazione e la ricostruzione di immobili. Analoga finalità e analoghi contenuti, ancorché con modalità leggermente differenti, Pag. 5ha avuto il «plafond ricostruzione sisma 2016», di 6 miliardi di euro, finalizzato a consentire la ricostruzione per i soggetti che erano stati colpiti dal sisma nella regione Emilia-Romagna. Per la moratoria del sisma del 2012 è stato realizzato un ulteriore plafond, con cui sono state adottate misure a favore delle popolazioni delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Infine abbiamo il plafond «moratoria Sardegna», che ha una dotazione più modesta e interviene a favore dei soggetti danneggiati dall'alluvione nella regione Sardegna.
  Come dicevo, la vicenda degli interventi a favore delle popolazioni della regione Emilia-Romagna è stata particolarmente travagliata perché si è susseguita una serie di modifiche necessarie ad adeguare i termini dell'accordo tra Cassa depositi e prestiti e Associazione bancaria in funzione di esigenze, di volta in volta segnalate, che hanno modificato il perimetro dell'intervento.
  Tutto questo ha creato un clima di incertezza, nonché difficoltà a dare risposte immediate alle popolazioni colpite dal sisma. Non ripeto i vari interventi e le difficoltà che tutto questo ha comportato, ma credo che, sulla base dell'esperienza fatta, possano essere identificate le linee guida su cui costruire uno schema operativo, valido in maniera standardizzata su tutto il territorio nazionale.
  Facendo riferimento allo schema di base utilizzato negli accordi con Cassa depositi e prestiti, che trovava nelle norme di volta in volta adottate una cornice legislativa, si possono elencare gli elementi fondamentali. Il primo è lo stanziamento di un contributo pubblico da parte dello Stato per la copertura degli oneri connessi al finanziamento. Si tratta di interventi che richiedono la predisposizione di un apparato amministrativo e la disponibilità della rete distributiva delle banche a far fronte ad afflussi anche massicci di clientela. È un primo elemento da tenere in considerazione.
  Il secondo elemento è la messa a disposizione delle banche di un plafond finanziario da parte della Cassa depositi e prestiti o di un'altra istituzione. Questo plafond dovrebbe poi trovare la copertura di una garanzia dello Stato, anche al fine di evitare l'incremento dell'esposizione della banca nei confronti della Cassa depositi e prestiti, tenuto conto che anche Cassa depositi e prestiti è un soggetto vigilato, sottoposto al quadro della normativa bancaria e ai limiti di esposizione verso le singole banche.
  Inoltre, è necessaria, come è avvenuto nei vari interventi, la garanzia dello Stato sui finanziamenti concessi dalle banche ai soggetti beneficiari. Il fine, anche in questo caso, è minimizzare gli impatti in termini di oneri regolamentari definiti dal nuovo quadro di regole di Basilea II, cioè azzerare l'assorbimento di capitale richiesto alla banca a fronte di questi nuovi finanziamenti concessi.
  Il rimborso delle rate e delle spese di gestione potrà avvenire con il meccanismo, già sperimentato, del riconoscimento da parte dello Stato al beneficiario, che può cederlo alla banca, ovvero direttamente alla banca di un credito di imposta pari all'importo delle rate che via via maturano, in modo che questo possa essere utilizzato attraverso l'istituto della compensazione. È importante che questo credito d'imposta possa essere utilizzato dalla banca in maniera piena, così da consentirle, laddove non ci fosse un integrale recupero delle rate scadute, di compensare questo credito con altre sue imposte o mediante cessione.
  Ci sembra che la norma contenuta nel disegno di legge di stabilità vada esattamente in questa direzione. Riteniamo, quindi, che questa sia la strada per dare certezza, tempestività, efficienza ed efficacia agli interventi da effettuare in presenza di calamità naturali. Questa in sintesi è la nostra posizione.
  Siamo a disposizione per le vostre eventuali domande.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Sabatini per il contributo che ci ha portato. Incroceremo queste indicazioni con quelle che già abbiamo raccolto e ne terremo conto nel documento conclusivo dell'indagine, come si conviene. L'obiettivo della Commissione è redigere un testo che consenta un intervento legislativo adeguato, come lei ha detto in premessa, a ovviare alle condizioni di disparità che si determinano a fronte di eventi analoghi e a mettere in campo procedure che rendano più facili per i protagonisti le condizioni da affrontate sul terreno.
  Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.45.