XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Giovedì 22 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE SEMPLIFICAZIONI POSSIBILI NEL SUPERAMENTO DELLE EMERGENZE

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC).
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Répaci Antonio , consigliere delegato dell'Area finanza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC) ... 3 
Rossi Paola , ricercatrice della Fondazione nazionale dei commercialisti ... 3 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Taricco Mino (PD)  ... 6 
Répaci Antonio , consigliere delegato dell'Area finanza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC) ... 6 
Sollo Pasquale  ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Rossi Paola , Ricercatrice della Fondazione nazionale dei commercialisti ... 7 
Tabacci Bruno , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC).
  Con la seduta di oggi prosegue l'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel superamento delle emergenze, con l'audizione del dottor Antonio Répaci, consigliere delegato dell'Area finanza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che è accompagnato dai ricercatori della Fondazione nazionale dei commercialisti, Pasquale Saggese e Paola Rossi.
  Rammento ai nostri ospiti che la Commissione, a fronte delle numerose calamità naturali che stanno colpendo il nostro Paese, ha considerato utile verificare le semplificazioni possibili nella gestione della fase successiva alle emergenze, che spesso risulta molto gravosa per cittadini e aziende.
  L'ordine che ci siamo dati per le audizioni dà priorità cronologica all'ascolto dei soggetti più da vicino coinvolti, le cui indicazioni ci saranno utili nel confrontarci poi con i vertici delle istituzioni direttamente interessate.
  I dottori commercialisti rappresentano una voce importante in quanto gli aspetti tributari rientrano tra le principali emergenze da affrontare all'indomani delle calamità naturali.
  Do, quindi, la parola al dottor Répaci.

  ANTONIO RÉPACI, consigliere delegato dell'Area finanza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC). Anzitutto, vi ringraziamo dell'invito. Abbiamo preparato un appunto, che vi abbiamo trasmesso ieri pomeriggio, predisposto dal Consiglio nazionale e dalla nostra Fondazione, che chiederei alla dottoressa Paola Rossi di illustrare perché riguarda due aspetti, sia quello tributario, sia quello dei contributi erogati in termini di finanza nei confronti delle imprese per una migliore gestione e verifica degli stessi.

  PAOLA ROSSI, ricercatrice della Fondazione nazionale dei commercialisti. Il primo suggerimento nella direzione di una migliore gestione e semplificazione delle fasi successive agli eventi calamitosi è quello di prevedere una normativa generale che contenga e stabilisca tutte le disposizioni emergenziali da applicare uniformemente e automaticamente una volta che venga disposto e dichiarato lo stato di emergenza.
  A questo proposito, è noto che in materia è già intervenuto un provvedimento, nel settembre del 2015, che prevede la sospensione dei termini in caso di Pag. 4eventi eccezionali. Questa norma, che a breve commenteremo, ha diverse criticità, quindi è necessaria un'ulteriore riflessione, nonché un intervento di modifica del provvedimento stesso.
  Il primo intervento che deve essere disposto – quindi la prima semplificazione – riguarda la sospensione di diversi tipi di termini, una volta che sia dichiarato direttamente dall'autorità lo stato di emergenza.
  In sostanza, dovrebbe essere disposta la sospensione immediata di diversi termini, a partire da quello relativo agli adempimenti e ai versamenti dei tributi anche locali, con tutto quello che ne discende, compresi quelli derivanti dalle cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione.
  Ovviamente, la sospensione dovrebbe essere estesa anche agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e ad altri versamenti relativi al diritto camerale, ai contributi dovuti ai consorzi di bonifica, all'esecuzione degli sfratti, al pagamento dei canoni di locazione, al pagamento delle rate dei mutui di finanziamento di qualsiasi genere, ai versamenti dovuti alle camere di commercio, ma anche, per esempio, a quelli relativi, più banalmente, al pagamento delle fatture emesse per i servizi pubblici essenziali, come l'energia elettrica, l'acqua e il gas, nonché a tutti gli adempimenti verso le amministrazioni pubbliche a carico dei professionisti consulenti o anche centri di assistenza fiscale che abbiano sedi e che operino nei comuni coinvolti dagli eventi calamitosi per conto di aziende o di clienti anche non operanti nel territorio.
  Inoltre, la sospensione dovrebbe essere disposta anche per i pagamenti relativi ai vaglia cambiari, a cambiali e a ogni altro tipo di titolo di credito. Abbiamo, poi, la sospensione relativa ai processi civili, amministrativi e di competenza di qualsiasi altra giurisdizione, pendenti alla data dell'evento calamitoso presso gli uffici giudiziari aventi sede nei comuni colpiti dall'evento eccezionale.
  Ancora, abbiamo la sospensione di qualsiasi atto del procedimento di chiunque sia costretto a svolgerlo presso quegli uffici giudiziari, nonché dei termini legali, convenzionali, sostanziali o processuali che comportano prescrizione e decadenza da qualsiasi diritto, azione ed eccezione.
  Il provvedimento di sospensione dovrebbe riguardare tutte le persone fisiche e non, anche nella loro qualità di sostituti d'imposta, che abbiano la residenza o la sede legale o operativa nei comuni colpiti dall'evento eccezionale, a nulla rilevando la localizzazione in cui deve essere svolto l'adempimento.
  La stessa sospensione dovrebbe riguardare professionisti e consulenti che operano nei comuni coinvolti anche per conto di aziende e clienti fuori cratere, perché i loro adempimenti, ovviamente, avranno conseguenze anche per i clienti che devono fare degli adempimenti o dei versamenti fuori dal comune e che non possono essere effettuati in mancanza dell'attività preliminare che devono svolgere i professionisti.
  La normativa dovrebbe prevedere l'esclusione da tassazione ai fini IRPEF e IRES dei redditi dei fabbricati ubicati nelle zone colpite dall'evento calamitoso, una volta che questi siano stati dichiarati inagibili, nonché l'esenzione dal pagamento dell'IMU e della TASI sino alla definitiva ricostruzione o agibilità degli immobili stessi.
  Altri problemi si sono verificati per quanto riguarda la ripresa della riscossione, che dovrebbe avvenire – come è stato fino a oggi – senza l'applicazione di sanzioni, interessi o altri oneri accessori. Inoltre, dovrebbe essere anche rateizzata con un numero di rate che potremmo equiparare a quelle di Equitalia (72 rate mensili di pari importo).
  Fino a oggi è stato previsto un abbattimento dell'ammontare di queste somme. Ovviamente, ciò deve rispettare le contingenti esigenze di finanza pubblica, ma potrebbe essere previsto un abbattimento dell'ammontare dovuto per ciascun tributo o contributo o per carico iscritto a ruolo. Anche in questo caso, bisognerebbe tener conto degli obblighi comunitari, quindi dei limiti che questo ci impone.Pag. 5
  Dovrebbe essere altresì prevista espressamente, onde evitare ulteriori problematiche, la non tassabilità dei contributi ricevuti a titolo di indennizzo per i danni subiti.
  Inoltre – questa volta a favore della pubblica amministrazione – si potrebbe disporre l'automatica sospensione del patto di stabilità, in modo da dare ai comuni colpiti dall'evento calamitoso un maggior margine di manovra per affrontare le spese immediate in soccorso della popolazione.
  Riguardo al decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159, che ha previsto la sospensione automatica dei termini di adempimento, si tratta di una norma che crea diverse problematiche, nel senso che non risolve il problema della sospensione automatica, ma lascia diversi spazi. Infatti, essa dispone semplicemente, e più limitatamente, una sospensione automatica dei termini previsti per gli adempimenti anche processuali e di tutti i termini di prescrizione e di decadenza per lo stesso identico periodo di tempo per i quali sono sospesi i termini di versamento a favore dei contribuenti. Non fa nulla di più.
  Il provvedimento non prevede una sospensione automatica di tutti i termini, quindi non è una norma generale. Soprattutto, dopo aver sospeso i termini previsti per gli adempimenti anche processuali, nonché dei termini di prescrizione e decadenza in materia di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione a favore degli enti impositori, degli enti previdenziali e assistenziali e degli agenti della riscossione per lo stesso periodo di tempo dei versamenti, prevede automaticamente una proroga dei termini di prescrizione e di decadenza al 31 dicembre del secondo anno successivo al periodo in cui è finito il periodo di sospensione.
  In sostanza, è una norma molto favorevole all'amministrazione, ma non ai contribuenti, i quali, invece, in base all'articolo 12 del citato decreto legislativo n. 159 del 2015, devono effettuare i versamenti appena 30 giorni dopo la fine del termine del periodo di sospensione, salvo che sia diversamente disposto. Come abbiamo già detto, il termine per la ripresa dei versamenti dovrebbe essere differito di almeno un anno e prevedere comunque una rateizzazione senza interessi o senza sanzioni.
  Per quanto previsto per l'erogazione dei contributi pubblici, al fine di una gestione più efficiente ed efficace dei fondi erogati dallo Stato, dalle regioni o comunque da altri enti in circostanze particolari, si potrebbe ipotizzare – come è stato fatto anche per il terremoto dell'Aquila – l'istituzione di consorzi tra professionisti, imprese e privati. Infatti, in base alla normativa del 2009, sono stati creati dei consorzi per la realizzazione degli interventi sugli immobili sia di privati sia di imprese.
  Il consorzio viene costituito tramite un format prestabilito, che deve essere depositato presso la camera di commercio entro 30 giorni dalla costituzione ed è obbligatorio per quanto riguarda la ricostruzione e la riparazione di immobili con interventi di importo superiore a 200.000 euro.
  In questo consorzio, cui devono partecipare i proprietari degli immobili almeno per il 60 per cento, c’è il contributo di tre professionisti delle tre categorie professionali più importanti (ingegneri, avvocati e commercialisti).
  In questo caso, il ruolo del commercialista garantisce una migliore gestione dei fondi pubblici stanziati, quindi il suo contributo dovrebbe essere sia in fase di pianificazione dell'intervento, in quanto potrebbe stilare un business plan, sia nella fase di rendicontazione successiva, attraverso un documento di bilancio e un prospetto delle entrate e delle uscite.
  L'attività del consorzio sarebbe garantita anche da un fondo consortile, alimentato dal versamento dei consorziati sulla base delle loro quote di partecipazione al consorzio stesso.
  L'altro profilo importante è quello dell'accesso al credito nel periodo dell'emergenza. Infatti, in questi casi, c’è difficoltà a reperire delle somme, per cui si potrebbe pensare a delle misure di intervento Pag. 6di natura finanziaria, tra cui la previsione di un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese ex legge n. 662 del 1996, che permette alle imprese di accedere a forme di finanziamento sia a breve, sia a medio e a lungo termine. A questo proposito, si dovrebbe pensare di fissare una quota massima garantita di circa il 90 per cento.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio, anche per il documento che ci avete presentato.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre domande o formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Bisognerà ragionare con calma sulle proposte che avete fatto, ma la sensazione è quella di un quadro molto puntuale e dettagliato. Come dicevate, credo che ci siano alcuni profili che andranno verificati in termini di compatibilità comunitaria per la tipologia di intervento.
  A ogni modo, la mia considerazione è che presentate un piano molto articolato e ambizioso, che va molto in là nella strumentazione da porre a disposizione in situazioni di questo genere. Ritengo che sarà nostra cura ragionarne e valutare quanto di tutto ciò che avete detto è tecnicamente ed economicamente sostenibile e da inserire dentro un provvedimento.
  Tenevo, però, a ringraziarvi per il lavoro minuzioso che avete fatto. Non ho domande da fare proprio perché la proposta mi sembra così articolata che bisogna che ci ragioniamo con calma.

  ANTONIO RÉPACI, consigliere delegato dell'Area finanza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC). L'articolazione viene dall'esperienza sul campo non tanto nostra diretta, quanto di colleghi che hanno vissuto queste vicende.
  Abbiamo affrontato il problema tributario tipico sia degli enti locali, che comunque entrano in una situazione di difficoltà, sia delle piccole e medie imprese, per le quali i fondi di garanzia sono già in essere. Siamo, tuttavia, ben disponibili a entrare ancora di più nel dettaglio per affrontare eventuali singole problematiche.

  PASQUALE SOLLO. Avrei voluto evitare di parlare perché questa è stata la mia professione fino al 2002, quindi mi sembrava scortese. Tuttavia, vorrei dire che ho visto posti in risalto due aspetti. Il primo è quello espressamente tributario, che riguarda la sospensione di tutti i termini, cosa che mi sembra giusta perché chi viene colpito da un evento calamitoso non può preoccuparsi di tutti gli adempimenti fiscali, contabili e così via. La proposta, però, è forse un po’ eccessiva perché se sospendiamo tutto, alla fine nessuno paga più niente e si blocca tutto. Dunque, questo dovrebbe dipendere dal grado di calamità.
  L'altro aspetto è in linea con ciò che avevano proposto gli ingegneri nella loro audizione. Infatti, voi avete pensato a un consorzio tra pubblico, privato e professionisti, individuando le tre figure dei tre albi principali. Gli ingegneri facevano una proposta più o meno simile, quella del manager con un gruppo di persone intorno che dovevano seguire questo percorso.
  Ecco, questa si può integrare con le proposte che sono venute dagli altri ordini, di conseguenza potrebbe essere uno spunto interessante, di cui prenderemo sicuramente atto.

  PRESIDENTE. Com’è stato rilevato, il documento è molto ampio e va oltre la pratica abituale, quindi è chiaro che richiederà un approfondimento circa la dimensione dell'evento calamitoso. Non tutti gli eventi sono uguali, per cui il problema della dichiarazione dello stato di calamità deve essere meglio definito, alla luce dei diversi fenomeni che avvengono e che ci hanno portati ad avere un'esperienza diffusa su questo campo.
  Siamo convinti che, in particolare nella fase critica, ovvero di uscita dall'emergenza più stretta, nel momento in cui si vuole ripristinare e rilanciare l'economia in tutte le sue fattispecie, c’è la necessità di andare oltre la realtà che stiamo vivendo Pag. 7in questi anni. Tuttavia, bisogna farlo sempre con il punto di equilibrio di chi ha una visione di carattere generale. La vostra esperienza è sicuramente importante da questo punto di vista, ma va ricompresa dentro la visione di tutti i soggetti interessati, avendo un criterio di natura istituzionale che prevale sull'interesse dei singoli.
  Do ora la parola ai nostri auditi per una breve replica.

  PAOLA ROSSI, Ricercatrice della Fondazione nazionale dei commercialisti. Vorrei soltanto precisare che abbiamo un'esperienza in questo ambito, nel senso che siamo passati attraverso diverse calamità con un impatto diverso sulla popolazione. Per esempio, il terremoto dell'Aquila non è stato come quello successivo dell'Emilia-Romagna; infatti, i provvedimenti sono stati molto diversi e anche l'abbattimento del rimborso delle imposte sospese è stato effettuato in misura diversa.
  Questo, però, ha provocato diversi problemi, anche rispetto all'evento precedente in Sicilia. In particolare, stiamo avendo difficoltà a livello comunitario, con un contenzioso che si sta rafforzando. Ciò vale sia per la ripresa, ovvero per capire cosa bisogna pagare e cosa no, sia perché l'Agenzia delle entrate, in questo momento, si sta bloccando in attesa di vedere che cosa dirà l'Unione europea in merito al rimborso limitato al 40 per cento. Questi aspetti, però, si possono prevedere fin dall'inizio.

  PRESIDENTE. Siccome non sono alle prese con dei fatti nuovi, la fantasia italica è sovente così esplosiva che mette qualcuno di loro «sul chi vive», quindi bisogna trovare l'equilibrio giusto. La ragione per cui abbiamo promosso questa indagine conoscitiva che sembra un po’ eccentrica per molti aspetti, tanto è puntuale e limitata a un aspetto specifico, è proprio quello di lavorare su un'idea della macchina amministrativa che sia meglio predisposta e più capace, rispetto alle linee che vengono fornite, di andare incontro alle esigenze dei cittadini effettivamente colpiti dalle calamità e soprattutto delle imprese e delle attività economiche nel loro complesso.
  Vi ringrazio molto per il documento che ci avete lasciato, di cui terremo grande conto in sede di redazione del documento conclusivo. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.40.