XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Martedì 27 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE

Audizione del Presidente, Roberto Mirabile, e della Vicepresidente, Anna Maria Pilozzi, della Onlus «La Caramella Buona».
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 3 
Pilozzi Anna Maria , Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 6 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7 
Blundo Rosetta Enza  ... 7 
Pilozzi Anna Maria , Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 7 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Bertorotta Ornella  ... 8 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Pilozzi Anna Maria , Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Bertorotta Ornella  ... 8 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Pilozzi Anna Maria , Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 8 
Mattesini Donella  ... 9 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 9 
Mirabile Roberto , Presidente della ONLUS «La Caramella Buona» ... 10 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente.)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente, Roberto Mirabile, e della Vicepresidente, Anna Maria Pilozzi, della Onlus «La Caramella Buona».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'audizione del presidente e della vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona», impegnata da anni nella lotta contro la pedofilia e la pedopornografia.
  Ringrazio e do la parola al presidente, dottor Roberto Mirabile. Se vorrà aggiungere qualcosa, potrà intervenire la vicepresidente, dottoressa Anna Maria Pilozzi.

  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». Per chi non conosce «La Caramella Buona» credo siano doverosi trenta secondi di presentazione: 18 anni di attività, tanta formazione, criminologica e criminalistica sia nelle scuole sia per le Forze dell'ordine in tutta Italia. Un aspetto particolare, presidente, che ci caratterizza è che ad oggi abbiamo raggiunto nelle aule dei tribunali italiani un totale di 114 anni di condanne al carcere a carico dei sex offender, tutto questo calderone enorme che comprende pedofili, stupratori, molestatori, anche in Cassazione. Si tratta di processi che abbiamo istruito in collaborazione con la magistratura, da Torino a Palermo, e con le Forze di polizia. Direi, quindi, che viviamo quasi quotidianamente da ormai 18 anni diverse problematiche.
  Quanto al discorso della prostituzione e, in particolare, della prostituzione minorile, vorremmo in pochi minuti sviscerarlo insieme alla dottoressa Pilozzi su due fronti. Della prostituzione un po’ più conosciuta, «tradizionale», di strada, ci siamo occupati già una quindicina di anni fa in una famosa trasmissione su Italia 1, Le Iene. In una zona di Reggio Emilia, dove abbiamo la nostra sede nazionale, si vociferava di un giro di prostituti minorenni.
  Essendo nato poi in una caserma dei Carabinieri, ad un certo punto ho fatto due più due, ho chiesto aiuto a qualche amico e abbiamo realizzato un servizio di Le Iene: quindici, se non sedici anni fa, presidente, già si parlava di questi ragazzi, non esclusivamente – posso parlare in modo molto e semplice, vero ? – extracomunitari, bisognosi di soldi, ma che si prostituivano per l'ultimo cellulare, il nuovo tablet, di cui all'epoca si cominciava a parlare, nella città apparentemente tranquilla ancora oggi, per fortuna benestante, borghese, che è Reggio Emilia.
  In seguito, si parlò di un altro caso, a Parma, sempre vicino alla mia città, prima Pag. 4ancora del caso delle parioline. Il pubblico ministero Lucia Russo, nostra cara sostenitrice, nove anni fa arrestò tre parmigiani, commercianti, imprenditori di Parma, più altri dodici coinvolti in questa famosa indagine, per prostituzione minorile. Erano non le parioline, ma le parmigianine, cinque ragazze tra i 13 e i 16 anni della Parma bene. Ricordo perfettamente che una di loro disse che si prostituivano piacevolmente, ciò che logicamente scandalizzò tutti, per 50 euro e la solita ricarica che ormai ben conosciamo.
  Ormai sappiamo benissimo che il fenomeno che riguarda la prostituzione per la strada è comunque in ascesa tra le minorenni, e riguarda quasi esclusivamente le straniere, extracomunitarie o no, come le rumene. Venti anni fa la Polizia e la Questura di Torino fermarono una ragazzina quindicenne rumena che si prostituiva in strada a Torino ed era in gravidanza. I clienti, infatti, cercavano – e cercano – la ragazza in gravidanza per soddisfare il loro piacere, questa loro mania, e la pagavano di più.
  Questo è capitato pochi mesi fa anche a Modena, in una zona particolare molto conosciuta per il fenomeno della prostituzione di colore. Su questo inviterei ad una riflessione particolare – senza volerla prendere alla larga, ma a volte le cose sono molto più vicine a noi di quanto si possa immaginare – sul fenomeno della tratta e della mafia nigeriana. Sapete che sono specializzati in due cose, e una di queste è il traffico della droga, e hanno sempre più bisogno di donne, di minorenni per introdurre ovuli nelle loro vagine.
  Tutto ciò che vi dico sarà un po’ scontato per voi, ma è cronaca recente, e sempre a Reggio Emilia c’è stata una megarissa tra nigeriani – sono intervenuti 50 poliziotti, c’è stato un caos nella nostra città – di cui si diceva che fosse scaturita per la gelosia di una ragazza, ma è una gran balla: si stanno spartendo il traffico della droga e le ragazzine da obbligare con le loro metodologie, comprese le messe nere, ad introdursi gli ovuli all'interno del corpo. Un ragazzo pochi giorni fa è stato male, è stato ricoverato in ospedale, ovviamente per questi ovuli. C'era il pericolo che scoppiassero: si muore subito, non ci si salva nel modo più assoluto. Attenzione, quindi, a quello che stanno combinando i nigeriani in Italia: passano da Roma, arrivano a Bologna, vengono smistati nelle piccole province ricche del nord Italia.
  Un altro fenomeno un po’ curioso, che si rileva anche girando per Roma, sono i tanti centri per massaggi cinesi. Questo fa un po’ ridere, perché magari si esce con la famiglia e si vedono tantissime di queste insegne con le lucine. Da uomo mi scappa un po’ da ridere, perché onestamente sappiamo in che cosa consistono questi massaggi romantici. Si assiste sempre più al fenomeno di titolari di centri per massaggi cinesi che fanno prostituire all'interno una minore rumena, moldava, serba, comunque straniera, ma che non sempre possiamo definire extracomunitaria.
  Ci sono stati due casi in Emilia-Romagna questo mese. In particolare in un caso, la polizia municipale è andata a bussare per verificare se fossero in regola per fare i massaggi – naturalmente, non lo sono mai – e ci hanno trovato due minori rumene. Iniziano dai massaggi romantici, dopodiché in un modo o nell'altro vengono portate a rapporti completi.
  Inoltre, una delle caratteristiche della prostituzione minorile è che il preservativo non esiste. Un famoso caso di Pomezia è arrivato in tribunale e si è concluso un anno e mezzo fa. Purtroppo, c'erano anche delle aggravanti. Per noi, i pedofili sono tutti pedofili. Tra chi ha rapporti sessuali con i minori non facciamo tante distinzioni, ma in questo caso si trattava addirittura di un carabiniere. Siamo arrivati in Cassazione ad una condanna di sette anni e mezzo.
  Tutte queste ragazzine e questi ragazzini hanno una caratteristica: non sanno nulla sulle malattie sessualmente trasmesse, non usano il preservativo perché lo ritengono superfluo, perché il cliente non lo chiede, perché chiedono 10 miseri euro in più per vendere il proprio corpo. Dell'AIDS ormai non si parla quasi più, i ragazzini non sanno che cosa sia, mentre Pag. 5quindici o vent'anni fa lo sapevamo, c'era un grande allarme. Adesso una ragazzina non sa assolutamente come si trasmetta, quale sia il pericolo, ma non vale solo per quell'apice tra quel tipo di malattie.
  A causa di tantissime altre malattie a trasmissione sessuale, che noi cinquantenni credevamo fossero bene o male sparite, i distretti socio-sanitari – la dottoressa Pilozzi viene da quello di Anagni-Frosinone – hanno le mani nei capelli, soprattutto per le malattie trasmesse con rapporti orali. La ragazzina comincia, infatti, con quelli a 5-10 euro, anche perché per loro quella tipologia di rapporto non è tradire il fidanzatino, nel caso in cui ne avessero uno.
  Quando si trova un minore, soprattutto straniero, a volte la difficoltà nasce perché lui sostiene di essere maggiorenne, dice di non avere documenti: ricordiamoci che l'Italia è unita, quindi da Torino a Palermo dovremmo avere un'unica metodologia di valutazione dell'età del minore. L'unica metodologia che attualmente ci garantisce non proprio alla certezza, ma si avvicina al meno peggio – a volte si deve ragionare col meno peggio – è la valutazione dell'età del minore attraverso la misurazione di diversi parametri del polso. È una vecchia metodologia, adesso piuttosto raffinata, ma sta funzionando abbastanza bene.
  Per quanto riguarda l'altra tipologia di prostituzione che come «La Caramella Buona» abbiamo curato in diversi casi, tra cui l'ultimo, quello che avevo appena citato, in cui una ragazzina della Pomezia bene, una undicenne, si è offerta ad un quarantanovenne serbo – 9 anni di condanna in Cassazione confermata un anno fa –, come associazione dico che la cosa orribile è che si permetta nei nostri tribunali che per chi compie certi atti si possa arrivare al rito abbreviato o al patteggiamento. Dobbiamo porre un limite, ci mancherebbe, sotto i 18 anni, ma per chi compie atti sessuali su minori, in particolare nella fascia dai 14 ai 18 (diversamente, come ben sapete scattano altre misure) non possiamo permettere lo scandalo del rito abbreviato e del patteggiamento, come – perdonatemi – da cittadino ho letto qualche giorno fa sui giornali per il famoso caso delle parioline.
  Che Stato è questo ? Che esempio diamo ? Che deterrente è ? Da uomo, da maschio me ne vergogno, ma come «La Caramella Buona» non siamo degli ipocriti, dei perbenisti. Sappiamo benissimo quanti uomini – santa pazienza – guardano le ragazzine, ne sono attratti e ci fanno il pensierino. Quando vengono beccati, dicono che la minore era consenziente: la minore non è mai consenziente. Questo deve essere un assioma, chiarissimo a tutti. Non si è bacchettoni nel dirlo; al contrario, laicissimi. La minore, il minore non è mai consenziente, non si rende conto del danno psicofisico che reca a se stesso prostituendosi o, comunque, concedendosi anche senza entrare in un «mercificio», nel dare/avere con un adulto. Ci sono distinzioni che, secondo me, ci portano su una strada un po’ fuorviante.
  L'assioma è che il minore non è mai consenziente. Per cortesia, fate qualcosa di concreto in Parlamento, come spetta a voi, cercate di capire che cosa si può fare per eliminare lo scandalo del patteggiamento e del rito abbreviato. Pochi mesi di condanna per chi va con una minorenne, e sa perfettamente in taluni casi che tale era, non vanno assolutamente bene, non sono degni, non sono un deterrente. L'economicità di un processo in Italia non può andare a discapito dell'interesse dei minori.
  Come «La Caramella Buona», nei processi dobbiamo sempre affrontare quest'aspetto: «aveva 12 anni e mezzo, 11, 13 e mezzo, 14». Abbiamo fatto anche condannare a 8 anni in primo grado col Vaticano un famoso monsignore di Acireale. È un nostro caso, ma ne abbiamo parecchi nel curriculum. Questo monsignore si difendeva dicendo che il minore aveva quasi 13 anni, non era un bambino. Sappiamo che il codice fa delle distinzioni precise, sugli infra-dodicenni, sul ruolo dell'abusante rispetto al minore, sull'eventuale ruolo particolare e così via, ma la scusa che questi disgraziati clienti usano Pag. 6quando devono giustificarsi è sempre quella che non sapevano che era minore e che era consenziente. Non esiste.
  Gli sconti di pena, signori, non ci vogliono. Dite quello che volete. Lo sconto di pena non deve esistere quando si parla di questo, non solo perché non è deterrente, non è un buon esempio, non è etico da parte di uno Stato che dice di tutelare la famiglia, allargata finché vogliamo, ma perché non è corretto nei confronti delle vittime. Non pensiamo che una ragazzina che si prostituisce per le scarpe nuove o per il cellulare nuovo non si renderà conto, domani, che è stata una vittima. Non vogliamo, quindi, sicuramente averla sulla coscienza e ritrovarci a dire che siamo stati involontariamente complici di qualcosa. Questo va stroncato. No allo sconto di pena, no al patteggiamento ed al rito abbreviato.
  Ancora, ci sono i social network e quanto la prostituzione sta passando attraverso i social network e non solo. Col permesso del presidente, vorrei passare la parola ad Anna Maria Pilozzi. Su questo vi chiediamo un'attenzione di tre minuti. Siamo gli unici ad aver denunciato Facebook per istigazione al sesso con i minori. È un caso mondiale.

  ANNA MARIA PILOZZI, Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona». Intervengo solo per qualche minuto per un'aggiunta a quanto esposto dal presidente Mirabile. Il quadro è già abbastanza chiaro e, purtroppo, grave. Ad aggravarlo è sicuramente l'utilizzo improprio di alcuni social network e della rete in generale. Come «La Caramella Buona» svolgiamo tanta prevenzione nelle scuole, quindi abbiamo un feedback immediato sia dagli alunni sia dalle famiglie. Vediamo sempre più spesso che questi ragazzi non hanno più rispetto del proprio corpo, non viene loro insegnato, neanche in famiglia. Cerchiamo, quindi, un po’ di rilanciare questo genere di valore, perché stiamo cadendo veramente nel baratro.
  Facebook, in particolare, rappresenta per noi il social network in questo momento più pericoloso, perché ha le caratteristiche di una Nazione per i numeri e per i servizi, ma purtroppo non ha il controllo che in genere una Nazione ha, Polizia, Carabinieri, sicurezza. Su Facebook ognuno è libero di fare, di scrivere, di condividere ciò che vuole.
  Abbiamo notato che i nostri casi, gli ultimi più recenti, di pedofilia e di abuso su minore nascono proprio anche dalla rete. Attualmente, il pedofilo ha una facilità incredibile di entrare in contatto con il minore, spacciandosi lui stesso per un minore, celando la sua vera identità. Aggancia, quindi, il minore con una facilità incredibile rispetto a prima, quando doveva appostarsi davanti a una scuola o in un giardino pubblico. Così avviene questo primo contatto virtuale, per poi passare, purtroppo, al contatto reale.
  Anche nel caso della prostituzione, Facebook gioca un ruolo fondamentale. Oggi le ragazze hanno la possibilità di creare una pagina personale a mo’ di vetrina, un po’ come quelle che vediamo in alcuni Stati del mondo con le prostitute in primo piano. In queste pagine, semplicemente – signori, lo dico senza problemi – si vendono, si mostrano in foto disinibite, quasi nude, seminude. Spesso abbiamo anche scoperto che non sono loro ad averle create, ma loro amiche che, per fare loro uno sgarbo – parliamo, quindi, di bullismo ad alti livelli – ne creano di apposite per danneggiarle, postando foto e commenti a loro nome senza che ci siano dietro le interessate. Abbiamo notato sempre più spesso che questo fenomeno si sta estendendo.
  Siamo stati ospiti a Chi l'ha visto ? qualche mese fa, perché abbiamo deciso di dire basta alla libertà che esiste su Facebook, a persone che si alzano una mattina e aprono pagine come «Che schifo i neonati», «I bambini con il tumore fanno vomitare» o pagine ancora più particolari, che mi permetto di citare in questa sede per far capire di che cosa stiamo parlando: «Com’è bello sborrare sul viso di un neonato», con annessi commenti, come «Adesso esco, vado a prendere il primo neonato, e gli faccio...».Pag. 7
  Federica Sciarelli, una nostra cara sostenitrice, ci ha ospitati in studio, dove abbiamo parlato di questo fenomeno a 4 milioni telespettatori, ricevendo un feedback importantissimo anche dalla rete. Tante persone ci hanno scritto per dirci che sono con noi per portare avanti questa causa. Lo stesso avviene per gli anziani, per gli animali, per tutte le categorie sensibili. Abbiamo ottenuto l'attenzione di tanti e abbiamo deciso così di denunciare Facebook.
  A questa notizia, i referenti mondiali della sicurezza di Facebook hanno voluto incontrarci. L'incontro è durato due ore, forse anche di più, ma purtroppo non è emerso nulla di interessante. Noi avevamo, infatti, delle proposte concrete, come la registrazione a Facebook a mezzo del numero di carta d'identità, misura banale, che potrebbe risolverci tantissimi problemi. Ovviamente, hanno sbarrato gli occhi, era impensabile per loro, perché troncherebbe una buona fetta di utenza. Inoltre, si fanno scudo della normativa estera: nonostante milioni di italiani utilizzino Facebook, si deve osservare quella.
  Succede, allora, che per loro non sono quelli che per noi sono dei reati: apologia, incitamento alla violenza, induzione alla prostituzione, l'articolo 414-bis del Codice penale. Per loro, tutto ciò non è reato, o per lo meno non è grave, e non è possibile risalire a chi pubblica queste pagine e a chi commenta, nonostante ci siano foto, nomi, cognomi e così via. Abbiamo chiesto che in questo caso fossero loro a prendere dei provvedimenti: nessun provvedimento attualmente, tranne misure abbastanza banali, non concrete. Abbiamo deciso allora di andare avanti.
  Tra innumerevoli difficoltà – abbiamo festeggiato quest'anno 18 anni di attività, posso garantirvi, con grande difficoltà – siamo comunque sempre al fianco delle vittime e continuano a starci con l'intento e la concretezza che ci caratterizzano, ma siamo una piccola Onlus. A questo genere di iniziativa lo Stato deve necessariamente presenziare. Lo Stato, la Commissione devono essere con noi capofila, perché Facebook sta veramente degenerando, si stanno creando situazioni di una gravità assoluta. Se intendono tutelare in quel modo i bambini degli Stati esteri, noi dobbiamo assolutamente tutelare i bambini italiani secondo le nostre norme e le nostre regole.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Chiedo scusa, ma devo andare in Commissione cultura, scienza e istruzione.
  Anzitutto, vi ringrazio moltissimo per questa vostra audizione. Sono pienamente d'accordo con la linea che il minore non deve essere mai considerato consenziente, come è agli atti, perché l'ho già affermato nell'audizione della dottoressa Maria Monteleone, procuratore aggiunto presso il tribunale di Roma, venuta in audizione sempre sul tema della prostituzione minorile. Sono d'accordissimo e mi sto impegnando per capire come correggere la normativa. Secondo me, è veramente una situazione di una gravità inaudita. Come genitori, abbiamo dei doveri altissimi verso il minore, che non è mai consenziente, ha dei suoi limiti in altri campi, quindi non vedo perché non dovrebbe averne in questo.
  Sono anche pienamente d'accordo su un limite per Facebook. È vero che la libertà che offre ha una sua valenza positiva grandissima, anche a livello di informazione libera, ma effettivamente con questa mancanza di valori e di riferimenti anche etici per un rispetto della persona, del proprio corpo, delle dinamiche relazionali corrette, c’è un problema. Sapevo, però, che avevano aperto lo spazio alle segnalazioni, anche solo per eventuali insulti o mobbing fatti tramite Facebook, ma ovviamente servirebbe un maggiore intervento di controllo.

  ANNA MARIA PILOZZI, Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona». In effetti, esiste il sistema delle segnalazioni, ma purtroppo è blando. Nonostante, infatti, Pag. 8determinate pagine siano state segnalate da noi e più volte da più utenti, le pagine non venivano rimosse. Una pagina è stata rimossa dopo circa un giorno, ma ovviamente il giorno seguente la stessa persona, se non qualcun altro che si diverte con questo genere di cose, ne ha creata un'altra. Le segnalazioni, quindi, lasciano veramente il tempo che trovano.
  Mi permetto di aggiungere che abbiamo segnalato immediatamente la pagina «Com’è bello sborrare sui neonati», ma non veniva rimossa. Abbiamo chiesto come mai ai referenti mondiali: la risposta è stata che gli esperti che smistano questo genere di segnalazioni non conoscevano il significato della parola. Alla domanda se fossero italiani, hanno risposto che c'erano alcuni italiani, ma anche alcuni americani, alcuni che non capiscono magari quel gergo, che potrebbe essere dialettale. Questa è la potenza della segnalazione.

  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». Facebook ha un ufficio in Italia con quindici addetti commerciali, ma nessuno in Italia che legge in italiano. Hanno ammesso in riunione che leggono a Dublino o negli Stati Uniti, quindi 12 milioni di utenti in Italia hanno solo le persone che vendono pubblicità. Un risponditore automatico dice: «Queste frasi sono accettate dalla nostra policy», oppure che non lo sono. Non è possibile, non è accettabile.

  ORNELLA BERTOROTTA. Non ho capito bene come siete collegati con i tribunali: fanno riferimento a voi perché siete ormai una realtà presente sul territorio da diversi anni ?

  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». Curiamo a livello di tutela giuridica, legale, le vittime, e poi ci costituiamo anche parte civile, quindi entriamo nei tribunali col doppio piede: chiediamo la costituzione di parte civile come associazione e tuteliamo con i nostri avvocati le vittime, che siano minori o maggiorenni.

  ANNA MARIA PILOZZI, Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona». Sono le vittime a rivolgersi a noi. Sono le famiglie delle vittime a rivolgersi a «La Caramella Buona» per essere tutelate.

  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». Le famiglie si trovano spesso sole, anche quando eventualmente trovano il coraggio di denunciare, di andare a bussare ad una caserma, ad un commissariato. L'approccio non sempre è quello adeguato, è molto discrezionale.

  ORNELLA BERTOROTTA. Voi siete una Onlus: le donazioni coprono anche queste attività ?

  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». No, assolutamente. La nostra assistenza è gratuita, non riceviamo nessun tipo di contributo pubblico, tranne il 5 per mille, i 18.000 euro che stiamo aspettando, ma che cala sempre. Organizziamo qualche spettacolo di beneficenza. A Roma nostro presidente onorario è Nino Marazzita, col quale abbiamo celebrato il processo a don Ruggero Conti, a Selva Candida, durato otto anni, con minacce di bombe a piazzale Clodio. Sono questi i processi con cui siamo arrivati a 114 anni.
  Un altro problema è che un processo dura 8, 9, 10 anni, e nel frattempo altre vittime, altre persone ci chiedono di essere sostenute. È veramente faticoso. Sia in primo, sia in secondo grado, sia in Cassazione, finora siamo sempre arrivati alla condanna degli imputati, mai sbagliando.

  ANNA MARIA PILOZZI, Vicepresidente della ONLUS «La Caramella Buona». Aggiungo che abbiamo dalla nostra la fortuna di avere esperti in materia, avvocati e psicologi, il nostro vicepresidente, la dottoressa Roberta Bruzzone, grazie alla quale riusciamo a ricevere un'assistenza tale da garantire alle famiglie questo genere di copertura. Gestiamo anche due case d'accoglienza, dove ospitiamo gratuitamente donne vittime di violenza per un Pag. 9certo numero di giorni, il tempo utile per dar modo ai servizi sociali di trovare una collocazione. Tutto questo avviene grazie ai nostri donatori privati, che sostengono l'associazione attraverso delle iniziative.

  DONELLA MATTESINI. Vi ringrazio per quest'audizione. A me avete ghiacciato il sangue, anche perché finalmente ci avete raccontato la realtà per quella che è: come qualcuno ha detto qui, senza moralismi, ma raccontandoci la «ciccia», il problema vero. Ci avete anche fornito il collegamento che tiene insieme la questione della tratta dei minori con l'altro tema enorme. Questo è un aspetto importante.
  Vi rivolgo delle domande e dico anche alla presidente una serie di cose. Una delle questioni vere che è stata posta è quella del deterrente. È chiaro che la questione è più grande, culturale, riguarda la famiglia, la scuola e via discorrendo, ma intanto è quella di cui possiamo occuparci subito.
  La Camera ha licenziato la delega sulla riforma del codice penale e penitenziario: non so quando riusciremo a incardinarla al Senato, quando partirà, ma da questa Commissione potrebbe partire all'unanimità una richiesta in quest'ambito. Non so se quello possa essere lo strumento, il trait d'union, ma si potrebbe pensare ad un emendamento, a inserire il divieto – non so come chiamarlo – che in quei processi si vada a patteggiamento. È un atto politico, ma diventerebbe importante se unanime. Quanto meno farebbe discutere, solleverebbe la questione in un luogo come quello delle Commissioni giustizia.
  Quanto alla questione dei social network, quella di Facebook è particolare, ma altri non sono da meno, come Instagram. Non so se su questo possiamo ritentare un passaggio con il nostro Garante per la privacy, eventualmente anche a livello europeo. È vero, infatti, che il riconoscimento dei reati è diverso da Stato a Stato, ma abbiamo la Convenzione sui diritti del fanciullo di New York: si dica pure che non si capisce la differenza tra sborrare e sputare, ma su un bambino non si fa niente. Questo dovrebbe essere il ragionamento logico minimo a cui dovremmo poterci richiamare.
  È vero che il Garante per la privacy è nazionale, ma probabilmente dobbiamo anche fare dei tentativi, per quello che possiamo, a livello europeo e non solo, su tale questione. Si parlava di invitare l'onorevole Caterina Chinnici, copresidente dell'Intergruppo per i diritti dei minori al Parlamento europeo, ma si potrebbero convocare altri organismi istituzionali o inter-politici per porre la questione proprio a livello europeo. Non è solo l'Italia a star male. Questo è un problema di tutto il mondo occidentale e non solo. Ripeto che è chiaro che è una questione culturale più generale, di assenza dei servizi sociali e così via, ma intanto dovremmo riuscire a dare questi piccoli segnali, anche per creare una rete importante, nella quale per fortuna ci sono le associazioni con tanto cuore, intelligenza e capacità.
  Infine, oltre che avanzare qualche proposta, chiedo la vostra opinione. Per quello che riguarda ciò che possiamo fare in casa nostra – sto pensando, per esempio, alla RAI, anche se il tema riguarda tutti gli altri mezzi di comunicazione – potremmo chiedere un incontro, mandare una lettera alla presidente della RAI sulla questione del modo in cui anche nelle trasmissioni, tutte, si tratta l'immagine dei bambini. Intanto, smettiamo di chiamarli minori. Sono bambini e bambine e adolescenti.
  Quest'incentivazione continua ad un non amore verso il proprio corpo, ma solo all'uso del proprio corpo, ha a che fare anche con questo pezzo di comunicazione, che legittima azioni sulle quali non esprimo nessun tipo di valutazione di moralità o immoralità. Altro è avere 11 anni, altro cominciare ad averne 16-17, quando la situazione è diversa. Bisogna provarci anche con questi nostri luoghi della comunicazione, che diventano spesso quelli attraverso cui più che attraverso altri avviene la costruzione della propria identità o della propria percezione.

  PRESIDENTE. Presidente, vuole trarre le conclusioni ? Delle considerazioni complessive.

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  ROBERTO MIRABILE, Presidente della ONLUS «La Caramella Buona». La conclusione è questa: mi fa piacere che abbiate apprezzato la concretezza. Presidente, noi siamo un po’ «terra terra» quando parliamo, quando ci presentiamo, ma siamo abituati in questo modo ed in questo modo riusciamo anche ad evitare degli errori. A Rignano Flaminio abbiamo studiato e, malgrado volessero, non abbiamo partecipato a quella carneficina. Andiamo sempre a colpo sicuro, perché in carcere vogliamo mandare effettivamente coloro che abusano, non altri, non innocenti.
  La prima volta, parecchi anni fa con l'amica Giulia Bongiorno, la seconda volta un paio di anni fa con l'onorevole Maria Greco, quindi bipartisan, abbiamo presentato una proposta di legge sulla tracciabilità del sex offender. La presidente mi ha dato l'occasione di salutarvi, ma esco un attimo dal seminato. Ricordiamo la recidiva del sex offender, del pedofilo in particolare: sapete perfettamente che, quando esce dal circuito carcerario, rimane una persona pericolosa.
  Oltre alle campagne di sensibilizzazione, al coinvolgimento della RAI sul rispetto del proprio corpo, al trattamento obbligatorio – sapete bene che la cosiddetta castrazione chimica è una gran balla che ci vengono a raccontare da 25 anni, ma sarebbe ora di finirla con questa bugia che vendiamo a tutti – questa proposta di legge, che vi invito a guardare, prevede la tracciabilità del sex offender quando esce dal circuito carcerario. Parliamo di una segnalazione dei suoi spostamenti, dei cambi di residenza alle Forze di polizia, e tante altre cose.
  Non esiste la bacchetta magica quando si parla di prevenzione degli abusi sui minori, ma si deve parlare comunque anche di prevenzione della reiterazione del reato, che è pesantissima.

  PRESIDENTE. Concludiamo oggi con la vostra audizione l'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile. Ne presenteremo conclusioni ed evidenze penso davvero entro poche settimane. Mi riservo di invitarvi, ovviamente, a quest'evento, che adesso non so ancora in che modalità organizzeremo. Lo vedremo insieme. Credo che la vostra testimonianza anche in quel caso sarà importante.
  Presidente, tu dici che siete molto terra terra, ma io credo che parlare di queste cose sia il primo passo per cercare di risolverle. Troppo spesso argomenti sicuramente terribili come questo, che la collega Mattesini dice da brivido, da accapponare la pelle, proprio perché sono di questo genere, non sono trattati, non se ne parla. Sicuramente, invece, parlarne, fare conoscenza è il primo passo per cercare di risolverli. Tenerli nascosti perché sono brutti non aiuta certamente.
  Vi ringrazio. Ci risentiremo presto.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.