XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Martedì 20 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE

Audizione del presidente del tribunale per i minorenni di Milano, Mario Zevola, e del presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Val d'Aosta, Stefano Scovazzo.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Zevola Mario , Presidente del tribunale per i minorenni di Milano ... 3 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7 
Scovazzo Stefano , Presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Valle d'Aosta ... 7 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10 
Zampa Sandra (PD)  ... 10 
Mattesini Donella  ... 10 
Lupo Loredana (M5S)  ... 11 
Battista Lorenzo  ... 12 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 12 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 13 
Petrenga Giovanna (FI-PdL)  ... 13 
Razzi Antonio  ... 13 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 13 
Zevola Mario , Presidente del tribunale per i minorenni di Milano ... 13 
Scovazzo Stefano , Presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Val d'Aosta ... 14 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14,10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del tribunale per i minorenni di Milano, Mario Zevola, e del presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Val d'Aosta, Stefano Scovazzo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'audizione del presidente del tribunale per i minorenni di Milano, il dottor Mario Zevola, e del presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Valle d'Aosta, il dottor Stefano Scovazzo.
  Prima di dare la parola agli auditi, faccio una piccola nota introduttiva. Con questa vostra audizione e con la prossima, che terremo tra una settimana, siamo giunti al termine dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile.
  Noi abbiamo disposto un'indagine conoscitiva su questo, perché ci è parso che purtroppo questo tema sia particolarmente salito agli onori della cronaca. Ci sembra che sia un fenomeno in aumento, o di cui comunque si parla di più. Pertanto, abbiamo ritenuto opportuno un approfondimento, che fosse d'aiuto a tutti i soggetti coinvolti.
  Arriviamo al termine di questa indagine conoscitiva, che verrà presentata entro la fine dell'anno e che pensiamo possa essere un valido contributo. In questo senso, la nostra richiesta di audirvi ha una particolare importanza.
  Abbiamo anche altre due indagini in corso. Stiamo concludendo l'indagine conoscitiva circa la fruizione del patrimonio culturale da parte dei minori e abbiamo appena cominciato un'altra indagine conoscitiva, sulla quale immagino che potrà esserci un vostro ulteriore apporto, che è dedicata ai minori fuori famiglia in generale, quindi alle case-famiglia ed ai centri di accoglienza dei minori. A questo proposito, io ho visto le sue posizioni circa il centro di accoglienza minori di Milano, che ha bisogno di essere sostenuto. Magari potremmo parlare anche di questo.
  Do la parola al presidente del tribunale per i minorenni di Milano, il dottor Mario Zevola, per lo svolgimento della sua relazione.

  MARIO ZEVOLA, Presidente del tribunale per i minorenni di Milano. Buongiorno. Vi ringrazio per avermi invitato, anche se non credo che vi dirò delle cose di cui non siate già a conoscenza o non si sia già parlato nel corso di questa indagine.
  Io avevo cercato di raccogliere alcuni dati, che nell'insieme però, per quanto riguarda l'area minorile di competenza del tribunale per i minorenni di Milano, ovvero mezza Lombardia, si sono rivelati poco rilevanti.Pag. 4
  Io credo che questa sia la conferma che quello di cui parliamo è un fenomeno fondamentalmente sommerso, di cui si può avere una qualche percezione, ma rispetto al quale è assolutamente limitata la possibilità di avere una visione attendibile, almeno sotto il profilo dell'entità.
  Questo dipende dalla natura del fenomeno e dai suoi contenuti, che toccano una materia molto riservata e strettamente personale, che rende difficile la rilevazione.
  Tuttavia, ci sono degli elementi, che ci provengono da varie fonti, che inducono a ritenere questo fenomeno più diffuso che nel passato. Questi elementi sono riconducibili al flusso migratorio, alla crisi economica ed alla crisi dei valori che tocca soprattutto le famiglie più fragili, oltre che alla maggiore precocità delle esperienze sessuali.
  Ciò è conseguente anche alla conoscenza che si può avere al di fuori della famiglia, attraverso gli strumenti tecnologici che oggi sono a disposizione. Attraverso i cellulari si può essere messi in rete, anche se non se ne possiede uno, perché c’è sicuramente un compagno che ce lo può mettere a disposizione. Si tratta di strumenti che agevolano sicuramente le relazioni e che facilitano gli aspetti dei quali ci occupiamo in questo incontro.
  Vorrei sottolineare che, se utilizzati come fanno spesso i giovani, ingenuamente, in modo inesperto e in modo sprovveduto, tali strumenti possono comportare dei rischi molto seri. Nel mondo digitale si affacciano anche personaggi senza scrupoli, dalle quali è bene che soprattutto i giovani imparino a tenersi lontano, con l'aiuto dei genitori e delle varie figure educative.
  C’è da dire che rispetto al passato emerge un diverso rapporto dei giovani con il proprio corpo. Oggi questo rapporto è teso all'esposizione. È un rapporto meno pudico e qualche volta anche senza pudore. L'espressione della sessualità dei giovani oggi è differente da quella della precedente generazione. Oggi in materia di sesso i giovani si presentano più disinibiti ed espliciti.
  Bisogna riconoscere che un ruolo molto rilevante a questo riguardo è rivestito dai mezzi di comunicazione, sia sul versante dell'intrattenimento che su quello della cronaca. Questo riflette lo stato dei costumi.
  Venendo al nostro argomento, in tema di prostituzione i fronti sono sostanzialmente due. Il primo riguarda la prostituzione che si esprime con una modalità ignobile di sfruttamento della donna, anche se oggi si può pensare che questo non riguardi esclusivamente la figura femminile. È una modalità di sfruttamento che si conosce pressoché esclusivamente attraverso l'intervento delle forze dell'ordine, in particolare sulle strade, in quei casi in cui il fenomeno si presenta al pubblico.
  Ci sono anche altre forme di manifestazione, che però sono sfuggenti e che si possono conoscere attraverso l'utilizzo degli strumenti digitali. La loro rilevazione richiederebbe una certa sofisticazione nelle attività d'indagine.
  Grazie all'attività di controllo degli organi di polizia, si è comunque riusciti, nell'ambito del nostro territorio, ad avvicinare alcune ragazze, ad accertare la loro minore età ed a conoscere il dramma della loro storia.
  Si tratta sempre di giovani ragazze straniere, prevalentemente provenienti dalla Nigeria, dalla Romania o dall'Albania, oggetto di tratta, e il più delle volte ridotte sostanzialmente in schiavitù.
  Si opera in modo da togliere queste ragazze dalla condizione in cui si trovano, collocandole in comunità o in ambiti protetti. Questo intervento, quando è attuato dal tribunale per i minorenni, non può protrarsi oltre i diciotto anni, o comunque non oltre i ventuno, se le giovani sono consenzienti ad un programma di aiuto. Pur operando in modo da proteggere queste giovani, non si riesce sempre a porre in essere delle azioni che in concreto possano portare all'identificazione ed alla punizione degli autori di questi fatti di sfruttamento.
  Certamente c’è la previsione penale, che è anche pesante, però di fatto ci si scontra con una fortissima reticenza da parte delle vittime. Si tratta di giovani che Pag. 5sono riottose nel fornire informazioni sui soggetti che le sfruttano e sui componenti di queste organizzazioni.
  La reticenza è dovuta alle minacce formulate nei loro confronti e soprattutto nei confronti dei congiunti che vivono nel loro Paese. Si ha la seria preoccupazione che tali minacce possano essere portate all'esecuzione, nel caso in cui le ragazze parlassero.
  Per esempio, relativamente alle giovani nigeriane ci sono delle azioni fondate su aspetti di superstizione, quali i riti voodoo, che loro vivono in modo molto presente. Questo è un primo fronte.
  Un secondo fronte può riguardare quelle giovani delle quali si può pensare che decidano liberamente di prostituirsi. Di quest'area, però, non si hanno delle notizie sicure. Alcune vicende riguardano ragazze straniere, delle quali si è accertato che erano venute a prostituirsi per aiutare, con i proventi di tale attività, le loro famiglie, estremamente povere.
  Le storie delle altre ragazze di cui si è episodicamente venuti a conoscenza riguardano rapporti che hanno avuto con giovani non molto più grandi di loro.
  Se veniamo alla situazione della Lombardia, però, non abbiamo riscontro di vicende come quelle delle parioline o come quella del film Giovane e bella.
  Un paio di anni fa c’è stata una notizia riportata dalla stampa che parlava di «ragazze doccia», cioè di giovani che si sarebbero concesse a scuola con i coetanei con la stessa frequenza con cui si fa la doccia. Da qui emerge la denominazione. Si è parlato di adolescenti appartenenti a famiglie benestanti, che si sarebbero prostituite nei bagni delle scuole in cambio di oggetti.
  Il fenomeno sarebbe stato scoperto dall’équipe di un direttore del reparto di pediatria di un ospedale di Milano. Secondo questo dossier, si sarebbe trattato di sette o otto ragazzine, fra i quattordici e i sedici anni, che si sarebbero concesse a compagni di scuola. I ragazzini venivano scelti in cambio di quello che potevano loro offrire.
  Ho chiesto informazioni più precise al riguardo alla Procura minorile. Tuttavia, è risultato che le indagini svolte su questa vicenda alla fine hanno portato a un nulla di fatto, anche perché gli autori di questo dossier erano stati del tutto vaghi. C'era stato anche un servizio televisivo sulla vicenda, che però non ha avuto alcun seguito. C’è un'aria di cui si può percepire la gravità, ma, quando ci si muove per accertare esattamente le vicende, non rimane niente nelle mani.
  Vorrei osservare che nei procedimenti che riguardano la devianza minorile è relativamente frequente che si riscontrino fenomeni di promiscuità sessuale, anche molto accentuata, per lo più di ragazze con coetanei o giovani adulti. Anche se vi è il sospetto che le ragazze abbiano ricevuto dei piccoli compensi – si tratta di piccole somme, di ricariche per il cellulare, di una modesta dose di droga o di consumazioni varie – in queste vicende non è emersa la figura dello sfruttatore che recluta minori e che organizza un'attività continuativa, percependone i ricavi.
  Per la verità, parlandone con i colleghi, mi è stato detto che in alcune di queste vicende c'erano dei sospetti inquietanti, che però, come dicevo, hanno portato ad un nulla di fatto.
  Quello che si può ricavare, per quanto noto, è che il livello dei valori di vita dei giovani è andato fortemente abbassandosi. Le famiglie in molti casi sono quantomeno assenti e distratte, quando non presentano nel loro interno delle disfunzioni o delle fragilità.
  Inoltre, occorre tener conto che le aspettative di un certo numero di giovani sono improntate a fatuità, leggerezza e superficialità. Interessano il possesso di beni, magari firmati, e il successo, in particolare quello mediatico e quello dell'apparire. Si pensa che la qualità della vita debba essere ricondotta al profitto facile. Si pretende tutto e subito, mentre l'affrontare consapevolmente la vita in modo responsabile richiede sacrificio, tenacia e merito. Questi sono elementi che non possono mancare, se si vuole costruire un proprio futuro dignitoso.
  In ragione di questi obiettivi vacui, al fine di ottenere tutto e subito, si è anche Pag. 6disposti a trasgredire valori forti, come il rispetto del prossimo, ma anche del proprio corpo.
  Può darsi che certe distorsioni esistessero anche in passato, però oggi indubbiamente il mondo della comunicazione ne diffonde e amplifica la conoscenza. Bisogna fare i conti anche con l'emulazione.
  Dunque, come si può intervenire ? Bisogna insistere sull'educazione e su un'informazione che sia corretta.
  Dalle famiglie si può sperare che assolvano ai loro compiti educativi. Il rapporto con i figli è certamente agevolato se il dialogo con loro si è avviato fin da piccoli, il che significa che bisogna dedicare tempo ai bambini, stare vicini a loro da quando sono piccoli e interloquire. Bisogna stare al loro fianco e bisogna parlare con loro di quello che i bimbi e gli adolescenti pensano. Bisogna parlare delle loro emozioni, dei loro timori e delle loro paure, che possono riguardare anche momenti importanti della loro vita.
  Nel fare questo, bisogna che i genitori e le figure di riferimento non perdano il ruolo di guida. Si devono proporre con autorevolezza, orientando i figli nell'utilizzo dell'autonomia che viene loro concessa o della quale si appropriano.
  Io credo che si possa chiedere di più anche alla scuola. In tema di sessualità, riscontravo che in alcune scuole milanesi ci sono dei programmi di educazione per gli allievi delle ultime due classi della scuola dell'obbligo. Sono corsi che, con il consenso dei genitori, sono diretti a informare i giovani, a far conoscere loro il proprio corpo e soprattutto a metterli sull'avviso relativamente alle conseguenze di certe esperienze. Ciò che è importante è che si tratta di corsi improntati all'attenzione ed alla valorizzazione dell'affettività.
  Tuttavia, si tratta di programmi che non sono diffusi sistematicamente sul territorio, ma sono frutto dell'iniziativa di singole scuole, che si giovano di insegnanti particolarmente sensibili e attenti. Infatti, non è da tutti affrontare questi temi nel modo giusto con i giovani. Ci si serve anche del supporto degli specialisti delle unità sociosanitarie locali.
  Mi risulta che questi programmi si concludano anche con la presentazione del consultorio e dello sportello per i giovani. Si tratta di luoghi dove i ragazzi che ne avessero bisogno possono trovare un ascolto qualificato e soprattutto riservato.
  L'attenzione deve essere particolarmente vigile. Riscontravo, per esempio, che rispetto al passato ci sono molte più gravidanze di adolescenti. Ho verificato che nel circondario – mi sono dovuto fermare ai dati del tribunale di Milano, e non dell'area più ampia del distretto – negli ultimi anni le autorizzazioni alle interruzioni di gravidanza per le minorenni sono state nell'ordine dell'80 per cento, che non è poco, tenuto conto della diffusione che paiono avere le pratiche contraccettive.
  Notavo che in questi casi, come in quelli di cui vi parlerò fra poco, sono coinvolti anche giovani che provengono da altri Paesi e non soltanto giovani italiani.
  Ciò a cui mi volevo riferire sono i casi di nascite da ragazze infrasedicenni. Si tratta di piccoli numeri in questo caso (circa una decina all'anno nell'area distrettuale del tribunale per i minorenni di Milano).
  Nella maggioranza dei casi, le madri intendono riconoscere i figli, ma potrebbero anche non farlo. A seguito della segnalazione da parte dell'ospedale, se la madre non intende riconoscere, viene eventualmente segnalato che è infrasedicenne, ma si dice chiaramente che non vuole riconoscere il figlio e vuole rimanere anonima.
  Altrimenti, nel caso in cui volesse riconoscerlo, bisogna aspettare che compia i sedici anni o, nelle more, che chieda l'autorizzazione al tribunale ordinario. Se desidera stare con il figlio, ovviamente si facilita in tutti i modi la possibilità che possa intrattenersi con lui.
  In effetti, in queste situazioni i bambini sono tenuti con le madri presso i genitori delle madri stesse. Riscontravo che spesso i genitori sono soltanto le nonne del bambino, perché è ricorrente che i genitori siano separati.Pag. 7
  Relativamente a queste vicende, i padri dei bambini, che in più casi vengono sommariamente descritti, ci sono, ma sono persone giovani, di poco più grandi delle madri, che di solito, una volta a conoscenza della gravidanza, troncano ogni rapporto e spariscono.
  Per concludere, oggi il problema è l'assenza delle famiglie. Tuttavia, vorrei precisare che l'assenza sul tema della sessualità non mi sembra particolarmente grave, se confrontata con quella relativa al consumo degli alcolici e di sostanze stupefacenti o alla dipendenza dal gioco d'azzardo, che sta diventando un problema sociale.
  Quest'ultima è un'emergenza sociale di cui nel mio ufficio si parla spesso. Il problema riguarda i giovani che passano il loro tempo nei locali delle slot machine, ma riguarda anche i famigliari che rimangono coinvolti in questa spirale, rispetto alla quale avvertono la dannosità e la preoccupazione, ma si trovano nella condizione di poter fare ben poco.
  Io mi fermerei qui. Credo di avervi illustrato sommariamente la tematica. Vi ringrazio per l'attenzione e rimango a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente.
  Do la parola a Stefano Scovazzo, presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Valle d'Aosta, per lo svolgimento della sua relazione.

  STEFANO SCOVAZZO, Presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Valle d'Aosta. Sono stato chiamato, in qualità di presidente del tribunale per i minorenni di Piemonte e Val d'Aosta, a dare un contributo alla vostra indagine conoscitiva sul tema della prostituzione minorile.
  Ritengo, però, non opportuno e non utile un mio intervento in chiave giudiziaria, in quanto avete già avuto apporti di esperienza giudiziaria da diversi ottimi colleghi, ultimo ma non ultimo il presidente Zevola, e anche un completo inquadramento dello stato dell'arte della produzione normativa da parte del sottosegretario alla giustizia. Sinceramente, non ho altro e meglio da dire sul lato giudiziario.
  I casi, anche recenti, di abuso del corpo di adolescenti nel distretto piemontese non sono dissimili e non sono più truci di quelli dei quali avete già avuto nozione.
  Credo doveroso da parte mia offrire a voi, che siete i legislatori, qualche elemento di inquadramento generale, addirittura letterario, funzionale però ad un intervento particolare alla nostra portata: una sorta di riedizione del pensare globalmente e agire localmente.
  La prostituzione minorile in Italia appartiene alla tragicità della vicenda fondativa della Repubblica.
  Per rendersene conto, è sufficiente leggere le straordinarie pagine di Norman Lewis nel libro Napoli 1944. Il giovane italianista, arruolato nei servizi di intelligence americani e inviato a Napoli subito dopo lo sbarco, racconta come, nello spaventoso abisso di povertà della città partenopea, fosse uso dei militari americani andare a spasso con una sporta di scatolette di carne, entrare in ogni casa povera e scegliere una ragazza, gettando una scatoletta o una coperta al padre della minore, il quale nei giorni successivi lo cercava al campo, offrendogli un'altra figlia in cambio di un'altra scatoletta.
  Sono pagine agghiaccianti, nel loro disincantato piglio descrittivo, quasi di entomologico distacco, che fanno impallidire la pur ruvida denuncia di Curzio Malaparte nel suo famoso La pelle.
  Quella prostituzione minorile derivante da deprivazione economica e morale, che è financo difficile immaginare, certamente non è relegata nei libri di storia, ma è ancora presente e diffusa dove la soglia della povertà assoluta è ancora varcata da troppi nuclei familiari.
  I dati recentemente offerti dall'Istat sulla povertà assoluta mostrano un preoccupante aumento, come d'altronde quelli sulla povertà relativa. L'Italia, complice il terremoto sociale innescato dalla crisi, sta diventando un Paese povero, o forse lo è già diventato.
  Tuttavia, la prostituzione minorile da povertà è la più facile da contrastare. Ne conosciamo bene la causa: dove c’è tremenda povertà, c’è Napoli 1944.Pag. 8
  I nuclei famigliari che espongono i minori a tale abisso sono quelli tendenzialmente più agganciabili e agganciati dai servizi sociali: sono spesso multiproblematici, il che porta ad un contatto con la rete di sostegno sociale, che svolge certamente bene nel mio distretto la funzione di sensibile antenna del fenomeno, attivando gli interventi del caso, di sostegno prima e giudiziari poi, fino all'allontanamento del minore dal nucleo o altro.
  Non intendo sminuire la drammaticità del fenomeno, presumibilmente in incremento anche in seguito all'ingresso sul territorio di soggetti notoriamente poverissimi e privi di riferimenti familiari o istituzionali, il che inevitabilmente attiva circuiti devianti, anche a danno di minori.
  Intendo, invece, sottolineare che soggetti così poveri sono seguiti – o almeno così dovrebbe esserlo – dal servizio sociale. Devo ammettere che, prima di occuparmi di diritto minorile, non avevo idea di quanto questo servizio fosse presente e attivo.
  Il tema urgente, perché moderno, nell'ambito della prostituzione minorile, che credo sia anche il motivo che ha attivato la vostra indagine conoscitiva, è la prostituzione di minori incardinata all'interno di nuclei familiari non poveri, anzi quasi benestanti o addirittura benestanti. In tale contesto la spinta prostitutiva non deriva dal bisogno economico.
  Questo fenomeno, in quanto nuovo, ci trova impreparati. Direi, però, che si tratta di un'impreparazione colpevole. Lasciatemi dire che tutti gli approntamenti di politica criminale (aumento delle pene edittali, previsione della punibilità dei clienti eccetera) sono meritori, ma del tutto inutili, perché, da un lato, predispongono strumenti sanzionatori che intervengono a valle della commissione del crimine e, dunque, per il minore a danno già verificato; dall'altro, l'incremento del carico sanzionatorio, soprattutto in un ambito quale quello di cui stiamo parlando, non ha alcuna valenza dissuasiva.
  «Che fare, dunque ?» vi chiederete voi, che siete legislatori e che avete domandato, a chi più autorevolmente di me ha espresso la sua opinione, di indicarvi un intervento praticabile nel breve periodo.
  Non credo ci sia nessun intervento praticabile nel breve periodo. Non buttiamo via denaro con campagne d'informazione. Non serve a nulla una campagna del genere. Prova ne sia l'esito delle ormai ventennali campagne contro il fumo: un'altissima percentuale di adolescenti fuma. Lasciatemi dire che le parole, gli spot e le slide, delle quali tanto si parla, non servono a nulla in questo ambito.
  È necessario, anche se difficilissimo, perché in controtendenza rispetto a tutto quello che viene spacciato per moderno, far riscoprire ai giovani il valore salvifico del limite e, quindi, dell'autorità che impedisce il superamento del limite. Mi rendo conto dell'antimodernità del mio dire. Bisogna far riscoprire ai giovani il limite e, quindi, la funzione basica del corpo. Infatti, il corpo è innanzitutto limite. Chi ha fatto sport lo sa bene.
  La modernità che circonda i giovani è un inno rintronante all'assenza di limite. Pensiamo alla pubblicità dei telefonini e a quanto i giovani tengano a questi. Le pubblicità dei telefonini – attendo una causa da parte dei gestori – recitano: «Il mondo intorno a te», «Tutta la vita che vuoi», «Senza confini», «Per sempre».
  Vendere il proprio corpo, non per drammatico bisogno, ma perché si fanno soldi, è superamento del limite, perché nessuno ha mai insegnato quel limite e il divieto di quel superamento.
  Il limite è che il corpo non si può vendere per soldi, perché non ha un valore esprimibile in denaro, perché permette l'esperienza del mondo e, come il mondo, non può essere in vendita. Non sono, come potrebbe apparire, concetti astratti.
  L'insegnamento dei limiti spetta ai genitori, al padre o alla madre, che non sono ruoli interscambiabili da un punto di vista simbolico. Abramo rimane tale, anche se fa le pulizie e carica la lavastoviglie.
  Il problema, come ha detto molto bene il mio collega, sta in gran parte nei genitori, i quali sono stati educati all'assenza Pag. 9del limite, hanno contestato l'autorità, il padre e le regole, e non possono più insegnarle.
  Gli insegnanti e la scuola pubblica sono la nostra unica speranza. Occorre che gli insegnanti mettano i minori di fronte all'impossibile e, dunque, ad un limite assolutamente insuperabile ed alle regole da rispettare senza possibilità altra.
  A questo proposito, consiglio uno degli ultimi libri di Recalcati, che ormai è diventato una specie di rockstar della psicologia. Il libro, intitolato L'ora di lezione, presenta qualche riga molto interessante.
  Il limite protegge e fornisce la cornice dell'esperienza umana. Senza limiti e senza regola, non sono possibili la conoscenza e la crescita del sapere. L'esperienza del limite e della regola permette di riempire di contenuto l'esuberanza vitale dei giovani. Senza l'esperienza del limite, la soggettività dell'adolescente si perde nell'illimitato cicaleccio delle conversazioni virtuali sul web.
  Con il limite, è necessario che i giovani riscoprano la funzione basica del corpo, che è la più visibile declinazione del limite. L'uomo è un insieme di limiti. Non è vero che ha tutta la vita davanti e che ha il mondo intorno a sé; ha solo una certa forza e vive solo un certo numero di anni.
  L'attività sportiva, non a caso così negletta nel nostro Paese, è il miglior modo per percepire che il corpo esiste, ha dei limiti e serve a sopportare sforzi, e che solo un'intensa applicazione caparbia spinge un poco più in là la barriera della non sormontabile fatica. Anche lo sport, quindi, coltiva l'esperienza del limite.
  Le mie proposte, più concrete di quanto parrebbe, sono tutte rivolte alla scuola, perché quest'ultima è l'unica speranza per il Paese.
  Galli della Loggia su Il Corriere della sera del marzo 2015 ha scritto che la riforma della scuola è l'azione più politica che ci sia.
  Per avere dei genitori migliori domani, dobbiamo dare ai minori di oggi una possibilità di essere genitori migliori di quelli che hanno avuto. Pertanto, occorre intraprendere una politica di costante messaggio ai giovani circa la positività dei limiti e vietare i messaggi difformi.
  Bisogna dare ai docenti effettivi poteri disciplinari e di indirizzo, ridimensionando, anche attraverso apposite norme di sistema, la possibilità di interferenze genitoriali relative alla didattica, ai contenuti e ai metodi. Occorre insegnare ai docenti a segnalare immediatamente i sintomi di superamento del limite, in termini di possesso di denaro, vestiti costosi eccetera, e dar loro immediati potere di intervento.
  L'incremento dell'abuso del gioco, a cui faceva riferimento il presidente Zevola, è un'altra declinazione del superamento del limite. Il gioco compulsivo è ontologicamente superamento del limite.
  Occorre preparare potentemente, selezionare e ridare dignità sociale alla classe docente, perché, oltre a trasmettere conoscenze, coltivi nei giovani la possibilità dell'esperienza e li metta in contatto con la conoscenza che solo la protezione del limite può offrire.
  Il manifesto massimo dell'impossibilità di conoscere è infatti il web, dove, essendoci «tutto», in realtà nulla è in definitiva acquisibile, certamente non da un ragazzo.
  Occorre imporre attività sportiva qualificata, anche tutti i pomeriggi, raccordata con l'attività scolastica. L'esperienza dello sforzo mette i giovani a contatto con la limitatezza del proprio corpo e mostra che il corpo esiste e non è soltanto finzione estetica (gambe e seno per le ragazze e muscoli per i maschi). Il corpo serve a fare uno sforzo, che necessariamente può giungere solo fino a un certo punto e non oltre.
  Occorre prevedere un intenso percorso scolastico di esperienze relative al corpo, diverse dal corpo solo bello offerto dalla macchina mediatica. Occorre scalare montagne e sentire freddo, alzarsi di notte e sentire sonno, camminare venti chilometri e sentire la fatica. Occorre visitare un reparto di oncologia pediatrica e vedere che il corpo può tradire. Occorre visitare un reparto di maternità e vedere dove comincia il corpo. Bisogna tenere le scuole aperte, per fare questo, tutti i pomeriggi.Pag. 10
  Spingiamo sulla scuola pubblica, non come facente funzione di un gendarme che controlla la devianza e l'abuso – anche se la funzione di percezione del disagio rimane importantissima – ma come una poderosa e nobile istituzione, che diventi il centro delle esperienze dei giovani.
  Incrementiamo del 4.000 per cento le risorse a favore della scuola e permettiamo di dare ai giovani una speranza non prostitutiva. Permettiamo di dare la speranza che non sia l'acquisizione facile e veloce di denaro la chiave di tutto, perché, se l'equazione «successo uguale denaro e felicità» viene proposta in termini di unicità, senz'altro la vendita del sé appare nel novero del possibile, anzi dell'opportuno. In un pomeriggio un ragazzino o una ragazzina che si prostituisce produce tre o quattro volte lo stipendio di un impiegato di banca.
  Gli insegnanti devono essere in grado di suggerire che la fondazione del futuro si raggiunge con la coltivazione del limite, della fatica, dell'applicazione e del sacrificio, in uno sforzo teso all'acquisizione di un complessivo senso umano.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SANDRA ZAMPA. Io prendo la parola innanzitutto per scusarmi, perché devo andare rapidamente via, e per ringraziare i nostri relatori.
  La mia è una domanda molto superficiale. Vorrei capire se voi ritenete che questo sia un fenomeno che permane uguale nei tempi e che riguarda soltanto o soprattutto gli stranieri, oppure che questa indagine conoscitiva che noi abbiamo avviato abbia ragione di essere, come noi abbiamo ritenuto, poiché c’è qualcosa di più grave di quanto la consuetudine ha mostrato finora.
  Lei in particolare, dottor Zevola, ha affermato che il fenomeno riguarda soprattutto minori stranieri. Questa situazione riguarda Milano, ed è diversa da quanto avviene altrove ? Vorrei sapere se il fenomeno riguarda anche ragazzi e ragazze italiani, che magari possono essere in condizioni di povertà o meno. C’è un legame di causa ed effetto, al di là di quello che diamo per acquisito ?
  Vorrei sapere se le risulta che Milano sia in una determinata situazione, che non è la stessa in tutta Italia. Per esempio, su Roma abbiamo sentito cose abbastanza diverse.
  Ringrazio anche il presidente Scovazzo. Comprendo la scelta di non voler entrare negli aspetti giudiziari. Lei ci ha mostrato un punto di vista che tiene conto di un insieme di problemi che riguardano i giovani oggi.
  Naturalmente, quello che lei ha detto in parte è molto provocatorio. Comprendo la provocazione intellettuale di alcune delle cose che lei ci ha fatto notare. Per esempio, lei ha affermato che bisognerebbe moltiplicare per 4.000 gli investimenti sulla scuola pubblica. Credo che piacerebbe a molti di noi poterlo fare, invece spesso ci troviamo a dover fare i conti con la necessità di fornire delle risposte, le migliori che possiamo, nelle condizioni date, naturalmente cercando di allargarle il più possibile.
  Le confesso che rileggerò il suo intervento e rifletterò su alcuni dei punti che lei segnalava, come l'idea che senza limiti si va a una velocità supersonica verso l'annullamento o la distruzione di se stessi. Mi sembra che sia questo il messaggio che lei ci ha voluto consegnare.
  Colpisce molto nelle relazioni di entrambi una forte assenza della famiglia e dei genitori. Lei addirittura non li ha neanche citati. Praticamente, lei ha affermato che l'unica speranza è la scuola e che addirittura bisogna vietare le interferenze dei famigliari, se ho capito bene. Invece, nella relazione di chi l'ha preceduta, c’è spesso l'idea che la famiglia non è proprio in grado di fronteggiare il problema, anzi spesso non se ne accorge neanche, se ho ben compreso.

  DONELLA MATTESINI. Ringrazio anch'io i nostri ospiti per il ragionamento che ci hanno proposto. Io ho delle domande, Pag. 11perché voi naturalmente siete un osservatorio importante insieme ad altri e forse alcuni dati possono aiutare noi legislatori a capire come meglio intervenire.
  Noi sappiamo che ci sono vari tipi di prostituzione. È in grande aumento, per esempio, la prostituzione minorile attraverso il web. Voi avete parlato molto di prostituzione in ambito scolastico. Vorrei sapere quali sono le tipologie alle quali bisogna guardare complessivamente, per capire come si sta diffondendo il fenomeno. Fino a qualche tempo fa si considerava la prostituzione su strada, ma quando si parla di quella minorile ci sono anche altri ambiti. Vorrei approfondire il tema del web, perché è una questione particolarmente importante.
  Mi interesserebbe capire, nei casi in cui gli sfruttatori o sfruttatrici sono stati identificati, a che tipologia di persone appartengono. Per quanto concerne la violenza sulle donne, i violentatori sono di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Credo che questo valga anche per i minori. Tuttavia, sarebbe interessante capire se ci sono fasce di età particolari e così via.
  Vi ringrazio per i suggerimenti, anche sulla questione del senso del limite, che dovrebbe appartenerci in generale. Infatti, il senso del limite ci richiama anche al rispetto per l'ambiente. Vuol dire stare dentro ad una consapevolezza.
  C’è una cosa che mi colpisce e su cui mi sento di porvi una domanda. Noi parliamo sempre di minori senza valori eccetera. Tuttavia, diciamo sempre tutti che «i giovani sono il nostro futuro». Basta questa frase a indicare una colpa drammatica del mondo degli adulti, che pensano di essere i padroni del mondo.
  Sono d'accordo sull'intervento sulla scuola, però mi domando se condividete l'idea che in realtà noi dobbiamo lavorare sugli adulti, perché si cresce in base ad un esempio. I ragazzi possono sicuramente essere coloro che vengono incentivati ad avere il lusso subito. Tuttavia, non imparano tutto questo a parole, ma perché vedono noi adulti, che diamo loro l'esempio con i nostri comportamenti.
  La scuola va chiamata in campo e va sostenuta, ed è il punto fondamentale. Tuttavia, o c’è un'alleanza con il mondo degli adulti, che si prende le sue responsabilità, oppure si rischia di intraprendere un'altra volta una strada importante ma parziale.
  Vorrei sapere se nella vostra attività conoscete delle esperienze e che tipo di risultati danno, per esempio rispetto ad azioni rilevanti che possono essere attuate dalle istituzioni in generale per il sostegno alla genitorialità, un percorso grande che parte dal momento in cui si genera un figlio.
  Le famiglie sono assenti, però è anche vero che oggi ci sono tante tipologie di famiglia. Stamattina ho visto la presentazione dell'indagine su Milano, dove il 65 per cento delle famiglie, anche quelle con un figlio, sono mononucleari. Questo la dice lunga su quanto noi dobbiamo dare attenzione alla famiglia, avendo la consapevolezza delle tante tipologie che esistono.
  Mi rivolgo ai miei colleghi. Il sostegno alla genitorialità e, quindi, alla famiglia deve diventare un tema determinante. O passiamo da questa alleanza, oppure scarichiamo un'altra volta la responsabilità su questi giovani, su cui diamo giudizi. In qualche modo, quando diamo un giudizio su di loro, noi adulti ci liberiamo delle nostre colpe. Volevo condividere con voi questo ragionamento.

  LOREDANA LUPO. Io vorrei veramente ringraziarvi, perché, dopo tante audizioni, per la prima volta ho coscienza di quello che realmente serve. Molto spesso, quando noi facciamo questi cicli di audizioni, secondo me non mettiamo bene a fuoco la problematica in sé.
  Sinceramente, io pensavo che con una campagna informativa, con le giuste accortezze legislative e con azioni a livello dei tribunali, si potesse trovare più o meno una soluzione al problema, però mi rendo conto che la questione è molto più ampia.
  Il discorso che lei ha fatto poco fa è stato molto interessante. Non lo trovo provocatorio, ma perfetto, viste le circostanze Pag. 12attuali. Infatti, noi abbiamo un po’ perso di vista quello che praticamente dobbiamo fare per questi ragazzi, ed è anche colpa di noi genitori. Io sono sia madre che docente. Quando alleviamo i nostri bambini, spesso tendiamo a dare troppo.
  Abbiamo posto due livelli di problemi. Uno è legato alla povertà, e questo mi fa sempre più pensare che il reddito di cittadinanza possa e debba essere una soluzione. Un altro è legato ai limiti e all'istruzione. Questo è un altro concetto fondamentale. Dal mio punto di vista, la scuola pubblica può tantissimo, soprattutto in un'epoca storica in cui i genitori lavorano molte ore e sono fuori di casa.
  Occorre ripristinare gli equilibri, spiegare cos’è realmente importante, evitare di sprecare denaro in opere di comunicazione inutili, quando invece possiamo realmente trovare una soluzione pratica.
  Devo dire che questo discorso mi rincuora da un certo punto di vista, perché mi fa capire quale deve essere la direzione che questo Parlamento dovrebbe intraprendere e che il Governo dovrebbe realizzare.
  Non so in quanto tempo questo si potrà realizzare e quante generazioni potremo essere in grado di aiutare, però sicuramente questo è un ottimo spunto per creare un nuovo futuro.
  Vi ringrazio tanto delle informazioni, anche se magari non sono numeri o leggi che si possono scrivere. Devo dire che oggi queste parole mi sono servite parecchio.

  LORENZO BATTISTA. Io mi ricollego al concetto del limite, che giustamente è stato posto alla nostra attenzione. Pongo una domanda semplice, perché alcuni concetti sono stati già sottolineati da chi mi ha proceduto.
  Non pensa che il concetto di limite debba essere esteso globalmente ? Se noi lo limitiamo agli adolescenti, non sarà mai abbastanza.
  Anche lei giustamente citava la pubblicità delle compagnie telefoniche ed il modo in cui vengono persuasi i giovani. Ormai tutti i giovani hanno un cellulare, già da tredici o quattordici anni, totalmente al di fuori di ogni controllo dei genitori.
  Non pensa che la tesi che lei ci ha esposto, che condivido, debba essere estesa ? Se noi ci limitiamo a far capire il limite soltanto ai nostri giovani, non sarà mai abbastanza. Anche se lo facciamo capire ai giovani, dall'altra parte avremo una società che corre sempre ad un ritmo vertiginoso, che noi non saremo mai in grado di controllare. Riporto l'esempio estremo del doping e dell’antidoping. Noi facciamo qualcosa, però ci sarà sempre il doping che corre più veloce.

  ANTIMO CESARO. Io sarò molto rapido. Ho apprezzato entrambe le relazioni e ringrazio i relatori. Credo che porre l'accento sulla scuola sia significativo. Noi l'abbiamo posto sui beni culturali in una nostra indagine, perché sappiamo che prevenire è quanto si demanda ad un'istituzione degna di questo nome. Quando si interviene post-eventum, significa che si è arrivati troppo tardi.
  Credo anche che, come è stato detto, l'investimento sulla scuola sia una dimensione politica, con la «P» maiuscola, e solo in subordine economica.
  Il senso del limite, che è stato più volte evocato, ci rimanda al binomio tra diritto e dovere. Noi viviamo nell'età dei diritti. Credo che l'ultimo libro degno di questo nome sul dovere che ha avuto una certa diffusione sia di mazziniana memoria.
  Nell'epoca dei diritti, si invocano facilmente delle soluzioni a sostegno del reddito, che prescindono ancora una volta dal senso del dovere. Invece, a scuola bisognerebbe rimandare a memoria quantomeno i princìpi fondamentali della nostra Costituzione, in particolare l'articolo 4, che, circa il sostegno al reddito di ciascuno, ben richiama il diritto al lavoro, ma anche il dovere di scegliere qualcosa che sia consono alle proprie attitudini.
  Altrimenti, come ha fatto la collega, si propone una soluzione semplicistica a problemi che meriterebbero ben altri approfondimenti, assumendo un atteggiamento del tutto autoreferenziale. Questi Pag. 13sono temi che, invece, meritano di essere molto approfonditi, come stiamo cercando faticosamente di fare.
  Credo che le due relazioni di oggi abbiano aperto due prospettive che erano state già approfondite, ma avvicinandoci alla conclusione, soprattutto nel secondo caso, sono state offerte una serie di soluzioni, ovviamente con una prospettiva personale, da sottoporre alla valutazione della Commissione e dell'interlocutore. Io sono molto d'accordo sulle premesse, ma credo che per ciascuno dei rimedi prospettati bisognerebbe trovare il tempo e il modo di approfondire.
  Io sono convinto che nella giornata di oggi ci sia stato un arricchimento, che ci lascerà riflettere a lungo.

  PRESIDENTE. Ci sono ancora due colleghi che vorrebbero porre una domanda, però è previsto l'inizio dei lavori dell'Aula alle 15,00. Onorevole Petrenga e senatore Razzi, i regolamenti non ci permettono di tenere la Commissione mentre l'Aula è in funzione. Vi chiedo di intervenire in un minuto, perché ci terrei ad avere anche le vostre domande, purché siano molto veloci.

  GIOVANNA PETRENGA. Io vorrei semplicemente associarmi ai ringraziamenti dei colleghi che mi hanno preceduto e sottolineare che il problema dei minori che subiscono questi tipi di violenze è un argomento talmente delicato che meriterebbe un approfondimento maggiore.
  Si potrebbe dedicare una giornata a questo tema, con gli attori principali che tutti i giorni si trovano a lavorare sui territori. Eventualmente, ci potrebbe essere un confronto con i procuratori presenti oggi e con altre parti dell'Italia, in modo da avere una visione più omogenea su quello che succede nel nostro Paese e vedere insieme in che modo proporre, come Commissione, un intervento o una normativa ad hoc, per poter controllare meglio ed affrontare questo problema.
  Giustamente il collega Cesaro ricordava che noi stiamo ponendo l'accento anche sulla fruizione dei beni culturali, però dobbiamo impegnarci soprattutto a cercare di eliminare il più possibile questi problemi. I minori sono un aspetto sacro. Lo dico da parlamentare, ma anche da mamma.

  ANTONIO RAZZI. Mi scuso del ritardo e rivolgo i miei complimenti ai due relatori per questa interessante audizione.
  Io penso che sarebbe molto importate dare ai giovani, già dall'asilo, una cultura sui passaggi della vita.
  Il progresso porta il regresso. Con il web e Facebook sono tutti in collegamento. Molti genitori purtroppo devono lavorare entrambi, ed è molto difficile controllare questi ragazzi, molti dei quali, per avere il cellulare dell'ultimo modello, magari fanno di tutto pur di guadagnare soldi facili.
  Io non credo al reddito di cittadinanza. È una cosa sbagliatissima, almeno per come la vedo io. C’è chi la vede in maniera diversa.
  I genitori non ci sono. Ricordo che 50 o 60 anni fa era difficile che una mamma andasse a lavorare. Allora c'erano meno casi di questo genere. Oggi, purtroppo, sia la mamma che il papà vanno a lavorare, ed i figli stanno tutto il giorno davanti a Facebook, dove hanno i primi contatti per eventualmente ricevere proposte di guadagnare i soldi, perché devono comprare il cellulare nuovo.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  MARIO ZEVOLA, Presidente del tribunale per i minorenni di Milano. Vorrei semplicemente ribadire che purtroppo ci troviamo di fronte ad un mondo che è cambiato rispetto al passato. Oggi crescere è forse più difficile, perché il mondo è diventato più pericoloso sotto certi profili, in particolare in tema di sessualità.
  La sensazione che il «fenomeno» della prostituzione sia in incremento ci deriva proprio dal constatare come vi sia una precocità nella conoscenza del mondo sessuale, il che comporta che ci possa essere una maggiore esposizione.Pag. 14
  Nel nostro ufficio giudiziario, per esempio, rileviamo come siano in aumento le violenze sessuali fra giovani. Questo deve suscitare un certo allarme. Secondo me, manca l'educazione. Stiamo attenti, perché il tema del sesso è un modo di esprimere una mancanza di rispetto nei confronti del prossimo, è una modalità di esplicitazione di una prevaricazione.
  Credo che dobbiamo tornare a prendere in considerazione il tema della legalità, del rispetto dei diritti e del rispetto del prossimo.
  Non ha niente a che fare con l'argomento, ma mi viene in mente, per esempio, il ragazzino che era stato sorpreso mentre sporcava un muro nei pressi di una scuola. Siccome andava in quella scuola, gli insegnanti hanno telefonato alla madre, affinché richiamasse il figlio. Il richiamo che è provenuto da questa madre nei confronti del figlio è stato: «Tu sei stato uno stupido ad andare a sporcare i muri dove ti conoscono». C’è un mondo degli adulti che, secondo me, non è sufficientemente attento al rispetto del prossimo. I ragazzi apprendono da quello che li circonda.
  Bisogna che i genitori siano sostenuti nel loro compito. Dovrebbero essere educati loro in molti casi. Non è semplice. Noi, al tribunale per i minorenni, ci troviamo a dover intervenire nei confronti di genitori che non sanno esercitare adeguatamente la loro responsabilità genitoriale. Si fa fatica per cercare di cambiare il loro modo di pensare ed il loro modo di proporsi ai figli.
  Chiaramente i figli vivono situazioni difficili in famiglia e si comportano in modo problematico al di fuori. I minori che vediamo pervenire nell'ambito dell'area penale, nella quasi totalità, hanno vissuto malamente la loro giovanissima età. Questo deve far riflettere.
  Sulla scuola bisogna investire, perché, per come stanno andando le cose, è l'area nella quale i nostri giovani passano la maggior parte del loro tempo attivo. Se possono imparare qualcosa di positivo, è lì che lo possono fare. Certamente occorre che la famiglia dia una forte impronta, però i giovani trascorrono la maggior parte del tempo a scuola. La scuola deve essere molto vigile.
  Ho letto da qualche parte che la maggior parte dei filmati e delle foto che girano per il web sono realizzati fra le mura scolastiche. Non c’è un'adeguata vigilanza su queste cose, che secondo me dovrebbero suscitare una grande attenzione.

  STEFANO SCOVAZZO, Presidente del tribunale per i minorenni di Torino, competente anche per la Val d'Aosta. Certamente il tema minorile è sempre un tema genitoriale. È ovvio che, parlando di minori, parliamo dei loro genitori inesistenti. È sempre così in ogni ambito. Non si può più crescere seguendo l'esempio, perché si vedono poco i genitori, che giustamente lavorano entrambi.
  Le famiglie hanno pochi strumenti di controllo. Giustamente, è stata evocata l'insistenza sul fatto di avere diritti. Di doveri e, quindi, di limiti non si parla più.
  Visto che sono venuto qui a fare la figura del bacchettone, la faccio fino in fondo. Anche nelle discoteche che fanno entrare le ragazze con le gambe di fuori gratis, perché ballano sul cubo – per carità, non è prostituzione – io vedo qualcosa che non va. Anche nel modello femminile offerto dalla televisione c’è qualcosa che tutto sommato mi fa riflettere.
  Con ciò mi taccio, altrimenti passo per un vecchio prete di campagna.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15,05.