XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Giovedì 5 giugno 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zampa Sandra , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA POVERTÀ E IL DISAGIO MINORILE:

Audizione di rappresentanti del Forum per il sostegno a distanza di Roma.
Zampa Sandra , Presidente ... 3 
Curatola Vincenzo , presidente del Forum per il sostegno a distanza di Roma ... 3 
Chiapparo Simona , consigliere nazionale del Forum ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Mattesini Donella  ... 5 
De Sole Pasquale  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Padua Venera  ... 6 
Curatola Vincenzo , presidente del Forum per il sostegno a distanza di Roma ... 7 
Chiapparo Simona , consigliere nazionale del Forum ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SANDRA ZAMPA

  La seduta comincia alle 14,15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti del Forum per il sostegno a distanza di Roma.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile, l'audizione dei rappresentanti del Forum per il sostegno a distanza di Roma. Sono presenti il presidente Vincenzo Curatola e i membri del Consiglio nazionale, Ilaria De Cave, Pasquale De Sole e Simona Chiapparo. Do, quindi, la parola al presidente Curatola per la sua relazione.

  VINCENZO CURATOLA, presidente del Forum per il sostegno a distanza di Roma. Ricordo che la nostra organizzazione, il Forum permanente per il sostegno a distanza, è stata audita dalla Commissione altre due volte due anni fa con la presidente Mussolini e, prima ancora, nel 2005. Poiché il sostegno a distanza riguarda in massima parte i minori, abbiamo un grande interesse a collaborare con tutte le istituzioni che si occupano, appunto, dei minori. Tra l'altro, ultimamente, abbiamo cominciato ad affrontare anche in Italia un discorso che, storicamente, affrontiamo nei confronti dei Paesi esteri, sia con gli immigrati, sia con i minori stranieri non accompagnati o di seconda generazione ed altri, sia con i minori italiani, perché c’è una grande povertà anche nel nostro Paese. Insomma, pensiamo che il sostegno a distanza fatto anche in Italia possa essere uno strumento utile. Vorremmo, quindi, presentarvi anche questo progetto.
  Il nostro coordinamento raggruppa 121 associazioni di varie parti d'Italia. Come sapete, il nostro Paese è molto variegato, ciò essendo vero in tutti i campi. Ci sono piccole e grandi realtà, anche straniere, che operano in Italia e lo stesso succede anche nel nostro ambito. Da una parte, quindi, abbiamo una grossa ricchezza, dall'altra, un grosso impegno per cercare di mettere insieme queste diverse esperienze, anche a livello normativo. Nel 2009 è stato fatto uno sforzo importante dall'ex Agenzia del terzo settore, che aveva costituito un Osservatorio, di cui facevamo parte, per elaborare delle linee guida, poi pubblicate, che dessero degli indirizzi in modo che il sostegno a distanza fosse trasparente per i cittadini e fosse salvaguardato rispetto ad altre raccolte fondi o interventi, i quali, però, non avevano le caratteristiche proprie del sostegno a distanza, posto che quest'ultimo non è solamente una raccolta o un invio di denaro, ma soprattutto una relazione che si viene a creare tra le famiglie che danno questo contributo e chi lo riceve. In tal senso, quindi, le associazioni fanno da tramite affinché si realizzi, più in generale, anche un incontro fra i popoli. Questo è il grosso valore di questa forma di solidarietà.Pag. 4
  Nel nostro Paese ci sono più di un milione e mezzo di italiani che fanno sostegno a distanza ed è un impegno rilevante, perché più di 500 milioni annui vengono raccolti e utilizzati per queste necessità. In Italia, da parecchi anni, le nostre associazioni lavorano anche con le scuole per l'educazione e lo sviluppo della multiculturalità, perché avendo l'esperienza di diversi Paesi e di diverse società, riescono a integrare quella formazione multiculturale che molte volte nella scuola è un po’ carente.
  Quindi, vorremmo portare alla vostra attenzione anche questo aspetto, perché in un Paese che sta diventando sempre più un insieme di nazioni, di culture e di religioni la formazione è importante. È fondamentale, infatti, che già dalla scuola si abbia un orientamento più aperto e più ampio rispetto alla realtà locale.
  Su questo aspetto e su quello del sostegno a distanza in Italia, vorremmo darvi la nostra collaborazione. Le linee guida predisposte a suo tempo dall'Agenzia del terzo settore non prendevano in considerazione il sostegno a distanza in Italia perché nel 2009 ancora non era emersa questa esperienza. Invece, sarebbe il caso di considerarla anche dal punto di vista delle regole, dal momento che ci sono le forme dell'affido, dell'adozione internazionale e altro. Di conseguenza, il sostegno a distanza dovrebbe trovare una collocazione più precisa per rispondere anche alla trasparenza verso le persone che, con buona volontà, si impegnano e danno il loro contributo.
  Concludo con una richiesta di patrocinio che riguarda un'iniziativa che vorremmo attuare in occasione della prossima Giornata mondiale dell'infanzia, il 20 novembre. Insieme alle Ferrovie e al Ministero dei trasporti, vorremmo organizzare un treno della solidarietà che parta il 20 novembre e si concluda dopo un mese e mezzo – pensiamo il 6 gennaio, in occasione di una tradizionale festa dell'infanzia – toccando diverse città italiane, proprio per far emergere le buone pratiche delle associazioni rivolte all'infanzia, oltre che le problematiche, e per cercare di fare insieme alcuni passi avanti.
  Un'altra iniziativa che vorremmo portare alla vostra attenzione, sia come Commissione, sia singolarmente come persone impegnate verso la comunità italiana, riguarda la nostra adesione, come ForumSaD, al Mandela Day del 18 luglio prossimo. Come sapete, il Mandela Day è stato istituito nel 2009 dalle Nazioni Unite, non solo per onorare Nelson Mandela, ma anche per invitare ogni cittadino del mondo, ogni organizzazione e ogni istituzione a donare, in quella data, 67 minuti del proprio tempo per il bene comune. Vorremmo che l'iniziativa fosse più divulgata, per cui vi chiediamo un contributo non solo nella divulgazione, ma anche promuovendo un'adesione istituzionale. Per esempio, l'anno scorso il comune di Reggio Emilia vi ha aderito.
  Se le mie colleghe vogliono aggiungere qualcosa, lascerei loro la parola.

  SIMONA CHIAPPARO, consigliere nazionale del Forum. Conoscendo il valore e la funzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, vorremmo fornire il nostro contributo in merito a una questione particolare, quella dei minori stranieri non accompagnati, e nello specifico al fenomeno della loro scomparsa. Come organizzazione ForumSaD agiamo non solo con i Paesi stranieri, ma abbiamo attività in corso anche sui territori italiani. Essendo quindi presenti anche a livello nazionale, vorremmo fornirvi dati ricavati dalla nostra esperienza.
  Per esempio, veniamo dalla Campania, dove c’è un transito di cittadini stranieri tale per cui spesso minori oppure soggetti tra i diciotto e i venti anni d'età vengono coinvolti in fenomeni criminali, tra cui quello più comune è lo sfruttamento sessuale. Vorremmo, quindi, segnalarvi questo fenomeno per poi contribuire con i dati delle nostre esperienze, perché riteniamo che la Commissione debba occuparsi di tale questione.

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  PRESIDENTE. In attesa che le colleghe possano rivolgervi delle domande, ve ne pongo alcune io.
  La prima è un'informazione. Ci siamo già occupati di minori stranieri non accompagnati; nella precedente legislatura abbiamo condotto e concluso un'indagine conoscitiva, con la pubblicazione di un documento conclusivo. Inoltre, abbiamo svolto audizioni su questo tema anche in questi mesi.
  In questo momento, per fortuna è già avviato l’iter legislativo di nuove norme che l'Italia finora non ha; quindi, di fatto, saranno le prime. Avremo, pertanto, una prima legge che riguarderà specificamente questo tema, ancorché nell'ambito della non discriminazione, perché bisogna stare attenti a non costituire delle platee speciali. Voglio, infatti, ricordare che secondo la Convenzione di New York non ci sono categorie speciali di minori, ma tutti hanno gli stessi diritti. In questo caso, avremo una legge che promuove il riconoscimento e la fruizione del diritto da cui sono esclusi. Non si crea, cioè, una categoria discriminata.
  Passando alle domande, lei ha detto che ci sono 121 associati al Forum. Per capire qual è la rete, vorrei sapere quanti interventi realizzate, dove li realizzate e quanti sono i soggetti coinvolti dalla vostra azione.

  DONELLA MATTESINI. Vi ringrazio molto per questa audizione. È davvero interessante conoscere il vostro lavoro e la vostra realtà.
  Parto dall'ultima questione che poneva lei, dottoressa Chiapparo, perché, pur avendo fatto un ottimo lavoro nella scorsa legislatura e tenendo conto dell'accenno della presidente alle norme che stiamo predisponendo, è una questione che va monitorata in quanto dobbiamo porci il problema della «tracciabilità» di questi minori. È insopportabile che ci sia oltre il 50 per cento di scomparse dai centri di prima accoglienza o altro. Questo non è possibile. È una delle emergenze.
  Peraltro, visto che spetterà prossimamente all'Italia il semestre di presidenza dell'Unione europea e dovendo farsi carico l'Europa della gestione dell'immigrazione, che non può essere solo una responsabilità dell'Italia, penso che quello dei minori non accompagnati debba e possa essere un tema da porre.
  Come Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, oltre che come maggioranza o altro, chiediamo, quindi, al nostro Presidente del Consiglio di porre con forza la questione. Insomma, penso che sia un tema sul quale dobbiamo chiedere un impegno non solo sull'accoglienza, ma anche sulla «tracciabilità» affinché questi minori non vadano persi.
  Inoltre, siccome so che esiste l'ELSAD (Enti locali per il sostegno a distanza), ovvero il coordinamento degli enti locali per il sostegno a distanza, mi chiedevo se quando parlate di 121 associati fate riferimento anche agli enti locali. Allora, la domanda è: quanti sono gli enti locali associati e quale distribuzione hanno nel territorio ?
  Infatti, se vogliamo essere utili occorre anche capire qual è la capillarità della presenza, per esempio se è diffusa nel territorio o solo da alcune parti. Dopodiché, compresa qual è la situazione, possiamo lavorare affinché ci possa essere di nuovo una sensibilizzazione, tenendo conto della grande difficoltà degli enti locali.
  Del resto, gli enti locali si trovano in prima linea a vivere il dramma di non avere risorse per poter accogliere anche i minori non accompagnati che transitano nel proprio territorio. Ho presente un comune del mio territorio che sta vivendo un problema molto grande. Infatti, tutte le risorse a disposizione per le politiche sociali sono esaurite perché un mese e mezzo fa sono arrivati cinque minori non accompagnati. Considerato il costo, tutte le risorse sono impiegate in quel modo, cosa che sta impedendo di dare altre risposte ad altre fasce di popolazione in difficoltà.
  Pur avendo i comuni questa grande difficoltà, penso che entrare nella rete degli enti locali possa aiutare a creare sensibilizzazione e forse anche a trovare risposte nei territori, in termini di relazioni che possono Pag. 6sostenere situazioni di bisogno dei minori. Quindi, il concetto di rete, anche per quanto riguarda la realtà all'interno dell'Italia e non solo sul piano dei rapporti con l'estero, può essere importante. In particolare, penso ad una rete tra enti locali che possa permettere di avere una progettualità comune e quindi, forse, anche risposte comuni.

  PASQUALE DE SOLE, consigliere nazionale del Forum. Vorrei aggiungere un aspetto che interessa questa Commissione, anche se non è legato al tema del sostegno a distanza, ma riguarda i minori. Mi riferisco all'aspetto delle seconde generazioni. Questi minori sono, ovviamente, garantiti finché non aggiungono i diciotto anni. Tuttavia, in una percentuale elevata di casi, per un insieme di regole che a volte sono molto cavillose, queste famiglie hanno difficoltà a entrare in certi meccanismi, per cui rischiano di perdere il diritto che il ragazzo ha avuto fino a quell'età.
  Chiediamo quindi se sia possibile semplificare certi aspetti normativi, in modo tale che un ragazzo nato in Italia, che ha frequentato tutte le scuole qui, sia riconosciuto come cittadino italiano una volta compiuti i diciotto anni.
  Tra settembre e ottobre abbiamo fatto una iniziativa proprio sulle seconde generazioni. Questi ragazzi si sentono italiani perché sono vissuti in Italia, ma a volte per dei cavilli, cioè per cose a cui non si pensa o che non si riesce a rispettare, perdono il diritto alla cittadinanza italiana. Se come Commissione poteste prendere in considerazione questo aspetto, sarebbe molto utile.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor De Sole. Il tema ci è molto chiaro e presente.

  VENERA PADUA. Anch'io esprimo il mio ringraziamento per questa occasione di studio e di approfondimento, nonché per quello che fate. C’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore e mi fa soffrire. Abito in una zona, nella provincia di Ragusa, che adesso è diventata la novella Lampedusa. Ci sono sbarchi tutti i giorni e sono previsti in aumento. Purtroppo, è in aumento anche la popolazione minorile. I piccoli, infatti, ci danno più preoccupazione. Ovviamente, non ci sono mai le strutture sufficienti, per cui capita – io l'ho osservato – andando a visitare questi centri, di vedere troppi bambini per molto tempo sostare in posti che dovrebbero essere di passaggio. La sosta diventa, invece, troppo lunga.
  A detta degli operatori, con i quali più volte mi sono soffermata a parlare, ciò accade perché c’è difficoltà a trovare accoglienza presso i centri, dati i problemi economici e tutto quello che sappiamo. Vorrei, quindi, chiedervi se, secondo la vostra esperienza, disponete di dati numerici precisi. Cosa ci potete dire in questo senso ? Potete rassicurarci o farci spaventare ulteriormente ?
  Inoltre, avrei un'altra domanda, che non è provocatoria, bensì nell'interesse del bambino (se siamo qui è perché c’è il bambino al centro). In alcune conferenze, o comunque parlando con gli operatori, c’è sempre la grande preoccupazione del controllo – non so come si possa dire meglio – o della garanzia che offrono i nostri operatori. Insomma, chi controlla che cosa ? Chi ci dà le garanzie ? Quali percorsi e quale formazione hanno ? Sono messi lì perché è capitato o perché non avevano altro da fare e si sono scoperti improvvisamente assistenti d'infanzia, puericultori innamorati di questa problematica, o hanno motivazione e soprattutto competenza e professionalità ? Come vengono scelte queste persone, ammesso che ci siano dei criteri ?
  Infine, vi chiedo se avete dati anche più precisi sui ragazzi che, come avete detto, sono vittime di un utilizzo infelice e che, purtroppo, non hanno le stesse opportunità dei loro pari che vivono nelle nostre famiglie.
  Finisco con il dirvi grazie per il sostegno a distanza anche per i nostri bambini italiani, che siano di prima o di seconda generazione, o figli di italiani con gli stessi nostri diritti, perché a questi nostri bambini spesso non pensiamo, dando per scontato che non abbiano bisogni particolari. In realtà, sappiamo che così non è. Credo, quindi, che sia una cosa molto bella.

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   PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

  VINCENZO CURATOLA, presidente del Forum per il sostegno a distanza di Roma. Vorrei dare due risposte per poi cedere la parola a Simona Chiapparo, soprattutto per quello che riguarda i minori non accompagnati.
  Il Forum per il sostegno a distanza conta 121 associazioni. Eravamo un po’ carenti nel Sud, ma negli ultimi anni, grazie a un impegno della fondazione «Con il Sud», abbiamo lavorato molto, quindi siamo presenti in tutte le regioni italiane. Sommando i sostenitori delle nostre associazioni, i sostegni che vengono effettuati sono circa 300 mila.
  Riguardo ai progetti, abbiamo 1.500-1.800 progetti diversi nei vari Paesi, con la stessa metodologia del sostegno a distanza. Si tratta, quindi, sempre di un progetto rivolto alle persone, soprattutto ai minori, al fine di realizzare una loro autonomia e che continua fino a quando non viene superata la condizione di difficoltà.
  L'ELSAD è stato formato nel 2004. Lavoravamo molto a Roma, soprattutto con la provincia, che ha colto l'esigenza di coordinarsi con gli altri enti locali, quindi ha fatto la proposta di costituire un coordinamento formale. Ogni ente locale approva una delibera di adesione all'ELSAD. Vi sono quasi tutti i capoluoghi di regione, ma anche i piccoli comuni.
  Attualmente, la presidenza dell'ELSAD è della provincia di Napoli. Non so come si affronterà il discorso della riforma delle province. Tuttavia, in Campania c’è stato un certo sviluppo ultimamente. In totale dovrebbero essere una sessantina gli enti locali. Ci sono Roma, Milano, Torino, Bologna, Palermo, Cagliari e diversi altri enti in tutta la penisola.
  Noi collaboriamo molto con l'ELSAD, soprattutto nell'organizzare annualmente una manifestazione che chiamiamo «Forum nazionale», aperta a tutti i soggetti, sia istituzionali sia associativi, ma anche alle scuole e a tutte le persone interessate, che portano la loro esperienza e le loro riflessioni.
  È proprio da questi incontri che è nato, per esempio, il discorso della regolamentazione, prima con la «Carta dei princìpi», che era un'autoregolamentazione, e poi con le linee guida, come anche l'idea di inserire appieno il sostegno a distanza nella cooperazione italiana. Adesso, nell'ultimo Forum, abbiamo deciso di far emergere il sostegno a distanza in Italia. Quindi, è un momento di incontro, ma anche di indirizzo verso l'evoluzione di questo percorso.
  Con l'ELSAD, nell'ultimo Forum, ci siamo impegnati anche a livello europeo per promuovere un network europeo del sostegno a distanza, a livello sia istituzionale sia associativo, anche se le realtà sociali degli altri Paesi sono un po’ differenti e hanno organizzazioni più grandi.
  A questo proposito, abbiamo inviato una lettera al Ministero del lavoro e delle politiche sociali – il Ministero che adesso si occupa del sostegno a distanza e con il quale abbiamo un accordo quadro – per inserirlo nell'agenda del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e organizzare, verso fine anno, un incontro europeo sul sostegno a distanza, quantomeno per avere una regolamentazione comune. Infatti, diverse organizzazioni di altri Paesi vengono a raccogliere la solidarietà italiana, ma hanno modi normativi e di indirizzo diversi. Invece, in un'Europa che vuole essere unita non solo nella finanza, ma anche nella società, appare interessante avviare uno scambio per giungere ad avere una cornice comune.

  SIMONA CHIAPPARO, consigliere nazionale del Forum. Riguardo a Ragusa, è una situazione con la quale abbiamo iniziato a ragionare, stimolati dalle notizie, anche perché, come ente, abbiamo una sede siciliana, quindi ci interroghiamo su alcuni fenomeni relativi ai minori.
  Riguardo al problema della sostenibilità economica dell'accoglienza a quei minori, come è stato già proposto, una delle ipotesi – all'interno della quale già ci stiamo muovendo, infatti con il presidente Curatola abbiamo parlato di avviare un'iniziativa come ForumSaD – è pensare a percorsi Pag. 8specifici di affido eterofamiliare, innanzitutto per abbattere i costi.
  In generale, per l'assistenza al minore un conto sono i costi in una casa famiglia, quindi, in strutture di accoglienza; un altro sono, invece, i costi relativi agli assegni mensili che vengono erogati alle famiglie affidatarie. Inoltre c’è il valore fondamentale di una cura familiare che non potrà mai confrontarsi con quella delle case famiglia, per quanto gli operatori possano essere preparati. Questa sarebbe un'ipotesi da valutare sul fronte istituzionale, perché andrebbe regolamentata. Non sarebbe, infatti, l'affido eterofamiliare a cui siamo abituati, ma dovrebbe avere caratteristiche speciali.
  Nell'esperienza che stiamo conducendo, per tutta la questione dell'integrazione ci confrontiamo molto con le associazioni di cittadini stranieri, quindi per queste soluzioni specifiche di affido da destinare ai minori stranieri non accompagnati sarebbe utile fare un ragionamento insieme a queste associazioni, proponendo anche affidi omoculturali o comunque con famiglie dove c’è un'esperienza di interculturalità, magari avendo il loro sostegno nella mediazione, altrimenti andremmo a creare situazioni esplosive.
  Lei si chiedeva quanto siano preparati gli operatori di questi centri. È una questione con cui spesso ci scontriamo. Per quanto ci riguarda, siamo monitorati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri perché siamo un ente autorizzato, quindi dobbiamo avere un’équipe di un certo livello. Tuttavia, spesso riscontriamo un'improvvisazione, soprattutto sui progetti che hanno una certa durata, laddove vengono chiamate in causa risorse umane che non hanno tutti i requisiti.
  Inoltre, la questione dei minori stranieri non accompagnati richiederebbe anche un inquadramento per quanto riguarda i centri specifici di accoglienza perché dalle associazioni con cui ci confrontiamo, tra cui quelle appartenenti alla campagna «lasciateCIEntrare», vengono fuori anche dati strani, per cui a volte i minori finiscono nei CIE. È capitato anche questo, fermo restando che tra i minori stranieri non accompagnati a volte abbiamo anche dei maggiorenni che dichiarano un'età anagrafica inferiore. Insomma, è un mondo complesso.
  Sappiamo, per esempio, che parte del fenomeno della scomparsa è legato ai ricongiungimenti. C’è, però, una quota su cui siamo incerti. A questo proposito, riporto la nostra situazione campana, laddove, in quella fascia d'età critica tra i 17 e i 18 anni, scappano dalle strutture di accoglienza. Infatti, abbiamo un dato di un'ultima indagine fatta dal quotidiano Il Mattino di Napoli che parla di cinquanta minori inseriti in un traffico di prostituzione nella zona centrale di Napoli, a ridosso degli uffici regionali.
  Ciò nonostante, ci sono soluzioni da mettere in campo. Forme speciali di affido eterofamiliare con l'aiuto di associazioni di cittadini stranieri offrirebbero un servizio di qualità, oltre a consentire di monitorare la situazione – perché credo sia più difficile scappare da una famiglia che da una comunità – nonché ad affrontare il problema dei costi, che sta diventando insostenibile.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi per il loro contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.