XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Martedì 24 febbraio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL DIRITTO DEI MINORI A FRUIRE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE NAZIONALE

Audizione del direttore generale dell'ARCUS (Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo SpA), dottor Ettore Pietrabissa e del direttore centrale, dottoressa Carolina Botti.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 2 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 3 
Botti Carolina , direttore centrale dell'ARCUS ... 8 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 8 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 9 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 9 
Battista Lorenzo  ... 9 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 9 
Battista Lorenzo  ... 9 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 9 
Battista Lorenzo  ... 9 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 10 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Botti Carolina , direttore centrale dell'ARCUS ... 11 
Pietrabissa Ettore , direttore generale dell'ARCUS ... 11 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 12 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale dell'ARCUS (Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo SpA), dottor Ettore Pietrabissa e del direttore centrale, dottoressa Carolina Botti.

  PRESIDENTE. Prima di passare a dare lettura dell'ordine del giorno della seduta odierna, vi comunico che sono pervenuti alla presidenza degli inviti a convegni ed eventi, che sono a vostra disposizione se volete prenderne visione. Vi aggiorno inoltre brevemente sul prosieguo delle nostre sedute. Martedì 3 marzo ascolteremo il Centro per il libro e la lettura (Cepell), posto che ci ha confermato la sua presenza il direttore del Centro, la dottoressa Cristiano. Poi avremo il CRC, con la dottoressa Savolini, e Save the children per l'indagine sulla prostituzione minorile. Il 10 marzo avremo in audizione il gruppo Abele, quindi don Ciotti, con la dottoressa Mirta Da Pra, responsabile del settore tratta degli esseri umani. Martedì 17 marzo ci sarà la fondazione Exodus di don Mazzi, con la dottoressa Taverna. Il 24 marzo sarà la volta del presidente del tribunale dei minori del Piemonte, dottor Scovazzo, e di quello della Lombardia, dottor Zevola. Infine, il 31 marzo avremo il presidente del tribunale dei minori della Liguria, dottoressa Besio, e quello dell'Emilia-Romagna, dottor Spadaro, sempre nell'ambito dell'indagine sulla prostituzione minorile. Do quindi lettura dell'ordine del giorno della seduta odierna che, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale, reca l'audizione di rappresentanti dell'ARCUS, Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo. Sono presenti all'odierna audizione il direttore generale, dottor Ettore Pietrabissa, e il direttore centrale, dottoressa Carolina Botti, che ringrazio per la loro presenza e disponibilità.
  Prima di dare loro la parola, vorrei che intervenisse l'onorevole Antimo Cesaro che ha ispirato e voluto questa indagine conoscitiva, a cui chiedo anche di moderare il prosieguo della seduta.

  ANTIMO CESARO. Grazie, presidente. Come ci siamo detti all'inizio del nostro percorso in Commissione bicamerale, questa indagine conoscitiva ha lo scopo di osservare le potenzialità dei nostri giovani, non solo sotto una luce problematica, come abbiamo avuto modo di fare sia attraverso l'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio giovanile, sia sulla prostituzione minorile, ma anche mettendo in evidenza tutta la loro intelligenza dinamica e la loro curiosità per il nostro straordinario patrimonio, adottando un Pag. 3concetto di bellezza che deve necessariamente essere utilizzato quando si parla di giovani e delle loro prospettive.
  Viviamo in un Paese che offre ai ragazzi – semplicemente prestando un po’ di attenzione – infinite opportunità di arricchimento culturale. Talvolta, però, le istituzioni sono troppo distratte nel valorizzare queste potenzialità. In particolare, la scuola deve essere adeguatamente sostenuta e stimolata per poter cogliere tutte le opportunità di cui parlavo. Ci sono diversi enti, istituzioni e associazioni che si muovono in questo settore. Abbiamo, quindi, inteso avviare un ciclo di audizioni per essere compiutamente informati ed eventualmente far confluire le risultanze di questi nostri incontri in un report che, come al solito, conclude il nostro lavoro e che sarà presentato alla stampa, ma anche alle istituzioni.
  Sarà per noi un arricchimento anche per provvedere, attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione (dalle interpellanze, alle interrogazioni, alle proposte di legge), a sostenere le buone pratiche di cui verremo a conoscenza o, eventualmente, ad intervenire quando ci sono situazioni problematiche che, anche grazie al nostro contributo, potrebbero vedere una felice soluzione.
  Mi fa piacere avere oggi come interlocutori i responsabili di ARCUS, una società partecipata dal Ministero dei beni culturali e dal Ministero delle infrastrutture, che ho potuto conoscere negli anni addietro come ente strumentale di grande efficacia per la valorizzazione del nostro patrimonio, senza quelle lungaggini burocratiche o difficoltà organizzative che altre procedure riservano a progetti di valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico o alla promozione della cultura in senso lato, anche attraverso lo spettacolo (così come richiama l'acronimo stesso di ARCUS).
  Quindi, saluto Ettore Pietrabissa e Carolina Botti, che ringrazio per la loro sensibilità e la loro pronta disponibilità. Ascolteremo con interesse ed eventualmente accoglieremo, in qualità di rappresentanti dei gruppi parlamentari di tutto l'arco costituzionale, anche dei suggerimenti a supporto delle attività di ARCUS.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. Come ho concordato con il presidente della Commissione, dedicherò qualche secondo a spiegare brevemente che cosa è ARCUS al fine di inquadrare la nostra operatività, ovvero come ci muoviamo sul territorio.
  Io sono il direttore generale fin dalla costituzione. Infatti, nel 2004, il Ministro Urbani mi dette l'incarico di costituire la società e di cominciare a guidarla. Da allora sono rimasto, immeritatamente, alla guida dell'azienda. Carolina Botti è il numero due della società: è la persona che, di fatto, gestisce, finanzia, tiene conto e organizza tutti i nostri progetti (in dieci anni, abbiamo fatto circa 700 interventi), ma è anche il gestore del nostro portafoglio. Mi fa piacere che sia qui, sia perché rappresenta la spina dorsale della società, anche perché la mia anagrafe mi porta, talvolta, a dimenticare clamorosamente delle cose rilevanti, quindi Carolina è pregata di interrompermi e di ricordare quello che mi rimane nella penna. Come dicevo, ARCUS è nata nel 2004 dall'idea del Ministro Urbani di riuscire a mettere in piedi uno strumento, insieme al Ministro delle infrastrutture, che riuscisse, con capitali misti, a dare dei finanziamenti particolari e di particolare urgenza o significatività per i beni culturali, talvolta o spesso in concomitanza con problematiche derivanti dalle infrastrutture.
  Il caso tipico – uno dei primi che abbiamo affrontato – è stato l'impatto dell'autostrada siciliana da Palermo a Catania, che quando è arrivata a Patti, ha incrociato una magnifica villa romana. Tradizionalmente, questo avrebbe significato uno stop dei lavori, un rifacimento dei preventivi e di tutti i piani, per poi ritrovare i capitali necessari per la deviazione e così via. Invece, l'intervento di ARCUS ha fatto in modo che, avendo già un portafoglio strutturato e disponibile, si sono tagliati tutti i tempi e, nel giro di poche settimane, si è potuto intervenire finanziariamente. In quel caso, abbiamo Pag. 4rapidamente finanziato una specie di curvone, che ha tagliato fuori la villa. In tal modo, l'autostrada ha potuto proseguire i lavori con ragionevole rapidità, la villa è stata salvata e poi, pian piano, è stata scavata e portata alla fruizione pubblica.
  Quindi, ARCUS è nata come strumento di intervento. Proprio a questo fine è stata costituita sotto la forma di una società per azioni di diritto civile. Operiamo, infatti, ai sensi del codice civile, con un consiglio di amministrazione oggi sostituito, date le dimensioni ridotte della società, da un amministratore unico, con un direttore generale, un collegio sindacale e via discorrendo.
  Possiamo, pertanto, operare in modo estremamente rapido, con i tempi di una società per azioni ordinaria: tagliamo tutti i tempi dei finanziamenti. Infatti, dal momento in cui il finanziamento è deciso, possiamo operare nel giro di 24 ore, dato che l'operatività dipende esclusivamente dalle decisioni all'interno della struttura.
  Il capitale, che è di 8 milioni, è integralmente in mano al Tesoro, che ha delegato a esercitare i diritti dell'azionista il Ministero per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture. La logica è che, dal punto di vista finanziario, delle nomine e quant'altro, dipendiamo dal Ministero delle finanze, invece per quanto riguarda l'attività operativa dipendiamo dal Ministero dei Beni culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture che provvede alla massima parte della finanza.
  La finanza che riceviamo per i nostri investimenti risale alla legge fondativa dell'azienda e consiste nel 3 per cento degli investimenti che, anno per anno, la legge di stabilità definisce a favore delle infrastrutture, che dovrebbe esserci erogata e che utilizziamo, di concerto, prendendo gli input dal Ministero dei beni culturali e delle infrastrutture stesso per gli investimenti che dobbiamo fare. Ho usato il termine «dovrebbe» e non «deve», perché la definizione dei capitoli di bilancio su cui grava questo 3 per cento non è mai stata precisata, quindi, ogni volta si scatenano delle risse che comportano ritardi clamorosi (siamo arrivati anche a un anno di ritardo rispetto alla legge di stabilità nella percezione dei nostri fondi o a tagli abbastanza significativi). Negli ultimi tempi, essendo crescenti le difficoltà finanziarie del Paese, i fondi a disposizione di ARCUS sono decresciuti in maniera drammatica. Riusciamo a operare agevolmente perché siamo riusciti a fare un'attività ragionevolmente saggia nel passato. Sia io, sia l'ingegner Botti, infatti, veniamo entrambi dal mondo privato, quindi siamo stati abituati a gestire l'azienda come se fosse qualcosa che va avanti sempre con i propri mezzi, senza confidare troppo sui mezzi esterni.
  Per questo, ancora oggi abbiamo capitali sufficienti per gestire i nostri progetti e, pian piano, su indicazione stringente del Ministro Franceschini, stiamo affiancando altre risorse ai proventi dai fondi pubblici, che comunque vanno attentamente curati. In questo senso, mi ha fatto molto piacere l'osservazione dell'onorevole Cesaro di un'attenzione delle forze politiche nei confronti di ARCUS, affinché in autunno, quando ci sarà la preparazione della prossima legge stabilità, si possa tornare a un'identificazione di fondi adeguata, visto che effettivamente nell'ultimo triennio siamo andati un po’ sott'acqua.
  Pertanto, per far fronte al dimagrimento pubblico, recentemente il Ministero dei beni e delle attività culturali ha firmato con noi un contratto di servizio, per cui ARCUS diventa anche il gestore, per conto del Ministero, dell'Art bonus (la legge che ha voluto il Ministro Franceschini). Attualmente, stiamo lavorando al sito, al desk e a tutte le iniziative necessarie per «vendere» questo prodotto sul mercato e per cercare di attirare tutti gli stakeholders in grado di intervenire significativamente con capitali defiscalizzabili al fine di far crescere i capitali disponibili per interventi a sostegno dei beni e delle attività culturali, oltre al famoso 3 per cento. Ad ogni modo, onorevole Cesaro, la prendo in parola: da settembre mi permetterò di tormentarla per chiedervi di intervenire al fine di ripristinare le nostre fonti di fondi.Pag. 5
  In questi anni, complessivamente, abbiamo investito circa 650-700 milioni di euro in circa 700 interventi, con un taglio medio di un milione a intervento, con una discreta variabilità perché ci sono anche interventi molto più limitati quantitativamente, nell'ordine di alcune centinaia migliaia di euro, ed altri molto significativi, tra cui – ne cito uno per tutti – la sistemazione della Galleria sabauda a Torino, in cui abbiamo investito 8 milioni, che è stata inaugurata, con grande visibilità, alla presenza del Ministro dei beni culturali, nel dicembre scorso.
  Il nostro scopo non è tanto di intervenire a tutela. Gli interventi di mera tutela sono più tipici degli uffici e delle branche sul territorio del Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo. Per noi è importante premere molto il pedale sulla fruizione. In effetti, il motto di ARCUS, rintracciabile anche sul nostro sito perché è la frase che vorremmo ci contraddistinguesse da un punto di vista sia formale, sia sostanziale, è che cerchiamo di intervenire sui beni culturali spingendo verso una trasformazione da oggetto passivo di riflessione a soggetto attivo di sviluppo.
  In sostanza, vorremmo fare in modo che i beni culturali non siano solo oggetto di studio, di riflessione e di sguardi, ma diventino loro stessi un motore di sviluppo della cultura, dell'integrazione, sociale ed economico. Restaurare e riuscire a riportare un bene culturale al centro del territorio per consentire di farne un motore di sviluppo anche economico, per noi è uno dei punti fondamentali. In effetti, nella valutazione dei progetti che ci vengono sottoposti, questo è uno degli elementi caratterizzanti principali. Si tratta, cioè, di vedere quanto, in prospettiva, il bene su cui si chiede un intervento di ARCUS sarà in grado di incidere sul territorio in termini di attrazione turistica, di aumento della cultura e di sviluppo socio-economico.
  In generale, cerchiamo di trovare nei nostri progetti qualche attenzione alle categorie minoritarie, disagiate o, per usare un termine che va di moda, «sfigate». Come dicevamo prima con il presidente, vorrei ricordare un grande progetto, che abbiamo finanziato e terminato poco tempo fa, di predisposizione, attraverso delle sperimentazioni sul territorio, di interventi per l'accessibilità ai beni culturali da parte dei diversamente abili, intendendo non solo quelli motori, che sono quelli più evidenti, ma anche visivi, auditivi e quant'altro.
  Abbiamo stanziato 3 milioni che sono stati utilizzati per sperimentare metodologie innovative di accessibilità in alcuni luoghi particolari, che sono stati scelti al di fuori dei grandi centri tradizionali come Roma, Venezia e Firenze, per riuscire a concentrare di più gli sforzi e a vedere se ci fosse un impatto reale sul miglioramento dell'accessibilità complessiva. Quindi, siamo intervenuti con progetti fatti insieme ai sindaci e alle amministrazioni locali a Bergamo, a Mantova, a Ferrara, ad Assisi, a Perugia e a Capaccio Paestum. Di concerto con le amministrazioni locali, abbiamo cercato di individuare modalità per l'accesso fisico e la facilitazione per non vedenti o non udenti alle strutture culturali.
  Abbiamo aggiunto un intervento particolare a favore del museo Omero, che è stato fatto ad Ancona e che riproduce statue a grandezza naturale ed edifici in scala per i non vedenti, in modo che chi entra, toccando queste statue – per esempio «Amore e Psiche» – si rende conto di come sono fatte perché sono riprodotte a grandezza naturale, oppure toccando la riproduzione del Duomo di Milano si rende conto di come è fatto. È una bellissima iniziativa, che è stata fatta – lo ripeto – ad Ancona al museo Omero e che abbiamo finanziato ampiamente.
  Venendo, infine, al ragionamento odierno sull'attenzione ai minori, devo dire che non abbiamo un filone preciso, come non abbiamo un filone specifico per i disabili e via discorrendo, ma se i progetti consentono un allargamento e un approfondimento in qualche direzione, cogliamo l'occasione.
  Con l'ingegner Botti, per non allagarvi di carte, abbiamo pensato tre esempi relativi a tre progetti recenti in cui l'attenzione Pag. 6che abbiamo cercato di riservare ai giovani e ai bambini, cioè a chi deve crescere in cultura ed entrare nel mondo della cultura, ha avuto un minimo di implementazione.
  Tra i tre progetti a cui mi riferisco c’è innanzitutto il parco archeologico di Tor Vergata, che è stata un'iniziativa a più voci estremamente rilevante. Infatti, sono state messe a fattor comune tre aree che riprendono quella dell'Acquedotto romano, un'area di 6 ettari che fa parte dell'Università di Tor Vergata, e una parte del Parco dell'Appia Antica.
  Sono state condotte delle rilevazioni sugli insediamenti e sui reperti romani. Nell'area, che peraltro è molto vasta, sono state individuate ben 251 presenze di epoca romana, che sono un numero effettivamente rilevante. Peraltro, parlando con la professoressa Ricci, che è stata incaricata di fare le prospezioni, abbiamo saputo che queste hanno riguardato tutto l'anello vicino al Grande raccordo anulare, trovando oltre 2.000 tracce di insediamenti romani significativi, tra cui alcune tombe importanti, tumuli, alcune case, fattorie e strade.
  Fra l'altro, questo ha dimostrato come nell'epoca imperiale la città di Roma si estendesse, di fatto, fino al GRA attuale, con un'estensione senza precedenti nell'antichità. D'altra parte, come diceva la professoressa Ricci, Roma all'epoca superava il milione di abitanti, quindi, dato che le case erano soprattutto fattorie e ville, l'estensione era gigantesca.
  Questo ha portato a immaginare una proliferazione di iniziative centrate sulle periferie, che vogliono dire molto per l'evoluzione e l'acculturamento dei nostri giovani. Bisogna fare in modo che con il tempo si creino dei punti di aggregazione e di cultura intorno alla città, senza che un quindicenne debba necessariamente arrivare fino al museo di Villa Giulia per vedere i reperti etruschi, ma permettendo di trovare stimoli di analisi sulle antichità romane – e non solo – su tutto il territorio periferico di Roma.
  Quindi, qui è stato fatto un primo esperimento e abbiamo finanziato la costituzione di un museo dedicato in gran parte, come logica strutturale, ai giovani, ai ragazzi e ai bambini. La professoressa Ricci, con il nostro aiuto, ha acquisito un vecchio casale settecentesco, che è stato ristrutturato e adibito ad antiquarium per le principali cose che sono state trovate sull'ampio terreno scavato. L'aspetto interessante è che è stato fatto un percorso estremamente didattico, molto elementare, non sciocco bensì comprensibile anche a ragazzi di 8, 10 o 15 anni, che guida, passo dopo passo, a capire esattamente come si è evoluta la vita nell'antica Roma attraverso l'identificazione degli oggetti che sono esposti.
  Per esempio, c’è un pannello molto carino e molto comprensibile che è rimasto impresso anche a me. È un grande pannello fatto a strati, in cui in ogni strato, in precise nicchie, sono stati inseriti i reperti relativi a quello strato. Quindi, si vede questo grande pannello con una striscia dove c’è scritto, per esempio, 1.000 avanti Cristo, con il pezzetto di quell'epoca e così via. Si vede, così, l'evoluzione del vasellame, del ferro o degli utensili nel tempo. Infine, in alto c’è scritto «strato di dieci anni fa» e, per proseguire con gli esempi, c’è una lattina di Coca Cola o una moneta da dieci lire, per mostrare come si è evoluta la civiltà.
  Un altro pannello che ho trovato estremamente interessante dal punto di vista esplicativo è quello relativo a una tomba, riportata con le ossa, laddove nel pannello si spiega come fanno i ricercatori a capire se quelle ossa appartengono a un uomo o a una donna. C’è uno scheletro riprodotto in cui sono colorate in rosso le differenze nel bacino o nella mandibola, che poi consentono di capire l'appartenenza delle ossa.
  Abbiamo molto amato questo progetto perché ha una valenza plurima verso i ragazzi. La struttura del museo è estremamente didattica e può portare cultura e comprensione a giovani anche di verde età su quello che è successo nel loro territorio, visto che chi vive a Tor Vergata può scoprire cosa è successo lì 2.000, 1.000 o 500 anni fa. L'idea è, appunto, di poter Pag. 7avere posti dislocati, per cui il ragazzo non necessariamente deve muoversi e andare in centro a cercare musei, ma li ha sotto casa, quindi può andare a divertirsi nei prati intorno, farsi una partita di pallone e poi infilarsi nel museo per guardare un reperto archeologico.
  Un secondo esempio è un interessante lavoro, finanziato da noi insieme al CNR, alcuni uffici del MIBAC, le soprintendenze regionali e così via. In particolare, però, il CNR ha fatto l'applicazione. In sostanza, è stato costruito un sistema multimediale di grande impatto e di grande utilizzo sull'Alta valle del Tevere che consente, in modo estremamente divertente e stimolante, di capire l'evoluzione del territorio, delle civiltà e dell'ambiente delle piante e degli animali.
  L'oggetto è stato installato presso il museo di Villa Giulia in un apposito spazio molto ampio: vi inviterei ad andare a vederlo. Peraltro, il museo di Villa Giulia è uno splendore in sé, quindi vale la pena di visitarlo, a cominciare dal sarcofago degli sposi, che è una delle meraviglie del mondo. Adesso, poi, c’è un grande spazio in cui c’è uno schermo a semicerchio, dove il giovane che ha voglia di divertirsi si mette nel mezzo di questo semicerchio e muovendo le braccia e il corpo riesce a muoversi nel territorio, cioè ad entrare nel Tevere, vedere cosa c’è in fondo, trovare i reperti, salire in cielo e volare a volo d'uccello per vedere le rovine antiche.
  Ci sono anche ricostruzioni degli antichi edifici per cui dalle rovine si vede crescere la vecchia villa, con degli avatar che si muovono. La persona si muove sulle proprie gambe e l’avatar si muove nella villa, entra in diversi ambienti, illustra le modalità di costruzione, le pitture e così via. Questo è uno strumento didattico di grandissimo impatto e rilievo, che verrà ulteriormente espanso, riprodotto e portato in altre sedi. Attualmente, è visibile liberamente al museo di villa Giulia. Se qualcuno di voi ha voglia di andarci, ci sono delle cose di grandissimo interesse. Infatti, vi sono state convogliate, anche su nostro suggerimento, delle scolaresche. Mi è capitato di andarci un venerdì pomeriggio e c'erano scolaresche in fila, con ragazzi di 8-9 anni che si divertivano volando, muovendosi e navigando nell'antichità, nei secoli e nei luoghi: insomma, è molto bello.
  Un terzo intervento è di più ampio respiro e per cui abbiamo investito 2 milioni. È un progetto che si chiama «Invito alla lettura» e che stiamo portando avanti insieme al Centro per il libro e alla lettura, che è un istituto afferente al MIBAC. L'idea di base è ovvia: nel nostro Paese non si legge abbastanza, per cui si deve leggere molto di più. Il modo per spingere a leggere molto di più, è partire con i bambini. Sono state identificate decine di iniziative dislocate sul territorio, centrate soprattutto su sei province (due al nord, due al centro e due al sud), ma in realtà le stesse hanno poi proliferato. Infatti, andando sul sito www.progettoinvitro.it, si vedono iniziative a Biella, a Gubbio, a Bagnacavallo, a Bastia Umbra e così via, per tutte le età da 0 anni in su.
  Per esempio, c’è già stata una brochure relativa alla guida all'uso dello scaffale dei bambini da 0 a 3 anni, ovvero come cominciare ad aiutare i bambini a partire da quando ancora non sanno leggere fino a quando prendono confidenza con un libro e con la lettura: anche se la lettura la fa un adulto, loro vedono il libro e percepiscono la lettura. La brochure è anche corredata con titoli – sono circa due pagine – che sono adatti per bambini da 0 a 3 anni, per cui si può andare in questi centri, procurarsi questi titoli e cominciare a educare i bambini alla lettura.
  È un progetto – ripeto – di amplissimo respiro, che andrà avanti senza termine e che vuole riuscire, pian piano, a coinvolgere tutti gli stakeholder possibili, per portare i bambini verso una lettura più anticipata e più ampia possibile. Peraltro, una branca di questo progetto è destinato a utilizzare la lettura come cura anche per l'autismo, dal momento che molti medici e psichiatri ritengono che la lettura possa aiutare i bambini autistici ad avere maggiore coscienza di sé stessi, quindi pian piano ad aprirsi verso il mondo. Vi ho Pag. 8portato questi esempi di tre progetti. Ovviamente, confidiamo in futuro di poterne fare molti altri. Se questa Commissione vorrà interloquire con ARCUS e spingerci a progetti adeguati, saremmo lieti di procedere soprattutto – la pubblicità è l'anima del commercio – se ci darete una mano a recuperare qualche finanziamento a fine anno.

  CAROLINA BOTTI, direttore centrale dell'ARCUS. Sulle iniziative in corso e che potrebbero essere oggetto di una prossima presentazione, vorrei aggiungere che anche presso gli scavi di Paestum si sta sviluppando un'applicazione molto interessante sulle macchine da guerra pensata proprio per la fascia adolescenziale. Devo dire che sono delle iniziative molto interessanti perché il patrimonio archeologico è di difficile lettura già per un pubblico adulto. Tuttavia, con l'applicazione delle nuove tecnologie, esso paradossalmente diventa, soprattutto per i ragazzi, uno stimolo enorme perché lascia tanto spazio alla fantasia e alla ricostruzione, quindi si va molto vicino a una tipologia di lettura gradita anche ai ragazzi. A questo riguardo, basta vedere il grande successo che ha riscosso Palazzo Valentini, con le applicazioni multimediali, uno dei target preferiti per il pubblico giovane che viene a Roma.
  L'onorevole Cesaro chiedeva dei suggerimenti su come continuare eventualmente questo discorso. Una riflessione, un invito e un confronto, data anche la vicinanza geografica, potrebbe esservi con i musei universitari. Penso al Polo della Sapienza, che ha un patrimonio museale notevole. Uno per tutti è il museo dell'Arte antica, con una collezione di oltre 1.000 calchi in gesso di opere greche e romane, che danno una visione del meglio che si trova in giro per il mondo e, da un punto di vista didattico, come integrazione dei programmi di storia dell'arte nelle scuole, dovrebbe essere un punto di riferimento, proprio perché tutto ciò può diventare più interessante rispetto a portare una scolaresca a vedere una mostra, potendo contare su una panoramica estremamente ampia. Credo, però, che questi musei siano un po’ dimenticati. Non conosco nemmeno la condizione dei fondi per la gestione e l'apertura di questo patrimonio. È tuttavia un peccato, perché queste realtà potrebbero dare luogo a delle iniziative dei giovani per i giovani, posto che in fondo, essendo collocati in ambienti universitari, potrebbero consentire di avviare iniziative interessanti anche di natura imprenditoriale o comunque di nuove forme di gestione che coinvolgano gli stessi giovani per un'offerta didattica. Questo è un piccolo spunto a integrazione di questa indagine.

  ANTIMO CESARO. Ringrazio il dottor Pietrabissa e l'ingegnere Botti per le riflessioni che abbiamo condiviso. Faccio, quindi, una mia riflessione e vi rivolgo un invito. Partendo proprio dall'invito, vorrei esprimere la nostra attenzione come Commissione bicamerale sull'infanzia e l'adolescenza a valorizzare ogni buona pratica che possa avvicinare i giovani alla fruizione del nostro patrimonio storico-artistico, per creare una forma mentis protoimprenditoriale che appassioni questi ragazzi, non solo per la fruizione della bellezza ma anche affinché si metta in moto un meccanismo virtuoso teso ad investire le loro migliori energie sulla valorizzazione, anche in chiave economica, del nostro patrimonio.
  Penso che questa sia una risorsa importante, di cui la nostra scuola, la nostra università e tutti gli operatori del settore debbano farsi carico. In quest'ottica, visto questo scambio di impegni che assumiamo – le nostre audizioni servono anche a creare delle sinergie – mi farebbe piacere che tra le linee guida dei progetti finanziabili da ARCUS, quando ci sarà ulteriore disponibilità – ci auguriamo al più presto – ci sia un'attenzione particolare per progetti che possano riguardare i bambini, i minori e gli adolescenti, in maniera tale da dare concretezza alla nostra indagine conoscitiva.
  Per noi sarebbe motivo di grande soddisfazione poter leggere tra gli impegni di un'importante società che si occupa di Pag. 9questo settore un'attenzione particolare per dei progetti che abbiano come scopo ultimo anche una migliore fruizione, da parte dei nostri ragazzi, del patrimonio.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. Lo potremo fare senz'altro.

  ANTIMO CESARO. Sarebbe molto bello. Inoltre, da parte della nostra Commissione c’è interesse a uscire dai luoghi paludati di una Commissione bicamerale per toccare con mano le buone pratiche di cui lei ci ha reso edotti. Siccome c’è l'intenzione di fare qualche sopralluogo, se lo riterrà, anche per stabilire una sinergia proficua tra diverse istituzioni, qualora nell'ambito di uno di questi tre progetti si volesse condividere con la Commissione bicamerale un momento di approfondimento, anche stando insieme ai nostri ragazzi, ci farebbe piacere essere invitati. Penso all'iniziativa sulla multimedialità – siamo degli eterni ragazzi – per cui fruiremmo moltissimo di questa esperienza virtuale riguardo all'Alta valle del Tevere al museo di Villa Giulia. Ugualmente, ho guardato con grande attenzione all'interesse per le periferie perché lì il discorso si fa molto serio. Dai dati che conosciamo e che abbiamo studiato e approfondito sulla povertà minorile, è emerso che la povertà prima ancora che materiale è culturale, propedeutica poi a una povertà materiale. Oggi, i nostri ragazzi non hanno bisogno del piatto caldo o della cura all'obesità per una cattiva alimentazione (anche se talvolta il problema si pone anche in questi termini), perché quello che vediamo estremamente carente nelle fasce più disagiate è proprio una ricchezza culturale, che è – lo ripeto – foriera di ulteriori disagi.
  Quindi, l'attenzione di ARCUS per questi temi potrebbe veramente mettere in moto dei meccanismi virtuosi, così come è stato fatto ad Ancona, dove abbiamo appreso che esiste il museo «Omero». Peraltro, io cercavo il contatto tra Omero e Ancona, ma in realtà ci si riferisce al non vedente, che richiama tutti i ragazzi diversamente abili a una fruizione così particolare del nostro patrimonio. Quando un ragazzo non vedente può fruire della bellezza di una nostra opera d'arte, sicuramente sono soldi pubblici ben spesi.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LORENZO BATTISTA. Estendendo l'elenco delle vostre attività, se non erro, siete coinvolti direttamente per i lavori di ammodernamento riguardanti l'ex stazione ferroviaria di Redipuglia, uno dei luoghi della memoria.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. In quel caso si sono creati dei cortocircuiti...

  LORENZO BATTISTA. A quello volevo arrivare.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. In realtà, all'inizio...

  LORENZO BATTISTA. Ho ricevuto delle richieste dal sindaco di Fogliano Redipuglia in merito a questa situazione che non si sbloccava. Poi ho preso visione della vostra lettera e mi ero interessato dell’iter, che mi sembrava un po’ farraginoso. C'era una legge finanziaria che autorizzava una spesa (vi era un comitato che aveva identificato questo luogo per la valorizzazione e così via) che riguardava dei lavori all'interno della stazione, in cui si è già iniziato l'allestimento di un polo multimediale, sempre nell'ambito del centenario della Grande guerra. Peraltro, in quei luoghi c’è stata anche una messa del Santo Padre. Sono alcuni anni che seguo i luoghi della memoria e penso siano un'occasione per valorizzare il patrimonio storico, soprattutto partendo dai ragazzi e dalle scolaresche. Questa cosa, infatti, si svolgerà tutto l'anno. Ad ogni modo, per arrivare al dunque, l’iter mi sembrava farraginoso. La legge finanziaria doveva darvi le risorse, il sindaco vi ha scritto, voi avete risposto che attendevate lo sblocco delle risorse. Vi è poi il bando che deve Pag. 10fare il Presidente del Consiglio e così via: mi domando cosa possiamo fare per snellire questo iter, anche ad maiora, per il futuro.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. Lei ha riassunto molto brevemente un inverecondo balletto della politica. Parlando seriamente, è una situazione tragicomica. Il punto vero è che, in assenza di una normativa cogente, la procedura di definizione dei fondi che ARCUS teoricamente può utilizzare annualmente per i suoi interventi, può diventare un terreno di guerra tra bande, le quali si fanno, appunto, serenamente la guerra tra di loro, complicando gli itinerari e alla fine portando a finanziamenti pari a zero. Questo è quello che è successo nel 2014: lo dico con molta serenità, ma anche con un po’ di trasparente nervosismo perché l'anno scorso e due anni fa la storia è stata la stessa. In sostanza, la legge di stabilità definisce un orientamento di fondi per ARCUS, dopodiché si comincia con l'intervento del CIPE, poi occorre definire i capitoli di bilancio su cui grava il 3 per cento, le finalità e quant'altro. Alla fine, siamo arrivati a giugno e ancora non erano arrivati i fondi. Io mi son permesso di segnalare che c'erano dei problemi, ammaestrato anche da quello che era successo negli anni scorsi. Abbiamo avuto rassicurazioni che tutto sarebbe andato bene. C'erano gli interventi per i luoghi della memoria e per le periferie. Insomma, vi erano vari capitoli già individuati, più il capitolo grande dei fondi per tutti gli altri interventi.
  Vi sono state discussioni e persone che avevano voglia di giocare con queste logiche (vengo spesso incitato su questo forse certe cose vanno anche dette, perché è quello che succede nella nostra Repubblica), riunioni interministeriali a cui Carolina o io abbiamo assistito e in cui ognuno fa il gioco delle parti. C’è sempre qualcuno che agisce per non tirare fuori i quattrini per qualche motivo, più o meno politico-ideologico o di opportunità; qualcun altro, invece, non spinge abbastanza per motivi politici o di opportunità. Ricordo proprio il giorno in cui è stato inaugurato il piccolo museo di Tor Vergata, di cui vi ho parlato prima. Eravamo ad ottobre ed io ero molto preoccupato. C'era il Ministro, a cui ho chiesto se eravamo in grado di farcela con i fondi, posto che avevo già lanciato l'allarme a giugno: lui, con un po’ di incertezza, ha cercato di incoraggiarmi. Era un mercoledì. Ebbene, il venerdì stesso, il capo dell'ufficio legislativo del Ministero dei beni culturali mi ha telefonato dicendomi che per quell'anno il 3 per cento di ARCUS «Cuba zero» (ricordo questa espressione, che non è neppure particolarmente elegante): alla fine, giocando sui ritardi, sui rinvii e sugli impegni del CIPE, i capitoli di bilancio su cui avrebbe dovuto gravare questo 3 per cento erano stati serenamente svuotati e così, arrivati a fine ottobre, abbiamo avuto il 3 per cento di zero !

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Vi ringrazio perché ho trovato molto interessante l'attività della vostra società e il fatto che sia così attenta non solo a valorizzare i beni culturali, ma anche a fare in modo che le persone in disagio possano usufruirne e goderne.
  Molto spesso, abbiamo tenuto nascosti questi beni. Ho notato, infatti, che l'Italia su questo è veramente carente perché non valorizza questa potenzialità per i giovani e per i meno giovani. Io stessa, nella primavera dell'anno scorso, presso la Commissione istruzione ho sollecitato il Ministro dei beni culturali ad aprire e dare la disponibilità di usufruire dei beni e di tutte le nostre opere, anche eventualmente in modo gratuito qualora, per esempio, un nonno accompagni un bambino. Si potrebbe anche sfruttare questa capacità di unione delle generazioni, mediante una trasmissione che passi tramite il vissuto di ciascuno di noi: una passione che si trasmette.
  Sicuramente la tecnologia ci aiuta moltissimo ad attirare i giovani, spesso distratti da una civiltà mediatica, basata solo sulle immagini, visive più che tattili. Questo ci aiuta molto a riavvicinarli. Peraltro, Pag. 11sono un insegnante di scuola elementare prima di essere una parlamentare, quindi molte volte ho condiviso simili iniziative con la mia classe, portando i ragazzi a visitare i musei, percependo questo stupore e questa loro capacità di coinvolgimento e di immaginazione, ancora più forte quando poi ci sono questi percorsi guidati. Una volta ho visto un museo in cui c'erano addirittura scale da scendere per rappresentare l'andare indietro nel tempo. Questo, dunque, è importantissimo, ma credo che sia importantissimo anche creare un'emozione, un vissuto, quindi dedicarci anche alla possibilità di affiancare – come ho già chiesto nella Commissione – l'anziano e il bambino. Vi invito a considerare questa possibilità di rimettere insieme le generazioni, anche perché molto spesso gli anziani si sentono anche un po’ inutili in questa società dove hanno poco spazio.
  Una domanda che vorrei porvi riguarda le modalità con cui si può arrivare a dare più attenzione alla vostra associazione. Mi riallaccio poi a quello che diceva il collega Lorenzo Battista, anche se in quel caso si è creata una problematica con degli aspetti particolari. Vorrei capire come si arriva a poter segnalare, quindi ad avere l'attenzione della vostra associazione su un bene da valorizzare.

  CAROLINA BOTTI, direttore centrale dell'ARCUS. I fondi a cui faceva riferimento il dottor Pietrabissa, cioè questo 3 per cento derivante dalle infrastrutture, è disciplinato da un regolamento di ARCUS. Fondamentalmente, i passaggi sono tre: l'identificazione dei fondi, che è la parte più controversa e chiaramente di natura e volontà politica; poi c’è la parte riguardante l'atto di indirizzo, che compete ai due Ministri di riferimento (quindi infrastrutture e beni culturali, ma anche su questa parte politica le sensibilità su alcuni temi possono essere oggetto di confronto o di stimolo in ambito governativo); infine, c’è il bando.
  Questi sono i tre passaggi classici per fondi pubblici che permettono di arrivare alle risorse. La problematica che abbiamo avuto negli ultimi due anni è che abbiamo tanti progetti al nostro attivo (oltre 200 progetti aperti), quindi un'attività ancora molto intensa e florida, ma da un punto di vista di nuove risorse è il secondo anno che non ci sono nuovi bandi.
  Pertanto, siamo veramente fiduciosi che questa auspicata ripresa e i chiarimenti su come identificare le risorse e quant'altro possano rimettere in circolo questo sistema virtuoso e sinergico rispetto ai fondi che fanno parte della programmazione classica. Infatti, la programmazione deve essere destinata prevalentemente alla tutela del nostro patrimonio. Tuttavia, attraverso ARCUS e fondi stanziati in questa direzione, si può arricchire tutto il sistema di intervento sui beni culturali a 360 gradi e soprattutto privilegiando gli aspetti di valorizzazione e di fruizione.

  ETTORE PIETRABISSA, direttore generale dell'ARCUS. Vorrei aggiungere, anche a beneficio del senatore, che a regime normale, nei primi 7-8 anni dell'attività di ARCUS, la procedura era obiettivamente snella e rapida. Come diceva il regolamento, entro il 31 gennaio doveva essere identificato quantitativamente il denaro di ARCUS, un lavoro da niente, perché quando c'era la volontà politica, una volta che a dicembre si era approvato quello che oggi si chiama il Patto di stabilità, si trattava soltanto, in un giorno di gennaio, di trovare un accordo tra i capi di gabinetto del Ministero infrastrutture e del Ministro dei beni culturali per definire i capitoli del bilancio dello Stato su cui grava il 3 per cento e calcolarlo. Dopodiché, conservo ancora le lettere che mi arrivavano – a memoria, l'ultima che mi è arrivata è datata 22 gennaio – che mi informavano della somma che mi competeva.
  Il passo successivo è l'atto di indirizzo, che è molto importante. Anche questo è un passo relativamente breve, che devono fare di concerto i due Ministeri vigilanti, peraltro con un passaggio di visibilità presso le Commissioni cultura della Camera e del Senato, in cui i due Ministri Pag. 12danno le linee-guida. Sono, però, documenti estremamente snelli, solo per dire che nell'anno soprattutto bisogna indirizzare a determinati settori.
  Infine, subito dopo facciamo un bando pubblico sul sito, aperto a tutti; chiunque può proporre, purché non sia per scopo di lucro (possono essere fondazioni private, onlus, tutte le branche dello Stato e quant'altro); quindi, apriamo un bando per 30 giorni e riceviamo le proposte per via telematica. Negli anni positivi, intorno ad aprile avevamo chiuso tutto l'itinerario ed eravamo pronti a partire con i finanziamenti; quindi, verso giugno riuscivamo a muoverci ragionevolmente, il che dava anche ad ARCUS quella visibilità di società che vuole essere rapida ed efficiente, sfuggendo alle magagne delle istituzioni.
  Poi, purtroppo il meccanismo si è inceppato, ha cominciato ad allungarsi e poi, alla fine, è arrivato a fermarsi del tutto. Diciamo che fino al 2010 siamo andati come dei treni; poi, hanno cominciato a metterci i bastoni tra le ruote; infine, negli ultimi 2-3 anni ci siamo proprio azzerati.

  ANTIMO CESARO. Ringrazio nuovamente l'ingegnere Botti e il dottor Pietrabissa per la loro relazione, di cui faremo tesoro nel nostro report di fine indagine. Rinnovo l'invito a una maggiore sinergia. Quando sapete che ci sono aspetti progettuali che possono riguardare la nostra Commissione, ci farebbe piacere intervenire anche per contribuire a dare maggiore visibilità alle buone pratiche di cui ci avete dato notizia.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.15.