XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 13 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL DIRITTO DEI MINORI A FRUIRE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE NAZIONALE.

Audizione di rappresentanti del FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 3 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 6 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 6 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 8 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 8 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 8 
Padua Venera  ... 8 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8 
Padua Venera  ... 8 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 8 
Padua Venera  ... 9 
Mattesini Donella  ... 10 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10 
Mattesini Donella  ... 10 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10 
Silvestro Annalisa  ... 10 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 10 
Mattesini Donella  ... 10 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 11 
Mattesini Donella  ... 11 
Marchini Cristina , responsabile del settore scuola educazione del FAI ... 11 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Preliminarmente all'inizio dell'audizione della dottoressa Marchini – che per questo mi scuserà – desidero rendere alcune comunicazioni alla Commissione. Innanzitutto, la settimana prossima ci sarà probabilmente una sospensione dei lavori parlamentari dovuta alla fase preelettorale. Come per tutte le altre Commissioni, quindi, non vi sarà alcuna seduta anche per noi. La seconda comunicazione riguarda il fatto che sono stati presi contatti con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per svolgere un'audizione del sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia, l'onorevole Franca Biondelli, e siamo in attesa di una sua risposta. Queste audizioni rientrano nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile.
  Infine, nel corso dell'ultima seduta di Commissione era stato deciso di procedere con una comunicazione al Presidente del Consiglio, firmata dai membri dell'Ufficio di presidenza, per chiedere la sua attenzione sulla questione relativa agli annunciati tagli lineari che dovrebbero interessare la struttura del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Questa lettera è pronta, ora bisogna solo raccogliere le firme. Vedo presenti l'onorevole Antezza e l'onorevole Cesaro. Vedremo se arriveranno anche la senatrice Blundo e l'onorevole Zampa. Ricordo che si tratta di un tema molto importante, che ci preoccupa molto, quindi è bene che si proceda rapidamente. Tutto ciò premesso, passiamo all'audizione odierna.
  L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Cristina Marchini, responsabile del settore scuola ed educazione del FAI (Fondo ambiente italiano), alla quale do il benvenuto.
  Come voi sapete, questa è la prima audizione in merito all'indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale. In tal senso, l'audizione dei rappresentanti del FAI ci è sembrata molto pertinente. Questa indagine conoscitiva, quindi, prende avvio con l'audizione odierna e proseguirà secondo il programma approvato dalla Commissione nella seduta del 23 gennaio scorso.
  Parlando con la dottoressa Marchini, prima dell'inizio della nostra seduta, le riferivo che l'idea di svolgere un'indagine conoscitiva su questo tema, proposta dall'onorevole Cesaro, è nata soprattutto in quanto le indagini conoscitive che abbiamo avviato finora rappresentano uno spaccato di situazioni molto gravi, molto allarmanti, molto tristi e molto negative Pag. 3(non si può che definirle così): cyberbullismo, prostituzione minorile, disagio e povertà. Questa Commissione, quindi, ha ritenuto di accogliere la proposta dell'onorevole Cesaro e di avviare un'indagine conoscitiva sul tema in oggetto, da un lato, per offrire anche una rappresentazione positiva, dall'altro, per verificare davvero – questo lo chiediamo a lei in primo luogo, dottoressa Marchini – la concreta possibilità da parte dei minori di fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale, nella consapevolezza che esso è un patrimonio unico, che il mondo intero ci invidia, ma anche nella consapevolezza che vi sono giovani i quali, a diciott'anni, hanno già visto mezza Europa senza magari essere scesi al di sotto di Roma.
  Forse, anche a livello scolastico, per esempio in tutti i momenti extrascolastici, laddove le scuole portano fuori i ragazzi, c’è molto da fare. Insomma, qual è oggi la situazione ? I nostri giovani hanno veramente a disposizione tutti i mezzi e tutte le opportunità per fruire di questo grande, incredibile, unico patrimonio artistico e culturale nazionale oppure no ? Che cosa andrebbe fatto ? Che cosa si potrebbe proporre ? Quale iniziativa potrebbe avere origine da questa Commissione per migliorare ulteriormente questa possibilità ?
  È chiaro che più avviciniamo i nostri giovani a realtà positive e più li teniamo lontano da realtà che tanto positive non sono. Do quindi la parola alla dottoressa Marchini per lo svolgimento della sua relazione.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Buongiorno a tutti. A nome del FAI vi ringrazio per averci dato la possibilità di parlare della nostra esperienza. Come sapete, il FAI è una fondazione senza scopo di lucro che gestisce dei beni d'arte o naturali, ricevuti per donazione o per concessione. Sono sempre più numerosi i beni in Italia. Nel Lazio ne abbiamo uno qui vicino, a Tivoli, che è Villa Gregoriana, con il suo magnifico parco. È un bene che lo Stato ci ha «prestato» affinché sia da noi gestito e sono sempre in aumento i beni che ci vengono affidati. Questo è per noi grande motivo di orgoglio.
  Sicuramente, uno dei punti principali della nostra missione consiste nell'educare e nel coinvolgere i giovani alla tutela dei beni d'arte e natura, perché siamo consci del fatto che sono una ricchezza enorme per il nostro Paese e che solo le giovani generazioni possono assicurare loro un futuro. Parlerò della nostra esperienza, che è stata estremamente positiva. Noi abbiamo cercato di coinvolgere i giovani attraverso l'istituzione scolastica. Riteniamo che sia sicuramente il mezzo più idoneo e più facile attraverso il quale contattare i giovani, partendo da ciò che piace loro.
  Giustamente, in questa sede si è parlato di fruizione dei beni culturali. Mi piacerebbe sottolineare che questa fruizione deve essere estremamente attiva, non passiva. Non deve avvenire in senso di visita, bensì in senso di partecipazione. Siamo quindi partiti da quello che piace ai giovani. Da un'indagine – credo che chi conosce i giovani lo possa confermare – è emerso che ai giovani piace innanzitutto essere partecipi, ovvero essere parte attiva del processo conoscitivo: a loro piace manipolare. Non parlo soltanto di una manipolazione fisica, ma anche di una manipolazione mentale: appropriarsi del bene, farlo proprio, modificarlo e manipolarlo, nel vero senso della parola.
  Un altro elemento di grande attenzione per i giovani riguarda il discorso della relazione. Sappiamo tutti che i giovani vivono nei gruppi, amano essere in relazione tra di loro e con gli altri e comunicare. Di conseguenza, nella fruizione dei beni culturali è estremamente importante lasciare la parola ai giovani, affinché possano comunicare.
  Partendo da queste premesse, entrando a contatto con i giovani tramite l'istituzione scolastica, abbiamo avviato, ormai molti anni fa, il progetto «Apprendisti ciceroni». Che cos’è questo progetto ? Gli «apprendisti ciceroni» sono gli studenti, dalla scuola d'infanzia alle superiori, che prestano la loro opera di volontariato affianco al FAI in alcuni momenti particolari: Pag. 4nelle Giornate FAI di primavera, nelle Mattinate FAI di primavera e in tutti gli eventi che il FAI mette in piedi sul territorio. È un progetto innanzitutto formativo (nel senso che i giovani hanno una formazione), che ha preso l'avvio più di 18 anni fa, con numeri che, ad oggi, sono abbastanza considerevoli: 25.000 presenze nelle Giornate FAI, 4.500 nelle Mattinate FAI e più di 1.500 in tanti altri eventi.
  Che cosa sono le Giornate FAI di primavera ? Sono dei week-end particolari in cui il FAI apre dei beni d'arte o natura poco conosciuti e li fa visitare al grande pubblico. In queste giornate, noi coinvolgiamo i nostri apprendisti ciceroni, che sono lì a presidiare i beni, a fare l'accoglienza e, soprattutto, a fare da guida al pubblico in visita. È un processo formativo che dura parecchi mesi e che viene fatto, a fianco degli insegnanti, dai nostri volontari sul territorio. I nostri volontari entrano nella scuola, tramite dei protocolli d'intesa, affiancano i docenti e selezionano gli studenti interessati. Gli studenti affrontano un percorso formativo che parte da una ricerca sul bene che andranno a spiegare e prosegue con delle uscite con i docenti per conoscere il bene medesimo, nonché mediante delle simulazioni per provare a gestire il pubblico; infine, vi sono due giornate durante le quali questi ragazzi vengono a contatto con il grande pubblico e fanno da guida, mettendo in campo le competenze acquisite nel percorso di spiegazione.
  L'esperienza ci mostra ragazzi veramente entusiasti di fronte al grande pubblico. A volte non si riesce a distinguere le guide professioniste dai ragazzi, che spiegano con sicurezza, con competenza e con un orgoglio – questo è veramente importante – non indifferente. Secondo me, uno dei motivi per cui il progetto ha successo è dato dal fatto che, attraverso di esso, noi riusciamo a contattare un pubblico di famiglie che normalmente non sarebbero più di tanto interessate ai nostri beni culturali. Giustamente, invece, essi vengono per sentire i loro ragazzi e sono orgogliosi nel vedere che hanno assunto un'importanza e che sono ascoltati dal grande pubblico. Questo interfacciarsi tra le famiglie e i ragazzi è il punto fondamentale: i ragazzi ritornano a casa avendo acquisito all'interno della famiglia un'importanza data dal fatto che sono riusciti a gestire un bene culturale e a coinvolgere il grande pubblico. Nella slide contenuta nella documentazione vedete la folla in coda per visitare i beni e i nostri apprendisti ciceroni che spiegano al pubblico i beni d'arte e natura.
  Le domande che ci arrivano dai ragazzi sono tantissime, tuttavia non abbiamo le forze per soddisfarle tutte. Se potessimo mettere in campo tante Giornate Fai di primavera e tanti volontari FAI per la formazione, potremmo aumentare a dismisura questi numeri. Purtroppo, le nostre forze sono quelle che sono, mentre il progetto è sicuramente in crescita e piace moltissimo, proprio perché contiene quegli elementi di spicco che piacciono ai giovani. E piace talmente tanto che abbiamo pensato di replicarlo in novembre, riservandolo alle classi: nell'ambito del progetto Mattinate FAI per le scuole, una visita a misura di studente: in una settimana del mese di novembre apriremo dei beni d'arte e natura e saranno gli studenti a fare da guida ad altri studenti. Sarà una visita riservata alle classi.
  Lo scorso anno eravamo alla seconda edizione e abbiamo avuto 105 beni aperti in 78 città italiane. Nella slide successiva potete vedere alcuni dei luoghi aperti, tutti di grandissima importanza. Vi sono dei beni cittadini, ma non solo. Vi sono anche ville, istituzioni e palazzi storici i quali, come sottolineava giustamente l'onorevole Brambilla, purtroppo i nostri ragazzi il più delle volte non conoscono: vanno a Praga, a Parigi e in tutto il mondo, ma non conoscono i beni che sono alla loro portata. Anche in questo caso i nostri apprendisti ciceroni sono riusciti a spiegare questi beni a più di 30.000 studenti, secondo un meccanismo di educazione tra pari. Il fatto che a permettere di fruire di questi beni culturali non siano delle guide professioniste o degli adulti, bensì degli studenti coetanei, a nostro avviso, è una modalità di fruizione che funziona. È un Pag. 5discorso di educazione tra pari che funziona benissimo e che permette al messaggio di passare.
  Notate bene che tutto questo progetto ha costi minimi: i ragazzi sono lì come volontari e i volontari FAI, ovviamente, sono gratuiti. Abbiamo avuto un piccolo contributo da parte del Ministero dell'istruzione, che ci permette di fare promozione, di mandare del materiale alle scuole e di farci conoscere, ma nulla di più. Le classi vengono in visita in maniera assolutamente gratuita. Secondo noi, questa potrebbe essere una modalità per far vivere anche i nostri musei. Se all'interno dei nostri musei i ragazzi trovassero dei coetanei che spiegano loro il percorso museale, forse potremmo non parlare più del «non-pubblico» dei musei. Sapete che si parla del «non-pubblico» dei musei, riferendosi proprio a questa fascia di età.
  Noi coinvolgiamo gli studenti, dalla scuola d'infanzia alle superiori, ovviamente con modalità diverse. Non soltanto abbiamo studenti che fanno da guida, ma abbiamo anche momenti di animazione. Ci sono anche scuole musicali che vengono per fare degli stacchi musicali; ci sono delle scuole di teatro che vengono a fare delle piccole drammatizzazioni all'interno del bene. Ad esempio, lo scorso anno, alcune scuole d'arte hanno fatto degli schizzi del bene e li hanno regalati a tutti gli studenti in visita: vi è proprio un coinvolgimento a 360 gradi.
  Quelli che ho appena illustrato sono i due principali progetti nazionali con i quali permettiamo al pubblico di fruire di beni d'arte e natura, che ovviamente non sono nostri. Quali sono i punti di forza del progetto ? Sicuramente, vi è in primo luogo il desiderio dei giovani di fare esperienza sul campo. Si parla di esperienze di cittadinanza attiva, uscendo dalla scuola. Abbiamo parlato della «scuola fuori dalla scuola». Un altro punto di forza è la soddisfazione della propensione dei giovani a mettersi in relazione tra di loro, perché nel momento in cui si preparano, ovviamente, devono fare rete con altri giovani o con il pubblico adulto. Inoltre, i giovani, come tutti, sono contenti di mettersi in mostra (i giovani lo sono forse particolarmente) e un evento che ha una portata nazionale, dà loro grande visibilità. A questo si aggiunge la possibilità di avere una formazione specifica – il che non guasta – e un riconoscimento a livello scolastico in termini di credito formativo.
  I punti di debolezza, invece, sono, sicuramente, una difficoltà da parte degli insegnanti a uscire dalla scuola (non so se questa è una questione normativa o organizzativa riguardante la ricerca di sostituzioni), nonché la scarsa propensione degli insegnanti a mettersi in gioco, anche se ci sono insegnanti stupendi. Questo è sicuramente un limite. Un altro limite è dato dalla scarsa propensione degli insegnanti ad attuare attività extracurricolari, mentre abbiamo una grande adesione da parte degli istituti. I licei classici, che dovrebbero essere quelli più attenti a un discorso di tutela del patrimonio, hanno da fare le verifiche di greco e latino, quindi, difficilmente riescono a uscire e questo è davvero un peccato. Ovviamente, noi proponiamo una fruizione dei nostri beni alle scolaresche, ovvero una gita a misura di studente, per fare un'esperienza particolare, anche in questo caso con un coinvolgimento e una metodologia estremamente attiva, ovvero con delle attività di drammatizzazione in costume, con dei laboratori, con delle attività di osservazione e di scoperta del bene.
  La nostra metodologia è proprio basata sul discorso della scoperta: quando la classe arriva nei nostri beni, noi non incominciamo a spiegare il bene, bensì diamo agli studenti delle schede di osservazione affinché vadano in giro alla scoperta del bene, secondo degli itinerari prestabiliti: una specie di caccia al tesoro all'interno del bene. I punti di forza, quindi, sono sicuramente la bellezza dei luoghi, la metodologia di visita che proponiamo, interattiva e coinvolgente, i percorsi di qualità e gli spazi di accoglienza, sempre adeguati. Infatti, le classi hanno bisogno di spazi di accoglienza, probabilmente, i musei dovrebbero sempre avere tali spazi di accoglienza per le scuole.Pag. 6
  Quali sono i punti di debolezza ? Anche in questo caso, c’è la scarsa propensione degli insegnanti ad attuare attività extracurriculari. Le statistiche ci dicono che quest'anno il turismo scolastico ha avuto un crollo del 46 per cento, ciò essendo sicuramente dovuto, in parte, a un discorso di costi, ma in grandissima parte anche a una scarsa propensione degli insegnanti, per diversi motivi (problemi di responsabilità e altro), ad organizzare le uscite didattiche.
  Il secondo punto di debolezza delle gite scolastiche in Italia è dato dal costo elevato dei mezzi di trasporto, per cui, a parità di costi, si riesce ad andare a visitare Parigi o Lisbona e non si riesce a vedere il borgo medievale vicino a casa. Questo è sicuramente un punto di debolezza.
  Nei nostri beni organizziamo anche attività per le famiglie, con dei laboratori domenicali, delle animazioni e dei percorsi dedicati ai giovani.
  Devo annunciare che, proprio ultimamente, il FAI si sta dedicando sempre di più a un discorso di accoglienza verso i giovani. Domenica prossima verrà lanciato al Castello di Masino, che è uno dei beni storici che abbiamo in Piemonte, un percorso specificatamente dedicato ai bambini. Si tratta di una specie di grande caccia al tesoro all'interno del bene, con una serie di strutture, per cui i bambini non visitano soltanto il bene, ma, come dicevamo, arrivano a manipolarlo: potranno salire sulle carrozze e, ovviamente prestando sempre attenzione alla conservazione del bene, potranno toccare quest'ultimo e viverlo in prima persona. La chiave per coinvolgere i giovani e i bambini è proprio quella di permettere loro, non solo di visitare, ma anche di vivere il bene culturale. Crediamo fortemente in questo. Questa è l'esperienza che abbiamo vissuto e che viviamo, sia a livello di progetti nazionali, sia all'interno dei beni che normalmente gestiamo.

  PRESIDENTE. Senz'altro il fatto che questo progetto venga rinnovato di anno in anno, con i dati che lei ci ha fornito sulle richieste e sulla possibilità di accoglierle, è un segno della bontà del progetto stesso. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTIMO CESARO. Ringrazio la dottoressa Marchini. Penso che questo nostro percorso di indagine conoscitiva serva a porre in evidenza, come ci eravamo riproposti, anche tante buone pratiche che esistono nel nostro Paese, in questo caso a contatto diretto con ragazzi e bambini in età scolare, perché dai lavori della nostra Commissione bicamerale possa emergere anche e soprattutto un'immagine positiva, del nostro Paese in generale e dei nostri ragazzi in particolare.
  Troppo spesso la politica è chiamata – capisco il perché – ad interessarsi di tanti aspetti negativi e alla ricerca di soluzioni possibili. Ritengo che, proprio per contrastare un cono d'ombra che talvolta ricade sul nostro Paese, a mio avviso in gran parte immeritatamente, a fronte di buone notizie che non hanno l'eco che meriterebbero, quest'indagine conoscitiva sicuramente permetterà di accendere tante luci, come nel caso di oggi, ma anche di conoscere molte ombre (in tal senso, magari proporrò alla presidenza l'ascolto di alcune esperienze territoriali dove i successi del FAI non hanno un termine di paragone possibile, per tante contingenze ambientali che potremmo poi analizzare). Accolgo quindi con piacere l'esperienza del FAI, che credo meriti tutta la nostra attenzione.
  Mi permetto, però, di rivolgere un invito al FAI: se lo riteneste opportuno, personalmente non mi dispiacerebbe – credo che ciò non dispiacerebbe all'intera Commissione, a partire dalla presidenza – che qualcuna di queste esperienze ci vedesse protagonisti, anche per dare un'immagine di vicinanza delle nostre istituzioni alle buone pratiche messe in atto da associazioni senza scopo di lucro, fondazioni o ONLUS, come in questo caso, al fine di dare un'immagine veramente diversa, Pag. 7cioè di una classe politica attenta a quanto di buono viene fatto nel terzo settore.
  Una mia personale soddisfazione sarebbe quella di potere immaginare dei confronti di questa Commissione bicamerale anche al di fuori di queste tetre aule istituzionali (oggi non ci aiuta nemmeno la giornata). L'auspicio è che una Commissione bicamerale come la nostra visiti un padiglione d'ospedale, una scuola o anche una struttura museale, magari accompagnata da chi da anni cerca di valorizzare determinati percorsi.
  Fatta questa lunga premessa, di cui mi scuso, vorrei porre delle domande. Vorrei sapere se nella selezione delle scuole che fate, prestate particolare attenzione alle scuole che operano in zone di grande difficoltà o di disagio sociale. È chiaro che lo scopo della nostra indagine consiste soprattutto nel cercare di prestare attenzione a quelle fasce sociali, ragazzi in particolare, che difficilmente – come lei ci ha detto – avrebbero occasione di passare una giornata in un museo o di trascorrere in un attrattore culturale italiano d'eccellenza parte del loro tempo. Mi chiedo, quindi, se il FAI si concentri soprattutto sulle scuole che, per il territorio su cui insistono, hanno particolari difficoltà a veicolare esperienze particolarmente arricchenti, come quelle che lei ci ha descritto. Un'altra domanda che voglio porle riguarda un mio cruccio, anche in qualità di legislatore, sulla possibilità pratica di porre in essere qualche iniziativa che consenta, soprattutto alle famiglie meno abbienti, di avvicinarsi al nostro patrimonio storico-artistico.
  Faccio l'esempio di un museo napoletano che conosco bene: il museo di Capodimonte. Tutti noi sappiamo che la sola vendita di biglietti non consente a un'istituzione museale di sopravvivere se poi non interviene lo Stato a sostegno. Tuttavia, forse, si potrebbe pensare a qualche accorgimento che, accanto alle esenzioni di ingresso per gli anziani e i minori, preveda anche l'esenzione per l'ingresso delle famiglie numerose. Sono esperienze che in altre parti d'Europa sono state fatte.
  Non so se il FAI ha mai riflettuto su questa possibilità. Io credo che immaginare una forma di esenzione per un adulto accompagnato da un bambino potrebbe essere una semplice proposta, certamente tale da non danneggiare più di tanto gli introiti delle istituzioni museali. Magari si potrebbero studiare giorni in cui c’è il museo abbandonato al non-pubblico. Ciò potrebbe consentire a una famiglia, che potenzialmente dovrebbe spendere intorno ai 20-30 euro per una visita a una struttura museale, di accedere senza pagare nulla, a parità di costi sostenuti dall'istituzione. Se, eventualmente, questo suggerimento si ritenesse degno di attenzione, mi farebbe piacere condividere con il FAI, che tanta esperienza ha maturato nel settore, dei percorsi di ulteriore approfondimento, per poi addivenire, magari, anche a qualche proposta concreta da sottoporre all'attenzione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonché all'Assemblea parlamentare, nel caso si potesse condensare tutto il nostro ragionamento in una proposta di legge.
  L'ultima sollecitazione che vorrei offrire al nostro responsabile scuola ed educazione del FAI è che queste iniziative, oltre al lavoro intrinseco che lei ci ha ampiamente dimostrato, potrebbero essere interpretate, in prospettiva, come un'occasione per i giovani di guardare al nostro patrimonio storico-artistico anche in termini di futura occasione di lavoro. Certamente, un'attenzione dei nostri ragazzi alla bellezza del nostro patrimonio, se interpretata attraverso l'intelligenza dinamica che di solito contraddistingue le capacità dei nostri giovani, in una logica imprenditoriale o lavorativa, potrebbe, secondo me, spingere molti nostri giovani a considerare una possibilità concreta di impiego nel settore del turismo o della fruizione dei beni culturali largamente intesa come la vera opportunità per i nostri ragazzi. In quest'ottica, non aiuta la riduzione delle ore di insegnamento dell'educazione artistica nelle scuole.

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  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Anche della geografia.

  ANTIMO CESARO. Anche della geografia. Credo che il nostro percorso di indagine conoscitiva sulla fruizione del patrimonio storico-artistico potrà – lo auspico – condensarsi in una proposta di rivalutazione dell'intero ventaglio di discipline umanistiche, con particolare attenzione alla storia dell'arte e alla geografia, che dovrebbero rappresentare dei capisaldi per la formazione dei nostri ragazzi, visto che siamo nel Paese che ospita più della metà del patrimonio artistico mondiale e molti più siti UNESCO degli altri Paesi (non sto qui a raccontare tutte le potenzialità del nostro Paese). Queste sono alcune mie curiosità da condividere con i miei colleghi. La ringrazio.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. La ringrazio per avermi sottoposto queste domande. Per non fare una relazione troppo lunga, ho tagliato corto su alcune parti, ma lei mi dà ora l'occasione di completare la mia precedente esposizione. Parto dalla sua prima domanda.

  VENERA PADUA. Presidente, mi scusi, raccogliamo le domande ?

  PRESIDENTE. Se è la stessa domanda, sì. Altrimenti, abbiamo il tempo di lasciare rispondere la dottoressa Marchini.

  VENERA PADUA. Le domando ciò perché di solito facciamo così.

  PRESIDENTE. Di solito siamo un po’ più tirati con i tempi e magari uniamo due o tre domande, però mi sembra che oggi ci sia tutto il tempo, quindi, a meno che non si tratti proprio della stessa domanda – in questo caso, la uniamo – prego la dottoressa Marchini di rispondere.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Lei parlava di coinvolgere le scuole di zone disagiate. Quest'anno, nella Giornata FAI di primavera, sono stati aperti, proprio a Napoli, una serie di beni e sono state coinvolte delle scuole di quartiere. Mi dispiace ma non ho una conoscenza abbastanza dettagliata di Napoli (lei diceva di essere napoletano), tuttavia, andando sul sito del FAI, sicuramente si riesce a ritrovare quali erano le zone. Se ben ricordo, nel quartiere di Bagnoli, dove c’è la Città della scienza che è bruciata ed è un quartiere abbastanza degradato, erano coinvolte tantissime scuole, tant’è vero che proprio a Napoli abbiamo un numero elevatissimo di apprendisti ciceroni. Inoltre, queste iniziative non solo permettono di coinvolgere ragazzi che vengono da zone disagiate, ma anche di coinvolgere ragazzi stranieri. Sapete che il grosso problema delle scuole adesso è quello di avere un elevatissimo numero di ragazzi stranieri, che a volte difficilmente si riescono a coinvolgere. In questo modo, invece, noi riusciamo anche a coinvolgere questi ragazzi stranieri e ad avvicinarli al nostro patrimonio culturale con un'azione concreta.
  Rispetto al discorso sulle famiglie meno abbienti, noi siamo dei privati e dobbiamo mantenere i nostri beni. Di conseguenza, il discorso sulla gestione e sui biglietti, ovviamente, deve tenere conto di una nostra difficoltà di mantenimento dei beni, che dobbiamo affrontare con le nostre forze. Sicuramente, per le famiglie e per i bambini abbiamo dei biglietti scontati, così come per le scolaresche. Al di là di un problema economico, però, che sicuramente c’è, vi è anche una mancata propensione di una certa fascia sociale ad avvicinarsi ai beni culturali. C’è una cultura che pone delle barriere, che sono sicuramente di tipo economico, ma anche di tipo mentale e relative alle abitudini.
  La nostra esperienza volta a mettere in campo dei bambini che gestiscono, che fanno l'accoglienza e che spiegano il bene culturale, ci permette di raggiungere proprio quelle famiglie che, altrimenti, avrebbero passato il week-end magari in un supermercato. Immagino che se un'istituzione museale mettesse in campo proprio Pag. 9dei bambini, degli studenti o degli adolescenti, forse riuscirebbe ad interessare famiglie che, altrimenti, mai si sognerebbero di avvicinare tali realtà. Credo che ci sia, senza meno, un discorso economico, ma anche una barriera culturale che va abbattuta.
  La sua terza domanda riguardava il discorso volto all'orientamento. Quello che non ho detto è che la nostra formazione degli apprendisti ciceroni prevede un iter, con una serie di interventi in classe fatti dai nostri volontari, proprio per dare loro un quadro completo. Si parla di beni culturali e di tutte le professioni legate ai beni culturali, sia le professioni museali, sia tutte le professioni legate al turismo e che ruotano attorno al nostro patrimonio culturale. Le classi ricevono un orientamento, ovviamente rivolto ai ragazzi più grandi, i quali, come giustamente lei asseriva, può aprire loro degli scenari futuri in termini lavorativi. Spero di aver risposto.

  VENERA PADUA. Ho ascoltato ancora una volta la dottoressa e, quindi, ho apprezzato ulteriormente il suo intervento. Vorrei soltanto rimarcare le cose che lei ha detto. Io vengo da una provincia, quella di Ragusa, che vive con molta forza tutto questo da parecchi anni e ho anche fatto un'esperienza familiare al riguardo: i miei figli hanno fatto gli apprendisti ciceroni e, quindi, abbiamo vissuto in diretta questa iniziativa. Mi sento di comunicare che la bellezza di questa esperienza è stata vissuta anche dalla comunità. Le giornate del FAI sono diventate una festa per la comunità e una scoperta del territorio, non soltanto adesso, quando l'evenienza economica costringe tante famiglie a rinunciare al viaggio e a non mandare i figli ai viaggi di istruzione.
  Mi permetto di dissentire: questo non avviene soltanto perché gli insegnanti non sono disponibili, ma proprio perché – lo so per conoscenza diretta – tante famiglie, avendo uno o due figli che frequentano la scuola, non possono permettersi il viaggio di istruzione. Peraltro, in un territorio meraviglioso come il mio, ma così scarsamente ricco di infrastrutture (nella mia provincia, ad oggi, non c’è un chilometro di autostrada e non abbiamo i treni), o si prende l'aereo o si sta a casa. Non dico ciò come ripiego, ma per sottolineare quanto è ancora più importante quest'azione, che ci permette di viaggiare a casa nostra e di scoprire quanto di bello c’è, aiutati dai nostri figli.
  Vorrei ulteriormente rimarcare l'aspetto importante delle famiglie. Io, da pediatra, dico ciò sempre, in ogni occasione dove mi trovo: credo sia importantissimo un sostegno alla genitorialità, quanto mai fragile in questa epoca che viviamo. Le indagini conoscitive di cui prima si parlava mettono ciò in evidenza e non c’è bisogno di ritornarci, perché sappiamo bene di cosa parliamo. Ritengo che questo strumento, forse, potrebbe essere ancora più potenziato, per aiutare queste famiglie a crescere nel ruolo di genitori, così spesso dato per scontato ma che scontato non è per niente. Ognuno di noi, che vive questa esperienza, sa tutto ciò, ma lo sa soprattutto chi ha meno strumenti e fa ancora più fatica.
  Vedere questo «riscatto sociale» dei propri bambini e dei propri ragazzi da parte di queste famiglie, accresce moltissimo la stima nei confronti dei propri figli, ma anche nei loro riguardi direttamente. Questo potrebbe essere un meccanismo utile per aiutarci ad entrare in quelle famiglie e ad agganciarle. Penso – credo che sia l'esperienza condivisa da tanti di noi, perlomeno da chi fa una professione di aiuto o lavora a scuola – che la difficoltà stia nell'entrare all'interno di quelle famiglie che hanno più bisogno. Infatti, se raggiungiamo quelle che hanno più strumenti con molta semplicità e senza fatica, diversamente avviene con queste famiglie. Anche questo potrebbe essere uno strumento potente per agganciare le famiglie più difficili.
  Inoltre, credo davvero che anche per gli abitanti di quel territorio queste giornate siano state veramente importanti, arricchite dalla freschezza, dalla semplicità e dal coinvolgimento dei ragazzi, che hanno sicuramente molto appassionato. Chi ha Pag. 10avuto la fortuna di avere questi piccoli ciceroni e di fare un percorso con loro si sente davvero più coinvolto in queste scoperte.
  Nel complimentarmi e nell'esprimere la mia contentezza per tutto questo, vorrei proporre, se si può, di potenziare ulteriormente l'aiuto alle famiglie, soprattutto a quelle che hanno più bisogno, posto che, così facendo, da una parte, esse vedono crescere la propria autostima, ma, allo stesso tempo, si possono permettere un piccolo viaggio a casa propria, che invece difficilmente potrebbero fare all'esterno. Grazie.

  DONELLA MATTESINI. Scusi, presidente, a che ora finiamo ?

  PRESIDENTE. Alle 15.00.

  DONELLA MATTESINI. Posso fare una domanda alla dottoressa ?

  PRESIDENTE. Prima del tuo intervento, Donella, ce ne sono altri.

  ANNALISA SILVESTRO. Presidente, la mia domanda è brevissima. Mi ha colpito un'affermazione fatta dalla dottoressa: «se avessimo più risorse, potremmo». Parla di risorse in termini di persone o in termini economici ? Vorrei capirlo, perché l'esperienza mi sembra assolutamente bella e importante e sarebbe bene ampliarla. Grazie.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Direi che le due domande si possono collegare. Prima si parlava di Ragusa. Sabato ero a Catania, dove ho incontrato i nostri volontari, tra cui un rappresentante di Ragusa, felici dell'esperienza ma anche stremati perché è un'esperienza faticosissima. Qui vengo a rispondere alla domanda che mi è stata fatta: ci mancano le risorse in termini di persone, perché i nostri sono tutti volontari. Abbiamo ex insegnanti, ex docenti, ex presidi, pensionati. Sappiamo che l'età della pensione si è molto allungata, per cui, effettivamente, il tempo disponibile delle persone si è ridotto. Cerchiamo di coinvolgere molto anche i giovani, che però, lavorando e avendo carichi di famiglia, fanno fatica. Sicuramente, per mettere in moto tutta questa macchina, in cui abbiamo coinvolto volontari, ci mancano delle risorse in termini di persone e delle risorse anche in termini economici. Loro sono volontari, quindi, non hanno dei costi, ma c’è tutta la struttura organizzativa e tutto il discorso relativo alla promozione e all'ufficio stampa che sta dietro e che serve per far funzionare questa macchina, che evidentemente comporta dei costi. Ci sono entrambe queste cose: da una parte, una mancanza di risorse come persone e, dall'altra, una mancanza di risorse economiche.

  DONELLA MATTESINI. Ringrazio moltissimo la dottoressa Marchini, anche per come ci ha illustrato la situazione. Lei, giustamente, ci ha detto di non parlare soltanto di fruizione di beni, perché a questa parola va collegata la parte attiva. Lei ha presentato questo progetto come un progetto di cittadinanza attiva. Mi rivolgo anche all'onorevole Cesaro, che ha proposto l'indagine, perché penso che sia questo il punto da cui partire.
  A me è piaciuto molto il fatto che lei ci ha parlato di questo progetto, nel contempo dando una immagine dei giovani e dei bambini fortemente positiva. Questa è la cosa che noi dobbiamo assumere. Davvero, troppo spesso, il mondo degli adulti fa da specchio negativo nei confronti dei giovani e dei bambini, parlando sempre dei problemi, dei tossicodipendenti e via dicendo, mentre qui c’è un'immagine positiva. La forza di questo progetto, secondo me, è che tiene insieme queste due cose.
  Ci ha dimostrato anche che i ragazzi non sono solo quelli dell'abbandono scolastico. Quando è fatta bene, c’è una fame di formazione da parte dei ragazzi che è straordinaria. Dico queste due cose perché penso che debbano essere il cuore del documento conclusivo dell'indagine. Vorrei sapere se, oltre a questa esperienza straordinaria, lei è in grado di darci anche – non necessariamente oggi – un panorama Pag. 11più vasto. Le iniziative svolte dal FAI sono anche molte altre, quindi, sarebbe utile avere una mappatura di ciò che si muove nei territori.
  Io presento un'esperienza del mio territorio, Arezzo, dove in tre anni consecutivi, con le ultime classi delle scuole elementari e con le prime delle medie, abbiamo fatto un progetto legato a Piero della Francesca.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Se n’è occupata la professoressa Anna Goti.

  DONELLA MATTESINI. Esatto. È una cosa straordinaria, perché non si è andati solo a illustrare la pittura e la «Leggenda della vera croce», ma i ragazzi sono andati lì, hanno guardato questa pittura, sono tornati in classe e hanno immaginato i rumori della battaglia. È stata una cosa straordinaria, che ha portato questi ragazzi a visitare, nel corso del tempo, altre opere. Naturalmente, non solo hanno portato a casa l'immagine positiva di sé, ma hanno trasmesso ai genitori la voglia di andare a visitare.
  Riguardo alla mappatura, se avete altre indicazioni, sarebbe utile averle, anche per poter ulteriormente valorizzare queste buone prassi.
  Ieri – non so se c'erano altri colleghi – ho partecipato alla presentazione di «Save the children» sulla povertà educativa. Questo progetto si inserisce esattamente in quei dati drammatici che venivano fuori. Si dice che in Italia il 40 per cento dei minori non è mai andato a un cinema, il 40 per cento non ha mai letto un libro e una percentuale di essi, tra il 60 e l'80 per cento, non è mai entrata in un museo.
  Questo ha a che fare, certamente, con lo svantaggio economico e sociale, ma non è automatico. Ci sono anche tante famiglie che hanno risorse importanti, ma le usano per la bella macchina piuttosto che per il vestito firmato, ma non per la promozione al percorso educativo.
  Da questo punto di vista, come le dicevo, le chiedo se non possa darci più dettagli sull'esperienze del FAI. Come ha già chiesto il collega Cesaro, vorrei sapere se lei non ritiene che, con riferimento a questo, come Commissione possiamo, già da subito, fare qualcosa. Una cosa è la proposta di legge, ma vorrei sapere se anche lei ha ritrovato come elemento di difficoltà questo taglio che c’è stato nel corso negli ultimi anni, violento e sbagliato, riferito alla formazione in storia dell'arte nelle scuole superiori. È chiaro che se si parla dei bambini più piccoli, come lei ha rilevato, c’è la difficoltà degli insegnanti a uscire fuori, però, forse, c’è anche una mancanza di formazione e di aggiornamento.
  Questo progetto è legato, appunto, alla cittadinanza attiva, alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale, alla formazione di nuove professioni e anche alla capacità di accoglienza. Anche se non è una guida turistica, un cittadino informato non solo è in grado di dire al turista, italiano o straniero, che salendo in corso trova la pieve piuttosto che il crocifisso di Cimabue, ma è anche in grado di spiegare qualcosa in più. Questa è la cittadinanza attiva.
  Vorrei quindi sapere se non ritiene che la riorganizzazione dei percorsi curricolari possa essere un elemento che aiuti e valorizzi, anche in termini di risorse, il vostro progetto.

  CRISTINA MARCHINI, responsabile del settore scuola educazione del FAI. Lei ha messo sul campo tanti stimoli. Parto dal discorso di immagine positiva. Quello che dico sempre ai ragazzi quando iniziano il loro percorso di guide come apprendisti ciceroni, è di presentarsi e dichiarare che sono degli studenti volontari, perché a volte sono talmente preparati che il pubblico li prende per delle guide. Devono invece dire che passano il sabato e la domenica, con qualsiasi tempo, all'aperto ad accogliere turisti, piuttosto che ad andare in discoteca o a dormire. Questo va dichiarato, proprio per l'immagine positiva che viene data. C’è sicuramente tra i giovani, quando si propongono dei progetti di questo tipo, una positività molto forte.Pag. 12
  Lei parlava di altre esperienze. Sicuramente possiamo fare una mappatura delle numerose esperienze che ci sono state e me ne viene in mente una: in questo momento, abbiamo degli apprendisti ciceroni che fanno accoglienza alle classi nel laboratorio di restauro dei Bronzi di Riace presso il Museo archeologico, che al momento è chiuso al pubblico. Degli apprendisti ciceroni, con una serie di turni (ovviamente, abbiamo fatto delle convenzioni con i licei, con la sovrintendenza e con il museo), mostrano il laboratorio dei Bronzi di Riace ad altri studenti. Anche in questo caso, c’è una fruizione estremamente interattiva.
  Infine, lei chiedeva se ci ha penalizzato la riduzione delle ore di storia dell'arte. Il FAI, in particolare la nostra ex presidente Giulia Maria Mozzoni Crespi, si è molto battuto su questo punto, anche se devo dire che il discorso della cittadinanza attiva, almeno per quel che mi risulta, dovrebbe essere portato avanti in maniera trasversale, non soltanto da certi insegnamenti.
  Vediamo, infatti, che al di là del numero delle ore delle singole materie, c’è una difficoltà organizzativa nell'uscire dalla scuola: c’è una rigidità, per cui, forse, la normativa potrebbe aiutare.
  Noi siamo stati sollecitati dall'Associazione nazionale insegnanti di geografia a dare un appoggio. È una coperta troppo corta: si aumenta il numero di ore da una parte, ma si diminuisce dall'altra e non si sa bene quali siano più importanti.
  Se questa materia di cittadinanza attiva riuscisse ad essere veramente trasversale, mediante un discorso interdisciplinare, verrebbero meno certe rigidità, che invece troviamo nel mondo della scuola. Spero di avere risposto alla sua domanda.

  PRESIDENTE. Dottoressa, credo di interpretare anche il pensiero dei colleghi rivolgendo a tutti voi i complimenti per il lavoro che svolgete, per la passione che sappiamo contraddistinguerlo e per come negli anni ha saputo rafforzarsi e ben ramificarsi su tutto il territorio nazionale.
  Può darsi che nel corso di successive indagini conoscitive la disturberemo ancora, invitandola nuovamente. In quel caso, mi auguro che accoglierà ancora il nostro invito.
  Vi ricordo che il calendario delle nostre indagini prevede per giovedì 29 l'audizione della dottoressa Laura Bononcini, responsabile rapporti istituzionali di Facebook Italia, nell'ambito dell'indagine sulla povertà e sul disagio minorile, e poi, sempre nell'ambito della stessa indagine conoscitiva, l'audizione di SOS Villaggi dei bambini Onlus. Ringrazio tutti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.