XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Martedì 15 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI MINORI FUORI FAMIGLIA

Audizione del Sottosegretario all'interno,
Domenico Manzione.

Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 
Manzione Domenico , Sottosegretario all'interno ... 2 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8 
Valdinosi Mara  ... 8 
Mattesini Donella  ... 8 
Blundo Rosetta Enza  ... 9 
Manzione Domenico , Sottosegretario all'interno ... 9 
Blundo Rosetta Enza  ... 11 
Manzione Domenico , Sottosegretario all'interno ... 11 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 12.55.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione del Sottosegretario all'interno,
Domenico Manzione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui minori fuori famiglia, l'audizione del Sottosegretario all'interno, Domenico Manzione. Avverto che il Sottosegretario Manzione è accompagnato dalla dottoressa Maddalena De Luca, capo della sua segreteria.
  Lascio quindi la parola al sottosegretario Manzione, ringraziandolo per avere accolto il nostro invito per un'indagine conoscitiva alla quale teniamo molto. Abbiamo circa quarantacinque minuti prima dell'inizio dei lavori d'Aula, però credo che potremo dare un buon apporto.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario all'interno. Grazie, presidente. Mi sono permesso di dividere l'argomento in tre grandi capitoli. Il primo è quello dello stato attuale con riferimento all'accoglienza minori, che ha patito diverse modifiche proprio negli ultimi tempi, quindi anche per mettere a fuoco le competenze attuali del Ministero dell'interno e le metodiche seguite dal Dipartimento libertà civili e immigrazione in materia di minori non accompagnati. Come voi sapete, fino a pochissimo tempo fa questa era materia di competenza pressoché esclusiva del Ministero del lavoro e diventava solo di rimbalzo competenza del Ministero dell'interno, nella misura in cui il minore non accompagnato facesse anche una richiesta di asilo in territorio nazionale. Solo in questo caso scattava la competenza da parte del Ministero dell'interno, altrimenti il gestore della situazione dei minori non accompagnati era il Welfare.
  L'altro capitolo, che è fondamentale e forse andrebbe messo per primo, è quello sulla determinazione della minore età, problema che ci affligge da moltissimo tempo e che sembrerebbe felicemente avviato a soluzione.
  Il terzo è quello dei dati abbastanza sconfortanti dell'allontanamento dei minori dalle strutture in cui vengono in genere avviati.
  Partendo dal primo degli aspetti in questione, cominciamo a occuparci dei minori non accompagnati come Ministero dell'interno a pieno titolo, a parte i casi di richieste di asilo che venivano presentate anche prima, solamente da quest'anno, a seguito di una modifica normativa che è intervenuta con la legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014), l'articolo 1, comma 181, che ha trasferito materialmente il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che già operava presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero dell'interno, incardinato nel Dipartimento immigrazione e libertà civili. Pag. 3
  Il precedente sistema lavorava con il metodo del fondo. Questo significava che, in base alla legge n. 328 del 2000 – la legge generale sulla necessità di assistenza delle persone non in condizione di provvedere a se stesse – faceva essenzialmente carico ai comuni. Questo produceva un paio di significative distonie nel sistema. Il primo intervento gravava infatti direttamente sui comuni dal punto di vista non solo sociale, ma anche economico, in quanto il Fondo interveniva dopo, a ristoro.
  Questo ha implicato situazioni di crisi piuttosto significative soprattutto nei comuni di sbarco, che dovevano prendere in carico un numero significativo di minori non accompagnati. Penso a qualche piccolo comune della Sicilia che si è trovato seriamente in difficoltà nel dover gestire una situazione di questo genere. Il Fondo era inoltre in genere poco capiente rispetto alle esigenze che venivano rappresentate dai comuni che dovevano prendere in carico il minore.
  L'altro inconveniente era che il sistema si andava divaricando rispetto al primo Piano nazionale che noi abbiamo avuto, elaborato nel 2014 ed approvato in Conferenza Stato-regioni, Piano che cerca di strutturare a livello nazionale il sistema di accoglienza e prevede tre step, che vanno dal primo soccorso in genere nei luoghi di sbarco a una prima accoglienza di durata piuttosto contenuta, fino a quello che viene considerato il meccanismo più adeguato per la gestione del fenomeno, il meccanismo SPRAR (Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati), che viene gestito d'intesa con noi dall'ANCI e quindi dai comuni italiani, attraverso un meccanismo che fa proprio il criterio dell'accoglienza diffusa, evitando quindi grandi concentrazioni che, come sappiamo, hanno dato molti problemi.
  Il trasferimento del fondo, unitamente all'approvazione del piano che in coda conteneva l'elaborazione di un sistema SPRAR anche per i minori non accompagnati (non che confluissero tutti nello stesso sistema SPRAR, però prevedeva l'omologazione dei due meccanismi con un sistema dedicato per i minori, ma omologo per quanto riguarda il tipo di gestione, quindi i vari passaggi e la gestione dell'ANCI omologhi a quanto già previsto per i maggiorenni) è stato stabilmente approvato in base al piano di cui vi parlavo, che è passato in Conferenza unificata nel luglio del 2014.
  Dopo questi due significativi passi avanti ce n'è stato un terzo, che è legato all'approvazione in attuazione di direttive comunitarie del decreto legislativo n. 142 del 2015, che ha introdotto all'articolo 19 una serie di disposizioni di chiarificazione e di chiusura del sistema.
  Sostanzialmente l'articolo 19 del decreto legislativo appena citato prevede la necessità per i minori non accompagnati, senza più distinguere quindi tra minori non accompagnati richiedenti asilo e minori non accompagnati non richiedenti asilo o protezione internazionale, la realizzazione di strutture governative di prima accoglienza istituite con decreto del Ministro dell'interno, sentita la Conferenza unificata, per il tempo strettamente necessario e comunque non superiore a 60 giorni, quindi il passaggio, in accordo con il Piano nazionale prima citato, al secondo step, nel sistema SPRAR gestito d'intesa con i comuni a seguito di progetti elaborati dalla stessa territorialità.
  Il sistema è appena partito, quindi avrà bisogno di tempo prima di entrare a pieno regime, ma questo dovrebbe eliminare tutti quegli inconvenienti di cui parlavamo prima, perché il Fondo non lavora più a ristoro, ma a questo punto per entrare nel sistema SPRAR i progetti si presentano prima, quindi c'è un'aggiudicazione della gara e l'erogazione avviene immediatamente, senza mettere in difficoltà l'ente locale che in alcuni casi non sarebbe in condizione di far fronte agli impegni presi.
  A questo fine è stata istituita nel luglio del 2014 una struttura di missione che è stata prorogata fino al 31 luglio di quest'anno, che è appositamente dedicata all'interno del Dipartimento delle libertà civili alla realizzazione di tutte quelle cose di cui ho parlato finora.
  Nelle more della realizzazione dei centri governativi di prima accoglienza ad alta specializzazione, la struttura di missione si Pag. 4è attivata per costituire strutture temporanee di accoglienza per i minori non accompagnati, utilizzando allo scopo circa 12 milioni di euro provenienti dal FAMI, il Fondo europeo per l'asilo, la migrazione e l'integrazione, a cui si è aggiunto un cofinanziamento nazionale pari a 1.300.000 euro.
  In esito a tale attività, che ha contemplato anche l'emissione di due avvisi pubblici, sono stati ammessi a finanziamenti e attuati 15 progetti relativi a strutture temporanee per complessivi 733 posti giornalieri per l'anno 2015 nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia e Toscana. L'amministrazione dell'Interno ha ottenuto dalla Commissione europea il prolungamento dei progetti fino al 22 febbraio ed è imminente la formalizzazione della proroga per altri sei mesi.
  Quest'ultima proroga consentirà di disporre di 641 posti in prima accoglienza fino al prossimo 22 agosto. Nel frattempo, però, sono stati fatti anche i primi bandi SPRAR per far decollare quel sistema, e i posti attualmente banditi sono 1.010, tutti dedicati a minori non accompagnati, quindi uno SPRAR dedicato in aggiunta ai 951 già esistenti in precedenza.
  Il sistema ha quindi iniziato adesso a funzionare perché tutti quei passaggi normativi sono piuttosto recenti; ovviamente c'è molto da fare perché questo è solo l'inizio del percorso SPRAR e bisognerà che i numeri aumentino in maniera proporzionale rispetto a quelli degli sbarchi, che negli ultimi anni sono aumentati più che significativamente.
  Dal 2012 al 2015 abbiamo avuto sostanzialmente un raddoppio delle presenze dei minori non accompagnati, perché nel 2012 erano circa 5.821 i minori non accompagnati registrati, nel 2015 siamo arrivati a oltre 11.000, anzi, se devo essere preciso, in base ai dati che ci vengono forniti perché il sistema di gestione rimane tuttora ancorato al Ministero del lavoro, alla fine dello scorso anno le presenze dei minori non accompagnati erano 11.921.
  Passando all'argomento dell'individuazione del minore in quanto tale e quindi ai criteri attraverso i quali si arriva ad attribuire la patente di minore ad una persona richiedente o non richiedente asilo (perché uno degli effetti è stato quello di omologare i due sistemi), fino ad oggi lo strumento più utilizzato era quello dell'esame radiologico del polso, esame molto contestato negli ultimi tempi perché basato su statistiche che fanno riferimento a ceppi etnici e ad esperienze di sviluppo molto diversi rispetto a quelli su cui sono state tarate le tabelle che dovrebbero essere indicative del raggiungimento della maggiore età, perché ci si trova di fronte a uno sviluppo osseo e della persona che, per le esperienze e per i luoghi in cui si è vissuto, è molto diverso rispetto a quello che hanno consentito di elaborare le tabelle.
  Questo era uno dei punti individuati come critici nel Protocollo Ascone, protocollo che nel maggio del 2009 era stato sottoscritto dai Ministeri dell'interno, del lavoro e della giustizia, che per altri versi invece apriva ad un approccio multidisciplinare per l'individuazione dell'età dei minori non accompagnati. Da questo punto di vista devo dire che fortunatamente è poi intervenuto il decreto legislativo n. 24 del 2014, che all'articolo 4 ha delegato il Governo ad emanare un regolamento per meglio arrivare all'identificazione dei minori e soprattutto alla determinazione della minore età.
  I lavori che hanno fatto seguito ad un tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio sono in avanzato stato di definizione, anzi posso dirvi che una prima bozza del regolamento è già stata trasmessa alla Conferenza unificata Stato-regioni, tenendo conto ovviamente di tutte le osservazioni che sono venute anche dalle Onlus che si occupano dei minori non accompagnati, quindi è un decreto che mi sembra abbastanza completo, che abbandona pressoché definitivamente il ricorso all'esame medico prima citato per puntare su altri principi.
  Il primo dei princìpi è quello della sussidiarietà delle analisi mediche, quindi il primo tentativo è quello di riuscire a determinare l'età del minore non attraverso pratiche mediche e soprattutto non pratiche Pag. 5 mediche invasive, bensì mediante accertamenti di carattere documentale o di tipo informativo attraverso le autorità diplomatiche e consolari. Nell'ipotesi in cui tutto questo non riesca, procedendo a fornire al minore tutte le informazioni del caso e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria affinché si possa avere la massima tutela del minore, può essere richiesta al giudice competente l'autorizzazione all'avvio della procedura più strettamente medica.
  La procedura medica in questo caso si basa essenzialmente su due atti, che sono il colloquio sociale e una visita pediatrica di carattere axiologico, quindi non più il mero ricorso all'analisi e alla lastra del polso, ma una visita multidisciplinare molto più complessiva che tenga conto delle caratteristiche evolutive del soggetto del quale bisogna stabilire l'età.
  A breve si dovrebbe raggiungere il traguardo, perché il testo è stato formalmente stilato dalla Conferenza Stato-regioni che dovrebbe calendarizzarlo questa settimana o la settimana prossima, quindi siamo veramente alla conclusione.
  Il tema che più allarma è quello che riguarda i ragazzi che purtroppo scompaiono dalle strutture alle quali vengono destinati. Da questo punto di vista i dati vanno di pari passo con quelli che ho citato sull'incremento delle presenze sul territorio nazionale, nel senso che, sempre sulla base dei dati forniti dal Ministero del lavoro perché i dati continuano a essere conservati in quella sede, il fenomeno registra sicuramente un trend in crescita.
  Rispetto al 2012, quando si sono resi irreperibili (per tali si intendono tutti quelli che si sono allontanati senza manifestare una qualche ragione dalle strutture alle quali erano stati destinati) 1.754 minori, nel 2013 sono passati a 2.142, nel 2014 a 3.707, nel 2015 a 6.135, in maniera più che proporzionale al numero degli arrivi, che sono quasi raddoppiati rispetto al 2012.
  In questi 6.135 dello scorso anno il Ministero del lavoro dice però di inserire tutti i minori che considera irreperibili, quindi i minori stranieri non accompagnati per i quali sia stato segnalato un allontanamento dalle strutture di accoglienza o dalle famiglie senza una ragione plausibile.
  Si tratta quindi di un fenomeno in costante crescita. Noi al Ministero abbiamo una struttura dedicata alla ricerca delle persone scomparse, che giova sia ai maggiorenni che ai minorenni. Ovviamente ci sono anche aspetti che coinvolgono la Polizia perché purtroppo, nonostante il tentativo di unificarle, le competenze sono diversificate sul campo a seconda di quello che si ipotizza possa essere accaduto al minore.
  Il Commissario straordinario per le persone scomparse, tenendo conto di questi dati, su nostra richiesta ha avviato un censimento mensile con tutte le prefetture, in maniera da incrociare i dati con quelli del Ministero del lavoro, non solo per monitorare la reale entità del fenomeno, ma anche per comprenderne meglio le cause, che finora non sono state sufficientemente indagate.
  Sempre in termini generali, nell'autunno scorso abbiamo firmato un protocollo operativo intercorso tra la Prefettura, le forze dell'ordine e il Tribunale dei minori, il Comune di Roma, l'ANCI e l'università La Sapienza di Roma per la messa a punto di un sistema di monitoraggio e di approfondimento delle cause di allontanamento dei minori dalle strutture alle quali sono stati destinati, ma anche per introdurre una procedura semplificata in ordine alla denuncia di scomparsa dei minori stessi da parte di queste strutture.
  Sul piano internazionale, invece, abbiamo realizzato con il circuito di cooperazione di polizia denominato «Sirene» una serie di procedimenti finalizzati al miglioramento della collaborazione delle forze di polizia, atti a garantire un'identità certa e univoca dei minori stranieri non accompagnati in arrivo, in maniera tale che le ricerche possano essere estese anche al di fuori del territorio nazionale, perché quando l'allontanamento dipende dalla coltivazione di un progetto migratorio o di legami con altre persone all'interno dell'Europa bisogna necessariamente ricorrere a ricerche di carattere internazionale. Pag. 6
  Per quanto riguarda le procedure di ricerca posso dirvi che, all'atto della ricezione di una denuncia di scomparsa, le forze di polizia adottano un circuito informativo interno di tipo interforze in base ad accordi esistenti tra le varie forze di polizia, affinché la segnalazione, indipendentemente dal fatto che sia o meno riferibile ad un'azione delittuosa, abbia la massima diffusione, raggiungendo gli uffici di polizia di tutto il territorio nazionale e, attraverso quell'accordo che vi segnalavo, anche di tutte le forze di polizia dell'area Schengen, in maniera tale da attivare la massima rete e il massimo coinvolgimento possibile nella ricerca delle persone.
  In seguito l'ufficio di polizia che ha avuto la notizia della scomparsa la comunica al prefetto, da cui nasce la comunicazione al Commissario straordinario per le persone scomparse. Allo stato attuale tutte le prefetture d'Italia sono dotate del piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse, quindi viene immediatamente attivato un circuito di controllo che coinvolge non più solo le forze di polizia, ma anche tutte le altre forze di soccorso, a cominciare dai Vigili del fuoco, dalle polizie municipali ma anche dai media, perché anche loro partecipano a questi protocolli posti in essere dalle singole prefetture ai fini della ricerca delle persone scomparse; quindi la ricerca ha il massimo delle possibilità di ottenere il risultato del ritrovamento della persona scomparsa.
  In più, sin dal 2009 è attivo un servizio interistituzionale denominato 116000, che è una linea telefonica diretta per i minori scomparsi, gestita dall'associazione Telefono Azzurro sulla base di un protocollo d'intesa siglato dalla stessa associazione con il Ministero dell'interno.
  Presso la sala operativa internazionale del Dipartimento della pubblica sicurezza dall'agosto del 2013 è stato realizzato un sistema che consente la massima diffusione a livello nazionale di elementi informativi utili alla ricerca dei minori scomparsi. Il dispositivo è chiamato Sistema di allarme scomparsa minori e viene innescato su iniziativa dell'autorità giudiziaria quando vi siano timori per l'incolumità del minore, diffondendo un messaggio contenente informazioni sulla scomparsa attraverso i mass media e ogni altra organizzazione capace di diffonderlo, al fine di consentire a chiunque sia in possesso di elementi utili di metterli a disposizione degli uffici competenti.
  Il Dipartimento della pubblica sicurezza ha attivato un sito, www.missingkids.com, che aderisce al network internazionale Global Missing Children Network, di cui fanno parte 22 Paesi, e rende fruibili le notizie sul minore scomparso diffondendone anche le immagini. In questo caso le segnalazioni effettuate dai visitatori del web vengono ovviamente approfondite in campo nazionale e internazionale dalle singole forze di polizia che hanno ricevuto la segnalazione da parte del visitatore della pagina web.
  Il dato parzialmente incoraggiante rispetto al numero delle scomparse che è invece abbastanza allarmante, ci viene ancora una volta dal Commissario straordinario per le persone scomparse, il quale ci segnala che nel quadriennio 2012-2015 circa il 31 per cento dei minori stranieri scomparsi è stato rintracciato in un secondo momento.
  Altro aspetto è quello relativo ai reati che possono essere posti in essere nei confronti e soprattutto in danno dei minori scomparsi. Il rischio che in questi casi, se il minore finisce in cattive mani, possa essere utilizzato per una serie di attività anche di carattere criminale, è sempre obiettivamente presente.
  Per la prevenzione e la repressione di queste tipologie di reato che hanno come parte offesa minori non accompagnati e più in generale fasce deboli della popolazione, ci sono competenze radicate su specifici uffici delle nostre forze di polizia, quindi non siamo noi come Dipartimento dell'immigrazione a occuparcene.
  Per quanto riguarda la Polizia di Stato posso segnalare che nelle singole questure vi sono uffici dedicati, gli Uffici minori, che sono specializzati nelle indagini relative alla delittuosità legata all'immigrazione clandestina e alla tratta degli esseri umani. Ho dimenticato di dire, quando abbiamo parlato dell'età, che la delega riguarda i minori Pag. 7vittime di tratta, tuttavia ho motivo di ritenere (è un'opinione personale, valutatela per quel che vale, quindi assai poco) che quel decreto ministeriale in realtà abbia portata di carattere generale, proprio perché sarebbe l'unico atto direttamente o indirettamente applicabile ai minori non accompagnati in quanto tale.
  È vero che la delega si occupava specificamente dei minori vittime di tratta, tuttavia il percorso per arrivare all'età quando riguarda il minore, secondo me è un percorso tranquillamente estendibile a tutti i casi in cui si sia in presenza di un soggetto di età minore, tanto che i princìpi stabiliti sono quelli che vi ho detto, più uno di chiusura che era già previsto nel protocollo del 2009, cioè che nel caso di dubbio ovviamente prevale l'idea che si debba riconoscere la minore età, tanto che, nell'ipotesi in cui il giudice all'esito di quel percorso non riesca a stabilire la minore età, questa risulta del tutto presunta.
  Le forze di polizia hanno un occhio particolare alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione, che sono in genere due dei reati fini che vedono più frequentemente coinvolti i minori non accompagnati. Le strutture delle questure sono coordinate dal Servizio centrale operativo del Dipartimento della pubblica sicurezza, quello che grazie all'uso degli acronimi siamo abituati a chiamare SCO della Polizia.
  C'è poi un altro aspetto che riguarda soprattutto le investigazioni che vedono coinvolti i minori attraverso l'uso e l'abuso di internet, e da quel punto di vista c'è un'altra articolazione della polizia, la Polizia postale, che si occupa essenzialmente di questo e soprattutto della pedofilia, che è il reato più frequentemente commesso tramite la rete.
  Il Ministero è impegnato a fornire a queste due articolazioni un'adeguata formazione di carattere multidisciplinare, affinché l'approccio sia quello adeguato, ma anche affinché sia efficace l'azione non solo di prevenzione, ma eventualmente anche di repressione di soggetti che approfittino delle condizioni di minorità in cui versano le persone di cui stiamo discutendo.
  Sotto il profilo della collaborazione interistituzionale e dei protocolli vi posso segnalare che in collaborazione con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza è stato istituito uno specifico tavolo di lavoro presso la Direzione centrale della polizia criminale, che ha consentito di giungere all'adozione di un protocollo d'intesa sottoscritto tra fine del 2012 e l'inizio del 2013, rinnovato nel gennaio 2014, per la realizzazione di iniziative congiunte, indirizzate prioritariamente agli operatori di polizia.
  Nell'ambito dell'iniziativa è stato prodotto un vademecum al fine di mettere nero su bianco le best practices che sono già state sperimentate da tutte le forze di polizia che ho citato finora e di promuovere l'adozione di procedure e prassi uniformi in tutte le situazioni che coinvolgono minorenni, siano essi autori, vittime o testimoni di reato.
  Dal punto di vista internazionale, per prevenire e agevolare la ricerca nel caso di scomparsa di minori non accompagnati, il Dipartimento di pubblica sicurezza ha affrontato la tematica con i rispettivi organismi internazionali di riferimento, quindi con le altre polizie, giungendo alla definizione di modalità operative assolutamente condivise, tanto che il Dipartimento ha realizzato tra il 2013 e il 2014 il progetto Vigila et protege: to search and protect unaccompanied minors. Fight against invisibility, finanziato dalla Commissione europea, per favorire l'identificazione all'atto di ingresso e la riscontrabilità dell'identità del minore attraverso banche dati agevolmente consultabili.
  Il progetto ha delineato nuove regole per l'identificazione dei minori stranieri non accompagnati e una procedura per il riscontro delle impronte in caso di rintraccio, da effettuarsi in attesa dell'entrata in funzione del sistema AFIS, un sistema automatizzato di identificazione attraverso le impronte.
  È inoltre in corso di definizione un protocollo d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, grazie al quale Pag. 8il Dipartimento della pubblica sicurezza potrà acquisire le informazioni sui minori stranieri non accompagnati scomparsi contenuti nel sistema informativo minori, che, come abbiamo detto sin dall'inizio, è gestito dallo stesso Ministero del lavoro.
  Le notizie saranno indispensabili per assicurare lo scambio informativo con il Paese di rintraccio e garantire continuità all'azione di protezione. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie. Colgo l'occasione per informare il Sottosegretario che noi abbiamo già chiesto informalmente al Ministero i dati relativi ai condannati per reati sessuali. La legge n. 172 del 2012 all'articolo 3 ha designato proprio il Ministero dell'interno quale autorità nazionale responsabile ai fini della registrazione e conservazione di questi dati nazionali, noi pensiamo possa essere interessante per tracciare ancor meglio il perimetro della situazione oggi.
  Lascio quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARA VALDINOSI. Ringrazio il Sottosegretario perché ci ha fornito moltissimi dati e moltissime informazioni molto importanti e vorrei fare delle domande aggiuntive.
  Il fenomeno in crescita dei minori che fuggono dalle strutture è veramente molto preoccupante e con una simile progressione c'è da ritenere che nel 2016-2017 avremo migliaia e migliaia di minori a rischio nel nostro Paese.
  Da questo punto di vista mi chiedevo se nel fare questo censimento mensile effettuato dal Commissario straordinario con le prefetture ci si sia posti anche il problema di avere un dato più raffinato rispetto ai minori che fuggono delle strutture, ovvero, sempre con la difficoltà di definire l'età di questi minori, di avere una conoscenza del fenomeno in riferimento alle fasce di età ed al sesso.
  Sempre relativamente a questa problematica dei minori che fuggono dalle strutture, non abbiamo sentito citare la possibilità che i minori, almeno per quanto riguarda le fasce di età più basse, possano trovare un'accoglienza presso situazioni di tipo famigliare, attraverso ad esempio il percorso dell'affido. Credo che una soluzione di questo tipo potrebbe agevolare l'accoglienza e l'integrazione, e limitare fortemente il fenomeno della fuga.
  Un altro aspetto che mi interessava molto approfondire riguarda il piano per il ritrovamento che viene fatto in ogni provincia con il coinvolgimento dei media, perché non ho visto un coinvolgimento dei media sul tema del ritrovamento delle persone scomparse. Sappiamo che c'è un coinvolgimento a livello nazionale anche attraverso una nota trasmissione televisiva sulla RAI, ma a livello locale questa potrebbe essere una modalità molto efficace prevedendo anche la partecipazione dei cittadini in questa operazione di ritrovamento.
  Bisognerebbe insistere di più su questo aspetto, perché mi sembra invece lacunoso e comunque poco praticato. Grazie.

  DONELLA MATTESINI. Anch'io ringrazio il Sottosegretario per averci fornito un quadro esaustivo e particolarmente importante, a testimoniare il lavoro concreto fatto in questo tempo anche rispetto all'impegno recente del Ministero dell'interno, quindi grazie perché è anche consolatorio, come questa questione dello SPRAR testimonia anche per quanto succede nel mio territorio, la Toscana, nel quale la scelta dell'accoglienza diffusa vale per tutti.
  Questo sostegno ai comuni per cui c'è l'immediato ristoro sul Fondo ha creato una situazione particolarmente favorevole nei territori, anche in quelli dove non ci sono stati fenomeni di particolare disagio, quindi grazie per la scelta.
  Non ho chiaro in che relazione siano o si pensa debbano essere le comunità dedicate rispetto al sistema generale delle comunità d'accoglienza per i minori senza famiglia. C'è anche l'esigenza evidenziata dalla senatrice di verificare se almeno in alcune fasce d'età sia possibile attivare un percorso di affido per garantire un'accoglienza di tipo famigliare, quindi vorrei capire che tipo di rapporto ci sia e come si pensa di poterlo strutturare, tenendo conto che i dati evidenziano per i minori non Pag. 9accompagnati una prevalente fascia adolescenziale vicina alla maggiore età.
  L'attenzione particolare vale per tutti gli scomparsi, però questa fascia d'età ci dice che non basta l'accoglienza, ma occorre un progetto in grado di permettere a questi ragazzi di pensare all'abbandono non come ad una parentesi nel centro di accoglienza, ma come un ponte verso un progetto di vita diverso.
  Il fenomeno della scomparsa dei minori, alla luce dei dati forniti, appare enorme e mi domando se qualcuno abbia pensato ad un sistema di tracciabilità, non dico il microchip, ma una soluzione che possa garantirne la tracciabilità. Chiedo quindi di farne oggetto di ragionamento, perché stiamo concludendo l'indagine sulla prostituzione minorile da cui emergono dati terrificanti che riguardano in gran parte proprio minori stranieri non accompagnati.
  Il peggio che pensiamo ci viene dimostrato da dati concreti, quindi sarebbe opportuno valutare un sistema che contenga questo straordinario lavoro interforze, ma possa anche mettere in sicurezza i minori evitando di perderli.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Anch'io la ringrazio molto, Sottosegretario Manzione, perché ci ha delineato un quadro molto chiaro e ci ha rappresentato una situazione purtroppo preoccupante che non è possibile sottovalutare.
  Mi fa piacere che con l'articolo 1, comma 181, della legge di stabilità ci sia stata questa rivisitazione della gestione del Fondo, problematica che più volte avevamo sollevato e attenzionato anche il 20 novembre, Giornata per l'infanzia, evidenziando che i comuni erano in grosse difficoltà e questo di sicuro non allevia il problema, quindi mi fa piacere che adesso sia cambiata la gestione di questo fondo.
  Sono rimasta sconvolta da questo numero che ritengo eccessivo, 6.135 minori scomparsi, quando l'Europol parla di 10.000 in tutta Europa, quindi abbiamo il maggior numero in Italia. Mi unisco a quanto appena presentato come soluzione, l'accoglienza nelle famiglie – per la quale più volte ero intervenuta con ordini del giorno che peraltro erano stati accolti – un'accoglienza familiare che è sicuramente più cautelante, più umana, più a misura del minore e più integrante, perché il minore entra in una realtà e non rimane depositato all'interno di strutture che spesso nelle nostre ispezioni non si sono rivelate all'altezza di questo ruolo, quindi sarebbe opportuno un controllo più approfondito sulle strutture, ma credo che un problema sia anche il Trattato di Dublino.
  Queste persone che vengono accolte in maniera legale difficilmente possono andare dove avevano intenzione di dirigersi, cosa che comporta fughe. Su questo va fatta una pressione per rivedere il Trattato.
  Sono preoccupatissima anche per un altro aspetto, la tratta degli organi. Una giornalista francese, Cécile Allegra, ha condotto un'inchiesta approfondita sulla tratta degli organi e ha proiettato il documentario da noi al Senato. Non dico di creare allarmismo, però attenzioniamo questa realtà, perché è inaccettabile che un minore da qualunque Paese venga debba essere sottoposto a un trattamento disumano, anche se fossero solo 1 o 10, non dico 6.000. Chiedo quindi quali siano le iniziative in questo senso.
  Per quanto riguarda la verifica dell'età del minore capisco che può essere molto complicato e che la misurazione dello sviluppo osseo, come ho verificato anche con i miei figli, non corrisponde, perché c'è una realtà fisica di ogni bambino, al di là delle etnie, perché anche tra i nostri c'è una differenza notevole. Plaudo quindi a questa iniziativa per un'indagine ad ampio raggio.
  Riguardo all'autorizzazione non ho capito bene se si approfondisce l'età solo se il minore è informato e il giudice autorizza, quindi solo nei casi in cui c'è una situazione penale o comunque condizioni particolari.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario all'interno. Parto dall'ultima domanda: no, il documento attesta il diritto del minore ad essere informato, ma non richiede il suo consenso perché, se fosse condizionato dal consenso del minore, probabilmente la procedura non arriverebbe mai in porto. Pag. 10
  Diciamo che ci sono due meccanismi di tutela del minore, di cui uno è l'informazione, quindi in base ad un articolo del Regolamento il minore è fatto oggetto di un diritto all'informazione, cosa che mancava nel precedente accordo, anche perché, se fosse necessario il consenso del minore, probabilmente anche la procedura giudiziaria non richiederebbe l'intervento del giudice.
  L'altro elemento di tutela per il minore è che in caso di incertezza, qualora non si riesca a raggiungere un risultato attraverso la documentazione o le informazioni rese anche sotto il profilo internazionale, è necessaria l'autorizzazione del giudice all'espletamento di quella procedura che abbiamo sia pur sommariamente indicato prima, quindi c'è una sostanziale tutela del minore che però fa leva su questi due elementi.
  Alcune domande riguardano i dati, e secondo me è giusta la richiesta di un dato più raffinato, perché ci consente di comprendere meglio; bisognerà lavorare, ma ci possiamo impegnare, anzi posso attivarmi io stesso su due versanti, che non è solo quello delle prefetture, cioè legato al commissario e quindi alle persone scomparse, ma anche quello di chi detiene la banca dati, che probabilmente ha un numero dei dati che consente la massima elaborazione rispetto al tutto. Siccome lavoriamo in perfetta sintonia col Ministero del lavoro, credo si possa sicuramente fare.
  Secondo organi ufficiali sono 10.000 i minori non accompagnati scomparsi in tutta Europa ed è chiaro che messi a confronto con i 6.135 della realtà italiana il dato sembra quasi imbarazzante, perché i dati europei sono quasi dati italiani, ed è per questo che vi ho premesso che, siccome non è una banca dati che gestiamo noi come Ministero all'interno, il Ministero del lavoro chiarisce che in quel dato che ci fornisce ai fini del censimento intende riferirsi ai soggetti irreperibili, ritenendo tali i minori stranieri non accompagnati per i quali sia stato segnalato un allontanamento dalle strutture d'accoglienza o dalle famiglie, così in parte è chiarito che c'è già la possibilità in base alla vecchia normativa di procedere anche all'affido familiare.
  Ovviamente, se si vuole creare un canale dedicato, il vostro contributo diventa fondamentale, perché una legge pendente in Parlamento dovrebbe rimettere ordine in tutta la materia e nessuna sede potrebbe essere migliore di quella per quanto riguarda eventualmente la creazione di un affido dedicato per i minori non accompagnati.
  Non so se quel dato dei 10.000 si riferisca alla stessa categoria di soggetti individuati dal Ministero del lavoro, per cui prima di esprimermi vorrei capire quale criterio abbiano utilizzato per fornire quel dato e in base a quel criterio potremo fare un paragone.
  Su Dublino non dico niente per l'ottima ragione che è un anno e mezzo che lottiamo, perché ovviamente il cambiamento di Dublino è un dato sul quale noi puntiamo molto, non solo per i minori non accompagnati, ma anche per le persone di maggiore età.
  È indiscutibile che questa è una delle ragioni principali per le quali i minori si allontanano, come mi sembra di poter registrare senza timore di smentite, perché chi ha fatto un progetto migratorio che lo vedeva collocato in Germania o in Svezia, magari in compagnia di un amico, di una persona cara o di un famigliare che già si trova in quel posto viene collocato nelle strutture italiane che, essendo strutture per richiedenti asilo e riguardando persone di minore età non potrebbero mai avere cautele in grado di limitarne la libertà personale, ma sono centri dai quali si può entrare e uscire in perfetta libertà, senza una reale compressione dei diritti, anzi volendo valorizzare i diritti del minore che possiede un progetto migratorio. Probabilmente questi due fattori sono quelli che determinano il maggior numero degli allontanamenti.
  Se Dublino cambiasse, il discorso probabilmente potrebbe cambiare anche per le nostre statistiche, proprio perché noi finiamo per metterci i soggetti che si allontanano, cioè gli irreperibili che non hanno giustificazione, ma se uno sapesse di potersi allontanare del tutto liberamente, spiegando Pag. 11 che vuole andare in Germania, quel numero verrebbe abbattuto. Da questo punto di vista ovviamente noi insistiamo, sappiamo che la Commissione, essendo molto sensibile a questo argomento, intende presentare un'ipotesi di riforma di Dublino.
  È però evidente che la Commissione, sebbene sia convinta dell'esigenza di andare in questa direzione, potrà fare quel tanto che i singoli Consigli le consentiranno di fare, perché più in là della proposta probabilmente non possono fare.
  Sulla tracciabilità, un tema che si ricollega ai dati, l'abbiamo anche presa in considerazione, ma per scartarla immediatamente dopo, perché francamente non riusciamo ad immaginare la possibilità di operare in questa direzione senza comprimere in maniera fortemente significativa i diritti del minore, perché non è possibile immaginare un meccanismo che non implichi di necessità una forte limitazione dei diritti della persona che richiede asilo, quindi la vedo una strada difficilmente praticabile.
  Posso però provare a vedere quello che si può fare (vi dovete accontentare di una promessa generica) perché potremmo ipotizzare un meccanismo che consenta l'integrazione e il dialogo tra alcuni dati informativi che derivano dalle varie autorità, perché poi le competenze sono molto frammentate (se si ipotizza un reato se ne occupa la polizia, «Sirene» del sistema Schengen; se ipotizziamo la mera scomparsa se ne occupa la prefettura con il Commissario straordinario; se ipotizziamo altre eventualità se ne occupa il Ministro del lavoro), ma probabilmente se riusciamo a far dialogare di più questi centri di informazione attraverso una combinazione dei dati, senza incidere significativamente sulla libertà individuale dei singoli soggetti da tracciare, forse si può fare di più.
  Mi impegno a sollecitare i prefetti ad utilizzare di più i mezzi di comunicazione di massa; in genere preferiscono la rete perché paradossalmente è quella che consente di coniugare un minimo di riservatezza e l'efficacia stessa delle ricerche, perché, se opportunamente controllate, sono molte di più le segnalazioni e le sollecitazioni che si ottengono dalla rete rispetto a quelle dei media, però è anche questo un argomento da valutare.
  L'età elevata: normalmente i minori non accompagnati sono borderline, altrimenti tutte queste polemiche sulla corretta individuazione delle tappe per stabilire se sia un minore oppure no probabilmente non ci sarebbero. È anche vero che le ragioni che li spingono nel nostro Paese non sono quelle della coltivazione di un mero progetto migratorio, ma vi è anche la possibilità di usufruire di alcuni servizi che il nostro Paese riesce a offrire con maggiore facilità alle cosiddette «fasce deboli».
  Noi abbiamo avuto alcuni casi di partenza di minori non accompagnati da Paesi molto ben individuati, che nel ripetersi costante nel tempo ci fanno dubitare della genuinità di questi allontanamenti dai Paesi di origine, quindi il discorso è probabilmente collegato e si collega a sua volta con quello del raffinamento del dato, perché anche questo consente di adottare misure maggiormente adeguate.
  Per quanto riguarda invece la prima e la seconda accoglienza, quella fissata direttamente dall'articolo 19 del decreto legislativo 142 del 2015, la permanenza nelle strutture di carattere governativo che dovrebbero essere individuate (ora siamo purtroppo nella situazione transitoria, ma speriamo che il decreto del Ministero dell'interno arrivi quanto prima) è fissata in 60 giorni, poi l'avvio è quello del percorso SPRAR, per il quale abbiamo già un paio di migliaia di posti a disposizione.
  Dopo quei 60 giorni si dovrebbe fuoriuscire, con possibilità anche di affido, secondo la vecchia normativa, con eventuali, nuove possibilità a seconda della piega che prenderà la nuova normativa.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Per la tratta degli organi?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario all'interno. Non me n'ero dimenticato, lo avevo indirettamente incluso nella necessità di sensibilizzare le forze dell'ordine e il resto degli apparati che si occupano della tematica.

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  PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario. Le anticipo che il 12 aprile presenteremo un'indagine conoscitiva che abbiamo realizzato sul tema della prostituzione minorile e ci piacerebbe avere la sua partecipazione come relatore a questo evento.
  Nel ringraziare il sottosegretario Manzione per il contributo e per i dati che ci auguriamo di ottenere grazie al suo aiuto dal Ministero, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.