XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 68 di Mercoledì 15 marzo 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione dell'amministratore delegato di SOSE-Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A., Vieri Ceriani.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 3 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 4 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 4 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 5 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 5 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 5 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 5 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8 ,
Pozzana Roberto , responsabile analisi economica progetto ISA di SOSE S.p.A ... 8 ,
Amatori Mauro , responsabile analisi fiscali e prodotti per le imprese di SOSE S.p.A ... 9 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 10 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 10 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 10 ,
Schirru Emanuele , responsabile ICT di SOSE S.p.A ... 11 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 11 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 12 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 12 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 12 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 ,
Sciascia Salvatore  ... 12 ,
Petrini Paolo (PD)  ... 13 ,
Ceriani Vieri , amministratore delegato di SOSE S.p.A ... 13 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione dell'amministratore delegato di SOSE-Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A., Vieri Ceriani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore delegato di SOSE-Soluzioni per il Sistema Economico Spa, Vieri Ceriani, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono presenti, inoltre, Mauro Amatori, responsabile analisi fiscali e prodotti per le imprese, Danilo Ballanti, responsabile elaborazione indicatori sintetici di affidabilità, Roberto Pozzana, responsabile analisi economica progetto ISA, ed Emanuele Schirru, responsabile ICT, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva su «L'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale».
  Do la parola al dottor Ceriani, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Grazie, presidente, per questo invito. Ho preparato una presentazione, che, se lei mi autorizza, procederei a mostrare e che dura circa mezz'ora o quaranta minuti. Comunque, se c'è qualche sollecitazione o qualche domanda o qualche richiesta di chiarimento, possiamo interromperla.
  Il progetto di passare dagli studi di settore agli indicatori di affidabilità è un cambiamento veramente radicale, perché si tratta di un cambiamento di filosofia nei rapporti con il contribuente.
  Gli studi di settore sono nati circa vent'anni fa, dopo la minimum tax, che era una sorta di catastalizzazione del reddito di impresa e professionale. Questi studi tendevano a riportare la questione della sotto-dichiarazione dei ricavi nell'ambito dell'accertamento, quindi la logica degli studi di settore era, attraverso una costruzione statistica abbastanza sofisticata, quella di individuare un ricavo medio, presunto e, in qualche modo, normale. Il contribuente, se dichiarava di più, ovviamente era congruo, ma, se, altrimenti, era al di sotto, era non congruo e passibile di un accertamento presuntivo. Questa logica è stata definitivamente abbandonata. L'idea è quella di costruire qualcosa di diverso: continuare a fare delle valutazioni di congruità, però affiancarle a valutazioni di coerenza e di normalità, che riguardano tutto l'assetto del conto profitti e perdite e dello stato patrimoniale dichiarati dal contribuente, nonché fare riscontri con banche dati esterne al questionario studi di settore, anche in quel caso, per verificarne affidabilità.
  Non c'è nessuna valenza accertativa negli indicatori di affidabilità, che hanno solo Pag. 4la valenza di consentire, se sufficientemente elevato il punteggio conseguito dal contribuente, di accedere alla premialità.
  La premialità, che è ancora da definire esattamente in termini normativi, è ormai nell'ordinamento, dal decreto-legge n. 201 del 2011, prevedendo: alcuni anni di accertamento in meno; alcuni tipi di accertamento esclusi; facilitazioni sui rimborsi IVA; non richiesta di fideiussione a titolo di garanzia per rimborsi ed altro. In questa filosofia, al centro di tutto, c'è un nuovo rapporto fisco-contribuente, basato su una maggiore trasparenza, su nuove forme di comunicazione, su semplificazioni e su una collaborazione costante.
  Della storia sappiamo già, per cui la salto. Vi ricordo che, sugli indicatori presuntivi, quelli di normalità, sugli studi di settore e così via, c'è una lunga tradizione, in Italia.
  Oggi, con l'indice sintetico di affidabilità, facciamo un salto qualitativo, perché non ci sono più indizi o prove per innescare accertamenti, ma siamo in una logica completamente diversa e completamente rovesciata: l'indicatore di affidabilità serve al contribuente per accedere alla premialità e avere minori possibilità di accertamento, quindi ad escluderlo dall'accertamento e non a entrarvi, come elemento di rischio. Quest'aspetto fa parte, se posso inquadrarlo, di una strategia complessiva, che abbiamo impostato negli ultimi anni, al Governo e in Parlamento, con l'attuazione della delega fiscale. Nell'ordinamento italiano, abbiamo introdotto un'innovazione forte degli interpelli: abbiamo rivisto il penale tributario, abbiamo rivisto le sanzioni amministrative e abbiamo introdotto l'istituto della cooperative compliance per le grandi imprese, in una logica e una strategia di fondo, che punta di più su un confronto preventivo fisco-contribuente e punta di meno sui controlli ex post, quindi sulla fase di verifiche, controlli e accertamento.
  Tutto ciò è stato recepito, sempre nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale, nel decreto legislativo n. 157 del 2015, che riguarda la missione delle agenzie fiscali, spostata sul servizio al contribuente e prevenzione, con un minor accento sull'aspetto «repressivo». Ci sono state già conseguenze di tipo amministrativo, perché, con l'atto d'indirizzo di quest'anno e con le nuove convenzioni, per le agenzie, il peso della parte che riguarda il servizio al contribuente e la prevenzione è molto maggiore di quello che c'era prima, a scapito dell'aspetto repressivo.
  Per entrare un po’ sul tecnico, sono state elencate le dieci principali novità, tra gli indicatori di affidabilità e i vecchi studi di settore.

  PRESIDENTE. In che maniera sono costruiti i dati del panel?

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Quelli del panel sono i dati degli ultimi otto anni, presi dalle banche dati, sulle quali abbiamo costruito i vecchi studi di settore, con l'aggiunta di altre banche dati.
  Le faccio presente un aspetto che a questa Commissione probabilmente interessa molto: noi stiamo allargando gli indicatori di affidabilità al confronto con altre banche dati esterne. Tali banche dati sono esterne, in primo luogo, al questionario sugli studi di settore, che è la base informativa fondamentale. Per esempio, uno degli indicatori di affidabilità riguarda le giornate lavorate. Le giornate lavorate sono dichiarate nel modello 770, ma anche all'INPS. Per ora, abbiamo costruito un indicatore, che confronta le giornate lavorate dichiarate ai fini degli studi di settore con quelle dichiarate nel modello 770.
  Stiamo entrando in un mondo nuovo di collaborazione, anche informatica, con l'INPS, perché abbiamo in piedi il progetto di una convenzione trilaterale, tra l'Agenzia delle entrate, l'INPS e la SOSE, che intendiamo, avendo avuto riscontri positivi, estendere anche ad altri soggetti, quali la Guardia di finanza e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
  L'idea è che, come ben sapete, ogni istituzione è proprietaria di una serie di dati, però, se si fa una convenzione, si possono utilizzare, per esempio, i dati dell'INPS, per costruire indicatori di affidabilità per fini fiscali. Pag. 5
  Il punto importante e forse nuovo di questo approccio è che l'INPS è molto interessata a costruire indicatori di affidabilità sul lavoro sommerso. Allora, se c'è una convenzione che consente, all'INPS e all'Agenzia delle entrate, di rendere fruibili le banche dati, per costruire indicatori, con l'accordo che questa banca dati comune sia disponibile per entrambi e che i prodotti siano fruibili e disponibili a entrambi, questo è un progetto interessante. Non so se ho risposto alla sua sollecitazione, presidente?

  PRESIDENTE. Più o meno, se ho capito bene, mi ha risposto. Per la costruzione dei panel, mettete insieme i dati di tante banche dati, ma bisogna avere un campione?

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. In questo caso, non si tratta di un campione, ma di un universo, cioè prendiamo in considerazione tutti i contribuenti...

  PRESIDENTE. Mettendo tutti i dati insieme, vengono fuori tutti i...

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Il problema fondamentale è che le banche dati, per come sono fatte, sono grezze. Chiunque abbia un po’ di dimestichezza con l'informatica, che voi sicuramente avrete più di me, sa bene che il problema è che alcuni ambienti informatici si sovrappongono nel tempo. La banca dati del 2008 girava su Oracle 2.17...

  PRESIDENTE. Ha toccato il punto.

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Quella di due anni dopo, magari, non girava più su Oracle, ma su un'altra applicazione. Si tratta di un problema, che conosce benissimo chiunque abbia avuto a che fare con l'informatica. Il modo in cui tutto questo viene superato è di...

  PRESIDENTE. Il problema come si risolve, in sostanza?

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. In sostanza, il problema si risolve, attingendo a tutte queste banche dati, ognuna con le sue specifiche, e creando una banca dati di appoggio, che è costruita con un linguaggio unico e con un formato unico, accessibile con programmi che possano consentire di lavorarci. Questa, forse, è una duplicazione delle banche dati, che è assolutamente necessaria.
  Ho lavorato quarant'anni per un grande contribuente italiano, che è la Banca d'Italia. Il sistema informatico della Banca d'Italia ha gli stessi problemi, perché i sistemi informatici sono stati costruiti nel tempo, su stratificazioni successive.
  Uso sempre un paragone con l'urbanistica: oggi, abbiamo delle conoscenze e delle visioni, che ci consentirebbero, in termini urbanistici, di fare quanto fatto da papa Pio II Piccolomini, quando costruì Pienza, ossia qualcosa di completamente nuovo, con criteri di razionalità rinascimentale, che non avevano nulla a che vedere con il caotico sovrapporsi di agglomerati medievali.
  Il punto vero è che, oggi, non possiamo fare quello che è stato fatto a Parigi, dove è stato raso al suolo il centro storico e costruiti i boulevard e la Parigi che conosciamo, ossia quella ottocentesca. Non ci possiamo permettere di farlo, anche perché dobbiamo continuare a lavorare, nel frattempo. L'unico modo, per poter fare qualcosa di innovativo, che guardi al futuro, è quello di ragionare su quartieri satellite, costruiti con criteri urbanistici attuali e moderni, possibilmente, con un occhio anche al futuro. Forse, se riusciamo a costruire dei quartieri satellite, cui poi possiamo aggiungere altri quartieri satellite, che dialoghino e non siano separati gli uni dagli altri, man mano riusciremo a razionalizzare questo confuso agglomerato medievale. Si tratta di un'esperienza che anch'io ho vissuto durante la mia esperienza lavorativa, perché, a un certo punto, il mio istituto decise di migrare da una serie di strutture costruite nel corso dei decenni, ognuna con una sua logica, per entrare in una struttura condivisa, la SAP. Pag. 6
  Noi stiamo cercando di fare qualcosa di analogo. In merito, devo dire che abbiamo avuto un'interlocuzione molto feconda, in queste settimane, sia con l'Agenzia delle entrate sia con la Sogei. L'idea è quella di costruire un portale per consentire l'utilizzo degli indicatori di affidabilità, che devono essere interattivi. Come vedremo anche più avanti, sullo sportello fiscale del contribuente, noi diciamo «diamo dei servizi e diamo il reporting». Tuttavia, il reporting sul cassetto fiscale, per come lo conosciamo oggi, non ci può essere, perché il portale non è interattivo, quindi ne dobbiamo costruire uno che lo sia. Al riguardo, stiamo ragionando e siamo intenzionati a procedere con Agenzia delle entrate, in primo luogo, ma anche con la Sogei. Il processo metodologico è quello tradizionale: l'analisi della qualità dei dati, l'individuazione dei fattori caratteristici e di gruppi omogenei e la stima.
  Il punto di partenza è individuare modelli di business su chiavi nuove: valore generato dalla proposta di mercato; valore generato dalla relazione di rete; struttura economica; aspetti organizzativi. Tale punto di partenza ci consente di dare maggiore stabilità alla clusterizzazione. Prima, tendevamo molto a individuare aspetti strutturali specifici. Per esempio, sulla distribuzione all'ingrosso di macchine utensili, eravamo abituati a distinguere tra chi faceva torni per la meccanica da chi faceva apparecchi per la falegnameria e chi forniva apparecchiature all'edilizia e così via. Ci siamo resi conto che, invece, ciò che caratterizza e differenzia è fatto da altri elementi, cioè ci chiediamo se si fa anche assistenza o si fanno anche ricambi e si opera come puro broker, mettendo in contatto un'azienda con il produttore, oppure c'è una rete di vendita, in cui si utilizzano gli agenti e c'è un magazzino per i ricambi. Questi sono gli elementi che pesano e questo sistema ci ha consentito di ridurre i cluster da 21 a 8. In passato, come sapete, c’ era una certa sovrabbondanza di cluster, di cui, con questo sistema, riduciamo grandemente il numero per quasi tutti i settori.
  Un aspetto importante riguarda il fatto che facciamo la stima dei ricavi, come accadeva già prima, ma anche una stima del valore aggiunto, del reddito d'impresa e dell'imponibile IRPEF. Lo facciamo su otto anni, utilizzando una tecnica econometrica, detta panel, anziché farla su uno solo, cioè l'ultimo anno. Questo tipo di stima dà molta più stabilità al sistema, perché i cluster sono molto più solidi e più stabili. La regressione viene fatta su tutti i dati. Prima, si individuavano i cluster e poi si faceva una regressione nel cluster, mentre, adesso, individuiamo i cluster e attribuiamo la probabilità di appartenenza quel cluster, per cui tale probabilità rientra tra le variabili esplicative. A questo punto, dunque, riusciamo a fare una regressione unica.
  Sul settore della distribuzione all'ingrosso di macchine utensili, il cluster più piccolo era di 250 soggetti, con una regressione su 250 soggetti. Adesso, ci sono 6 mila soggetti per otto anni e 50 mila osservazioni, con una regressione unica su 50 mila osservazioni, che è molto più stabile e è molto più significativa. Inoltre, quando andremo in aggiornamento, che ci sarà ogni due anni (e non ogni tre), i parametri stimati saranno molto più simili di ora al vecchio indicatore, perché, anche se aggiungiamo un anno alla fine e togliamo un anno all'inizio, il database è sempre quello e le differenze non possono essere massicce. Si evita quello che accade oggi, per cui un contribuente salta da un cluster all'altro e si trova con valori molto diversi. Questo può succedere anche all'interno dello stesso anno, perché basta spostare alcune centinaia o migliaia di euro, da una voce di conto economico all'altra, per balzare da un cluster all'altro, quindi su un'altra regressione, il che non giova all'impressione di stabilità e credibilità del sistema.
  Il punto importante è che, quando facciamo una stima su otto anni, possiamo tener conto anche degli effetti ciclici, per cui la domanda del settore, il livello della produzione e i tassi di disoccupazione dell'area rientrano tra le variabili indipendenti. Quest'aspetto ci consente di stimare gli effetti ciclici, con la regressione di base, senza essere costretti, poi, a fare dei correttivi crisi, come è stato fatto, negli ultimi Pag. 7quattro o cinque anni, con gli studi di settore.
  L'indicatore elementare tiene conto della plausibilità dei ricavi-compensi, dell'affidabilità dei dati dichiarati e delle anomalie economiche ed è parametrizzato su una scala da 1 a 10. Abbiamo utilizzato tutti gli indicatori e anche quelli di anomalia sono parametrati su una scala ordinale. L'idea è che ognuno di questi entra indipendentemente dal processo e, poi, si fa una media semplice. Ovviamente, il contribuente si posizionerà a un certo livello. Ne abbiamo indicato due possibili, di premialità, per cui il contribuente sa che, se vi accede, ottiene i vantaggi della premialità.
  Gli indicatori sono di due tipi, quelli elementari di affidabilità e quelli di anomalia. Quest'ultimi scattano su una scala da 1 a 5, quindi sono penalizzanti e cercano di individuare incoerenze gravi nei dati riportati dal contribuente. Gran parte degli indicatori elementari di affidabilità e di anomalia già esistevano nel mondo degli studi di settore ed erano indicatori di normalità e coerenza, che sono stati utilizzati fino a oggi. Tuttavia, questi indicatori entravano nel sistema con una valenza dicotomica, secondo valori di 0 e 1 e valori di vero e falso. In quel caso, se, oltre a essere congruo, ero normale e coerente, ho accesso, oggi, alla premialità, ma, se non sono considerato normale, mi vengono aggiunti degli importi per arrivare alla congruità.
  Questa logica è stata cambiata, nel senso che tutti questi indicatori rientrano tra gli indicatori di affidabilità, non più con un valore di 0 o 1, quindi dicotomico, ma con scale di valori da 1 a 10, al pari di quello che succede per gli indicatori di congruità. In sostanza, c'era, nel vecchio sistema, un'analisi di congruità per ricavi e compensi, che, adesso, è sostituita da quella sui primi tre indicatori elementari di affidabilità, ossia ricavi, valore aggiunto e reddito.
  Poi, c'erano gli indicatori di normalità e gli indicatori di coerenza, che vedete rappresentati sulla sinistra. Alcuni di questi, come la durata delle scorte, il decumulo delle scorte e il controllo del numero di giornate retribuite, rimangono indicatori di affidabilità, mentre altri rientrano tra gli indicatori di anomalia.
  Quelli che vi sto mostrando sono gli indicatori elementari di affidabilità, che rientrano nella determinazione di congruità nel nuovo sistema. Come vedete, per il settore che abbiamo già analizzato, quello della distribuzione all'ingrosso di macchine utensili, ci sono 23 indicatori elementari di anomalia. Il contribuente può avere o non avere degli indicatori di anomalia, mentre gli indicatori di affidabilità ci sono sempre e vengono stimati per ogni anno.
  Abbiamo terminato una sperimentazione sui primi otto studi di settore, di cui due sono del commercio, due dei servizi, due del manifatturiero e due delle professioni. Abbiamo presentato la sperimentazione alla commissione degli esperti, la settimana scorsa, insieme a una presentazione analoga a questa. Abbiamo ricevuto un incoraggiamento a andare avanti, perché la sperimentazione trova il sentimento favorevole delle associazioni di categoria. Entro la fine dell'anno, analizzeremo 70 settori per circa 1.400.000 contribuenti e l'aggiornamento passerà da triennale a biennale.
  Una parte importante del lavoro che vogliamo fare riguarda il reporting al contribuente. Questo forse interessa questa Commissione più di quello che ho detto finora, anche se, comunque, era necessario capire anche il quadro generale.
  Parlavo prima del cassetto fiscale e del fatto che, per gestire questo nuovo strumento, sarà necessario un mutamento di tecnologia, quindi consentire l'accesso a un portale interattivo. Il portale interattivo, anche nell'interesse generale dell'Agenzia delle entrate, non si limita agli indicatori di affidabilità, quindi ha una valenza sistemica superiore per l'Agenzia stessa. In tal senso, ci siamo trovati in perfetta sintonia, perché quello degli indicatori di affidabilità è stato un altro motivo per migrare verso qualcosa di più evoluto, dal punto di vista informatico, per l'Agenzia delle entrate.
  Insistiamo molto su quest'aspetto, che fa parte della strategia di cui avevamo parlato prima, nella logica di cambiare il rapporto fisco-contribuente, per migliorarlo, Pag. 8 dare più certezza del diritto, cooperative compliance per le grandi imprese, interpelli ed altro. Per le piccole e medie imprese, che cosa facciamo? In quel caso, all'indicatore di affidabilità annettiamo la fornitura di una serie di report, un servizio gratuito che il fisco dà al contribuente.
  Il primo di questi sarà un report economico di settore, che spiega com'è andato il settore, da un punto di vista macroeconomico, negli ultimi anni.
  Il secondo report è molto importante ed è quello che suscita maggiore interesse tra le categorie. Si tratta di un report di audit, cioè un report assolutamente economico e non fiscale, che utilizza i dati a disposizione, quindi anche quelli degli studi di settore, e che vuole rappresentare i livelli di efficienza aziendale, sulla base dei parametri standard, come parametri redditività (ROE, ROI), di produttività, di magazzino, di rotazione del magazzino, di leverage, di patrimonializzazione e così via. Inoltre, questo report vuole rappresentare la possibilità di confrontarsi, per il singolo contribuente, con altri gruppi di contribuenti appartenenti allo stesso cluster, allo stesso settore, o magari a un sottoinsieme per area geografica, oppure confrontarsi non con tutti, ma solo con i migliori, per vedere quali sono i punti eventuali di debolezza, oppure confrontarsi su un settore completamente nuovo, solo per capire com'è strutturato e quali sono le sfide che deve affrontare, o anche solo per capire se passare da un modello di business a un altro, per esempio, decidendo di impiantare un servizio di assistenza e ricambi per migliorare le proprie performance.
  C'è, poi, un report sulle analisi delle note aggiuntive. Come sapete, in fondo ai questionari per gli studi di settore, il contribuente, se vuole, può aggiungere delle osservazioni. Abbiamo utilizzato un programma di text mining, perché le abbiamo censite con un vocabolario, per riportarle in forma aggregata al contribuente.
  Poi, ci sarà un report di affidabilità del settore, con cui il contribuente vedrà, in media, com'è andato il suo settore, nonché un report di affidabilità personale del singolo contribuente.
  In merito, con il suo consenso, presidente, darei la parola ai miei collaboratori, se ne abbiamo il tempo, per fare illustrare loro almeno i primi due report.

  PRESIDENTE. Prego.

  ROBERTO POZZANA, responsabile analisi economica progetto ISA di SOSE S.p.A. Grazie e buongiorno a tutti. Vorrei aggiungere qualche brevissima nota illustrativa sul report economico di settore, per poter esaminare anche gli altri nei loro aspetti fondamentali.
  Come diceva il dottor Ceriani, lo scopo del primo tassello informativo, che noi rendiamo al singolo contribuente, accedendo al proprio cassetto fiscale, è quello di dare una visione molto sintetica degli andamenti strutturali e dinamici del settore cui appartiene. Non riteniamo che gli imprenditori non conoscano il loro mestiere, visto che questi conoscono bene le loro imprese e, spesso, anche i loro competitor nell'ambito territoriale affine, ma che, in particolare nel caso di quelli di piccole dimensioni, gli imprenditori possano essere carenti da un punto di vista di visione globale del settore stesso.
  Cerchiamo di colmare questo gap elaborando alcune informazioni fondamentali, come quelle che state vedendo. Oltre una breve illustrazione del tipo di attività della singola impresa anche, se ci sono meno caratterizzazione, in termini di servizi, sulla destra nella slide, vedete – trascurate il layout, che non è ancora progettualmente definito, perché si tratta semplicemente di una suggestione – una distribuzione, per esempio, delle imprese e degli addetti, come vedremo anche successivamente, sul territorio, in modo da configurare qual è la densità delle imprese che operano sul territorio.
  In questo caso, è molto visibile che, trattandosi di imprese di distribuzione all'ingrosso di macchine utensili, la maggior concentrazione — aree in blu — sta, come è coerente pensare, nelle regioni a maggior tasso di industrializzazione, dove la manifattura ha bisogno di macchine utensili.
  Bisogna dire che, in questa visione dei settori, abbiamo segmentato il livello di Pag. 9informazione in un primo livello, quello che abbiamo appena visto, cioè il livello di settore nella sua globalità. Sappiamo che le imprese soggette a ISA sono più piccole e hanno un fatturato non superiore a 5,2 milioni di euro, quindi tali imprese costituiscono un sottoinsieme, ancorché grande in questo caso, dell'universo delle imprese complessive, e diamo loro due informazioni.
  La prima informazione riguarda il settore nel suo complesso con andamento – nella slide, a destra – anche della dinamica della domanda, che è la proxy fondamentale, attraverso la quale, poi, gli operatori si regolano sul mercato. Successivamente, offriamo rappresentazioni sul mondo specifico delle imprese che stiamo trattando.
  Ora, vediamo una slide analoga, che mostra la densità e la concentrazione, in termini di territori e del modo di operare di queste imprese, rappresentate, in questo caso, dall'area verde. Anch'esse si concentrano prevalentemente nell'Italia del nord, servendo le regioni maggiormente industrializzate dal punto di vista della manifattura. Inoltre, rappresentiamo, per dare all'imprenditore una visione più di sintesi, una distribuzione delle imprese per classi di Ateco, cioè la differenziazione del modo di lavorare all'interno dello stesso settore.
  Il secondo livello di informazione è quello relativo alla struttura dell'offerta. In questo caso, offriamo una visione di sintesi, attraverso l'elaborazione di modelli di business, che rappresentano uno dei risultati del nostro modo di approcciare il settore, come ha spiegato prima il dottor Ceriani. La sintetica profilazione di modelli di business fa capire all'imprenditore quali siano anche le modalità di competere della singola impresa sul settore. Questi aspetti sono rappresentati, in particolare sul lato sinistro della slide che state vendendo, dove si illustrano quelli che, a nostro giudizio, sono gli elementi fondamentali, attraverso cui, in questo settore, viene generato il valore da parte delle imprese e che possono rappresentare, in termini di modelli di business, varianti del modo di competere sul mercato.
  L'informazione è completata dal numero di imprese che adottano per ogni singolo un modello di business stimato, come vedete in alto, con la dimensione media in termini di addetti.
  Nel terzo livello, che ci sentiamo di poter suggerire ai nostri imprenditori, c'è una visione sintetica dei fattori competitivi di successo, quindi delle chiavi che possano spiegare come, nel tempo, le imprese che performano meglio hanno adottato alcune leve piuttosto che altre.
  In questo caso, l'enfasi ci viene non solo delle nostre analisi, ma anche dalle informazioni fornite da una rete di esperti provenienti da centri di ricerca e dal mondo dell'università, che sono sparsi sul territorio e che noi attiviamo, all'occorrenza. In questo caso, l'indicazione è che i fattori di successo sono la presenza di servizi accessori, come l'assistenza tecnica e la consulenza tecnica, e la possibilità di avere, a fianco di quella fondamentale, anche un'attività specializzata, come, per esempio, la vendita di usato ricondizionato, ma anche, soprattutto nel terzo caso, lo spostamento progressivo verso una modalità di vendita on line da quella di ingrosso tradizionale.
  Questa è una sintetica rappresentazione del tipo di informazioni, suddivise su tre livelli, quali struttura e dinamiche nel settore, struttura dell'offerta e indicazione di fattori competitivi di successo, con cui pensiamo di fornire un servizio informativo importante ai nostri imprenditori.

  MAURO AMATORI, responsabile analisi fiscali e prodotti per le imprese di SOSE S.p.A. Come si diceva prima, questo è un servizio di tipo economico e non fiscale, quindi indirizzato non tanto al contribuente quanto all'imprenditore. Tale servizio permette di ottenere, innanzitutto, un quadro generale della propria impresa, in particolare attraverso un'analisi fatta su dati già forniti, ai fini dell'applicazione degli studi di settore, fino a ieri, e dell'indice sintetico, oggi, quindi l'imprenditore non deve fornire nessun altro dato, perché si tratta di dati già conosciuti. C'è il vantaggio che i dati sono già disponibili, per cui il contribuente non ha nessun adempimento da rispettare. Pag. 10
  In prima istanza, viene fatta una valutazione dei risultati della gestione economico-finanziaria della propria impresa, che, come vedete sulla destra, riguarda i classici indicatori di bilancio usati per la valutazione di impresa, quali gli indicatori di redditività, di produttività, di efficienza operativa, di equilibrio finanziario e di equilibrio patrimoniale.
  Inoltre, viene fatta una valutazione dell'impresa rispetto ai soggetti simili alla stessa, quelli appartenenti, a livello nazionale, allo stesso gruppo omogeneo, quindi si tratta di una valutazione comparativa. È possibile farla perché, a priori, per ogni settore, per ogni gruppo omogeneo e per ogni indicatore, sono state individuate, con il supporto degli analisti economici, le soglie di difficoltà, di normalità, di efficienza e di anomalia, per cui, calcolando gli indicatori per la singola impresa, è possibile direttamente collocare i valori all'interno delle fasce, per ottenere anche un trend. In questo caso, anche non si vede molto bene, l'impresa è andata leggermente peggiorando in alcuni indicatori.
  Nella slide successiva, prendendo uno degli anni in particolare, come possiamo vedere, la parte a sinistra rappresenta un quadro sinottico di tutti gli indicatori di bilancio. Dai colori si possono immediatamente comprendere quali siano le aree più critiche dell'impresa stessa, che presentano una certa difficoltà, e quali siano le aree di eccellenza.
  Cerchiamo di offrire un quadro, che, anche attraverso una descrizione testuale dell'impresa, esca fuori in automatico, quindi anche un giudizio complessivo dell'impresa stessa.
  Inoltre, c'è un'ulteriore componente ad arricchire l'analisi delle imprese: confrontarsi con un gruppo definito dinamicamente. Ovviamente, la prima cosa che interessa è quella di confrontarsi con le imprese direttamente concorrenti, quindi con chi fa la stessa cosa nello stesso territorio, però, come si accennava prima, potrebbe essere anche utile confrontarsi con chi fa qualcosa di leggermente diverso. Per esempio, l'imprenditore, che vuole arricchire la propria gamma di prodotti anche con servizi di leasing o di manutenzione o di riparazione, può interrogare la banca dati degli studi di settore, per cercare di capire se gli imprenditori che oggi già offrono quei servizi aggiuntivi vanno meglio o vanno peggio, quindi si possono ottenere delle informazioni utili, prima del cambiamento. Si tratta di una specie di simulazione, una what-if analysis, per capire qual è la probabilità di successo nel cambiamento. Una volta individuato un gruppo sulla base di selezioni che fa l'imprenditore stesso, si può ottenere uno spaccato di quel gruppo. Per esempio, una cosa interessante che pensiamo di proporre è quella di cercare direttamente i migliori del settore, perché la cosa più semplice è quella di copiare da chi ottiene risultati migliori dei nostri, quindi, dato che a priori sono state individuate le fasce di efficienza, basta dire «mi voglio confrontare con i migliori» e otteniamo il risultato.
  Chiaramente, bisogna capire che cosa fanno i migliori, quindi, attraverso statistiche descrittive sull'offerta, sui canali di approvvigionamento e di vendita e quant'altro, l'imprenditore riesce a capire chi sono i migliori e che cosa fanno.
  In sostanza, si tratta di un servizio di tipo economico, che esalta l'utilizzo della banca dati degli studi di settore e, oggi, degli indicatori di affidabilità, perché ritornano al mondo dell'imprenditoria le stesse informazioni che loro hanno fornito ai fini fiscali, quindi c'è un ritorno a beneficio delle imprese.

  PRESIDENTE. Per gli studi di settore, come fanno gli imprenditori a trovare le informazioni? Che tipo di servizio date loro? Mi chiedo se ragionate con la Sogei, per poi...

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Si tratta del portale cui accennavo prima. Questo sistema verrà supportato da un portale dell'Agenzia delle entrate, costruito insieme alla Sogei.
  Cederei ora la parola al dottor Schirru, che è il nostro responsabile ICT.

  PRESIDENTE. Prego.

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  EMANUELE SCHIRRU, responsabile ICT di SOSE S.p.A. Per restituire ai contribuenti le informazioni raccolte negli anni, l'idea progettuale, che potrà essere attuata da gennaio 2018, è quella di costruire un sistema dove il contribuente può navigare sulle informazioni. Si tratta di un sistema costruito dall'Agenzia delle entrate, in questo caso, insieme alla Sogei, che consentirà di avere una reportistica interattiva, per ottenere le informazioni richieste. Mi riferisco a una navigazione delle informazioni – trattasi, sempre e comunque, di informazioni aggregate – e a una navigazione di tipo puntuale, per ottenere un report personale. Dobbiamo immaginare un sistema interattivo on line, che è dotato di menu e di interfacce grafiche molto usabili, perché bisogna tenere conto di tutta la platea dei contribuenti e, anche da un punto di vista del linguaggio, orientarsi sempre di più verso il contribuente, quindi, in questo caso, verso l'imprenditore o il professionista.
  Per quanto riguarda i report, si tratta di report statici. In una prima versione, si sta pensando di consegnare dei report classici in PDF e, in una seconda versione, adoperare lo stesso sistema interattivo per ottenere alcuni report, come quello economico di settore o delle note aggiuntive o quello dell'affidabilità aggregata.

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. In merito, vorrei aggiungere che è chiaro quello che abbiamo visto finora sostanzialmente è la fotografia di come vede il fisco il contribuente, sugli ultimi otto anni, per tutti i dati già presenti in tutte le banche dati, fino all'ultima dichiarazione, per cui il contribuente accede al sistema e la vede.
  Inoltre, se il contribuente vuole fare il benchmarking competitivo e conoscere l'indice di affidabilità dell'anno per il quale sta facendo la dichiarazione, ci sarà bisogno di qualcosa di interattivo che gli consenta di entrare per vedere sia come è messo rispetto ai competitor, dal punto di vista meramente economico, sia qual è il suo indicatore di affidabilità per l'ultimo anno.
  L'idea generale è quella di offrire un reporting su tutti gli otto anni, per dare l'impressione al contribuente – ma non è solo un'impressione – che il fisco abbia una visione complessiva dei rapporti col contribuente. Stiamo lavorando con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli e con la Guardia di finanza per allargare tale visione. Facciamo anche un reporting degli indicatori dei controlli e delle verifiche, che, per ora, sono solo quelli dell'Agenzia delle entrate, ma, in futuro, potremmo includere anche la verifica degli scontrini della Guardia di finanza ed altro.
  È bene che il contribuente, ma anche l'amministrazione, sappia che, nell'arco degli ultimi anni, per esempio, Vieri Ceriani abbia avuto due controlli sugli scontrini, un controllo su Tizio, Caio e Sempronio e, magari, producendo birra, una verifica delle Dogane. In tal senso, si offre un quadro complessivo. Inoltre, se il controllo è andato bene, la tua affidabilità sale a 10, per quell'anno.
  Ora, quello che faremo vedere su tutti gli otto anni è una fotografia del passato, però offriamo un'informativa complessiva e, per quanto più possibile, esaustiva, al contribuente e all'amministrazione, di ciò che è successo negli ultimi otto anni. L'indicatore di affidabilità, che il contribuente costruirà con la nuova dichiarazione, sarà visibile, inserendo i dati del suo conto profitti e perdite e gli altri dati richiesti. In quel caso, il contribuente vedrà se, rispetto a come si è collocato gli anni precedenti, è migliorato o peggiorato e se riesce ad accedere all'affidabilità.
  L'adeguamento presente negli studi di settore, cioè la possibilità di dichiarare ricavi in più, per essere congruo, ovviamente resterà anche negli indicatori di affidabilità. Si potranno mettere dei valori aggiuntivi, che fanno salire sia la base imponibile dei ricavi sia quella del valore aggiunto sia la base imponibile del reddito d'impresa.
  Vero è che, mentre in passato quello che si rilevava era solo la congruità, adesso, non c'è solo la congruità, perché l'indicatore di affidabilità è una media semplicemente di più indicatori. Per esempio, un distributore di macchine utensili, con un magazzino di dimensioni spropositate, avrà un indicatore di affidabilità per il magazzino Pag. 12 molto basso, che non necessariamente gli consentirà di accedere a un livello di affidabilità pari a quello della premialità.
  Abbiamo notato che...

  ALESSANDRO PAGANO. Se uno ha un'azienda florida con magazzino comprato in tempi precedenti, ma le mutate condizioni economiche hanno determinato, oggi, un sistema diverso, di fatto, quel contribuente sarà penalizzato? Questa è la media italiana...

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Immagino lei sappia perché siano stati contemplati gli indicatori sulle scorte. L'esempio classico è quello del pescivendolo, che vende pesce fresco e ha una scorta di sei mesi di magazzino, il che è, esattamente, il contrario del suo esempio. Le faccio notare che in questi indicatori – che non abbiamo esaminato in dettaglio, ma, se vuole, possiamo dedicarci un po’ di tempo dopo – ce n'è uno sul livello delle scorte, ma c'è anche, per correggerlo, un indicatore sul decremento delle scorte, per cui io posso avere un livello di affidabilità basso, perché le scorte sono molto alte, però, se le sto riducendo, quel valore viene compensato e annullato. Oltre a quello sulle scorte, ci sono 24 indicatori di anomalia. Si tratta di una media semplice...

  PRESIDENTE. Si tratta di strategia di due diligence delle aziende, che è una cosa oggettivamente positiva. Lo dico perché, in particolare per le piccole imprese, non c'è sempre le possibilità di vedere questi dati e vi faccio i miei complimenti, anche perché, in alcune imprese e specialmente in una parte dell'Italia, questi ragionamenti non vengono applicati. Al di là del fatto che si tratti di una strategia costosa, non c'è, nel DNA delle imprese italiane, la volontà di fare questi tipi di ragionamenti, sbagliando, a volte, le scelte strategiche.

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. L'idea è quella di dare valore aggiunto, per offrire un servizio per le imprese: alle imprese che vogliano ragionare su loro stesse dal punto di vista economico, chiedendosi che cosa possano fare per diventare più competitive, offriamo degli strumenti. D'altra parte, dobbiamo tener presente che, se un'impresa volesse avere un confronto di questo tipo e lo richiedesse sul mercato attuale, tale confronto costerebbe delle cifre spaventose. Riteniamo semplicemente di fare quello che un settore pubblico dovrebbe fare per l'economia di Industria 4.0: abbiamo, per decenni, chiesto ai contribuenti informazioni minute e, adesso, siamo in grado di dare loro un servizio.
  Questo servizio è stato capito perfettamente dalle associazioni di categoria e dall'ordine dei commercialisti, anche perché si apre la strada a una possibile forma di collaborazione nell'interfaccia con il contribuente. Molti contribuenti affidano la parte fiscale al commercialista o a un CAF, quindi a soggetti terzi, che, oltre a quella per il bilancio, la contabilità e gli adempimenti fiscali, potrebbero offrire un'ulteriore assistenza, che è a costo zero, perché si tratta di un servizio che questi visualizzano sul computer, quando entrano nella posizione di quel contribuente. In questo modo, si potrebbe contribuire a far crescere il Paese, per quello che può la pubblica amministrazione, utilizzando un'informatica adeguata a Industria 4.0, quindi, per intenderci, «alla papa Pio II Piccolomini».

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SALVATORE SCIASCIA. Innanzitutto, ringrazio il dottor Ceriani e i suoi collaboratori.
  Vorrei porre due domande, di cui la prima riguarda quanto lei, dottor Ceriani, ha detto sugli studi di settore. Le faccio i complimenti, anche perché il suo discorso rientra nell'ottica della società di revisione e, a proposito dei costi, ho avuto recentemente l'occasione di vedere che, nel costo della revisione biennale di una società da acquistare, c'erano tanti zeri. Ora, se ho ben capito, questi indici entreranno in funzione al cento per cento nel 2019, sulla Pag. 13base degli otto anni precedenti. Entro quali termini gli indici verranno aggiornati? Con le dichiarazioni presentate successivamente? Annualmente o biennalmente?
  La seconda domanda riguarda il fatto che, negli studi di settore, purtroppo, c'è una parte rilevante, che è quella sanzionatoria, cioè ci sono, come lei mi insegna, sanzioni pesantissime, perché, addirittura, si arriva, lasciando perdere le minimali di 2.082 euro, a scostamenti del 50 per cento dell'imposta eccetera, con la circolare del 2011. Le faccio un esempio sinteticamente, perché io non sono un informatico, ma un tributarista. Per esempio, se ricevo un valore pari a quattro, la sua società mi dirà «per andare a sei, i tuoi ricavi devono passare da 100 a 120» oppure non mi dirà niente, per cui l'Agenzia delle entrate, che penso prenda per oro colato quello che dice la sua società, emetterà l'avviso di accertamento. Le chiedo: ci saranno penalità aggiuntive?
  Le pongo un'ultima questione, perché non ho ben capito se lo fate, pur essendo stato attento. Per esempio, se lei mi dice «per passare da quattro a sei, devi darmi ulteriori 100 lire» e io mi adeguo, ho diritto alla premialità? Grazie.

  PAOLO PETRINI. Visto che è stato fatto cenno all'associazione di categoria, ricordo che, durante la storia degli studi di settore, molte categorie, soprattutto quelle che rappresentavano il settore italiano della moda, del tessile, dell'abbigliamento e delle calzature, si lamentavano molto, perché attraverso gli studi di settore venivano penalizzate, per via dell'alta intensità di lavoro che questi settori contenevano.
  Adesso, sulla base delle analisi diversi indici, in particolare quello del valore aggiunto, ritiene che questa problematica sia completamente superata?

  VIERI CERIANI, amministratore delegato di SOSE S.p.A. Procedo secondo l'ordine delle domande.
  Prevediamo un aggiornamento biennale. Ora, come sapete, l'aggiornamento sugli studi di settore è triennale e pensiamo di guadagnare un anno, facendo, ogni due anni, la stima.
  Stiamo facendo un grande sforzo, ma riteniamo tranquillamente di poter completare il lavoro entro due anni e, poi, di poter continuare ad aggiornarlo regolarmente a ritmo biennale.
  Per quanto riguarda l'adeguamento e le sanzioni, che in realtà sono anche legati tra loro, nel nuovo sistema, ci sarà la possibilità, come dicevo, di adeguarsi, quindi di migliorare la propria affidabilità, con l'avvertenza che, per la congruità, i ricavi, il valore aggiunto e il reddito d'impresa sono solo tre degli indicatori di affidabilità, ma ce ne sono anche altri e, poi, ci sono le incoerenze. Ci sono dei casi concreti, in cui, pur portando al massimo l'affidabilità sulle basi imponibili, cioè a dieci, non si riesce complessivamente ad arrivare neanche a sette, perché sugli altri parametri ci sono delle incoerenze gravi. Può succedere anche che, al contrario, i soggetti, che nei vecchi studi di settore risultavano addirittura non congrui, continuino, con la nuova batteria di indicatori, ad essere non congrui, anche se di poco, e facciano molto bene sugli altri indicatori, per cui questi entrano nella premialità.
  Questo è un modo completamente diverso di vedere le cose, perché si tratta di una visione complessiva. Ovviamente, anche noi siamo un po’ prigionieri del vecchio modo di ragionare.
  Sulla parte sanzionatoria, ci sono due aspetti diversi da contemplare. In primo luogo, se non sono congruo, che cosa succede? Questo non è uno strumento di accertamento, perché, in questo caso, non si possono fare accertamenti. Ovviamente, il ragionamento, che noi possiamo fare e che voi dovete fare insieme all'Agenzia delle entrate, serve a capire se i valori di affidabilità minimi – da uno a tre – abbiano una probabilità maggiorata di entrare nei controlli selettivi, il che mi pare sia ovvio. Tuttavia, con l'accertamento, per come lo conosciamo, questo ragionamento non c'entra niente.
  Sull'aspetto sanzionatorio che menzionava il senatore Sciascia, può essere interessante il discorso delle sanzioni amministrative per non riempire il questionario. Tali sanzioni amministrative resteranno, ma Pag. 14non ci sarà la parte aggiuntiva, collegata al fatto che la valenza dello studio di settore era quella di poter innescare un accertamento presuntivo, perché, non essendoci più accertamento presuntivo, la sanzione sarà amministrativa.
  Inoltre, confidiamo e speriamo che, una volta che il mondo delle imprese avrà percepito che l'approccio è diverso e che si possono avere dei servizi, forse si riempirà più volentieri anche il questionario, che, prima, era sugli studi di settore e, adesso, sugli indicatori di affidabilità e che, nel frattempo, abbiamo anche fortemente semplificato, perché vengono richieste meno informazioni.
  Riguardo alla penalizzazione, è vero che la stima sul valore aggiunto migliora molto la posizione di alcuni settori, dove, in particolare, ci sono molti contoterzisti. Anche la clusterizzazione terrà molto conto del diverso modo di stare sul mercato (contoterzista, franchising eccetera), quindi le peculiarità delle imprese terziste verranno prese molto meglio. In genere, questo approccio nuovo, che prevede di avere meno cluster, che siano più solidi, e di fare una regressione unica, ha consentito di inserire, come esplicative, alcune variabili, che finora non risultavano significative. Per esempio, il fatto di avere in carico gli apprendisti, adesso, è significativo e sta entrando in regressione, con valori statisticamente significativi per tutti i settori del manifatturiero.
  Ci stiamo ancora lavorando e stiamo continuando anche la sperimentazione, ma, in parallelo, stiamo anche aggiungendo altri aspetti. Dobbiamo tener presente che questo metodo modulare, in realtà, è aperto: si possono aggiungere o togliere altri indicatori. Una volta che abbiamo stimato le tre basi imponibili e le abbiamo aggiustate, possiamo, per quel settore, aggiungere o togliere indicatori particolari. Tutto questo continuerà ad essere fatto con la commissione degli esperti, quindi con la collaborazione attiva delle categorie.

  PRESIDENTE. Spero che la vostra diventi la società di consulenza aziendale più importante l'Italia e mi complimento per il vostro lavoro.
  Non sono d'accordo sull'uso del termine panel, che rappresenta l'unità di misura rappresentativa di un universo, mentre, in questo caso, si tratta di una sommatoria dei dati. Il panel rappresenta la costruzione di dati rappresentativi di un universo e, in questo caso, non si tratta di un universo, ma appunto di una sommatoria di dati, che non è rappresentativa di tutto l'universo.
  Ringrazio il dottor Ceriani e i suoi collaboratori e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.45.

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