XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 66 di Mercoledì 1 febbraio 2017

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA DEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Sulla pubblicità dei lavori.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 

Audizione del direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale, Antonio Samaritani:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 3 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 4 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 4 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 4 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 4 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 5 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 5 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 5 ,
Giovannini Maria Pia , responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 5 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 6 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 6 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 6 ,
Giovannini Maria Pia , responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 6 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 7 ,
Giovannini Maria Pia , responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 7 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 7 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 7 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 7 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 7 ,
Petrini Paolo (PD)  ... 7 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 8 ,
Giovannini Maria Pia , responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 8 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 8 ,
Samaritani Antonio , direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ... 8 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 9 ,
Pagano Alessandro (LNA)  ... 9 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale, Antonio Samaritani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale, Antonio Samaritani, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito in Commissione.
  Sono presenti, inoltre, la responsabile dell'area pubblica amministrazione, Maria Pia Giovannini, il funzionario responsabile degli affari giuridici, Massimo Macchia, e l'avvocato di Stato Mario Antonio Scino, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola al dottor Samaritani, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Buongiorno a tutti. Io parto seguendo lo schema dei punti che erano all'ordine del giorno di questa audizione. Noi abbiamo presentato la solita relazione, più estesa, per cui oggi io commento brevemente e poi magari con le domande tocchiamo i punti su cui Lei, Presidente, vuole maggiormente focalizzare l'attenzione.
  Un punto riguarda lo stato di avanzamento della carta d'identità elettronica. Come sapete, è un progetto a guida del Ministero dell'interno e realizzato dal Poligrafico dello Stato, per il quale l'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) ha un ruolo di coordinamento complessivo rispetto agli indirizzi dell'Agenda digitale italiana.
  Il progetto sta andando avanti secondo il cronoprogramma, senza criticità particolari. I punti salienti del progetto, rispetto ai precedenti tentativi di introduzione della carta d'identità elettronica, sono una centralizzazione dell'emissione e una centralizzazione della stampa del documento e della consegna del documento stesso, togliendo ai comuni la tecnologia necessaria per l'elaborazione fisica del documento. Questo risponde fondamentalmente a un'esigenza di sicurezza. Ovviamente c'è la questione della centralizzazione della macchina e dell'apparato tecnico, ma dall'altra parte ci sono le esigenze del controllo del processo di emissione e di sicurezza anche rispetto alla falsificazione. Tenete presente che questa carta è, intrinsecamente, più complessa dell'altra e, quindi, dà una serie di garanzie tecnologiche, che però necessitano di un apparato di produzione centrale.
  A che punto siamo? Nel documento vi è il dettaglio e la dottoressa Giovannini può integrare con tutti i temi. Sostanzialmente, dai 192 comuni da cui si è partiti, il programma di dispiegamento sta andando Pag. 4avanti. C'è una tabella che mostra i comuni, suddivisi per regione, in cui il dispiegamento è partito. Siamo a circa il 30 per cento di copertura della popolazione su questi comuni. L'obiettivo è il completamento di tutto il progetto entro il 2018, per tutti i successivi 7.500 comuni che mancano. C'è un piano che ormai è abbastanza oliato. Chiaramente, si è partiti con questi comuni per mettere a punto la macchina e, soprattutto, per dispiegare le forniture dei terminali e di quello che serve a livello comunale per interfacciarsi con il sistema centrale, ma direi che ormai il progetto è partito.
  Altri aspetti importanti sono l'integrazione con l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e l'integrazione con il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) per quanto riguarda il modulo di richiesta della carta di identità, anche questi realizzati.
  Vado avanti con una descrizione generale e poi passeremo agli approfondimenti. Per ciò che concerne l'ANPR, ossia il progetto di centralizzazione dell'Anagrafe nazionale, a guida del Ministero dell'interno e realizzato dalla Società generale di informatica (Sogei), quest'ultima ha completato la soluzione di anagrafe, ossia la parte di database. Si sta ragionando sul completamento di quella che è stata definita nel progetto «ANPR estesa», ovvero i processi di gestione dello stato civile, che apparentemente possono sembrare banali, ma che nella realtà hanno richiesto, anche da parte del Ministro dell'interno, un lavoro di standardizzazione rispetto ai processi dei comuni sul territorio. Allo stato, esistono di fatto tre soluzioni possibili. La prima è una soluzione puramente web: un comune piccolo può collegarsi via web e avere una situazione anagrafica. La seconda è una soluzione che integra la vecchia soluzione, consentendo però di portare i dati al centro: un grande comune mantiene i suoi sistemi come sono, però può portare i dati al centro. La terza è una soluzione web, ma integrata con i sistemi locali. Sogei ha dato un ampio ventaglio di possibilità di utilizzo di ANPR. Oggi è finito il progetto di definizione della soluzione e deve partire il dispiegamento. Oggi c'è un comune, il famoso Bagnacavallo, che lo sta testando.

  ALESSANDRO PAGANO. Provincia di?

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Provincia di Ravenna. È diventato un po’ il comune simbolo di questa esperienza.
  Questo progetto è anche all'attenzione del commissario straordinario, ossia del digital team di Diego Piacentini. Pertanto, credo che anche il commissario interverrà sulla parte del dispiegamento.
  Per quanto riguarda SPID, si tratta di un progetto direttamente gestito da AgID, dove l'Agenzia non ha semplicemente un ruolo di orchestratore. Le novità sono le seguenti. Partirei da una notizia che, secondo me, è estremamente positiva: a cavallo della fine dell'anno abbiamo superato il milione di utenti. Ciò vuol dire che oggi abbiamo un milione di cittadini che hanno SPID. Un milione è un numero importante per tanti motivi, in primo luogo perché comincia a essere effettivamente significativo rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati. Vi dico francamente che siamo al di sotto dell'obiettivo che ci eravamo dati, però in questi grandi progetti di cambiamento quello che è importante guardare è la curva di adesione. Oggi noi viaggiamo su una curva che, secondo me, ci consente di confermare degli obiettivi importanti sul 2017, perché abbiamo quasi 10 mila richieste di utenze al giorno. Chiaramente, sono numeri significativi.

  PRESIDENTE. L'obiettivo, in che percentuale è stato raggiunto?

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. All'inizio dell'avventura, il 15 marzo 2016, quando SPID è stato avviato, ci siamo dati l'obiettivo di arrivare a gennaio 2017 avendo circa 3 milioni di utenti. Siamo a un terzo abbondante di quell'obiettivo, però teniamo conto di due cose... Noi avevamo detto: «tre milioni di utenti sarebbe l'obiettivo importante da raggiungere». Avevamo detto tre milioni, perché era un numero Pag. 5 più alto di quello di tutti gli altri Paesi che si erano lanciati in progetti simili. Era un obiettivo ottimistico. In questi progetti di forte cambiamento ogni tanto bisogna anche lanciarsi un po’ oltre l'ostacolo per arrivare a «tirarsi dietro la macchina».
  Perché è importante, un milione? In primo luogo, anche psicologicamente è un numero che c'è. In secondo luogo, è un numero che rappresentava per tutti gli identity provider, che vi ricordo essere privati sottoposti a un processo di accreditamento – per cui lo Stato sostanzialmente non paga – il banco di prova per dire che il progetto c'è. In tutte le riunioni che abbiamo tenuto con gli identity provider avevamo detto che raggiungere un milione di utenti significa che il progetto ha la sua base e che, quindi, è realistico che gli identity provider continuino a investire sul progetto stesso. Pertanto, aver raggiunto il milione di utenti significa aver raggiunto una base sulla quale possiamo sicuramente costruire.
  Il terzo elemento, che, secondo me, è importante, era anche sui giornali. È chiaro che il milione è stato raggiunto grazie a una serie di applicazioni che sono partite e che sono SPID-only, ossia hanno solo SPID come sistema di autenticazione, quindi, in piccolo, una sorta di switch-off.
  Tuttavia, se andiamo a guardare i dati, vediamo che praticamente il 50 per cento di questo milione è rappresentato da utenti che stanno usando le applicazioni solo SPID e il restante 50 da altri utenti. Quali sono le applicazioni solo SPID? Ci sono la famosa app18, quella che dà il contributo ai diciottenni, e quella dei professori. Abbiamo fatto, sulla stessa base dell’app18...

  PRESIDENTE. I 500 euro...

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. I 500 euro e il bonus per la formazione professionale dei professori. Abbiamo sostituito, peraltro, tutto il tema, che c'era fino all'anno scorso, del sistema cartaceo.
  Perché è importante dire che sono solo il 50 per cento? In primo luogo, perché il bacino dei professori e dei diciottenni non è esaurito. Come vi dicevo, quei numeri di crescita stabili sono realistici oggi, perché dobbiamo ancora completare il percorso di adesione delle categorie dei professori e degli studenti, che non sono ancora completate e che stanno andando avanti molto bene. In secondo luogo, perché vuol dire che comunque c'è una fetta di popolazione ampia rispetto al nostro campione – il 50 per cento – che comincia a capire l'utilità di SPID come PIN unico per tutti i servizi pubblici, che, nel frattempo, stanno crescendo. Infatti, siamo arrivati a circa 4 mila servizi pubblici.
  Vi cito un dato che risale a prima di Natale, però vale per il ragionamento: nel comune di Roma, che è passato a SPID, oltre il 15 per cento dei collegamenti avviene attraverso SPID. È un progetto, che, soprattutto laddove avevamo tante password e un sistema molto frammentato, con tanti PIN, sta cominciando a dare risultati apprezzabili per il cittadino.
  I prossimi sviluppi saranno con l'INPS, per l'anticipo pensionistico, anche quello solo con SPID. Inoltre, abbiamo completato, attraverso un accordo con il Garante, l'impianto contrattuale per l'eventuale prova di estensione ai service provider privati, che era l'altro aspetto. Rispetto a quello che vi avevo detto l'altra volta, quindi, siamo pronti anche sugli aspetti contrattuali a un'eventuale estensione al mondo privato, che verrà fatta ovviamente con attenzione e prudenza e con una serie di test.
  Queste sono le novità principali. Concludo con la fatturazione elettronica. Ci sono state 52 milioni di fatture gestite dal sistema, con tassi di errore ormai tendenti al fisiologico.

  PRESIDENTE. Il fisiologico quant'è? Il 4 per cento?

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Anche meno. La dottoressa Giovannini conosce il tasso di errore...

  MARIA PIA GIOVANNINI, responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale. La percentuale di Pag. 6fatture scartate dal 9 al 24 gennaio 2017, a seguito di questo cambiamento, si è ridotta al 3,36 per cento. A novembre era al 3,95 per cento, mentre a dicembre era al 5,58 per cento, perché chiaramente dipende dall'entità o dalla tipologia di fatture.
  Questo cambiamento che abbiamo apportato ha introdotto alcune ulteriori precisazioni nei campi che riguardano non solo l'aspetto fiscale, ma anche quello gestionale e, quindi, consente anche una maggiore automazione. È stato recepito senza difficoltà. A fine anno abbiamo mandato una lettera congiunta, noi e l'Agenzia delle entrate, a tutte le nostre stazioni appaltanti e sembrerebbe che la cosa sia andata a buon fine, per cui siamo veramente a livelli molto minimali.
  Per quanto riguarda il caso del codice ufficio 999, siamo allo 0,1 per cento, quindi è una situazione che sembra molto favorevole e che ha costituito anche l'elemento in base al quale l'Agenzia si è lanciata sulla possibilità del b2b, quindi della fattura tra privati.
  In quel campo ovviamente le situazioni sono leggermente diverse, perché evidentemente si va a impattare sul mercato, che ha le sue esigenze, o comunque si creano problemi nell'ambito dei rapporti commerciali in atto tra soggetti che si propongono di fare attività di intermediario. Tuttavia, sembrerebbe che le aziende più piccole abbiano recepito favorevolmente anche questo, perché effettivamente, dal momento che già emettono la fattura verso la pubblica amministrazione, è semplice per loro utilizzare lo stesso strumento.

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. I punti fondamentali sono quelli che dicevamo l'altra volta.
  Come affermava la dottoressa Giovannini, c'è la fattura b2b. Su questo aspetto, esulando dalla pubblica amministrazione, indubbiamente qualche criticità c'è.
  L'altro elemento per noi fondamentale, nell'ambito dell'integrazione europea che qui abbiamo tracciato e del modello europeo di fatturazione elettronica, è l'integrazione coi sistemi di procurement.
  Quello è l'elemento di scenario per noi, che costituisce la progettualità del 2017. Infatti, siccome, come voi sapete, per legge abbiamo l'obbligo che tutti gli acquisti della pubblica amministrazione, entro il 2018, avvengano attraverso piattaforme telematiche, abbiamo un'occasione importante, che è quella di costruire un altro tassello di integrazione tra i sistemi di procurement e le fatture, che chiaramente oggi è mancante e che, secondo me, è l'elemento fondamentale da inserire in un'ottica progettuale.

  PRESIDENTE. Non avete solo...?

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Assolutamente no, noi possiamo portarlo all'attenzione come tema tecnico ovviamente, però, secondo me, sarebbe un punto che ci consentirebbe di fare veramente un salto di qualità grande.

  MARIA PIA GIOVANNINI, responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale. Vorrei aggiungere a ciò che diceva il direttore che proprio sull'aspetto della fattura noi stiamo lavorando con i gruppi europei per la standardizzazione, per creare il minor impatto possibile nell'adeguamento alla direttiva europea sugli appalti.
  Inoltre, stiamo seguendo e coordinando dei gruppi di lavoro, perché abbiamo vinto dei bandi europei per la realizzazione di componenti che potranno essere utilizzati e messi a disposizione. In particolare, uno di questi permette la conversione della fattura della pubblica amministrazione verso lo standard europeo, che ovviamente abbiamo curato essere il più vicino possibile al nostro, presidiando questi gruppi di lavoro.
  L'altro aspetto, più ampio, è quello dell'attività che stiamo svolgendo nell'ambito del progetto europeo del procurement, per generare una soluzione di sistema che coinvolga un po’ tutti questi aspetti. Non solo abbiamo sviluppato le regole tecniche di interoperabilità nei tempi previsti e le abbiamo pubblicate a fine anno, ma stiamo Pag. 7lavorando anche per la pubblicazione del decreto ministeriale che definisce i processi, il workflow e tutti gli aspetti del procedimento, perché questi possano essere poi dematerializzati. In quest'ambito, chiaramente stiamo contribuendo alla realizzazione del piano nazionale, perché si realizzi questo procurement. Questa è la sfida veramente importante, perché, se la fattura era un tassello, l'obiettivo di questo progetto è estendere all'intero ciclo di vita del processo di spesa l'automazione. Il tempo che abbiamo di fronte è praticamente nullo, perché la legge europea stabilisce come termine ottobre 2018.
  Le azioni che vanno messe in atto sono veramente moltissime, perché riguardano, non solo i trentatré soggetti definiti dalla legge «enti aggregatori», quali la Concessionaria servizi informativi pubblici (Consip) e le stazioni di committenza, ma anche tutte le stazioni appaltanti, che, stante il codice degli appalti, potrebbero essere tutte le pubbliche amministrazioni.
  Di conseguenza, è importante, in questa regolazione, creare una situazione in cui si diano sempre più normative che aiutino a restringere un po’ le azioni che si vanno a fare, per evitare che siano troppo dispersive.

  ALESSANDRO PAGANO. Io ho due domande, dirette. L'ANPR ha il collegamento con l'INPS in materia di decessi e di tutto quello che consente di avere in tempo reale la possibilità...?

  MARIA PIA GIOVANNINI, responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale. In questo momento no, lo dovrà avere. Mi permetto di dire che io mi sono anche battuta, nel momento in cui è stato concesso all'INPS di fare una procedura separata per raccogliere i dati, che non hanno totalmente valore giuridico, perché non è il funzionario comunale che può acquisire questi dati. L'INPS ha ritenuto, giustamente, che per le sue procedure aveva esigenze di questo tipo. Pertanto, è stata fatta una procedura fuori dall'ANPR, in anticipo rispetto alle procedure che, invece, abbiamo con l'adeguamento della normativa, introducendo la norma che costituiva, anche sull'ANPR e la realizzazione dei registri dello stato civile, la gestione del decesso.

  ALESSANDRO PAGANO. L'altra domanda riguarda il PIN. Lo SPID è in grado di consentire a un qualsiasi utente di conoscere il proprio stato dell'arte in materia di cartelle esattoriali, di 730 precompilato, in altre parole, le informazioni basilari che servono a dire: «cittadino sei finalmente agevolato e non devi fare le file, non devi impazzire con una burocrazia che ti ossessiona»? Naturalmente faccio riferimento alla burocrazia di tipo fiscale-tributario.

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Le risponderei, anche se non è molto da audizione, «nì», nel senso: attualmente, non del tutto. SPID è una soluzione neutra, per cui non dipende da SPID, che è il sistema di autenticazione, ma dipende dalla scelta che le amministrazioni fanno di adesione a SPID con tutti i propri servizi. Agenzia delle entrate oggi consente al cittadino di verificare, di entrare e di collegarsi al 730 e ha in programma l'adesione a SPID anche per gli altri servizi, ma non è completa. È, quindi, un percorso in itinere, dove oggi noi abbiamo il 730.

  ALESSANDRO PAGANO. Con Equitalia?

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Con Equitalia pure abbiamo un percorso che era partito e che oggi è fermo al palo. Noi, con Equitalia abbiamo un accordo di dispiegamento di SPID, ma poi le recenti vicissitudini di Equitalia stessa l'hanno fermato. Dal punto di vista tecnico, è concettualmente pronto, non ci sono elementi ostativi, perlomeno dal lato SPID.

  PAOLO PETRINI. Io ho solo una domanda da porre. Per la buona riuscita dell'Agenda digitale ovviamente è importante il coinvolgimento dei comuni. Io vorrei sapere qual è il livello di coinvolgimento Pag. 8delle regioni e delle città metropolitane, perché anche queste offrono tutta una serie di servizi.

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Questo, secondo me, è un elemento assolutamente fondamentale. Noi abbiamo coinvolgimenti di vario genere, sia attraverso gli organi di rappresentanza preposti sia diretti, in una logica uno a uno.
  Inoltre, AgID coordina una serie di tavoli, gruppi di lavoro ed altro, in cui, a seconda delle materie e degli argomenti, regioni, comuni e città metropolitane sono coinvolti. Per esempio, sull'interoperabilità del fascicolo sanitario, sulla definizione per SPID di quali servizi e di come allineare l'entrata nei servizi delle varie regioni, noi abbiamo una serie di gruppi di lavoro che coinvolgono per tema specifico.
  Quello che noi vorremmo fare, proprio per andare incontro alla Sua domanda, è dare anche una panoramica complessiva. Questo è uno dei temi che affronteremo adesso, perché, siccome stiamo completando il piano triennale per le amministrazioni, in occasione della presentazione di questo piano noi vorremmo lavorare con le città metropolitane e le regioni e fare con loro un percorso che diventi il dispiegamento del piano triennale, cominciando a lavorare sulla ricezione dei loro piani basati su questo. È un tema che affronteremo complessivamente da marzo, fermo restando che tutti i tavoli tematici che abbiamo continuano a lavorare.

  MARIA PIA GIOVANNINI, responsabile dell'Area pubblica amministrazione dell'Agenzia per l'Italia digitale. Noi, su tutti i progetti, coinvolgiamo le regioni, proprio perché loro ci aiutano a propagare verso tutto il territorio e molto spesso rappresentano anche i soggetti che possono contribuire a dare soluzioni sul territorio stesso. Nel caso della fattura, del procurement, ma anche su altri progetti, c'è stata una forte collaborazione nell'ambito delle azioni di attuazione, in cui le regioni, in particolare, hanno potuto esprimere una propria capacità progettuale, realizzativa e di supporto verso gli enti, facendo da funzioni-tramite, da ponte. Ad esempio, per la fatturazione elettronica la regione Lazio ha predisposto un'applicazione, che poi ha messo a disposizione, non solo del proprio territorio, ma anche di altri. Così è avvenuto anche su altre questioni. C'è un coinvolgimento pieno e anche molto progressivo, perché sta sempre più prendendo forma questa cooperazione.

  ALESSANDRO PAGANO. Siccome abbiamo qui il direttore Samaritani, la dottoressa Giovannini e tutto lo staff, vorrei saperne di più sull’e-procurement, perché è una materia che ovviamente deve diventare sempre più attuale, visto che tanti problemi vengono generati da un'assenza di trasparenza o, comunque, di efficacia nella gestione degli appalti.

  ANTONIO SAMARITANI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale. Come dicevamo, la norma europea stabilisce che entro ottobre 2018 tutte le amministrazioni dovranno completare i loro acquisti su una piattaforma digitale.
  È chiaro che per arrivare a questo traguardo bisogna fare una serie di azioni. Abbiamo cercato di sviluppare un cronoprogramma, che peraltro prevedeva alcuni elementi, anche formali, prima del 2018. Uno di questi è l'emissione di regole tecniche per l’e-procurement, che doveva avvenire adesso, che abbiamo fatto nei tempi come AgID e che, peraltro, rappresentava uno degli elementi della condizionalità ex ante per i fondi europei.
  Per tutto ciò che concerne l'aspetto formale rispetto al finanziamento del progetto, avendo emesso le regole tecniche, siamo in linea con quello che dovevamo fare, quindi adesso deve partire una progettualità, avendo avuto tutti gli «ok», avendo le regole tecniche ed altro, che ci traguardi al 2018. Che cosa stiamo facendo? È partito un tavolo di lavoro coordinato in sede di Presidenza del Consiglio, che è la cabina di regia, che immagino voi ben conosciate. Inoltre, c'è un gruppo tecnico, di cui noi, in questo momento, abbiamo il coordinamento, con il commissario Pag. 9 Piacentini e che ha l'obiettivo di fare alcune cose di minima. Noi vorremmo sviluppare anche una proposta di un «volo un po’ più alto».
  La proposta di minima è che noi, entro aprile di quest'anno, dobbiamo aver definito i processi e le procedure da portare in digitale. Mi spiego: il codice degli appalti prevede una serie di procedure d'acquisto – acquisti sottosoglia e così via – e noi, per ognuna di queste, dobbiamo aver mappato il procedimento, in modo da poterlo portare in digitale. Questo è un compito che, di fatto, è a guida Funzione pubblica, per cui noi siamo a supporto tecnico. Entro aprile dobbiamo aver completato tale lavoro. Da lì in poi inizierà il lavoro tecnico, che, secondo noi, dovrebbe avere due o tre principali risvolti. Il primo è un'omogeneizzazione delle procedure a livello nazionale. Infatti, tutte le piattaforme di acquisto presenti oggi hanno delle interpretazioni dei processi di acquisto, invece sarebbe bello, visto che il codice è unico, cominciare a definire delle regole che diventino blindate.
  Inoltre, secondo me, in una logica che intuisco dalla domanda, sarebbe anche bello portare a livello centrale alcune componenti tecniche di processo. Faccio un esempio. Siccome il codice prevede che ci siano dei dati sugli acquisti, che vadano sempre all'Autorità nazionale anticorruzione, in AgID per quello che riguarda gli aspetti tecnici o ad altri enti, non ha assolutamente senso che ciascuno si faccia il suo «tubicino» per portare gli stessi dati nello stesso posto, quindi facciamo dei veicoli unici. Questo è il nostro tentativo di impalcatura. Si tratta di cominciare a dire, come abbiamo fatto per l'architettura dei sistemi, quali sono le componenti comuni che tutti devono avere e di farle una volta sola, ovviamente lasciando al mercato, a Consip e a tutti quelli che devono lavorare la possibilità di esprimersi sui processi e sulle componenti distintive di un processo.
  Il terzo punto che vorremmo mettere in cantiere – ve li sto elencando in successione di complessità, in modo da avere un approccio realistico – è quello che citavamo prima: l'integrazione col sistema di fatturazione e, quindi, con tutto il sistema di gestione. Questo completerebbe il percorso e consentirebbe, a questo punto, di avere, esattamente come in un'azienda, tutto il ciclo che va dalla richiesta di un ordine alla stipula di un contratto fino alla fatturazione, integrato e, quindi, tracciato con le logiche di trasparenza a cui Lei faceva riferimento.
  Questi sono i punti. Siccome il percorso entro il 2018 è veramente serrato, noi cerchiamo sempre di essere pragmatici. Le cose assolutamente necessarie sono quelle che si mettono in fila, tenendo conto che però vorremmo avere un disegno evolutivo, che è questo. Il disegno evolutivo può essere anche in parte rimandato, però stiamo cercando di tenere a mente, in questo percorso di cose da fare per adempiere entro il 2018, anche lo scenario evolutivo a cui tendere.

  PRESIDENTE. Aggiungo una considerazione. Io ringrazio l'Agenzia per l'Italia digitale per tutto quello che ha fatto. Con molta onestà – è una considerazione prettamente mia, non della Commissione – penso che ci sia una gran confusione sulle direttive che voi dovete applicare. Oggettivamente mi sembra un impazzimento epocale per la «moda» del digitale, dove forse non si capisce bene da dove si parte e sin dove arrivare. Lo dico con franchezza. Mi dispiace, perché voi sulla fatturazione elettronica avete raggiunto davvero un grande risultato, non scontato. È una delle poche cose su cui lo Stato ha risparmiato oggettivamente dei soldi. Avete fatto spending review – non lo dico io, ma lo dice il Politecnico di Milano – soltanto per quanto riguarda il cartaceo e il costo dell'archiviazione. Invece, mi dispiace per quanto riguarda tutti questi soggetti che vogliono partecipare all'improvviso alla digitalizzazione dello Stato, come fosse una cosa molto semplice da fare. Sappiamo bene che cosa vogliono dire le anagrafi di 8 mila comuni, con 8 mila server, 8 mila consulenze. Purtroppo su tale aspetto – lo diciamo e rimane a verbale – non riusciamo a incidere.

  ALESSANDRO PAGANO. Ci sono i disoccupati.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Non si creano i disoccupati. Onorevole Pagano, lo dico perché quando si dicono le cose poi bisogna anche sostenerle. Il problema non è l'occupazione del personale, sono i costi di un servizio che non funziona, quando basterebbe centralizzarlo. Sono battute che magari si fanno al bar, non qui. Non si toccano i posti di lavoro.
  Detto questo, vi ringraziamo veramente per quello che potete fare. Chiaramente, sono un po’ deluso, perché noi sulla fatturazione b2b avremmo dovuto incidere oggettivamente di più. Sappiamo bene che quest'anno c'è stato un recupero, di cui tutti ci vantiamo, di 17 miliardi di euro di evasione fiscale. Con quella leva, con quel tassello, il controllo dell'evasione fiscale sarebbe stato strutturale.
  Spero che lo Stato e chi ci governa capiscano alcuni meccanismi, perché davvero sembra un carosello di idee, di nozioni, di strumenti e un accanimento terapeutico su chi non riesce a capire che è l'unico modo per fare davvero spending review e forse dare ai cittadini un po’ più di servizi.
  Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.