XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 62 di Mercoledì 12 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del Comandante generale della
Guardia di finanza, Giorgio Toschi.

Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 3 ,
Toschi Giorgio , Comandante generale della Guardia di finanza ... 3 ,
Pagano Alessandro (AP)  ... 18 ,
Toschi Giorgio , Comandante generale della Guardia di finanza ... 18 ,
Pagano Alessandro (AP)  ... 18 ,
Toschi Giorgio , Comandante generale della Guardia di finanza ... 19 ,
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 ,
Petrini Paolo (PD)  ... 19 ,
Ruocco Carla (M5S)  ... 20 ,
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Comandante generale della
Guardia di finanza, Giorgio Toschi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giorgio Toschi, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono inoltre presenti i generali Stefano Screpanti, capo del III reparto – operazioni, e Vincenzo Tedeschi, capo ufficio legislazione, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola al generale Toschi, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  GIORGIO TOSCHI, Comandante generale della Guardia di finanza. Innanzitutto ringrazio il signor presidente e gli onorevoli senatori e deputati. Sono particolarmente onorato di potermi presentare innanzi a codesta Commissione, per la prima volta da quando ho assunto il comando della Guardia di finanza lo scorso 25 maggio, per illustrare le linee di azione del Corpo a contrasto delle frodi e dell'evasione fiscale. Negli ultimi anni la Guardia di finanza ha avuto diverse occasioni per sottoporre alla vostra autorevole attenzione le linee di azione approntate a livello centrale e attuate dai reparti sul territorio per prevenire e reprimere le forme più gravi di illegalità tributaria ed economico-finanziaria.
  Dopo queste premesse, ritengo di cogliere l'occasione offertami oggi per illustrare i risultati finora ottenuti in attuazione del piano di azione 2016 della Guardia di finanza, ponendo in evidenza alcuni specifici indirizzi operativi che ho ritenuto di impartire in questi primi mesi di comando e che si pongono naturalmente nell'alveo delle direttive emanate dal signor Ministro dell'economia e delle finanze, contenute nell'Atto di indirizzo per la definizione delle priorità politiche per il corrente anno. Nel corso dell'intervento, inoltre, rassegnerò alcune riflessioni su quelli che potranno essere gli scenari futuri nel breve e medio periodo dell'attività della Guardia di finanza a contrasto delle frodi e dell'evasione, tenendo conto dei più recenti indirizzi strategici delle autorità di governo, nonché delle evoluzioni in atto nel contesto esterno, nazionale e internazionale. Proseguirò poi con uno spaccato delle progettualità in atto per potenziare gli strumenti informatici a sostegno dell'analisi di rischio, necessaria per mirare sempre più efficacemente le investigazioni economico-finanziarie. Concluderò con alcune considerazioni Pag. 4 sulle prospettive di rafforzamento del sistema di contrasto all'evasione nel suo complesso, anche sul piano normativo, basate principalmente sull'esperienza operativa dei reparti del Corpo.
  Inizio dall'andamento del piano di azione 2016. In via preliminare, ritengo opportuno richiamare, sia pur brevemente, le linee di azione strategiche definite dal signor Ministro dell'economia e delle finanze, che assegna al Corpo una marcata proiezione investigativa, affidando precise responsabilità in tema di contrasto, non soltanto alle violazioni fiscali in genere, ma principalmente alle diverse forme di illegalità economica e finanziaria. L'Atto di indirizzo per le priorità politiche dell'anno in corso demanda alla Guardia di finanza la missione di rafforzare il contrasto all'evasione, all'elusione e alle frodi fiscali, agli illeciti nel settore della spesa pubblica e agli sprechi nella pubblica amministrazione, alle infiltrazioni della criminalità nell'economia legale, al riciclaggio di denaro, alla contraffazione e al gioco illegale, mediante il ricorso a piani operativi, basati sull'integrazione delle funzioni di polizia economico-finanziaria e di polizia giudiziaria, rivolti al presidio di tutte le aree in cui possono manifestarsi i più gravi fenomeni di illegalità. Si tratta di un'azione diversa e allo stesso tempo complementare rispetto a quella svolta dalle agenzie fiscali, prima fra tutte l'Agenzia delle entrate, che, soprattutto a seguito dell'introduzione del decreto legislativo n. 157 del 2015, vede sempre più porre al centro della propria attività la funzione di assistenza ai contribuenti e di sostegno della compliance. Questa impostazione è peraltro coerente con il percorso avviato dalla legge 11 marzo 2014 n. 23, recante la delega per la riforma fiscale, e proseguito dai relativi decreti attuativi, che si fonda su due direttrici principali, che possono essere così sintetizzate.
  La prima direttrice è volta a perseguire chiarezza, certezza e stabilità del sistema, semplificando gli adempimenti e rinnovando il rapporto tra fisco e contribuente su basi di rinnovata fiducia e maggiore collaborazione reciproca. La seconda è il potenziamento dell'azione di contrasto alle grandi evasioni e alle frodi fiscali, puntando su un più efficace ricorso alle banche dati e su più intense sinergie tra le istituzioni coinvolte, nazionali e internazionali. Quest'ultimo obiettivo coinvolge in pieno la responsabilità della Guardia di finanza, che orienta la propria azione verso le grandi evasioni e le frodi organizzate, la ricerca delle ricchezze nascoste, l'individuazione di capitali trasferiti all'estero e di fenomeni di interposizione fittizia, nonché la ricostruzione dei flussi finanziari di origine illecita. Nei primi sei mesi del 2016 i reparti del Corpo hanno ricevuto complessivamente 41.642 deleghe di polizia giudiziaria e richieste di accertamenti contabili dalle procure della Repubblica e dalla Corte dei conti, delle quali 31.921 sono già state portate a compimento. Delle deleghe ricevute, 7.535 si riferiscono a reati tributari, 19.701 a reati economico-finanziari e ben 14.416 a contesti investigativi in materia di spesa pubblica, reati contro la pubblica amministrazione e altri vari illeciti. In aggiunta a questo grande impegno investigativo, nel primo semestre dell'anno in corso sono stati complessivamente svolti quasi 23.000 interventi ispettivi approfonditi in materia di imposte dirette, Iva e accise, nei confronti di soggetti prevalentemente selezionati sulla base dell'esistenza di elementi indicativi di forte rischio di evasione fiscale. Sul piano dei risultati, la base imponibile ai fini delle imposte dirette sottratta a tassazione scoperta dai reparti corrisponde a quella registrata nel periodo che va dal gennaio al giugno del 2015, ma l'Iva dovuta complessivamente constatata dai reparti ammonta a 3 miliardi di euro, con un significativo aumento, come è noto, del 16 per cento. È il caso di rimarcare che un quarto di tale importo è connesso a frodi fiscali, a testimonianza della forte incidenza di tali crimini sul gettito dell'imposta sul valore aggiunto sottratto all'erario.
  Sul piano del contrasto al sommerso di azienda e del lavoro, sono stati scoperti 4.750 evasori totali, vale a dire soggetti che non hanno affatto presentato nel tempo le dichiarazioni fiscali, nonché 10.000 lavoratori irregolari operanti del tutto in nero e Pag. 5impiegati da 2.680 datori di lavoro. Nello stesso periodo, inoltre, sono stati segnalati all'autorità giudiziaria circa 6.700 reati fiscali, dei quali il 60 per cento riguarda gli illeciti più gravi: emissioni di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazioni fraudolente, occultamento di documentazione contabile e indebita compensazione. Sono stati altresì individuati 1.085 casi fra frodi carosello, creazioni di società cartiere o fantasma, costituzioni di crediti Iva fittizi e indebite compensazioni. È di oggi la notizia del servizio veramente importante svolto dalle Fiamme Gialle del comando provinciale di Vicenza, a cui poi, se volete, possiamo accennare.
  L'azione antifrode della Guardia di finanza trova ampio supporto nelle attività svolte dal Nucleo speciale entrate, che ha il compito di studiare i meccanismi evasivi e fraudolenti scoperti dai reparti, individuare le procedure investigative replicandole a livello nazionale, selezionare gli obiettivi connotati da un più alto rischio di evasione e rilanciare sul territorio progetti operativi ad ampio respiro, da portare a termine in tempi predefiniti, o segnalazioni operative qualificate su casi singoli di evasione o di frodi particolarmente complesse e consistenti, oltre che gravi. Dal 2010 a oggi il Nucleo speciale entrate ha avviato e concluso ben 56 progetti, tra i quali meritano un cenno le sei edizioni della campagna ispettiva Fiscal bonus, riguardante il contrasto all'evasione fiscale nei settori connessi agli interventi di recupero e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Tale campagna, all'esito di oltre 12.700 verifiche e controlli, ha consentito di proporre per il recupero a tassazione maggiori basi imponibili ai fini delle imposte dirette per 4,2 miliardi di euro e Iva evasa per 570 milioni di euro, di scoprire ben 8.500 evasori totali e di denunziare per reati tributari oltre 2.100 persone. Ricordo altresì le quattro edizioni del progetto Income zero, volto a reprimere comportamenti evasivi di professionisti risultanti incapienti o totalmente sconosciuti al fisco. Di fatti, a fronte di 1.575 interventi ispettivi, sono stati proposti per il recupero a tassazione quasi 400 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e oltre 50 in materia di IVA, scoperti 850 evasori totali e denunziati 134 soggetti. Occorre poi ricordare i lavori della cabina di regia operativa, organismo interistituzionale previsto dall'articolo 83, comma 5, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, cui partecipano il Corpo, l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane e dei Monopoli, nel cui ambito vengono monitorate le dinamiche di frode all'Iva, elaborate mirate analisi di rischio, con la piena condivisione dei rispettivi patrimoni informativi, e realizzati specifici piani di intervento, assicurati sinergicamente dai reparti della Guardia di finanza e dagli uffici territoriali delle agenzie. Nel periodo 2009-2015 sono state sviluppate sedici campagne ispettive coordinate dalla cabina di regia, nel cui ambito i reparti del Corpo hanno eseguito oltre 2.800 interventi, che hanno consentito di fare emergere 3 miliardi di IVA evasa e di denunziare oltre 1.200 soggetti per reati tributari.
  Un altro prioritario settore di intervento del Corpo, come disposto sempre dalle linee di indirizzo del signor Ministro dell'economia e delle finanze, è il contrasto all'evasione fiscale internazionale. In tale ambito, le attività dei reparti si concentrano verso quei fenomeni più gravi e complessi, quali: l'illecito trasferimento di capitali in paradisi fiscali, la fittizia residenza all'estero di persone fisiche e società, l'irregolare applicazione della disciplina sui prezzi di trasferimento, la costituzione in Italia di stabili organizzazioni occulte di multinazionali estere, nonché l'utilizzo strumentale di trust e altri schermi societari o strumenti negoziali per finalità evasive ovvero elusive. Nel periodo dal gennaio al giugno 2016 sono state svolte 350 indagini di polizia giudiziaria delegate nello specifico settore e sono stati sviluppati oltre 2.000 interventi ispettivi fiscali, con un'incidenza dei fenomeni illeciti di portata transnazionale rispetto all'evasione complessiva scoperta nel settore delle imposte sui redditi pari al 53 per cento. Anche l'evasione internazionale è un settore studiato e approfondito dal Nucleo speciale entrate, che ha promosso negli ultimi anni diverse campagne ispettive. Pag. 6Cito, per esempio, il progetto International, basato sull'aggregazione e sull'analisi di informazioni acquisite da varie banche dati e da cosiddette «fonti aperte», che ha consentito di avviare 1.100 contesti investigativi, al cui esito sono state scoperte fattispecie evasive e/o elusive con rilievo internazionale per 1,7 miliardi di euro ai fini delle imposte dirette. La presenza ispettiva assicurata dal Corpo investe tutti i settori impositivi, vedendo impegnati i reparti pure nel contrasto ai giochi e alle scommesse illegali, anche on line. Sempre nel primo semestre dell'anno, sono stati eseguiti quasi 3.000 interventi, in un terzo dei quali sono state riscontrate irregolarità, e sono state concluse anche 86 deleghe di polizia giudiziaria pervenute dalla magistratura, al cui esito è stata proposta per i successivi recuperi a tassazione una base imponibile ai fini del prelievo erariale unico sugli apparecchi di gioco e sull'imposta unica sulle scommesse dell'11 per cento superiore ai primi sei mesi del 2015. Anche in questo settore, quindi, si registra un netto incremento dell'attività, nonché dei risultati conseguenti. Accanto a tali risultati, va altresì citata l'importante azione di deterrenza e di presidio economico del territorio assicurata dal Corpo, che ha sviluppato, sempre nei primi sei mesi di quest'anno, oltre 272.000 controlli speditivi, finalizzati alla verifica della regolarità delle merci trasportate, al controllo del corretto rilascio dei documenti di certificazione dei corrispettivi e alla rilevazione sul campo del possesso di beni indicativi di alto tenore di vita.
  A questo punto, reputo opportuno soffermarmi, con la vostra autorizzazione, su quella che ritengo essere una delle leve più importanti utilizzate dalla Guardia di finanza per incidere concretamente sulla diffusione dell'evasione fiscale. Mi riferisco alla capillare e sistematica azione di aggressione dei patrimoni dei grandi evasori, soprattutto quelli più strutturati, organizzati e abituali, allo scopo di sottrarre loro le ricchezze illecitamente accumulate non ottemperando agli obblighi tributari. Un primo efficace strumento in questa prospettiva è rappresentato dal sequestro in misura equivalente alle imposte evase, finalizzato alla successiva confisca dei beni nella disponibilità dei responsabili dei reati tributari. Dall'estensione di questa misura cautelare anche ai delitti tributari, avvenuta nel 2008, la Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro, su provvedimento della magistratura, beni mobili e immobili, azioni, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore pari a oltre 6,2 miliardi di euro, con un trend in costante aumento negli anni. Nei primi sei mesi del 2016 il valore dei beni immobili, delle azioni, delle quote societarie e delle disponibilità finanziarie sequestrate ammonta a più di mezzo miliardo di euro, mentre le proposte avanzate dai reparti del Corpo e attualmente al vaglio dell'autorità giudiziaria superano il valore di 2,4 miliardi di euro. Numerose sono le indagini e le operazioni condotte dalla Guardia di finanza nell'anno in corso concluse con l'applicazione della misura. In particolare, il gruppo di Giugliano in Campania ha svolto un'indagine di polizia giudiziaria nei confronti di un sodalizio criminoso dedito alla costituzione di società formalmente riconducibili a meri prestanome utilizzate per beneficiare di indebite compensazioni fiscali, che si è conclusa con l'esecuzione di cinque arresti e il sequestro per equivalente di beni per un importo complessivo di circa 45 milioni di euro. Il nucleo di polizia tributaria di Napoli, a conclusione di un'indagine di polizia giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale, attraverso il meccanismo delle frodi carosello, alla contraffazione di pubblici sigilli e al falso materiale, ha dato esecuzione a un sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 31 milioni di euro, nei confronti di ben 34 persone. Il nucleo di polizia tributaria di Modena ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente per quasi 10 milioni di euro, nei confronti di un sodalizio criminale responsabile del reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al reimpiego di proventi illeciti, nonché alla frode fiscale. Le indagini avviate a seguito dell'approfondimento di alcune segnalazioni Pag. 7 per operazioni sospette – come ben sapete, siamo arrivati a circa 80.000 operazioni sospette segnalate – hanno consentito di sgominare un'organizzazione criminale che, attraverso un fitto reticolo societario, ha perpetrato sistematiche attività fraudolente, con successivo riciclaggio e reimpiego degli ingenti proventi illeciti conseguiti.
  Queste operazioni sono solo alcune testimonianze del quotidiano impegno investigativo della Guardia di finanza, che, proprio nella lotta alle grandi frodi e agli illeciti fiscali e finanziari più articolati e complessi, sta facendo ampio ed efficace utilizzo di un ulteriore strumento di aggressione patrimoniale, storicamente utilizzato nell'ambito dell'attività di contrasto alle organizzazioni criminali, previsto dal codice delle leggi antimafia. Mi riferisco al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Facciamo riferimento alle misure di prevenzione oggi applicabili anche a soggetti connotati da pericolosità economico-finanziaria, intendendosi per tali coloro che, per condotte e tenore di vita, si debba ritenere che vivano abitualmente con i proventi di attività delittuose di natura economico-finanziaria, ivi comprese quelle tributarie. In questo ambito, nel primo semestre dell'anno in corso sono stati sequestrati beni per circa 120 milioni di euro, nonché avanzate proposte di sequestro per ulteriori 300 milioni di euro. Tra le più significative esperienze di applicazione in campo fiscale di questa misura secondo me straordinaria, segnalo l'operazione Scacco al re, conclusa dal nucleo di polizia tributaria di Trapani, con l'esecuzione di un decreto di sequestro emesso dal locale tribunale (sezione misure di prevenzione), avente a oggetto beni per un valore complessivo di 124 milioni di euro nella disponibilità di un imprenditore operante nel settore turistico-alberghiero, in quanto ritenuta persona connotata da una spiccata attitudine a commettere delitti di natura economica e tributaria. In tale generale scenario, la minaccia costituita dal trasferimento fraudolento di capitali provento di evasione fiscale o di altri crimini economico-finanziari rende sempre più importante la capacità di ricostruire i canali di reimpiego e di reinvestimento dei proventi illeciti, per fare emergere fenomeni di riciclaggio, nonché ovviamente di autoriciclaggio. Nei primi sei mesi dell'anno la Guardia di finanza ha svolto in questo specifico settore ben 561 interventi, che hanno condotto alla denuncia di 1.386 soggetti, di cui 81 tratti in arresto, nonché al sequestro di beni per un valore di 355 milioni di euro, ricostruendo volumi di proventi illeciti oggetto di riciclaggio pari a 1,7 miliardi di euro, di cui 652 milioni di euro derivanti proprio da frode fiscale. Sono stati 103, invece, gli interventi eseguiti nello stesso periodo a contrasto delle condotte di autoriciclaggio, reato introdotto a partire, come è noto, dal gennaio 2015, e conclusisi con la denuncia a piede libero di ben 352 responsabili e il sequestro di beni per un valore pari a oltre 800.000 euro. L'importo dei proventi autoriciclati accertati è di 20 milioni di euro, di cui la quasi totalità (17 milioni di euro) ha come reato presupposto la frode fiscale.
  Un'altra importantissima leva utilizzata dalla Guardia di finanza per garantire ulteriore incisività all'azione di contrasto all'evasione fiscale è la capacità di valorizzare ai fini fiscali ogni possibile informazione acquisita nel corso delle diverse attività investigative e operative a vario titolo eseguite, prime tra tutte ovviamente le attività di polizia giudiziaria. Quanto sia efficace, diffuso e strutturato sul territorio questo travaso di evidenze probatorie è dimostrato dal fatto che, nel solo 2015, un terzo dei rilievi fiscali complessivamente costatati dal Corpo in materia di imposte sui redditi e circa la metà di quelli in tema di Iva si sono fondati proprio su elementi acquisiti nel corso di investigazioni in materia di reati tributari o di altri crimini economico-finanziari. Con riguardo ai primi sei mesi del 2016 è raddoppiata, peraltro, la percentuale dei rilievi fiscali complessivamente costatati dal Corpo in materia di imposte sui redditi derivanti da risultanze di indagini penali o interventi economico-finanziari, mentre risulta assolutamente in linea con lo scorso anno quella in tema di Iva, pari al 53 per cento, Pag. 8che – vi assicuro – è una cifra assolutamente ragguardevole. Questi dati evidenziano quanto sia veramente concreta, al di là delle previsioni normative, l'affermazione per cui la Guardia di finanza è l'unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario e, come tale, in grado di esaminare in modo globale gli illeciti economico-finanziari attraverso il combinato esercizio di poteri di polizia giudiziaria e di polizia tributaria. La coesistenza delle qualifiche di polizia tributaria e polizia giudiziaria, nonché di polizia valutaria, da attivare in maniera mirata in funzione dello specifico contesto operativo e dell'evoluzione delle indagini, nonché la funzione di collettore di informazioni rilevanti di diversa e qualificata provenienza consentono al Corpo di sviluppare azioni investigative ben più estese rispetto alle verifiche fiscali, allo scopo di reprimere l'operatività delle organizzazioni criminali. Queste ultime, non solo evadono il fisco per importi rilevantissimi, ma inquinano anche il mercato, ricorrendo al lavoro nero, accedendo illegittimamente a fondi pubblici, alimentando fenomeni corruttivi o riciclando proventi illeciti, con più ampi danni per il sistema produttivo nel suo complesso. Questa capacità, inoltre, può far leva sull'importante ruolo assunto negli ultimi anni dalla Guardia di finanza nel circuito della cooperazione internazionale in materia fiscale nell'ambito del quale sono particolarmente efficaci e fruttuose le interlocuzioni con gli organi collaterali esteri. Quasi tutti i giorni riceviamo presso il Comando generale delegazioni di polizia o di organi collaterali esteri, proprio per consolidare i rapporti di collaborazione e di cooperazione.
  Dal gennaio 2015 al giugno 2016, infatti, il II reparto del Comando generale ha gestito oltre 3.400 richieste di mutua assistenza, delle quali circa 1.200 attive e 2.200 passive. Gran parte di tali attività concerne l'Iva, settore in cui la Guardia di finanza è in prima linea per il contrasto alle frodi intra-unionali, anche nell'ambito dell'iniziativa di collaborazione denominata «Eurofisc», un canale informativo che permette di acquisire in maniera tempestiva dati e notizie di estremo interesse per lo sviluppo di attività operative di ampio raggio, le cui risultanze sono poi messe a disposizione dei reparti sul territorio. L'attività di cooperazione nella lotta ai comportamenti evasivi di rilievo transnazionale è supportata anche, come previsto dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 68 del 2001, dalla rete degli esperti della Guardia di finanza, ufficiali molto validi che operano presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari italiani all'estero, nonché presso le sedi di organismi collaterali esteri. Questa rete di ufficiali molto validi e brillanti, di cui, ai sensi del decreto-legge n. 78 del 2009, può avvalersi anche l'Agenzia delle entrate – credo che questo sia un passaggio molto importante – costituisce per il Corpo uno strumento indispensabile per proiettarsi al di fuori dei confini nazionali, al fine di incrociare i dati, scambiare informazioni e agevolare le investigazioni più complesse, dando così attuazione alla strategia globale di contrasto, non solo all'evasione fiscale internazionale, ma anche e soprattutto ai crimini economico-finanziari con proiezioni ultranazionali. In tale contesto, non posso fare a meno di sottolineare la grande capacità della Guardia di finanza di intercettare le nuove dinamiche delle condotte fraudolente in uno scenario caratterizzato da una crescente complessità, sfruttando l'abilità di sviluppare analisi di contesto, le potenzialità tecnologiche e la presenza diffusa sul territorio, oltre che gli efficaci rapporti con gli organi collaterali. Mi sto riferendo in particolare agli sforzi operativi che il Corpo sta profondendo per contrastare le frodi in materia di accise e Iva in un settore particolarmente caro alla Guardia di finanza come quello petrolifero, che stanno assumendo una dimensione assai significativa, come segnalato anche dalle associazioni di categoria del comparto. Tra le principali fenomenologie attenzionate in merito vi sono, da un lato, il traffico di prodotti energetici provenienti dall'Europa dell'est immessi in consumo, quali carburanti in evasione d'imposta, e, dall'altro, la diffusione di frodi all'Iva mediante false dichiarazioni di intento. Nel primo caso, il Pag. 9fenomeno fraudolento in questione consiste nell'introduzione nel territorio nazionale di carichi di prodotti petroliferi composti da miscelazioni di gasolio e oli di diversa natura, che, seppur qualificabili fiscalmente come oli lubrificanti o solventi, mantengono caratteristiche chimiche in termini di capacità di combustione analoghe a quelle del gasolio, consentendo l'impiego del prodotto quale carburante per motori. L'attività di servizio eseguita dai reparti, basata su un diffuso pattugliamento del territorio – qui entriamo nel merito del controllo economico-finanziario del territorio – e sullo sviluppo investigativo degli elementi acquisiti, ha fatto emergere che numerosi carichi di prodotti energetici aventi le caratteristiche sopra indicate, provenienti da diversi Paesi dell'Europa orientale e formalmente diretti a società cipriote, greche o maltesi, sono stati, in realtà, impiegati in Italia quali carburanti per autotrazione a opera di soggetti economici compiacenti, oppure sono stati direttamente immessi in consumo attraverso la rete di distribuzione stradale dei carburanti. Infatti, nei soli primi sei mesi dell'anno sono state concluse ben 247 deleghe di polizia giudiziaria nella specifica materia di accise, segnalate all'autorità giudiziaria 789 persone, di cui 34 addirittura tratte in arresto, e sottoposte a sequestro 1.920 tonnellate di prodotti energetici. Tra le attività investigative appena concluse che hanno consentito di reprimere casi di frode realizzati nelle modalità appena descritte, segnalo, per esempio, l'operazione Varsavia della compagnia di Trani, che ha disarticolato un'organizzazione criminale con basi operative in Italia, Polonia, Repubblica Slovacca e Regno Unito, che si occupava dell'introduzione nel territorio nazionale di prodotti energetici, sottraendoli all'accertamento e al pagamento delle accise. L'attività ha portato alla denuncia di 74 soggetti, 27 dei quali destinatari di misure cautelari personali, al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di 14 milioni di euro, nonché al sequestro di 290.000 litri di olio lubrificante da utilizzare quale gasolio per autotrazione.
  La seconda metodologia di frodi oggetto di costante attenzione operativa, invece, riguarda l'utilizzo fraudolento delle fittizie dichiarazioni di intento nel settore petrolifero, sfruttate per acquistare i prodotti senza l'applicazione dell'Iva e poterli rivendere in evasione dell'imposta sul valore aggiunto, a prezzi ovviamente notevolmente inferiori a quelli ordinariamente praticati sul mercato. Numerose sono, infatti, le indagini concluse e quelle in corso concernenti tale fenomenologia illecita, tra cui merita un cenno particolare l'operazione Caravan petrol del nucleo di polizia tributaria di Ancona, che ha consentito di smantellare un'associazione delinquenziale con a capo tre soggetti pluripregiudicati che a partire dal 2010 avevano intessuto ramificazioni in tutto il territorio nazionale, creando società fittizie con lo scopo di vendere in frode 24 milioni di litri di benzina nonché di gasolio. Al termine dell'attività investigativa sono state eseguite, su disposizione dell'autorità giudiziaria, tre ordinanze di custodia cautelare, a cui si è aggiunto il sequestro di proventi del delitto per un valore di circa 9 milioni di euro e il recupero di tutte le imposte illecitamente sottratte al fisco.
  Da ultimo, ritengo utile offrire alle signorie vostre anche una sintesi dei risultati conseguiti negli altri settori della missione istituzionale della Guardia di finanza, partendo da quelli ottenuti nel comparto della tutela delle uscite. In tale ambito registriamo, rispetto al primo semestre del 2015, un sensibile aumento dell'ammontare dei sequestri operati nel settore delle truffe in danno del bilancio dell'Unione europea, pari a 17 milioni di euro, con un incremento del 39 per cento, e degli incentivi nazionali, per un importo di 68,5 milioni di euro, con un incremento del 24 per cento. Sono stati denunziati, sempre nei primi sei mesi, 760 soggetti per truffe al Servizio sanitario nazionale (60 per cento in più), 750 per gli illeciti penali connessi agli appalti pubblici (62 per cento in più) e 2.450 per reati contro la pubblica amministrazione (33 per cento in più). L'ammontare dei danni erariali complessivamente scoperti e segnalati alla Corte dei conti è stato Pag. 10pari a 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 20 per cento, mentre sono state scoperte truffe per circa 700.000 euro nel settore delle prestazioni sociali agevolate, con un incremento del 42 per cento, e per 1,9 milioni di euro in quello dei ticket sanitari, con un incremento addirittura del 133 per cento. Tutte queste percentuali di incremento derivano da un maggiore impegno, ma anche da una maggiore selezione dei soggetti. Abbiamo cercato di colpire in termini mirati.
  Per quanto concerne l'azione di contrasto alla criminalità economica e finanziaria, segnalo in particolare che è stata rafforzata la lotta al finanziamento del terrorismo, mediante la previsione di uno specifico piano operativo, per dare autonoma evidenza alle complesse attività di approfondimento svolte dai reparti su delega del Nucleo speciale di polizia valutaria e alle segnalazioni per operazioni sospette cui accennavo prima (siamo arrivati a oltre 80.000) connesse a tale fenomeno criminale, nonché attraverso l'istituzione del Gruppo investigativo per il finanziamento al terrorismo (GIFT). Questa è stata una delle prime iniziative da me adottate come comandante generale della Guardia di finanza. Questo gruppo è stato recentemente istituito presso il Nucleo speciale di polizia valutaria e sta già operando molto bene. Infatti, cercheremo di estenderlo un po’ su tutto il territorio nazionale. Con riferimento alla criminalità economica, nei primi sei mesi dell'anno sono stati sequestrati circa 19 milioni di euro per fattispecie di usura, con un incremento del 182 per cento sul 2015. Questo è il frutto, ahimè, del perdurare della crisi. Sono stati denunciati 204 responsabili, 60 dei quali tratti in arresto, con un incremento del 76 per cento rispetto all'anno precedente. Nello stesso periodo, inoltre, sono stati segnalati alla magistratura 2.600 soggetti per reati fallimentari, di cui 104 in stato di arresto, e sono stati individuati valori oggetto di distrazioni per circa 740 milioni di euro, di cui 140 oggetto di sequestro. Si è inoltre proceduto alla denuncia di ben 382 soggetti (30 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) per reati bancari, di cui 89 in stato d'arresto, con il conseguente sequestro di beni per un valore di 304 milioni di euro. È stata poi rafforzata l'azione di aggressione patrimoniale nei confronti della criminalità organizzata, con sequestri di beni e disponibilità finanziarie nei confronti di indiziati come appartenenti a organizzazioni mafiose e di soggetti contigui ad associazioni criminali per oltre 1,4 miliardi. Anche in questo settore cito l'incremento rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso del 37 per cento. Vi sono stati provvedimenti di confisca per oltre 675 milioni di euro, con un incremento del 177 per cento: anche questo dato è frutto di una maggiore selezione della platea di riferimento. Abbiamo colpito in termini più mirati.
  Passo ora al potenziamento della proiezione investigativa del Corpo per l'ulteriore rafforzamento del contrasto alle grandi frodi e alla criminalità economica e finanziaria. Avviandomi alla conclusione, ritengo opportuno, se me lo consentite, sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni sui possibili scenari futuri che si potrebbero delineare. Come testimoniano i dati in precedenza citati, negli ultimi anni il Corpo ha adottato iniziative per orientare sempre più gli interventi verso i fenomeni evasivi più gravi e pericolosi, puntando a conseguire gli obiettivi dell'effettivo ristoro delle casse erariali e del contrasto patrimoniale a ogni forma di illegalità potenzialmente lesiva, non soltanto del bilancio dello Stato, ma anche e soprattutto della leale concorrenza tra gli operatori economici. Infatti, credo che una delle più importanti mission di una polizia economico-finanziaria sia proprio la tutela del mercato e del rispetto delle regole della domanda e dell'offerta. Nella prospettiva di un ulteriore potenziamento del ruolo di raccordo informativo assegnato dal legislatore al Corpo, negli ultimi mesi sono state avviate interlocuzioni con il Ministero dell'interno e con le altre forze di polizia, allo scopo di consolidare e rendere maggiormente sistematico il flusso di comunicazioni previste dall'articolo 36 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973. Cerchiamo di portare avanti questa Pag. 11campagna di maggiore collaborazione, peraltro già ad altissimi livelli. A questo proposito, se mi consentite, intendo rivolgere un sentito ringraziamento alle consorelle forze di polizia. Secondo tale disposizione, i soggetti pubblici incaricati istituzionalmente di svolgere attività ispettive o di vigilanza, gli organi giurisdizionali, nonché gli organi di polizia giudiziaria che, a causa o nell'esercizio delle loro funzioni, vengono a conoscenza di fatti che possono configurarsi come violazione tributaria devono, come è noto, comunicarli alla Guardia di finanza, fornendo l'eventuale documentazione atta a comprovarli. In tale contesto, il Capo della polizia, nonché direttore generale della pubblica sicurezza, all'esito del confronto instaurato con il Comando generale del Corpo, ha diramato a tutti i prefetti e a tutte le autorità di governo locale, nonché alle articolazioni centrali delle forze di polizia, un'apposita direttiva con la quale vengono fornite linee di indirizzo atte a uniformare le concrete modalità di attuazione della citata disposizione. L'auspicio di tale importante iniziativa è quello di incrementare il patrimonio informativo a disposizione dei reparti con dati, notizie ed evidenze probatorie di straordinaria rilevanza operativa, da utilizzare per avviare successivamente interventi ispettivi volti a far emergere fattispecie di evasione e di frode fiscale.
  A tal riguardo, ricordo che l'articolo 1, comma 141, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, legge di stabilità per il 2016, ha introdotto l'obbligo in capo alle autorità inquirenti di dare immediata notizia all'Agenzia delle entrate di tutte le violazioni che comportano obbligo di denunzia ai sensi del codice di procedura penale, per qualsiasi reato da cui possa derivare un provento o un illecito vantaggio, per procedere tempestivamente al relativo accertamento. Allo scopo di coordinare gli effetti delle disposizioni in esame, pertanto, è stato avviato un confronto con l'Agenzia delle entrate, all'esito del quale sono stati concertati, fermi restando gli orientamenti che saranno assunti dalle locali autorità giudiziarie, specifici percorsi operativi compendiati in puntuali direttive per gli uffici e per i reparti. In sostanza, si è concordemente stabilito, nel quadro di un rapporto di specialità della norma più recente rispetto a quella del 1973, che l'autorità giudiziaria continua a trasmettere alla Guardia di finanza le evidenze a sua disposizione ogni qual volta siano necessari ulteriori approfondimenti per determinare la qualificazione e/o quantificazione della ricchezza di provenienza illecita, attivando direttamente l'agenzia qualora non fossero necessarie ulteriori attività istruttorie. Sotto altro aspetto, ma sempre nella prospettiva di condurre l'azione di lotta all'evasione fiscale in modo integrato nell'ambito dello svolgimento di indagini contro il crimine economico, è stato di recente conferito maggiore impulso all'azione ispettiva in materia di antiriciclaggio. Di indubbia utilità è il patrimonio informativo proveniente dall'approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette trasmesse dagli intermediari finanziari e dagli altri soggetti sottoposti alla disciplina dell'antiriciclaggio, finalizzato a riscontrare l'origine e la causa delle movimentazioni anomale. Per questo motivo, nel tempo sono state emanate puntuali direttive affinché tutte le pattuglie incaricate di attività ispettive in materia fiscale verifichino sempre preventivamente l'esistenza di queste segnalazioni a carico di soggetti selezionati, per poi svolgere i controlli. I reparti hanno ben presente che secondo l'orientamento prevalente tali evidenze non possono essere direttamente impiegate per fondare un accertamento, rappresentando soltanto un input per avviare o indirizzare gli interventi ispettivi, nella massima salvaguardia della riservatezza della fonte. Come sapete, ci sono specifiche direttive anche sulla salvaguardia dell'organo segnalante dell'operazione sospetta. In tale contesto, nelle ultime settimane sono state emanate direttive volte proprio a disciplinare procedure ispettive semplificate per un presidio territoriale più diffuso e specifico ai fini del monitoraggio dei flussi finanziari che transitano per circuiti di pagamento alternativi al canale bancario, soprattutto i cosiddetti money transfer, altra nota dolente del nostro sistema, in modo da acquisire informazioni Pag. 12 potenzialmente indicative di trasferimento o impieghi di proventi illeciti ovvero riconducibili a fenomeni di finanziamento del terrorismo. Il gruppo da me costituito ai primi di giugno e operante dai primi di luglio è particolarmente orientato proprio al controllo di questi intermediari finanziari che operano con il sistema dei money transfer.
  Oltre che per tale finalità, tali controlli potranno far emergere indizi concernenti condotte illecite di varia natura sottese alle movimentazioni finanziarie riscontrate, anche di tipo fiscale, da sottoporre a successivi riscontri operativi. La necessità di marcare sempre più la connotazione investigativa della Guardia di finanza è, inoltre, uno dei princìpi di fondo dell'Atto di indirizzo per la definizione delle priorità politiche per il 2017, recentemente emanato dal signor Ministro dell'economia e delle finanze. In tale atto viene, infatti, anzitutto confermata la necessità che la Guardia di finanza orienti la propria azione di servizio proprio verso quei fenomeni illeciti più pericolosi, gravi e diffusi sul territorio, con particolare riferimento a quelli di tipo organizzato, che, per le loro caratteristiche, richiedono metodologie di intervento tipiche di una forza di polizia, favorendo i rapporti di cooperazione e scambio informativo, anche di tipo internazionale, e intensificando l'attività di intelligence, l'analisi di rischio e il controllo economico del territorio. L'Atto di indirizzo per il 2017 prevede che il Corpo assicuri anche le analisi di rischio congiunte con l'Agenzia delle entrate – è un lavoro di grande sinergia – tanto per finalità di mappatura dei fenomeni evasivi quanto per la predisposizione dei rispettivi piani di intervento, da svolgere anche in maniera integrata: si tratta di un'assoluta novità di cui andiamo molto fieri. Siamo veramente molto contenti di poter partecipare a questa iniziativa.
  A proposito del coordinamento operativo già in essere tra le due istituzioni, reputo utile ricordare che da anni il sistema è ben strutturato e funzionale per evitare duplicazioni e reiterazioni dei controlli, mediante la collaudata procedura telematica del sistema Modello unificato per le verifiche (MUV). Mediante questo sistema, le unità operative della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle entrate comunicano immediatamente l'avvio, la sospensione, la ripresa o la conclusione dei controlli, proprio per evitare la reiterazione dell'attività ispettiva. Il sistema è ben strutturato e funzionale per assicurare inoltre il coordinamento preventivo dei rispettivi interventi nei confronti dei soggetti di media o rilevante dimensione, attraverso il confronto dei nominativi dei soggetti selezionati e l'adozione di misure idonee a garantire la massima riservatezza della procedura, e per condividere preliminarmente i rilievi particolarmente complessi e consistenti, in modo da garantire un più agevole recepimento degli esiti delle verifiche negli accertamenti, riducendo soprattutto il contenzioso. Presidente, credo che questo sia un passaggio importantissimo, perché si riducono il numero e soprattutto i tempi delle controversie. Con riferimento a tale ultimo aspetto, segnalo che nel 2015 sono stati attivati diciotto confronti tecnico-operativi a livello centrale, in relazione ai quali sono state concluse attività ispettive, con la costatazione di circa 8 miliardi di euro di redditi non dichiarati ai fini delle imposte sui redditi.
  In aggiunta a queste forme di collaborazione, l'Atto di indirizzo per il 2017 dispone ulteriormente che la Guardia di finanza deve comunicare all'Agenzia delle entrate gli elementi di rischio non utilizzati dal Corpo per attività ispettive autonome, perché questa ne tenga conto nell'ambito della propria autonoma attività istituzionale. L'Agenzia delle entrate, di contro, trasmette al Corpo le comunicazioni inviate ai contribuenti finalizzate a semplificare gli adempimenti, stimolare l'assolvimento degli obblighi tributari e favorire l'emersione spontanea delle basi imponibili. Queste modalità di cooperazione – se ne è parlato ieri a un convegno – vanno a completare le procedure già in atto, volte a disciplinare l'impatto sulle attività di verifica fiscale di due importanti istituti introdotti dal legislatore negli ultimi anni: la voluntary disclosure e il ravvedimento operoso cosiddetto Pag. 13 «esteso», previsti rispettivamente dalle leggi n. 186 e n. 190 del 2014. In aderenza allo spirito di fondo dei provvedimenti normativi in esame, improntati a un rinnovato spirito collaborativo fra fisco e contribuente, il Comando generale ha diramato specifiche istruzioni operative, volte a disciplinare le modalità di verbalizzazione nei casi in cui i contribuenti, anche nel corso di una verifica o di un controllo, procedano alla regolarizzazione delle proprie violazioni fiscali, presentando la dichiarazione integrativa per il ravvedimento o l'istanza di accesso alla voluntary disclosure. Tali direttive, oggetto di preliminare raccordo con l'Agenzia delle entrate, hanno lo scopo di contemperare l'aspettativa di un rafforzamento del dialogo tra l'amministrazione e i controllati, nell'ottica di favorire l'adempimento spontaneo e l'accesso agli istituti citati, con l'esigenza, ancora una volta, di concentrare l'azione ispettiva nei confronti dei soggetti che decidano di permanere nell'area dell'illegalità fiscale.
  La natura di forza di polizia della Guardia di finanza connotata in manieria peculiare, come più volte rimarcato nel corso del mio intervento, e l'azione di servizio del Corpo, con riferimento, non soltanto alle modalità e agli ambiti di intervento, ma anche alle fasi di selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, sono alla base delle analisi di rischio e delle banche dati. La ricerca e, quindi, la raccolta e l'esame delle tracce e degli indizi di pericolosità fiscale ed economico-finanziaria rappresenta, infatti, un'attività permanente e continuativa da parte di ogni reparto, in modo da alimentare, durante tutto il corso dell'anno e senza soluzione di continuità, il processo di definizione dei target operativi. Negli ultimi anni, anche grazie alla collaborazione con le agenzie fiscali, sono stati acquisiti numerosi database, con lo scopo di potenziare l'attività di analisi e orientare le metodologie di controllo in relazione agli elementi preliminarmente acquisiti, in modo da concentrare gli approfondimenti e ridurre, ove possibile, la tempistica delle ispezioni.
  La capacità di governare gli strumenti informatici è molto importante, non solo nel momento della pianificazione degli interventi, ma anche nella fase dell'esecuzione dei controlli e delle indagini, soprattutto per la ricerca di informazioni indispensabili per l'accertamento di eventuali violazioni fiscali ed economico-finanziarie. Questa capacità è importante anche per la diffusa pratica degli evasori di istituire contabilità parallele (cosiddette «contabilità nere»), memorizzate in apparati e sistemi di comunicazione informatici, ovvero di nascondere corrispondenze o altri dati, anche in forma telematica, di rilevante importanza, di modo tale da rendere estremamente difficoltoso il rinvenimento delle prove delle attività illecite. Per questa importante esigenza, la Guardia di finanza si è da tempo dotata di una specifica figura professionale denominata computer forensics and data analysis, che viene attribuita a militari che, oltre ad avere una pluriennale esperienza nel settore delle verifiche e adeguate conoscenze informatiche, svolgono un apposito corso di formazione. Al momento sono circa 160 i finanzieri in possesso di questa specifica qualifica, che vengono quotidianamente impiegati per dare supporto tecnico alle investigazioni, per la raccolta di elementi di prova su elementi informatici e per operare professionalmente l'elaborazione, l'integrazione e l'analisi dei dati acquisiti nel corso dell'attività investigativa, soprattutto all'atto dell'intervento. Questo genere di iniziative naturalmente non è circoscritto all'azione di contrasto alle frodi e all'evasione fiscale, ma è rivolto anche al settore della spesa pubblica, nella consapevolezza che l'incremento delle informazioni in questo ambito può rilevare in chiave operativa sotto molteplici punti di vista, che sostanzialmente abbracciano tutti i segmenti della missione istituzionale affidata al Corpo, dalla tutela delle uscite dello Stato alla lotta alla criminalità, dalla vigilanza sul mercato di beni e servizi al contrasto all'evasione e al lavoro nero.
  La Guardia di finanza è così da tempo impegnata nella costruzione di applicativi aventi lo scopo di agevolare lo sviluppo di attività investigative nel settore del contrasto agli sprechi di denaro pubblico, che Pag. 14consentano di incrociare i dati dei flussi di spesa acquisiti dagli organismi che gestiscono tali informazioni con quelli desumibili dagli archivi informatici a disposizione del Corpo, per poter fare emergere elementi di rischio. Tra le varie progettualità sviluppate, segnalo innanzitutto il Sistema informativo antifrode (SIAF), la cui realizzazione è stata finanziata, con fondi rientranti nell'ambito del Programma operativo nazionale governance e assistenza tecnica 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, che si propone di mettere a disposizione dei reparti un quadro conoscitivo completo sulle dinamiche di movimentazione e percezione dei fondi a carico del bilancio dell'Unione europea. Un'altra iniziativa in corso, anch'essa finanziata dai fondi europei, è la banca dati per il monitoraggio dei contratti pubblici (MOCOP), che ha l'obiettivo di agevolare i reparti nello sviluppo di attività investigative che abbiano a oggetto procedure di appalto. Il sistema consente di incrociare le informazioni della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, gestita dall'Autorità nazionale anticorruzione, con cui si ha, come sapete, un protocollo d'intesa, che contiene tutte le informazioni che riguardano la contrattualistica pubblica (generalità delle stazioni appaltanti, bandi di gara, importi degli affidamenti, dati relativi alle società aggiudicatrici), con gli applicativi informatici in uso al Corpo, in modo da rendere possibile, attraverso l'elaborazione di appositi indicatori di rischio, l'esecuzione di analisi operative mirate: questa è la famosa interconnessione delle banche dati che tanto auspichiamo. Da ultimo, a seguito della sottoscrizione di un memorandum d'intesa con l'Ispettorato generale per l'informatizzazione della contabilità di Stato della Ragioneria generale dello Stato, la Guardia di finanza ha ora accesso anche alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche, contenente informazioni riguardanti tutti i flussi della spesa. La Ragioneria generale dello Stato ha infatti realizzato un cruscotto operativo a uso esclusivo del Corpo, in grado di correlare le informazioni sui flussi di spesa a indici di ricerca specifici, quali, per esempio, il numero delle partite IVA o di codici fiscali, e consentire conseguentemente la ricostruzione dei processi di movimentazione delle risorse pubbliche e da lavoro attribuite a figure soggettive ben individuate. La necessità di rendere strutturate le analisi preventive è alla base anche della realizzazione diretta da parte della Guardia di finanza di applicativi volti a soddisfare le esigenze di interpolazione delle informazioni, per incrementare la qualità della selezione dei soggetti da sottoporre a controllo nelle varie aree della missione istituzionale. Mi sto riferendo, in estrema sintesi, ai seguenti sistemi. Il primo è il software Molecola, ideato dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, in grado di predisporre fascicoli informatici concernenti ogni informazione disponibile nelle banche dati sui soggetti monitorati per attività criminali. Il secondo è l'applicativo SIVA (Sistema informativo valutario), che consente la gestione del flusso informativo delle segnalazioni per operazioni sospette ai fini dell'antiriciclaggio e che è funzionale al supporto di ogni genere di investigazione economico-finanziaria. Il terzo è il Sistema informativo anticontraffazione (SIAC), attraverso il quale è possibile predisporre approfondimenti di contesto, instaurare rapporti di collaborazione tra le componenti istituzionali e le aziende e procedere a un'adeguata informazione dei consumatori, per un rafforzamento della tutela della proprietà intellettuale. Tengo, infine, a precisare che le risultanze delle banche dati, ancorché di estrema importanza, non sono di per sé bastevoli per il pieno presidio del complesso e articolato mondo dell'illegalità economico-finanziaria. La Guardia di finanza integra per il successivo sviluppo le notizie e i dati acquisiti dagli applicativi informatici con le risultanze dell'attività di intelligence, ossia la ricerca di elementi informativi di interesse. A livello locale viene sviluppato sul territorio un processo permanente di ricerca informativa, osservazione e analisi dell'evoluzione del sistema economico e finanziario, al fine di acquisire elementi utili per pianificare ed eseguire interventi mirati, puntando, Pag. 15quindi, alla massima concretezza e proficuità dell'azione ispettiva a cui si accennava prima, che è foriera di questi notevoli incrementi di rendimento, e per la successiva elaborazione delle informazioni acquisite dalle varie fonti mediante la consultazione dei database a disposizione. In questa prospettiva, la Guardia di finanza sta procedendo a una sempre più diffusa ed efficace valorizzazione delle notizie liberamente accessibili sul web, nella consapevolezza che negli ultimi anni la rapida evoluzione della tecnologia informatica e l'amplissima diffusione di internet, oltre a nuove prospettive di sviluppo, hanno comportato, non solo il proliferare di nuovi reati – mi riferisco ai cosiddetti reati informatici e al commercio informatico – ma anche la diversificazione delle modalità di realizzazione dei crimini economico-finanziari e l'ampliamento delle possibilità per occultare o trasferire capitali, anche sfruttando l'anonimato delle transazioni. Di recente, ho pertanto dato disposizione al reparto operazioni di avviare un sistematico, strutturato e permanente monitoraggio della rete, in particolare con l'obiettivo di individuare tracce di fenomeni di illegalità economico-finanziaria commessa sfruttando la rete internet. Come sapete, questo lavoro viene svolto da un nucleo speciale per le frodi tecnologiche. Si tratta di un nucleo di istituzione abbastanza recente, che stiamo notevolmente potenziando in termini di organici, oltre che di mezzi informatici a disposizione, proprio per svolgere queste particolari investigazioni nel settore informatico.
  Una prima concreta sperimentazione sul campo di tale approccio è rappresentata dall'operazione Venice journey del comando provinciale di Venezia, fondata per l'appunto sulla preliminare acquisizione di informazioni di interesse investigativo presenti sul web e sugli esiti di una mirata attività di controllo economico del territorio, allo scopo di individuare fenomeni di evasione realizzati da strutture turistico-ricettive. In particolare, è stato predisposto uno specifico applicativo informatico, attraverso il quale sono stati estrapolati dati di interesse presenti su alcuni siti deputati all'intermediazione di domanda e offerta di ricettività turistica, per poi incrociare queste informazioni con le risultanze delle banche dati degli enti locali e in uso al Corpo, allo scopo di far emergere posizioni sospette nei cui confronti avviare specifici controlli. Dobbiamo cercare di ridurre al massimo la platea dei soggetti da controllare, selezionandoli e individuando possibilmente i soggetti più sospetti. Sono stati così selezionati alcuni soggetti che presentavano alti profili di pericolosità fiscale, con conseguente avvio di attività ispettiva nei loro riguardi, per procedere alla constatazione delle violazioni alla normativa tributaria e di pubblica sicurezza, in quest'ultimo caso ovviamente svolta d'intesa con la polizia locale.
  In casi come quello appena descritto, assume altresì molta importanza l'azione di controllo economico del territorio, sviluppata quotidianamente dalla Guardia di finanza, ovvero i controlli su strada delle pattuglie, che hanno lo scopo di acquisire un'aggiornata conoscenza e una completa padronanza dell'ambiente esterno, con particolare riferimento alle manifestazioni di ricchezza, alle movimentazioni, agli impieghi di disponibilità patrimoniali e finanziarie più consistenti nei diversi contesti geografici. Proprio partendo da questa profonda consapevolezza, ho ritenuto opportuno valorizzare ulteriormente la presenza del Corpo sul territorio, al fine di pervenire a un sostanziale rafforzamento dell'attività preventiva e repressiva lungo tutte le direttrici del territorio nazionale potenzialmente interessate dai traffici illeciti di varia natura, mediante la predisposizione di un recentissimo dispositivo permanente di contrasto agli illeciti economico-finanziari, caratterizzato da flessibilità e dinamismo e basato su una preventiva e mirata mappatura delle aree maggiormente sensibili nei diversi ambiti provinciali. Questo progetto, che ha già dato ottimi risultati nella consuntivazione dell'attività di questa estate, punta a rendere maggiormente proiettata sul territorio l'azione della Guardia di finanza mirata alla prevenzione e al contrasto di traffici illeciti, quali in particolare quelli aventi a oggetto tabacchi lavorati Pag. 16esteri (contrabbando di sigarette), merce contraffatta, sostanze stupefacenti, armi e prodotti petroliferi, come abbiamo detto poc'anzi, nonché illeciti flussi di denaro, titoli e altri mezzi di pagamento. Ciò avviene mediante pattuglie automontate specificatamente destinate a tale funzione, impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e posti di controllo, operanti sia in uniforme che in borghese.
  Avviandomi alla conclusione, ritengo utile svolgere alcune considerazioni e formulare alcune proposte, se mi è consentito, prendendo spunto dai princìpi che hanno guidato il legislatore nell'attuazione della riforma fiscale, alla quale la Guardia di finanza ha aderito in maniera convinta e davvero concreta. Per incidere in modo effettivo sull'evasione, alla luce dell'evidente e oggettiva impossibilità di assicurare un'azione ispettiva capillare e approfondita, occorre procedere alla raccolta di adeguate informazioni sulle possibili manifestazioni di capacità contributiva e, quindi, alla ricostruzione dei flussi finanziari in grado di orientare i controlli. In questa prospettiva, non posso che rinnovare l'auspicio, già noto a codesta Commissione, che venga garantito anche al Corpo il pieno accesso alle informazioni contenute nella cosiddetta Anagrafe dei rapporti rafforzata, riguardanti i saldi e le movimentazioni finanziarie, per le finalità di analisi del rischio di evasione di cui all'articolo 11 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge n. 190 dello stesso anno. Sotto altro aspetto, rinnovo il convincimento che sia necessario accelerare il processo di attuazione dell'articolo 11-bis del decreto-legge n. 201 del 2011, a norma del quale tutte le richieste di informazione o di documentazione indirizzate a banche, intermediari finanziari e imprese di assicurazione, nonché le relative risposte riguardanti i procedimenti diversi da quelli tributari devono essere effettuate esclusivamente in via telematica, previa consultazione dell'archivio dei rapporti e mediante lo stesso applicativo già utilizzato per le indagini finanziarie ai fini fiscali. Nella medesima dinamica, del resto, si inseriscono i lavori in atto per l'attuazione dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 195 del 19 novembre 2008, a mente del quale le informazioni relative alle dichiarazioni valutarie presentate in dogana ai sensi dell'articolo 3 del citato decreto legislativo n. 195 del 2008 devono essere trasmesse in via telematica all'Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza, secondo modalità e termini stabiliti con un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze tuttora in via di definizione. Tengo a rimarcare che si tratta di informazioni quanto mai importanti per avviare le analisi di rischio necessarie per selezionare i contribuenti che risultino connotati da profili di incoerenza economico-reddituale o da elevata capacità contributiva, nei cui confronti svolgere successivamente operazioni mirate, tenuto conto che, come risulta dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del 2015, nel 2014 risultano presentate 33.000 dichiarazioni per il trasferimento di denaro contante a seguito di un controvalore di circa 7 miliardi di euro. Su questa impostazione si attestano, peraltro, anche le iniziative promosse in seno all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e ad altre istituzioni internazionali.
  Riteniamo importante per la Guardia di finanza avere accesso ai dati che saranno trasmessi all'amministrazione finanziaria sulla base delle disposizioni della direttiva europea n. 16 del 2011, come di recente integrata, relativamente alle informazioni finanziarie riguardanti i conti correnti detenuti all'estero da contribuenti residenti, e del Common reporting standard dell'OCSE. In base a tale ultimo sistema di scambio informativo, mutuato dagli accordi FACTA (Foreign account tax compliance act) statunitensi, cui anche l'Italia ha aderito con un accordo siglato il 10 gennaio 2014, la cui entrata in vigore si è perfezionata il 18 novembre 2015, sono 127 gli Stati che hanno manifestato la propria disponibilità. Sul piano dell'implementazione del patrimonio informativo a disposizione dell'amministrazione finanziaria, non può non farsi cenno al recente decreto ministeriale 4 agosto 2016, secondo cui i dati delle fatture emesse e ricevute che il contribuente Pag. 17 trasmetterà all'Agenzia delle entrate, aderendo al regime opzionale del decreto legislativo n. 127 del 2015, saranno incrociati con le risultanze degli altri database pubblici, per favorire l'emersione spontanea delle basi imponibili e, di converso, per mirare ancora meglio le iniziative operative.
  In una prospettiva di pieno coordinamento, in modo da evitare duplicazioni o sovrapposizioni di intervento, è giustamente previsto che le informazioni in questione siano messe a disposizione anche della Guardia di finanza. L'incremento della qualità e della quantità dei dati e delle notizie che conseguirà a questo nuovo regime contribuirà a contenere il presidio ispettivo della massa dei contribuenti, per far sì che l'attenzione operativa sia sempre più concentrata soltanto su coloro che presentano i più alti rischi di frode. Se, però, la direzione del sistema nel suo complesso è ormai univocamente e chiaramente tracciata nel senso di una più mirata selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo, è forse il caso di valutare la possibilità di affrancare l'amministrazione finanziaria da vincoli di presenze ispettive correlati esclusivamente a rigidi parametri numerici, non connessi a concreti elementi espressivi di potenziale pericolosità fiscale. Penso, ad esempio, all'articolo 24, secondo comma, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, che prevede una presenza ispettiva minimale da assicurare ogni anno, nella misura del 20 per cento, nei confronti delle imprese di medie dimensioni, nonché al sistema di tutoraggio per le imprese di più rilevanti dimensioni, sancito all'articolo 27, comma 9, del decreto-legge 185/2008, anche in considerazione delle recenti disposizioni emanate in tema di cooperative compliance introdotte dal decreto legislativo n. 128 del 2015. L'approccio basato sul rischio, del resto, è anche alla base dei princìpi ispiratori della quarta direttiva comunitaria in materia di antiriciclaggio, in corso di recepimento nel nostro Paese.
  Centrale rilievo in tale contesto è assegnato alla trasparenza, con particolare riferimento alla disponibilità di informazioni accurate e aggiornate sul titolare effettivo delle operazioni, necessarie per rintracciare criminali che potrebbero altrimenti occultare la propria identità dietro strutture societarie o altri enti, spesso con sede all'estero. Per questo motivo, allo scopo di promuovere la trasparenza per contrastare l'abuso di soggetti giuridici, è prevista l'archiviazione di tali informazioni in registri centrali a disposizione delle autorità competenti, dei quali si auspica una piena utilizzabilità anche per finalità di contrasto all'evasione fiscale.
  Signor presidente, onorevoli senatori e deputati, chiudo qui il mio intervento, che ho cercato di contenere nei limiti di un'ora, confermando il massimo impegno della Guardia di finanza a proseguire nel percorso di costante modernizzazione delle tecniche di contrasto alle grandi evasioni e alle frodi, nonché a ogni forma di criminalità economico-finanziaria, nel solco degli obiettivi e dei programmi assegnati dal signor Ministro dell'economia e delle finanze. La priorità del Corpo è sempre stata, resta e resterà quella di incidere in maniera concreta sulle forme di illegalità più gravi e diffuse, nella consapevolezza della correttezza dell'operato della maggioranza delle imprese e dei professionisti e quindi dell'importanza di elevare la capacità di individuare a priori i responsabili delle grandi evasioni e dei crimini economico-finanziari. In questa direzione, il punto di forza della Guardia di finanza è quello di essere una forza di polizia in grado di coniugare le tecniche investigative proprie delle indagini giudiziarie con le metodologie ispettive tipiche del controllo finanziario e fiscale, pienamente inserita nel sistema nazionale di tutela della sicurezza pubblica e, al tempo stesso, nel dispositivo di presidio degli interessi economici e finanziari dello Stato. A questo riguardo, ribadisco con convinzione l'importanza che il Corpo annette alla cooperazione tra le istituzioni, nella consapevolezza che la legalità economico-finanziaria richiede un'azione corale e condivisa fra tutti gli organi depositari di responsabilità in questi ambiti, ciascuno in relazione alle proprie prerogative istituzionali. Ne sono conferma i circa 40 protocolli Pag. 18d'intesa stipulati a livello centrale con le varie autorità di garanzia e di vigilanza, altri ministeri e istituzioni, e gli oltre 700 accordi attualmente in essere con regioni, enti locali e altri organi presenti sul territorio. Il rafforzamento di queste linee di azione è l'obiettivo principale alla base della nuova circolare in tema di istruzioni sull'attività di verifica, destinata a sostituire la circolare n. 1 del 2008, che ho dato immediatamente mandato di predisporre nei prossimi mesi, con la precisa prospettiva di rendere ancora più marcata ed evidente la natura di investigazione economico-finanziaria propria dell'attività della Guardia di finanza in campo fiscale, quale procedura operativa assolutamente esclusiva del Corpo e complementare rispetto alle attività istruttorie e di accertamento delle agenzie fiscali.
  Vi ringrazio molto per l'attenzione.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie della sua ricca illustrazione. Mi rendo conto che le domande possono essere veramente tante, perché lei ha sollevato molti quesiti nella mia mente. D'altronde, è un inizio e, quindi, giustamente, si è presentato con le carte in regola. Desidero porre domande che probabilmente avranno bisogno di un approfondimento e delle quali può prendere nota: i suoi predecessori in questa Commissione erano di casa.

  GIORGIO TOSCHI, Comandante generale della Guardia di finanza. Sono molto contento di rafforzare questa collaborazione.

  ALESSANDRO PAGANO. Mi permetto di sollevare alcuni spunti, che non sono gli unici, ma sono quelli che mi sono venuti immediatamente in mente. Ho visto che l'illecito nella spesa pubblica è una delle missioni su cui avete lavorato e su cui cominciano ad affiorare già i primi risultati. Siamo convinti che la spesa pubblica presenti sempre le solite problematiche che sono sui giornali (le tangenti eccetera), ma in verità non è così. Dentro gli enti c'è un'attività che deve essere fatta affiorare. Sono convinto che sia arrivato il momento di cominciare a studiare in Italia un'ipotesi di «Agenzia delle uscite», perché tutti siamo attenti alle entrate, ma pochi sono attenti alle uscite. Non è soltanto una visione morale, ma è anche una visione di efficienza ed efficacia dell'azione. Mi iscrivo all'interno del filone che immagina che si debba cominciare a lavorare in questa direzione. Avete un ruolo preponderante, anzi siete la punta avanzata di questo ragionamento, perché siete voi che scoprirete o state già scoprendo, da ciò che mi risulta, se nei comuni ci siano illeciti amministrativi. Questi illeciti non dipendono dalla politica, perché chi manovra spesso non è per niente un politico. Sollevo questa questione: mi interesserebbe avere il suo parere, soprattutto prospettico, da un punto di vista tecnico, su come risollevare il problema e darci spunti di riflessione affinché un giorno possa giungere anche un'azione legislativa consequenziale.
  Lei ha citato poc'anzi, tra i tanti casi interessanti, l'indagine transnazionale sul materiale ferroso. Neanche a farlo apposta, proprio ieri in Parlamento c'era in discussione un disegno di legge, a doppia firma, tra cui quella del sottoscritto, sulle problematiche legate al rame. Si tratta di un problema serissimo, perché blocca l'economia agricola per settimane e talvolta anche per mesi, specialmente se si tratta di zone periferiche. Di fronte a tutto questo, i giudici pongono una domanda semplice: «Quanto vale questo rame? Vale 500 euro? E per 500 euro ci fate perdere tutto questo tempo?» Invece, il danno sociale è colossale. In questo contesto, sono convinto che quello che sta accadendo, cioè questa attenzione che c'è da parte della Guardia di finanza, sia un elemento importantissimo. Siccome sono tutte problematiche transnazionali, vorrei capire se avete statistiche o comunque se state puntando l'attenzione su questo aspetto.
  Aggiungo un'osservazione sul furto di bestiame, su cui le ho inviato una nota tempo fa, a cui lei gentilmente ha già risposto. Con l'abbassamento dell'economia un certo tipo di criminalità si stia dedicando a questo reato e puntarvi l'attenzione ritengo non sia banale. Pag. 19
  Arriviamo al succo delle mie domande, perché quelle poste finora sono solo di introduzione. Sono molto contento del lavoro che sta facendo il GIFT.

  GIORGIO TOSCHI, Comandante generale della Guardia di finanza. La ringrazio, perché me ne assumo la paternità.

  ALESSANDRO PAGANO. Gliene do atto e merito, perché tutti stanno attenti alla sicurezza e pochi al fatto che c'è un approvvigionamento finanziario che da qualche parte arriva. I canali sono noti. Lei stesso ha parlato del money transfert, che, non solo dissangua il Paese da un punto di vista finanziario, non solo è evasione (altro ramo di cui lei si occupa), ma spesso è elemento di circolazione finanziaria per l'approvvigionamento di strumenti di guerra. Penso che puntare l'attenzione su questo sia importante e avrei piacere che ci fosse un monitoraggio costante nei prossimi incontri e anche nelle sue relazioni. Sul money transfert finalmente si sta cominciando a ragionare, presidente. È un nostro cavallo di battaglia. Questo tema finora è stato trascurato ed è arrivato il momento di metterci letteralmente mano, perché si tratta di dissanguamenti complessivi e spaventosi della nostra economia.
  Chiudo con un ultimo passaggio su un tema che è un mio pallino, come i suoi collaboratori le avranno sicuramente riferito. Oggi si comincia a parlare di evasione e di elusione delle multinazionali. La prima volta che se ne cominciò a parlare fu in questa Commissione tre anni fa. Oggi ci sono le famose multinazionali dell'informatica, ma non solo, che vengono a transare nell'ordine di centinaia di milioni di euro e anche di miliardi. Tutto questo è ancora niente, perché le evasioni e le elusioni sono spaventose. Potrei citare casi che sono sotto gli occhi di tutti. Io, se faccio una fattura di un milione di euro di marketing, cosa intangibile e non verificabile, con la mia affiliata in Lichtenstein o in Olanda pago il 12 per cento, eludendo un'imposta che qui è tre volte maggiore. Penso che dobbiate mettere mano su questo argomento. Le vostre sezioni sono già efficienti, ci state lavorando e avete una struttura importante, però non basta, perché loro sono transnazionali e, per definizione, superano gli Stati. La politica vi deve dare un aiuto con gli accordi internazionali. Ne abbiamo parlato anche con la professoressa Lapecorella in una precedente audizione e, quindi, è chiaro che stiamo lavorando affinché ci sia un'operazione di coordinamento internazionale, che superi la transnazionalità. Tuttavia, sappiamo bene che voi, con la vostra bravura e capacità di incisione, sapete già operare in tal senso.

  PAOLO PETRINI. Ringrazio anch'io per l'articolata e completa relazione che il Comandante generale ha svolto. Oggi in Commissione finanze della Camera approveremo una risoluzione finalizzata al contrasto delle frodi Iva, istituendo l'obbligatorietà dell'invio dei dati sensibili ai fini Iva, ovvero delle fatture, al sistema dell'interscambio. Di fatto, viene accolto dal Governo uno spunto che avevamo già presentato in sede di fatturazione elettronica: fatturazione elettronica obbligatoria no, ma invio dei dati Iva obbligatorio sì. Questo ci sembra uno strumento formidabile per il contrasto alle frodi in questo campo. Pensate che il sistema così organizzato possa essere massimamente utile anche a voi o abbia bisogno di modifiche per poter condividere tutte le informazioni dell'Agenzia delle entrate, in modo che questo nuovo strumento possa essere assolutamente efficace anche ai fini del vostro lavoro?
  L'altra domanda riguarda il gioco d'azzardo. Il gioco legale è enormemente aumentato, ma mi pare che parallelamente stia esplodendo anche un fenomeno di gioco illegale piuttosto significativo. Segnalo – ma è evidente ormai in tutti i territori e lo chiedo anche ai colleghi – che c'è un fenomeno legato al Texas hold'em, davvero importante. Allo stesso modo, mi pare che attraverso i siti per le scommesse legali dove poter ricaricare le carte si passi molto facilmente ai siti di gioco illegale, dove, con le stesse carte caricate in maniera tracciabile, si gioca invece in nero. Vi chiedo se sono in corso azioni che abbiano Pag. 20assunto come priorità la crescita di questo fenomeno e, quindi, il suo contrasto.

  CARLA RUOCCO. Ho visto che nella sua relazione ha affrontato in maniera molto analitica il tema della collaborazione con l'Agenzia delle entrate. In particolare, le chiedo se nella fase successiva alla comunicazione bonaria, in caso di inerzia del contribuente, ci sia un'ulteriore collaborazione tra l'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, sul fronte del cambiamento di verso relativamente alle comunicazioni che si stanno inviando da circa un anno. Ricollegandomi alla domanda precedente del mio collega, vorrei sapere quali ulteriori strumenti si possono dare alle attività di controllo, nell'ottica delle frodi internazionali, anche a livello europeo, e delle triangolazioni. Al di là di quello che si può fare all'interno del singolo Stato, sicuramente occorre un regolamento unico sovranazionale che eviti il sorgere di paradisi fiscali nell'alveo europeo, che portano a frodi che diventano ingestibili o comunque molto complicate da stanare.

  PRESIDENTE. Pongo anch'io una domanda, poi dovremo rinviare il seguito dell'audizione, per incombenti impegni parlamentari, e pertanto potrà fornire le risposte in un'altra seduta. Una domanda e una considerazione, ma innanzitutto le faccio davvero i complimenti per l'operazione di ieri.
  Una domanda molto banale, che si potrebbe fare anche in un caffè a Roma o a Torino: a quanto ammonta l'evasione fiscale in Italia? Spero che lei e i suoi collaboratori ci possiate fornire una risposta, perché l'assurdità dell'evasione fiscale è che non si può neanche quantificare. Non subito, ma nella prossima seduta, vorrei sapere ufficialmente dalla Guardia di finanza a quanto ammonta l'evasione fiscale in Italia. Le chiedo personalmente e penso anche a nome della Commissione di darci una cifra, con una perizia vera da parte vostra: voi siete deputati a dire a quanto ammonta l'evasione fiscale. In qualsiasi convegno o in qualsiasi giornale economico si danno cifre sempre diverse. Vorremmo almeno sapere quant'è l'ammontare. Da lì si possono poi fare verifiche.
  Inoltre, mi complimento con voi, perché penso che, specialmente negli ultimi cinque anni, il ruolo della Guardia di finanza non sia più quello di stare davanti ai negozi per gli scontrini. Penso che questo sia uno sperpero di denaro e di risorse e che potreste applicare i vostri uomini con le vostre capacità in operazioni più edificanti e anche molto più importanti per la nazione. Spero di non vedervi più davanti ai negozi per gli scontrini: questa è la mia sola considerazione.
  Comandante, se possibile, ci tengo davvero ad avere in questa Commissione un dato certo sull'evasione fiscale. Si prenda il tempo che vuole.
  Ringrazio il Comandante generale Toschi e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.