XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 47 di Mercoledì 9 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Indagine conoscitiva su «L'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale». Seguito dell'audizione dell'amministratore delegato di Equitalia Spa, Ernesto Maria Ruffini.
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 3 
Pelillo Michele (PD)  ... 9 
Vicario Renato Raffaele , responsabile normativa, contenzioso e legale aziendale di Equitalia Spa ... 9 
Pelillo Michele (PD)  ... 9 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 9 
Pelillo Michele (PD)  ... 9 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 9 
Pelillo Michele (PD)  ... 10 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 10 
Vicario Renato Raffaele , responsabile normativa, contenzioso e legale aziendale di Equitalia Spa ... 10 
Pelillo Michele (PD)  ... 10 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 10 
Pelillo Michele (PD)  ... 10 
Moretti Adelfio , direttore riscossione di Equitalia SpA ... 11 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 11 
Pagano Alessandro , Presidente ... 11 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 12 
Pagano Alessandro , Presidente ... 13 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 13 
Pagano Alessandro , Presidente ... 13 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 13 
Balassi Marco , direttore ICT di Equitalia Spa ... 14 
Moretti Adelfio , direttore riscossione di Equitalia Spa ... 14 
Pagano Alessandro , Presidente ... 15 
Ruffini Ernesto Maria , amministratore delegato di Equitalia Spa ... 15 
Pagano Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO PAGANO

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Indagine conoscitiva su «L'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale». Seguito dell'audizione dell'amministratore delegato di Equitalia Spa, Ernesto Maria Ruffini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione dell'amministratore delegato di Equitalia Spa, Ernesto Maria Ruffini, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono presenti, inoltre, il direttore riscossione, Adelfio Moretti, il direttore ICT, Marco Balassi, il responsabile normativa, contenzioso e legale aziendale, Renato Raffaele Vicario, e il portavoce dell'amministratore delegato, Giovanni Bartoloni, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola all'avvocato Ruffini, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Nel corso del mio intervento risponderò ai quesiti, com’è stato anticipato dal presidente, che mi sono stati posti dalla Commissione nel corso della mia audizione dello scorso 24 febbraio e ovviamente rimango a disposizione per i necessari chiarimenti.
  In merito allo stato di esigibilità del carico affidato a Equitalia dal 1o gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e le relative quote inesigibili, mi è stato chiesto di rappresentare lo stato della situazione. Ho già avuto modo di evidenziare, nel corso dell'audizione davanti alla Commissione finanze e tesoro del Senato lo scorso 9 febbraio, che il carico totale lordo affidato agli agenti di riscossione, cioè prima al sistema privato e poi definitivamente a Equitalia, dal 1o gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 ammonta a 1.058 miliardi di euro. Di quest'importo, circa il 20 per cento è stato, come già detto in quell'occasione, annullato, sgravato dagli enti creditori, in quanto ritenuto indebito, non dovuto dai contribuenti a seguito di provvedimenti di autotutela da parte degli enti o di decisioni dell'autorità giudiziaria.
  Con particolare riferimento alle agenzie fiscali, però, tengo a precisare che gli sgravi effettuati sugli importi iscritti a ruolo negli ultimi anni, quindi successivamente al periodo 2000-2015, potremmo dire dal 2010 in avanti, hanno registrato Pag. 4una significativa contrazione, ovvero i ruoli sono stati contrassegnati da un significativo miglioramento nella loro formazione e affidamento a Equitalia. Questa situazione è espressione della crescente qualità dei carichi consegnati a Equitalia. La media degli sgravi riferiti, infatti, dal 2010 in avanti, relativa agli sgravi e ai ruoli delle agenzie fiscali, si attesta attorno al 13,5 per cento a fronte di circa il 20 per cento in un periodo più ampio, dal 2010 in avanti. Per quanto riguarda le cause più ricorrenti che hanno determinato gli sgravi, e quindi l'esigenza di adottare un provvedimento appunto di sgravio, possono essere evidenziate in vizi dell'atto stesso a monte dell'iscrizione a ruolo; nell'estinzione del debito da parte del contribuente mediante pagamento effettuato nella fase precedente alla formazione del ruolo; in sentenze di annullamento delle pretese o in adesioni del contribuente a forma di definizione agevolata del credito; in accordi di conciliazione o in transazioni fiscali.
  Tornando alla composizione del magazzino di Equitalia, a fronte di quei 1.058 affidati, rimangono circa 841 miliardi di euro, di cui 138 dovuti da soggetti falliti, 78 da persone decedute o imprese cessate, 92 da nullatenenti, sulla base delle informazioni che si possono riscontrare nelle anagrafi tributarie, 28 relativi a riscossioni sospese a fronte di forme di autotutela o di sentenze che così hanno disposto.
  Residuano così 506 miliardi di euro, di cui circa 314, ovvero oltre il 60 per cento, corrispondono a posizioni, quindi a codici fiscali, per cui sono state tentate invano azioni esecutive da parte degli agenti di riscossione; altri 25 miliardi sono relativi a riscossioni dilazionate; 81 miliardi rappresentano la cifra riscossa da Equitalia. Residua quindi un magazzino di 85 miliardi, di cui 33 non sono lavorabili in forza di norme emesse dal Parlamento a favore dei contribuenti, quali gli interventi sul valore minimo per l'iscrizione ipotecaria, l'impugnabilità della prima casa o beni strumentali. Rimangono come posizioni effettivamente lavorabili circa 51 miliardi di euro, ovvero il 5 per cento del carico lordo iniziale.
  L'elevato numero dei crediti vantati dagli enti impositori affidati alla riscossione di Equitalia, i relativi importi e la sequenza delle azioni da porre in essere per recuperare le somme continuano ad avere comunque significative ricadute sull'operatività degli agenti di riscossione, in tutte le fasi della loro vita, compresa quella dell'inesigibilità. Agli agenti della riscossione vengono infatti consegnati ingenti carichi, distinti per singola partita, ovvero capitale, sanzioni e interessi. L'esazione della singola partita comporta, in mancanza di pagamento, la necessità e l'obbligo di effettuare più tentativi di recupero su tutti i beni la cui esistenza risulta dall'anagrafe tributaria nel termine triennale stabilito dal legislatore. Alla lavorazione delle partite affidate nell'anno si aggiunge così l'eventuale lavorazione nuova, una rilavorazione di quelle consegnate nel triennio precedente, con una rilevante stratificazione di volumi da trattare più volte e con più azioni. Nonostante l'attivazione delle procedure cautelari esecutive previste dalla legge, vi sono comunque crediti che allo stato risultano sostanzialmente irrecuperati. Sebbene la normativa vigente dal 1999 preveda che l'agente della riscossione debba effettuare comunicazione di inesigibilità – ovvero la comunicazione che si fa agli enti creditori in merito alla mancata riscossione dei crediti affidati per la riscossione, entro il terzo anno successivo alla consegna del ruolo – i termini di relativa presentazione sono stati più volte differiti nel tempo e rimodulati e, in parallelo, quelli per il controllo. La legge di stabilità del 2015, da ultimo, è nuovamente intervenuta in materia ridefinendo i suddetti termini limitatamente ai carichi affidati agli agenti di riscossione dal 1o gennaio 2000 al 31 dicembre 2014, allo scopo sia di evitare le difficoltà che avrebbero potuto determinarsi nello svolgimento delle procedure di controllo – immaginate la massa di comunicazione di inesigibilità che si sono accumulate nel tempo e che imporrebbero Pag. 5agli uffici degli enti impositori (Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, INPS, comuni, province, regioni, enti pubblici vari) di abbandonare ogni altra attività ordinaria per dedicarsi all'esame di tutte le partite inesigibili – sia di ripartire nel corso di più annualità l'onere derivante dai rimborsi delle spese per le procedure cautelari ed esecutive effettuate negli anni dagli agenti di riscossione. È stato così introdotto, in particolare per gli arretrati, una sorta di calendario al contrario, prevedendo che le comunicazioni di inesigibilità per i ruoli consegnati nel 2013 debbono essere presentate nel 2018, quelle relative al 2012 nel 2019 e così via, risalendo fino ai ruoli del 2000, per i quali le comunicazioni avverranno nel 2031. Questo è il testo della norma. L'obiettivo è permettere agli agenti della riscossione di concentrarsi sulla lavorazione delle partite più recenti trascurando quelle più risalenti, per le quali si sono oggettivamente già ridotte le possibilità di incassare il credito.
  Nel tentativo di rivedere complessivamente l'attuale assetto di sistema in termini sia di logica operativa sia di controllo dell'attività degli agenti di riscossione, la legge di stabilità del 2013 ha istituito il Comitato di indirizzo e verifica dell'attività di riscossione mediante ruolo, incaricato, con riguardo alle somme affidate a decorrere dal 1o gennaio 2015, di elaborare annualmente i criteri di individuazione delle categorie dei crediti oggetto di recupero coattivo e linee guida per lo svolgimento mirato e selettivo dell'azione di riscossione, che «tenga conto della capacità operativa degli agenti della riscossione e dell'economicità della stessa azione, nonché criteri di controllo dell'attività svolta sulla base delle indicazioni impartite». La legge di stabilità 2014 ha aggiunto quale ulteriore criterio da determinare annualmente per l'esame delle posizioni inesigibili, con nuove logiche coerenti al nuovo scenario delineato, «l'individuazione mirata e selettiva nel rispetto dei principi di economicità ed efficacia, delle posizioni da sottoporre a controllo puntuale, tenuto conto della capacità operativa delle strutture a tal fine deputate». Tali criteri dovranno essere approvati con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze previo parere obbligatorio delle Commissioni parlamentari competenti, e operare per l'anno successivo a quello di approvazione.
  Questa previsione, coerente con l'avvenuto passaggio in capo all'Agenzia delle entrate della titolarità della funzione di riscossione esercitata per il tramite di Equitalia e delle società dalla medesima partecipate, e con il progressivo consolidamento dell'attuale assetto pubblico del gruppo Equitalia, dovrebbe consentire una maggiore efficienza dell'attività, agevolando una pianificazione reale e puntuale, per la prima volta ancorata anche all'effettiva capacità operativa delle strutture, fondate espressamente sul principio di economicità.
  Nell'attesa di una completa attuazione di questi meccanismi di indirizzo e controllo individuati dalle norme che ho citato, limitatamente ai carichi pregressi e che non rientrano nel perimetro applicativo delle disposizioni che disciplinano l'attività del Comitato, e in funzione delle esigenze di permettere agli enti creditori di operare la necessaria svalutazione dei residui attivi, una possibile soluzione potrebbe giungere da una diversa interpretazione delle norme esistenti. In particolare, sarebbe opportuno consentire, nel rispetto del principio di economicità dell'azione amministrativa e delle capacità operative delle strutture coinvolte, di intesa almeno con i principali enti creditori, di anticipare la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità delle quote di importo rilevante per le quali l'inesigibilità sia stata già definitivamente accertata, non costringendo quindi Equitalia e gli enti creditori a rilavorare anno per anno ogni singola partita quando si riferisce allo stesso codice fiscale. Cito il caso limite di un soggetto deceduto: se è deceduto rispetto a un anno, è deceduto anche agli altri. Esse dovrebbero essere possibilmente raggruppate sullo stesso ente per codice fiscale a prescindere dalla singola annualità di riferimento, in modo da consentire Pag. 6anche la riduzione dell'entità delle posizioni da controllare ed evitare che per lo stesso codice fiscale il controllo debba essere ripetuto tante volte quante sono le singole partite di debito a esso riferite nei diversi anni. Questo è a grandi linee quello che ho già espresso alla Commissione finanze del Senato in merito allo stato del magazzino e della riscossione affidata a Equitalia e alla conseguente esigenza di attivazione del meccanismo di inesigibilità delle quote non riscosse.
  Questa Commissione ha poi chiesto una precisazione in merito ai risultati di riscossione del 2015, che ho anticipato già in questa sede fissando in oltre 8 miliardi 200 milioni di euro la riscossione avvenuta nel 2015 da parte delle società di Equitalia. Ha chiesto una suddivisione della riscossione tra il 2014 e il 2015, sostanzialmente un raffronto dei risultati tra questi due anni, che vado a esprimervi.
  Nel 2014, la riscossione per l'Agenzia delle entrate effettuata da Equitalia ha raggiunto circa 3 miliardi 931 milioni di euro; nel 2015, 4 miliardi 253 milioni. Si parla, quindi, di un incremento dell'8,2 per cento. Per altri enti statali, ministeri, prefetture o altre agenzie, Equitalia aveva riscosso 323 milioni di euro nel 2014, mentre nel 2015 ha riscosso 423 milioni, con un incremento del 24,6 per cento. Per l'INPS, sono stati riscossi, nel 2014, 2 miliardi 200 milioni, mentre nel 2015 ne sono stati riscossi 2 miliardi 374 milioni, con un incremento del 18,6 per cento. Per l'INAIL, sono stati riscossi, nel 2014, 92,5 milioni, e ne sono stati riscossi, nel 2015, 111 milioni, con un incremento del 20,6 per cento. Per i comuni, nel due 2014 sono stati riscossi 620 milioni; nel 2015, 550 milioni, con un decremento dell'11,4 per cento. Per gli altri enti, regioni, casse di previdenza e camere di commercio, la cifra è di 439 milioni a fronte di 550 milioni nel 2015, con un incremento del 25 per cento. Complessivamente, si è passati da una riscossione totale di 7 miliardi 411 milioni a una di 8 miliardi 243 milioni, con un incremento dell'11,2 per cento.
  Altra questione su cui è stata posta l'attenzione della Commissione è relativa alla rateizzazione, quindi all'attuale situazione normativa e ai possibili interventi legislativi in favore dei soggetti che richiedono questa soluzione per pagare il proprio debito nei confronti degli enti creditori. A favore dei debitori che non possono pagare in un'unica soluzione i loro debiti con Equitalia il legislatore ha introdotto, come noto, la possibilità di rateizzare le somme iscritte a ruolo fino a un massimo di dieci anni, dando così respiro a famiglie e imprese in difficoltà. Le dilazioni sono divenute oggi lo strumento più utilizzato dei contribuenti, che hanno dovuto fare i conti con la crisi e con la recessione, per far fronte al pagamento delle cartelle e degli altri atti della riscossione, anche se di piccolo importo. Attualmente, Equitalia ha attivi circa 30 milioni di rateizzazioni, per un controvalore di circa 38 miliardi di euro, quasi la metà della riscossione. Il 49,6 per cento della entrate di Equitalia avviene tramite il pagamento dilazionato. La rateizzazione si dimostra essere nei fatti un valido strumento adatto a sostenere la ripresa, favorendo in pari tempo anche il recupero del credito pubblico.
  Ricordo che esistono due forme di pagamento dilazionato: la rateizzazione ordinaria, che prevede un massimo di 72 rate, e la rateizzazione straordinaria, con un massimo di 120 rate mensili. In base alla legge, Equitalia concede la rateizzazione ordinaria, quella in 72 rate, ai contribuenti che si trovano in temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica. In questo caso, per le richieste di rateizzazione fino a 50.000 euro è sufficiente presentare una domanda motivata senza allegare alcuna documentazione ai nostri sportelli. È sufficiente fare la richiesta, o presentarla tramite l'area riservata del sito Internet di Equitalia.
  Le rateizzazioni in essere sotto i 50.000 euro concesse, non revocate perché non c'erano gli estremi o perché i soggetti sono decaduti ovvero non hanno pagato un certo numero di rate a Equitalia, rappresentano il 97 per cento di tutti i pagamenti a rate. Il 97 per cento delle rateizzazioni in essere presso Equitalia riguarda dunque rateizzazioni sotto i 50.000 euro.Pag. 7
  Per i debiti superiori a 50.000 euro è invece necessario dimostrare la situazione di difficoltà economica sulla base di documenti idonei a rappresentare la situazione economica e finanziaria debitoria nonché la liquidità del debitore stesso per poter far fronte alla dilazione stessa. In caso di comprovato peggioramento della situazione economica, il debitore ha la possibilità di ottenere una proroga del suo piano di rateizzazione e, in particolare, una proroga di ulteriori sei anni, ossia altre 72 rate mensili, purché non sia intervenuta la decadenza dal piano già concesso o non sia stata già accordata in precedenza un'ulteriore proroga. Il contribuente deve comunque dimostrare il peggioramento della situazione di difficoltà rispetto al momento della concessione della prima dilazione di pagamento.
  Per venire incontro ai debitori che versano in situazioni di gravi difficoltà economiche il legislatore ha introdotto, come accennato, la rateizzazione straordinaria, quella in 120 rate mensili. In particolare, allo stato di grave difficoltà economica il debitore ricorre, sempre per espressa previsione normativa, quando l'importo della rata che viene fuori una volta chiesta la rateizzazione è, per le persone fisiche e le ditte individuali con regimi fiscali semplificati, superiore al 20 per cento del reddito mensile del nucleo familiare del richiedente, avuto riguardo all'indicatore della situazione reddituale rilevabile dalla certificazione dell'indicatore della situazione economica equivalente, l'ISEE dello stesso nucleo familiare, che deve essere infatti prodotto insieme all'istanza di rateizzazione. Per gli altri soggetti, quindi non persone fisiche e non ditte individuali, l'importo della rata deve essere superiore al 10 per cento del valore della produzione rapportato su base mensile secondo le norme del codice civile, e rapportato a un indice di liquidità che deve essere compresa tra valori stabiliti. Anche in questo caso, il debitore deve allegare all'istanza la documentazione contabile aggiornata con cui dimostra il proprio indice di liquidità.
  In questo contesto, rammento anche che l'iniziativa del legislatore che ha determinato la riammissione dei soggetti decaduti – mi era stato chiesto la volta scorsa – da un piano di rateizzazione, al beneficio della dilazione grazie alla riapertura dei termini, era già avvenuto nel 2014 col cosiddetto Milleproroghe, ed è avvenuto l'ultima volta con l'articolo 15, comma 7, del decreto legislativo 159 del 2015, che ha esteso la possibilità di riprendere la rateazione a beneficio dei decaduti alla data di entrata in vigore dello stesso decreto. In particolare, è stato disposto che, su semplice richiesta del debitore da presentare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 159 del 2015, il 22 ottobre 2015, potessero essere ripartite fino a un massimo di 72 rate mensili le somme iscritte a ruolo non ancora versate, oggetto di piani di rateizzazione concessi dagli agenti di riscossione e decaduti nei 24 mesi antecedenti alla suddetta data.
  Il legislatore, sempre con il decreto legislativo 159 del 2015, ha previsto inoltre che, in caso di decadenza dei piani di ammortamento concessi a decorrere dal 22 ottobre 2015, i debitori in difficoltà possano ottenere comunque, a differenza di quanto accadeva in precedenza, un nuovo piano di rateizzazione, a condizione che al momento della presentazione della relativa istanza le rate del precedente piano già scadute a tale data siano integralmente saldate. In tal caso, naturalmente, la dilazione sarà concedibile per un numero di rate non superiore a quello delle rate del vecchio piano non ancora scadute alla medesima data. Questa è un'importante differenza rispetto al passato, quando chi era precedentemente decaduto non poteva essere più riammesso a un piano di rateizzazione. La norma invece prevede semplicemente che, laddove si salvino e si regolarizzino le rate scadute in precedenza, si possa essere riammessi allo stesso piano di rateizzazione.
  I soggetti che beneficiano dei piani concessi precedentemente alla suddetta data e per i quali la decadenza continuerà a verificarsi solo in caso di mancato pagamento Pag. 8di otto rate non consecutive anziché di quelle previste dalla nuova norma, potranno in caso di peggioramento della loro situazione economica evitare la decadenza chiedendo una proroga del piano in essere, ovvero la sua conversione in un piano straordinario, mediante estensione delle rate originarie fino a 120 purché ricorrano le condizioni previste dalla stessa legge.
  Il legislatore potrebbe eventualmente valutare l'opportunità di introdurre una disposizione che permetta anche a questi ultimi debitori, cioè ai soggetti che non erano decaduti alla data di entrata in vigore del 159 del 2015 e non relativi a piani di rateizzazione chiesti successivamente a quell'entrata in vigore, quindi i soggetti per i quali era in corso la rateizzazione quando è entrata in vigore la nuova norma e che potrebbero invece decadere successivamente, indipendentemente dalla data in cui è stato concesso il piano di rateizzazione e da quella in cui si è verificata o si verificherà eventualmente la decadenza, di essere riammessi al beneficio della rateizzazione saldando anch'essi contestualmente con la presentazione di una richiesta apposita tutte le rate precedentemente scadute. Quelli che però non sono ancora scaduti e dovessero trovarsi in situazioni di difficoltà sarebbe opportuno che richiedano invece una proroga del piano in essere, in modo da evitare la decadenza.
  Grazie ai pagamenti a rate, tutte le famiglie che hanno avuto a che fare con Equitalia e le imprese in difficoltà economica sono riuscite a regolarizzare, o comunque riescono a far fronte al loro debito con l'Erario, e di conseguenza permettono anche di evitare di riscuotere le somme che gli enti creditori affidano, nel modo meno invasivo possibile, facilitando il rapporto con i debitori interessati, e favorendo al contempo un clima di minor tensione sociale e di maggior fiducia nelle istituzioni. Ripeto che nel 2015, a dimostrazione della validità dello strumento, fugando ogni dubbio in merito all'opportunità dell'introduzione dello strumento della rateizzazione in merito alla riscossione di Equitalia, il 49,6 per cento delle somme riscosse da Equitalia derivano proprio da pagamenti a rate.
  L'ultima questione riguarda la precisazione che è stata chiesta sull'area riservata del sito di Equitalia e su quali servizi offra ai cittadini.
  Equitalia sul proprio sito mette a disposizione un'area cosiddetta riservata dove, a seguito di un'apposita procedura di autenticazione, ovvero mediante utilizzo credenziali personali fornite dall'Agenzia delle entrate o dall'INPS o mediante la Carta nazionale dei servizi, a oggi è possibile verificare in tempo reale cartelle e avvisi di pagamento, effettuare pagamenti e richiedere rateizzazioni fino a 50.000 euro, presentare una dichiarazione di sospensione della riscossione. In questo modo i contribuenti possono gestire in modo sicuro le loro pratiche, senza necessità di recarsi presso i nostri sportelli. Equitalia, inoltre – questo è un ulteriore mezzo di accesso all'area riservata – è insieme all'Agenzia delle entrate nel primo gruppo dei service provider che utilizzeranno lo SPID, il Sistema pubblico per la gestione dell'identità digitale, che permetterà ai cittadini e alle imprese di accedere con un'unica identità digitale, un unico PIN, in modo semplice e sicuro ai servizi on line della pubblica amministrazione e dei privati. Lo SPID diventerà, quindi, una quarta modalità di accesso all'area riservata al sito di Equitalia. I servizi dell'area riservata si aggiungono agli altri già disponibili, per i quali non è necessaria l'autenticazione del Paga online, che consentono di effettuare pagamenti con carte di credito, il Trova sportello nonché i canali di contatto per chiedere assistenza a Equitalia.
  Attualmente abbiamo quindi due sezioni nel sito di Equitalia: una pubblica, mediante la quale chiunque può pagare la posizione debitoria di chiunque, per cui tendenzialmente si può accedere e chiedere di pagare una terminata cartella di pagamento emessa da parte di Equitalia, evidentemente senza bisogno di registrarmi. Si deve però essere a conoscenza della cartella di pagamento che è stata Pag. 9notificata, e quindi è il soggetto destinatario la cartella di norma. Se però si vuole verificare la propria posizione, sapere quali cartelle di pagamento sono state notificate da Equitalia nei propri confronti ed eventualmente pagare, chiedere di rateizzare o chiedere la sospensione dell'esecuzione, si deve accedere mediante area riservata tramite PIN e, appena resa disponibile, tramite SPID.

  MICHELE PELILLO. Ho bisogno di verificare alcune questioni. Cominciamo dalla fine, da tutta la questione della rateizzazione.
  Avevamo, più che una preoccupazione, il pensiero che tutta la legislazione degli ultimi anni che ha favorito la rateizzazione potesse frenare o complicare la riscossione. Possiamo dire che è andata bene. Possiamo dire che la nuova legislazione non solo non ha impedito, non ha frenato, ma addirittura mi sembra abbia agevolato. Fortunatamente, è andata bene. Ricordo perfettamente – sia io sia il presidente siamo in Commissione finanze – il travaglio di quei giorni. Non è facile immaginare scenari quando devi scrivere 36, 72... Non si hanno proprio fissate in mente le cose. C’è sempre il timore di non calibrare bene le decisioni. A questo proposito, c’è una questione di stretta attualità, e voglio capire se è legata a quello che ha detto lei. In questo momento, nella nostra Commissione comincia la discussione del decreto legge sulle banche. Ieri sono scaduti i termini per gli emendamenti, e sono arrivati emendamenti che riguardano voi, che al 99,9 per cento saranno dichiarati inammissibili. L'emendamento, sostanzialmente, se capisco, vuole portare a regime quella norma del decreto della delega di riforma fiscale, il 159. È questa la questione ? «All'articolo 15, comma 7, del 159, il primo periodo è sostituito con il seguente “le somme iscritte a ruolo non ancora versate oggetto di piani di rateizzazione concessi dagli agenti della riscossione e decaduti nei 36 mesi antecedenti il 15 ottobre 2015 possono a semplice richiesta del contribuente, da presentarsi inderogabilmente entro il 31 maggio 2016, essere ripartite fino a un massimo di 72 rate mensili”». È questa la questione che poneva ? Vorrei avere chiarezza su questo.

  RENATO RAFFAELE VICARIO, responsabile normativa, contenzioso e legale aziendale di Equitalia Spa. Quella che rappresentava l'amministratore delegato poc'anzi era la necessità di mettere a regime un meccanismo. Dovrebbe essere studiato meglio, ma l'idea di fondo era quella di portare comunque a regime tutti i soggetti che avessero un piano di rateazione alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 159, quindi al 22 ottobre 2015, che non fossero decaduti e che a normativa vigente sono esclusi dalla possibilità, in caso di decadenza, di versare tutte le rate non pagate e rimettersi in bonis, quindi di accomunare questa fattispecie a quella di soggetti che invece hanno ottenuto la rateazione dopo il 22 ottobre.

  MICHELE PELILLO. La previsione del decreto 159 quindi è scaduta.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Quella a cui accennavo io era una terza, e questa mi sembra di capire una quarta.

  MICHELE PELILLO. Più complicato di quanto immaginassi.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Il decreto 159 prende in considerazione i soggetti già decaduti alla data di entrata in vigore del decreto stesso, ed è una prima previsione. Inoltre, regolamenta i soggetti che avrebbero chiesto i piani di rateizzazione dall'entrata in vigore del decreto in avanti nonché la loro decadenza e la loro riammissione. Queste sono due ipotesi. Quella cui facevo riferimento io è una terza ipotesi, ovvero i soggetti che alla data di entrata in vigore non erano decaduti – quindi non è la prima ipotesi – che non hanno chiesto un piano di rateizzazione sulla base del nuovo decreto ma stavano Pag. 10pagando le loro rate sulla base di vecchi piani di rateizzazione e che, semmai, sono decaduti a gennaio. Non rientrano quindi in queste due fattispecie.

  MICHELE PELILLO. Sono decaduti successivamente.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Non potrebbero essere riammessi alla rateizzazione perché il decreto 159 non ha previsto quest'ipotesi, e quindi sarebbe opportuno, al di là della loro possibilità di chiedere un'ulteriore dilazione, prima dalla decadenza prevedere che anche loro siano trattati alla stessa stregua degli altri soggetti riammessi. Quella che ha citato mi sembra di capire sia una riapertura dei soggetti decaduti...

  RENATO RAFFAELE VICARIO, responsabile normativa, contenzioso e legale aziendale di Equitalia Spa. Sembra una riapertura episodica della sanatoria, e invece con quell'intervento andremmo a regime. La riapertura del 159 era senza versamento, ma sarebbe l'ennesimo intervento «tampone».

  MICHELE PELILLO. La cosa importante è che sarebbe auspicabile portare a regime quella disposizione del 159.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. La disposizione del 159 è già a regime per tutti i nuovi piani di rateizzazione concessi sulla base della nuova normativa, cioè del 159. Per i vecchi c’è questo «buco».

  MICHELE PELILLO. Questa mi sembra una cosa molto importante. La ringrazio perché abbiamo chiarito quest'aspetto. Ripeto che questi emendamenti saranno certamente dichiarati inammissibili in questo decreto legge, ma ovviamente possiamo provare a inserirli nella prima occasione utile.
  Ancora, su questi argomenti bisogna essere certi. Quando parliamo di ammontare riscosso coattivamente, parliamo di riscossione dopo la notifica della cartella ? Anche se spontaneamente, dopo la notifica del ruolo. Lo consideriamo sempre coattivo, giusto per capirci. Perfetto, quindi dalla notifica della cartella.
  Sono stato relatore alla Camera sulla proposta di legge del Movimento 5 Stelle di abolizione di Equitalia. Sono stato relatore di maggioranza, quello che si è preso tutte le parolacce, gli insulti, perché abbiamo approvato un emendamento soppressivo dell'articolo 1, e quando si fa così chiaramente finisce tutto. L'antipolitica ha scelto, tra i suoi obiettivi insieme alle banche, anche Equitalia. Evidentemente, però, esiste qualche problema, qualche difficoltà. Non è un caso che l'antipolitica faccia cose del genere. Vero è che l'esattore nella storia dell'uomo non è mai stato simpatico a nessuno, ma vero è che ancora oggi ci sono cose che sinceramente lasciano perplessi. Perché il rapporto col cittadino di Equitalia rimane un po’ complicato ? Secondo me, soprattutto per quello che è scritto a pagina 10 della vostra relazione dell'altra volta: «Sono in corso di realizzazione forme di colloquio con l'Agenzia delle entrate per trasmettere prontamente alla stessa le richieste di verifica del debito da parte dei contribuenti che eccepiscano un pagamento effettuato prima della consegna del ruolo, o l'esistenza di un provvedimento di sospensione o di annullamento della pretesa creditoria, ovvero la prescrizione o la decadenza della medesima intervenuta nella fase antecedente a quella di formazione e consegna del ruolo». Penso che questo sia un aspetto fondamentale.
  Non è possibile che l'Agenzia delle entrate sia proprietaria di maggioranze di Equitalia. Sono certo due enti comunque connessi tra loro, ed è in corso la realizzazione delle forme di colloquio. Questo è incredibile. Questo è il primo aspetto. Il debitore che sa di essere debitore, che incallito vuole evadere le tasse, non è furioso con Equitalia. Chi si altera è quello che sta in queste condizioni, che ha già pagato, che ha avuto la sospensione della commissione tributaria, che sa di avere un diritto, ma non gli viene riconosciuto. Pag. 11Giustamente allo sportello dite che non sapete, che se non ve lo dice l'Agenzia non potete fare nulla. Io qualcosa della materia capisco e quindi lo comprendo, ma è importantissimo che questo vada superato. Ci siamo sforzati anche con la riforma introdotta nei decreti delegati dei tempi scorsi e con tante altre iniziative a provare a modificare il rapporto tra contribuente e fisco. Non può però rimanere questo vulnus, questa difficile comunicazione tra voi e l'Agenzia, sinceramente difficile da comprendere. Non la comprende il cittadino, perché vi confonde, ma neanche io la comprendo, che da quando ho cominciato a studiare, studio diritto tributario. Ho veramente difficoltà a comprendere che ancora oggi, con la possibilità che abbiamo dal punto di vista dello scambio di informazioni, subiamo ancora questa difficoltà.

  ADELFIO MORETTI, direttore riscossione di Equitalia SpA. Quanto al riferimento a pagina 10 – tutto quello che ha detto è assolutamente vero e dal mio punto di vista condivisibile – specifica che sono in corso con l'Agenzia delle entrate meccanismi di comunicazione più efficienti per supportare la cosiddetta legge Lannutti, la 228, che a sua volta metteva una «pezza» sul sistema della riscossione. Il cittadino che ritiene di avere già pagato viene da noi, chiede la sospensione, e noi trasmettiamo agli enti impositori la richiesta. Questa è la parte che adesso sta per essere sviluppata, in modo che questa richiesta arrivi agli enti impositori nel modo più veloce possibile, quindi per supportare la legge 228. Si fa riferimento a pagina 10 a questo specifico progetto che stiamo realizzando con l'Agenzia delle entrate.
  Rimane vero tutto ciò che è a monte. Perché la 228 cerca di mettere, come uso dire io, una pezza a valle ? Perché il meccanismo a monte della formazione di un ruolo che sia corretto e venga passato a Equitalia quando effettivamente il cittadino non ha ottemperato alla fase volontaria, sia il più possibile efficiente, efficace ed eviti a chi ha già pagato di vedersi recapitare la cartella. Questo è il senso di quest'intervento a pagina 10, poi rimane vero tutto ciò che è a monte.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Vorrei fare una piccola precisazione a conferma e a miglior chiarimento. La legge 228 del 2012 ha cercato di mettere al riparo da un vulnus di sistema della pubblica amministrazione. Se un cittadino riceve una cartella di pagamento e questo cittadino aveva fatto causa nei confronti dell'ente creditore e aveva vinto, aveva pagato la somma nei confronti dell'ente creditore o aveva ottenuto dall'ente creditore un provvedimento di sgravio, ma tutte queste attività erano intervenute nelle more del conferimento da parte dell'ente creditore dell'incarico a Equitalia di riscuotere, si tratta di attività di cui Equitalia non è a conoscenza, perché non è stata informata. Quale sarebbe un possibile sistema che auspichiamo in questa sede, innanzitutto come cittadini ? Che un cittadino dica a Equitalia che si è sbagliata, che ha già pagato, che Equitalia guardi nel sistema, le risulti il pagamento e si scusi perché il cittadino ha già vinto la causa, o c’è un provvedimento di sgravio. Equitalia però non ha queste informazioni per limiti che non sono di colloquio con l'Agenzia delle entrate, con l'INPS o con gli altri enti creditori per scarsa volontà da parte degli enti creditori stessi o dell'ente riscossore. I limiti sono legislativi e di privacy. È necessario intervenire, come è stato detto la volta scorsa nella più corposa audizione che mi avete concesso, in alcuni punti per far sì che Equitalia sia posta in grado di conoscere una serie di informazioni tali che rendano possibile effettuare la riscossione solo nei confronti di soggetti che effettivamente devono essere riscossi. Sono problemi che ci ritroviamo agli sportelli, fronteggiando richieste legittime nell'impossibilità di dare risposte concrete.

  PRESIDENTE. I chiarimenti sono stati importanti. Queste risposte si innestano in un ragionamento che certamente giudichiamo positivo, e quindi auspichiamo ulteriori miglioramenti. Quello che adesso Pag. 12andrò a dire si innesta all'interno di questo ragionamento, cui ovviamente contiamo di avere risposte, nell'interesse del cittadino e nell'interesse generale del Paese in tempi rapidi. Ho diverse domande, quasi specifiche rispetto alle cose appena dette.
  Anzitutto, sulla rateizzazione mi pare di poter dire che ogni tanto il Parlamento «ci piglia», viste le critiche che ci sono su questa materia. Il pathos che ci ha coinvolto – diceva bene l'onorevole Pelillo – quando fu varata la legge è stato abbondantemente superato dal risultato, che mi sembra eccellente, ma continua a essere uno strumento che costa troppo. Il costo della rateizzazione più gli oneri legati alla riscossione stessa creano imbarazzi. L'esperienza ci dice che le statistiche potrebbero migliorare di molto se ci fossero costi più compressi. Il mio invito è oggi a capire come viene fuori questo costo, di fare una vera e propria disamina da un punto di vista del conto economico, per capire se nell'interesse complessivo del cittadino non si riesca ad abbassare l'onere, sia diretto sia di riflesso, che produce per il cittadino un costo complessivo notevole. Probabilmente, si scopre che i costi sono talmente analitici che siete all'euro, anzi al centesimo, ma il minimo di mestiere che ho mi dice che forse si possono abbassare e anche di parecchio. Forse sbaglio, ma verificheremo.
  Vorrei rivolgermi al direttore Balassi, che si mi pare si occupi di questo altro aspetto. Ci sono situazioni veramente paranoiche. Il cittadino telefona, trova risposte da uno strumento meccanico, automatico, ma non c’è mai la possibilità telefonica di trovare dietro il telefono qualcuno che dia risposte. Dobbiamo immedesimarci. Ritengo che si debba fare un momento di riflessione per migliorare questo sistema, che produce tante critiche, forse spesso anche giustificate, ma così è. Traduco tutto questo anche in un fatto assolutamente concreto. Mi si dice che a Roma occorre andare al desk prima delle 8.30 del mattino per ottenere i numeretti se no poi si esauriscono. È evidente che qui c’è un disagio notevole per il cittadino, costretto a prendere giorni di ferie per ottenere risposte. Si somma il disagio di avere a che fare con chi esige delle tasse, che in generale non è mai simpatico, come bene ha spiegato l'onorevole Pelillo, al fatto che poi c’è anche il dramma della non facilità del pagamento stesso.
  Non parliamo, altra questione, di tutte quelle pulizie del registro che tardano ad arrivare, su cui c’è un impegno, e su cui è stato detto con grande chiarezza come avviene. Tecnicamente mi convince il calendario al contrario, è una soluzione seria e logica. Ci sono però cifre che non trovano risposte. Se ci sono 79 miliardi di euro di crediti che ancora si vantano nei confronti dei deceduti, è ovvio che a questo punto tutto questo continua a creare disagi alla popolazione, che si vede arrivare, gli eredi, cifre, cartelle su cose superate. Penso che abbiamo l'esigenza anche in questo caso di capire come affrontare il problema e aggredirlo, nel caso creando delle task force.
  L'ultima è una domanda, mentre quelle di prima erano quasi osservazioni. Mi fornisce l'analisi sociologica, fiscale e finanziaria del perché dal 2014 al 2015 i comuni hanno avuto questo 11 per cento di riscossione in meno ? Vorremmo capire cosa sta succedendo. Intuiamo di cosa può trattasi, ma il vostro parere è autorevolissimo.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Se permette, presidente, vorrei fare delle precisazioni alle sue osservazioni e poi rispondere alla sua domanda.
  Per quanto riguarda la rateizzazione, confermo, a miglioramento di qualunque analisi fatta finora, che la ritengo un'ottima soluzione introdotta dal legislatore, che sta portando vantaggi, ribadisco sia nelle casse degli enti creditori, quindi dello Stato, sia andando incontro alle esigenze dei cittadini in difficoltà. È un ottimo strumento, che bisogna continuare a valorizzare.
  Per quanto riguarda il costo della rateizzazione, vorrei precisare una questione nota a questa Commissione. Quando riscuote, Pag. 13Equitalia riscuote una somma così composta: la somma capitale, cioè il tributo, se parliamo di tributi, o la sanzione amministrativa, le sanzioni collegate al tributo, gli interessi legati al mancato versamento del tributo e quelli legati alla rateizzazione. Tutte queste somme sono stabilite dalla legge, non da Equitalia. Tutte queste somme sono riversate agli enti creditori. Equitalia non può in alcun modo intervenire sul quantum, come non può intervenire sul quantum dell'aggio.

  PRESIDENTE. Questo mi è chiaro, tanto che parlavo di oneri diretti e riflessi, ma il conto economico fatto a monte da parte vostra può consentirci di dire se realmente c’è un eccesso di richieste in tal senso, e quindi intervenire legislativamente. Non voglio dire che sono somme vostre.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. In quale senso ?

  PRESIDENTE. Da parte dello Stato nella sua complessità. Alla fine, i numeri sono tali che sono convinto che, se si abbassassero sanzioni, interessi e così via, probabilmente continueremmo a incassare ancora di più. È una riflessione che dobbiamo fare. Da dove partire ? Dall'organo tecnico per eccellenza dello Stato, che siete voi. Voi dite che si può abbassare, che si possono creare condizioni perché tutto questo accada, il legislatore prende in esame l'autorevole parere e dice sì oppure no.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Ci riserviamo di fornire su questo tema indicazioni più specifiche, fermo restando che chiaramente si dovrà tener conto di tutti i costi diretti e indiretti di gestione, calcolando che i costi di Equitalia sono variamente composti.
  Per quanto riguarda i numeri allo sportello, concordo con lei che a volte, secondo la situazione del momento storico – per storico intendendo il giorno del calendario cui si fa riferimento – relativo all'invio delle cartelle da parte di Equitalia, si genera un afflusso più significativo ai nostri sportelli. A volte c'entra la riapertura dei termini delle rateizzazioni. Mettiamo il caso del decreto 159 del 2015: in quel periodo abbiamo avuto un maggior afflusso ai nostri sportelli, quindi code più lunghe e difficoltà maggiori nel servire un numero ampio di contribuenti. Meglio, la fine dei numeri disponibili, resa necessaria fisiologicamente in ordine all'orario di apertura degli sportelli, è avvenuta in un tempo più ridotto rispetto all'orario stesso. L'orario degli sportelli attualmente è 8.15-13.15, stiamo valutando la possibilità di estendere quest'orario in talune fasce di sportelli, quelli con maggiore affluenza o in taluni periodi dell'anno, ma taluni interventi legislativi, come l'intervento sulla riapertura della rateizzazioni, o taluni semplici meccanismi di produzione degli atti esattoriali, l'invio di cartelle, di fermi amministrativi, determinano un maggiore afflusso. Questo comporta fisiologicamente un'impossibilità di far fronte alla massa di persone che vengono agli sportelli. Si sta studiando con la direzione dei servizi tecnologici e con tutte le strutture impegnate per elaborare servizi da remoto, come tramite sito Internet, cercando di ampliarli mediante la predisposizione di nuovi e più efficaci servizi che possano consentire al contribuente di non recarsi allo sportello. Pensiamo ai pagamenti con reti Sisal, Lottomatica o Poste Italiane. Prima bisognava recarsi necessariamente allo sportello di Equitalia, mentre adesso ci sono l’home bancking, la banca, la rete di Poste, Sisal e la Lottomatica. Allo stesso modo, si sta cercando di individuare maggiori servizi che possono essere fatti da remoto grazie ai nostri sistemi digitali.
  Non è possibile far fronte alle ondate di contribuenti che si rivolgono agli sportelli sempre allo stesso modo, esattamente come non è possibile in qualunque forma di pubblica amministrazione. Dipende da una serie di variabili imponderabili. Chiaramente, il personale è quello, non possiamo assumere lavoratori soltanto stagionali per far fronte alle Pag. 14esigenze che si rappresentano, ma stiamo mettendo in lavorazione una serie di soluzioni tecnologiche per cercare di far sì che sempre meno persone debbano recarsi fisicamente allo sportello e sempre più a quello virtuale.
  La riduzione delle entrate relative ai comuni è legata alla situazione normativa, che rinvia di anno in anno la fine della possibilità dei comuni di affidarsi a Equitalia, per cui stiamo semplicemente prorogando tutte le attività con i comuni che prima che dell'intervento normativo che era stato fatto erano già affidate a Equitalia. A mano a mano, si stanno perdendo quei comuni, che invece affidano ad altri soggetti privati la riscossione delle entrate locali. Non so se i colleghi vogliono intervenire sulla riscossione dei comuni.

  MARCO BALASSI, direttore ICT di Equitalia Spa. In relazione alle osservazioni svolte, come ha già indicato l'amministratore delegato, stiamo implementando ormai da diversi anni una strategia multicanale nel rapporto cittadino, proprio per superare anche logiche cosiddette di digital divide.
  Come sappiamo tutti, in questo Paese mediamente i cittadini sono portati a fare file agli sportelli. Stiamo cercando di promuovere una cultura digitale. Ci rendiamo conto che la sfida è enorme. Molto spesso è inutile andare ai nostri sportelli, perché molte cose già oggi si possono fare comodamente da casa. Il portale dei nostri servizi da area riservata, a cui si faceva riferimento prima, consente di risolvere l'80 per cento dell'operatività che oggi si risolve agli sportelli. Sempre di più la strategia che si sta implementando cercherà di far diventare gli sportelli più centri consulenziali specialistici. Chiaramente, quello che abbiamo avviato è un percorso. Ci rendiamo conto che non dipende solo dalla nostra capacità tecnologica e organizzativa. Bisogna essere bravi anche a far sì che i cittadini possano comprendere come la trasformazione di Equitalia consente loro in modo semplice di fruire dei servizi che abbiamo messo a disposizione. In questa strategia, i pagamenti hanno assunto un ruolo centrale, come anche riportato nella relazione. Ormai, venire a pagare agli sportelli di Equitalia non ha più senso. Con la strategia multicanale dei pagamenti elettronici o anche rivolgendosi presso gli uffici della rete interbancaria o postale o, come si diceva, reti amiche, si può comodamente pagare in tabaccheria. È una sfida molto grande che abbiamo intrapreso da anni e che stiamo spingendo in modo importante. Peraltro, ci saranno forse delle novità, che non mi permetto oggi di anticipare: a tempo debito saranno comunicate. Stiamo spingendo molto verso una strategia digitale.
  Quanto al tema del numero verde, a cui si faceva riferimento, del contact center, oggi Equitalia non usa assolutamente quel meccanismo cui faceva riferimento, l'IVR, l’interactive voice response, che in modalità pura e semplice risponde al cittadino. Dalla IVR si atterra in coda operatore. Il cittadino che oggi vuole parlare con l'operatore, navigando lungo il sistema interattivo, può chiedere di accedere all'operatore, che mette a disposizione tutta la sua competenza per poter indirizzare l'esigenza del cittadino stesso. Siamo assolutamente d'accordo che il customer service debba evolvere e migliorare. In tal senso si sta operando per porre in essere tutte le azioni necessarie sul piano organizzativo e tecnologico per integrare sempre più il canale contact center e customer service agli altri canali elettronici a cui facevo riferimento poc'anzi.

  ADELFIO MORETTI, direttore riscossione di Equitalia Spa. Per quanto riguarda l'osservazione sulla riduzione della riscossione dei comuni, in effetti tutto è determinato dagli interventi che vedono Equitalia progressivamente uscire da questo tipo di mercato. Tanto per fare alcuni riferimenti, nel 2010 gli enti affidatari dei ruoli erano 9.000, oggi sono 6.700. Per quanto riguarda le riscossioni, analogamente abbiamo lo stesso trend, siamo passati da un miliardo ai 550 milioni di oggi. Rimangono nel portafoglio di Equitalia Pag. 15i piccoli comuni, perché in genere quelli più grandi, proprio per effetto dell'intervento normativo, si sono già attrezzati per gestire la riscossione coattiva in proprio. Questo è un trend fisiologico che spiega il dato che è stato rappresentato.

  PRESIDENTE. Si è conclusa quest'ottima audizione. Concludo con un auspicio. Avvocato, ricorderà che l'ultima volta parlai anche del caso Sicilia, interessante perché il sistema Equitalia di oggi nasce perché ci fu la sperimentazione gestionale siciliana, che poi divenne sistema Italia col nome di Equitalia. Le cose là vanno male. Penso da uomo di economia che razionalizzare il sistema facendo rientrare oggi nell'alveo di Equitalia quel sistema di riscossione sarebbe intelligente sia per la Sicilia, che sta fallendo la missione perché la massa critica non è sufficiente, sia per i sistemi che gestite voi attualmente. Desidero che Equitalia, ci «metta testa», cioè cominci a valutare se non sia il caso di procedere tecnicamente a un'analisi propedeutica a una decisione certamente di carattere politico. Ci sono tutte le condizioni perché in Sicilia questo possa accadere. Forse i tempi sono maturi. Visto che da qui a qualche mese arriverà il bilancio finale, forse è il caso che ci sia un momento di riflessione seria da parte dell'Agenzia. È un auspicio, naturalmente, che non è questa la sede per approfondire, ma potrebbe essere oggetto di discussione da qui a breve da parte di entrambi i proponenti di questo tavolo e Equitalia stessa.

  ERNESTO MARIA RUFFINI, amministratore delegato di Equitalia Spa. Equitalia accoglie l'auspicio e attende eventuali sviluppi. Ovviamente, essendo una società pubblica dedita alla riscossione, è ben lieta di poter dare una mano a riflettere insieme sulle soluzioni migliori.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'avvocato Ruffini e i suoi collaboratori e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 9.35.