XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 24 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione della dottoressa Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle entrate.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 2 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 12 
Pelillo Michele (PD)  ... 12 
Pagano Alessandro  ... 13 
Ruocco Carla (M5S)  ... 15 
Petrini Paolo (PD)  ... 15 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 16 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 17 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 20 
Orlandi Rossella , direttore dell'Agenzia delle entrate ... 20 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Propongo, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione della dottoressa Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle entrate.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle entrate, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione. Sono presenti inoltre il vice direttore vicario, dottor Marco Di Capua, il vice direttore, dottoressa Gabriella Alemanno, e il capo dell'ufficio stampa, dottor Sergio Mazzei.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'Anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do, quindi, la parola alla dottoressa Orlandi, con riserva per me e gli altri colleghi di rivolgerle, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Signor Presidente, signori deputati e senatori, vi ringrazio per l'opportunità che mi è stata offerta di fornirvi un contributo in ordine alla rilevante tematica della razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, naturalmente con particolare riguardo all'Anagrafe tributaria.
  Nel passato si sono tenute altre audizioni in materia, quindi oggi si tratterà fondamentalmente di darvi un aggiornamento rispetto alle informazioni che, nel tempo, l'amministrazione vi ha sempre fornito. Abbiamo anche inviato alla Commissione un documento scritto contenente una rilevante quantità di dati e una descrizione del punto di arrivo dei vari progetti, cui rimando, perché è abbastanza corposo. Cercherò di fare una sintesi, per poi rispondere alle vostre domande.
  Le grandi banche dati pubbliche sono elementi fondamentali per il perseguimento dei fini pubblici, essendo oggi assolutamente necessaria la fruibilità diffusa delle informazioni, a costi contenuti. L'evoluzione di tali banche dati deve tener conto della necessità di permettere la loro interconnessione, anche attraverso l'adozione di una semantica condivisa, e con una garanzia di qualità, aggiornamento, correttezza, completezza delle informazioni in esse contenute. Vi prego di credermi quando dico che è un lavoro molto complesso. La pulizia del dato, al fine della sua interconnessione e fruibilità, comporta un lavoro di grande impegno e di grande difficoltà che in particolare l'Agenzia delle entrate – forse la più grande detentrice di dati di questo sistema – sta affrontando con metodi sempre più innovativi, attraverso una propria struttura Pag. 3informatica di livello per la gestione e il rapporto costante con i partner tecnologici e le altre amministrazioni.
  Per quanto riguarda l'Anagrafe tributaria, occorre sottolineare che le sue caratteristiche e i suoi contenuti la rendono un elemento centrale e strategico di servizio per gli obiettivi di semplificazione degli adempimenti posti a carico dei cittadini e, al tempo stesso, un elemento indispensabile per il contrasto all'evasione fiscale.
  L'Agenzia delle entrate, in coerenza con questo percorso, ha realizzato e azionato due tipi di sistemi operativi. In primo luogo, abbiamo il SID, il sistema di interscambio dati, attraverso cui transitano le informazioni provenienti da enti esterni, (come ad esempio banche, assicurazioni, fornitori di utenze domestiche) che in questo momento servono al contrasto dell'evasione fiscale. Parliamo quindi di dati di informazione a supporto della attività di analisi, ma anche – come vedremo in un paragrafo dedicato – utili per fornire a nostra volta un servizio, con l'elaborazione della dichiarazione precompilata che verrà messa in atto dal 2015. Gli stessi dati che acquisiamo e che rendiamo fruibili, dato che sussiste una certa difficoltà nella loro omogeneizzazione, in questo momento servono a due scopi fondamentali: il contrasto all'evasione fiscale, e – questa credo sia la vera novità – l'elaborazione da parte della pubblica amministrazione della dichiarazione dei redditi dei cittadini.
  In secondo luogo abbiamo il sistema di interscambio per la fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione, forse il più importante nodo di trasmissione dati fra privati e pubblica amministrazione. La tempestività e la qualità delle informazioni gestite appaiono essenziali per il sistema Paese, per facilitare il più possibile il processo di semplificazione amministrativa e tributaria in atto. Molteplici sono le integrazioni esistenti fra l'Anagrafe tributaria e le altre banche dati pubbliche in corso di implementazione e di estensione. È chiaro che il nostro più importante partner da questo punto di vista è l'altro grande ente pubblico che gestisce tutto il settore del welfare e della previdenza: il nostro rapporto con l'INPS, da un punto di vista di interscambio dati, è il principale e più importante. Oserei dire che è quello che può fornire più servizi al Paese. La collaborazione fra l'Istituto nazionale della previdenza sociale e l'Agenzia delle entrate è dunque finalizzata allo scambio reciproco di utili informazioni e all'allineamento delle rispettive basi dati, in particolar modo di quelle anagrafiche, ed è ormai un sistema consolidato ed efficace. Dal 2013 è stato avviato un progetto per razionalizzare questi flussi di dati mediante la predisposizione di un sistema di notifica di eventi legati alla variazione dei dati anagrafici. In pratica, dopo una fase di allineamento massivo delle rispettive basi dati, l'Agenzia, al verificarsi di un evento di variazione anagrafica nella propria banca dati, quindi l'Anagrafe tributaria, invia una segnalazione all'INPS che, di conseguenza, attiva la richiesta di aggiornamento per il soggetto in questione. Questo permette di non richiedere ulteriori informazioni al cittadino, ma di poter direttamente dialogare con la nuova base dati. È in corso, inoltre, uno studio per una analoga razionalizzazione dei flussi informativi reddituali. L'obiettivo è quello di evitare di trasmettere l'intero contenuto della base informativa delle dichiarazioni, che è immenso, realizzando invece dei servizi di scambio finalizzati a fornire le informazioni puntualmente richieste. La nostra collaborazione con l'INPS è soprattutto relativa: al RED, il famoso modello per le prestazioni previdenziali e pensionistiche, che deve avere alla base la conoscenza delle informazioni reddituali e che quindi viene elaborato da noi, all'ISEE – e voi sapete quale sia l'importanza di questo sistema – alla carta acquisti, alla dichiarazione dei redditi e al CUD. Tale collaborazione è sempre più intensa, anche per rispondere al dettato di norme che prevedono il crescente utilizzo di informazioni fiscali nei processi di erogazione e gestione delle prestazioni sociali e assistenziali.Pag. 4
  Sulla base della convenzione di cooperazione informatica, in vigore fin dall'ottobre del 2010, l'INPS è la pubblica amministrazione alla quale l'Agenzia eroga il maggior flusso di dati. Nello specifico, viene fornita la quasi totalità dei dati presenti in Anagrafe tributaria, con tre diverse modalità di accesso: forniture massive, quindi circa 50 milioni di occorrenze; accessi in consultazione on line per gli operatori INPS, circa 20.000 utenti, e servizi in cooperazione applicativa per consentire l'allineamento in tempo reale dei codici fiscali e dei relativi dati anagrafici, circa 20 milioni di chiamate l'anno. Sulla base di tale rilevante mole di informazioni si sono potute sviluppare alcune specifiche attività di analisi del rischio, finalizzate all'effettuazione di ispezioni e verifiche, da parte dei due enti. Il confronto conoscitivo e collaborativo è finalizzato alla predisposizione di indirizzi operativi volti a contrastare fenomeni di evasione e frode, in materia fiscale e contributiva; abbiamo anche elaborato metodologie comuni che vengono utilizzate costantemente.
  L'altro grande flusso di dati e di cooperazione è quello verso gli enti locali, soprattutto verso la fiscalità locale, dal punto di vista reddituale e catastale. Vi sono 19 regioni, 93 province, le province autonome di Trento e Bolzano, e l'87 per cento dei Comuni italiani – 7.000 su oltre 8.000 – in collegamento con il portale Siate v.2.0 – PuntoFisco, con cui l'Agenzia delle entrate, sulla base di specifiche convenzioni di cooperazione informatica, rende loro gratuitamente disponibili una rilevante parte delle informazioni presenti in Anagrafe tributaria, mediante consultazioni on line o forniture massive.
  Sul punto segnalo tuttavia che, da un lato, la stratificazione temporale delle disposizioni normative che hanno disciplinato la messa a disposizione delle informazioni e, dall'altro, il diverso adempimento da parte dei comuni dell'obbligo di invio normativo delle informazioni in loro possesso, in ragione di un diverso grado di informatizzazione degli stessi, renderebbe auspicabile una razionalizzazione delle disposizioni oggi in vigore in tema di condivisione delle informazioni fra amministrazione finanziaria ed enti locali. In particolare, tale razionalizzazione dovrebbe basarsi sulla mappatura dei dati degli enti (centrali e locali) indispensabili per il raggiungimento delle finalità di semplificazione amministrativa per i cittadini e di potenziamento delle attività di controllo delle frodi e dell'evasione fiscale, sia di tributi statali sia di tributi regionali e locali, e sulla omogeneizzazione dei processi di acquisizione e organizzazione dei dati da parte degli enti locali, ancora oggi molto difformi da ente a ente. Al fine di migliorare l'interscambio dei dati con i comuni è stato istituito, ed è operativo da alcuni anni, un tavolo tecnico permanente con l'ANCI.
  Anche le regioni sono tutte convenzionate e accedono ai dati dell'agenzia. Negli ultimi mesi, inoltre, attraverso una struttura denominata CISIS, è stata positivamente completata una sperimentazione per l'erogazione in cooperazione applicativa di servizi anagrafici.
  Con specifico riferimento al processo di partecipazione dei comuni all'accertamento dei tributi statali, i numeri ci confermano che la collaborazione tra Agenzia e comuni è concreta, anche se non uniformemente sviluppata su tutto il territorio nazionale. Dal febbraio 2009 all'agosto 2014 sono state trasmesse oltre 66.000 segnalazioni da circa 900 Comuni. Di queste, quasi 12.000 sono state trasfuse in atto di accertamento, con oltre 226 milioni di maggiore imposta accertata. Ciò significa che ogni segnalazione elaborata ha mediamente consentito di accertare più di 19.000 euro di maggiori imposte. Tra i comuni più attivi su questo fronte spiccano normalmente quelli delle regioni del Centro-Nord, in primis Emilia Romagna – la prima ad aver attivato tutto il sistema – Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Marche e Umbria; mentre il processo stenta a decollare nelle regioni meridionali, ad eccezione della Calabria. Segnali confortanti arrivano dalla Sicilia, grazie anche alla legge regionale n. 5 del 2014, con cui la regione ha devoluto la quota incentivante del 100 per cento dei Pag. 5maggiori tributi accertati dall'Agenzia delle entrate a seguito delle segnalazioni trasmesse dai comuni siciliani. Ricordo che la Sicilia è una regione a statuto speciale, quindi può disporre dell'intero gettito, cosa che non può avvenire per le altre. Quasi la metà delle segnalazioni comunali riguardano fenomeni di evasione legati al patrimonio immobiliare e consentono all'Agenzia delle entrate di effettuare recuperi, tanto ai fini delle imposte dirette, quanto ai fini dell'imposta di registro, ovvero dell'IVA, così come ai fini delle imposte ipotecarie e catastali. Ai comuni invece permettono di effettuare recuperi ai fini di IMU e TARSU; uso ancora questi acronimi in attesa di una sistemazione definitiva. Contestualmente, rilievi di questo tipo portano spesso a rideterminare il vero valore catastale di un immobile ristabilendo anche per il futuro la corretta determinazione del carico impositivo connesso a tale bene. Gli altri ambiti su cui si sono concentrate le segnalazioni comunali sono quello relativo all'individuazione di beni indicatori di capacità contributiva, quello riguardante le fittizie residenze all'estero – su cui esisteva anche una norma particolare che non è stata del tutto attuata – e quello riferito alle attività no profit.
  Con riferimento alle ulteriori funzioni, di cui all'articolo 64 del decreto legislativo n. 300 del 1999, che precedentemente erano esercitate dall'Agenzia del territorio – oggi, lo ricordo, fusa con l'Agenzia delle entrate – sono state sviluppate, già da oltre un decennio, due specifiche piattaforme informatiche che rendono possibile lo scambio di informazioni catastali, cartografiche e ipotecarie con gli enti locali e altre pubbliche amministrazioni, in particolare il «Portale dei comuni», a cui accedono tutti i comuni, con esclusione di quelli facenti parte delle province autonome di Trento e Bolzano. Esso consente appunto la fruizione di dati catastali e cartografici, nonché l'invio di segnalazioni da parte dei comuni. Vi è poi il «Sistema di interscambio» che permette la cooperazione applicativa fra i sistemi informatici dell'Agenzia e degli enti locali, consentendo a questi ultimi di prelevare automaticamente i dati e inserirli nel proprio sistema informatico.
  L'utilizzo del «Sistema di interscambio» richiede però la presenza, negli enti utilizzatori, di sistemi informatici evoluti e anche la loro connessione al sistema pubblico di connettività. Non tutti gli enti locali, dato l'alto numero di comuni italiani, hanno questo grado di informatizzazione e quindi la capacità di fruire della cooperazione informatica in modo pieno. Inoltre, con riferimento alle informazioni immediatamente utili per le attività di contrasto all'evasione fiscale, l'Agenzia ha sviluppato specifiche forniture per i comuni che prevedono un flusso informativo di ritorno per la segnalazione di eventuali incoerenze relative: ai dati degli immobili identificati come mai dichiarati in catasto, i cosiddetti immobili fantasma; agli immobili per i quali sono state presentate le richieste di ruralità; alle superfici delle unità immobiliari e agli altri atti di aggiornamento catastale, assolutamente necessari nell'ambito della fiscalità locale, oggi particolarmente basata su elementi immobiliari. A tal proposito, osservo che i Comuni scaricano diffusamente i dati catastali e sarebbe auspicabile un'analoga completa alimentazione in ordine al flusso di ritorno per le eventuali segnalazioni di incoerenza, al fine di allineare completamente le basi dati. Inoltre, sono stati attivati sportelli catastali decentrati presso i comuni e 24 poli catastali, o sportelli evoluti, in cui c’è una forte collaborazione con l'ente locale.
  Al fine di innalzare il livello di integrazione delle banche dati catastali e di quella ipotecaria, l'Agenzia sta lavorando per la progressiva implementazione della cosiddetta anagrafe immobiliare integrata, finalizzata alla certificazione dei soggetti e degli oggetti d'imposta gestiti nelle banche dati catastali e ipotecarie e che consentirà un più agevole utilizzo delle informazioni, garantendo al contempo nuovi servizi per una gestione ancora più efficace del territorio e della fiscalità immobiliare per i diversi livelli di governo della realtà locale.Pag. 6
  Per la sua realizzazione sono stati avviati due progetti: l'anagrafe dei titolari, che ha l'obiettivo di identificare correttamente i soggetti titolari di diritti reali sugli immobili – in pratica allineando la banca dati della pubblicità immobiliare con quella catastale vera e propria – e il sistema integrato del territorio (SIT), che consente di costituire un'unica banca dati catastale che possa gestire tutte le informazioni sugli immobili attualmente presenti su diversi archivi. Tale sistema potrà inoltre supportare la revisione del catasto dei fabbricati, che appare essere un'importante occasione di miglioramento e di ulteriore focalizzazione della cooperazione fra agenzia ed enti locali.
  L'altro punto su cui mi era stato chiesto di fornire un aggiornamento è la tracciabilità dei pagamenti e la promozione degli strumenti di pagamento elettronico; un tema molto caldo, sempre oggetto di grandi discussioni. Il tema dell'evoluzione dei sistemi di pagamento elettronico è di particolare interesse per la fiscalità sotto un duplice profilo. Da un lato, nell'ambito delle transazioni commerciali, i pagamenti elettronici riducono il grado di opacità del sistema favorendo il contrasto a fenomeni evasivi legati all'uso del contante; dall'altro, nel colloquio con la pubblica amministrazione, contribuiscono ad ampliare la gamma dei servizi fiscali erogati in rete per semplificare l'interazione con la macchina fiscale.
  Quanto alla semplificazione dell'interazione con la macchina fiscale, l'Agenzia è da sempre impegnata a incrementare, tramite i propri sistemi e i servizi resi dagli intermediari della riscossione, i pagamenti telematici per agevolare e semplificare gli adempimenti di cittadini, famiglie e imprese relativi al versamento delle imposte, in un'ottica di apertura ai prodotti e alle soluzioni di pagamento elettronico presenti sul mercato, nonché di armonizzazione e convergenza, ferma la salvaguardia delle particolarità della riscossione tributaria regolati dalla legge, con le soluzioni sviluppate, ad esempio, dall'Agenzia per l'Italia digitale, come il nodo dei pagamenti.
  Per quanto riguarda il modello F24, segnalo che sono in corso approfondimenti con gli intermediari della riscossione per offrire nuove soluzioni di pagamento che consentano l'addebito dei versamenti F24 anche su strumenti di pagamento diversi dal conto corrente, per esempio su carte prepagate ricaricabili, in modo che tutto divenga comunque tracciabile. Inoltre, dal giugno 2014 è partito l'avvio sperimentale del servizio di acquisizione delle deleghe F24 con modalità telematiche anche da parte di un primo prestatore di servizi di pagamento non bancario.
  Quanto all'imposta di bollo su istanze presentate telematicamente alla pubblica amministrazione e relativi provvedimenti certificati e rilasciati dalla pubblica amministrazione, è stato recentissimamente emanato il provvedimento dell'Agenzia delle entrate, d'intesa col Dipartimento della funzione pubblica, per l'avvio del progetto @e.bollo, grazie al quale sarà possibile assolvere con modalità telematiche, carte di credito, debito o prepagate, il pagamento forfettizzato per legge dell'imposta di bollo dovuta per le istanze presentate in via telematica alla pubblica amministrazione e relativi certificati o provvedimenti rilasciati dalla stessa. L'ostacolo di ottenere il certificato in via telematica, quindi senza fila, era fondamentalmente quello di dover apporre e dimostrare di aver pagato il bollo previsto. Farlo in via telematica, dunque, elimina la presenza fisica delle persone presso gli sportelli, quindi ritengo che questa sia una soluzione di semplificazione enorme. Fra l'altro, vi è anche un vantaggio, perché l'imposta di bollo è stata forfettizzata con un risparmio effettivo, dal momento che la stessa si assolveva con un importo fisso ogni quattro pagine, per un totale di sedici euro, mentre attualmente, per ogni atto, qualunque sia il numero delle pagine in via telematica il costo è sempre di sedici euro. Tutto questo comporta, in definitiva, un risparmio di tempo, di impegno, ma anche economico. Per lo svolgimento del servizio, l'Agenzia delle entrate si avvarrà di intermediari con particolari caratteristiche, fra cui la natura di prestatori di Pag. 7servizio di pagamento tramite accordi convenzionali aperti all'adesione, in un quadro di convergenza con le funzionalità del nodo dei pagamenti pubblico. Il servizio sarà operativo nei prossimi mesi, considerati i tempi tecnici necessari allo sviluppo delle procedure da parte delle pubbliche amministrazioni e degli intermediari che offriranno i servizi di pagamento, sulla base delle linee guida e delle specifiche tecniche elaborate dall'Agenzia delle entrate e dall'Agenzia per l'Italia digitale.
  Inoltre, di indubbio interesse appaiono gli sviluppi del citato nodo dei pagamenti per l'apertura dei servizi telematici al mondo delle carte di credito e ad altri strumenti di pagamento evoluti presenti sul mercato. In tale contesto, i servizi telematici potranno essere sviluppati anche per il versamento dei tributi che non sono versati dai contribuenti in autoliquidazione, ma che sono connessi alla prestazione di uno specifico servizio. Al riguardo, l'Agenzia ha ereditato i servizi di pagamento sviluppati nell'ambito dei servizi telematici dell'area territorio, messi a disposizione tramite la piattaforma SISTER, che consentono di effettuare pagamenti telematici dei tributi ipotecari e catastali tramite strumenti postali e bancari, ovvero tramite modello F24. Sempre in tale contesto, si segnala che, in linea con le strategie di incremento dell'utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al contante, vi è la possibilità di utilizzare i terminali POS per il pagamento contestuale dei servizi ipotecari e catastali richiesti allo sportello.
  Quanto al tema della progressiva diffusione di strumenti di pagamento elettronici nelle transazioni commerciali, il processo della piena tracciabilità dei pagamenti si deve intendere avviato con il decreto interministeriale del 24 gennaio 2014 che, in attuazione dell'articolo 15 del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, ha disposto che i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti o di prestazione di servizi anche professionali sono tenuti ad accettare i pagamenti superiori a 30 euro effettuati con carte di debito. Tale novità normativa trova supporto in un'evoluzione tecnologica che rende ormai maturi i tempi per un utilizzo più ampio della moneta elettronica. L'utilizzo del contante alimenta le possibilità di sviluppare economia sommersa. A conferma di questo, si rileva che in Italia il valore dell'economia sommersa è compreso, secondo le stime Istat, fra i 255 e i 275 miliardi di euro, in un intervallo fra il 16,3 per cento e il 17,5 per cento del PIL; dati assolutamente preoccupanti. Una delle principali azioni utilizzate all'estero per contrastare il sommerso è stato il riconoscimento di un incentivo all'utilizzo delle carte di pagamento: carte di credito, carte di debito e carte prepagate. L'incremento dell'uso di carte di pagamento ha un impatto positivo sia sulla riduzione del sommerso, e di conseguenza sulle entrate fiscali, e ancora di più sui costi di gestione del contante, stimati in circa 4 miliardi l'anno per il settore bancario, e in totale di 8 miliardi di euro per il sistema Paese.
  L'altro punto interessante da trattare oggi è quello della fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione e la successiva estensione del progetto anche alle amministrazioni locali e alle aziende sanitarie, per la valenza dello strumento anche ai fini del contrasto all'evasione fiscale. L'Agenzia delle entrate gestisce il sistema di interscambio (SdI) istituito dalla legge n. 244 del 2007, assicurando il presidio, il processo di ricezione, il successivo inoltro delle fatture elettroniche alle amministrazioni destinatarie e la gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica. Attualmente, lo SdI intermedia la trasmissione delle fatture elettroniche destinate alla pubblica amministrazione ed emesse da circa 2 milioni di operatori economici residenti in Italia. Il costo di realizzazione dell'intero sistema è di poco superiore ai 2,6 milioni di euro e l'impegno per la conduzione è di circa 500.000 euro l'anno. Nel periodo che va dal 6 giugno al 17 settembre 2014, il sistema ha correttamente gestito più di 550.000 file fattura. A tre mesi dalla partenza, si registra un trend positivo del Pag. 8periodo transitorio. In questo senso, è emblematica la riduzione dell'incidenza degli scarti per errori formali sul totale dei file ricevuti: 40 per cento, dal 6 al 30 giugno 2014; 26 per cento, dall'1 al 31 luglio; 19 per cento, dall'1 al 31 agosto. Quindi complessivamente, in tutto il periodo, i file scartati rappresentano il 23 per cento, ma considerato il breve periodo e la capacità di porre rimedio ai primi errori, si ritiene che a breve lo scarto sarà del tutto fisiologico. È confortante un dato di diminuzione progressiva di errore in termini così brevi.
  Quanto ai possibili scenari futuri, richiamo l'attenzione sulla circostanza che eventuali modifiche normative, che estendessero l'obbligo di fatturazione elettronica alle operazioni commerciali e permettessero di sfruttare il patrimonio informativo veicolato dal sistema, fornirebbero uno strumento potente per migliorare il contrasto all'evasione e il rapporto con i contribuenti. Sul punto, l'articolo 9 della legge n. 23 del 2014, la cosiddetta delega fiscale, ha inteso inquadrare l'utilizzo della fattura elettronica all'interno di una strategia più ampia da attuare nei confronti dei contribuenti IVA, al fine di perseguire finalità di semplificazione e un parallelo rafforzamento dei sistemi di controllo. Di fatto, la trasmissione telematica della fattura non renderebbe più necessario l'invio, attualmente compiuto per via telematica, di una serie di informazioni e in un futuro, speriamo non lontano, anche la possibilità della redazione da parte della stessa amministrazione di una proposta di dichiarazione fiscale, con ciò eliminando tutta una serie di oneri e costi per l'impresa e rendendo trasparente il sistema e quindi più facilmente contrastabile l'evasione fiscale. Questo naturalmente riguarda la fatturazione elettronica, la tracciabilità dei pagamenti e la trasmissione dei corrispettivi – cosa che anche in altri Paesi sta avvenendo sempre più rapidamente – in un'ottica insieme di semplificazione e di riduzione dei costi per il sistema complessivo del Paese, il sistema delle imprese e per il contrasto all'economia sommersa, che non consiste solo nell'evasione fiscale, ma anche nell'evasione contributiva, nell'opacità del sistema e in fenomeni di altra natura. Questo orientamento è in linea con gli indirizzi OCSE per la spinta alla tax compliance, soprattutto delle piccole e medie imprese, mediante la strutturazione di un rapporto di collaborazione pre-dichiarativo, basato sul flusso informativo delle operazioni commerciali alla base della contabilità delle aziende; sono quindi dati che oggi tutti hanno già nel proprio computer e che basterebbe trasmettere. Al riguardo, gli strumenti tecnici per dare attuazione a tale strategia in parte già esistono e vanno implementati con la giusta organicità e con la forte collaborazione di tutte le parti interessate, come le associazioni di categoria delle imprese, i professionisti e gli istituti di credito. In particolare, con pochi interventi normativi, l'infrastruttura creata per gestire il processo di fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione potrebbe essere utilizzato per veicolare tutte le fatture scambiate anche nell'ambito del rapporto B2B, in modo da acquisirne le informazioni rilevanti ai fini fiscali e superare una serie di adempimenti che oggi gravano in capo alle imprese e ai professionisti – pensiamo per esempio alla comunicazione dello spesometro. Parallelamente, il sistema della trasmissione telematica dei corrispettivi potrebbe essere implementato mediante l'evoluzione dei misuratori fiscali che già oggi rappresentano un potente terminale di registrazione e veicolazione delle informazioni contabili nei sistemi gestionali delle imprese che operano B2C. Su questo fronte, le esperienze di altri Paesi europei ci dimostrano che il sistema è realizzabile in tempi ragionevolmente brevi. Infine, già oggi esistono e sono diffusi una serie di strumenti tecnologici che consentirebbero una concreta adozione generalizzata della tracciabilità dei pagamenti almeno nell'ambito delle operazioni B2B.
  Questa è una prima parte, forse la più innovativa, del decreto passato per la seconda volta all'esame delle Commissioni Pag. 9parlamentari e che riguarda la razionalizzazione della qualità delle banche dati dell'agenzia e il 730 precompilato.
  Per l'elaborazione delle dichiarazioni dei redditi, l'Agenzia delle entrate utilizzerà le informazioni già disponibili in Anagrafe tributaria, ad esempio la dichiarazione dei redditi dell'anno precedente, i versamenti effettuati, i dati relativi agli oneri detraibili e deducibili trasmessi da soggetti terzi entro il 28 febbraio – attualmente, interessi passivi per mutui, premi assicurativi e contributi previdenziali – e i dati contenuti nelle certificazioni trasmesse dai sostituti di imposta entro il 7 marzo, con riferimento ai redditi di lavoro dipendente e di pensione e ai redditi di lavoro autonomo e occasionale. La dichiarazione così composta verrà messa a disposizione dei contribuenti, entro il 15 aprile, sul sito internet dell'Agenzia, mediante i servizi telematici. I cittadini potranno visualizzarla e quindi accettarla o modificarla. A partire dal 2016, per la predisposizione della dichiarazione precompilata potranno essere utilizzati i dati presenti nel sistema tessera sanitaria – acquisti di medicinali e prestazioni sanitarie – nonché le informazioni relative ad altri oneri deducibili e detraibili per i quali, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, saranno individuati termini e modalità di trasmissione all'Agenzia. La dichiarazione precompilata comporterà, pertanto, già a partire dal 2015, una forte semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti che, pur in presenza di un quadro normativo particolarmente complesso, potranno utilizzare un modello 730 precompilato, almeno parzialmente, dall'Agenzia delle entrate. Negli anni successivi, tale beneficio potrà aumentare grazie alla maggiore quantità di informazioni che l'Agenzia riuscirà a inserire nella dichiarazione, anche in virtù di un'auspicabile semplificazione del contesto normativo di riferimento.
  Un ulteriore beneficio per i contribuenti che usufruiscono della dichiarazione precompilata riguarda la riduzione dei controlli dell'amministrazione finanziaria, in particolare per coloro che ottengono dal CAF o dal professionista l'apposizione del visto di conformità pesante.
  Per rispettare le tempistiche molto ravvicinate previste dallo schema di decreto, l'Agenzia ha definito, insieme al partner tecnologico SOGEI, un calendario dei lavori molto serrato, anticipando in maniera significativa le attività collegate con la campagna dichiarativa 2015. Entro il mese di ottobre, saranno ultimati i tracciati telematici che le banche, le assicurazioni e gli enti previdenziali dovranno utilizzare per trasmettere all'Agenzia i dati relativi agli oneri detraibili e deducibili. Entro il mese di novembre, saranno definiti il modello 730 del 2015 e il nuovo modello di certificazione unica 2015, con le relative istruzioni e specifiche tecniche. Al riguardo, come già precisato in una precedente audizione, si ribadisce che eventuali interventi normativi di fine anno, con effetti sull'anno 2014 e con impatti sul contenuto di tali modelli dichiarativi, rischiano di compromettere il buon esito dell'intero progetto della precompilata. Entro i primi mesi del 2015, SOGEI predisporrà i software e le altre procedure necessarie per trasmettere le certificazioni dei sostituti d'imposta e per rendere disponibili le dichiarazioni precompilate ai dipendenti, ai pensionati, ai sostituti d'imposta e agli intermediari. In tale ambito, sono già in corso diversi tavoli di colloquio e confronto con i soggetti coinvolti nel processo, come associazioni di categoria, sostituti d'imposta, INPS, ma anche imprese di assicurazione, CAF, intermediari e società di software: deve chiaramente trattarsi di un processo di collaborazione; in questo momento, i segnali sono tutti di massima disponibilità. È chiaramente un processo faticoso che richiede la responsabilità e l'impegno di tutti gli attori per portare a un buon esito l'intera operazione.
  L'altro punto da menzionare è la razionalizzazione e semplificazione delle banche dati dell'Anagrafe tributaria, al fine di evitare sovrapposizioni e duplicazioni di informazioni. Per meglio rispondere alle esigenze dei contribuenti, degli Pag. 10enti esterni pubblici e privati, e per rendere efficace e corretta la gestione dei propri processi, l'Agenzia delle entrate ha già avviato da alcuni anni un progetto di rivisitazione del patrimonio informativo. Tra le attività del progetto, riveste rilevante importanza la razionalizzazione e semplificazione delle banche dati dell'Anagrafe tributaria, con particolare riferimento alle basi dati anagrafico – reddituali e di quelle ad esse strettamente correlate: atti del registro e comunicazioni. Tra le finalità del progetto rientrano: l'ottimizzazione delle banche dati, la razionalizzazione dell'utilizzo delle informazioni, l'identificazione e la predisposizione di servizi di accesso, in modo da consentire la fruizione massiva e puntuale di tali informazioni e il miglioramento continuo dei livelli di qualità dei dati (data governance).
  La razionalizzazione delle banche dati e delle relative modalità di accesso permetterà di realizzare anche una vista dei dati fiscali al centro della quale ci sarà la figura del contribuente (Vista Unica del contribuente). Tramite tale vista, imperniata sul contenuto semantico dei dati, sarà possibile disporre di tutte le informazioni fiscali del contribuente in un unico punto e senza necessità di effettuare di volta in volta elaborazioni ad hoc finalizzate alla raccolta di tali informazioni. In tale ambito, inoltre, i dati contenuti nelle dichiarazioni dei redditi e nelle comunicazioni inviate dagli enti esterni verranno trattati adottando tecnologie e architetture in grado di garantire la consistenza, l'aggiornamento, l'accuratezza e la completezza dei dati, d'importanza critica e di fornirne una visione unica a utenti, applicazioni e processi all'interno e all'esterno dell'amministrazione fiscale. Si evidenzia, infine, che attualmente le informazioni riguardanti alcuni oneri per i quali è prevista la detraibilità o la deducibilità trasmessa dalle imprese assicuratrici e dagli enti previdenziali o eroganti forme pensionistiche complementari, o dagli istituti che erogano mutui agrari e fondiari, sono rese disponibili all'Agenzia delle entrate, in questo momento, entro il 30 aprile di ciascun anno, mediante appositi tracciati telematici approvati con provvedimento del direttore dell'Agenzia. Tali informazioni sono state finora utilizzate per le attività di controllo sugli oneri detraibili e deducibili indicati dai contribuenti nelle proprie dichiarazioni. L'anticipo al 28 febbraio del termine di trasmissione delle informazioni, come previsto dalle nuove disposizioni in materia di dichiarazioni precompilate, unitamente alla razionalizzazione delle banche dati, consentirà all'Agenzia di utilizzare le stesse informazioni anche ai fini dell'elaborazione delle dichiarazioni dei redditi precompilate, evitando pertanto duplicazioni di adempimenti per gli enti esterni. Credo che questa sia la vera rivoluzione, per cui gli stessi dati vengono utilizzati per due funzioni di servizio: l'idea è sempre quella di compiere, da parte della stessa pubblica amministrazione, attività che oggi è il cittadino che deve svolgere, utilizzando al tempo stesso quei dati per contrastare il fenomeno dell'evasione. Credo che, se riusciremo a metterla in atto fino in fondo, questa «rivoluzione informatica» cambierà alla radice il rapporto Amministrazione-cittadino attualmente in essere.
  Vengo al punto relativo al processo di miglioramento della qualità dei dati conservati nel sistema dell'Anagrafe tributaria: in questo caso si tratta del rapporto con la nuova Anagrafe nazionale della popolazione residente. Lo stato di realizzazione del progetto prevede altresì l'istituzione dell'Archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici: sono due progetti della pubblica amministrazione allargata a cui noi partecipiamo attivamente.
  Il progetto ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente) riveste una grande importanza strategica nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione e del miglioramento dei servizi al cittadino. Il ruolo dell'Agenzia delle entrate, quale gestore e certificatore del codice fiscale, che è il codice identificativo del soggetto, risulta di particolare importanza per ogni sistema di circolarità e di scambio dati. L'Agenzia delle entrate sarà Pag. 11direttamente coinvolta nell'operazione di validazione dei dati attualmente presenti in INA, ai fini del popolamento iniziale di tale anagrafe e in quelle previste per il subentro definitivo dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente alle anagrafi comunali. L'Agenzia dovrà pertanto realizzare nuovi servizi di allineamento e gli adeguamenti ai servizi cooperativi di gestione delle comunicazioni presenti nel sistema INA-SAIA necessari per l'integrazione con l'anagrafe della popolazione. In estrema sintesi, gli interventi recentemente proposti dal Ministero dell'interno che l'Agenzia dovrà effettuare sono: la realizzazione di servizi di allineamento delle informazioni anagrafiche per il popolamento iniziale dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente; la revisione e l'implementazione di servizi che gestiscono le comunicazioni anagrafiche dell'attuale sistema INA-SAIA per l'adeguamento al nuovo sistema di costituzione e alimentazione dell'ANPR; la revisione delle funzioni di gestione del codice fiscale in Anagrafe tributaria, in conseguenza dell'avvio della nuova Anagrafe nazionale della popolazione residente, per mantenere costantemente allineate le rispettive informazioni anagrafiche.
  Con riferimento alle ulteriori funzioni che il decreto legislativo n. 300 del 1999 affidava all'Agenzia del territorio, insieme all'Istat, è stato costituito un archivio nazionale, informatizzato e codificato, degli stradari e dei numeri civici di tutti i comuni italiani, che è stato già utilizzato proficuamente dall'Istat per gli adempimenti connessi al censimento 2011. La necessità di realizzare un simile archivio è stata originata dal fatto che gli enti locali, per le diverse finalità istituzionali, gestiscono autonomamente i propri stradari che, in alcuni casi, sono solo cartacei e raramente sono pubblicati sui siti istituzionali degli stessi. L'Archivio nazionale degli stradari intende rispondere all'esigenza, fortemente sentita da tutti i soggetti pubblici e privati che devono gestire informazioni sugli indirizzi, di disporre di un unico archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici, codificato e aggiornato dinamicamente dagli enti locali, che possa essere utilizzato come unica base di riferimento. Le attività finora effettuate consentono di disporre attualmente di un archivio completo, il cui livello qualitativo sarà ulteriormente incrementato grazie alle attività di bonifica, al momento in corso, richieste a tutti i comuni dall'Istat. Sulla base dei dati attualmente disponibili, si prevede che le predette attività saranno ultimate da oltre 4.000 comuni entro l'anno corrente, e che saliranno a circa 6.500 entro il marzo 2015. Una prima opportunità di ulteriore utilizzo è quella di integrare dinamicamente le sue informazioni con quelle presenti nell'Anagrafe tributaria e nell'istituenda Anagrafe nazionale della popolazione residente, la cui competenza è attribuita al Ministero dell'interno. Tale integrazione permetterà di migliorare la qualità dei dati, consentendo di valutare agevolmente la qualità delle informazioni dell'Anagrafe tributaria, verificare i dati discordanti e disporre di informazioni certificate. Una seconda e forse ancor più importante opportunità potrebbe derivare dalla valutazione del legislatore, in merito alla possibile attribuzione a questa anagrafe del ruolo di banca dati di interesse nazionale. Infatti, un Archivio nazionale unico degli stradari e dei numeri civici consentirebbe di ridurre i costi di gestione e di rendere più incisiva ed efficace l'attività di notifica ai cittadini di atti di qualsiasi natura.
  Per quanto riguarda il processo di integrazione anche delle basi informative fra le strutture dell'Agenzia delle entrate e l'Agenzia del territorio, ricordo che l'Agenzia delle entrate sta portando avanti l'integrazione con l'Agenzia del territorio prevista dal decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertita con modificazioni nella legge 7 agosto 2012, n. 135. L'accorpamento delle due agenzie è avvenuto il 1 dicembre 2012. A seguito di tale atto normativo, il personale dell'Agenzia del territorio è confluito nei ruoli dell'Agenzia delle entrate e la dotazione di quest'ultima è stata provvisoriamente rideterminata per tener conto dell'incorporazione. L'integrazione delle strutture preposte ai processi non core è Pag. 12stata completata nei termini fissati dal signor ministro pro tempore, cioè entro la fine del 2013. Gli interventi sono stati supportati dall'unificazione dei sistemi informatici di ausilio ai processi gestionali come personale e contabilità. Il riassetto ha consentito attualmente la riduzione di 179 posizioni dirigenziali e contestualmente è stato attivato un primo blocco di posizioni organizzative di livello non dirigenziale. Nel corso del corrente anno, è stato avviato il riassetto delle strutture preposte alle attività core che, sempre in base alle indicazioni a suo tempo fornite dal ministro, dovrà essere completato entro il 31 dicembre 2015. Queste ulteriori misure consentiranno di completare la riduzione del numero di posizioni dirigenziali e di istituire le rimanenti posizioni organizzative speciali. A seguire, saranno fissate le dotazioni organiche a regime, secondo i criteri del decreto legge n. 95 del 2012.
  A livello dei sistemi informativi, sarà completata la confluenza nell'unica piattaforma in entrata dei dati contenuti nelle piattaforme dell'Agenzia del territorio, relativi al periodo precedente all'accorpamento.
  Infine, vengo all'ultimo punto sulla prospettiva della collaborazione con la SOGEI, come partner tecnologico dell'Agenzia nella gestione delle banche dati del sistema dell'Anagrafe tributaria. Come sapete, nella gestione delle banche dati, la SOGEI svolge il fondamentale ruolo di partner tecnologico, quindi l'Agenzia opera con SOGEI in via esclusiva per l'ammodernamento e la manutenzione del sistema informativo, strumento imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali dell'Agenzia stessa; ovviamente, è un partner esclusivo per legge, nel senso che le scelte sono stabilite a monte dal legislatore, in un'ottica di risparmio e di sinergia. In tale ottica, la SOGEI rappresenta un patrimonio di conoscenze e di professionalità indispensabile per incrementare l'efficienza e l'efficacia delle attività di contrasto all'evasione attraverso l'incrocio delle banche dati interne ed esterne. Tuttavia, in questi ultimi anni, l'Agenzia sta assistendo a una progressiva perdita di vigore nell'azione innovativa proposta da SOGEI; circostanza meritevole di particolare attenzione, ove si consideri che la stessa Agenzia è chiamata, in coerenza alle principali innovazioni introdotte in ambito tributario, e richieste poi dall'intero sistema Paese – e di cui abbiamo parlato finora anche in ambito progettuale – a riprogettare componenti significative del sistema informativo. Appare, infatti, quale elemento di criticità non marginale, l'impegno diretto di SOGEI, per espressa disposizione normativa, anche su temi e contesti esterni al mandato originario esclusivo del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Tale situazione pone l'imprescindibile tema del ruolo che SOGEI deve svolgere nell'ambito del sistema informativo della fiscalità nel caso, tutt'altro che remoto, in cui gli ulteriori impegni assunti in contesti esterni possano incidere significativamente sulle prestazioni che la stessa deve garantire all'Agenzia, in termini di qualità dei servizi e di risorse disponibili. In altre parole, occorrerà conciliare le recenti istanze di razionalizzazione delle banche dati esterne affidate alla gestione di SOGEI con l'esigenza del sistema informativo dell'Agenzia che è chiamato a raggiungere obiettivi sempre più sfidanti.

  PRESIDENTE. Ritengo che i colleghi saranno d'accordo con me nel ritenere che da adesso fino al marzo 2015 saranno necessarie altre sue audizioni: la sua figura sarà il nostro punto di riferimento per verificare la tempistica della «svolta digitale», se mi passa il termine, e del contrasto all'evasione fiscale. L'importanza dei temi trattati è tale che, come ripeto, dovremo sentirci altre volte, per verificare le fasi di realizzazione di questa svolta digitale del Paese.

  MICHELE PELILLO. Direttore, la ringrazio molto per questa sua relazione per noi molto importante. Tenga conto che noi deputati facciamo anche parte della Commissione finanze. Con questo doppio ruolo penso lei sappia che abbiamo svolto un Pag. 13grande lavoro sulla legge delega che – come spesso capita – è stata trattata più alla Camera che al Senato, con molti mesi di lavoro e molte opportunità di approfondimento.
  Uno dei passaggi più importanti della delega è proprio quell'articolo 9 che lei ha richiamato e che rappresenta la finestra sul futuro, il cambio di passo. Ci sono tanti argomenti importantissimi, però questo è il più evidente, quello che potrebbe modificare il rapporto con i cittadini: il che per la politica in questo momento è un'esigenza prioritaria.
  In questa prospettiva, mi sono annotato due aspetti. Quanto all'ultimo argomento trattato, ho una preoccupazione. Vorrei che mi spiegasse meglio che cosa intende con le seguenti parole: «[...] tuttavia in questi ultimi anni l'Agenzia sta assistendo a una progressiva perdita di vigore nell'azione innovativa proposta da SOGEI». Questo potrebbe essere un momento di preoccupazione per noi perché, se il rapporto con SOGEI non è il migliore possibile, le nostre speranze rischiano di essere vanificate. Pongo questa questione che tutto sommato è collegata alla seconda, così come lo sono tante altre. Mi riferisco alla possibilità di estendere l'obbligo di fatturazione elettronica anche alle operazioni commerciali; mi sembra che le due cose possano in qualche modo coesistere. In questa ottica, vorrei sapere se dal punto di vista operativo siamo veramente in grado di immaginare una cosa del genere. Dobbiamo spingere, oppure dobbiamo aspettare che la fase iniziale della fatturazione elettronica della PA si assesti e ci dia risultati più consolidati prima di pensare di fare anche dell'altro ? Che tempistica immagina ? Che sforzo, che impulso dobbiamo imprimere ? Un impulso immediato o nel breve e medio periodo, che possa ragionevolmente essere assorbito nel modo migliore dall'organizzazione che è già in essere e che si sta cimentando per la prima volta con questa esperienza ?

  ALESSANDRO PAGANO. La sua è stata una relazione lunga nel suo divenire e questo ci consente di porre molte domande: non so se ci sarà tempo sufficiente. Saluto anche il dottor Di Capua e la dottoressa Alemanno.
  Parto esattamente da dove ha lasciato il collega Pelillo, molto puntuale nel fare un ragionamento a proposito della SOGEI. Direttore, dopo quasi un anno, abbiamo fatto nostro un convincimento, che è unanime. Ebbene, rispetto a questo strumento, questa macchina, questa «cosa» – non so come chiamarla, visto che è indefinita, e perfino l'Istat ne ha cambiato la classificazione – che si chiama SOGEI, ci siamo convinti che funzioni e che sia sottoutilizzata dal sistema Italia. Le assicuro che i suoi rappresentanti saranno venuti in Commissione solo un paio di volte, non ogni giorno. Non hanno voluto convincerci, né ci hanno plagiati. Non siamo peraltro soggetti facilmente condizionabili; incrociando una serie di informazioni, però, ci siamo resi conto che siamo in presenza di un classico esempio di sovrapposizioni, perché probabilmente manca la cabina di regia da molti anni. Non si tratta dunque di una problematica che nasce oggi, ma è lontana nel tempo. Di fronte a un'esigenza complessa e completa, come quella di creare l'agenda digitale, tutti si sono affannati, ognuno in quota parte. L'Italia è la terra dove ognuno gestisce il potere all'interno di un'assenza di coordinamento complessivo, per assenza di strategie in generale. Il nostro è un Paese tattico, non strategico, come è noto. Non siamo la Germania: siamo improvvisatori, con quello che ciò significa. Di conseguenza, ognuno si dà da fare e la nostra idea è che ci sia stata una sovrapposizione complessiva. Anche stando alla sua relazione, ci siamo resi conto che probabilmente è ancora così, per cui ci aspettiamo un cambio di passo da questa nuova gestione. Del resto, se dobbiamo continuare con un déjà vu, è evidente che abbiamo già notato qualcosa che non va. Tra le altre cose, lei ha parlato di criticità e forse sarebbe opportuno immaginare una sezione dedicata specificatamente, perché abbiamo invece sperimentato concretamente ulteriori possibilità di sinergia. La mia non vuole essere una critica, Pag. 14perché penso che lei abbia compreso che qui vogliamo il bene del Paese e che stiamo giocando la partita tutti dalla stessa parte.
  La seconda domanda è invece il frutto di una perplessità. Ne ho formulate sette o otto, quindi non so dove arriverò.
  Vengo al tema dell'evasione fiscale. Direttore caro, penso che ancora una volta non stiamo facendo gol, perché continuo a sentire sempre le stesse cose. Sono un commercialista, ho cominciato la mio attività nel 1986 e sono 28 anni che sento ripetere le stesse cose, che risalgono alla legge Visentini, quindi ad ancora prima, quando ci fu quella fatidica riforma. Il dato che emerge oggi, secondo il nostro parere, è un altro. Intanto, mi consenta di dire che ho serie perplessità sui numeri, perché, fino a qualche anno fa si parlava di 120 miliardi e già sembravano tanti, ma non vorrei che dentro ci siano anche i dati dell'illegalità. Se si afferma questo, vuol dire che non possiamo inseguire l'illegalità in quanto tale, con le truffe e via dicendo. Insomma, sono altri dati. Direttore, dico questo perché secondo il mio modesto parere, se cominciamo a dire che ci sono 255 miliardi, senza considerare lo spaccio, le cose più terribili e più immonde di questo mondo, e se non facciamo il distinguo, continuerà la dialettizzazione, il mettere uno contro l'altro, il commerciante contro il cittadino, il pensionato. Dal mio punto di vista, tuttavia, in questo momento sociale tutto ciò non fa bene al Paese. Anzi, abbiamo l'esigenza di una pacificazione complessiva che deve partire anche da una chiave di lettura diversa. Questa è una visione politica, quindi come tale a lei interessa relativamente, però il suo parere è importante, perché quando il Governo si misura con lei, non si confronta con una persona qualsiasi. Il suo parere è autorevole, sia in quanto persona che ha competenza, sia perché svolge un ruolo in questo momento storico.
  Ritengo che tutta questa impostazione debba essere rivisitata, comprese le strategie, perché oggi ci sono le truffe utilizzate in maniera vergognosa, soprattutto in materia di evasione IVA, con fondi UE ad esempio. Occorre trovare un incremento. In questo senso, penso anche all'evasione da etnie; e non mi faccia andare oltre. Non dobbiamo fare ragionamenti che non mi appartengono come storia politica, però purtroppo sappiamo bene che ci sono mondi a camere stagne, dove non si entra, perché forse arriva la telefonata dall'Ambasciata e tutto si ferma. Dobbiamo entrare nella logica di spiegare bene queste cose e quindi di fare automaticamente un ragionamento, oppure il rischio concreto è di continuare a battere il chiodo lì dove è già arrivato. Oggi il numero delle imprese diminuisce sensibilmente e automaticamente, ma in base al revolving del controllo periodicamente vanno sempre da loro. Vengo da una zona depressa del centro Sicilia e posso dire questi poverini sono tartassati ogni tre o quattro anni, per cui arriva la Guardia di finanza, l'Agenzia e diventa un problema serissimo. Questo argomento è delicato, per cui occorre parlarne, naturalmente rispettando i ruoli, ma nello stesso tempo avendo una vision nuova. Penso che sia un compito che dobbiamo realizzare.
  Tale logica va applicata anche ai POS, perché ciò significa un abbattimento di costi al sistema bancario per 4 miliardi. Posso essere contento di questo perché sono un uomo di economia e dunque, più efficiente è il sistema e più riflessi positivi ci sono per tutto il Paese, ma purtroppo sappiamo bene che così non è. Inoltre, in generale, questi costi gravano sulle imprese. Fino a quando un'impresa fattura una certa somma e questo 2,5 per cento di costo, diretto o indiretto, incide marginalmente, non fa niente, ma ci sono anche imprese familiari – e l'Italia ne è pienissima – che con un altro 2,5 per cento vengono distrutte e portate fuori mercato, per cui l'evasione diventa fisiologica. Mi assumo la responsabilità di dire che in Italia esiste un'evasione fisiologica, che è grossissima, e voi lo sapete meglio di me. Se dobbiamo farli chiudere, poi ce li ritroviamo in carico come INPS, come assegni di disoccupazione, oppure a carico dei comuni come assegni sociali.Pag. 15
  Insomma, dobbiamo fare una scelta; e lo dico a lei che è «un'esecutrice» di ordini. Come ripeto, tuttavia, quando si siede lei non è una persona qualsiasi, ma deve esprimere un parere. Secondo me, prendere coscienza che oggi c’è una sociologia diversa è un passaggio non indifferente e non secondario.

  CARLA RUOCCO. Dottoressa Orlandi, la ringrazio e le faccio i miei complimenti per la sua chiarezza espositiva. Inizio con una domanda molto semplice, ma anche complessa per certi versi: quale è il primo bilancio che può tracciare della sua attività ? Lei ha obiettivi ambiziosi e sicuramente ha tutta la stima, la considerazione e le capacità per realizzarli. Ha trovato un terreno fertile o quali criticità potrebbe sottolineare, anche alla luce di quelli che sono stati i provvedimenti governativi ? Il Governo si sta muovendo in senso di ausilio all'attività e agli obiettivi che dovrà realizzare, oppure potrebbe suggerirci qualche ulteriore spunto ?
  Vengo poi a una domanda più tecnica, nel merito. Si è parlato della partecipazione dei comuni all'attività di accertamento. Ricordo che una delle criticità anche nello svolgimento della mia attività riguardava i comuni costieri, con tutta la mappatura delle concessioni balneari e coloro che svolgono attività di impresa con le concessioni demaniali. So che su quel versante non c’è chiarezza dei registri. Insomma, l'attività era, ed è ancora, a livello embrionale per quanto riguarda il riordino della materia. Dunque, le chiederei di fare il punto della situazione in relazione a questo aspetto, perché con l'approssimarsi della legge di stabilità a volte ci potrebbero essere delle situazioni critiche, per cui avere un quadro chiaro di come un operatore si comporta nei confronti del fisco rispetto ad un altro, ovviamente cambia anche il dialogo che si può avere con alcuni operatori rispetto ad altri.
  Per quanto riguarda il tema dell'evasione fiscale, lei ha parlato di cifre importanti. Più che sottolineare un discorso di evasione etnica, o di uno contro l'altro, chiederei se da questa cifra si può scorporare la parte che riguarda i grandi fenomeni evasivi, dalle evasioni di minori entità, perché la cifra così nel complesso è un dato «grezzo».
  Aggiungo poi un appunto al Parlamento, o al Governo, perché per quello che riguarda i reati di evasione, a volte, introdurre una regolamentazione di reati, quali per esempio l'autoriciclaggio, in maniera chiara e netta, potrebbe aiutare l'Agenzia delle entrate a perseguire i fenomeni di evasione veramente odiosa, senza stare sempre a dire che, ovviamente e giustamente, il commerciante chiude per la pressione fiscale elevata – e questo è vero – però in realtà chi chiude è chi vorrebbe essere in regola col fisco e non ci riesce. Abbiamo sempre detto di andare a stanare i grandi evasori, però quando si tratta di reati di autoriciclaggio, che potrebbero essere ricondotti a fenomeni di evasione importante, personalmente – e faccio anche un discorso politico in questo caso – vedo che c’è moltissima resistenza da parte di un certo sistema alla loro introduzione. Non bisogna prendersela con l'amministrazione o con l'Agenzia delle entrate. Ognuno deve fare la propria parte e quindi è importante introdurre certi reati ed essere chiari sull'abuso del diritto o sui reati di autoriciclaggio. Tutto questo potrebbe aiutare finalmente a stanare gli evasori importanti e a evitare che le imprese subiscano il fenomeno di una concorrenza sleale e quindi siano costrette a chiudere.

  PAOLO PETRINI. Riprendo brevemente la questione SOGEI. Abbiamo già avuto il piacere di ascoltare una relazione della dottoressa Orlando in Commissione finanze dove la questione che emergeva maggiormente era appunto quella dell'attività di semplificazione, finalizzata a una strategia di facilitazione del rapporto tra contribuente e amministrazione finanziaria. Cominceremo subito a testare questa strategia già agli inizi del prossimo anno e lo vedremo non appena arriveranno questi Pag. 16730 precompilati, in relazione alla percentuale di contestazione che avremo da parte dei cittadini.
  Sappiamo di dipendere mani e piedi da SOGEI da questo punto di vista. In Italia, siamo organizzati diversamente da altre nazioni, dove hanno preferito esternalizzare e costituire, all'interno dell'amministrazione finanziaria e dell'Agenzia delle entrate, un'interfaccia che possa relazionarsi e interloquire in maniera appropriata con queste strutture. In Italia, invece, dovendo avere a che fare con SOGEI per legge, mi chiedo se abbiamo all'interno dell'Agenzia delle entrate un'interfaccia organizzata in maniera appropriata per poter reagire velocemente a quelli che potrebbero essere gli errori di SOGEI. Potremmo rimediare in maniera subitanea alle défaillance che purtroppo abbiamo già avuto in passato e che ci lasciano sospettare che le avremo pure in futuro ? Questa è la prima domanda.
  La seconda è molto secca ed è anche relativa a una risoluzione presentata adesso. Cosa pensa – glielo chiedo come parere, non come richiesta di attività – del sistema di rateizzazione messo in piedi dal Parlamento e che poi ha l'Agenzia delle entrate ? Qual è la sua opinione in merito, tenuto conto che i contribuenti non riescono a pagare con un regime di rateizzazione possibile a Equitalia e considerando anche quelli che non hanno pagato con un atto di rateizzazione; tutti e due molto comodi, perlomeno nei tempi ?
  Di contro, dobbiamo tener presente che tutti i contribuenti oggetto di attività di controllo sostanziale e formale, che vanno dall'acquiescenza all'accertamento con adesione, hanno una possibilità di rateizzazione molto più stretta e sono contribuenti tutto sommato ragionevoli, con i quali l'amministrazione finanziaria ha un rapporto positivo, perché ci fa un accordo. Ebbene, con queste persone il sistema di rateizzazione è molto più rigoroso e severo, eppure hanno da pagare delle cifre che sono emergenti rispetto a quelle già conosciute di altri contribuenti.
  Non ritiene che sarebbe più utile, in un periodo così difficile sotto il profilo economico, per evitare che siano posti in carico a Equitalia, allungare anche a questi il periodo di rateizzazione ?

  PRESIDENTE. Concludo il giro di interventi con una domanda e una considerazione. Capiamo tutti che lei non fa le leggi, dottoressa. Non ho mai visto una «legge Orlandi», però l'applicazione delle leggi, per come si scrivono in Italia, può avere varie sfumature. La nostra Commissione, come le ripeto, avrà modo in questi mesi di vigilare, come suo compito e missione, su tutte queste scadenze. Per quanto riguarda la mia considerazione, la fatturazione elettronica può essere una svolta – ma capisco che sia difficile inserire il mio pensiero che conta poco – se non rimane fine a se stessa, ma permetta oggettivamente di fare ricerca per quanto riguarda i costi. Sulla spesa pubblica non riusciamo a incidere, ma almeno sulla fatturazione elettronica, se lei ci dà una mano, potremmo far capire che se rimane fine a se stessa ha poco senso, quando invece potrebbe servire per la ricerca dei costi della pubblica amministrazione. È molto banale, ma ormai si dice dappertutto, che la fatturazione elettronica potrebbe aiutarci a capire quanto costa la famosa siringa. Se la piccola ASL fa la fatturazione elettronica fine a se stessa è un conto; ma altro conto è se invece, parlando con SOGEI e lei, riusciamo a far capire che aggiungendo un canvas si può tenere sotto controllo la spesa. Pertanto, su questo vigileremo.
  Per quanto riguarda il precompilato, ma questa è la mia opinione, non so quanto cambierà la situazione in Italia. Mi pare più che altro una forma, seppure giusta, di ottimizzazione, e non tanto per quanto riguarda il precompilato. Del resto, saranno sempre i soliti centri a gestire i 730 o i 740. Non credo che cambi molto, ma ben venga. L'importante è che non si sprechino troppe energie per cose che in questo momento non sono risolutive. Un malato di tumore come l'Italia non ha bisogno dell'aspirina, anche se il mal di denti è sempre doloroso.Pag. 17
  Quanto al rapporto con la nostra Commissione, è diverso da quello di tanti componenti che fanno parte della Commissione finanze. Il nostro ruolo è quello di vigilare, di capire, di entrare nel merito e il nostro partner vero è l'Agenzia delle entrate. Questa è la mia considerazione finale.
  Befera ha segnato degli anni. Non farà una considerazione vera sul dopo Befera, ma spetta a lei per quanto ci riguarda – e vedo che ne ha le caratteristiche – far capire che le leggi non le fa l'Agenzia delle entrate, questo oggettivamente non è colpa sua e che i rapporti con Equitalia o con altri enti devono essere più chiari ai cittadini. Il dopo Befera da parte nostra, nella figura della dottoressa Orlandi, è ottimo – ci siamo già incontrati diverse volte, anche in maniera informale – e deve far percepire al cittadino che l'Agenzia delle entrate è fisco amico. Altrimenti, si continua a considerare l'Agenzia delle entrate come l'ente che fa le leggi e che poi le ha applicate a seconda del proprio volere. In conclusione, le chiedo – questa è la domanda – se il rapporto con Equitalia può essere più chiaro e più preciso. Quanto a noi, faremo un'audizione insieme a Equitalia e all'Agenzia delle entrate.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. C’è un mondo in queste domande, ma vi ringrazio perché è la prima occasione per dare delle risposte anche se flash: gli approfondimenti infatti richiedono molto più tempo. Siamo disponibili a darli, ma l'importante, come dicevo all'inizio, è avere chiarezza, anche nei ruoli.
  L'Agenzia delle entrate è un grande ente pubblico che applica le leggi; lo dico da anni ai miei collaboratori, ai miei colleghi, come li chiamo io. Questo è per noi fonte di orgoglio, perché siamo servitori della pubblica amministrazione, cosa della quale spesso siamo chiamati a rispondere per responsabilità, che ci prendiamo tutte. Magari sbagliamo, facciamo errori, siamo rigidi, come tutti dicono, ma non ci sogniamo di applicare la legge di un altro Paese. Applichiamo la nostra. Sicuramente c’è una difficoltà – di questo sono assolutamente consapevole – di rapporto con i cittadini, stratificata da una serie di errori anche comunicazionali e dalla difficoltà del momento, che è assoluta. Credetemi, ne siamo consapevoli, e molto, perché siamo noi stessi contribuenti, viviamo in mezzo alle difficoltà, quindi sappiamo qual è la realtà, carne e sangue, perché abbiamo di fronte a noi le persone e parliamo con loro. Come dicevo, ne abbiamo consapevolezza e io in particolare, perché mi sono assunta questo ruolo, di avere una grande responsabilità, soprattutto nella gestione di un rapporto chiaro con i cittadini. Di conseguenza, non intendo assumere un ruolo politico, perché il mio non è un ruolo politico, ma tecnico. Come dico sempre, con un certo orgoglio – sono ancora alla vecchia maniera – il mio è un ruolo di servitore dello Stato, in cui io credo ancora. Pertanto, ho presenti le criticità e anche quali possono essere le scelte nodali che possono cambiare. Noi le possiamo proporre. Alcune le possiamo attuare in autonomia, altre le dobbiamo discutere con chi fa le leggi e le propone, fungendo da stimolo nelle scelte.
  Credo che sia un momento importante per il Paese e sia venuta l'ora di abbandonare linguaggi e contrapposizioni inutili. Siamo tutti sulla stessa barca. Il nostro Paese ha grosse difficoltà e deve uscirne, risolvendo anche delle contrapposizioni frutto di incomprensioni, spesso del linguaggio. Cercherò di usare – non con voi che ovviamente che fate parte di commissioni tecniche, ma con chiunque altro – un linguaggio non tecnico che non costituisca una barriera.
  Parto da un problema che in realtà non è tale. Come sempre, bisogna guardare le cose in faccia con serenità e affrontarle. Detto questo, rispondo in merito a SOGEI che è un grande patrimonio italiano, perché è una delle strutture informatiche più evolute. Sicuramente ha una sua storia ed è stata un punto di riferimento per l'intera nostra struttura e così come per altre. Quello che sottolineavo nella chiusura della relazione non è che SOGEI sia una Pag. 18criticità o un problema, ma che si pone una questione di risorse e quindi di loro gestione. Nel momento in cui si è passati, per scelte che non discuto, da una esclusiva attività di servizio alla fiscalità intera – non solo all'Agenzia delle entrate – a un sistema che sicuramente è utile per un ragionamento di risparmi e razionalizzazione, si è assistito da parte nostra a una progressiva trasmigrazione di risorse, non solo quantitative, ma anche qualitative – intendendo con ciò anche le teste – da alcuni progetti ad altri. Ebbene, questo può creare un problema. Vorrei sottolineare che il rapporto sinergico fra Agenzie delle entrate e SOGEI è quasi di immedesimazione: ci vediamo e ragioniamo ogni giorno su tracciati e su scelte. È chiaro che c’è una difficoltà che notiamo, anche perché quando un'amministrazione o una realtà crea un sistema informatico totalmente nuovo, usa, come dico io, la tecnologia immediata, quella disponibile che è già vecchia in sei mesi. L'amministrazione fiscale italiana è stata una delle più evolutive e innovative al mondo. Abbiamo avuto dei premi in Europa, perché siamo stati i primi che hanno fatto la trasmissione telematica dell'F24. Siamo arrivati prima degli altri Paesi, abbiamo basi dati consolidate con linguaggi, investimenti e ragionamenti di altra epoca forse. Non parliamo di un'epoca lontanissima, ma l'evoluzione del sistema oggi è davvero rapida e d'altra parte, considerando il tipo di dati che usiamo e come li usiamo, oltre alla sicurezza e a tutte le regole esistenti, tutto questo non permette mai una trasmigrazione immediata. Qualsiasi evoluzione passa quindi su un doppio binario molto pensato e preoccupante. Segnalo che tutti questi sono progetti in cui credo veramente, perché oggi siamo nell'epoca del digitale. Mio nipote di dieci anni utilizza l'iPad, l'iPhone e tutti i sistemi informatici come noi non avevamo mai pensato di fare solo dieci anni fa. È un mondo che va avanti così. Quello che oggi è attuale, nuovo, fra un mese o due mesi è già superato. Grazie a Dio!
  È stata citata la legge delega. Personalmente credo in quella legge e, in particolare, nell'articolo 9, perché penso che sia ciò che dobbiamo fare; chiaramente occorre un investimento e una attenzione che noi mettiamo, ma che potrebbe non essere sufficiente, perché si deve fare un'evoluzione rapidissima che richiede impegno e risorse. Gli investimenti informatici non si fanno sulla carta, ma con gli uomini, con la selezione sul mercato delle teste migliori, dei programmi migliori, con l'attenzione su questi temi. Quando si fa tutto, e tutto insieme, si possono correre dei rischi. Noi abbiamo notato un minore supporto evolutivo, perché anche SOGEI ha molteplici impegni, che sta egregiamente cercando di mantenere, ma che in questo momento potrebbero essere un problema, che ho già segnalato, di criticità sull'evoluzione. Non mi riferisco a quello che già stiamo facendo, perché da quel punto di vista abbiamo già proceduto all'acquisizione e stiamo operando bene. Stiamo facendo una corsa tutti insieme, anche con SOGEI, sul 730, su cui poi tornerò, Presidente, perché credo che anche quello sia una rivoluzione: si tratta di una questione di come leggiamo le cose e a cosa servano.
  Non ho dunque posto una criticità, ma un'attenzione particolare che tutti insieme dobbiamo prestare a questo tema; considerando, come continuo a dire, che quella non è una società per azioni e che non deve fare utili. SOGEI deve essere una società in pari perché deve essere una società che fornisce i servizi migliori e che non deve produrre utili: è un tipo di società che deve essere in pareggio. Chiaramente non deve perdere, ma deve investire ogni euro e ogni risorsa che ha nel miglioramento dell'informatica pubblica: quello è il suo compito. Lo dico in maniera molto chiara, poi è certo che le scelte sono di altri, non mie, ma mi avete chiesto il mio parere di tecnico e io ve lo do.
  Passando alla fatturazione elettronica, siamo a un ottimo livello. Come vi dicevo, il costo della fatturazione elettronica, citato tra gli investimenti per l'intera PA, è stato banalissimo e ha consentito di avere moltissime informazioni e di poterle gestire, per ora ai fini di spesa pubblica, Pag. 19perché la legge non ne consente l'utilizzo ai fini fiscali, ancorché la gestiamo noi. Sotto questo profilo, sottolineo un altro ruolo dell'Agenzia delle entrate che nessuno ha mai detto ai cittadini. Nell'immaginario collettivo – per tornare ai temi di cui abbiamo parlato prima – l'Agenzia delle entrate è quella che si occupa del contrasto all'evasione. Sicuramente è uno dei nostri compiti principali, ma in realtà facciamo moltissime altre cose al servizio della collettività intera, compresa la gestione della fatturazione e di tutti i nodi telematici di pagamento per l'intera fiscalità, dei comuni, degli enti pubblici, dell'INPS: passa tutto da noi, nelle nostre banche dati, nei nostri investimenti informatici e nei nostri investimenti finanziari. È tutto a costo dell'Agenzia: uomini, risorse, impegno. Del resto, se abbiamo fatto il nodo PA in pochissimo tempo, vuol dire che le teste le abbiamo.
  Occorrono 2,6 milioni per gestire quello che vi abbiamo detto, ossia 2 milioni di fatture. Lo sforzo per passare a un B2B non è enorme, l'abbiamo già identificato. Stiamo dicendo che con pochi investimenti informatici ulteriori la situazione può cambiare. È chiaro che l'infrastruttura deve essere notevolmente aumentata per il tipo di numeri, ma occorre una norma, perché ad oggi non si possono usare queste informazioni, e occorre svolgere un ragionamento con i cittadini. Come cercavo di dire prima, al cittadino non va spiegato solo il fenomeno repressivo, se no non capisce: è necessario spiegargli anche il fenomeno evolutivo. All'interno di un sistema in cui effettivamente siano presenti tutte le informazioni, (in un tempo ragionevole oggi l'informatica lo consente e se gli investimenti verranno fatti sarà possibile) potremo passare a una fornitura diretta di servizio da parte dell'Agenzia. In altre parole, se ci sono tutti i dati, la dichiarazione la propone l'Agenzia, non solo quella del lavoratore dipendente, ma anche quella del piccolo imprenditore. I costi dell'imprenditore come tassazione occulta, ossia quella del costo degli adempimenti che molti lamentano, potrebbero essere agevolmente semplificati. In primo luogo, infatti, potremmo eliminare una serie di obblighi dichiarativi anche di informazioni attualmente comunque predisposte dal contribuente verso l'amministrazione, avendole già e poi, successivamente, in un sistema evoluto, si potrebbe addirittura arrivare a proporre, almeno per le società più piccole, per la piccola impresa che è l'ossatura del nostro Paese, anche un modello di base. Tutto questo è futuro, nei limiti in cui non si riescano a fare due cose: investire su questo progetto, e quindi impegnando risorse umane e di capitale, e far capire alla gente a cosa serve. È un sistema difficile e per questo lo faccio presente da tecnico. Avendo svolto riflessioni, analisi, confronti con il resto del mondo, posso dirvi che l'Europa è accanto a noi, ma ragiona in un modo diverso. Non è di molto avanti a noi, dal punto di vista informatico, probabilmente siamo più avanti noi. Tuttavia – scusate se lo dico – noi facciamo solo polemica. Parlando del POS, l'altro giorno, ho fatto un commento di banale semplicità nel momento in cui ho detto che si tratta di moral suasion. In realtà, il POS ha un problema, e l'ho detto subito, che è quello di costare. Ebbene, questo non è un problema dell'Agenzia delle entrate, ma della politica che deve mettere insieme più esigenze. Sapendo che il costo complessivo del contante ammonta a 8 miliardi, forse bisogna ragionare con gli imprenditori, con le banche e con i prestatori, per dire che se questo è il costo – parlo di dati forniti dalle stesse banche e dal sistema di contabilità pubblica – della gestione del contante che comprende trasporto, assicurazione, conservazione, forse si può trovare un modo affinché il tracciamento, come avviene in tutto il resto del mondo, costi meno. Si devono assorbire quegli 8 miliardi che comunque, in questo momento, sono a carico dell'intera collettività. Non so se ho reso l'idea. In definitiva, per rispondere alle vostre richieste, se vogliamo traguardare il problema dell'evasione e dell'opacità del sistema, che è più grave dell'evasione, il ragionamento non va posto in termini di contrasto all'evasione, dato che poi tutti si arrabbiano, ma va Pag. 20posto in relazione a un risparmio complessivo di costi per 8 miliardi per il Paese e quindi di investimento, per far diventare l'utilizzo della carta elettronica analogo a quello di tutti gli altri Paesi del mondo. Dai dati ufficiali risulta che negli ultimi anni non abbiamo incrementato l'utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici alternativi, mentre tutto il resto del mondo, anche Paesi economicamente meno sviluppati, lo hanno fatto: c’è quindi una resistenza che fa parte di problemi che non sono fiscali. L'utilizzo dei sistemi di tracciamento fiscale del contante è utile ai fini fiscali, ma non è l'unico elemento. Se dunque il ragionamento della fiscalità esce dalla contrapposizione tra l'amministrazione che minaccia o rincorre il cittadino per avere il dato, e diventa sistema Paese in cui convengono scelte anche economiche e le cominciamo a spiegare alla gente in questo senso, forse cambia la percezione e si può tentare di risolvere alcuni tipi di problemi.
  La fatturazione elettronica sarebbe l'innovazione. Non è particolarmente complesso farla, ma sicuramente non può essere predisposta domattina: questo è un altro dei difetti del nostro sistema, permettetemi di dirlo. Mi avete stimolato a dirvi quello che penso e io ve lo dico. Il nostro sistema, che è molto farraginoso, deve consentire l'assorbimento dell'adempimento in un certo tempo. In altre parole, se si dicesse che dal 1o gennaio tutti i cittadini devono fare la fatturazione elettronica, probabilmente si metterebbe in difficoltà l'impresa che si deve attrezzare e che deve capire. Se si dice che si deve fare, magari in via sperimentale, alla fine del 2015, in modo che nel 2016 sia attrezzata, si dà il tempo al sistema di adeguarsi senza traumi. Ritengo quindi che la fatturazione elettronica sia un traguardo e d'altra parte è previsto nella legge delega che sia messa in atto, perché consente risparmi nella gestione della contabilità, nella trasmissione del dato, nell'informazione gestita. Siamo in grado di farla, ma richiede tempo sia per le infrastrutture sia per le imprese, che non possono adeguarsi in tre mesi. Probabilmente si devono adeguare in un tempo che dia loro la possibilità di farlo.
  Veniamo all'agenda digitale. Quanto tempo abbiamo a disposizione ?

  PRESIDENTE. Dobbiamo sospendere l'audizione perché alle 10 e un quarto sono previste votazioni in Assemblea.

  ROSSELLA ORLANDI, direttore dell'Agenzia delle entrate. Benissimo.

  PRESIDENTE. Nel ringraziarla per il suo intervento, rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.