XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 43 di Giovedì 17 settembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI FLUSSI MIGRATORI IN EUROPA ATTRAVERSO L'ITALIA, NELLA PROSPETTIVA DELLA RIFORMA DEL SISTEMA EUROPEO COMUNE D'ASILO E DELLA REVISIONE DEI MODELLI DI ACCOGLIENZA

Audizione dell'Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, S.E. Susanne Marianne Wasum-Rainer.
Ravetto Laura , Presidente ... 3 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 4 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 7 
Orellana Luis Alberto  ... 7 
Arrigoni Paolo  ... 8 
Mazzoni Riccardo  ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 10 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 10 
Gadda Maria Chiara (PD)  ... 10 
Campana Micaela (PD)  ... 10 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 11 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 11 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Wasum-Rainer Susanne Marianne , Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, S.E. Susanne Marianne Wasum-Rainer.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, S.E. Susanne Marianne Wasum-Rainer.
  Ambasciatore, siamo onorati di averla qui e la ringraziamo. Il Comitato Schengen è un Comitato bicamerale che si occupa dei flussi migratori e vigila sull'attuazione del Trattato di Schengen. È composto da senatori e deputati. I senatori alle 9,30 devono essere presenti in Aula. Per questo motivo, mi scuso se procederemo velocemente.
  La sua presenza risulta molto utile al Comitato, perché stiamo analizzando le problematiche che hanno visto negli ultimi giorni acuirsi le tensioni sulla libera circolazione delle persone all'interno dell'area Schengen, a causa di massicci flussi di migranti diretti verso il territorio tedesco, principalmente da quello austriaco, seguendo la cosiddetta «rotta dei Balcani occidentali».
  Risulta al Comitato che il 13 settembre scorso il Governo tedesco, a seguito di tali flussi, abbia comunicato di aver reintrodotto temporaneamente i controlli alle proprie frontiere, in particolare al confine con l'Austria. Il giorno successivo, a loro volta, l'Austria e la Slovacchia avrebbero comunicato di aver ripristinato i controlli alle frontiere con l'Ungheria, e anche l'Olanda avrebbe annunciato la reintroduzione di controlli a campione alle frontiere.
  Le decisioni di ripristinare controlli alle frontiere da parte di un numero crescente di Stati membri destano preoccupazione per la tenuta complessiva del sistema Schengen e per il rispetto delle procedure previste per i casi di ripristino dei controlli nazionali alle frontiere dalla normativa comunitaria vigente. In merito, ambasciatore, le vorremmo chiedere innanzitutto se il ripristino dei controlli alle frontiere tedesche sia stato preventivamente comunicato e motivato alle istituzioni europee. Le chiediamo inoltre di illustrare, naturalmente per quanto di sua competenza, le ragioni che hanno spinto il Governo tedesco a ristabilire i controlli alle proprie frontiere, nonché una sua valutazione sull'importanza di garantire la corretta applicazione degli accordi di Schengen e l'attuazione del principio della libera circolazione delle persone sul territorio dell'UE. Informalmente, ambasciatore, noi comprendiamo che in questo momento c’è una sorta di attrito tra due regolamenti. Il regolamento di Dublino apparentemente non viene attuato in maniera compiuta da alcuni Stati. La risposta a questo è la mancata applicazione compiuta di un altro trattato: il trattato di Schengen. Temiamo che una risposta di questo tipo – se uno Stato non rispetta compiutamente Pag. 4un regolamento, un altro viene messo in discussione – possa mettere in discussione la stessa idea di Europa.
  Per ciò che concerne invece il regolamento di Dublino in sé, l'attuale crisi dei rifugiati ha messo in luce come una pressione estrema sul sistema di asilo di uno Stato membro possa compromettere l'applicazione di queste norme. Il sistema attuale, infatti, non consente vere e proprie deroghe ai criteri di competenza. Tuttavia, proprio questo comitato, in occasione della relazione annuale sulla sua attività che ha depositato al Parlamento e che è stata approvata con parere favorevole del Governo, ha proposto una risoluzione che ha visto la sottoscrizione di quasi tutti i membri del Comitato e che è stata votata a larga maggioranza dal Parlamento. Tale risoluzione è volta a ribadire in sede europea, peraltro, l'esigenza di applicare tutto il regolamento di Dublino, in particolare la cosiddetta «clausola di sovranità» e la cosiddetta «clausola umanitaria», previste dall'articolo 17, commi 1 e 2, in modo da facilitare i ricongiungimenti familiari dei rifugiati che arrivano in uno Stato membro e consentire loro di raggiungere i familiari. Su questo, nei limiti di quello che ci potrà dire, le chiediamo una sua opinione e una valutazione sull'applicazione di questa clausola da parte del Governo tedesco.
  Ci sono due ultimi brevi punti, ambasciatore. Il 9 settembre scorso la Commissione europea ha presentato nuove proposte di gestione dell'immigrazione nell'Unione europea, tra cui il ricollocamento di 120.000 richiedenti asilo all'interno dell'UE, in aggiunta alla proposta di maggio di ricollocarne 40.000. Questo sembra un meccanismo di distribuzione permanente per il futuro: un elenco di Paesi di origine sicuri, al fine di garantire un ritorno rapido per coloro la cui richiesta di asilo è stata respinta, e l'apertura di canali d'immigrazione legale. Le saremmo grati se potesse riferire al Comitato maggiori informazioni sulla posizione del Governo tedesco in relazione a queste proposte della Commissione.
  Infine, lo scorso lunedì 14 settembre si è svolto un Consiglio straordinario dei Ministri dell'interno e della giustizia europei, centrato sul problema delle immigrazioni. La riunione è stata preceduta da un incontro a sette, a cui hanno partecipato Italia, Francia, Germania, Grecia e Ungheria con la Commissione e la Presidenza UE di turno. Risulta al comitato che la presidenza lussemburghese del Consiglio dell'UE abbia convocato un Consiglio giustizia e affari interni straordinario il 22 settembre. Abbiamo sentito le dichiarazioni della Presidente Merkel in merito alla necessità di vertici straordinari. Le chiediamo un commento su queste riunioni, se ha delle informazioni o in generale la sua opinione in merito e naturalmente quella del suo Governo.
  Le lascio la parola. In seguito, se lei è d'accordo, lascerò la parola ai colleghi per eventuali domande, a cui potrà rispondere in questa sede, se ritiene, o ritornare in replica. Come detto, la seduta naturalmente è resa pubblica mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Se lei ritiene di dover dire cose che non ha piacere che siano pubbliche, può dirmelo e secretiamo la seduta. Do la parola a Susanne Wasum-Rainer, ambasciatore della Germania a Roma, per lo svolgimento della sua relazione.

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. Onorevole presidente e onorevoli commissari, è un grande onore e un grande piacere per me essere qui oggi di fronte al Comitato, per discutere problemi così importanti. È una settimana che sono qui come ambasciatore accreditato rappresentante del mio Paese e sono lieta che ci troviamo ad affrontare così rapidamente temi di tale importanza.
  L'attuale situazione dei rifugiati in Europa e in Germania rappresenta un compito immane a livello nazionale, che abbraccerà diverse generazioni. È una sfida per la quale dobbiamo trovare una soluzione europea. Il Governo tedesco prevede che quest'anno ci saranno 800.000 richieste Pag. 5di asilo in Germania. Il vicecancelliere ha parlato addirittura di un milione di richieste. Si pensa che nei prossimi anni ci saranno 500.000 richieste. Siamo però consapevoli che, nonostante l'entità di questi dati, i numeri che sono stati citati sono soltanto una frazione dei dati reali rispetto al numero dei rifugiati che si dovrà affrontare.
  Secondo dati diffusi dall'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati, attualmente nel mondo ci sono 50 milioni di profughi. La maggior parte dei rifugiati provenienti dall'Iraq e dalla Siria in realtà si ferma nei Paesi confinanti o sono sfollati interni.
  La crisi che abbiamo vissuto nelle ultime settimane ha mostrato che nessun Paese europeo da solo è in grado di affrontarla e risolverla. Per questo motivo, sin dall'inizio la Germania si è impegnata nella ricerca di una soluzione europea. Abbiamo visto che però, sempre negli ultimi mesi, non si è riusciti ad arrivare a un'intesa tra gli Stati membri sulle regole o su un coefficiente di distribuzione condiviso. Questa situazione è molto deplorata dalla Germania stessa. Vorrei sottolineare come, nell'ottica della Germania, questa crisi abbia anche dimostrato la grande forza di attrazione del modello europeo, modello di società democratica, aperta, tollerante. Desidero anche rivolgere un appello a tutti noi, affinché Italia e Germania insieme diano prova di un impegno comune, per dimostrare che l'Europa, che in passato è stata una comunità di valori, continuerà a esserlo anche in futuro, in particolare nella gestione di questa crisi.
  Passo adesso alle domande che mi sono state poste, cercando di dare risposte concrete. C’è la ferma convinzione che l'Unione europea debba dotarsi di un'impostazione sostenibile e duratura per quanto riguarda i flussi migratori e i flussi di rifugiati, una politica che includa anche misure di sostegno ai Paesi di origine, ai Paesi di prima accoglienza e ai Paesi di transito.
  La Germania si attiene fermamente a una distinzione tra rifugiati, cioè coloro che sono perseguitati e, quindi, in base al diritto d'asilo, cercano protezione, e migranti, che sono invece alla ricerca di condizioni di vita migliori, ma non configurano questo diritto di protezione. Il principio generale deve essere che tutte le persone che cercano un rifugio e una protezione dalle persecuzioni possano usufruire di una procedura di asilo conforme ai princìpi dello stato di diritto.
  Nelle scorse settimane la Germania ha preso due decisioni importanti, che hanno suscitato un ampio e vivace dibattito e forse anche una certa sorpresa. La prima decisione risale al fine settimana, quando la Cancelliera ha annunciato che bisognava prendere atto di questa pressione di flussi e, quindi, accogliere questi rifugiati in Germania, sospendendo il regolamento di Dublino per i rifugiati provenienti dalla Siria. Questi ultimi avevano attraversato altri Paesi prima di arrivare in Germania e, quindi, ai sensi del regolamento, la Germania non aveva stricto sensu competenza per l'accoglienza, ma di fatto non potevano essere rimandati indietro. Sottolineo che la decisione è stata presa in una situazione di emergenza, come misura umanitaria. Si è ritenuto che la mancata accoglienza di questi rifugiati avrebbe provocato una grande emergenza umanitaria. Tuttavia, nessuno poteva supporre che, con l'arrivo di decine di migliaia di profughi giornalmente alla stazione di Monaco, la Germania da sola a lungo termine avrebbe potuto accogliere tutte queste persone che stavano arrivando in Europa.
  Per questo motivo, domenica si è deciso, in via provvisoria e sempre conformemente al codice delle frontiere di Schengen, di reintrodurre controlli su una parte della frontiera interna con l'Austria. È importante ricordare che questa misura è stata ampiamente discussa in via preventiva con la Commissione europea, concordata con la Commissione europea e dalla stessa Commissione europea approvata, con l'unico scopo di consentire uno svolgimento ordinato delle procedure per l'esame delle richieste di asilo, che non sarebbe stato possibile in vista del massiccio afflusso di rifugiati. Sulla base del diritto europeo vigente, la Germania non Pag. 6ha competenza per quanto riguarda l'accoglienza della maggior parte dei profughi. Mi riferisco al regolamento di Dublino e a Eurodac, che sono comunque vigenti e che debbono essere rispettati da tutti i Paesi membri. La Germania è convinta che anche i richiedenti asilo debbano accettare il fatto che non esiste per loro una libertà di scelta del Paese europeo che poi dovrà concedere loro protezione, anche perché in tutti i Paesi europei vigono gli standard minimi previsti dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, alla quale tutti noi abbiamo aderito. La misura di cui abbiamo parlato, cioè la chiusura temporanea del confine con l'Austria, voleva essere anche un segnale all'Europa del fatto che la Germania è consapevole delle proprie responsabilità in base al regolamento di Dublino.
  Concretamente, passando all'interrogativo su cosa fare adesso, l'elemento più importante è che vengano risolti e superati gli attuali squilibri per quanto riguarda l'accoglienza dei rifugiati. Abbiamo bisogno di un sistema che consenta la distribuzione dei rifugiati tra tutti i Paesi membri. Abbiamo già un coefficiente di distribuzione, che si basa sul numero di disoccupati, sul numero di rifugiati già accolti, sul PIL e sulla popolazione. L'applicazione di questo coefficiente garantirebbe che nessun Paese si trovi ad accogliere un numero di rifugiati sproporzionato rispetto al proprio potenziale economico. Questo coefficiente deve diventare vincolante. La Germania è fermamente convinta che nella situazione attuale nessun Paese membro – lo sottolineo – possa sottrarsi alle proprie responsabilità nei confronti dell'Europa e nei confronti della crisi umanitaria. È necessario che in tutti i Paesi membri ci siano criteri e interventi di accoglienza conformi e corretti. Noi vogliamo e dobbiamo sostenere i Paesi che supportano il maggior onere per quanto riguarda la prima accoglienza: l'Italia, la Grecia e anche altri Paesi. Questi Paesi debbono ricevere un sostegno a livello bilaterale, ma soprattutto a livello europeo.
  La Germania accoglie favorevolmente la decisione di creare dei cosiddetti hot spot. Ci pare un concetto che va nella direzione giusta. L'UE deve garantire un valido sostegno.

  PRESIDENTE. Mi scusi, ambasciatore, non ritiene che questi hot spot probabilmente dovrebbero essere costituiti nei Paesi di partenza ? Infatti, il problema che hanno i Paesi di primo approdo non è tanto e soltanto – le sono grata di averlo ribadito – la necessità di una collaborazione europea in termini monetari e quindi di aiuto, ma anche una gestione sociale difficile. Decidere chi è rifugiato e chi no è una complessità, non solo di costi ma anche sociale, importante.

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. Ha perfettamente ragione, presidente. In qualche modo ha anticipato il prosieguo della mia risposta. Volevo distinguere appunto tra la necessità di dare un sostegno ai Paesi di prima accoglienza, affinché possano espletare le necessarie procedure in maniera ordinata e conforme allo Stato di diritto, e il fatto di dover fare molto di più nei Paesi di origine e nei Paesi di transito. Infatti, la pressione demografica in molti Paesi africani è tale che gli stessi Governi di questi Paesi, come abbiamo visto nelle immagini, non fanno nulla per evitare di perdere tante persone, giovani e capaci, che cercano una vita migliore.Bisognerà creare degli hot spot o dei centri, comunque vogliamo chiamarli, anche nei Paesi di origine, per spiegare alla gente chi ha diritto all'asilo e chi non lo ha. Dobbiamo fare molto di più: investimenti strategici, creazione di occupazione, maggiore assistenza allo sviluppo. Noi, in realtà, in vista del vertice de La Valletta, durante il quale l'Unione europea parlerà con i Paesi africani, contiamo anche sull'Italia, affinché si possa esaminare cosa si può fare concretamente per garantire alle persone una vita dignitosa nei loro Paesi.
  Vorrei concludere con alcune osservazioni che mi sembrano importanti. Nel Pag. 7futuro concetto complessivo della politica europea sulla migrazione, dobbiamo anche garantire che ci sia un elenco affidabile di Paesi terzi sicuri e che le persone che provengono da questi Paesi possano esservi ricondotte e riammesse. Ad esempio, la Germania è convinta che i Paesi dei Balcani occidentali non siano più Paesi la cui popolazione sia costretta a cercare una situazione di sicurezza nell'Unione europea. La situazione ormai è sicura anche in quei Paesi. Ci sono proposte sul tappeto per ampliare la lista dei Paesi sicuri. Ci risulta che l'Italia avrebbe proposto di aggiungere la Tunisia e il Marocco. Ce ne sono altri. È importante esaminare questa lista a livello europeo. Inoltre, abbiamo bisogno di una politica che garantisca la sicurezza delle frontiere esterne. Abbiamo constatato come l'Europa non sia stata in grado in questo periodo di garantire la sicurezza delle frontiere esterne. Questo ha portato a una serie di problematiche che abbiamo visto.
  Da ultimo, mi sta a cuore ricordare al Comitato che la Cancelliera ha proposto la convocazione di un vertice straordinario. Il Presidente del Consiglio Tusk si esprimerà oggi sulla tenuta di tale Consiglio. La Germania in linea generale si attende maggiori progressi in occasione del prossimo Consiglio dei ministri degli interni, previsto per il 22 settembre. C’è stata una certa delusione nel mio Paese per quanto riguarda i risultati del Consiglio dei ministri degli interni che si è tenuto il 14 settembre, perché non ha approvato un coefficiente generale vincolante per la distribuzione dei rifugiati già arrivati. Abbiamo voluto interpretare però in maniera positiva il fatto che ci sia stato un accordo di principio per la ricollocazione di 120.000 rifugiati. La Germania ha già accettato l'accoglienza di 15.000 tra tali rifugiati.
  Da ultimo, presidente, lei ha accennato alla tensione attuale tra il regolamento di Dublino e il sistema Schengen. La Germania è convinta che il sistema di Schengen sia una delle più grandi conquiste dell'Unione europea: la libertà di circolazione. Pertanto, abbiamo bisogno di regole che permettano di evitare che l'enorme progresso, rappresentato dalla libertà di circolazione e consentito da Schengen, venga compromesso dalla dura realtà dei fatti di questo afflusso di masse di rifugiati. Per il cittadino europeo la libertà di circolazione, che ci siamo donati, è una delle conquiste tangibili dell'Europa. Dobbiamo quindi mettere a punto una politica di asilo e di immigrazione ragionevole, equa e sostenibile che ci consenta di salvaguardare Schengen.

  PRESIDENTE. La ringrazio davvero, ambasciatore, anche per quest'ultima precisazione. Ha risposto veramente e ha dato elementi d'informazione molto utili per il Comitato.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Grazie, ambasciatore, per la sua presenza e per le parole che ha detto. Io ho solo degli spunti di approfondimento.
  Lei ha parlato giustamente di un sistema di quote vincolante per i vari Paesi europei. Mi domando se è d'accordo sulla previsione di sanzioni e a che livello per i Paesi che non rispettano il sistema di quote – ce ne sono alcuni, purtroppo – o, in alternativa, un sistema premiale significativo per chi invece accetta di accogliere oltre la propria quota.
  Sul tema degli hot spot, sinceramente non ho capito se ritiene fondamentale che ce ne siano un certo numero in Italia. Notizie di stampa parlavano di certi numeri precisi richiesti dalla Cancelliera. Vorrei sapere se lo conferma, oppure si tratta di voci giornalistiche prive di fondamento.
  Infine, la definizione di criteri per le richieste di asilo in Italia avviene tramite delle commissioni. Immagino che in Germania il sistema sia simile. Penso che definire criteri comuni a livello europeo potrebbe produrre un vero concetto di asilo comune europeo e, quindi, un riconoscimento automatico delle decisioni prese in un Paese negli altri. Questo probabilmente Pag. 8favorirebbe anche l'accettazione di quote da parte dei vari Stati. Il mio è un commento. Vorrei sapere se può confermare o meno questa mia indicazione.

  PAOLO ARRIGONI. Grazie, ambasciatore. Ho diverse domande da porle.
  Il suo Paese, la Germania, è convinto di rimanere solamente o prevalentemente aperto ai profughi siriani nel futuro con numeri illimitati, ancorché negli ultimi giorni avete serrato i controlli al confine con l'Austria ? Sempre per quanto riguarda i siriani, da un po’ di tempo a questa parte la stampa riporta notizie di un mercato che si sta sviluppando in Serbia, che produce passaporti falsi siriani. Ieri un quotidiano francese ha parlato di un'analoga pratica di produzione di passaporti falsi in Turchia. Il suo Paese è a conoscenza di questa pratica ? Quali contromisure intende adottare ? Sempre per quanto riguarda i siriani, qual è la posizione del suo Paese in ordine al regime di Assad, posto che pare che la prevalenza di questi profughi parta dal suo Paese, non tanto per il regime di Assad, quanto per la crisi che si è innescata da quattro o cinque anni ? Auspica una soluzione per risolvere la crisi siriana ?
  Passo al secondo gruppo di domande. Il suo Paese si pone un problema per quanto riguarda l'integrazione dei rifugiati che intende accogliere, in base al fatto che questi ultimi provengono da culture e religioni diverse ? Il suo Paese ravvisa il rischio che tra i rifugiati ci siano delle infiltrazioni di terroristi, magari dell'ISIS ?
  La penultima domanda concerne l'accoglienza. Vorrei sapere qual è il tempo medio nel suo Paese per la verifica della domanda di asilo e se, a fronte del diniego, il suo Paese attua dei rimpatri, ancorché in previsione di un sistema di rimpatrio europeo, come qualcuno chiede. Di fronte a una risposta negativa della commissione, c’è la possibilità per il rifugiato a cui è stata negata la domanda di fare ricorso ? A quale soggetto lo presenta ?
  Infine, ultimamente il Governo italiano sta chiedendo l'introduzione di un diritto di asilo europeo. Vorrei conoscere la posizione del suo Paese in ordine a tale richiesta. Giro la domanda: la Germania cosa chiede al Governo italiano in particolare per un migliore governo del fenomeno dell'immigrazione ?

  RICCARDO MAZZONI. Grazie, ambasciatore. Io do atto alla Cancelliera Merkel di essere stata negli ultimi mesi il Capo di Governo più vicino all'Italia e alla Grecia, nel tentativo di convincere l'Europa a un'equa redistribuzione dei profughi. Tuttavia, la sensazione che abbiamo qui in Italia è che i Paesi non di prima accoglienza si siano accorti dell'emergenza profughi solo quando si è aperta la rotta balcanica, cioè quando l'emergenza si è spostata dal Mediterraneo ai Balcani.
  Quale tipo di soluzione il Governo tedesco prevede per fermare l'afflusso dei profughi ? È chiaro che l'Europa ha dimostrato di non essere ancora quella comunità di valori che tutti auspichiamo. Se pensiamo che nel Kurdistan iracheno, con 4 milioni di abitanti, hanno già accolto 2 milioni di profughi in fuga dall'ISIS e che in Libano ci sono 1,2 milioni di profughi, comprendiamo che i numeri per l'Europa avrebbero dovuto essere molto più gestibili. Invece, l'Europa è spaccata, si rialzano muri eccetera.
  Oltre alle indicazioni molto utili che ci ha già dato, le chiedo il suo parere sulla stabilizzazione della Siria e sul cancro dell'ISIS, a cui gli errori dell'Occidente hanno permesso di occupare un territorio grande più della Gran Bretagna. Non è il caso di riattivare una collaborazione strategica con la Russia di Putin ? Putin in qualche modo sta intervenendo in Siria, mentre l'Europa e il Presidente Obama hanno già preso le distanze. Quale alternativa c’è, se non la stabilizzazione della Siria, attraverso un intervento militare e un impegno più forte degli Stati Uniti d'America e dell'Unione europea ?

  PRESIDENTE. Se possibile, visto che i senatori devono recarsi in Aula per garantire Pag. 9il numero legale, rispondiamo ai senatori e dopo lascio la parola ai deputati. Comunico ai senatori che proviamo a fissare le prossime audizioni alle 8,00 del mattino. Stiamo tentando di metterci d'accordo con gli auditi, ma non è facile.
  Do la parola all'ambasciatore Susanne Wasum-Rainer per la replica.

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. Rispondo alla domanda del senatore Orellana su regime di quote, criteri vincolanti, sanzioni o regime premiale.
  Per quanto riguarda le sanzioni, la Germania è estremamente cauta. Abbiamo la sensazione che in questa fase, di fronte a problemi così gravi, non si possa pensare di punire alcuni Stati membri. Si cerca di puntare, come già in passato, sul raggiungimento di un consenso cui tutti i Paesi membri si atterranno. Non è il momento di parlare di sanzioni e forse non è il momento neanche di parlare di incentivi. La Germania, con il 19 per cento del PIL europeo, accoglie oggi il 40 per cento dei rifugiati. La situazione è questa. Ogni Paese farà quello che potrà.
  Per quanto concerne gli hot spot in Italia, proprio per i Paesi che hanno una forte pressione in termini di prima accoglienza appare utile il concetto di hot spot. Mi riferisco a Italia e Grecia, come abbiamo già detto. Non conosco a memoria i numeri esatti. Verificherò. Ho letto che sono previsti cinque hot spot per l'Italia.
  L'armonizzazione degli standard di asilo è un elemento fondamentale, che rientra proprio nel nucleo del concetto comune di asilo a livello europeo. Mi riferisco all'armonizzazione degli standard e all'armonizzazione dell'applicazione degli standard stessi. Questo è fondamentale, per evitare che i vari Paesi abbiano una diversa forza di attrazione. La lunghezza delle procedure per l'esame delle richieste di asilo dipende dal Land competente. Nella media nazionale – mi sia consentito dirlo – è comunque troppo lungo questo periodo, che è in media di cinque mesi.
  Per quanto riguarda la complessa questione dell'applicazione di Dublino III ai rifugiati siriani, esiste la clausola di sovranità, che consente al Paese disposto all'accoglienza di subentrare, anche se un altro Paese sarebbe competente in quanto Paese di prima accoglienza. La Germania ha accettato di applicare questa possibilità, d'intesa con la Commissione europea, anche perché la percentuale delle concessioni delle richieste di asilo per quanto riguarda i profughi siriani è estremamente alta. La percentuale complessiva di accettazione delle richieste di asilo era del 10 per cento. Non sappiamo ancora come questo dato evolverà nel 2015. I casi di respingimenti e di rimpatri forzati sono circa un terzo. Questa procedura forzosa si applica poco. Questo forse dovremo cambiarlo in futuro. In realtà, tutto il procedimento in Germania è fortemente imperniato sullo Stato di diritto e sul principio di legalità. Questo è anche uno dei motivi della mancata applicazione dei rimpatri forzati. Tra assistenza di avvocati, possibilità di presentare ricorso, procedure di fronte al tribunale, alla fine le persone si trovano a essere nel nostro Paese talmente da tanto tempo che il rimpatrio non viene più applicato, neanche in presenza di una sentenza di espulsione.
  Per quanto riguarda i passaporti falsificati, ne siamo consapevoli, ma in realtà la situazione è che la maggior parte di coloro che arrivano in Germania non hanno proprio documenti, né falsificati né autentici.
  Per quanto riguarda i profili di sicurezza, noi vogliamo capire chi arriva in Germania e in Europa. Per questo, temporaneamente abbiamo ripristinato i controlli alle frontiere, proprio per non perdere cognizione dell'identità di chi arriva. Sotto il profilo della sicurezza più strettamente inteso, non riteniamo molto probabile che dei terroristi utilizzino un percorso così faticoso e così laborioso per arrivare in Europa.
  Per quanto riguarda le questioni di politica estera così complesse, cioè come relazionarsi con Assad, come porre fine alla guerra civile in Siria e alla distruzione Pag. 10del Paese che è in corso da quattro anni, che è la principale fonte di questi flussi di rifugiati, come e in che misura collaborare con la Russia o altri Paesi, anche a livello militare, non sono in grado di dare una risposta complessiva. Tuttavia, posso dire che la Germania è estremamente attiva e ritiene prioritaria la ricerca di una soluzione politica, che va condotta con tutti gli interlocutori, per porre fine a questa catastrofe.
  Sappiamo che la Siria non può avere un futuro con Assad. Sappiamo che una soluzione sostenibile e di lungo periodo è possibile soltanto coinvolgendo la Russia. Sappiamo anche che altri Paesi importanti della regione debbono essere coinvolti, ad esempio l'Iran. Il Ministro degli esteri tedesco è costantemente in contatto con tutti i Paesi e con tutte le forze che sono in grado di influire sul conflitto. Ieri ho avuto modo di parlare con il Ministro degli esteri Gentiloni. Si ritroveranno tutti all'assemblea generale dell'ONU a New York, che potrebbe offrire molte opportunità di contatto. Ci sarà Putin. Si spera che in quell'occasione si aprano nuovi canali di dialogo.

  PRESIDENTE. Ambasciatore, se non le spiace, liberiamo i senatori. Sul diritto di asilo europeo qual è la posizione della Germania ? Mi pare che abbia già detto che lo ritiene assolutamente necessario. Le hanno chiesto che cosa dovrebbe fare l'Italia, ma credo che sia una questione da discutere a livello europeo.

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. La cosa più importante è che noi abbiamo bisogno di qualcosa che ancora non esiste, cioè un diritto per l'immigrazione e per l'asilo europeo, ossia un sistema che preveda liste di Paesi sicuri, rimpatri, standard, procedure, sicurezza alle frontiere. Dall'Italia ci attendiamo che, come in passato, cooperi con la Germania per convincere gli altri Paesi europei dell'urgenza di dotarsi di questo diritto comune europeo.

  MARIA CHIARA GADDA. Ringrazio l'ambasciatore di Germania. Voglio rivolgerle tre domande. L'Italia è impegnata in uno sforzo enorme in materia di soccorso, di prima accoglienza e soprattutto di gestione dei migranti nel lungo periodo sul territorio nazionale. Pur con le difficoltà che questo comporta, considerati gli altissimi numeri in gioco, per il nostro Paese il rispetto dei diritti umani è prioritario. Vorrei chiedere all'ambasciatore come giudica il comportamento dei Paesi europei che in modo evidente e documentato non rispettano o non sono in grado di rispettare i requisiti minimi di accoglienza e di rispetto umano. Oltre a giudicare questo comportamento e a deprecare i fatti che sono accaduti e che sono documentati, vorrei sapere se è pensabile immaginare dei meccanismi sanzionatori legati a questi fatti. Io ho sentito parlare di accoglienza e attenzione specifica sul tema siriano, ma i numeri che riguardano gli sbarchi nel nostro Paese ci dicono che, ad esempio, nel 2015 su 122.000 nazionalità dichiarate al momento dello sbarco 32.000 erano eritrei, 15.000 nigeriani, 9.000 somali, 7.000 sudanesi e soltanto 6.800 siriani. Vorrei capire come si pone la Germania nei confronti di questi altri Paesi. Il fenomeno migratorio e le richieste di asilo non riguardano soltanto la Siria, ma anche altri Paesi, con diverse difficoltà.
  L'ultima domanda riguarda il tema degli hot spot in Italia. Chiaramente questo è un tema importante e di estrema attualità, ma si deve sposare con una politica comune di distribuzione in quote, perché un disallineamento tra queste due politiche chiaramente potrebbe porre l'Italia in una condizione di eccessivo sovraccarico e di eccessiva difficoltà. Come è possibile, anche in termini di diplomazia e di politica comune, evitare un disallineamento tra queste due situazioni ?

  MICAELA CAMPANA. Ringrazio anch'io l'ambasciatore per questo importante momento di discussione. Ho alcune domande. L'Italia nei mesi scorsi si è fatta carico in completa solitudine del salvataggio e dell'accoglienza di migliaia di migranti, Pag. 11sia attraverso l'operazione Mare Nostrum che dopo, nell'accoglienza diffusa nel nostro Paese. Vorrei conoscere la valutazione della Germania rispetto al percorso che l'Italia ha fatto nei primi mesi e nei mesi scorsi in completa solitudine. La posizione della Germania, ma anche della Francia e di altri Stati importanti, è che i confini esterni, per essere aperti, devono essere sicuri. Noi pensiamo che, se i confini esterni sono di tutti, tutti devono farsene carico. Il Governo italiano è pronto a condividere tutti gli obiettivi dell'Agenda europea, quindi anche quello degli hot spot, ma è evidente che bisogna condividere tutti gli altri obiettivi, ovvero il superamento di Dublino, attraverso la ricollocazione di quote vincolanti, ma anche impedire che i singoli Stati unilateralmente possano sospendere Schengen.
  Vorrei sapere se la Germania vede il rischio che la convocazione di un Consiglio europeo, chiesto proprio dalla Cancelliera Merkel, possa offrire in questo momento il palcoscenico per la polarizzazione delle posizioni divergenti tra gli Stati, invece che per la riconciliazione, viste anche le posizioni di alcuni Stati membri. Vorrei sapere se, in tal caso, la Germania sarebbe d'accordo a procedere con decisioni votate a maggioranza, invece che all'unanimità.
  Le chiedo se, alla luce di quello che sta accadendo, non condivide l'urgenza di andare verso un completo superamento del regolamento di Dublino e una riforma del sistema di accoglienza, in direzione di un asilo politico, attraverso il mutuo riconoscimento e corridoi umanitari per togliere agli scafisti il traffico degli esseri umani. Attualmente rispetto alla ricollocazione o al coefficiente vincolante si parla prevalentemente di siriani ed eritrei. Sicuramente la lista dei Paesi sicuri si sta allungando, ma esiste anche una lista di Paesi insicuri, che aumentano. Pertanto, vorrei sapere se la Germania è d'accordo sul rivedere la valutazione su chi richiede l'asilo politico. Infine, le chiedo se il sistema di accoglienza interno tedesco prevede quote tra i Länder.

  GIORGIO BRANDOLIN. Lei ha parlato – condivido – della necessità di frontiere esterne dell'Europa sicure. La Germania come intende sviluppare questo concetto ? Si pensa a pattuglie miste ? La Slovenia pattuglia una parte del confine sud-est dell'Europa e lo fa da sola, avendo assicurato, attraverso il riconoscimento delle condizioni di Schengen, che lei è in grado di garantire queste frontiere. Vediamo, invece, che non è così. Dunque, qual è la modalità a cui la Germania pensa per poter in qualche maniera garantire la sicurezza di queste frontiere esterne ? Le pattuglie miste possono essere un'ipotesi molto banale, ma forse si possono fare altre cose più importanti.
  La Germania ritiene che la frontiera «marittima» sul Mediterraneo, che sostanzialmente in questo momento è dell'Italia e della Grecia, sia una frontiera da garantire soltanto da Italia e Grecia, o invece, come sta facendo l'Europa con Triton, debba essere garantita con l'impegno europeo ? Quali sono le modalità per garantire le frontiere esterne in futuro, senza lasciare che ogni Paese faccia di testa sua, in questo senso Ungheria docet ?

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. Rispondo alla domanda su come la Germania valuti gli sforzi italiani per l'accoglienza di grandi numeri di rifugiati. Non possiamo che esprimere un grande apprezzamento e un grande riconoscimento. L'Italia si è fatta carico di oneri notevoli. Conosciamo i numeri. La Germania sa che nel 2014 l'Italia ha accolto 127.000 persone. Quest'anno sono già 123.000. È proprio in considerazione di questo pesante fardello per l'Italia che si motiva il nostro impegno per la creazione di centri europei sul territorio italiano, nel Sud, in particolare in Sicilia e in Calabria, proprio perché l'Italia possa far fronte a questa sfida utilizzando risorse europee, con le procedure che auspichiamo. Comprendiamo bene la richiesta italiana di creare un nesso tra il funzionamento degli hot spot e l'introduzione di un coefficiente vincolante. Pag. 12Comprendiamo perfettamente la preoccupazione che, una volta ultimate le registrazioni, si venga a creare un onere troppo gravoso per l'Italia e che, quindi, è necessario creare questo nesso tra hot spot e coefficiente obbligatorio. Proprio in questa direzione, lavoriamo a fianco dell'Italia nei nostri colloqui con tutti i partner europei.
  Dobbiamo evitare che questi due dibattiti, quello sugli hot spot e quello sulle quote vincolanti, si ostacolino a vicenda. Abbiamo bisogno di entrambe le decisioni in tempi rapidi. Abbiamo bisogno di un accordo in tempi rapidi. Speriamo che i ministri degli interni durante il Consiglio del 22 settembre siano in grado di prendere entrambe le decisioni, anche per attenuare la pressione su Paesi di prima accoglienza come l'Italia. Non abbiamo in Germania la sensazione di aver lasciato sola l'Italia. Per quanto riguarda i salvataggi in mare, ricordo la decisione europea di avviare la missione EUNAVFOR Med, una missione europea che attualmente è sostenuta al 50 per cento con risorse tedesche. La Germania ha messo a disposizione strumenti e unità navali.
  Per quanto riguarda le nazionalità, oltre ai siriani, sappiamo che in Italia, al 90 per cento attraverso la Libia, arrivano cittadini di molti Paesi africani, che non fuggono dalla guerra, ma da condizioni di vita difficili. Attualmente, sulla base dei criteri vigenti, noi dobbiamo respingerli e fare molto di più nei loro Paesi di origine.

  PRESIDENTE. C'erano le domande dell'onorevole Campana sul voto a maggioranza e se avete le quote dei Länder.

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. Speravo di non dover rispondere oggi sulla domanda riguardante le decisioni a maggioranza.

  PRESIDENTE. Avete dati sulle ripartizioni tra i Länder ?

  SUSANNE MARIANNE WASUM-RAINER, Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia. La distribuzione tra i Länder ricorda attualmente il dibattito europeo, però lì abbiamo possibilità più agevoli di arrivare a una decisione.

  PRESIDENTE. La ringrazio infinitamente e saluto i colleghi. Dobbiamo partecipare alle votazioni in Aula. Voglio ringraziare anche chi accompagna l'ambasciatore: la dottoressa Regine Grienberger, consigliere per gli affari politici, e la dottoressa Natascia Gudenzi, interprete.
  Ambasciatore, siamo davvero onorati, anche perché credo che questo sia il suo primo incontro con l'istituzione parlamentare italiana, se è vero che è da poco qui. Per questo, siamo doppiamente onorati che sia venuta da noi. La ringraziamo e ci riserviamo di richiamarla, ove possibile, prevedendo gli sviluppi, anche dopo il 22 settembre, per avere chiarimenti sulle nostre indagini conoscitive.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.