XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 49 di Martedì 23 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Ravetto Laura , Presidente ... 3 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 4 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Arrigoni Paolo  ... 9 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 9 ,
Arrigoni Paolo  ... 9 ,
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 21.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.
  Prima di tutto grazie infinite di essere venuto qui, procuratore, sappiamo che ha audizioni programmate anche per domani mattina, quindi le siamo particolarmente grati di dedicarci la serata. Come sa, questo Comitato si occupa dell'attuazione degli accordi di Schengen e in generale dei flussi migratori e della gestione degli stessi.
  Ci siamo quindi interessati alla questione dei flussi con particolare riferimento alla presenza di ONG in acque internazionali, soprattutto a ridosso delle coste libiche, siamo stati i primi che hanno ascoltato il Procuratore Zuccaro, che fece quella denuncia che poi in realtà non era una denuncia di collusione. Il Procuratore Zuccaro si limitò a dirci che la presenza delle ONG in qualche modo poteva contrastare l'efficacia delle azioni di individuazione degli scafisti e quindi la possibilità di cogliere in flagranza i mediatori degli scafisti, per poi arrivare alla testa degli scafisti.
  Per noi lei è particolarmente interessante e importante perché, al contrario, ci è sembrato più esplicito, nel senso che ci risulta che lei (agenzie Dire, Ansa, Adnkronos del 17 maggio 2017) avrebbe dichiarato che a suo giudizio «ci sarebbero contatti tra alcune ONG ed esponenti libici»; vedo già la faccia, quindi non so se sia una cosa corretta, che eventualmente smentirà.
  Quello che a noi interessa capire, abbiamo ascoltato Zuccaro, abbiamo ascoltato Cartosio, ascoltiamo lei, ascolteremo il Procuratore antimafia, ascolteremo il Procuratore di Palermo, è se, secondo lei, la presenza di queste ONG, al netto dei contatti o meno, sia effettivamente potenzialmente ostativa alle indagini sulla tratta di esseri umani.
  Seconda domanda: secondo lei la presenza di queste ONG potrebbe configurare in qualche modo il favoreggiamento (non di tutte ovviamente, ma in alcuni casi) del traffico di esseri umani? Perché, per esempio, il dottor Cartosio ha detto che si dovrebbe tener conto del cosiddetto «stato di necessità», in quanto, comunque, sono soggetti che operano per il salvataggio di vite umane.
  Questi sono i primi due quesiti che le poniamo. Poi rispetto al tema centrale di cui ci siamo anche occupati, che è relativo all'accoglienza in senso proprio, è emerso in particolare che potrebbe esserci un collegamento tra attività di gestione dell'accoglienza in Italia e organizzazioni di stampo mafioso, che risulterebbero inserite nella gestione di tale circuito, e risulterebbe che la sua procura stia svolgendo un'indagine, Pag. 4la cosiddetta ’operazione Jonny’, che ha portato al fermo di 68 persone, dalla quale emergerebbe che la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto avrebbe il controllo sul Centro di accoglienza richiedenti asilo situato nello stesso paese, uno dei più grandi d'Europa.
  Risulterebbe al Comitato (Ansa 15 maggio 2017) che lei avrebbe dichiarato: «da un punto di vista giudiziario a noi risulta che tale controllo andasse avanti almeno dal 2009». Ciò è importante perché questa è una domanda che noi abbiamo sempre posto agli auditi in Commissione ma sulla quale non abbiamo avuto spesso risposte nette. Le chiederemmo, pertanto se lei, invece, ci potesse spiegare perché effettivamente un rapporto che nasce nel 2009 fa pensare a una contiguità importante. Quindi, anche su questo le chiediamo le sue riflessioni.
  Due ultime considerazioni. Lei ha dichiarato una cosa interessantissima a Mix 24 (però mi corregga sulle dichiarazioni, perché gli uffici me le riportano e poi magari sbagliano, sulla prima verrete fortemente rimproverati perché avete sbagliato): «perché non si comincia a pensare di utilizzare i servizi segreti come agenti sotto copertura in Libia? Perché non si può andare oltre? Perché questo potenziale dei servizi segreti non si utilizza? Io vedo una macchina impallata che non lavora a regime, manda 50 uomini dei servizi infiltrati in Libia, manda nel Centro Africa da dove partono questi flussi di migranti, vediamo che organizza i viaggi dal Centro Africa alle coste della Libia».
  Io sono ammirata da queste parole perché una cosa che ha registrato il Comitato da sempre è che il 90 per cento delle partenze viene dalla Libia, certo, ma prima di arrivare in Libia questi uomini sono sfruttati dai trafficanti, attraversando con dei camioncini (spesso vengono gettati nel deserto se sono di troppo) moltissimi Paesi che, tra l'altro, hanno anche firmato trattati ONU sul rispetto delle migrazioni. Anche su questo le chiedo una considerazione e quali potrebbero essere le modalità concrete (si è parlato di intercettazione dei satellitari).
  Da ultimo, lei avrebbe dichiarato che «c'è una sorta di inefficacia nei corridoi umanitari per risolvere la crisi migratoria in atto nel Mediterraneo». Non le nego che noi stiamo registrando che oggi un corridoio umanitario, ancorché non in chiaro, non totalmente autorizzato, c'è, perché di fatto presenza di ONG e Guardia costiera...
  Lei ha dichiarato: «non è con i corridoi umanitari che si risolve il problema dell'immigrazione, bisogna allargare gli orizzonti e pensare a politiche di alto respiro. Con un terzo della spesa attuale potremmo inviare le nostre imprese nel Centro Africa e, rispettando la loro cultura, rilanciare l'economia». Penso si riferisse ai miliardi che spendiamo annualmente in accoglienza. Anche su questo le chiederemmo di fornirci dei dati.
  A margine dei tragici eventi di Manchester, lei questa mattina, in collegamento con Rai News 24, ha dichiarato: «stiamo pagando la politica coloniale dei decenni scorsi, abbiamo visto con la Primavera araba che cosa è successo, mentre l'Europa stava a discutere e inseguiva Gheddafi, la Francia ha lanciato due missili contro la Libia. Quando si parla della Francia che ha accolto, dobbiamo dire che a Parigi ci sono tante Parigi e serve una politica diversa dell'immigrazione».
  Immagino che anche qui si riferisse al «sistema accoglienza» che può essere fallito delle banlieu o comunque se ci può insomma dare ulteriori dettagli.
  La ringraziamo e le lascio la parola. Grazie, procuratore.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Per quanto riguarda le prime due domande, sostanzialmente io non ho parlato di ONG, sono intervenuto nella prima intervista di Radio 24 quando ho visto che il Procuratore Zuccaro, che io conosco personalmente e che ritengo una delle persone più oneste che siano in magistratura, a un certo punto veniva attaccato e crocifisso da tutti i lati come se fosse la causa di tutti i mali dell'Italia.
  A me è venuto spontaneo dire: «attenzione, voi state parlando di una persona perbene, state parlando di un galantuomo, Pag. 5di un gentiluomo, perché attaccarlo in questo modo?». Sostanzialmente cosa ha detto? «Io so, io ho degli indizi che alcune ONG hanno avuto ed hanno contatti con gente che fisicamente si trova in Libia, che si sentono telefonicamente, però io non posso utilizzare questi elementi».
  Io ho immaginato che lui si potesse riferire, ad esempio, a intercettazioni preventive o a informazioni dei servizi segreti o a informazioni di altri servizi stranieri, comunque lui ne era a conoscenza. Per quello che conosco, il Procuratore Zuccaro è una persona seria, una persona posata, assennata, non è uno che spara le cose ad effetto, quindi mi è venuto spontaneo non dico difenderlo, perché non ha bisogno di difese in quanto ha le spalle larghe e sa bene quando parla, però mi è venuto spontaneo dire che è una persona perbene, lasciatelo spiegare e, se necessario, chiedetegli cosa ha e cosa non può utilizzare, e interveniamo sul piano normativo a modificare ciò che lui ha o sa, e non può utilizzare sul piano processuale.
  Questo ho detto io, poi sul resto non sono un esperto, perché io non sono procuratore in Sicilia, dove loro ogni giorno si interessano di questo pessimo servizio taxi che c'è nel Mediterraneo, pessimo servizio perché un terzo di questa gente che tenta di attraversare il mare muore. Se quindi questa gente disperata sa che un terzo attraversando il Mediterraneo rischia di morire, vuol dire che è veramente disperata, quindi cerchiamo di capire perché è così disperata e cosa accade.
  Andiamo adesso all’ ’operazione Jonny’, che ci ha interessato la settimana scorsa, quando abbiamo arrestato 67 persone. Questa indagine risale a tanti anni fa. Perché si è impiegato tanto tempo a chiudere l'indagine? Questa indagine si è chiusa per quanto ho urlato io, perché è da un anno che urlo, perché io sono a Catanzaro dal 16 maggio 2016, e dal 16 maggio 2016 ad oggi questa mattina abbiamo arrestato 51 persone per associazione a delinquere di stampo mafioso, abbiamo arrestato 950 persone, cioè il lavoro è triplicato, i risultati sono triplicati con gli stessi uomini.
  Siamo infatti in ufficio dalle 8.10 di mattina fino alle 20.00 e il 50 per cento dei miei colleghi è in ufficio anche sabato e domenica, perché si è lasciata la Procura di Catanzaro per anni inascoltata e ci sono sostituti che in questo momento, mentre noi parliamo, hanno 1150 fascicoli, a fronte di altre procure d'Italia dove in questo momento ci sono sostituti con 200 fascicoli, con 150 fascicoli! Devo dire che il Ministro Orlando e il Capo di Gabinetto Melillo mi hanno ascoltato e hanno ora finalmente aumentato la pianta organica e il 2 novembre verranno in Procura a Catanzaro 6 sostituti, 1 aggiunto e 10 giudici al Tribunale, quindi possiamo migliorare.
  Questo per spiegare per quale motivo questa indagine è rimasta ferma per tanti anni e anche perché non c'erano investigatori. Ora, ringraziando in particolare il comandante generale dei Carabinieri e il comandante generale della Guardia di finanza, che nel corso di quest'anno mi hanno mandato più uomini, investigatori di qualità, stiamo riuscendo a fare indagini di questo target, al punto che in questa ’indagine Jonny’ abbiamo accertato attraverso la Guardia di finanza che la famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto, che è una delle famiglie di ’ndrangheta più importanti che ci siano in Calabria e che si affacciano nel panorama internazionale, in particolare nel nord Europa, ha incassato 36 milioni di euro.
  Abbiamo potuto controllare prima alla lira e poi all'euro perché un gruppo della Guardia di finanza di Crotone ha contato le presenze di quelli che erano in fila a mangiare e poi quelli che invece hanno dichiarato nella contabilità di avere effettivamente i pasti che hanno distribuito le società che erano gestite...

  PRESIDENTE. Non le ho precisato, ma lei lo sa benissimo perché ha fatto numerose audizioni, che tutto è pubblico ma, se deve dire qualcosa di secretato, ce lo segnala, perché non vogliamo compromettere le sue indagini.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Pag. 6C'è qualcosa che poi segreteremo, ma quanto sto dicendo è già noto. Abbiamo quindi accertato questo dato: 36 milioni di euro incassati dalla ’ndrangheta solo per il CARA di Isola Capo Rizzuto.
  L'indagine l'abbiamo iniziata sugli Arena di Isola Capo Rizzuto e nel corpo di questa indagine abbiamo scoperto un gioco d'azzardo on line, una società che era a Malta e gestiva i giochi on line, che si interessava anche degli scavi abusivi in una delle zone più belle della Magna Grecia e vendevano i reperti archeologici che trovavano, chiedevano la tangente a tutti i commercianti fino alla provincia di Catanzaro, controllavano tutti i videogiochi nei bar di tutta la costa ionica, sia della provincia di Crotone che della provincia di Catanzaro.
  Nel corpo di questa indagine entriamo nel Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e abbiamo tra gli indagati principali Sacco, che è il Presidente della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e il Vicepresidente nazionale, e il prete don Edoardo Scordio.
  Questi sono due soggetti promotori che muovono le fila e abbiamo visto un rilevante passaggio di denaro in favore del prete, ad esempio, cosa che mi ha colpito, 186.000 euro che dovevano essere destinati per l'acquisto di giornali per gli extracomunitari, ma stornano questi soldi e li danno al prete dicendo che, siccome i giornali si deteriorano, era meglio darli a don Scordio che faceva assistenza spirituale, 186.000 euro di assistenza spirituale!
  L'altra cosa che mi ha impressionato è vedere i filmati delle telecamere piazzate all'interno della Misericordia, dove si vedono questi extracomunitari in fila, a un certo punto finisce il cibo e uno di quelli che somministrava il mangiare fa un segno per dire che non c'è più niente. È triste vedere queste immagini pensando che nel corso di questi anni da quando abbiamo iniziato, dal 2009 ad oggi, sono stati spesi 102 milioni di euro per il CARA di Isola Capo Rizzuto e, di questi 102 milioni, 36 sono andati alla ’ndrangheta.
  Chiederei di secretare questa parte.

  PRESIDENTE. Apprezzate le circostanze, propongo di procedere all'audizione odierna in seduta segreta.

  Il Comitato delibera quindi all'unanimità di procedere in seduta segreta (i lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Se poi vi interessa più nel dettaglio quello che accadeva nella Misericordia... ma sostanzialmente a voi interessa questo dato relativo al fatto che questa famiglia Arena, attraverso questi imprenditori, era in grado di incassare queste somme per gestire il catering all'interno del Centro di Isola Capo Rizzuto.
  Terza domanda, quella sui servizi segreti. Cosa voglio dire? In Italia c'è l'AISI per il servizio interno e l'AISE per il servizio esterno; spesso ho chiesto perché non vadano in Africa, perché stiamo qui ad aspettare sui porti, e quando arrivano in Calabria arrivano a Vibo Valentia, Crotone, Reggio Calabria, e in Sicilia a Catania.
  La polizia giudiziaria studia, guarda, cerca di capire e mediamente arresta 1, 2 o 3 scafisti, stanno per pochi mesi in Italia e poi vengono scarcerati, ritornano in Libia o in Egitto e ricominciano ad organizzare altri viaggi, perché sanno che il rischio è quello, quindi il rischio vale la candela.
  Allora, andiamo in Africa e vediamo che succede. Il fatto che l'Italia faccia un accordo, un trattato diciamo con un Governo, con un'organizzazione, nel momento in cui fa un accordo con l'organizzazione A, questa non garantisce tutta la costa della Libia, perché sono altri 3 o 4 che controllano la costa della Libia, e, se non possono partire dalla Libia, partiranno poi dall'Egitto, da altri Stati, quindi è sempre un ragionamento rattoppato, perché l'immigrazione non è un fatto che finirà fra due anni, fra tre o fra cinque, ma ormai continuerà per decenni.
  Perché continuerà per decenni? Perché la gente si muove, le rivoluzioni si fanno con la pancia, poi chi vince le colora di ideali ma la guerra si fa con la pancia, si fa per la fame.

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  PRESIDENTE. Mi scusi, quando lei dice di mandare l'AISE, dà quasi per scontato che una testa organizzativa sia in quei Paesi africani. Sa come funziona, ha un'idea di questo? Perché alcuni auditi ci hanno detto che ci sono invece potenzialità addirittura nell'est europeo di organizzazione del traffico. Lei, invece, ritiene che siano lì?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Mettiamo il caso che questi siano nell'est europeo, nel momento in cui arriva l'ordine in Libia noi vediamo chi organizza in Libia, quindi poi si può fare anche il percorso a ritroso, perché magari indagare sull'est europeo è più difficile, perché si è controllati dai servizi di quegli Stati, mentre l'Africa è un campo aperto, è terra di nessuno, chi vuole può andare a interferire, è più facile sul piano investigativo.
  Io però dicevo un'altra cosa: i flussi migratori partono dal Centro Africa, cioè le popolazioni che emigrano sono abitanti degli Stati del Centro Africa; e allora noi è lì che dobbiamo andare a capire chi organizza per facilitare l'attraversamento del deserto, perché prima di attraversare il mare questi devono attraversare il deserto, che non è una passeggiata, allora andiamo nel Centro Africa e incominciamo a lavorare nel Centro Africa!
  Capisco che queste cose richiedono sudore, richiedono di esporsi a un pericolo, perché molte volte mi è stato obiettato che lì c'è la guerra, e so che lì c'è la guerra, ma ognuno di noi ha un ruolo e una funzione, cioè il fatto che ci sia la guerra non vuol dire che nostri agenti non possano andare anche dove c'è la guerra, sono pagati per questo, è il loro mestiere, il mestiere non è solo quello di controllare il centro storico di Roma ma anche di andare in questi posti dove si suda, dove si fatica, dove non c'è l'aria condizionata, no? Quindi andiamo nel Centro Africa e vediamo cosa succede e incominciamo a lavorare!
  Dicevo però un'altra cosa: oltre a questo dato sul piano investigativo, sul piano dell'informazione, noi dobbiamo cercare di rallentare questi flussi migratori, perché non possiamo continuare a pensare all'infinito all'accoglienza, perché continuando in questo modo, continuando con queste cifre degli ultimi tre anni, che tenderanno sempre ad aumentare, l'Europa non riuscirà a un certo punto ad assorbire, ad accogliere più, con tutta la generosità e la carità che necessitano in questi casi (ci mancherebbe altro!).
  Abbiamo fatto il calcolo di quanto ci costano ogni giorno queste navi nel Mediterraneo e, siccome il costo della vita in Africa è un terzo rispetto a quello dell'Italia, rispetto a qualsiasi Stato dell'Europa (Germania, Francia, Olanda), perché non proviamo con un terzo della spesa a far sì che ogni Stato d'Europa (ovviamente discutendo a livello europeo) mandi le sue imprese facendo un progetto su uno stato dell'Africa centrale, calcolando che servono 500 aziende agricole, 20 asili, che faremo con pannelli solari e aria condizionata, ospedali?
  Facendoli stare bene nel Centro Africa, la gente non è pazza ad attraversare il deserto o a rischiare un terzo di questi a morire in mare, se stanno bene nel loro Stato non migreranno, perché il posto più bello è il posto dove si è nati, qualunque esso sia nel mondo, se uno se ne va dal posto in cui è nato se ne va per fame, se ne va per uno stato di necessità, se ne va perché non riesce a sopravvivere, ad avere una vita dignitosa, una vita decorosa.
  Solo in questo modo potremo fermare i flussi migratori, altrimenti continuiamo a parlarci addosso, a parlare di emergenza e a discutere se in ogni comune ogni 1.000 abitanti ce ne debbano essere 3 o 5. Questo è un ragionamento a valle, mentre io andrei a fare un ragionamento a monte, andrei a ragionare lì, senza stare qui a litigare con i comuni, con i sindaci e i presidenti delle Giunte regionali sulle quote.
  Cerchiamo di fare un discorso più coraggioso e di più ampio respiro, dove si fatica, dove chiunque andrà ad impostare un progetto del genere andrà a faticare, a lavorare e a sudare, perché noi non possiamo fare programmazione solo pensando ad essere tranquilli e a non rischiare, perché spesso non si fanno le cose per paura di sbagliare, perché ho questa poltrona e Pag. 8voglio stare tranquillo, non voglio rischiare la mia poltrona perché mi scivola il piede e posso cadere. Purtroppo spesso si cade in questo meccanismo: io sono arrivato a questo punto e non voglio rischiare di scivolare che mi muore qualcuno in Centro Africa e quindi poi mi arrivano dieci interrogazioni parlamentari o mi succede qualcosa.
  Ognuno di noi però ha un ruolo e una funzione e dobbiamo essere coerenti con quello che è il nostro ruolo e la nostra funzione.

  PRESIDENTE. Una domanda specifica sulla sua attività incredibile e coraggiosa relativamente ai rapporti tra la cosiddetta «accoglienza» e le organizzazioni criminali. Secondo lei il fatto che arrivino nei porti di destinazione siciliani, adesso pugliesi per la chiusura del G7, oltre alla dinamica che abbiamo già verificato per cui, non essendo Malta collaborativa, le ONG di fatto utilizzano la Guardia costiera italiana come coordinatrice dell'area SAR del Mediterraneo e quindi li portano tutti in Sicilia, secondo lei le organizzazioni criminali, che controllano così capillarmente il territorio, danno le autorizzazioni all'arrivo nei porti, magari perché c'è un business dietro? Lei vede già lì la possibilità di legame, o no?
  Un nostro audito, quando ho fatto questa domanda, ha detto che le organizzazioni criminali italiane non sono ancora in questa fase per una cosa banale: non conoscono bene le lingue straniere, arabo o altre lingue, quindi non sono nella fase prodromica all'arrivo sul territorio. Lei ha questa stessa esperienza, cioè la criminalità organizzata si inserisce quando già ci sono i bandi e quindi le destinazioni o è già un po’ spostata non dico sul contatto con gli organizzatori, ma già sul controllo sui porti?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Guardi, il controllo sui porti in base alla mia esperienza al cento per cento riguarda il traffico di droga, su quello non c'è scampo, ho decine di intercettazioni telefoniche e ambientali anche ormai conclamate in sentenze definitive e per ogni chilo di cocaina che arriva in un porto italiano all'organizzazione che controlla il porto bisogna pagare il 20 per cento del valore della cocaina che viene sbarcata, che viene sdoganata. Questo è certo. Non so se per analogia sia la stessa cosa per gli immigrati.

  PRESIDENTE. Credo che sarà un buon filone di indagine perché, se c'è un'organizzazione simile sulla droga, potrebbero pensare, se non c'è già, di attivarla anche sugli esseri umani.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Guardi, per quella che è la mia esperienza sulla ’ndrangheta le posso dire che la ’ndrangheta utilizza gli extracomunitari nel mondo dell'agricoltura, perché uno dei business della ’ndrangheta è comprare attraverso prestanomi dei latifondi, cioè lavorare ai fianchi i latifondisti, farli stancare incendiandogli i campi...

  PRESIDENTE. Farli esasperare.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Farli esasperare in modo che poi svendano questo latifondo e l'obiettivo di un imprenditore agricolo è quello di ottenere i contributi europei. In questo la ’ndrangheta è molto attenta, perché si guadagna molto bene con i contributi europei, molte volte si comprano i terreni, si fanno dei progetti al fine di ottenere i contributi europei.
  In questi campi lavorano molti extracomunitari, perché vengono pagati 20-25, massimo 30 euro al giorno, di questi 5 euro vanno al caporale. Ricordo che un parlamentare aveva proposto di fare una Commissione sul caporalato ma lasciate stare, abbiamo tante Commissioni, non c'è bisogno di una Commissione: basta mettere la mattina alle 4.00 o alle 5.00 una macchina dei Carabinieri, della Polizia o della Guardia di finanza che fermi i furgoni e i camion telonati per trovarvi dentro 15-20 persone, gli sequestra il camion, e a campione ogni 15-20 giorni si fa questo tipo di lavoro e poi non diventa più conveniente il caporalato. Pag. 9
  Noi dobbiamo sempre creare un sistema di non convenienza.

  PRESIDENTE. Io sono pienamente d'accordo con lei, però ritiene che la legge che è stata fatta sul caporalato possa servire, ma non così tanto, perché la verità è che vanno stanziate Forze dell'ordine?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Certo, deve essere fatto un lavoro sistematico. Nel momento in cui un fatto è sistematico, ci vuole una cura continua e costante, non basta farlo fino a quando ci sono le telecamere o fino a quando ne parlano i 3-4 giornali d'Italia in prima pagina mettendo uomini e mezzi e poi, non avendo più soldi, non facciamo più questi controlli, perché poi siamo tutti bravi....
  Per motivi di lavoro ho avuto a che fare con tutte le polizie delle Americhe e d'Europa e posso affermare con tranquillità che l’élite della polizia giudiziaria italiana, se non la migliore al mondo, è una delle 2 o 3 polizie giudiziarie migliori al mondo. Detto questo, però, non è possibile che a fine anno alla polizia giudiziaria italiana tagliamo lo straordinario del 50 per cento perché non abbiamo i soldi per pagarglielo!
  Se lei va in un posto, ci sono 20 uomini delle Forze dell'ordine in divisa e quello è straordinario che viene stornato e, invece di sentire le intercettazioni telefoniche o fare pedinamenti o appostamenti, c'è la manifestazione e tutta la polizia giudiziaria manifesta.

  PRESIDENTE. Ogni riferimento a Trump oggi è puramente casuale!

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Questa è una storia che avviene da sempre, che vedo da trent'anni sotto i miei occhi.

  PRESIDENTE. Senta, procuratore, io lascerei la parola ai commissari per le domande. Vuol darci qualche ulteriore dettaglio su come funzionava nel Centro di Isola Capo Rizzuto?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Capo Rizzuto funzionava in questo modo: in questo centro di accoglienza venivano costituite delle società, in particolare la Quadrifoglio, di cui attraverso intercettazioni abbiamo dimostrato che socio occulto era Leonardo Sacco, il Presidente della Misericordia, unitamente a Poerio Antonio e Poerio Ferdinando, i quali hanno consegnato denaro contante agli esponenti delle famiglie di Isola Capo Rizzuto, con un riparto che era concordato, da quanto emerge dalle intercettazioni ambientali. Questa dazione di denaro a questi mafiosi è provata, sistematica e provento dal catering del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto.

  PRESIDENTE. Grazie, procuratore, è stato chiaro e appassionato. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO ARRIGONI. Grazie, procuratore, anche per le sue considerazioni con specifico riferimento a quanto costa al nostro Paese la gestione dell'immigrazione, sia in termini di costi per i servizi di accoglienza, sia per i costi che sosteniamo per le Forze dell'ordine e le persone che lavorano nella magistratura che si devono occupare di questo fenomeno, costi sociosanitari, costi legali per il gratuito patrocinio. Mi è piaciuta anche la riflessione su quanto potremmo fare con una percentuale minima di quanto sosteniamo per ridurre i cosiddetti «fattori di spinta» presenti in questo Paese.
  Detto questo, vorrei farle alcune domande, la prima banale. Lei diceva che dal mese di novembre (non ho capito se scorso o quello che verrà) la pianta organica sarà aumentata...

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Novembre 2017.

  PAOLO ARRIGONI. Quindi fra pochi mesi lei potrà contare su 6 sostituti, 1 aggiunto e 10 giudici al Tribunale, e di Pag. 10questo sono contento perché l'aspetto fondamentale del potenziale dell'azione investigativa è stato lamentato anche dal Procuratore Zuccaro e dal Procuratore Cartosio.
  Sempre in ordine alla gestione del CARA di Isola di Capo Rizzuto, la confraternita è il soggetto che ha avuto l'appalto dalla prefettura, mentre gli Arena si sono inseriti attraverso subappalti, in questo caso il servizio di catering. Altri servizi in subappalto sono oggetto di altre indagini da parte della sua Procura?
  Altra domanda: c'è un interesse comune in ordine all'immigrazione fuori controllo sia sul lato Africa, Medio Oriente, la criminalità locale organizzata lucra, fa pagare notevoli somme a queste persone che vogliono venire in Europa, sia da parte di soggetti (cooperative, società, privati) che si stanno buttando anche su questo business, ma dal punto di vista della criminalità come lei ha dimostrato con la famiglia Arena. Secondo lei esiste un legame tra queste organizzazioni criminali, la nostrana ’ndrangheta, mafia, camorra e la criminalità presente in Libia o nei Paesi del Centro Africa da cui partono questi flussi? Mi viene da pensare per esempio alla Nigeria, nazionalità da cui parte e arriva in Italia il maggior numero di migranti.
  Oltre al traffico dei migranti si possono nascondere in qualche modo anche il traffico di droga, il traffico d'armi e il traffico di organi?
  Quando si discute e si analizza il fenomeno dell'immigrazione in Italia, il sistema di accoglienza, si parla soprattutto degli adulti. Oggi il sistema di accoglienza accoglie 180.000 persone, solo per l'accoglienza il nostro Stato spende 2 miliardi e 200 milioni o 2 miliardi e 300 milioni, però c'è un'altra fetta importante che riguarda i minori stranieri non accompagnati. Nel nostro sistema di accoglienza i dati del Ministero dell'Interno parlano di un numero che si avvicina alle 16.000 unità, di cui 1.160 sono presenti in Calabria.
  Di fronte alla gestione dei minori stranieri non accompagnati la sua procura ha svolto in passato o sta svolgendo delle indagini conoscitive per verificare la regolarità della gestione di questi minori, posto che, se per l'adulto vengono riconosciuti 35 euro, per i minori fino a poco tempo fa ne venivano riconosciuti 80, cifra che poi è stata abbassata dal Ministero dell'interno? Grazie.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Sul piano investigativo, sul piano giudiziario non possiamo dire che ci siano contatti – almeno per quella che è la mia conoscenza – della ’ndrangheta con organizzazioni che si trovano in Africa, in Libia.
  Lei faceva riferimento alla Nigeria e non ha fatto un riferimento a caso, perché la Nigeria è uno degli stati prediletti dalla ’ndrangheta per quanto riguarda lo stoccaggio della cocaina, cioè nei Paesi del Centro Africa (abbiamo fatto diverse indagini anche con condanne con sentenze definitive) la ’ndrangheta fa arrivare ingenti quantità di cocaina in vari modi e dalla Nigeria in particolare fa arrivare consistenti quantitativi di cocaina su diverse rotte, come ad esempio quelle della Spagna o del Portogallo.
  Per quanto riguarda le armi, invece, stando alle nostre conoscenze le armi in Italia non arrivano dall'Africa ma arrivano soprattutto dalla Bosnia. La parcellizzazione dell'ex Jugoslavia per l'Italia è stata una disgrazia, perché Tito costruiva sulle montagne tante piccole fabbrichette di esplosivo, che ancora sono attive e producono esplosivo, e l'organizzazione EUFOR – non pronuncio bene – pagava per tenerle attive.
  In Bosnia la gente è ancora convinta che tornerà la guerra, quindi ogni famiglia in Bosnia possiede 5 o 6 kalashnikov, 2 o 3 bazooka, 20 chili di esplosivo, ma non tritolo, plastico C. 4, e mezzo chilo di plastico C. 4 corrisponde a un quintale di tritolo. Noi abbiamo fatto un'indagine e in questo caso la polizia giudiziaria ha utilizzato l'AISE, i servizi segreti italiani, che sono stati in Bosnia e hanno anche scoperto 5 chili di plastico C. 4 con un agente sotto copertura comprati a Reggio Calabria, e sono riusciti ad individuare anche la fabbrica dove veniva prodotto, perché ogni fabbrica cambia il colore del filo con il quale viene confezionato questo plastico C. Pag. 114. Pensate che un kalashnikov in Bosnia costa 250 euro, quindi niente.
  La ’ndrangheta quindi non ha bisogno di rifornirsi rischiando dall'Africa, perché dovrebbe prendere dagli Stati africani che sono in guerra nel mercato nero, ma quelle armi servono in Africa per farsi la guerra, mentre la Bosnia è un supermercato dove chiunque può andare a comprare e dove spesso abbiamo sequestrato armi provenienti dalla Svizzera o dalla Germania. Non c'è un problema di rifornirsi di armi, spesso la ’ndrangheta ha barattato cocaina con armi, facendola arrivare attraverso il canale di Otranto, rivolgendosi ad esempio alla mafia pugliese.
  Per quanto riguarda le armi, quindi, non hanno motivo, è più facile farle arrivare dall'ex Jugoslavia rispetto all'Africa.
  Per quanto riguarda l'accoglienza dobbiamo segretare.

  PRESIDENTE. Apprezzate le circostanze, propongo di proseguire l'audizione odierna in seduta segreta.

  Il Comitato delibera quindi all'unanimità di proseguire in seduta segreta (i lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio il Procuratore Gratteri e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 22.15.