XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 46 di Giovedì 11 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione di rappresentanti
dell'organizzazione SOS Méditerranée.

Ravetto Laura , Presidente ... 3 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 5 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 7 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 7 
Ravetto Laura , Presidente ... 7 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 7 
Ravetto Laura , Presidente ... 7 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 7 
Ravetto Laura , Presidente ... 7 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 8 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 10 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 10 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 10 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 10 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 11 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 11 
Ravetto Laura , Presidente ... 11 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 11 
Ravetto Laura , Presidente ... 11 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 11 
Ravetto Laura , Presidente ... 11 
Arrigoni Paolo  ... 11 
Orellana Luis Alberto  ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Orellana Luis Alberto  ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Orellana Luis Alberto  ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Orellana Luis Alberto  ... 13 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 13 
Fasiolo Laura  ... 13 
Ravetto Laura , Presidente ... 14 
Fasiolo Laura  ... 14 
Ravetto Laura , Presidente ... 14 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 14 
Arrigoni Paolo  ... 14 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 14 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 14 
Ravetto Laura , Presidente ... 15 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 15 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 15 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 15 
Ravetto Laura , Presidente ... 15 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 15 
Ravetto Laura , Presidente ... 15 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 16 
Ravetto Laura , Presidente ... 16 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 16 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 16 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 16 
Ravetto Laura , Presidente ... 16 
Marszalek Timon , direttore generale di SOS Méditerranée Germania ... 16 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Arrigoni Paolo  ... 17 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Arrigoni Paolo  ... 17 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Ravetto Laura , Presidente ... 17 
Stalla Nicola , coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Calandra Valeria , presidente di SOS Méditerranée Italia ... 17 
Ravetto Laura , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti
dell'organizzazione SOS Méditerranée.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Valeria Calandra, presidente di SOS Méditerranée Italia, Timon Marszalek, direttore generale di SOS Méditerranée Germania e Nicola Stalla, coordinatore SAR (Search And Rescue).
  L'audizione rientra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio dell'area Schengen, perché noi siamo un Comitato che ha tra i suoi compiti proprio quello di verificare i flussi migratori, oltre che l'applicazione dell'accordo di Schengen.
  Come vi ho già anticipato prima di entrare, queste sono sedute pubbliche. Pertanto, vi stanno ascoltando le agenzie e i giornalisti. Qualunque cosa diciate, ovviamente, è resa pubblica nell'immediatezza. Se desiderate dire qualcosa che ritenete particolarmente riservato, è sufficiente chiedere la segretazione dell'audizione.
  Come vi ho anticipato, in Italia c'è un dibattito abbastanza intenso sul ruolo delle ONG a ridosso delle coste libiche. In particolare, c'è una discussione su possibili ipotesi di contatti tra alcune organizzazioni non governative e i trafficanti di migranti. Si tratta di dubbi che sarebbero stati prospettati da due rapporti interni di Frontex, l'ex Agenzia UE delle frontiere esterne, recentemente trasformata in nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.
  Si tratta di dichiarazioni ridimensionate successivamente ma soprattutto a seguito di alcune trasmissioni televisive e di alcuni filmati che sono stati distribuiti nelle TV italiane; ci sono state delle audizioni di un procuratore, che per primo è venuto da noi, il procuratore Zuccaro, il quale ha parlato effettivamente non di formali aperture di fascicoli, ma di problemi relativi non a tutte, ma ad alcune organizzazioni non governative in relazione sia ai rapporti con dei contatti in Libia, sia alle modalità di contatto con la Guardia costiera di Roma, sia soprattutto al fatto che le ONG, con la loro presenza, impedirebbero le corrette indagini e la cattura degli scafisti. Naturalmente, su questo vi chiediamo la vostra posizione.
  A seguito dell'audizione del procuratore Zuccaro abbiamo anche chiesto l'audizione delle ONG coinvolte attualmente nelle acque del Mediterraneo. Ce ne risultano 10, con 13 navi. Devo dire che quasi tutte le ONG hanno risposto al nostro appello. Soltanto con due siamo – penso – ancora in corso di trattativa.
  Abbiamo già ascoltato sia Sea-Eye, il cui Presidente è Michael Buschheuer, nonché i rappresentanti dell'ONG MOAS, i quali hanno dichiarato che le attività delle loro unità navali sono svolte in stretto contatto con il cosiddetto MRCC, il Maritime Rescue Co-ordination Centre, o Centro per il coordinamento Pag. 4 del salvataggio marittimo di Roma.
  In merito ho due prime domande. La prima è se ci spiegate quali sono le vostre modalità di attività in mare, in particolare dove vi fermate voi rispetto alle coste libiche, se caricate in acqua i migranti oppure no – alcune ONG ci hanno detto che fanno una mera specie di cordone di salvataggio – e soprattutto come avvistate queste navi e come vi arrivano le segnalazioni e da chi, se avete dei contatti sulla terraferma libica e chi chiamate, quando avete avvistato queste imbarcazioni. Chiamate l'MRCC di Roma? Se sì, perché? Non siete più vicini ad altri centri di soccorso, per esempio quello maltese?
  L'altro tema è quello degli sconfinamenti di unità di ONG in acque territoriali libiche. Risulterebbe da notizie stampa – ilfattoquotidiano.it e Il Messaggero del 7 maggio 2017 – che domenica scorsa, 7 maggio, la vostra nave Aquarius sia sbarcata a Reggio Calabria con 731 persone, delle quali 87 donne – 15 incinte – e 116 minori, 80 dei quali non accompagnati.
  Il vostro rappresentante Nicola Stalla e una rappresentante di Medici senza frontiere, Marcella Kraay, avrebbero dichiarato di operare sempre in un contesto di diritto internazionale e nel rispetto del diritto marittimo.
  Peraltro, il responsabile della Guardia costiera della regione centrale libica, Rida Aysa, avrebbe dichiarato di recente – LaPresse del 7 maggio e Adnkronos del 5 maggio – che «con la loro presenza nel Mediterraneo le ONG internazionali fomentano il flusso di migranti irregolari. Le ONG internazionali sono un segnale per i migranti che il viaggio fino in Europa è sicuro». Il militare avrebbe aggiunto che «la Guardia costiera libica ha fermato alcuni gommoni all'interno delle acque territoriali libiche, per poi imbattersi in alcune organizzazioni umanitarie che si sono lamentate del fatto che quei gommoni appartenevano a loro, benché non l'avessero comunicato alla Guardia costiera».
  In particolare, il responsabile della Guardia costiera della regione centrale libica avrebbe ricordato l'episodio di un gommone tedesco fermato a nord di al-Zawivah (30 chilometri a ovest di Tripoli), che poi si sarebbe rivelato di proprietà di un'organizzazione umanitaria, cioè della Sea Watch, che ascolteremo – chiederemo anche a loro conto di questo, perché queste sono dichiarazioni di un militare, che vanno verificate – oppure del caso di una nave allontanata con alcuni colpi di avvertimento per aver violato le acque territoriali libiche, la quale nave, dopo essere saliti a bordo e averla ispezionata, sarebbe emerso appartenere a Medici Senza Frontiere.
  Dico Medici Senza Frontiere perché su questo per voi ho due domande. La prima è se avete una partnership con Medici Senza Frontiere.
  Passando alla seconda, secondo quanto scritto oggi da PanoramaPanorama è un giornale, l'ha scritto oggi e, quindi, è una dichiarazione che noi apprendiamo così; non è un'accusa che facciamo, come Comitato – sarebbe proprio la ONG Medici Senza Frontiere al centro delle indagini della Procura di Trapani – noi, però, non abbiamo ancora sentito il procuratore di Trapani; lo sentiremo nei prossimi giorni e glielo chiederemo – per l'ipotesi del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Da noi verrà, appunto, il procuratore il 17 maggio e glielo chiederemo.
  Quindi, le domande sono due: se avete una partnership con Medici Senza Frontiere e se avete un commento su questa notizia di oggi.
  Poi, in particolare, vi chiediamo di descriverci l'occasione specifica del salvataggio operato dalla vostra nave Aquarius, che, a quanto comprendo – mi avete anticipato – è avvenuto di venerdì, con sbarco a Reggio Calabria di domenica. Vi chiediamo, anche in questo caso, fino a dove siete andati e se avete agito chiamando direttamente l'MRCC di Roma. Vi chiediamo anche se avete provato a contattare prima altri centri e se si è tenuto conto, in tutto questo, della regola della destinazione del porto vicino più sicuro. Un altro argomento che poniamo è come mai si facciano innumerevoli miglia nautiche per arrivare sulle coste italiane, quando ci sono dei Pag. 5porti più vicini sicuri rispetto alle aree di salvataggio.
  Vi lascio la parola e vi ringrazio. Poi darò la parola ai commissari per le domande.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Onorevole Presidente, onorevoli membri del Comitato Schengen, signore e signori, grazie per averci invitato a quest'audizione dinanzi al Comitato Schengen del Parlamento italiano.
  Per noi è importante spiegarvi chi è SOS Méditerranée, perché siamo presenti nel Mediterraneo centrale e perché negli ultimi 14 mesi abbiamo lavorato in coordinamento con il Centro italiano di coordinamento per il salvataggio in mare con sede a Roma. Saremo lieti di rispondere a tutte le vostre domande in assoluta trasparenza, per condividere i fatti che riguardano le nostre operazioni, oltre che per fornirvi un resoconto preciso della nostra presenza nel Mediterraneo.
  La nostra delegazione è composta da Nicola Stalla, coordinatore delle operazioni di ricerca e soccorso a bordo della nostra nave Aquarius, Valeria Calandra, presidente di SOS Méditerranée Italia e da me stesso, direttore generale di SOS Méditerranée Germania.
  SOS Méditerranée è stata fondata due anni fa, il 9 maggio 2015, giorno della festa dell'Europa, a causa della mancata risposta da parte dell'Unione europea alla tragedia umanitaria in corso alle porte dell'Europa. Le nostre associazioni sono state create dopo la fine dell'operazione di soccorso su larga scala Mare Nostrum, che è stata guidata dalla Marina italiana in un momento in cui l'Italia è stata lasciata sola a gestire e coordinare i salvataggi nell'area con il più alto numero di morti che si conosca nelle acque internazionali, al largo della costa libica.
  Da anni la Guardia costiera italiana e l'MRCC di Roma svolgono un lavoro straordinario per salvare migliaia di vite in mare. Tuttavia, il Mediterraneo centrale è stato lasciato privo di una capacità di salvataggio dedicata e, in quanto cittadini, non ci siamo sentiti di assistere passivamente senza far nulla. Ci siamo sentiti obbligati ad agire, motivati da un imperativo molto semplice: quando la gente annega, dobbiamo soccorrerla.
  In quanto professionisti umanitari e marittimi, abbiamo considerato un obbligo morale e giuridico fornire una risposta a coloro che sono in difficoltà, sulla base dei princìpi di umanità e solidarietà e nel pieno rispetto del diritto marittimo internazionale.
  Sulla base di questo imperativo e con questo senso di dovere civico si sono unite a noi migliaia di cittadini europei in un'organizzazione europea no profit di ricerca e soccorso. Noi rispondiamo alle necessità del Mediterraneo centrale, perché si tratta della rotta migratoria con il più alto numero di morti al mondo.
  Oggi la nostra organizzazione è composta da tre associazioni sorelle, SOS Méditerranée Germania, Francia e Italia, con un bilancio annuale di circa 4,7 milioni di euro, vale a dire 11.000 euro al giorno. Accettiamo donazioni nei nostri rispettivi Paesi e costituiamo una rete internazionale che si fonda su un triplice mandato comune: in primo luogo, salvare vite; in secondo luogo, proteggere e dare assistenza alle persone soccorse; in terzo luogo, fornire una testimonianza della situazione nel Mediterraneo per sensibilizzare l'opinione pubblica nei nostri rispettivi Paesi.
  Il nostro lavoro consiste nel fornire una risposta alle necessità, o individuando un'imbarcazione in difficoltà, o chiedendo istruzioni all'MRCC, ovvero fornendo una risposta alla chiamata dell'MRCC quando veniamo incaricati di svolgere operazioni di soccorso in un'area da esso indicata. Per condurre questi salvataggi SOS Méditerranée noleggia una nave lunga 77 metri, l'Aquarius.
  L'Aquarius è fornita di tre scialuppe di salvataggio, di strutture per il soccorso, un ambulatorio medico e un apposito ricovero per donne e bambini. Ha una capacità totale di 500 persone ed è in linea con gli standard previsti dalla Convenzione SAR del 1979 per poter essere certificata come unità SAR.
  Il 2016 è stato il primo anno in cui abbiamo svolto operazioni. Secondo la pratica Pag. 6 standard, i nostri bilanci sono certificati da revisori esterni indipendenti e saranno resi pubblici ai nostri membri e donatori una volta ultimata la revisione.
  A bordo la squadra di SOS Méditerranée, composta da circa 13 persone, gestisce l'attività di ricerca e soccorso.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo. Può elencare i donatori che avete? Può fornirci l'elenco dei donatori? Può rendere noto qualcuno dei donatori che avete? Può dirci se sono privati o se sono pubblici?

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Sicuramente sì. Il 98 per cento delle nostre donazioni arriva da donatori privati. Abbiamo un elenco di circa 15.000 donatori finora e siamo tenuti all'osservanza delle norme nazionali sulla sicurezza dei dati. Quindi, se dobbiamo rivelare i nomi di soggetti privati, occorre prima presentare una richiesta di autorizzazione.

  PRESIDENTE. Sono interessata al 2 per cento, però. Avete anche qualche finanziatore pubblico?

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. C'è anche una piccola percentuale di donazioni pubbliche, che possiamo rendere note.

  PRESIDENTE. Le sono grata se ce le fate sapere, o in corso di seduta, o successivamente.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Lo possiamo fare senz'altro. Si tratta di un elenco di circa 200 donatori istituzionali, che donano da un minimo di 25 euro a qualche migliaio di euro. Non leggerò ora questo elenco, ma saremo lieti di farlo avere al Comitato.

  PRESIDENTE. Quando dice «istituzionali», sono del suo Paese, sono uffici pubblici? Cosa sono?

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Innanzitutto non sono il 2 per cento, ma fanno parte del 2 per cento del nostro bilancio annuale complessivo perché abbiamo altre entrate.

  PRESIDENTE. Ci può fare l'esempio di un ufficio pubblico o di un donatore pubblico. Uno se lo ricorderà che ci può dire, per capire la natura di questi donatori. Ce lo farà sapere. È interessante. Sono tedeschi, sono italiani...?

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Non sono italiani e non sono tedeschi. Sono perlopiù francesi. È un elenco molto lungo.

  PRESIDENTE. Molto gentile, grazie. Se ce la farà avere, gliene sono grata. Chiedo scusa.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Nessun problema.
  A bordo la squadra di SOS Méditerranée comprende circa 13 persone che si occupano dell'attività di ricerca e soccorso. Abbiamo un partenariato – Lei ce lo ha chiesto all'inizio – con Medici Senza Frontiere, la cui squadra si occupa dell'assistenza medica a bordo delle persone salvate. MSF contribuisce finanziariamente ai costi marittimi dell'operazione.
  Garantiamo una copertura giornalistica costante e indipendente a bordo dell'Aquarius. Più di 60 giornalisti hanno garantito la presenza a bordo delle testate più prestigiose del mondo.
  SOS Méditerranée ha ricevuto una serie di premi prestigiosi, di recente il Premio per la pace dell'UNESCO, il Premio franco-tedesco dei Media, il Premio per la società civile del Comitato Economico e Sociale Europeo e il Premio del cittadino europeo, per citarne solo alcuni.
  SOS Méditerranée ha iniziato le proprie attività di ricerca e soccorso 14 mesi fa, il 26 febbraio 2016. La nostra è l'unica nave civile che opera in modo continuato per tutto l'inverno. In più di 14 mesi abbiamo Pag. 7svolto 103 operazioni di salvataggio, fornendo assistenza a 17.532 persone a bordo della nostra nave. Di queste 12.880 sono state soccorse direttamente dalle nostre squadre e altre 4.652 sono state trasferite da altre imbarcazioni su richiesta dell'MRCC.
  Considerandoci testimoni privilegiati in mare, vorremmo sottolineare due aspetti. Tra coloro che riescono ad arrivare a bordo della nostra nave, praticamente tutte le persone soccorse parlano di livelli di violenza estrema sopportati in Libia, definendola «l'inferno libico». Sono state sottoposte a ripetute violenze fisiche e psicologiche, abusi sessuali, detenzioni, torture e lavori forzati. MSF ha potuto constatare dal vivo ripetutamente i segni di questa violenza, che rappresentano prove fisiche. Presto pubblicheremo un libro per rendere pubbliche alcune di quelle testimonianze.
  È estremamente importante portare queste persone in un porto sicuro, nel pieno rispetto delle normative internazionali. Siamo estremamente preoccupati per il destino del 25 per cento di minori tra le persone soccorse e, più in generale, per il destino di tutti i gruppi vulnerabili, incluse le donne, che sono molto a rischio. Vorremmo sottolineare l'estrema necessità di protezione e assistenza a riva per tutti i bambini e le altre persone vulnerabili.
  La nostra associazione chiede alle istituzioni nazionali ed europee, in primo luogo, di aumentare notevolmente la capacità SAR nel Mediterraneo centrale. Come SOS Méditerranée, noi possiamo fornire solo un piccolo contributo con la nostra presenza in mare, ma né noi, né i mercantili possiamo rappresentare la soluzione. È necessario che ci siano mezzi dedicati per le attività di ricerca e soccorso nella zona di soccorso al largo delle coste libiche, secondo la Convenzione SAR del 1979.
  In secondo luogo, chiediamo di garantire che le persone soccorse siano condotte in un porto sicuro secondo i regolamenti internazionali, affinché possano essere protette dal traffico di persone umane e dalle massicce violazioni dei diritti umani in Libia.
  Adesso siamo pronti a rispondere alle vostre domande. Grazie.

  PRESIDENTE. Mi può, forse tramite il suo responsabile operazioni, fornire già delle risposte alle domande che ho fatto io? Ci spiega cosa è successo venerdì e sabato con l'Aquarius e ci dite chi chiamate nelle operazioni di soccorso, da chi vi arrivano le segnalazioni e come operate a distanza dalle coste libiche?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Dove operiamo? L'Aquarius fa un servizio di search andrescue, quindi un pattugliamento, al largo delle coste libiche a una distanza di giorno di 20 miglia e di notte di 30 miglia dalla costa.
  Ci sono numerosi rapporti e statistiche sulla zona di maggior concentrazione di naufragi e di chiamate di soccorso ricevute. Questa è la migliore indicazione che abbiamo su dove sia opportuno posizionare l'Aquarius nelle acque internazionali al largo della Libia. Attualmente corrisponde a una zona costiera a nord-ovest di Tripoli.
  Seguo nell'ordine le domande ricevute. Prendiamo a bordo persone? Sì, l'Aquarius ha una capacità nominale di 500 persone. In casi di emergenza abbiamo preso a bordo più persone, valutando, ovviamente, la sicurezza della condizione e, quindi, che i criteri di stabilità fossero soddisfatti e che le condizioni meteorologiche per il transito fino al porto di sbarco fossero favorevoli.

  PRESIDENTE. Mi scusi, che bandiera batte l'Aquarius?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Gibilterra.

  PRESIDENTE. Batte Gibilterra perché è stata comprata, immagino...

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Non è comprata, è noleggiata.

  PRESIDENTE. È noleggiata lì. Va bene.

Pag. 8

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue)di SOS Méditerranée Italia. Come avvistiamo? Avvistiamo per mezzo di radar e binocoli, quindi normale strumentazione disponibile su qualsiasi nave. Effettuiamo un servizio di vedetta intensificato durante le ore di luce. Di notte l'unica capacità di scoperta è rappresentata dal radar.

  PRESIDENTE. Sa perché glielo chiedo? Mi perdoni, non è perché voglia essere inquisitoria, ma perché altre ONG ci hanno detto, invece, che per il 50 per cento hanno segnalazioni esterne. Per questo motivo glielo chiedevo. Invece, voi fate operazioni di vedetta. Poi arriveremo alle domande di tutti i commissari.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Mi ha chiesto come avvistate. Nel caso in cui siamo noi ad avvistare delle imbarcazioni, come avviene questo avvistamento? Avviene per mezzo di radar e binocoli.

  PRESIDENTE. Però, le segnalazioni...

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Quando riceviamo una segnalazione, come telefonata satellitare, è sempre e solo dall'MRCC Roma. Questa è l'unica segnalazione esterna telefonica che riceviamo.
  Vi sono poi delle situazioni in cui può essere un'altra nave in zona a segnalare la presenza di un'imbarcazione in difficoltà da soccorrere. Questa nave che scopre il mezzo fa una chiamata sul VHF, quindi via radio, che viene ricevuta dalle navi in zona, ed è la nave che avvista che contatta l'MRCC. In tal caso, se noi riceviamo una chiamata via radio da un'altra nave, contattiamo comunque sempre l'MRCC.

  PRESIDENTE. Questo mi fa pensare che qualcuno avverta prima l'MRCC Roma. Quindi, ci sarà qualcuno... Li dovremo richiamare, perché, se voi avete tutte le segnalazioni da MRCC Roma, qualcuno avviserà che c'è un barcone a ridosso l'MRCC Roma. Voi la segnalazione la ricevete, quando è esterna, solo da MRCC Roma. Quindi, qualcuno li avrà avvertiti.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. MRCC Roma, ovviamente, quando ci avvisa di un'imbarcazione da soccorrere, non ci specifica quale sia la fonte della notizia di imbarcazione da soccorrere.

  PRESIDENTE. Certo.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Da quello che è riportato sul rapporto della Guardia costiera si evince che un buon numero di segnalazioni viene da telefonate satellitari, effettuate dalle imbarcazioni in difficoltà. Vi è un importante numero di segnalazioni che deriva da pattugliamenti aerei e dai dispositivi anche e soprattutto europei, di EUNAVFOR - Med. Capita frequentemente di veder volare questi dispositivi aerei.
  Per quanto riguarda zone di operazioni, come abbiamo in più occasioni sostenuto, la nave Aquarius non è mai entrata in acque libiche. Il pattugliamento viene fatto a 20 miglia dalla costa. Se si riceve notizia di un'imbarcazione da soccorrere, viene fatto a una distanza più ravvicinata rispetto alle coste. Ovviamente, è un'istruzione che viene ricevuta. Comunque, la nave Aquarius non è mai entrata nelle acque libiche.
  Per quanto riguarda l'operazione di salvataggio del 5 maggio scorso, anche in questo caso l'Aquarius non è entrata nelle acque libiche. Specifico più precisamente come si è svolta tutta la...

  PRESIDENTE. Sì, dall'avvistamento.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Innanzitutto, le operazioni di salvataggio del 5 maggio non sono partite da un avvistamento, ma sono partite, di nuovo, da una chiamata ricevuta dall'MRCC.

  PRESIDENTE. Come responsabile dell'operazione di soccorso.

Pag. 9

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Ovviamente sì.
  Dal momento in cui abbiamo ricevuto la segnalazione e la richiesta di intervenire, ci siamo avvicinati alla posizione indicata e da qui è iniziato il soccorso, che è durato più di 13 ore. Abbiamo preso a bordo persone soccorse dalle imbarcazioni fino a raggiungere la massima capacità e poi abbiamo continuato a prestare assistenza a un'unità della Guardia costiera italiana che, nel frattempo, era intervenuta per supportare le attività di salvataggio.
  In questo contesto ricevevamo istruzioni e ordini da quello che è definito l’On Scene Coordinator, ossia l'unità navale che in loco coordina le operazioni e che è coordinata, ovviamente, da MRCC, responsabile. In questo caso avevamo il nostro collegamento tramite questa unità della Guardia costiera italiana.
  La nave Aquarius è rimasta in acque internazionali, mentre i mezzi di salvataggio, su istruzione dell’On Scene Coordinator, hanno fatto assistenza ai mezzi per dei mezzi da soccorrere che erano in acque internazionali ma che, per via del fatto che le operazioni di soccorso erano estremamente complesse per la quantità di imbarcazioni da soccorrere, sono rimaste alla deriva per numerose ore e lentamente, con il vento di nord-ovest, sono scarrocciate di nuovo all'interno della linea delle 12 miglia.

  PRESIDENTE. A quale distanza eravate da Malta?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Da Malta?

  PRESIDENTE. Sì. Perché non ritenete... Come mai, secondo lei, MRCC Roma dà indicazioni di porto sicuro sempre sulle nostre coste?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. È una domanda da porre a MRCC.

  PRESIDENTE. Sì, gliel'abbiamo posta, ma lei è lì. Lei è sul teatro. Abbiamo posto alla guardia costiera questa domanda e ci ha risposto che Malta non collabora. Avete questa stessa sensazione? Se il porto vicino più sicuro è Malta, loro vi dicono: «Noi non vi facciamo entrare»?

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. A noi non è mai capitato. Non è mai capitato personalmente, come SOS.

  PRESIDENTE. Che significa? Che non vi è mai capitato che vi sia stato richiesto di entrare in un porto di Malta?

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Sì.

  PRESIDENTE. Non vi è mai capitato?

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. No. Il porto a noi non lo dà... Ce l'assegna l'MRCC. Nel momento in cui il coordinamento è loro...

  PRESIDENTE. Quindi, l'MRCC Roma, il responsabile delle operazioni in prima chiamata, non vi ha mai assegnato un porto di Malta. Bene.
  L'altra domanda è: vi siete fatti un'idea sul perché chiamino sempre per primo l'MRCC Roma e non chiamino altri centri di soccorso? No, nessuna. Quindi, escludete totalmente di avere contatti sul territorio libico? Sì.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Lo escludiamo.

  PRESIDENTE. Lo escludete.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue)di SOS Méditerranée Italia. C'erano altre domande?

  PRESIDENTE. Se ci sono altre domande vada avanti. Non ce le ricordiamo noi stessi.

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  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Come unica cosa, lei aveva chiesto per il nostro partner MSF.

  PRESIDENTE. Mi pare abbia detto che l'avete.

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Sì, come partner abbiamo MSF. Abbiamo fatto un contratto con MSF. L'abbiamo chiamato memorandum of understanding e l'abbiamo stipulato il 1° maggio 2016. È andato avanti fino al 31 dicembre 2016 e poi, vista l'ottima collaborazione che avevamo avuto sulla nave, abbiamo deciso di rinnovarlo fino alla fine di quest'anno.
  Questo tipo di accordo che noi abbiamo fatto con loro è un accordo che include in modo molto dettagliato le funzioni che MSF ha a bordo della nave, che sono, ovviamente, inerenti, nello specifico, le missioni. MSF si occupa, per la sua specifica qualifica professionale, del soccorso e comunque dell'assistenza delle persone che noi salviamo, soprattutto di quelle che hanno bisogno di un'assistenza medica.
  Questo è reso possibile dal fatto che, come ha detto il collega, sulla nave abbiamo un vero e proprio ambulatorio e, quindi, loro sono in grado di fare un'assistenza abbastanza specifica. Siamo addirittura arrivati a far nascere dei bambini sulla nave.
  Questo tipo di ruolo è diviso come responsabilità logistica, nel senso che abbiamo proprio un'organizzazione: chi salva porta dentro la nave i migranti e subito vengono passati – diciamo così – alle cure del MSF. Poi condividiamo anche una parte economica, perché loro supportano le spese della nave, sempre tramite l'accordo che abbiamo stipulato con loro.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Tra l'altro, preciso che noi, relativamente a quello che ha dichiarato oggi Panorama, sentiremo non solo il procuratore di Trapani, ma anche MSF, che quindi avrà assolutamente modo di replicare. Prego.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Per quanto riguarda le posizioni delle operazioni dell'Aquarius, volevo segnalare che recentemente sono stati pubblicati diversi articoli su media principalmente italiani, tra cui il Corriere della Sera e La Stampa, che riportavano posizioni e distanze dalle coste libiche della nave completamente errate. Abbiamo effettuato il controllo sulle posizioni di queste operazioni e abbiamo poi mandato la smentita di rettifica.
  C'è anche una questione tecnica sulla comprensione, da quello che si evince, del contenuto dei rapporti tecnici. Mi riferisco alle posizioni, alla distinzione tra la posizione di una chiamata di soccorso e la posizione di intervento di soccorso, dove si opera il rescue. In generale, occorre sottolineare come queste accuse siano, come è stato più volte dimostrato, basate su dati errati, che vengono poi puntualmente...

  PRESIDENTE. Male interpretati, probabilmente.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Male interpretati, ma comunque errati, anche in parte errati, e comunque...

  PRESIDENTE. Lei dice che c'è una posizione in cui vi avvertono e poi c'è una posizione in cui vi dicono «Dovete andare fino là». Quando vi dicono «Dovete andare fino là», voi siete là, ma non per vostra volontà. Questo ci sta dicendo?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. No, sto dicendo che c'è una posizione da cui... Scusi, volevo solamente chiarire un dettaglio tecnico perché, purtroppo, in questo discorso, in generale, ci sono molti fraintendimenti, se così possiamo dire, proprio dal punto di vista tecnico.
  Vi è una posizione della chiamata di soccorso, che riguarda dove si trova il mezzo in difficoltà nel momento in cui manda una richiesta di soccorso. Vi è poi, invece, una posizione dove avviene il soccorso. Queste due posizioni sono molte volte, nella maggior parte dei casi, quasi sempre comunque, Pag. 11 posizioni distinte e molte volte anche molto distanti tra loro. Capita, quindi, che si riceva un'indicazione di un mezzo da soccorrere che al momento della richiesta di soccorso era in acque libiche, ma che viene poi intercettato in acque internazionali. Il soccorso avviene poi in acque internazionali. Questo è quello che abbiamo rilevato...

  PRESIDENTE. È strano che uno mandi la chiamata e poi vada in là. È interessante. Ha spiegato bene. Grazie.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Un'altra puntualizzazione che si può fare è che queste imbarcazioni sono in distress, ossia imbarcazioni in pericolo, a prescindere...

  PRESIDENTE. Partono già in distress, da quanto capiamo.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Esatto, partono in distress perché non navigano nelle necessarie condizioni di sicurezza. Quindi, un mezzo di questo tipo, sovraffollato e non adatto a navigare in mare, deve essere soccorso.

  PRESIDENTE. Lei capisce che il dibattito, infatti, nasce da lì. Sono già in soccorso appena partono, per cui uno... Onestamente, in Italia si sta riflettendo se questo non sia, di fatto, un corridoio umanitario non autorizzato. Non le chiedo un commento politico, per carità, però lei ci sta confermando che, teoricamente, non è neanche necessaria la segnalazione, perché ormai sono messi su barche così fatiscenti che, appena partono, sono da registrare in soccorso.
  È anche vero che questo è il motivo per cui alcuni dicono che la presenza delle ONG così vicina consente, di fatto, ai trafficanti di dire «Mettiamola in distress, tanto qualcuno le carica», ma – le ripeto – è un dibattito politico, anzi, la ringrazio per essere andato così a fondo nella parte tecnica.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Tengo, anzi, nella parte tecnica a sottolineare che tutta la nostra missione-operazione risponde a un semplicissimo obbligo, che è quello di prestare assistenza e soccorso a qualsiasi persona o imbarcazione in difficoltà in mare.
  Quest'obbligo è sancito da numerose convenzioni e leggi internazionali. Ricordiamo la SOLAS, la Convenzione sulla salvaguardia della vita umana in mare, l'UNCLOS, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla legge del mare, la Convenzione sulla ricerca e il salvataggio marittimo. Lo stesso codice della navigazione italiano, quindi la stessa legge italiana, impone come obbligo il salvataggio dei mezzi in difficoltà in mare.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO ARRIGONI. Sui finanziamenti, direttore, ha detto che il 98 per cento dei donatori sono privati e il 2 per cento sono pubblici. Le volevo chiedere, però, in valore assoluto qual è l'entità del finanziamento erogato dalle Istituzioni pubbliche. La ringrazio, perché mi permette di precisare. Un conto è se il 2 per cento sono il numero dei donatori, ma in valore assoluto di cosa stiamo parlando? In valore percentuale quanto è ricevuto dai privati e quanto è ricevuto dal pubblico?
  Chiedo se mi confermate o mi smentite quanto riportato dalla stampa in questi giorni. La stampa nazionale riporta che tra i finanziatori ci sarebbe anche la Open Society Foundation di Soros, che avrebbe versato 46.000 euro. Chiedo una risposta secca, sì o no.
  Volevo sapere se a bordo e a terra le persone che operano per SOS Méditerranée sono tutti volontari o se vi sono anche delle persone che lavorano a contratto e quanto è la spesa per le retribuzioni che sostenete, come associazione.
  Con riferimento alle operazioni SAR, voi avete detto prima che avete soccorso 17.532 persone con 103 operazioni di soccorso. Volevo capire la percentuale delle Pag. 12operazioni che avete compiuto su input dell'MRCC di Roma e quante operazioni in percentuale avete intrapreso, invece, su input vostro, ovvero attraverso avvistamento con binocolo o con radar, come lei prima ha descritto.
  Passo alla quarta e penultima domanda. Volevo sapere se c'è una sorta di coordinamento con le altre ONG che operano nel Mar Mediterraneo con lo specifico scopo di fare operazioni di search and rescue.
  Voi avete detto che operate anche nel periodo invernale. Fate delle missioni. Tra una missione e l'altra avrete delle pause. Volevo capire se vi sentite con le altre ONG, per fare in modo comunque di garantire una minima presenza al largo delle acque territoriali libiche.
  Passo alla quinta domanda. Il procuratore Zuccaro, audito per primo qui in Comitato Schengen il 22 marzo, ha detto che la presenza delle ONG nelle acque del Mediterraneo, ancorché inconsapevolmente, crea una sorta di scacco nell'attività delle procure sulle attività di indagine che vogliono contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e i trafficanti di migranti. Contestate quest'affermazione?
  Il procuratore Zuccaro ha più volte lanciato un appello: dobbiamo aumentare la possibilità, le potenzialità e gli sforzi per contrastare i trafficanti di migranti. Voi sareste disponibili a ospitare a bordo della vostra imbarcazione degli ufficiali di polizia giudiziaria?
  Infine, vorrei capire se da parte di SOS Méditerranée c'è una progettualità che vi riguarda per i prossimi mesi e per i prossimi anni. Oggi avete una nave, l'Aquarius, che avete affittato. Nella vostra pianificazione è previsto l'acquisto o l'affitto di un'altra imbarcazione, ovvero di altre dotazioni tecniche, come droni e aerei di ricognizione? Altre ONG si stanno organizzando in tal senso.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Avevo preparato un po’ di domande ma molte sono state già fatte dal collega e anche dalla presidente. Vado a quello che è rimasto nel mio elenco.
  Nel weekend di Pasqua scorso voi vi siete sentiti abbandonati? È una delle lamentele che sono arrivate. Io faccio parte del Senato. C'è un'altra Commissione in Senato che sta facendo un'indagine conoscitiva molto simile a questa. Ci è stato detto da una ONG ieri che si sono sentiti del tutto abbandonati. Hanno avuto un soccorso dopo 57 ore, avendo una dotazione navale molto più ridotta rispetto alla vostra.
  Tornando ai rapporti con Malta, voi comunque fate base a Malta, fate rifornimenti, avete qualche appoggio particolare? Da quello che abbiamo capito, noi abbiamo un giudizio – credo condiviso da tutti – negativo, anzi, faccio un appello alla presidente chiedendo se possiamo sentire qualcuno di Malta che ci spieghi perché hanno questa posizione.

  PRESIDENTE. Assolutamente. Gli uffici prendano nota per capire se riusciamo a trovare... Non do l'indiscrezione, ma stiamo provando a sentire anche gli altri Stati, mettiamola così.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Loro sono addirittura presidenti in carica dell'Unione europea e, quindi, hanno una responsabilità maggiore.
  Volevo capire, inoltre, per quanto riguarda gli ultimi mesi del 2017, voi vedete arrivare solo gommoni, vedete arrivare ancora barche di legno, vedete arrivare mercantili che arrivano dalla Libia? C'è l'idea che ormai mercantili non ce ne siano più, le barche di legno anche e che, di fatto, sia tutto basato su gommoni di fabbricazione cinese particolarmente scadenti di qualità, ponendo a maggior rischio le persone.
  Poi vorrei fare un'ultima domanda, che – ve lo dico già – è una domanda opzionale, cui potete rispondere o meno.

  PRESIDENTE. Come a tutto.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Come a tutto, ma a questo in particolare...

  PRESIDENTE. Non siamo procuratori ma una Commissione di inchiesta. È opzionale sempre. Questo lo preciso. Rispondono se vogliono. Se non vogliono...

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  LUIS ALBERTO ORELLANA. Questo in particolare, perché volevo capire i vostri rapporti con la Libia, anzi, per essere precisi, con la Guardia costiera libica. Dato che potrebbero esserci rapporti conflittuali, magari a voi non interessa, in questo momento, commentare ulteriormente. Se ve la sentite, ci potete raccontare che tipi di rapporti ci sono in mare.
  Faccio un'ultima considerazione, che non è una domanda. Vorrei fare i miei complimenti e ringraziamenti per l'attività in mare che fate, perché, per quanto tutti possiamo avere posizioni diverse, il salvataggio in mare è sempre un'azione lodevole, che rispetta i nostri princìpi e i nostri valori. Poi tutte le considerazioni per ridurre il fenomeno, perché poi questo potrebbe essere... Le posizioni che ci dividono anche politicamente sono solo per ridurre il fenomeno. Qual è il modo più efficace? Se per me magari una soluzione non è efficace, altre non lo sono per qualcun altro. Nessuno mette in dubbio – penso di esprimere il valore di tutti – assolutamente il salvataggio in mare. Vorrei solo ringraziarvi nuovamente.

  GIORGIO BRANDOLIN. Anch'io ringrazio per l'audizione di oggi e anche per le cose che ci avete detto.
  Velocissimamente, mi ha colpito che nella vostra attività di 14 mesi abbiate avuto a bordo 60 giornalisti. Mi fa piacere, perché questo vuol dire che negli ultimi mesi c'è stata una grande strumentalizzazione politica rispetto a un'informazione che i giornalisti avevano. Se ne sono arrivati a bordo 60, vuol dire che potevano fornire queste informazioni già qualche mese fa e non fare tutto il «caos».
  Non so se l'hanno fatto loro o noi o tutti insieme, ma c'era già questa informazione, se c'erano 60 giornalisti a bordo.
  Inoltre, chiedo se potete specificare una domanda fatta dal collega, che è molto più preparato di me. Voi intervenite, se ho ben capito, con tre possibili modalità di intervento. Una è quella per cui siete in grado, attraverso i vostri strumenti, di individuare questi disgraziati in mezzo al mare. Poi ce n'è una rispetto all'MRCC che vi chiama e vi dice di recarvi là. Poi ho sentito prima che ci sono anche dei contatti tramite VHF con mercantili e con altre navi che in zona hanno avvistato questi disgraziati, che vi chiamano.
  Chiedo se mi potete dire percentualmente, in linea di massima, quali sono queste percentuali. Il 50 per cento tramite il comando di Roma, il 30 per cento vostro, il 20 per cento altri mercantili o altre strutture che hanno avvistato questi migranti?
  Passo alla terza domanda. Anche altre organizzazioni hanno dei progetti di lavoro in mezzo al mare che durano 2-3-4 mesi. Voi siete costantemente da 14 mesi presenti in mare, oppure fate delle soste e dei progetti temporali, per esempio quattro mesi e un mese di sosta?
  Anch'io chiedo se avete mai concordato, come chiedeva il collega, un coordinamento tra di voi, proprio per non essere magari in 15 un giorno e nessuno il giorno dopo. Semplifico e banalizzo. Chiedo, quindi, se vi siete posti questo problema, se ve l'ha posto l'Europa, o se ve l'ha posto il comando di Roma, oppure agite, voi 13 ONG, indipendentemente da un coordinamento tra di voi, che mi sembra invece potrebbe essere anche interessante.
  Vado all'ultima domanda. Quanti sono questi operatori? Io ho capito che a bordo della vostra nave ci sono 13 persone vostre, più Medici Senza Frontiere. Quanti sono? Vorrei anche sapere se queste persone hanno una temporalità di presenza sulla nave, oppure se sono costantemente con voi.

  LAURA FASIOLO. Ringrazio veramente molto per la relazione gli intervenuti di oggi, anche perché la loro mission, che fa parte di una rete internazionale, ha delle finalità assai lodevoli e assolutamente necessarie, che suppliscono anche, come avete detto, alla carenza e al vuoto che si sono verificati in modo immediato dopo Mare Nostrum, fino a soluzioni poi intervenute solo parziali.
  Si tratta di salvare vite, dare assistenza e cura alle persone e soprattutto – si veda quello che ha detto prima il collega Brandolin – attraverso i 60 giornalisti e le tante testate fornire una testimonianza nel mondo Pag. 14anche delle buone pratiche. Io credo che queste vadano soprattutto valorizzate.
  Ci interessa conoscere quello che si fa, non tanto inquisire, quanto conoscere – a me, perlomeno, interessa questo, fondamentalmente – per cercare di valorizzare ed estendere le pratiche positive di questo vostro servizio e sapere qualcosa di più sui nodi di criticità che voi rilevate.
  Per esempio, mi interessa sapere relativamente a investimenti futuri (penso ai droni e via elencando) ma anche ai rapporti con EUNAVFOR - Med e Frontex. Vorrei sapere se ci sono delle possibilità di eventualmente migliorare od ottimizzare i rapporti con l'esistente.

  PRESIDENTE. Chi risponde?

  LAURA FASIOLO. Vorrei solo aggiungere una cosa, per cortesia, visto che noi abbiamo Aula, in questo momento. Vorrei esprimere la mia valutazione positiva rispetto alla relazione conclusiva che si discuterà oggi.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie molte.
  Do la parola agli auditi per la replica.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Cercherò di seguire, più o meno, l'ordine cronologico delle domande.
  La prima domanda riguardava la ripartizione delle donazioni. Il 98 per cento sono donazioni private, il 2 per cento sono istituzionali. Lei ha chiesto l'ammontare dei finanziamenti istituzionali. Il 2 per cento di 4,7 milioni di euro è meno di 100.000 euro. Quindi l'ammontare sarebbe inferiore a 100.000 euro. Per favore, però, quando vi fornisco informazioni di carattere finanziario, ricordate che nessuno dei nostri bilanci è stato ufficialmente chiuso. I nostri bilanci sono ancora dinanzi alle autorità competenti e in fase di revisione. Pertanto, vi posso dare un'idea approssimativa. Se viene fuori che la cifra è pari a 105.000 o a 95.000, il processo di revisione non è ancora stato completato.
  La seconda domanda riguardava la donazione eventuale di 46.000 euro dalla Fondazione di Soros. Non lo so. Non credo. Probabilmente l'avrei saputo. Posso dire che non lo so per certo. Posso informarmi e, come ho detto all'inizio, possiamo fornirvi dati in merito.
  L'altra domanda si riferiva ai contratti del nostro personale. Brevemente, noi abbiamo persone a contratto nelle associazioni madre nei tre Paesi, oltre a volontari che lavorano con noi come lavoratori autonomi e ricevono una diaria giornaliera di 38 euro al giorno, come compenso per il loro lavoro. Spero di aver risposto in maniera esaustiva alla vostra domanda.
  C'era una domanda a proposito del coordinamento con le altre ONG. Forse possiamo dire qualcosa. Per quanto riguarda il coordinamento con le altre ONG, non c'è una forma istituzionalizzata di coordinamento nel gruppo delle organizzazioni di SAR nel Mediterraneo. Non esiste un coordinamento ma è chiaro che ogni tanto via radio e attraverso le linee telefoniche siamo in contatto con altre unità navali, soprattutto quando operiamo. Credo sia ovvio che dobbiamo comunicare durante le nostre operazioni. A parte questo, non esiste una piattaforma istituzionalizzata che preveda la condivisione di risorse o di informazioni con le altre ONG.

  PAOLO ARRIGONI. Quindi, non esiste una programmazione delle missioni.

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Volevo aggiungere che, in effetti, esiste un forum. Questo forum si chiama SHADE MED. Ci sono occasionali incontri in questo forum, che è un po’ un forum di coordinamento anche con le altre ONG, ma in realtà non esiste un vero coordinamento continuo operativo. Come diceva bene Timon Marszalek, l'unica forma effettiva di collaborazione – così la chiamerei – è, per esempio, se c'è un'emergenza medica ovvero un'esigenza tecnica a bordo. Allora ci si rapporta. Non esiste, però, sicuramente, eccezion fatta per questi occasionali incontri in questo forum, che si chiama SHADE MED.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia.Pag. 15 Aggiungo ancora, in proposito, che questo forum SHADE MED, che è già stato menzionato in altre audizioni, è un forum che coinvolge tutti gli attori nell'ambito del Search And Rescue, principalmente gli assetti militari di EUNAVFOR - Med e Guardia costiera. Non è un coordinamento o un forum delle ONG.

  PRESIDENTE. Non è solo ONG. Questo è importantissimo.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Assolutamente. Le ONG sono invitate a partecipare e, ogni volta che questo è possibile, partecipiamo.
  Per quanto riguarda il coordinamento nell'area di operazioni, nel momento in cui non ci sono salvataggi in corso, la pianificazione di presenza nell'area di operazioni non è fattibile in larga parte perché la durata delle missioni è diversa, perché capita che una nave abbia un salvataggio e, quindi, vada a un porto di sbarco. Quindi, ci sono momenti in cui ci sono più navi e momenti in cui non ci sono navi. Non è pianificabile una costante copertura in area SAR.
  Nel momento in cui ci siano più navi presenti in zona, ci si coordina nel distribuirsi l'area di pattugliamento, in modo da ottimizzare la capacità di Search And Rescue Service.

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Per quanto riguarda la richiesta dell'onorevole Orellana sui gommoni o le altre imbarcazioni, forse Nicola Stalla può fornire qualche dettaglio in più.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Per quanto riguarda le tipologie di imbarcazioni, sono ancora presenti imbarcazioni di legno. È cambiata la tipologia. C'è una diminuzione dei grandi barconi di legno da 300, 500, 600 e oltre persone. Vi è un incremento di imbarcazioni di legno che chiamiamo di media taglia, da circa 80-100 persone o poco più, che non erano molto presenti nel 2016. Sono ancora numerosi i piccoli barchini di legno e, ovviamente, i gommoni rappresentano la maggior parte dei mezzi che si soccorrono.
  Per quanto riguarda le percentuali, ho i dati precisi perché ho preparato una tabella in merito. Nel 2016 avevamo il 62 per cento di chiamate di eventi SAR per mezzi soccorsi da MRCC Roma, il 14 per cento per chiamate da altre navi e il 24 per cento di scoperte da parte dell'Aquarius. Questo nel 2016.
  Nel 2017 le percentuali sono cambiate. Abbiamo un 42 per cento – sono dati aggiornati al 28 aprile – di eventi per chiamata da MRCC, un 2 per cento per chiamate da altre navi e un 56 per cento di scoperte dell'Aquarius.

  PRESIDENTE. Avete migliorato l'avvistamento o cosa è successo, secondo lei?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. La risposta si trova già nella valutazione della Guardia costiera per quanto riguarda l'anno 2016, che già aveva mostrato una diminuzione di presenza di telefoni satellitari a bordo delle imbarcazioni. Quindi, c'è un maggior numero di imbarcazioni che viene mandato in mare privo di telefono satellitare, senza la possibilità di mandare una chiamata di soccorso. Di conseguenza, il numero di imbarcazioni che viene scoperto con radar e binocoli, senza che abbiano avuto la possibilità di mandare una chiamata di soccorso, aumenta.

  PRESIDENTE. Lei non pensa che questo potrebbe essere un elemento che faccia ritenere che addirittura i trafficanti ormai dicano «Non è neanche necessario dare loro un telefonino satellitare perché tanto c'è una ONG che li aspetta»? Voi non ritenete che la vostra presenza lì sia, ancorché involontariamente, per carità, non un pull factor, perché la gente arriva comunque alla migrazione, ma forse un pull factor a questi trasferimenti via mare, che sono a rischio per tutti, comprese le stesse persone trasportate?

Pag. 16

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Possiamo provare a ipotizzare come mai ci siano più o meno telefoni satellitari a bordo delle imbarcazioni. Non riusciremmo a trovare una risposta, non sappiamo da dove arrivano i telefoni satellitari e non conduciamo indagini sulle persone che soccorriamo in mare. Dovremmo chiedere alla polizia o alle autorità italiane, se volete saperne di più. Ci è stato chiesto esplicitamente di consegnare alle autorità i telefoni satellitari che troviamo a bordo delle imbarcazioni, quando li troviamo. E lo facciamo.
  Per quanto riguarda le dichiarazioni del procuratore Zuccaro, ossia che è difficile lottare contro le reti di trafficanti in presenza di ONG che praticano operazioni SAR in mare, ribatterei chiedendo: come si possono affrontare in maniera efficace le reti di trafficanti dal mare, come si fa a contrastare attività che si svolgono sulla terra? L'ultimo segmento di queste attività è quello delle persone che effettuano i loro viaggi in mare ma la maggior parte dei membri delle reti di traffico è concentrata sulla terraferma. Quindi la domanda è: quanto è efficace un mandato del genere?
  A proposito della domanda sulla nostra disponibilità a collaborare con la polizia durante le nostre missioni, rispondo in due modi. Siamo lieti di accogliere a bordo autorità e Forze di Polizia e rispondere alle loro domande sulle nostre operazioni, come facciamo qui in quest'audizione, quando siamo fermi in un porto. Quando lavoriamo in mare, però, vogliamo tener fede ai nostri principi umanitari di indipendenza e neutralità, non possiamo violare questi princìpi umanitari e, quindi, non possiamo accogliere a bordo delle nostre navi attori armati che siano della Polizia o dell'Esercito. Distinguiamo nettamente tra noi, che siamo una ONG non armata, e persone munite di armi.

  PRESIDENTE. È chiaro. Teniamo conto che tra le loro risposte e altri interventi dei colleghi, che alle 9.55 inizia l'Aula. Abbiamo 8 minuti.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Andrò più velocemente. Avete chiesto se prevediamo di acquistare droni o altre navi o aerei. Al momento, la risposta è no, molto semplicemente, perché avremmo bisogno di fondi, che non abbiamo a disposizione, per poter aumentare le nostre operazioni.
  Per quanto riguarda i nostri rapporti con Frontex, Frontex è, normalmente, uno degli attori che sono presenti alle procedure di sbarco nei vari porti, in Italia. Quindi, c'è un'interazione con Frontex.

  GIORGIO BRANDOLIN. Gli sbarchi solo in Italia?

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. Sì, gli sbarchi avvengono solo in Italia, quindi solo in Italia abbiamo interazioni con Frontex.
  Un'altra domanda riguardava la condivisione delle nostre migliori pratiche. Ci piacerebbe moltissimo condividere ma questa è anche una questione di coordinamento con altri attori e una questione di capacità. Siamo trasparenti in merito alle nostre modalità di attività e siamo lieti di poter insegnare ad altri e imparare da altri.
  Quanto alla presenza dei giornalisti a bordo, abbiamo avuto 60 diverse testate a bordo. Pertanto, quando sentite le storie dei giornalisti che sono stati a bordo con noi e hanno lavorato con noi, sono diverse da quelle che ha fornito la stampa, ad esempio.

  PRESIDENTE. Io non voglio spezzare una lancia a favore del giornalismo italiano, ma dovete anche capire che la stampa ha recepito anche delle dichiarazioni di altri. Voi ci state dicendo delle cose. Altre persone ne hanno dette altre nelle varie audizioni. Non è che il giornalista inventi. Prende delle opinioni. Registrerà sicuramente – ne sono certa – la stampa che ci ascolta anche le vostre.

  TIMON MARSZALEK, direttore generale di SOS Méditerranée Germania. È giusto. Loro sentono opinioni e ricevono informazioni da altre fonti ma quello che abbiamo rilevato anche con le testate giornalistiche italiane è che, quando viene fatta un'accusa, Pag. 17 le informazioni non vengono verificate con una seconda fonte, per esempio. L'abbiamo scoperto parlando con i giornalisti a riva che ci hanno rivolto domande. Verificare una fonte è uno degli standard giornalistici minimi, quando si formula un'accusa, invece di limitarsi semplicemente a ripetere quel che si è sentito dire.
  Ci avete chiesto delle squadre SAR a bordo. Abbiamo 13 membri di SOS Méditerranée per attività di ricerca e soccorso, da 8 a 10 persone appartenenti a Medici Senza Frontiere e poi circa 11 membri di equipaggio marittimo.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Un attimo, i membri di MSF sono da 8 a 10, mi pare di aver...

  PAOLO ARRIGONI. Chiedo una precisazione al dottor Stalla. Quando lei ha classificato le chiamate da altre navi come 14 per cento nel 2016 e 2 per cento nel 2017, che cosa contempla? Sono navi che avvistano un'imbarcazione in difficoltà e chiamano voi prima di chiamare...?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Le spiego. Come capita anche a noi, se noi avvistiamo un'imbarcazione in difficoltà, per prima cosa contattiamo l'MRCC e poi, se ci sono altre navi in zona, chiediamo la loro assistenza. È questa l'origine. Può essere una nave già chiamata da MRCC o che scopre il mezzo da soccorrere e ha comunicato la presenza di questo mezzo a MRCC e poi chiede assistenza alle navi in zona.

  PAOLO ARRIGONI. Quindi, voi vi muovete, però poi chiedete l'assenso a MRCC?

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Certo. Siamo in costante contatto e coordinamento con l'MRCC per tutte le operazioni che conduciamo.
  C'era ancora una richiesta sul porto base a Malta. Il nostro porto base è Catania. Non abbiamo scali tecnici a Malta.

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Per chiarezza, ci fermiamo a ogni rotazione, che avviene ogni tre settimane, per tre giorni. Per il resto, siamo sempre in navigazione. Soltanto in quei tre giorni ci fermiamo per i rifornimenti e per cose tecniche e siamo a Catania.

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. C'erano ancora domande a cui non è stata fornita risposta. Con riguardo ai rapporti con la Guardia costiera libica, non abbiamo rapporti istituzionali con la Guardia costiera libica.

  PRESIDENTE. Istituzionali. Non avete rapporti, non avete contatti...

  NICOLA STALLA, coordinatore SAR (Search And Rescue) di SOS Méditerranée Italia. Abbiamo effettuato dei salvataggi durante i quali imbarcazioni riportanti la scritta «Guardia costiera libica» erano presenti in zona. Non c'è modo per noi di accertare l'identità di questi mezzi.
  Tengo ad aggiungere una cosa che è stata riportata in numerose audizioni media a proposito del transponder – in realtà, si chiama AIS (Automatic Identification System) – che non è mai stato spento, a bordo dell'Aquarius.
  Tengo a specificare un punto importante su questo. Il segnale AIS, che si può rilevare su Internet, dipende dalla ricezione di questo segnale da parte di una stazione costiera. Quindi, un AIS che comunque continui a trasmettere può non essere ricevuto dalla rete di stazioni costiere e, quindi, non essere rimandato su Internet. La portata dell'AIS è molto variabile a seconda dell'altezza delle antenne e delle condizioni meteorologiche. È un segnale che, in alcuni casi, può essere evanescente per le stazioni costiere, che non lo leggono, ma la nave comunque continua a trasmettere. Penso che questo sia un importante parametro tecnico che deve essere tenuto in considerazione.

  VALERIA CALANDRA, presidente di SOS Méditerranée Italia. Desideravo comunque Pag. 18ringraziarvi per averci ascoltato e anche per le attestazioni di riconoscimento della nostra attività umanitaria, che è ciò che a noi, ovviamente, preme. Grazie.

  PRESIDENTE. Questa – ripeto – non è una Commissione d'inchiesta ma è una Commissione d'indagine conoscitiva, peraltro, come vi avevo anticipato, molto equilibrata e molto bilanciata. Ci sono opinioni divergenti sulle soluzioni, ma non è un'attività di inquisizione. Noi vogliamo ascoltare tutti. Poi ognuno trarrà le sue conclusioni politiche.
  Ringrazio Valeria Calandra, presidente di SOS Méditerranée Italia, Timon Marszalek, direttore generale di SOS Méditerranée Germania, e Nicola Stalla, coordinatore SAR (Search And Rescue). Ringrazio anche le nostre bravissime interpreti, la dottoressa Paola Borrelli e la dottoressa Paula Bruno.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.55.