XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 45 di Giovedì 4 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione di rappresentanti dell'Organizzazione «Migrant Offshore Aid Station» (MOAS).
Ravetto Laura , Presidente ... 3 ,
Ramm-Ericson Christina , Chief of Staff MOAS ... 4 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Ramm-Ericson Christina , Chief of Staff MOAS ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Briffa Benjamin , Chief Financial Officer MOAS ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Orellana Luis Alberto  ... 9 ,
Conti Riccardo  ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Conti Riccardo  ... 10 ,
Frusone Luca (M5S)  ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Frusone Luca (M5S)  ... 11 ,
Arrigoni Paolo  ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Arrigoni Paolo  ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12 ,
Brandolin Giorgio (PD)  ... 12 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 12 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12 ,
Briffa Benjamin , Chief Financial Officer MOAS ... 12 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 12 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 13 ,
Briffa Benjamin , Chief Financial Officer MOAS ... 13 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 13 ,
Briffa Benjamin , Chief Financial Officer MOAS ... 13 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 13 ,
Briffa Benjamin , Chief Financial Officer MOAS ... 13 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 13 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 13 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 14 ,
Ruggier Ian , Plans and Operations MOAS ... 14 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione attraverso il circuito chiuso della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Organizzazione «Migrant Offshore Aid Station» (MOAS).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento alle politiche dei Paesi aderenti relative al controllo delle frontiere esterne e dei confini interni, l'audizione di rappresentanti dell'Organizzazione «Migrant Offshore Aid Station» (MOAS).
  In particolare partecipano a questa audizione Cristina Ramm-Ericson, Chief of Staff MOAS, Benjamin Briffa, Chief Financial Officer MOAS, e Ian Ruggier, Plans and Operations MOAS, che ringrazio per la presenza.
  Il primo tema che vogliamo porvi è relativo a delle dichiarazioni rilasciate in questo Comitato, poi riprese presso altre Commissioni parlamentari, da parte di un Procuratore della Repubblica, il dottor Zuccaro, il quale ha detto che la presenza di alcune ONG (non ha assolutamente generalizzato) a ridosso delle coste libiche rende difficile (per usare un eufemismo) la cattura dei trafficanti di vite umane, perché di fatto i trafficanti non sono più costretti a mandare delle persone sulle navi dei migranti o ad accompagnare le navi dei migranti, e ha anche posto dei dubbi sui possibili contatti tra alcune ONG e addirittura le organizzazioni criminali, così come si è domandato come vengano sostenuti i costi da alcune ONG.
  La prima domanda è quindi relativa alle vostre osservazioni in merito e poi, invece, nel tecnico, vorrei che ci descriveste come operate, nel senso che c'è un grande dibattito sulle modalità del soccorso e soprattutto del trasporto. Quindi vorremmo che ci diceste chi vi chiama o comunque come avvistate le navi, in quale ambito di miglia operate (c'è una discussione su alcune operazioni intervenute entro le 12 miglia dalla costa libica, quindi vi chiediamo se portate avanti operazioni di questo tipo) e chi vi indica i porti di destinazione.
  Sappiamo che secondo il diritto internazionale e le pratiche di soccorso in mare naturalmente il soccorso è doveroso, però poi i soggetti devono essere portati nel porto vicino più sicuro. In Italia sono stati prodotti dei filmati che dimostrano che il porto sicuro più vicino era, ad esempio, un porto della Tunisia e tuttavia i migranti venivano portati sulle coste italiane. Quindi vi chiediamo le vostre osservazioni su questo e, visto che un'organizzazione maltese e visto che Malta è una zona di porto sicuro, vi chiediamo come mai succeda che vengano trasportati in Italia e non vengano accolti da Malta.
  Risulta al Comitato che la vostra organizzazione operi nell'area del Mediterraneo con due unità navali: la Phoenix con bandiera del Belize e la Topaz Responder con bandiera delle isole Marshall. Il Procuratore Pag. 4 Zuccaro ha auspicato perlomeno che le ONG abbiano delle bandiere corrispondenti agli Stati di appartenenza, quindi ci potete spiegare come mai, essendo maltesi, avete due bandiere di due Stati come il Belize e le isole Marshall?
  Vi sarebbero poi due droni di ricognizione usati per pattugliare i mari, il costo dei quali ammonterebbe a circa 400.000 euro. Vi chiediamo quindi di illustrare al Comitato la vostra attività, con particolare riferimento alle rotte seguite, alle modalità di svolgimento degli interventi di soccorso dei migranti ma anche relativamente, se possibile, ai finanziamenti e agli sponsor della vostra organizzazione.
  A questo proposito sappiamo che, oltre a Christopher e Regina Catrambone, i fondatori del MOAS, ci sarebbero anche quali principali sponsor la società Schiebel, l'azienda austriaca che produce i droni di cui la vostra organizzazioni si avvale, la Caritas Germany, la Unique Maritime Group e così via, e che le vostre entrate (queste sono indiscrezioni giornalistiche, quindi chiediamo a voi conferma) ammonterebbero a circa 5.704.000 euro, mentre le spese complessive a 4.396.000 euro, quindi vorremmo chiedervi di fornirci indicazioni su come vi finanziate e su quanto ho appena detto.
  Risulta al Comitato da agenzie stampa (agenzia Omniroma del 29 aprile 2017) che vi sarebbero dei presunti collegamenti tra alcune ONG, tra cui la vostra, e la Croce Rossa italiana. In particolare, da notizie di stampa (Imola Oggi del 30 aprile 2017) si apprende che vi sarebbero delle intercettazioni di comunicazioni tra alcune delle unità navali appartenenti a varie ONG tedesche, maltesi e spagnole, e persone sulla costa libica che stavano facendo partire i gommoni dei migranti.
  Grazie a tali intercettazioni si presupporrebbe che dopo poche miglia di viaggio quei gommoni in piene acque territoriali libiche sarebbero stati intercettati da imbarcazioni delle ONG, che nel frattempo avevano spento i transponder per non essere più localizzabili dalle strutture della Guardia costiera italiana. Questi transponder verrebbero poi successivamente riaccesi una volta salvati i migranti solo in acque internazionali e a quel punto dalle imbarcazioni delle ONG partirebbe la chiamata al sistema MRCC di Roma, il Centro di coordinamento per il salvataggio marittimo, per segnalare un salvataggio imminente che però, se fossero veri questi contatti, se fosse vera l'esistenza di queste intercettazioni, se fosse vero quel che si dice all'interno, in realtà sarebbe già avvenuto. Vi chiediamo se potete informarci anche su questo, perché anche qui sono indiscrezioni giornalistiche.
  Lascio la parola alla dottoressa Ramm-Ericson per la sua relazione, alla quale faranno seguito eventuali domande dei colleghi.

  CHRISTINA RAMM-ERICSON, Chief of Staff MOAS. Grazie, signora presidente, grazie a tutti per averci invitati qui a partecipare a questa audizione e per averci dato l'opportunità di illustrarvi gli obiettivi e le modalità di attività della nostra organizzazione.
  Mi chiamo Christina Ramm-Ericson, responsabile (Chief of Staff) di MOAS; lavoro con questa organizzazione dal dicembre 2015.
  Sono qui oggi per fornirvi un breve quadro della nostra organizzazione e darvi un'idea di come lavoriamo. L'idea di un'organizzazione della società civile che si occupasse di ricerca e soccorso è nata a seguito degli appelli che sono arrivati dal Vaticano e dal Governo italiano dopo la terribile tragedia di Lampedusa del 2013. Papa Francesco fece appello ai singoli affinché usassero le loro risorse e il loro talento per fermare quella che definì «la globalizzazione dell'indifferenza».
  Il Ministro degli interni italiano fece appello anch'egli all'Europa perché contribuisse a prevenire tragedie simili nel futuro ed è in questa situazione che MOAS è stata creata, a seguito di queste richieste di aiuto, come un ponte tra lo Stato e la società civile che potesse essere una risposta umana al fenomeno della migrazione.
  MOAS è stata fondata nel 2014 come ONG registrata e ha lanciato la sua prima missione nell'agosto dello stesso anno, ricorrendo ad una nave, la Phoenix, e ad alcuni droni. Si è trattato della prima organizzazione Pag. 5 della società civile che si occupava di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale con l'obiettivo di ridurre la perdita di vite umane in mare. Quando è stata lanciata MOAS, l'unica altra organizzazione SAR che si occupava di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale era Mare Nostrum.
  Al momento della sua fondazione non esisteva alcun meccanismo istituzionale di finanziamento per il lavoro che facevamo e i fondatori decisero di finanziare completamente la prima missione come progetto pilota. Nel corso di quell'operazione, che è durata 60 giorni, sono state salvate più di 3.000 persone. In conseguenza di ciò, l'ammiraglio Giovanni Pettorino, Comandante della Guardia costiera italiana, ha indirizzato a MOAS una lettera di apprezzamento.
  Facendo seguito a questa prova di concetto, MOAS in quanto ONG ha iniziato a raccogliere fondi attraverso il contributo di singoli individui, fondazioni erogative e sponsor provenienti da tutto il mondo. La missione successiva è stata lanciata il 2 maggio 2015, appena un mese dopo che le Nazioni Unite calcolarono che 800 persone avevano perso la vita in mare. Quell'operazione ha fatto uso degli stessi mezzi di quella dell'anno precedente ed è andata avanti fino a ottobre 2015, questa volta con personale medico e personale post-soccorso (post rescue) forniti da un partner operativo, Medici senza frontiere. Nel corso di questa missione sono state soccorse e assistite 8.581 persone.
  La morte del bimbo Aylan Kurdi nel settembre 2015 ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica e, anche se MOAS all'epoca non operava all'interno dell'Egeo, il sostegno in termini di donazioni che ci è giunto dall'opinione pubblica ha consentito alla nostra organizzazione di noleggiare una seconda unità navale e lanciare la missione nell'Egeo.
  Tra dicembre 2015 e aprile 2016 MOAS ha operato nelle acque nazionali greche in stretta collaborazione con la Guardia costiera ellenica e con personale medico fornito dal Corpo italiano di soccorso dell'ordine di Malta (CISOM), prestando soccorso e assistenza a 1.869 tra bambini, donne e uomini.
  Facendo seguito all'accordo UE-Turchia del marzo 2016, la necessità delle nostre operazioni nell'Egeo è venuta meno, mentre il numero di vittime nel Mediterraneo centrale è cresciuto rapidamente, con ben 400 persone che hanno perso la vita nell'aprile 2016, secondo l'Organizzazione internazionale per la migrazione (OIM) e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). È stata condotta quindi una valutazione delle necessità della comunità di beneficiari e i risultati hanno portato alla decisione in virtù della quale i mezzi di MOAS sono stati assegnati al Mediterraneo centrale nel periodo da giugno a dicembre 2016, nel corso del quale sono state salvate più di 20.000 persone. La missione ci ha visti lavorare in stretta collaborazione con Emergency e la Croce Rossa quali partner operativi.
  Dall'inizio della missione di quest'anno, che è partita il 1° aprile, il team di MOAS ha fornito assistenza a più di 2.000 persone. Nel weekend di Pasqua abbiamo partecipato alla più intensa e delicata serie di soccorsi che abbiamo mai effettuato sinora.
  MOAS conduce le proprie operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale in stretta coordinazione con il Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare (MRCC) di Roma, in piena ottemperanza con le leggi marittime internazionali e gli obblighi in mare.
  Le operazioni di ricerca e soccorso sono condotte in piena cooperazione con le autorità italiane responsabili e competenti, oltre che insieme ad altri attori chiave e ad altre ONG che forniscono i mezzi per le operazioni di ricerca e soccorso. Tutte le informazioni acquisite da MOAS attraverso gli orologi degli equipaggi e i mezzi aerei sono prontamente condivise con le autorità e con il Centro di coordinamento di Roma in ogni momento.

  PRESIDENTE. Scusi, le può chiedere perché dice «competenti»? Perché, per esempio, rispetto a certe miglia nautiche di vicinanza a Malta è competente il Centro di soccorso di Roma e non quello di Malta? Perché dice che è competente Roma?

Pag. 6

  CHRISTINA RAMM-ERICSON, Chief of Staff MOAS. MOAS ha sempre avuto un'ottima relazione di collaborazione con tutti gli attori statali e non statali ed è convinta dell'importanza di un approccio trasparente e collaborativo.
  Quando riceviamo dal Centro MRCC la richiesta di trasferire a nord, verso l'Europa, coloro che abbiamo soccorso, noi di MOAS agiamo sempre in linea con le istruzioni relative ai porti e allo sbarco fornite dallo stesso MRCC.
  Nel corso della nostra esistenza ci siamo sempre affidati a partner operativi per le strutture mediche, che ci hanno fornito personale medico da campo altamente specializzato, a bordo dei nostri mezzi, e ci hanno aiutato a coprire i costi di gestione delle operazioni.
  Dall'inizio delle proprie attività MOAS ha avuto come partner Medici senza frontiere, Emergency e la Croce Rossa italiana, con il sostegno della Croce Rossa Internazionale, e anche CISOM ha fornito i servizi medici a bordo dell'unità navale Responder. Quest'anno abbiamo lanciato operazioni con il nostro team di medici a bordo.
  Dall'inizio della missione umanitaria MOAS ha soccorso e fornito assistenza a più di 35.000 tra bambini, donne e uomini che provenivano da situazioni disperate e pericolose.
  Siamo perfettamente consapevoli del fatto che la ricerca e il soccorso marittimo non siano una soluzione alle sfide complesse legate al fenomeno della migrazione di massa e abbiamo sempre coerentemente sostenuto la necessità di trovare soluzioni alternative. Tuttavia, in quanto organizzazione umanitaria, fintanto che sono a rischio vite umane, sentiamo l'obbligo e la responsabilità di essere presenti, per impedire quelle perdite di vite umane nei limiti delle nostre capacità.
  Noi siamo sempre stati trasparenti, sinceri e cooperativi con le agenzie nazionali e dell'Unione europea, con i media, con la comunità dei nostri donatori. Siamo sempre stati collaborativi in mare, nelle conferenze, nelle sedi internazionali, e abbiamo sempre condiviso tutte le nostre esperienze, le nostre competenze, le nostre informazioni con funzionari e autorità. Siamo pronti a rispondere a qualunque domanda che possiate avere, nella speranza che poi l'attenzione torni su quella che è la crisi in corso di svolgimento e sugli sforzi che devono essere effettuati per trovare soluzioni sostenibili, giuridiche e umanitarie, di cui c'è disperato bisogno.

  PRESIDENTE. Avevo già fatto molte domande, che vi pongo di nuovo, vale a dire: come individuate le imbarcazioni, chi vi chiama e, una volta chiamati, perché voi chiamate Roma e non Malta, perché le vostre navi battono due bandiere di altri Paesi, se entrate entro le 12 miglia dalla costa libica e come effettuate le operazioni di recupero dei migranti; se prendete i migranti a bordo delle vostre navi o se invece restate semplicemente accanto alle imbarcazioni – per esempio l'ONG Sea Eye ci ha detto che loro semplicemente restano nei pressi delle imbarcazioni –, se è vero quello che dicono i nostri giornali che alcune ONG spengono i transponder e vanno vicino alle coste, poi li riaccendono e dichiarano l'emergenza.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Buongiorno, sono Ian Ruggier, responsabile per le operazioni e la pianificazione. Il mio compito oggi è quello di cercare di guidarvi attraverso il processo delle nostre operazioni in mare.
  Voglio iniziare facendo riferimento all'audizione di ieri dell'ammiraglio della Guardia costiera italiana, che ha illustrato in modo molto chiaro il ruolo della Guardia costiera italiana. Il Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare (MRCC) di Roma è de facto l'ente responsabile del coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso nell'area delle operazioni. Come mai sia questa la situazione, probabilmente dovreste chiederlo a loro e non a noi.

  PRESIDENTE. Scusi, voi però siete di Malta, Malta ha porti sicuri, e allora perché Malta non è coinvolta nel search and rescue? Se io fossi cittadino di un Paese non coinvolto nel search and rescue e credessi nel valore del search and rescue, vorrei che Pag. 7il mio Paese partecipasse. E allora la mia domanda a Lei è perché il Suo paese non si sta occupando delle operazioni. Ieri la Guardia Costiera ha detto che quando è inviata a Malta una richiesta di collaborazione, Malta non collabora. Ha dichiarato che MRCC Roma interviene nell'ambito delle operazioni di ricerca e soccorso perché i Paesi come Malta e la Tunisia non collaborano, quindi è giocoforza per la Guardia costiera italiana entrare in gioco.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Io non sono un politico, mi occupo di queste questioni da un punto di vista tecnico, noi collaboriamo con le autorità italiane che riconoscono il nostro contributo alle operazioni e continuiamo la nostra collaborazione.

  PRESIDENTE. Voi chiamate l'MRCC di Roma, perché non chiamate MRCC a Malta? Perché chiamate immediatamente il nostro Centro di Roma?

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Come ho già spiegato, MRCC Roma è il Centro di coordinamento del soccorso, è de facto l'autorità responsabile del coordinamento delle operazioni in mare, si assume la responsabilità nell'area delle operazioni e noi lavoriamo con loro. Questo è quanto avviene dal 2014.

  PRESIDENTE. Ieri l'ammiraglio della Guardia costiera ci ha detto che di fatto è il Centro di coordinamento che viene chiamato per primo a diventare l'autorità responsabile, quindi la responsabilità del centro di Roma non è una responsabilità oggettiva, ma diventa responsabile il Centro di Roma perché è quello che viene chiamato per primo da voi.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Dall'inizio delle nostre attività MOAS dispone di una squadra di professionisti specializzati in attività di ricerca e soccorso con background di tipo diverso. Abbiamo unità navali e mezzi aerei a disposizione. Abbiamo sempre creduto nell'importanza di operazioni congiunte e per questo utilizziamo mezzi aerei e mezzi navali insieme.
  Come ha già detto Christina, abbiamo iniziato con l'unità navale Phoenix e un drone, mentre quest'anno abbiamo iniziato ad utilizzare anche un aereo. Il nostro compito precipuo è pattugliare il mare e siamo sempre a disposizione dell'MRCC di Roma con i nostri mezzi di ricerca e soccorso. Lei ha chiesto come individuiamo le imbarcazioni. Abbiamo due modalità per entrare in azione. La prima è che siamo contattati direttamente da MRCC Roma che ci chiede di procedere verso una determinata posizione e verificare un potenziale contatto. Di solito quindi ci avviciniamo alla posizione, effettuiamo una ricerca iniziale e riferiamo all'MRCC di Roma sugli esiti di quell'attività.
  Noi riferiamo citando il tipo di imbarcazione, lo stato e diciamo cosa possiamo offrire e cosa eventualmente non riusciamo a fare. Nel corso della medesima conversazione ci viene chiesto o di intervenire direttamente o di restare in standby, quindi come unità di supporto, in attesa che subentri un'altra unità navale. Questo dunque è quel che accade quando il contatto è avviato da Roma.
  La seconda modalità di intervento si attiva quando noi stessi rileviamo un contatto nell'ambito delle nostre attività e quindi ne diamo informazione a MRCC. La fase successiva è esattamente identica a quella che ho citato prima, quindi forniamo le informazioni, offriamo una nostra opzione di intervento e loro confermano se possiamo intervenire direttamente o restare di supporto o in standby in attesa di un'altra unità navale.
  Per quanto riguarda le istruzioni relative ai porti di sbarco e all'eventualità di trasferimento delle persone verso nord, si tratta di decisioni assunte dal Centro di coordinamento di Roma, di concerto con il Ministero competente.
  Le nostre due navi, Phoenix e Topaz Responder, sono quelle che definiamo capacity vessels, cioè sono unità navali capaci di trasportare un certo numero di persone, nella fattispecie circa 380 per ciascuna unità navale, quindi accade sempre più spesso Pag. 8che riceviamo l'ordine di recarci a nord per sbarcare persone. Lei ha citato un'altra ONG che ha dichiarato di restare semplicemente di supporto. La decisione di prendere persone a bordo dipende dalle capacità di ciascuna organizzazione. Nel nostro caso, noi possiamo restare di supporto o trasportare le persone verso nord. Questa è una decisione che spetta al Centro di Coordinamento di Roma.
  Per quanto riguarda la gamma delle nostre attività, siamo in grado di svolgere varie tipologie di intervento, che vanno dalla stabilizzazione di un caso per impedire che una certa situazione degeneri, all'imbarco di persone, all'assistenza medica post soccorso, fino allo standby in attesa dell'intervento di qualcun altro. Comunque tutto il team di MOAS e dei partner, che si tratti di Emergency o di altri, ci consente di offrire le capacità necessarie a completare un'attività di ricerca e soccorso, dalla notifica fino al porto di sbarco. Sin dall'inizio delle proprie attività, MOAS ha sempre creduto nell'importanza di un approccio a tutto tondo, per cui facciamo uso di tutti i mezzi a disposizione e agiamo insieme a tutti gli attori coinvolti. Nel 2014, quando siamo partiti con questo progetto pilota, abbiamo presentato il nostro approccio in Italia a diversi soggetti per spiegare cosa intendevamo fare. Il progetto non ha mai trovato opposizione da parte di alcuno, è sempre stato appoggiato. Le nostre attività nel 2014 si sono rivelate una soluzione temporanea alla questione della migrazione. Come ha detto Christina, siamo stati lodati per questa iniziativa sia sul piano operativo, sia sul piano umanitario.

  PRESIDENTE. Cortesemente se può chiedergli se respingono quindi con fermezza l'accusa di contatti con i trafficanti o comunque con organizzazioni dalle coste libiche, come operano nelle 12 miglia, cioè se vanno entro le 12 miglia o no, e la questione delle bandiere che ancora non ho capito.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Risponderò a queste domande al termine del mio intervento. Riteniamo fondamentale anche la cooperazione ad ogni livello, a livello operativo, con tutte le autorità e tutti i soggetti che sono in grado di fornirci sostegno, e a livello strategico. Il nostro lavoro insieme ad altri soggetti è stata una parte fondamentale delle nostre attività e questo è strettamente legato alla nostra trasparenza. La nostra idea di operazioni è sempre stata condivisa con le autorità competenti, che sanno sempre dove siamo, cosa facciamo e quali sono i nostri obiettivi.
  Per quanto riguarda una delle Sue prime domande, vale a dire se svolgiamo operazioni di soccorso all'interno delle acque territoriali libiche, rispondo che sì, abbiamo svolto operazioni di soccorso in acque territoriali libiche su incarico del Centro MRCC di Roma. Di prassi riceviamo a bordo delle nostre imbarcazioni una telefonata con la quale ci viene fornita una posizione. A volte risulta chiaramente che la posizione è in acque territoriali libiche, altre volte la posizione viene tracciata e risulta essere apparentemente all'interno di acque territoriali. In entrambi i casi, sia che ci venga detto esplicitamente dal Centro MRCC di Roma, sia che lo scopriamo da soli dopo aver tracciato una rotta, allora confermiamo che l'incarico è corretto, ovvero che MRCC ci incarica di entrare in acque territoriali libiche per intervenire, e chiediamo se MRCC abbia contattato la controparte libica. Facciamo questo per assicurare che le nostre attività in acque territoriali libiche siano note alle autorità interessate e che ci sia il via libera da parte delle autorità libiche. Quindi la risposta è sì, ci sono stati interventi di questo tipo da parte nostra, che non sono stati avviati da noi in maniera indipendente, ma su disposizione del Centro MRCC di Roma.

  PRESIDENTE. Ha confermato esplicitamente che sono state fatte delle operazioni di search and rescue dentro le 12 miglia libiche su indicazione di MRCC Roma, autorizzate dall'autorità libica.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Per quanto riguarda la domanda sulle bandiere, quando abbiamo bisogno di Pag. 9unità navali ci rivolgiamo al mercato per individuare le unità più adatte alle nostre esigenze, e sono i noleggiatori o gli armatori che decidono la bandiera delle loro flotte. Nel caso di Topaz Responder la maggior parte della flotta è registrata alle Isole Marshall, mentre la Phoenix è registrata nel Belize.
  Quello che noi guardiamo non è tanto la bandiera di un'imbarcazione quanto la capacità di base. Per noi Topaz Responder era un modello di imbarcazione adatto per situazioni di emergenza e recupero, con una grande capacità di bordo. Nel caso della Phoenix, ci premeva molto avere un'imbarcazione che ci consentisse di mantenere anche una capacità aerea. La Phoenix era equipaggiata con un ponte di volo, è una nave molto stabile e quindi è apparsa molto adatta allo scopo.

  PRESIDENTE. Grazie, è stato veramente preciso. Non so se il dottor Briffa voglia aggiungere qualcosa sui costi, anche se la dottoressa Ramm-Ericson già ci ha risposto...

  BENJAMIN BRIFFA, Chief Financial Officer MOAS. Come è già stato detto dalla collega Christina Ramm-Ericson, l'operazione che è stata la prova del concetto nel 2014 è stata completamente finanziata dai nostri fondatori; a partire dal 2015 MOAS fa affidamento su donazioni private per poter operare. Le fonti di finanziamento sono varie: esse includono primariamente donazioni su piccola scala, singoli legati alla rete, i nostri partner nelle attività di post-rescue, aziende, sovvenzioni istituzionali, campagne di crowdfunding, fondazioni erogative.
  Tra il 2015 e il 2016 le nostre entrate complessive sono rimaste tra i 5,5 e i 6 milioni di euro, anche se è cambiata la natura dei fondi che abbiamo raccolto. I 3,2 milioni dei fondi raccolti nel 2015 erano costituiti da donazioni su piccola scala, mentre nel 2016 sono stati raccolti soltanto 1,5 milioni di euro di quelle donazioni.
  Questo spostamento è dovuto in gran parte all'enorme sostegno che abbiamo ricevuto dall'opinione pubblica a seguito della tragica morte del piccolo Aylan Kurdi, che ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale. Durante il mese successivo al tragico evento del settembre 2015 abbiamo raccolto complessivamente 2,1 milioni di euro di donazioni, che hanno rappresentato il 67 per cento delle donazioni su piccola scala per quell'anno.
  I nostri bilanci sono sottoposti a revisione da parte della PricewaterhouseCoopers, società che fa parte delle cosiddette «Big Four», vale a dire le quattro aziende di revisione più grandi del mondo. I bilanci, insieme a un rapporto degli Amministratori, saranno disponibili sul nostro sito una volta ultimati. I bilanci 2016, rivisti, dovrebbero essere ultimati nelle prossime settimane. Per coloro che non hanno visto i nostri bilanci posso dire che le nostre spese includono il noleggio dei mezzi navali e aerei, carburante, personale, equipaggi, telecomunicazioni, spese di viaggio, che includono le rotazioni degli equipaggi che si spostano in mare per lavorare a bordo delle navi, attività di PR e marketing e altre spese amministrative. Dal 2014 facciamo uso di droni, vista la loro comprovata utilità nelle operazioni marittime. L'ultima volta che ne abbiamo fatto uso è stato nel settembre 2016. Il costo di gestione di tali mezzi aerei è giustificato dall'alto numero di avvistamenti che essi hanno consentito.
  Nel 2016 abbiamo speso per i droni in totale 1 milione di euro. Nel 2016 sono state circa 69 le imbarcazioni in difficoltà avvistate grazie ai droni. Calcolando una media a bordo di circa 200 persone, i droni hanno reso possibile l'avvistamento di circa 14.000 migranti, che vuol dire una spesa di meno di 75 euro per ciascun migrante avvistato.

  PRESIDENTE. Lascio quindi la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Grazie, presidente. Ringrazio gli auditi per tutte le informazioni che in parte già rispondono ad alcune domande, però vorrei tornare sulle partnership citate con la Croce Rossa, con Emergency e anche il Comitato internazionale Pag. 10 della Croce Rossa. Vorrei sapere se si tratti di collaborazioni ancora in corso, perché ho letto da notizie di stampa che forse con Emergency è stata sospesa.
  Una domanda più specifica sulla collaborazione che sostenete di avere con le autorità competenti: accettereste, per fini investigativi, la polizia italiana a bordo, per esempio per recuperare i telefoni satellitari?
  Ho visto che la vostra parte finanziaria è disponibile sul vostro sito, cosa che ho apprezzato molto, anche se riferita al 2015 quindi non posso commentare sul 2016, e si indicano i 5,7 milioni come è stato detto, però c'è anche la voce Charter che ammonta a 1.865.000 euro. Vorrei capire se questo corrisponda al noleggio di una nave, se si tratta di una o due navi, perché voi ne avete due, però non so se nel 2015 era una sola nave.
  Vorrei sapere anche se siate disponibili a fornirci l'elenco dei donatori, magari solo di quelli più rilevanti, oltre una certa soglia, per garantire maggiore trasparenza ed evitare eventuali ipotesi fallaci.

  RICCARDO CONTI. Grazie, presidente. Io sono abbastanza vecchio da poter dire sempre la verità, quindi ribadirò qui quello che ho già detto in altra sede, cioè in Senato: stiamo celebrando un grande rito di ipocrisia, nel quale non si capisce bene il confine delle responsabilità tra Parlamento, Governo, intelligence, società civile, e non si capisce bene se la magistratura agisca su precise notizie di reato, lasciando ad altri, cioè a Parlamento, Governo, intelligence, società civile e altre agenzie dedicate allo scopo, valutazioni di altro genere.
  In secondo luogo, esprimo rammarico per il fatto che stiamo facendo un doppione tra Schengen e Commissione Difesa del Senato, mentre avremmo dovuto metterci insieme e fare un unico lavoro, che sarebbe stato molto più serio...

  PRESIDENTE. Purtroppo con due organismi diversi non si può, altrimenti l'avrei fatto volentieri. Tra l'altro, noi siamo il Comitato bicamerale dove ci sono anche i senatori, quindi sono d'accordo con lei, però purtroppo non si può fare insieme. Noi abbiamo iniziato prima e abbiamo anche i senatori all'interno.
  Prego, onorevole Conti.

  RICCARDO CONTI. Io guardo con molto rispetto e molta prudenza alle ONG, non ho pregiudizio rispetto alle ONG, anzi appartengo a una cultura politica che vede bene il fatto che vicino allo Stato e alle cose pubbliche ci sia anche il privato che si impegna nell'istruzione, nell'assistenza e in questo caso nelle emergenze umanitarie. Naturalmente bisogna chiarire alcune cose, ma queste – ripeto – devono essere chiarite senza alcuna ipocrisia.
  La domanda che mi permetto di fare è una piccolissima domanda, è tra le cento che potrei fare ma non siamo una Commissione di inchiesta, quindi alcune sarebbero inutili. Vorrei sapere da voi se tra le ONG ci siano rapporti costanti di collaborazione ovvero se ci siano stati rapporti all'inizio di ogni singola collaborazione. La ringrazio.

  LUCA FRUSONE. Grazie, presidente. Vi ringrazio di essere qui oggi. Tante domande sono state già fatte, quindi aggiungo, più che una domanda, una riflessione, perché tra i dati che abbiamo avuto ieri dalla Guardia costiera c'è un dato che non ha ancora preso banco nel discorso delle ONG, perché, se c'è un fatto chiaro, è che le ONG stanno salvando vite umane nel Mediterraneo, e purtroppo a volte lo dimentichiamo.
  Dall'altra parte, però, c'è anche chi non ha mosso a MOAS un'accusa, perché non c'è nulla di illegale, però le ha dato la responsabilità di produrre un altro fatto (MOAS come le altre ONG), perché ieri la Guardia costiera ha evidenziato il cambiamento, lo shifting fra i salvataggi fatti negli anni passati dai mercantili che si trovano nel Mediterraneo (inizialmente era una parte molto grande rispetto agli interventi fatti dalle ONG nel 2013-2014, per le quali si parlava di uno 0,8 per cento), mentre oggi al contrario un alto numero di operazioni viene effettuato dalle ONG e i mercantili non hanno più il problema di dover soccorrere in mare i migranti, anche perché Pag. 11c'è stato uno schiacciamento verso le coste libiche dell'area in cui avvengono tutti i salvataggi.
  Uno degli effetti che le ONG stanno producendo (come dicevo, non c'è nulla di illegale in tutto questo) è quello di rendere di nuovo fruibili in maniera completa le rotte commerciali. Qui (non credo che voi siate in grado di rispondere a questo, però vi aggiorno sul dibattito italiano sulla questione delle ONG) c'è anche chi ha parlato di una sorta di beneficio per alcune aziende che utilizzano le rotte commerciali del Mediterraneo, tra cui anche alcune società collegate al Presidente Catrambone e a sua moglie.
  Questo dibattito che nascerà anche in Italia verte sul fatto che le ONG in un certo senso hanno contribuito a rendere più agevole il traffico commerciale. Come dicevo, non c'è nulla di male...

  PRESIDENTE. Il pull factor...

  LUCA FRUSONE. No, non è pull factor sui migranti, è un'agevolazione delle rotte commerciali che comporta anche un risparmio per queste società, alcune delle quali potrebbero essere riconducibili al MOAS.

  PAOLO ARRIGONI. Grazie, presidente. Parto da una premessa, a cui seguiranno diverse domande.
  Lei, dottoressa Ramm-Ericson, ha detto che nell'attività di MOAS avete soccorso 35.000 migranti, definendoli provenienti da situazioni disperate e pericolose. Io volevo sottolineare sommessamente che alla fine le statistiche dicono che solo il 20 per cento di coloro che chiedono asilo, che sono una minima parte di quelli che vengono sbarcati in Italia, ottiene la protezione internazionale. Questo giusto per ristabilire le cose come stanno.
  Anche prendendo spunto da quello che ha detto lei, MOAS è sempre stato trasparente, in ordine alla trasparenza le chiedo chi siano i proprietari di MOAS, se solo i coniugi Catrambone o anche altri soggetti, quali siano le persone nel board di MOAS, se tra queste persone ci sia anche lei, Ian Ruggier, se lei sia un ex ufficiale dell'Esercito o della Marina maltese e se in quella funzione si sia occupato della gestione del problema dell'immigrazione del suo Paese.
  Sui bilanci e sui finanziamenti chiedo anch'io di avere a disposizione come Comitato i bilanci dell'ultimo triennio. Sui finanziamenti mi aggrego alla domanda fatta dal collega Orellana, chiediamo di avere l'elenco dei finanziatori, ovviamente quelli di un certo rilievo. Vorrei sapere anche quali soggetti istituzionali vi abbiano dato delle sovvenzioni e se tra i finanziatori sia ricompresa anche la Avaaz.
  Si è parlato di gamma di attività del MOAS. Chiedo precisamente se come soggetto privato facciate attività di intelligence al servizio di Governi di Paesi stranieri europei e non solo.
  Sul vostro sito internet c'è scritto che il team di MOAS è composto da professionisti internazionali nel settore umanitario della sicurezza, da personale medico e da esperti ufficiali della Marina. A quale Marina vi riferite?
  Sempre in ordine alla trasparenza, vi volevo chiedere di poter disporre come Comitato dell'elenco del personale di bordo delle imbarcazioni e il nome del responsabile della sicurezza di bordo e della MOAS. Sulla capacità di trasporto è stato specificato 380 persone. Questo è relativo ad entrambe le imbarcazioni o ad una sola? Le sarei grato se ci potesse specificare questa cosa.
  Vorrei sapere in termini assoluti e in termini percentuali (suddiviso possibilmente nel triennio) quante operazioni abbiate fatto su input di MRCC Roma e quante invece su vostra iniziativa.
  Avete parlato della disponibilità dei droni e di 69 operazioni che nello scorso anno hanno portato in salvo circa 2.000 persone ciascuna. In questo caso, visto che l'avvistamento è partito da voi, dalle vostre imbarcazioni, avete chiamato MRCC Malta?

  PRESIDENTE. L'ha detto prima: chiamano Roma, quindi responsabilizzano Roma.

  PAOLO ARRIGONI. Sì, ma lo richiedo. Ultima domanda (mi scuso con i colleghi): Pag. 12nelle operazioni che avete fatto in acque libiche su disposizione di MRCC Roma, siccome avete fatto delle operazioni SAR nelle acque territoriali libiche, le persone che avete portato a bordo le avete portate in Libia o le avete portate...? Perché questo è un passaggio importante.

  PRESIDENTE. Sì, ma temo sia stato chiarito, nel senso che le portano da noi perché la Tunisia non... Prego, Vicepresidente Brandolin.

  GIORGIO BRANDOLIN. Sì, la mia prima domanda era proprio questa, capire le percentuali di quali sono gli interventi vostri precisi e quali su indicazione di MRCC, perché la prima ONG che abbiamo audito ha dichiarato un 50 e 50 per cento.
  Nel caso in cui siate gli attori principali che hanno individuato il problema, come lo individuate, con i droni, a vista? Qui c'è anche il problema delle eventuali telefonate, delle richieste di aiuto che ricevete: arrivano da queste imbarcazioni o arrivano direttamente dalla Libia? Se questo è vero, con chi avete queste comunicazioni?
  Mi sono appuntato che fino ad oggi avete fatto 5 missioni e interventi di 3, 4 o 5 mesi, questa è la quinta missione che è partita il 1 aprile di quest'anno. Per quanto tempo durerà (presumo in funzione dei vostri finanziamenti)? Questa durata è coordinata con l'MRCC o con le altre ONG o è indipendente da questo coordinamento e dipende soltanto dalle vostre capacità e dalla vostra volontà? Grazie.

  PRESIDENTE. Perfetto, passiamo alla traduzione. Grazie.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Forse è meglio rispondere a un gruppo di domande per volta.

  PRESIDENTE. Va bene.

  BENJAMIN BRIFFA, Chief Financial Officer MOAS. Per quanto riguarda i nostri partner, gli accordi che avevamo con i nostri partner di assistenza post-soccorso sono tutti giunti al termine quindi al momento non ne abbiamo nessuno in piedi. Per quanto riguarda la tariffa relativa al noleggio, era relativa primariamente al noleggio di una unità navale; siamo partiti con il noleggio del Responder verso la fine del 2015.
  Per quanto riguarda la lista dei donatori non ho problemi, ma sono tenuto a rispettare la normativa sulla protezione della privacy dei dati, quindi devo essere esplicitamente autorizzato dai donatori.

  PRESIDENTE. Se riesce a ottenere questa autorizzazione per la privacy da qualche major donor, ce lo può far sapere in seguito.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Per quanto riguarda la nostra collaborazione con le autorità di polizia, al termine di ogni missione stiliamo un rapporto, in cui sono specificate tutte le attività che sono state condotte. Indichiamo l'ora della chiamata che abbiamo ricevuto o dell'avvistamento che è stato effettuato, a seconda della modalità di inizio della nostra attività.
  Dopodiché è elencata la sequenza di tutti gli eventi in termini di tempo, ora, località, posizione geografica, immagini che noi riusciamo ad acquisire dalle navi o dai nostri mezzi aerei. Siamo a disposizione di chiunque voglia salire a bordo, l'abbiamo già fatto con Frontex, con la polizia di frontiera, con le autorità sanitarie, vale a dire con quelle che sono le autorità principali per i casi che trattiamo. Siamo sempre pronti a mettere a disposizione tutti i dati che raccogliamo, anche le immagini, sia catturate dai mezzi aerei sia raccolte dalle navi.
  Riteniamo che la nostra attività vada anche oltre la necessità immediata di salvare vite e ci rendiamo conto della responsabilità delle autorità di polizia di esercitare l'azione penale, quindi mettiamo sempre a disposizione delle autorità competenti qualunque dato ci venga richiesto. Bisogna però anche ricordare che noi siamo una ONG indipendente e per questo, pur volendo collaborare con tutti, anche con uno Stato o un'autorità in particolare, vogliamo mantenere la nostra indipendenza.

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  PRESIDENTE. Ha ribadito ed è rimasto a verbale quello a cui hanno già risposto, ossia che quando vanno in acque libiche hanno l'autorizzazione della Libia, avvertono MRCC Roma e si coordinano con loro. Hanno precisato anche prima che li portano nei porti italiani sotto l'indicazione di MRCC Roma.

  BENJAMIN BRIFFA, Chief Financial Officer MOAS. Gli unici fondatori della nostra organizzazione sono Christopher e Regina Catrambone, non c'è nessun altro, mentre sulla lista dei donatori ho già risposto prima. Le sovvenzioni istituzionali ci sono arrivate in ragione di 230.000 euro da parte di un'istituzione europea.
  L'organizzazione ha un Consiglio Direttivo, che si riunisce ogni tre mesi a Malta, ha una composizione su base volontaria ed è composto da membri indipendenti con background di tutto rispetto.
  A proposito della domanda sui benefici per le navi mercantili, credo che i migliori interlocutori a cui rivolgere la domanda siano i proprietari della società, ma sono quasi sicuro che non vi siano benefici particolari.

  PRESIDENTE. Questo però cosa significa, che noi possiamo audire i proprietari della società o che loro ci possono far avere la risposta dei proprietari della società?

  BENJAMIN BRIFFA, Chief Financial Officer MOAS. Non dispongo di informazioni sufficienti per rispondere alla domanda sulle rotte dei mercantili. Credo che sia più opportuno contattare, anche per email, i soggetti interessati.

  PRESIDENTE. Ha citato un soggetto istituzionale europeo che ha sovvenzionato le attività di MOAS per 230.000 euro, quindi le saremmo grati se potesse avere almeno l'autorizzazione di questo soggetto perché, se lei dice che è istituzionale, non riesco a capire dove sia il problema della privacy.

  BENJAMIN BRIFFA, Chief Financial Officer MOAS. Anche in questo caso, non dispongo di informazioni sufficienti per rispondere. Forse all'epoca ci sarà stato un comunicato stampa. Si tratta di un'istituzione europea con base locale, non un'istituzione dell'UE.
  Per quanto riguarda i nostri documenti finanziari, vi forniremo il nostro bilancio del 2014. Quello del 2016 sarà pronto tra qualche settimana, perché è in fase di revisione.
  Se ci sono altre domande alle quali non ho risposto, fatemi sapere.

  PRESIDENTE. Per favore, quando manderete i documenti, specificate se siamo o no autorizzati ad allegarli al verbale e quali invece rimarranno in uso di distribuzione ai commissari, perché non vogliamo pubblicare nulla che non siamo autorizzati a pubblicare.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Come sapete, mi occupo della pianificazione e della conduzione delle operazioni all'interno di MOAS; ho un capo, che è il Direttore delle operazioni, e gli sono di supporto. In questo momento è in mare a bordo della nostra nave.
  Per quanto riguarda la domanda in merito alle attività di intelligence, non ne svolgo alcuna per nessun Governo e soggetto.
  In relazione alle nostre capacità mediche, ci affidiamo al contributo di medici professionisti qualificati in linea con gli standard internazionali, spesso provenienti da varie ONG, quali Emergency, Croce Rossa o la Federazione internazionale della Croce Rossa di ogni Stato membro. Quest'anno abbiamo intrapreso un percorso diverso e collaboriamo con un soggetto che ci fornisce personale medico.
  Gli equipaggi fanno parte del contratto di noleggio; abbiamo sostenuto ispezioni di vario genere, che abbiamo superato a pieni voti. Questo dimostra la qualità dei nostri equipaggi.
  Per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso, abbiamo con noi specialisti del settore, che hanno alle spalle anni di esperienza in questo settore; alcuni provengono da Malta, altri da altri Paesi, come l'Italia. Ci avete chiesto se abbiamo qualcuno che proviene dalla Marina e la Pag. 14risposta è sì; alcuni provengono dalla Marina di Malta, altri dalla Marina italiana.

  PRESIDENTE. Era stato chiesto anche se il dottor Ruggier sia un ex ufficiale della marina maltese e io rinnovo la mia domanda: possono per cortesia smentire che ci siano contatti con persone in Libia relativamente al traffico? Questa è la polemica in atto.

  IAN RUGGIER, Plans and Operations MOAS. Sì, è vero, sono un ex militare, ma ho lavorato nell'Esercito di Malta, non nella Marina, poi ad un certo punto sono passato alle operazioni navali. Ho lavorato per 26 anni e mezzo come militare, poi ho deciso di andare in pensione e ho iniziato la mia attività nel settore civile con MOAS.
  Nego categoricamente qualunque forma di contatto con le reti di trafficanti o di persone coinvolte in questo genere di attività sul campo. Non abbiamo mai avuto contatti diretti con questo genere di persone né a bordo delle imbarcazioni né sul campo.

  PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti di MOAS per aver risposto al fuoco di fila dei bravissimi commissari del Comitato Schengen, mi scuso con loro se molti commissari sono dovuti andar via, ma c'è la coincidenza delle Aule di Senato e Camera. Desidero ringraziare inoltre la dottoressa Borrelli, interprete della Camera, per la sua preziosa collaborazione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.10.

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