XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 42 di Mercoledì 12 aprile 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione del presidente dell'Organizzazione «Sea-Eye», Michael Buschheuer.
Ravetto Laura , Presidente ... 3 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye ... 4 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 5 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 5 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 6 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 6 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 7 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 7 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Mazzoni Riccardo  ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Mazzoni Riccardo  ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Mazzoni Riccardo  ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Mazzoni Riccardo  ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 8 ,
Orellana Luis Alberto  ... 8 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Arrigoni Paolo  ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 9 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 9 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 10 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 10 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 10 ,
Mazzoni Riccardo  ... 11 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Arrigoni Paolo  ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Buschheuer Michael , presidente dell'Organizzazione «Sea Eye» ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 11 ,
Arrigoni Paolo  ... 11 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12 ,
Arrigoni Paolo  ... 12 ,
Ravetto Laura , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sul canale web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente dell'Organizzazione «Sea-Eye», Michael Buschheuer.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'ONG Sea-Eye, Michael Buschheuer, nell'ambito della nostra indagine conoscitiva sui flussi migratori, in particolare relativamente al dibattito in Italia sul ruolo delle ONG.
  La ringraziamo per essere qui con noi oggi.
  Il Comitato vigila sull'attuazione dell'accordo di Schengen, sull'attività di Europol e sulle dinamiche migratorie.
  Il Comitato sta svolgendo una serie di audizioni, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento alle politiche dei Paesi aderenti relative al controllo delle frontiere esterne e dei confini interni.
  Risulta al Comitato che lei abbia avviato un'attività di soccorso di migranti nel mar Mediterraneo, a partire dall'autunno 2015, con altre 200 persone di Regensburg (Germania). Risulta altresì al Comitato, anche da notizie di stampa (La Stampa del 15 marzo 2017), che l'ONG Sea-Eye sia proprietaria dell'unità navale omonima Sea-Eye, un peschereccio di circa sessant'anni già denominato Sternhai, utilizzato per la pesca nel mar Baltico e nei mari del Nord e riequipaggiato allo scopo di essere utilizzato nelle missioni di salvataggio in mare. Secondo quanto si apprende dal vostro sito internet, il peschereccio è salpato per la prima volta dal porto di Licata il 20 aprile 2016.
  Risulta ancora al Comitato che un'altra unità navale, la Seefuchs, anch'essa già impiegata come peschereccio, sia stata acquistata dalla vostra organizzazione nel mese scorso, per essere impiegata dal prossimo mese di maggio nella medesima attività di salvataggio.
  Il primo tema che vorremmo affrontare con lei riguarda le ipotesi paventate da alcuni dibattiti e da alcune indiscrezioni, di cui bisogna verificare la veridicità, circa un possibile aiuto, ancorché involontario, di alcune Organizzazioni non governative con trafficanti di migranti.
  Si tratta di accuse che sarebbero state prospettate già in due rapporti interni di Frontex, l'ex agenzia delle frontiere esterne recentemente trasformata nella nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.
  In uno dei rapporti, si leggerebbe che i migranti irregolari in arrivo dal Nord Africa avrebbero ricevuto chiare indicazioni, prima della partenza, sulla direzione precisa da seguire per raggiungere le imbarcazioni delle ONG.
  Più recentemente, in un filmato trasmesso su internet e ripreso in una trasmissione televisiva italiana, Striscia la notizia, il blogger Luca Donadel avrebbe tracciato la rotta delle navi della Guardia costiera italiana e di Organizzazioni non Pag. 4governative in transito dalla Sicilia alla Libia per soccorrere i migranti, notando, a suo dire, alcune anomalie come da ultimo riportato dalla stampa (MeridioNews del 16 marzo 2017).
  Secondo questa ricostruzione, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, le persone salvate in acque internazionali avrebbero dovuto essere portate nel porto più sicuro e più vicino, quindi, nei casi presi in esami dal videoblogger, le navi avrebbero dovuto dirigersi verso Zarzis in Tunisia, che dista 90 miglia nautiche dal punto in cui sarebbero stati recuperati i migranti, che, invece, sarebbero stati portati in Sicilia, a 250 miglia nautiche, superando anche Malta, distante dal punto esaminato 180 miglia.
  La vostra Organizzazione ha sempre escluso ogni attività illecita e ha sempre dichiarato di operare nel rispetto delle acque territoriali libiche in stretta collaborazione con la Marina militare e la Guardia costiera italiana, almeno per quanto ci risulta da un articolo di La Stampa del 15 marzo 2017.
  Le chiediamo, quindi, di illustrare al Comitato l'attività della sua ONG, con specifico riferimento alla rotta seguita dall'unità navale Sea-Eye di vostra proprietà e all'ipotesi in cui il soccorso-trasporto sia avvenuto con approdo su coste italiane e su coste non italiane.
  Risulta in particolare al Comitato, anche da notizie stampa della Deutsche Welle riportate da Africa ExPress il 13 settembre 2016, che il 9 settembre 2016 un vostro motoscafo modello Speedy sia stato sequestrato dalla Guardia costiera libica e che due persone dell'equipaggio siano state tratte in arresto. Le chiediamo dettagli, quindi, sia su questo episodio sia sulle rotte sia sulle ipotesi paventate sul rispetto o meno delle regole internazionali sul porto più sicuro, ma anche sul problema tra l'approdo a Zarzis piuttosto che sulle coste italiane.
  Le ricordo che questa seduta è pubblica, il che significa che siamo in registrazione pubblica e che ci ascoltano le agenzie, quindi anche le televisioni, per cui, se lei avesse necessità di dire qualcosa che non vuole sia diffuso pubblicamente, può dirlo e secretiamo la seduta, cioè chiudiamo la pubblicità della seduta e la riapriamo quando lo dirà lei.
  Le chiederei di parlare per quanto ritiene. Indicativamente, di solito, i relatori parlano 30 minuti e poi lasciamo spazio ai colleghi per le domande, tenuto conto che dovremmo chiudere entro le nove e mezza.
  La ringrazio e le cedo la parola.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Sono Michael Buschheuer, ho 40 anni e sono nato nella Germania meridionale. Ho sei fratelli, sono cristiano e sono un artigiano, quindi non ho nessun legame con l'attività marittima nella mia formazione.
  La Sea-Eye è stata fondata solo per ragioni umanitarie.
  Ho portato del materiale informativo, se questo vi interessa, anche se ho capito che già avete molte informazioni; avete detto cose giustissime.
  All'inizio, eravamo solo sette persone, tra loro amici e parenti, ma adesso siamo arrivati a 200 persone.
  È vero che quello di cui avete parlato è un nostro peschereccio. Noi agiamo nelle acque internazionali per salvare migranti in pericolo. Tuttavia, non abbiamo la minima intenzione di aiutare i trafficanti e non ci piace affatto quello che stanno facendo rispetto ai flussi migratori.
  La nostra Organizzazione è nata quando è stata abolita l'operazione «Mare Nostrum» e il secondo nome del nostro peschereccio Seefuchs è appunto «Mare Nostrum».
  Collaboriamo con l'MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma e facciamo riferimento a loro. Abbiamo anche scritto, il 10 marzo, all'MRCC di Roma, alle Forze militari e anche a Frontex, di informarci subito e direttamente se dovessimo essere accusati di qualcosa, quindi, se dovremo adeguare il nostro modus operandi, lo faremo volentieri, perché non vogliamo aiutare le violazioni di frontiera né fare il gioco dei trafficanti.
  Per adesso, non abbiamo avuto nessuna risposta né dalla MRCC di Roma né dalla Pag. 5missione Sophia né dal signor Leggeri di Frontex.
  Noi, quando abbiamo scritto all'MRCC di Roma, abbiamo detto esattamente quali sono le nostre regole operative. Abbiamo avuto esperienze negative con le Forze libiche, quindi ci teniamo il più lontano possibile dalle acque libiche, ma naturalmente ci adeguiamo sempre alle situazioni che si presentano. Per dirlo in parole semplici: il nostro equipaggio ha istruzioni di pernottare ad almeno 36 miglia marine di distanza dalle coste libiche e, di giorno, di pattugliare nell'arco di 30-36 miglia dalle coste libiche.

  PRESIDENTE. Posso farle una domanda? Vorrei una precisazione su questa comunicazione. A chi è stato comunicato, tra le Forze armate o le autorità operanti, di segnalare qualche potenziale violazione, se ce ne fossero?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». All'MRCC di Roma.

  PRESIDENTE. Le chiedo se può dirlo, anche se poi analizzeremo le lettere...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Abbiamo scritto alla MRCC di Roma, alla missione Sophia e al signor Leggeri di Frontex e le lettere sono a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Di solito, pattugliamo in un arco appunto di 30-36 miglia dalle coste e, se c'è un'attività molto intensa in corso, possiamo anche avvicinarci a 24 miglia dalle coste libiche.
  La nostra Organizzazione, in casi estremi, si è avvicinata fino a 13 miglia dalle coste libiche, ma questo è stato possibile solo in accordo con la MRCC di Roma e solo se si trattava concretamente di cercare di salvare delle persone che sapevamo essere in quella posizione e in pericolo.
  Abbiamo autorizzato i nostri comandanti, in caso di navi che stanno affondando, di oltrepassare anche questo limite ma, sempre ed esclusivamente, se tutti a bordo sono d'accordo all'unanimità, perché sappiamo quale rischio si correrebbe entrando nelle acque territoriali della Libia e sappiamo che tutti hanno timori per quanto concerne il pull factor e per tutte le complicazioni che possono avvenire a livello internazionale.
  Fino a oggi, non abbiamo fatto trasporti verso l'Italia né siamo andati in altri porti. Il nostro compito è quello di assistere le persone in casi di grave emergenza ...

  PRESIDENTE. Non avete portato nessuno sulle nostre coste?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». No.

  PRESIDENTE. E dove li portate?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Li assistiamo solo sul posto e diamo loro salvagenti, acqua, protezione solare ...

  PRESIDENTE. Da quanto capisco, li assistete sulle vostre navi. Dopodiché, a chi li lasciate?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». No, se è possibile, li assistiamo solo sulle loro imbarcazioni. Tuttavia, se queste sono in cattive condizioni, cerchiamo di fare delle isole flottanti per aiutarli e far sì che possano ancora utilizzare le loro navi.
  Pensiamo di non essere attrezzati tecnicamente per portare le persone in un altro posto nell'arco di 30 ore.

  PRESIDENTE. Voglio capire, da voi che assistete e create delle isole flottanti, per cosa li segnalate ad altre navi e se vengono altre navi a prenderli. Che cosa succede poi materialmente?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Comunichiamo Pag. 6 esclusivamente con la MRCC di Roma e informalmente anche con le altre forze di salvataggio ma, per quanto riguarda le operazioni di ricerca e salvataggio, parliamo esclusivamente con la MRCC di Roma. Per alcune operazioni viene individuato un on-scene coordinator , un coordinatore in loco, e, una volta individuato ufficialmente, lo comunichiamo all'MRCC di Roma e poi ci coordiniamo.
  Ho qui alcune foto del nostro lavoro, che posso mostrarvi, così forse il concetto si capisce meglio.

  PRESIDENTE. No, ho capito.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Non pensiamo che sia sbagliato portare persone in Italia, ma noi siamo nella situazione di non poterli portare da nessuna parte perché la nostra nave è troppo piccola. Se lo potessimo fare, li porteremmo anche in Africa, in Francia, in Spagna e in ogni Paese disposto ad accoglierli.

  PRESIDENTE. Ci sono altre navi, invece loro comunicano direttamente con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano, a quanto capisco, e solo con questo, nonostante ci siano altre navi in acque internazionali?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Sì, è vero che comunichiamo solo con loro, anche se non è sempre facile la comunicazione quando si sta salvando in mare qualcuno in pericolo. L'MRCC Roma è il nostro riferimento.
  Per noi sarebbero pensabili anche altri porti di destinazione e l'unico presupposto è che questi siano dei posti in grado di garantire protezione ai migranti.
  Per quanto riguarda la Libia, non riteniamo che in questo momento quello sia un posto sicuro.

  PRESIDENTE. La Tunisia? Zarzis?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Non siamo in grado di giudicare se quello sia un posto sicuro o meno. Per quanto ci riguarda, anche se ci mancano le informazioni necessarie, possiamo dire che si tratta forse di un caso limite.
  Il nostro Speedy è stato preso dalle Forze libiche in occasione di un presunto salvataggio in mare. Sulla barca Speedy c'erano due persone. Il nostro sistema AIS di riconoscimento automatico era in panne per quanto riguarda l'indicazione dei nomi delle navi. Il nostro personale ha riconosciuto due navi con il sistema AIS e una piccola nave non lontano da noi e pensava che si potesse trattare di una situazione di emergenza.
  Tuttavia, quando si sono avvicinati dal nord, hanno visto che si trattava di due navi molto grandi e di una nave piccola. Quest'ultima era molto veloce e operava fra le due grandi, che sembravano delle petroliere, quindi hanno escluso che si trattasse di una situazione di emergenza e hanno fatto rotta verso Zarzis.
  Pochi minuti dopo, sono stati sorpresi da una nave veloce della cosiddetta «Guardia costiera libica» e sono stati costretti ad andare verso Al-Zawiya; quindi, dopo quattro giorni, sono stati rilasciati.
  Non sappiamo niente, né dove si trova la nave né quali sono stati i contatti diplomatici che sono avvenuti dopo. Da allora, tutte le autorità pubbliche tedesche evitano il contatto con noi.
  Non si può escludere un comportamento forse sbagliato da parte del nostro equipaggio. Si tratta di volontari e le situazioni nelle quali devono agire sono sempre molto difficili. Tuttavia, si può escludere categoricamente che noi scientemente entriamo nelle acque libiche per prendere le persone anticipatamente. Immedesimatevi tuttavia in questa situazione: vi segnalano un caso di emergenza in mare vicino alle 12 miglia...

  PRESIDENTE. Chi ve lo segnala?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Almeno il 50 per cento delle imbarcazioni vengono segnalate dall'MRCC di Roma e, per l'altro 50 per cento, le troviamo noi, osservando...

Pag. 7

  PRESIDENTE. Se ho capito bene, lei sta dicendo che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano segnala alla vostra ONG che ci sono delle navi in difficoltà in acque internazionali e chiede di andare ad assisterle, giusto?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Se ci viene segnalato un caso di pericolo vicino alle acque territoriali, per esempio, dall'MRCC di Roma, comincia un processo molto difficile: da una parte, ci dobbiamo tenere il più lontano possibile dalle acque libiche e, dall'altra, dobbiamo cercare di intervenire il prima possibile per poter salvare le persone.
  Sulle foto vedete delle persone contente, ma, sei o otto ore dopo, la metà di queste persone, di solito, non è più nelle loro barche e non è più in vita.
  Non è molto facile poter sempre rispettare esattamente il limite di 12 miglia, quando si sta cercando di salvare qualcuno che è in pericolo.

  PRESIDENTE. Probabilmente i migranti non dovrebbero essere messi in condizione di partire e probabilmente questo fa sì che venga incentivata la partenza con rischio di morti in mare. Lei ha detto che sono tutti volontari, ma come sostiene i costi la sua ONG?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Ci sono esclusivamente donazioni. Nella prima fase, sono stato io stesso a finanziare tutto. Da quando è operativo il nostro primo peschereccio, la Sea-Eye si finanzia esclusivamente con donazioni. L'anno scorso è costato 250.000 euro far funzionare il nostro peschereccio. La seconda unità costerà altri 100.000 euro.

  PRESIDENTE. Si tratta di donazioni private?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Si tratta esclusivamente di donazioni da privati o da piccoli imprenditori e non ci sono né donazioni di ordine politico né sovvenzioni pubbliche.
  Un pubblico ministero siciliano ci ha accusato di prendere soldi dai trafficanti o, comunque, sollevato interrogativi in linea generale rispetto al finanziamento delle ONG. Abbiamo offerto loro la possibilità di prendere visione della nostra struttura per quanto riguarda le donazioni. Noi siamo registrati come onlus in Germania, quindi c'è un controllo molto severo.
  Per quanto riguarda il 2017, avremmo bisogno di 500.000 euro, mentre Mare Nostrum aveva bisogno da 9 a 11 milioni al mese, quindi, con tutti i soldi spesi per cercare l'aereo indonesiano che era sparito, si sarebbe potuto finanziare Mare Nostrum per un anno intero.
  Siamo diventati un'ONG operativa in quelle acque solo perché altri, che sarebbero stati in grado di farlo per quanto riguarda l'organizzazione e le attrezzature tecniche, non lo fanno.
  Apprezziamo molto quello che sta facendo la Guardia costiera italiana, la missione Sophia e la missione Triton, e apprezziamo tutti quelli che già hanno dovuto sobbarcarsi tanti oneri in queste operazioni di salvataggio. Tuttavia, segnaliamo che nessuno di questi soggetti ha sulla propria agenda la ricerca concreta e il salvataggio di naufraghi.
  L'MRCC di Roma reagisce ad avvistamenti concreti e a specifiche segnalazioni concrete in modo veramente egregio e la stessa cosa si può dire della missione Sophia, della missione Triton e di Sea Guardian, che reagiscono anche a SOS lanciati; però, secondo la nostra valutazione, non si attivano specificamente per operazioni di ricerca e salvataggio di persone in difficoltà.
  Due settimane fa, sono stati trovati 5 gommoni naufragati nella zona dove si stavano facendo delle ricerche e, nei due giorni successivi, sono stati trovati sei cadaveri. In questi cinque gommoni, si presume ci fossero 600 persone. L'MRCC di Roma non ha riferito sulla sorte di queste persone né ci sono state segnalazioni da parte della Libia che queste 600 persone Pag. 8siano state salvate: quindi queste non faranno mai parte delle statistiche.
  Siamo convinti che tecnicamente sarebbe possibile avvistare queste imbarcazioni e siamo convinti, visto che si tratta di una zona tra le più controllate al mondo, che queste imbarcazioni siano state avvistate.

  PRESIDENTE. Vorrei lasciare ora la parola ai colleghi per le domande. Prima, raccogliamo tutte le domande e poi diamo spazio alle risposte.
  Iniziamo con il senatore Mazzoni del Gruppo ALA, che, per semplificare, è un partito di maggioranza, attualmente a sostegno del Governo...

  RICCARDO MAZZONI. Siamo all'opposizione...

  PRESIDENTE. Adesso, siete all'opposizione...

  RICCARDO MAZZONI. Quello era il precedente Governo...

  PRESIDENTE. Scusate, è che ci sono modifiche...

  RICCARDO MAZZONI. Intanto la ringrazio per la sua esposizione. Il procuratore di Catania, in una recente audizione al Comitato Schengen, ha detto che l'intervento immediato delle navi delle ONG rende inutili le indagini sui facilitatori delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di uomini, quindi non vi accusa di essere collusi con i trafficanti, ma di rendere più difficile la loro individuazione. Il procuratore ha aggiunto che, nonostante la presenza di diverse imbarcazioni delle ONG, in questo periodo, il numero dei migranti morti durante i naufragi non è diminuito, quindi, in pratica, si dice che voi siete più dannosi che utili alla causa dei migranti. Che cosa risponde a quest'affermazione?
  Vorrei porre una seconda e ultima domanda. Per quello che ho capito dalla sua esposizione, per un 50 per cento siete voi che segnalate alla Guardia costiera a Roma i natanti in difficoltà, ma l'altro 50 per cento? Voglio capire...

  PRESIDENTE. Per il 50 per cento, la Guardia costiera segnala a loro e, per il 50 per cento, le avvistano loro.

  RICCARDO MAZZONI. Lo chiedo perché, alla domanda del presidente, mi sembra ci sia stata una risposta un po’ evasiva. Lei conferma che, per il 50 per cento dei casi, Roma segnala a voi i natanti in difficoltà?

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Mazzoni, anche per la brevità, che chiedo anche agli altri colleghi, perché purtroppo abbiamo un quarto d'ora.
  Do la parola al senatore Orellana della maggioranza.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Anch'io la ringrazio per l'audizione e per le sue parole. Le esprimo anche la mia solidarietà perché credo che la priorità per tutti sia quella di salvare vite umane. Capisco anche perché siete nati, cioè, da quanto ho capito, siete nati per la fine di Mare Nostrum. Credo sia stato un orgoglio per il popolo italiano averlo attivato per un periodo così lungo, ma purtroppo Mare Nostrum è terminato.
  Faccio una considerazione: come capita spesso, quando il privato si sostituisce al pubblico, si creano delle difficoltà. Porto un esempio ardito: quando i cittadini, in tante parti d'Italia, si organizzano con ronde notturne per la sicurezza, qualcuno dice «preferiremmo che lo facessero i Carabinieri e la Polizia» e la stessa cosa sta succedendo in questo caso, perché tutti quanti vorremmo – e sono d'accordo con lei – che continuasse il Pubblico. In effetti, per adesso, il Pubblico italiano si limita a fare il coordinamento.
  Passando alle domande più specifiche, lei ha detto che voi pattugliate fra le 30 e 36 miglia nautiche e che, per le acque territoriali libiche, si arriva fino alle 12 miglia, quindi il caso in cui voi venite chiamati a andare dentro le acque territoriali libiche o molto vicino alle 13 miglia è Pag. 9quello che viene segnalato dall'MRCC o ci sono altri casi ancora in cui arriva una telefonata diretta? Non so se avete un numero di telefono anche in Germania al quale segnalano le coordinate geografiche precise. Questo è il caso che a me personalmente preoccupa e che potrebbe lasciar temere che ci sia qualcuno che strumentalmente vi utilizza per favorire il traffico. Questa è la mia domanda. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Arrigoni dell'opposizione.

  PAOLO ARRIGONI. Lei ha detto che sostanzialmente non fate salvataggio in mare dei migranti, cioè non li portate a bordo. Sul vostro sito internet, con riferimento al 2016, lo scorso anno, dite di aver salvato in mare 5.568 migranti, quindi un numero preciso. Ora, se non li avete portati a bordo, come avete fatto a stabilirlo? Ci spieghi meglio anche, una volta che garantite sicurezza al barcone in difficoltà, che cosa succede.
  La seconda domanda è sui finanziamenti e sulle donazioni private. Le faccio una domanda secca. Qualche tempo fa già George Soros ha parlato di una volontà di investire 500 milioni sui migranti in generale. Tra i vari finanziatori, lei esclude la presenza di Soros o di qualche ente o organismo o associazione che a lui si riferisce?
  La terza domanda riguarda quanto scritto sul suo sito internet. Lei fa delle dichiarazioni molto pesanti, o almeno immagino le faccia lei, affermando: «l'Unione europea non fa altro che combattere i rifugiati e screditare i soccorritori».
  C'è un altro aspetto, che ha confermato anche prima. Sulla Guardia costiera libica, lei afferma che «esistono serie indicazioni che la Guardia costiera libica sia direttamente coinvolta nel traffico migranti e/o guadagni attraverso esso» e che «membri della guardia costiera libica sono, inoltre, sospettati di gestire i campi di migranti». Lei conferma queste due affermazioni, che sono pesanti?
  Sulle richieste di soccorso, lei ha detto che il 50 per cento delle vostre operazioni vengono fatte su indicazione della MRCC. Per l'altro 50 per cento, vi muovete su chiamata diretta da parte di barconi in difficoltà, cioè voi ricevete chiamate dirette da parte di coloro che guidano questi natanti?

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al presidente Buschheuer per la replica.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Cominciamo dalle ultime domande, altrimenti non mi ricordo tutto.
  Per quanto riguarda le 5.568 persone, abbiamo fornito la prima assistenza. La mortalità in media è di uno su 26; nel nostro caso, dopo averle trovate e assistite, quel dato si riduce a 5.568 a uno. Lo scorso anno, abbiamo avuto solo una vittima, una ragazza morta.
  Per quanto riguarda il fatto di prendere le persone a bordo, per ragioni tecniche cerchiamo di non farlo. Lo scorso anno, ci sono stati cinque o dieci emergenze mediche di persone con problemi di salute, che abbiamo preso a bordo, come anche qualche bambino e persone che avevano bisogno di una protezione estrema. In un caso abbiamo dovuto accogliere a bordo 185 persone. Tuttavia, cerchiamo di evitare di prenderle a bordo, anche perché questo non migliora le probabilità di sopravvivenza di queste persone.
  Per quanto riguarda Soros, non possiamo escludere che abbia fatto delle donazioni, anche perché, fino a due settimane fa, non lo conoscevamo; però, siccome io ringrazio personalmente ogni donatore che dona più di 1.000 euro, posso escludere che l'anno scorso Soros ci abbia fatto una donazione superiore ai 1.000 euro.
  Questo non cambierebbe niente perché riteniamo che il nostro lavoro sia molto importante, quindi non ci interessa da dove provengano le donazioni, però ci teniamo molto a non essere strumentalizzati. Non riceviamo telefonate dirette dalle imbarcazioni dei migranti, e non collaboriamo con altri enti o persone o uffici che comunicano dei dati, appunto per essere sicuri di non essere strumentalizzati. Pag. 10
  A noi vengono comunicate le chiamate di aiuto da parte dell'MRCC Roma, che, a sua volta, le riceve da varie fonti. L'MRCC Roma è l'unico responsabile per quello che accade nelle acque internazionali.
  Per quanto riguarda ciò che ho detto prima sul fatto che vengono screditate le ONG, negli ultimi tre mesi ci sono state accuse sia da parte di Frontex sia da parte di altri organi europei. Le rifiutiamo categoricamente e diamo la possibilità di prendere visione di tutto ciò che facciamo. Di solito, chi fa delle accuse, alla fine, si rende conto che le accuse non erano fondate. Lo dico perché, altrimenti, un procuratore italiano avrebbe già preso visione dei nostri libri, cosa che noi abbiamo offerto.

  PRESIDENTE. La domanda di Mazzoni sui mediatori...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». È stato chiesto se l'MRCC Roma ci da istruzione anche di entrare nelle acque territoriali libiche e posso rispondere che l'MRCC Roma non lo fa.

  PRESIDENTE. Le chiedo di rispondere alla domanda sull'intralcio alle indagini sui facilitatori.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Sicuramente può essere negativo che i privati facciano questo lavoro, anche per altre ragioni, cioè, se si vuole individuare chi è stato il trafficante, se si vuole indagare sulle organizzazioni dei trafficanti e se si vuole capire il Paese di origine dei migranti. Non vogliamo rendere più difficile il lavoro delle autorità ma vogliamo semplicemente che qualcuno vada a salvare queste persone. Saremmo ben lieti di non dover essere attivi in questo campo.
  Per quanto riguarda il fattore pull, non penso che la nostra presenza faccia sì che queste persone si mettano nella situazione in cui si trovano, ma tutti i soggetti coinvolti hanno questa paura. Tuttavia, salveremmo comunque le persone, se c'è necessità, perché non corrisponde al nostro grado di civiltà né in Europa né in Africa non salvare e lasciar morire le persone in mare perché non si mettano in moto altre persone.

  PRESIDENTE. Scusi, alla mia domanda sulla presenza di altre navi non ha risposto. Ho capito che c'è una collaborazione con Roma, ma non mi è chiaro la presenza di altre navi. Per esempio, che bandiera battono le sue navi? Capisco che non si carichino a bordo, anche perché, tra l'altro, questi poi sarebbero d'appartenenza della bandiera, che batte la nave su cui sono caricati. Ci sono altre navi in mare? Perché collaborate solo con Roma?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Non so dirvi se le nostre navi costituiscano paese di primo arrivo. In questo caso dovremmo portare le persone nei Paesi Bassi o in Germania.

  PRESIDENTE. Si chiama «diritto internazionale»...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Sì, anche questo ci starebbe bene, cioè portarle in Olanda o in Germania...

  PRESIDENTE. Certo, possiamo portarle nel porto più sicuro, ma la competenza di gestione sarebbe della bandiera di appartenenza.
  La mia domanda è precisa: ci sono altre navi? Inoltre, come mai solo con Roma c'è questa interazione? Lo chiedo perché, teoricamente, ci sono altre navi di altri Paesi europei in EUNAVFOR MED. Come nasce questa collaborazione con Roma? Per l'altro 50 per cento non segnalato da Roma, da chi arrivano le segnalazioni?
  Lo chiedo perché a noi viene un po’ il dubbio che le segnalazioni vengano da tutti, ma poi la presa in carico sia solo del nostro Paese, però magari non è così...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Per noi, in teoria, è irrilevante dove sono portate le Pag. 11persone o da dove provengano le segnalazioni. Abbiamo una preferenza per l'MRCC Roma perché riteniamo che loro siano i più competenti e anche più sicuri, quindi i meno strumentalizzati.

  RICCARDO MAZZONI. Mi scusi. È importante sapere chi sono i segnalatori perché, come lei può capire, se le segnalazioni vengono dai trafficanti di uomini, il vostro diventa un aiuto indiretto o un incentivo alle partenze e al traffico dei migranti, quindi lei ci deve smentire che le segnalazioni arrivino dai trafficanti di uomini e da chi organizza i viaggi. Questo è importante sapere...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Io ho detto ripetutamente che noi ci coordiniamo solo con l'MRCC Roma e da loro riceviamo tutte le informazioni, mentre le informazioni di cui siamo in possesso noi sono poi comunicate tutte all'MRCC Roma ...

  PRESIDENTE. Ma come le comunicate?

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Ci sono, in loco, una decina di organizzazioni e anche molte navi militari e navi commerciali, quindi, se una di queste navi ci comunica che c'è un pericolo in mare, noi lo comunichiamo subito all'MRCC Roma, perché quello è il centro di coordinamento.

  PRESIDENTE. Quindi ha escluso categoricamente segnalazioni dirette...

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Sì, lo escludo categoricamente e l'ho anche detto...

  PRESIDENTE. Sulla guardia costiera libica e su quanto dichiarato presumibilmente, perché non l'ho visto, sul suo sito?

  PAOLO ARRIGONI. Anche sulle considerazioni sull'Unione europea...

  PRESIDENTE. Ha già detto di Frontex, quindi le ha già risposto.

  MICHAEL BUSCHHEUER, presidente dell'Organizzazione «Sea Eye». Ho risposto dicendo che l'MRCC contrasta i flussi. Anche oggi, viene fuori dal nostro colloquio che per voi è importante sapere da dove provengono le informazioni, come si può indagare sui trafficanti e come possiamo far sì che i migranti non arrivino, ma non che debba essere salvato il migrante in pericolo.
  Per quanto riguarda l'accusa alla Guardia costiera libica sul fatto che ci sia per loro un guadagno con i migranti, se guardate l'area di intervento delle operazioni search and rescue, noterete che in quell'area avvengono il 95 per cento dei casi di salvataggio. Inoltre, verificate la zona dove la Guardia costiera libica viene finanziata dall'Unione europea e dove, secondo l'Unione europea, ha sede l'unico Governo riconosciuto della Libia.
  Sulla rivista tedesca Der Spiegel è uscito un articolo di una giornalista, che ha accompagnato la cosiddetta «Guardia costiera libica». La giornalista ha scritto che venivano controllate le imbarcazioni dei migranti da parte della Guardia costiera libica e che, se queste dicevano la parola d'ordine giusta, potevano passare. Ora, se esista concretamente una collaborazione tra la Guardia costiera libica e i trafficanti, non lo possiamo affermare, però abbiamo capito che la vita dei migranti non ha nessuna importanza per le Forze libiche. Questa è anche la ragione per cui non vogliamo che siano le Forze libiche a decidere sulla sorte delle persone e ci auguriamo, da parte di tutti i partecipanti a questo processo, che non vengano compiuto passi che farebbero sì che i migranti possano essere gestiti dai libici.

  PRESIDENTE. Senatori, volete approfittare ancora per brevi commenti? Il senatore Arrigoni è soddisfatto delle risposte?

  PAOLO ARRIGONI. Parzialmente.

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  PRESIDENTE. La ringraziamo moltissimo e le facciamo i complimenti. Quella di oggi è la prima audizione di un'ONG in sede parlamentare. Credo che, a seguito delle sue dichiarazioni, dovremmo risentire la Guardia costiera e chiamare il Ministro Delrio, per capire questa situazione...

  PAOLO ARRIGONI. Anche il Ministro Minniti...

  PRESIDENTE. Certo, lo stavo dicendo, ma non mi ha lasciato finire. Naturalmente richiameremo il Ministro dell'interno, come già segnalato agli Uffici, perché bisogna capire effettivamente la situazione.
  Saluto l'audito, che ringrazio della disponibilità, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.