XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 33 di Mercoledì 14 settembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione del presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo, prefetto Angelo Trovato.
Ravetto Laura , Presidente ... 2 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 4 
Ravetto Laura , Presidente ... 4 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 4 
Ravetto Laura , Presidente ... 5 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 5 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 5 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 5 
Ravetto Laura , Presidente ... 5  ... 5 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 5 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 7 
Ravetto Laura , Presidente ... 8 
Conti Riccardo  ... 9 
Fasiolo Laura  ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Ravetto Laura , Presidente ... 9 
Arrigoni Paolo  ... 9 
Mazzoni Riccardo  ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 10  ... 10 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 10 
Ravetto Laura , Presidente ... 11 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 11 
Arrigoni Paolo  ... 11 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 11 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 12 
Arrigoni Paolo  ... 12 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 12 
Arrigoni Paolo  ... 12 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 12 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 12 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 12 
Ravetto Laura , Presidente ... 12 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 12 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 13 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 13 
Ravetto Laura , Presidente ... 13 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 13 
Ravetto Laura , Presidente ... 13 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 13 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 13 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 13 
Ravetto Laura , Presidente ... 13 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 13 
Ravetto Laura , Presidente ... 13 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 14 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 14 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 14 
Brandolin Giorgio (PD)  ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 14 
Ravetto Laura , Presidente ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 14 
Ravetto Laura , Presidente ... 14 
Trovato Angelo , Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo ... 15 
Ravetto Laura , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo, prefetto Angelo Trovato.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto Angelo Trovato, presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo, che conosciamo bene e che conosce bene il nostro Comitato, per cui sarò brevissima. Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, ove lo ritenesse opportuno, i lavori proseguiranno in seduta segreta. La ringraziamo, naturalmente, per essere venuto da noi. Prefetto, come al solito le do qualche possibilità, però se esula dalle sue competenze, non abbia problemi a dirmelo.
  La prima domanda, effettivamente, attiene sì alla politica estera, ma secondo noi riguarda anche lei e il Ministro dell'interno, ed è relativa alle conseguenze dell'aumento dei flussi migratori dalla Libia sulle richieste di asilo. Abbiamo visto che il Ministro degli esteri nel corso della sua audizione di ieri di fronte alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato, tra gli altri aspetti, ha evidenziato che vi è stato un aumento dei flussi migratori negli ultimi quindici giorni in Italia, che riproducono di fatto i flussi migratori dalla Libia dell'anno scorso. Sostanzialmente, quest'annualità è stata identica negli arrivi rispetto all'anno scorso, non c'è stato alcun tipo di flessione. Il Ministro Gentiloni ha anche assicurato che ci sono attività di cooperazione tecnica tra il Governo al-Sarraj e i tecnici del Ministero dell'interno per individuare le cause dei flussi migratori e nel caso intervenire. Si percepisce quasi che, nonostante la costituzione di questa situazione di tranquillità, ancora però vengono fatti partire i flussi. Su questo le chiediamo un commento e maggiori informazioni sull'attività di cooperazione tecnica in atto con il vostro ministero.
  La seconda questione riguarda l'ingresso in Italia di migranti originari del Pakistan. Questo è un tema che lei ha effettivamente portato all'attenzione di tutti. Il 3 giugno 2016, lei ha detto che sono state presentate in Italia 40.512 domande di protezione e che quest'anno la prima cittadinanza dei richiedenti asilo sarebbe proprio quella pachistana.
  Il Pakistan, almeno a quanto risulta al Comitato, avendo anche interpellato il Ministero degli esteri – sapendo benissimo che ancora non è stata definita, alcuni dicono ahimè e io sono tra quelli, altri no, la cosiddetta lista dei Paesi sicuri e insicuri, neanche a livello europeo – ci risulta essere un Paese dove certo sono in atto molte persecuzioni individuali, ma non esattamente uno in cui giuridicamente, secondo il diritto internazionale, può dirsi che ci sia una guerra. Allora, se in Italia la prima comunità è quella pachistana, non legata quindi al concetto di profugo in senso stretto – sono soggetti che hanno diritto probabilmente a una tutela, ma a seguito di colloqui individuali, di accertamenti – che cosa succede? Si prende atto della situazione Pag. 4? Di questo è stato preso atto come di un problema? È evidenziabile? Diversamente, qui stiamo parlando di profughi, di circuito interno sui profughi, e profughi non sono.
  L'altra questione che le poniamo è relativa al meccanismo per il ricollocamento. Non vogliamo alimentare la polemica, ma la questione è nota. Gli Stati dell'Unione europea si sono impegnati a ricollocare 160.000 persone da Italia e Grecia entro settembre 2017. Tuttavia, secondo i dati forniti dalla Commissione europea, il numero di persone ricollocato entro l'11 luglio del 2016 è di appena 3.056, di cui 843 dall'Italia. Si è, quindi, ancora lontani dal raggiungere l'obiettivo fissato. Risulterebbe che il Ministro dell'interno Alfano abbia dichiarato il 23 agosto scorso che la relocation fin qui è stato il flop di tutta l'agenda. È anche vero che l'Italia, visto che c'erano i tre pilastri (hotspot, rimpatrio e ricollocazioni), non ha esitato a dare il via agli hotspot pur in assenza di ricollocazioni. Avete intenzione in questo senso di cominciare a dire che l'Italia non può continuare nel processo degli hotspot sino a che non saranno adempiuti anche i cosiddetti altri due pilastri? C'è una discussione in merito: può darci delle delucidazioni?
  C'è poi un tema su cui abbiamo interpellato anche il Ministro Orlando, che spiegherò in maniera tecnica, per cui mi scuso in anticipo. Noi abbiamo registrato una forte discrasia tra le decisioni delle commissioni territoriali, che sappiamo – ce lo dirà lei, se ritiene – non sono state solo aumentate, ma anche migliorate, hanno dei tempi ormai piuttosto celeri di esame. Danno, però, lo status, specialmente per ciò che concerne i profughi, a un numero molto limitato di persone, salvo che poi queste persone fanno ricorso presso i tribunali e la decisione delle commissioni viene sostanzialmente molto spesso ribaltata. Questo è un Comitato che si è anche adoperato per l'istituzione di sezioni specializzate di tribunali, proprio perché probabilmente fornire degli strumenti tecnici più approfonditi potrebbe portare a eliminare questa discrasia. Noi non sappiamo dove sia il problema. Chi «sbaglia»? Le commissioni? I tribunali? L'applicazione della legge successiva, probabilmente discrasica rispetto alle regole internazionali utilizzate dalle commissioni, e che quindi necessita di un intervento legislativo? Il Ministro Orlando ci ha sostanzialmente detto che il giudice ha sempre ragione. Il problema dov'è?
  Vorremmo poi qualche indicazione su questo nuovo piano nazionale di programmazione dei flussi e di ripartizione dei richiedenti asilo. Questo è del 6 settembre scorso. Il Ministro Angelino Alfano avrebbe presentato questo piano nazionale di programmazione dei flussi, soprattutto relativamente alla ripartizione dei comuni italiani, per garantire una ripartizione equilibrata. Può darci delle informazioni in questo senso?
  Cedo la parola al prefetto Trovato.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Preliminarmente, devo dire questo. Alcune delle sue domande non fanno parte delle problematiche di cui mi occupo. Per un discorso di correttezza istituzionale, potrei esprimere le mie opinioni personali, ma per rispetto del Parlamento non è il caso di farlo in questo tipo di aula.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, prefetto, le chiedo una cortesia: relativamente a tutte le domande che le ho posto che non sono di sua competenza ci dice, per cortesia, chi nel Ministero dell'interno è competente. A un certo punto, infatti, le risposte le dobbiamo avere.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Benissimo. Allora cominciamo. Direi che in punto di partenza è una riflessione, da cui poi ci allarghiamo per il resto delle problematiche, sui numeri e sulla problematica che io avevo aperto sui flussi, dei richiedenti asilo, in particolare del Pakistan. Direi di iniziare da questo e poi andiamo avanti sulla problematica. Io partirei, intanto, per dire quali sono le situazioni e i numeri quasi a oggi. Abbiamo fatto una rilevazione al 9 settembre e quello Pag. 5che viene fuori è questo. Abbiamo avuto al 9 settembre 75.681 richieste di asilo. I maschi sono la grande maggioranza, 64.638 uomini contro 11.043 donne.
  Quanto ai Paesi di origine, vi è una differenziazione rispetto ai dati che ho fornito alla Commissione a giugno: nel frattempo, essendo variati i flussi – lei accennava a un enorme numero di persone sbarcate in questi giorni – sono variate anche le nazionalità di origine. Andando a esaminare i Paesi di origine, oggi il primo è la Nigeria, con 14.291 richieste di asilo. Il Pakistan viene subito dopo con 10.209 richieste di asilo. Abbiamo poi in successione tutti i Paesi dell'Africa: Gambia, Eritrea, con un notevole aumento rispetto agli anni precedenti, Costa d'Avorio, Senegal, Mali e così via di seguito.
  A questo punto, parto da una riflessione che avevo fatto in Commissione Gelli e da un confronto che è stato operato tra il numero degli sbarchi e le richieste di asilo, perché io ho incrociato il dato. Dall'incrocio del dato emerge un discorso di natura sostanzialmente diversa: mentre il Pakistan è la seconda Nazione di richiesta di asilo nel nostro Paese, se andiamo a vedere l'elenco degli sbarchi io non trovo pachistani sbarcati. Ho utilizzato dei dati che ci fornisce il dipartimento della PS, mentre i dati sull'asilo sono dati che elaboriamo noi. Per quanto riguarda gli sbarchi, ho preso i dati che ci fornisce il dipartimento della PS e i dati che sono pubblicati dal nostro ministero su un cruscotto quotidiano che forniamo, e non vi sono pachistani.

  PRESIDENTE. Tutti via terra...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Tutti via terra.

  GIORGIO BRANDOLIN. O sono già qui...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Ora vediamo un attimo. L'esame delle nazionalità degli sbarchi riprende sostanzialmente il pacchetto delle richieste di asilo, con una differenziazione, nel senso che il primo Paese è la Nigeria, dopodiché trovo subito l'Eritrea, anche perché per l'Eritrea si sono avviati dei percorsi che dovrebbero portare a una ricollocazione in altri Paesi, e mentre prima avevamo meno eritrei, oggi ne abbiamo di più. Su 15.000 sbarcati eritrei, ad esempio, attenzione, le domande di asilo sono solo 4.719. Significa che queste persone sbarcano, ma non vogliono stare da noi, nemmeno fanno la domanda di asilo, per cui vi è il discorso che faceva l'onorevole della riconvocazione, che dovrà essere affrontata. Poi trovo tutta l'area africana, Sudan, Gambia, Costa d'Avorio e così via.
  A questo punto, ci siamo chiesti un po’ il perché e che cosa sta succedendo. Chiederei la segretazione della seduta.

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell'impianto audio-video. Apprezzate le circostanze propongo di proseguire l'audizione in seduta segreta.

  Il Comitato delibera quindi all'unanimità di procedere in seduta segreta.

(I lavori procedono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell'impianto audio-video.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Allora, onorevole, qui faccio riferimento anche al numero delle domande bocciate o accettate. Bisogna fare un'analisi dei flussi, che rispetto agli anni precedenti porta a osservazioni di conseguenze diverse rispetto al passato. In che senso? Mentre prima, negli altri anni, le persone che chiedevano protezione erano quasi tutte provenienti da aree in cui vi erano situazioni che, ai sensi del diritto internazionale, portavano a un riconoscimento della protezione, oggi la situazione è sostanzialmente cambiata, perché le zone di provenienza sono in gran parte le aree subsahariane e africane, e quindi ovviamente le condizioni sono ben diverse. Le commissioni operano così caso per caso con risposte di natura diversa. Pag. 6
  Diversa è, ad esempio, la situazione degli afgani: anche dalle indicazioni della Corte europea di giustizia, ci troviamo in presenza di una condizione di applicabilità di quel principio previsto dai trattati e da una normativa internazionale in applicazione del principio del cosiddetto conflitto armato interno. Ovviamente, questo si ripercuote sulle percentuali di diniego o approvazione delle richieste di asilo. Abbiamo fatto allora un'analisi a campione, proprio in previsione di questo, in modo da poter fornire dei dati al Parlamento. Abbiamo esaminato proprio una Nazione tipica che ha sicuramente una situazione di conflitto armato interno e nessuno può negarlo, l'Afghanistan. Tenete conto che l'ingresso degli afgani nel nostro Paese è diminuito rispetto agli altri anni. Oggi, quindi dal 1° gennaio al 9 settembre, sono state presentate 2.367 richieste di protezione da parte di afgani, numero abbastanza ridotto se pensiamo alle 14.200 dei nigeriani o alle 10.200 del Pakistan.
  Cominciamo a esaminare i dati e i risultati della commissione per nazionalità. In Afghanistan riteniamo come Paese, insieme ai Paesi di grande tradizione in tema di protezione internazionale, cioè insieme alla Germania, e ai Paesi nordeuropei, che sussistano situazioni di conflitto armato interno. Ebbene, sono state esaminate dal 1° gennaio al 9 settembre 2.367 richieste di protezione internazionale, e abbiamo dato una protezione internazionale, quindi l'asilo o la protezione sussidiaria, al 96 per cento degli afgani, in particolare al 9 per cento uno status di asilo e all'88 per cento la protezione sussidiaria.
  Passiamo a un'altra faccia della medaglia, dove non c'è questo tipo di situazioni. In Nigeria la situazione è completamente diversa. A fronte di 14.291 domande di protezioni esaminate, sempre nel periodo dal 1° gennaio al 9 settembre, abbiamo riconosciuto una protezione o status solo al 3 per cento dei richiedenti e al 5 per cento come sussidiaria, per un totale del 7-8 per cento, e una protezione di natura umanitaria al 16 per cento. Perché? Perché ci troviamo in presenza di situazioni-Paese completamente diverse. Noi procediamo, ovviamente, a un'analisi di natura individuale. Non esiste la lista dei Paesi sicuri, e conseguentemente è il frutto di un'approfondita analisi individuale delle dichiarazioni. La Nigeria è un Paese enorme in cui vi sono situazioni sostanzialmente differenziate in relazione al nord e al sud: nel nord abbiamo situazioni delicate anche per l'influsso di Boko Haram e per tutto ciò che riguarda le aree del radicalismo islamico; al sud questo tipo di situazioni non ci sono, ma ci sono conflitti di natura tribale individuale e forse qualche caso in cui continuano a persistere le tradizioni animiste e i retaggi del passato della grande Africa. Ovviamente, questo si ripercuote sul sistema di protezione internazionale.
  Torniamo al Pakistan.

  PRESIDENTE. Scusi, prefetto, prima di tornare al Pakistan, vi sarà possibile in futuro incrociare questo dato con i dati dei risultati post-ricorso? Quello che conta poi è chi alla fine del processo ha diritto a rimanere qua da noi. Lei ci sta dicendo che, dei nigeriani che arrivano sul nostro territorio, il 75 per cento – questo ci sta dicendo – non ha diritto a qualunque tipo di status, che sia protezione sussidiaria, umanitaria, status di profugo, per stare da noi, il 75 per cento.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Il 72 per cento, perché poi abbiamo una quota di irreperibili.

  PRESIDENTE. Perfetto. Sarebbe interessante un domani sapere questo 72 per cento che fine fa. Resta due anni a fare un ricorso, sì o no? Alla fine, viene accolto questo ricorso, sì o no? In che percentuali?

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Qui c'è un problema anche di tempi. Se ritenete qui mi fermo un attimo e facciamo un incrocio con il dato della giustizia.

  PRESIDENTE. Sì.

Pag. 7

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Noi non disponiamo dei dati della giustizia, ma abbiamo dei dati che nascono dall'analisi interna che facciamo noi delle notifiche effettuate. Tenete conto che non sempre le notifiche avvengono in tempo. Purtroppo, per poter fare questo tipo di incrocio, dovrebbe esserci una corrispondenza tra i tempi di esame e i tempi di decisione giudiziaria, dato non disponibile, e quindi non possiamo incrociare il dato. Questo è il primo elemento. Su questo punto ci stiamo muovendo e d'intesa con il Ministero della giustizia abbiamo già organizzato l'iscrizione di tutte le commissioni al registro elettronico (REGINDE). Sono stati registrati tutti i presidenti. Abbiamo avviato un percorso sperimentale che realizza il ricorso telematico attualmente su tre aree del Paese, Milano, Siracusa e Catania. Stiamo estraendo in questi giorni i risultati col Ministero della giustizia, e sono abbastanza positivi. Contiamo in tempi brevi e sempre con la forte collaborazione del Ministero della giustizia, di far passare a regime il processo telematico immediatamente in tutte le commissioni.
  Tenete conto che abbiamo dovuto affrontare, ad esempio, grossi problemi di natura tecnica. Quello che poteva essere uno dei problemi più banali, la firma digitale, è stato un grosso problema di natura tecnica e spiego perché. Il Ministero della giustizia ha una firma digitale Aruba, la nostra firma digitale del Ministro dell'interno è una firma digitale TIM, per cui i sistemi non colloquiano. Addirittura, se io installo un sistema Aruba o TIM su un computer che ha uno dei due sistemi, i sistemi vanno in conflitto e mi si blocca tutto...
  Conseguentemente, che cosa ho dovuto fare per risolvere il problema? Ho dovuto dotare ogni singola commissione di un mini-computer che abbiamo abilitato col sistema Aruba, in modo da permettere a tutte le commissioni di poter colloquiare, ma questo ci ha fatto perdere tre-quattro mesi di tempo per mettere in piedi il sistema. Questo è un esempio delle difficoltà con cui quotidianamente si ha a che fare. Ora il sistema sta andando avanti. Ovviamente, come ha detto il Ministro della giustizia, i magistrati sono sovrani e decidono. Su questo punto che cosa vi posso dire? Da un'analisi empirica che facciamo delle decisioni che pervengono, e ripeto che non tutte lo sono, ci troviamo in presenza di una serie di decisioni a macchia di leopardo. Tra l'altro, per i casi più eclatanti sto chiedendo all'Avvocatura dello Stato di appellare quando proprio ci rendiamo conto di certe situazioni, ma non è che l'Avvocatura dello Stato può impugnare tutte le decisioni di natura negativa.
  Di conseguenza, gli appelli sono abbastanza limitati e legati alle situazioni più eclatanti che abbiamo avuto, in cui magari abbiamo avuto un magistrato che dà una protezione internazionale perché il soggetto si trova in stato di povertà, o altre situazioni che confliggono con il sistema internazionale di asilo. Io ne devo prendere atto. Su questo ci stiamo muovendo d'intesa con il Ministero della giustizia. Abbiamo avviato dei corsi di formazione comune e siamo riusciti con fatica a realizzarne un primo tra presidenti delle commissioni territoriali e magistrati, tenuto tra gennaio e febbraio di quest'anno presso la nostra scuola. In merito sono in corso dei contatti con la Scuola superiore della magistratura. C'è la disponibilità e si stanno avviando dei percorsi comuni. Devo dirvi che, però, sinceramente qualche sentenza ci lascia delle perplessità. Abbiamo avuto dei casi assolutamente improponibili su Ancona, ma pare che questo magistrato sia stato spostato. Andiamo avanti.
  Torniamo al Pakistan e alla sua situazione a macchia di leopardo. Sono stati esaminati 10.209 richieste di protezione internazionale nel corso di quest'anno. Abbiamo riconosciuto una protezione internazionale, uno status, a un 4 per cento, la protezione sussidiaria al 19 per cento e la protezione umanitaria al 13 per cento. I non riconosciuti sono stati il 62 per cento. Come si arriva a questo tipo di risultati? Si arriva tramite un attento esame che fanno le commissioni sulle dichiarazioni dei richiedenti asilo. Abbiamo anche sviluppato e messo a disposizione di tutti un sistema Pag. 8informativo assolutamente avanzato. Abbiamo all'interno della commissione nazionale il sistema COI (Informazioni sui Paesi di origine), che ha elaborato una serie di informazioni sui Paesi, in particolare anche sulle singole aree del Pakistan.
  Con una scelta che io giudico di valore strategico, abbiamo deciso che tutto il complesso delle informazioni in nostro possesso sia pubblico, per cui abbiamo pubblicato e stiamo pubblicando in questi giorni tutti i pacchetti informativi delle COI sul sito dell'EASO (European Asylum Support Office), cioè abbiamo fatto una scelta proprio per contribuire alla costruzione del sistema comune europeo di asilo di non pubblicare le nostre raccolte informative, le nostre COI, in un sito nazionale, ma le stiamo pubblicando all'interno del sistema d'informazione europea, sul sito dell'EASO, alla voce informazioni internazionali. Conseguentemente, sono state rese pubbliche. Sono pubbliche anche tutte le informazioni dell'EASO e le nostre informazioni. Stiamo facendo questo grosso lavoro per rendere note le COI.
  Torniamo al Pakistan, dove abbiamo una situazione assolutamente diversificata da area ad area. Abbiamo, ad esempio, in Belucistan una presenza di gruppi separatisti, in Punjab situazioni abbastanza differenziate. Ripeto che conosciamo la situazione delle singole aree. Le commissioni vanno a verificare se la storia individuale del soggetto presenta i requisiti di veridicità e di credibilità; dall'altro lato, incrociamo con i dati con la situazione oggettiva del Paese, di quell'area specifica. Si riesce a fare questo tipo di percorso. Tornando indietro, questo richiede un percorso di specializzazione e di professionalizzazione, che spesso – permettetemi qui di dirlo in assoluta sincerità – non troviamo in alcune sentenze. Quello che qui il Parlamento sta facendo, proprio di arrivare alla creazione di sezioni specializzate, per me è una cosa assolutamente indispensabile.
  La presidente mi chiedeva i dati. Non ne disponiamo. Abbiamo un'analisi di tipo empirico, cioè di una raccolta di quello che perviene, tenendo conto che arriva molto poco, e molto meno a distanza di anni. Da un'analisi, per un 60-65 per cento vengono accolte da parte della magistratura, ma è un dato assolutamente fluido, che tra l'altro sta migliorando tantissimo. Devo ringraziare, infatti, i colleghi, che stanno avviando dei percorsi virtuosi sul territorio con un continuo scambio di informazioni. Noi abbiamo messo in rete le nostre informazioni proprio su questo punto. Abbiamo avuto, ad esempio, un caso con il tribunale di Napoli, che ci chiedeva sistematicamente informazioni specifiche, e l'abbiamo risolto d'intesa con il presidente del tribunale di Napoli facendo presente che tutto il sistema informativo è messo in rete ed è accessibile.
  È un percorso faticoso, complesso. Quando notiamo le maggiori difficoltà? Ovviamente, quando ci troviamo in presenza di giudici non professionali. Quando abbiamo i got la complessità aumenta. Questo è il quadro di massima. In questo contesto, noi stiamo lavorando con forti percorsi di formazione nei confronti dei componenti delle commissioni, in modo da specializzarli e professionalizzarli al massimo. Abbiamo adottato dei moduli innovativi, nel senso che a fare la formazione sono tutti colleghi che hanno fatto formazione EASO, che hanno acquisito il patentino europeo di formatori EASO, e adottiamo delle metodologie didattiche correlative, reciproche.
  Un altro elemento è che, proprio per il miglioramento della qualità del lavoro delle commissioni, abbiamo messo in piedi due gruppi di studio su due temi specifici: analisi e controllo della qualità del lavoro delle commissioni, per cui abbiamo un sistema di monitoraggio e controllo della qualità del lavoro delle commissioni; stiamo sviluppando, e a breve presenteremo i risultati, un percorso che ci consente di elaborare delle mini-guide sulla tratta, in modo da fornire ai componenti delle commissioni degli indicatori sui percorsi di tratta per intervenire su questo quadro.
  Per il resto, mi pare che non ci siano problemi di mia competenza.

  PRESIDENTE. È stato molto esaustivo. Poiché i senatori devono andare in aula e anche noi deputati abbiamo l'Aula, lascio immediatamente la parola ai colleghi. Le Pag. 9chiedo la cortesia di rispondere subito ai senatori, e poi noi ci accodiamo. Do quindi subito la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  RICCARDO CONTI. Premetto che sono veramente stupito per questo mancato coordinamento dei servizi informatici. Venire a sapere una cosa del genere fa cadere le braccia credo anche a voi. Ci sarà pur qualcuno responsabile di questo.
  Prefetto, avete fatto una comparazione tra il nostro sistema di lavoro e quello di altri Paesi europei importanti? Vorrei sapere se, eventualmente, ci sono modi di attuazione del lavoro molto differenti dal vostro.
  Inoltre, è stato predisposto un sistema di sicurezza particolare rispetto a quello che viene immesso in rete? Se è disponibile per un così vasto numero di realtà quello che voi mettete in rete, è probabile che qualcuno possa inserirsi.

  LAURA FASIOLO. Come dicevo, prefetto, la sua relazione è stata molto esauriente e dettagliata. Io avevo chiesto il potenziamento, come accennavo, del numero dei rappresentanti delle commissioni territoriali, chiedendo che fosse aggiunto il termine «almeno» a rappresentante, che avrebbe consentito, nelle situazioni di estrema necessità, di ampliare il numero dei rappresentanti delle commissioni, tanto da poter snellire ulteriormente i lavori. Questo mi parrebbe importante. Non so come giudica questa richiesta.
  C'è un altro punto. Le piante organiche della magistratura andrebbero a mio avviso potenziate, sia dei tribunali sia delle procure, soprattutto laddove siano le situazioni maggiormente esposte al fenomeno migratorio, a partire dalle aree frontaliere: è possibile, per sveltire tutte le procedure relative ai ricorsi?

  PAOLO ARRIGONI. Penso di avere colto da quanto lei ha detto che la rotta dei Balcani non è assolutamente interrotta nonostante tutte le misure prese e gli accordi assunti con la Turchia. Proprio per parlare di dati, ci piacerebbe... Ho capito, ma non si parla solo di siriani. Siccome i dati che pubblica il Ministero dell'interno si riferiscono solo al numero degli sbarchi, qua non possiamo più andare avanti, presidente Ravetto, a non conoscere il numero totale degli arrivi suddiviso tra sbarchi e...

  PRESIDENTE. Ci avevamo pensato. Questo è un ottimo suggerimento. Ci arriva oggi dal prefetto stesso, che con noi ha fatto una disclosure totale. Chiederò agli uffici di mettersi in contatto con gli uffici del Ministro dell'interno. Oltre ai dati degli sbarchi, indubbiamente servono i dati dei passaggi via terra.

  PAOLO ARRIGONI. Il dato aggiornato al 12 settembre...

  PRESIDENTE. Ci sta spiegando che è un dato della PS. Troveremo il modo di averlo.

  PAOLO ARRIGONI. Dottor Trovato, lo so. Voglio solo segnalare che al 12 settembre il numero degli sbarchi ha superato quello del periodo equivalente del 2014, che è stato il periodo...

  PRESIDENTE. Senatore Arrigoni, mi fa però giustamente presente la collaboratrice del prefetto che, essendoci Schengen e non avendo di fatto dei posti di blocco, diventerà un dato difficile da conoscere. Lei è arrivato un po’ dopo, ma lui ha spiegato che molti arrivano passando dalla Germania o dall'Austria: essendoci lì Schengen, come facciamo ad avere il dato? È un problema che affronteremo all'interno del Comitato, ma non vedo inadempienze né da parte del Ministero dell'interno né del Comitato. È un dato difficile da ottenere.

  PAOLO ARRIGONI. Io la porto come una esigenza, così come quella emersa oggi di capire il fenomeno, i numeri. Per quanto riguarda le domande dei richiedenti asilo, gli esiti suddivisi per nazionalità, abbiamo tutti i numeri. La seconda istanza, quella dei giudici ordinari, manca. Pag. 10
  Le mie domande sono due. Vorrei capire per il corrente anno qual è il tempo medio di evasione di una richiesta di asilo. Se non ricordo male, un anno fa lei parlò di 251 giorni.
  Per quanto riguarda, invece, la velocizzazione, è in corso la valutazione di un aumento del numero delle commissioni o un aumento del personale, del numero delle persone, all'interno delle commissioni stesse? Posto che le due principali nazionalità che richiedono l'asilo portano a quegli esiti di cui lei ci ha detto prima (il 3 per cento status di rifugiato per i nigeriani e il 4 per cento per il Pakistan), sottolineo che al 12 settembre il numero di persone che sono nel sistema di accoglienza è arrivato a 156.050. Erano 103.792 al 31 dicembre 2015. Il sistema sta assolutamente esplodendo.

  RICCARDO MAZZONI. Signor prefetto, io vorrei un chiarimento. Lei ha parlato di 75.681 richieste di asilo al 9 settembre: sono le richieste presentate o quelle esaminate? Presentate.
  Ha messo quelle dei pachistani tra quelle presentate, si è parlato di 10.209: quelle dei pachistani sono state tutte esaminate?
  Mi rendo conto di fare una domanda sulla parte segretata, ma...

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell'impianto audio-video. Apprezzate le circostanze propongo di proseguire l'audizione in seduta segreta.

  Il Comitato delibera quindi all'unanimità di procedere in seduta segreta.

(I lavori procedono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell'impianto audio-video.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Per quanto riguarda la domanda del senatore Conti circa la situazione negli altri Paesi europei, i sistemi di asilo sono completamente differenziati, perché sono strettamente legati alle radici storiche di ogni Paese. Il sistema di asilo più vicino al nostro è quello tedesco, che però ha un decisore centralizzato statale. Noi come sistema abbiamo fatto una scelta che io ritengo la migliore possibile in assoluto in questa fase, che è quella del decentramento sul territorio e della collegialità della decisione. Sono scelte da difendere, perché quando si deve decidere della vita di una persona, è giusto che sia più di una persona a confrontarsi. Siamo l'unico Paese europeo, e di questo siamo assolutamente fieri, che ha all'interno delle commissioni con parità di posizione un rappresentante dell'UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees). Questo è un elemento di garanzia e di equilibrio del lavoro delle commissioni. So che ieri ci sono state polemiche molto forti, che si è detto che le commissioni stanno facendo terra bruciata e così via, ma non è assolutamente vero. Ripeto, vi è un elemento di garanzia e di protezione internazionale che altri Paesi non hanno. In altri Paesi è una decisione statale. Il sistema francese è molto centralizzato, fa capo direttamente allo Stato centrale.
  Un ulteriore elemento di differenziazione è dato dal sistema di appello, o di seconda istanza. Mentre negli altri Stati del nord Europa è un appello di natura amministrativa, da noi, poiché l'articolo 10 della Costituzione prevede l'asilo come un diritto, e non può essere un ricorso amministrativo, deve essere un ricorso di natura giurisdizionale. Ovviamente, in questo contesto le strutture e il quadro di riferimento normativo sono comuni. Siamo in una fase molto avanzata. Noi abbiamo recepito tutte le direttive, quindi siamo assolutamente in linea con l'Europa.
  Relativamente ai problemi di sicurezza della rete, vorrei tranquillizzare il senatore. Il motivo è molto semplice. Quelle che immettiamo in rete non sono informazioni di natura individuale, ma informazioni sui Paesi di origine di natura generica. Si sa che in una certa area di un certo Paese quel giorno c'è stato un attentato o che in quell'area vi sono condizioni di stabilità, o che in quell'area le Forze di polizia sono particolarmente corrotte. E sono dati di assoluto Pag. 11 dominio pubblico. Non utilizziamo dati riservati. La loro forza è nell'assemblaggio nella rete delle informazioni e nella loro messa a disposizione. Tra l'altro, anche a livello normativo si prevede la messa a disposizione dei ricorrenti, degli avvocati. È un fatto assolutamente scontato. Tenga conto che, invece, i dati di natura riservata, i dati sui richiedenti asilo, sono assolutamente protetti, inseriti in una nostra rete controllata e dagli accessi controllati. Tutti i dati sensibili non sono in rete. Sono sul nostro sistema Vestanet, un sistema chiuso, blindato, dagli accessi controllati.
  Mi chiedevate, inoltre, del numero delle commissioni ed in particolare che aumentino. Purtroppo abbiamo dei limiti normativi imposti dal Parlamento, ma possiamo prevedere, in base all'ultima normativa, di cui ringrazio il Parlamento, 20 commissioni e 30 sezioni, complessivamente 50 unità. Attualmente, sono attive 20 commissioni e 28 sezioni, di cui una di Treviso, che sta per partire in questi giorni. Il limite è questo. Abbiamo la possibilità di ulteriori due sezioni, una vi dico «molto sinceramente» che le stiamo tenendo un attimo di riserva per essere pronti ad affrontare situazioni di emergenza. Questo è il quadro. Ovviamente, in un discorso di riforma del sistema dovrà essere tutto rivisto. Dobbiamo dotarci di un sistema che ci permetta una maggiore flessibilità e una maggiore professionalizzazione di chi esamina le domande dei richiedenti asilo.
  Quali sono i tempi medi? Sono, sostanzialmente, quelli precedenti, anche se siamo riusciti a migliorarli. A giugno avevamo un incremento migliore. Ovviamente, quando in tre mesi ci arrivano 15.000 persone, i tempi si allungano. Per i tempi medi, tra l'altro, va fatta un'analisi a scalare se devo considerare un periodo di tempo connesso alla data della domanda. Se analizzo i tempi medi di esame partendo dal periodo 2014-2016, ho un tempo medio di 250 giorni. Nel frattempo, però, devo dire che siamo stati anche molto bravi come commissioni: se vado a prendere in considerazione le domande presentate dal 1° gennaio a oggi, riesco ad avere un tempo medio di 106 giorni, un tempo che si può dire in assoluto il migliore in Europa. Quelli che abbiamo esaminato sono numeri di assoluto rilievo.
  Siamo riusciti a esaminare 13.555 domande presentate dal 1° gennaio 2016, con tempi di assoluto rispetto. Sfiderei qualsiasi altro Paese europeo a fare quello che abbiamo fatto noi. Devo ringraziare le commissioni. Inoltre, qui mi dà l'occasione di agganciarmi al discorso della senatrice Fasiolo relativo all'aumento del numero dei componenti. Anzitutto, avremmo bisogno di un presupposto normativo che non c'è. Se il Parlamento lo dà, che ben venga, ma abbiamo già grosse difficoltà a garantire l'attuale funzionamento delle commissioni perché dobbiamo garantire una professionalizzazione. Non possiamo mettere in commissione gente non formata, non professionale, altrimenti rischiamo di fare danni. Il limite è questo.
  Per la magistratura dovete chiedere al Ministro della giustizia. Tra l'altro, ho avuto un'informazione di tipo pubblico: vi è stato un intervento normativo, era previsto un rafforzamento delle sezioni giudicanti la protezione internazionale. Credo che il bando sia andato in parte deserto. Da notizie di stampa, credo che su 20 posti ne abbiano coperti solo 12.

  PRESIDENTE. Ce lo rispieghi.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Ho una notizia stampa, quindi non so se vera o meno, ma pare che per quel potenziamento previsto per 20 unità aggiuntive ci siano state solo 12 domande. La mia non è, però, una notizia istituzionale, ma letta dai giornali, per consideratela con ampio beneficio d'inventario.

  PAOLO ARRIGONI. A proposito dei tempi medi, volevo riferirmi a quelle evase nel 2016: ha una statistica per quelle?

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Quelle evase nel 2016 sono un dato dinamico, riguardo anche gli anni precedenti. Io posso anche avere a che fare con una Pag. 12pratica che è stata bloccata per anni per problemi di Dublino e così via. Se io calcolo il tempo medio 2014-2016, ho 250 giorni. Per avere un dato più corretto, andiamo a vedere quello che è successo quest'anno, per cui ho preso in considerazione le domande presentate al 1° gennaio: a oggi ne abbiamo esaminate 13.555 con un tempo medio di 106 giorni.

  PRESIDENTE. Scusi prefetto, se avesse la bacchetta magica, quale sarebbe il primo intervento che farebbe per aiutare le commissioni a ridurre i tempi, la prima cosa, il primo suggerimento al Parlamento? L'aumento delle commissioni? Che cosa?

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Da un lato, la professionalizzazione; dall'altro, l'aumento delle commissioni in questa struttura. In alternativa, suggerirei un ripensamento del sistema, che potrebbe essere una soluzione migliore, bisogna ipotizzare un sistema professionale come lo hanno molti Paesi d'Europa. Qual è il nostro limite in questo momento? Le persone che svolgono a tempo pieno questo lavoro sono semplicemente i 20 presidenti delle commissioni e i 6 componenti supplenti delle sezioni che siamo riusciti ad avere assegnati i componenti dell'UNHCR. Il resto, il personale degli enti locali, il personale della PS e così via, è a mezzo servizio. Questo ci crea una marea di problematiche.
  Riuscire a professionalizzare, avere un corpo di istruttori che a tempo pieno fa solo questo lavoro consentirebbe alle commissioni di lavorare in modo più professionale. Potremmo formarli a Roma in un campus e in tre mesi gli facciamo capire come va fatto questo lavoro. Non sono grossi numeri. Da un'analisi, 300 persone formate in questo modo ci permetterebbero di lavorare in modo ben diverso.

  PAOLO ARRIGONI. Intervengo giusto per vedere se ho capito: a oggi, quindi, i procedimenti da concludere sono 83.000, ivi compresi...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Aspetti. 83.000 è un numero sporco.

  PAOLO ARRIGONI. Meno gli 11.000 sospesi.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Senatore, le dico i numeri come stanno, i numeri sulle pendenze. Il numero totale delle pratiche a oggi pendenti è di 83.330, ma attenzione perché questo è un numero sporco, che contiene: 11.000 dublinanti; 13.922 persone che sono state già convocate o sentite o con provvedimento da notificare, o chiuso; altre 4.000, di cui stiamo facendo le convocazioni, che devono essere notificate. Il numero vero delle pendenze è di 47.000. Il numero sporco è 83.330. Ci sono dentro gli irreperibili, le pratiche congelate. Il numero vero delle pendenze, da lavorare, è di 47.009 al 9 settembre.

  GIORGIO BRANDOLIN. Porrò una domanda anche a nome della mia collega Gadda, che si scusa, ma deve svolgere l'Ufficio di Presidenza dell'altro Comitato. Mi chiedeva se abbiamo delle notizie un po’ più precise sul numero che all'inizio ci ha fornito di 72.000 richieste al 1° settembre 2016. Solo 11.000 sono donne. Abbiamo qualche notizia? Sono nigeriane? Fanno parte della tratta delle schiave? Vorremmo conoscere la nazionalità per capire se avete qualche elemento in più.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Le dico sinceramente che non abbiamo fatto quest'analisi. Possiamo farla. Se il Parlamento ce lo chiede, in una settimana cominciamo ad analizzare la situazione e la facciamo.

  PRESIDENTE. Se fosse possibile farci avere il dato, la ringrazieremmo.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Noi abbiamo scorporato il dato del numero complessivo delle richieste di asilo facendo Pag. 13riferimento al modello C3, non al numero di persone, ed è di 73.349, a cui fanno capo 75.000 persone. Abbiamo suddiviso per aree geografiche. Dall'Asia vengono 18.454 persone; dall'Europa 2.387; 50.417 dall'Africa; 833 dall'America; 250 da altre aree del mondo. La collega mi dice che probabilmente questi dati possono essere reperiti da Eurostat. Poi abbiamo suddiviso le domande per uomini e donne, e abbiamo 64.638 uomini e 11.043 donne. Se, però, il Parlamento ce lo chiede, possiamo procedere a un'analisi, perché è un dato di cui disponiamo.

  GIORGIO BRANDOLIN. Adesso ho una domanda mia, e mi ascolta anche il mio collega, Arrigoni. Lei ci ha riferito, per il 2016, di Paesi tra i quali non ho sentito nominare la Siria relativamente né ai numeri che ha fornito all'inizio, né – magari non ho ben capito – alle rotte balcaniche. Significa che non ci sono più, sono bloccati in Turchia? Ha qualche elemento per capire? Mi ha colpito che fossero richiamati tutti meno che la Siria. I siriani non esistono più?

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Io ho il numero delle domande di asilo presentate dai siriani: sono 990.

  PRESIDENTE. Incredibile. Quelli che sono in guerra vera...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Probabilmente la presentano in altre aree. Ovviamente, queste potrebbero anche far capo alle procedure di resettlement. Comunque, le domande di asilo da parte dei siriani sono estremamente ridotte.

  PRESIDENTE. Lei risponde così, poi sono altri che dovranno fare l'analisi politica.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Posso fornirvi un dato interessante per capire come operano le commissioni: abbiamo dato a tutti i siriani la protezione, è ovvio.

  GIORGIO BRANDOLIN. L'ultima domanda è sui Balcani, è di mia competenza. Da anni abbiamo posto il problema in particolare nel Friuli Venezia Giulia, con la commissione di Udine, di Gorizia, come lei ben sa, proprio per il passaggio a Tarvisio. Le informazioni che ci ha fornito derivano dalle dichiarazioni dei richiedenti, giusto? Avete degli elementi di conferma?
  Da articoli di stampa, da prese di posizione, abbiamo numeri abbastanza elevati, di migliaia di persone, che passano attraverso quel confine, sloveno, ma soprattutto austriaco, come lei ben sa. Come trattate quelli? Se non hanno un documento che sono passati per l'Austria, un ticket, ce li teniamo e dobbiamo...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Su questo non sono in grado di risponderle, per un motivo molto semplice: io li prendo in carico nel momento in cui mi fanno un C3, ed è stata presentata quindi la domanda presso le questure ed è stata definita la procedura Dublino...

  PRESIDENTE. Dobbiamo allora richiamare la cortese responsabile dell'Unità Dublino...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Nel momento in cui è stata chiusa la procedura, io li prendo in carico. L'unica cosa che potevo fare per cercare di capire la situazione era chiedere informazioni specifiche nel corso dell'intervista. Ovviamente, sono dati che non hanno una scientificità, ma sono sicuramente indicativi.

  PRESIDENTE. Interpelleremo di nuovo l'Unità Dublino, ma temo che la risposta che ci daranno sarà che è difficile l'onere della prova sul primo approdo. Questo andrebbe migliorato. Io non so come sia, ma dovrebbe essere fino a prova contraria. È anche vero che chissà che cosa dichiarano in arrivo.

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  GIORGIO BRANDOLIN. E infatti, presidente, mi ha colpito questo, il buon lavoro fatto da loro, in cui ci descrivono addirittura le percentuali, chi per la Bulgaria, chi per la Macedonia. Abbiamo questo dato, ce lo ha fornito lei: forse partendo da lì qualche ragionamento a monte dovrebbe essere fatto, non da lei, ma dal vostro ufficio ovviamente.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Ripeto che il mio è un tentativo di approccio al sistema. L'unico strumento che abbiamo sono le interviste che facciamo, con i limiti che questo comporta. Non è neanche detto, infatti, che ci dicano la verità.

  GIORGIO BRANDOLIN. Se ho capito bene, sui dati nazionali del 2016, tra la richiesta positiva delle tre forme di asilo, di protezione, che se ho ben capito sommano un 25 per cento delle commissioni, se non un po’ di più...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Io le posso fornire, se le possono essere utili, i dati della torta degli esami delle commissioni.

  GIORGIO BRANDOLIN. Sì, della torta.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Il problema è in questi termini: al 9 settembre, il numero complessivo delle persone esaminate è di 63.334. Tenga conto che sul numero delle pratiche esaminate siamo riusciti ad avere un incremento di quasi il 50 per cento rispetto alla produttività delle commissioni nello stesso periodo dell'anno scorso. Un altro elemento che non ho fornito, ma che per me è importante, è il fatto che le domande di asilo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sono aumentate già del 46 per cento. Nonostante questo, con grossi sforzi delle commissioni, siamo riusciti ad aumentare il numero delle decisioni del 50 per cento. Come si divide la torta: protezione internazionale, 3.183, pari al 5 per cento; protezione sussidiaria, 8.751, pari al 14 per cento; protezione umanitaria, 11.966, pari al 19 per cento; non riconoscimento, quindi diniego, 37.011, pari al 58 per cento. Abbiamo un 4 per cento di irreperibili, 2.359, e altri esiti, come possono essere procedure sospese, magari per allontanamento o altre motivazioni, per un 65-70 casi, quindi assolutamente irrilevanti.

  GIORGIO BRANDOLIN. La domanda era proprio questa, anche un po’ per la mia formazione tecnica. Il totale delle risposte positive è praticamente di 14 e 19 più 5, 40 per cento: del rimanente 58-60 per cento ho un altro dato: fatto ricorso ai tribunali, viene accolto il 65 per cento.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Attenzione, onorevole, non può unirli. Sono di anni precedenti.

  PRESIDENTE. Il prefetto è stato molto chiaro sul fatto che tutto partirà anche da una professionalizzazione e dalla possibilità di dare anche delle risorse. C'è un progetto per specializzare. Oggi il Ministro della giustizia ha recepito questa discrasia che ha individuato il Comitato per primo. Bisognerà trovare delle soluzioni...

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Non posso aggiungerne, onorevole, perché quel 60-65 per cento in aggiunta è magari per una decisione che è stata presa tre anni fa, in contesti completamente diversi. Può essere interessante confrontare il numero delle domande presentate su quelle decise. Il nostro è un dato assolutamente empirico, che riguarda le notifiche. Se andiamo a esaminare la situazione dei ricorsi dal 1° gennaio 2014 al 9 settembre 2016, io trovo che sono stati presentati 41.130 ricorsi, ma ne sono stati decisi appena 7.019. Ribadisco, però, che questo è un dato assolutamente empirico.

  PRESIDENTE. Perché giustamente, i tribunali sono oberati di cause, hanno altre priorità, non possono occuparsi esclusivamente Pag. 15 dei migranti. Per questo chiediamo da tempo a gran voce e auspichiamo che vengano fatte le sezioni specializzate. I poveri giudici in questo vanno anche compresi, non possono trovarsi a ruolo tutti i ricorsi dei migranti e basta.

  ANGELO TROVATO, Presidente della commissione nazionale per il diritto di asilo. Una sezione specializzata ci consentirebbe di lavorare meglio insieme.

  PRESIDENTE. Ringraziamo molto il prefetto, che ha fornito dati importantissimi. Eventualmente possiamo acquisire agli atti alcuni dei documenti che ha prodotto nel corso dell'audizione. Vogliamo anche ringraziare la sua competentissima viceprefetto, dottoressa Francesca Tavassi, presidente supplente della Commissione nazionale per il diritto di asilo.
  Vi abbiamo già avuti qui e vi reinviteremo. Ringrazio anche i colleghi.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.