XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 16 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brandolin Giorgio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione dell'Ambasciatore di Norvegia in Italia, S.E. Bjørn Trygve Grydeland.
Brandolin Giorgio , Presidente ... 3 
Grydeland Bjørn Trygve , Ambasciatore di Norvegia in Italia ... 4 
Brandolin Giorgio , Presidente ... 8 
Arrigoni Paolo  ... 8 
Mazzoni Riccardo  ... 8 
Grydeland Bjørn Trygve , Ambasciatore di Norvegia in Italia ... 8 
Brandolin Giorgio , Presidente ... 9 
Grydeland Bjørn Trygve , Ambasciatore di Norvegia in Italia ... 9 
Brandolin Giorgio , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIORGIO BRANDOLIN

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Ambasciatore di Norvegia in Italia, S.E. Bjørn Trygve Grydeland.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento alle politiche dei Paesi aderenti relative al controllo delle frontiere esterne e dei confini interni, l'audizione dell'ambasciatore di Norvegia in Italia, S.E. Bjørn Trygve Grydeland.
  Il Comitato sta svolgendo una serie di audizioni di ambasciatori nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno, anche a fronte del massiccio afflusso in questi ultimi mesi, e ad ottobre-novembre dello scorso anno, di rifugiati prevalentemente provenienti dalla Siria e dalle aree limitrofe.
  Abbiamo già audito gli ambasciatori di Francia, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Austria, Russia, Danimarca e Svezia, la rappresentante del Governo regionale del Kurdistan iracheno, nonché gli ambasciatori di Tunisia, Egitto, Marocco e Israele.
  Secondo quanto risulta al nostro Comitato, recentemente sette Paesi dell'area Schengen hanno reintrodotto controlli (non chiuso i confini) alle rispettive frontiere interne: l'Austria, la Danimarca, la Francia, in particolare in seguito agli attacchi terroristici dello scorso anno, la Germania, la Svezia, il Belgio e la Norvegia dal 26 novembre 2015 al 15 marzo 2016.
  In proposito risulta al Comitato, anche da notizie di stampa, in particolare dall'agenzia Adnkronos del 15 marzo 2016, che il ministro norvegese della giustizia e della sicurezza nazionale, Anders Anundsen, abbia annunciato ieri che la Norvegia continuerà a mantenere i controlli di frontiera per gli arrivi provenienti da Danimarca, Germania e Svezia per un altro mese.
  Risulta anche al Comitato che la Commissione europea abbia presentato il 4 marzo 2016 una road map per il ripristino di un normale funzionamento dell'area Schengen, con l'obiettivo di dismettere i controlli alle frontiere interne entro il prossimo dicembre «se le condizioni generali lo permetteranno». Le chiediamo quindi di riferire al Comitato, nei limiti delle sue competenze, elementi di conoscenza sulle motivazioni della decisione assunta dal Governo norvegese di reintrodurre i controlli alle proprie frontiere interne e sulla posizione assunta dalla Norvegia in relazione a questa road map presentata dalla Commissione.
  Punto 2), sulla nuova legge sui migranti all'esame del Parlamento norvegese. Risulta a questo Comitato anche dalle agenzie di stampa che alla fine del 2015 il neoeletto ministro dell'immigrazione e dell'integrazione abbia presentato un piano di quaranta punti per rafforzare le regole sull'immigrazione e che in primavera il Parlamento norvegese dovrebbe mettere ai voti una nuova legge sui migranti. Le chiediamo, sempre nei limiti delle sue competenze, di fornire al Comitato maggiori elementi di conoscenza sui contenuti Pag. 4e le finalità delle nuove norme che il Parlamento norvegese si accinge ad esaminare.
  Punto 3), sugli esiti del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo del 7 marzo e riunione del Consiglio dei ministri dell'interno del 10 e 11 marzo. Risulta al Comitato che lunedì 7 marzo si è svolto il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo con la Turchia, che ha discusso della crisi dei migranti. La riunione sembra essersi conclusa con un'intesa di principio che dovrebbe concretizzarsi nel prossimo vertice europeo di domani e dopodomani e tra un'ora il Primo Ministro illustrerà la posizione del nostro Governo in quel consesso.
  Il 10 e 11 marzo scorsi si è svolto inoltre un Consiglio dei ministri dell'interno europei che ha adottato tra l'altro delle conclusioni sul contrasto al traffico dei migranti. Le chiediamo di riferire al Comitato sulla posizione tenuta dalla Norvegia nel corso di queste riunioni e sugli orientamenti del suo Governo in vista della riunione di domani e dopodomani.
  Punto 4), sulla posizione del Governo norvegese in relazione alle nuove proposte presentate dalla Commissione per la gestione dell'immigrazione. Il 9 settembre 2015 la Commissione europea ha presentato le nuove proposte di gestione dell'immigrazione nell'Unione europea, tra cui il ricollocamento di 120.000 richiedenti asilo all'interno della UE, in aggiunta alla proposta del maggio 2015 di ricollocarne 40.000. Le chiediamo di riferire nei limiti delle sue competenze maggiori informazioni sulla posizione del Governo norvegese in relazione alle proposte della Commissione, in particolare sulle modalità della prevista ripartizione dei rifugiati tra gli Stati membri.
  Questi sono i quattro argomenti che le pongo a nome del Comitato, poi saranno i colleghi una volta ultimata la sua relazione a fare domande precise.
  Lascio quindi la parola all'Ambasciatore di Norvegia in Italia, S.E. Bjørn Trygve Grydeland.

  BJØRN TRYGVE GRYDELAND, Ambasciatore di Norvegia in Italia. Grazie, presidente, grazie, membri del Comitato Schengen. Vorrei innanzitutto ringraziarvi per questo invito e per l'opportunità di illustrarvi l'attuale situazione in Norvegia per quanto riguarda l'applicazione dell’acquis Schengen così come il sistema di immigrazione e di asilo norvegese.
  Prima di cominciare lasciate che vi dica che ho seguito da vicino gli sviluppi in Italia negli ultimi quattro anni e mezzo, da quando mi sono trasferito a Roma nell'agosto 2011, in seguito alla mia nomina ad ambasciatore norvegese in Italia, e sono positivamente colpito dal modo in cui questo Paese ha gestito l'enorme pressione migratoria e gli arrivi via mare, ben prima che il fenomeno colpisse il resto d'Europa. Ritengo che lo sforzo italiano sia ammirevole e che i diversi Governi che si sono succeduti abbiano fatto un lavoro eccellente nella gestione della crisi migratoria a tutti i livelli.
  Come sapete, la Norvegia ha una posizione particolare all'interno dell'UE, in quanto non è membro dell'Unione europea, ma tuttavia è associata all'attività di Schengen attraverso un accordo separato. La Norvegia ha infatti formalmente aderito allo spazio Schengen all'inizio del 2001 e allo stesso tempo si è unita al sistema di Dublino. La situazione migratoria attuale ci riguarda quindi direttamente, e come in tutti gli altri Paesi europei oggi le questioni migratorie sono tra le priorità del Governo norvegese. Nell'autunno del 2015 la Norvegia ha vissuto un notevole aumento del numero di migranti e richiedenti asilo, un totale di 31.145 domande d'asilo è stato presentato in Norvegia nel 2015, e si tratta di un aumento pari a quasi tre volte rispetto al 2014, anno in cui erano state presentate 11.500 domande di asilo.
  Per quanto riguarda i principali Paesi d'origine, i richiedenti asilo provenienti dalla Siria sono stati il gruppo più rilevante nel 2015 con oltre 10.500 domande di asilo, seguito da afgani, iracheni ed eritrei. L'afflusso in Norvegia riguarda quindi soprattutto persone provenienti da Paesi «produttori di rifugiati», come si dice in gergo tecnico. L'arrivo dei richiedenti Pag. 5 asilo minori non accompagnati ha rappresentato una problematica a parte e vi è ragione di credere che la maggior parte sia inviata in Norvegia dalle proprie famiglie per contribuire al reddito familiare. Nel 2015 ben 5.297 minori non accompagnati hanno presentato domanda di asilo in Norvegia, rappresentando il 17 per cento delle domande d'asilo ricevute durante l'anno. La maggior parte dei richiedenti asilo minori non accompagnati in Norvegia sono afgani.
  Le 31.145 domande di asilo in un anno potrebbero non sembrarvi un gran numero, dal momento che in Italia sono arrivati più di 300.000 migranti negli ultimi due anni, ma non bisogna dimenticare che la Norvegia è un Paese relativamente piccolo con 5 milioni di abitanti e 31.145 richiedenti asilo su una popolazione di 5 milioni è un numero considerevolmente elevato. Per mettere la cifra in prospettiva, su una popolazione di 60 milioni di abitanti come quella italiana equivarrebbe a 372.000 domande di asilo in un anno, e mi riferisco alle domande di asilo effettive, vale a dire a persone che rimangono nel Paese e non solo a persone in transito. Ho citato questo esempio perché ritengo importante guardare al di là delle cifre assolute e valutare il peso reale sul totale della popolazione.
  Per quanto riguarda il 2016 la previsione per le domande di asilo presentate in Norvegia oscilla tra le 10.000 e le 60.000 domande di asilo. La situazione è anche da noi imprevedibile, tuttavia nel mese passato abbiamo assistito a una significativa diminuzione del numero di richiedenti asilo in Norvegia. Nei primi due mesi del 2016, infatti, sono state presentate soltanto 718 domande di asilo e vi sono ragioni per ritenere che le misure restrittive adottate dal Governo norvegese nel novembre 2015 abbiano avuto un impatto significativo sulla riduzione delle domande di asilo, così come le misure prese da Svezia e Danimarca. È troppo presto per dire se questo trend continuerà, tradizionalmente l'inverno tende ad essere bassa stagione per la migrazione verso l'Europa, ma questo inverno tuttavia i migranti e richiedenti asilo continuano ad arrivare in gran numero attraverso le rotte del Mediterraneo e vi è il rischio che anche la Norvegia sia interessata dall'aumento degli arrivi, pertanto è importante adottare misure per prepararsi al meglio ad un eventuale, futuro incremento e per cercare di ridurre i flussi migratori verso l'Europa. La Norvegia è e continuerà ad essere un Paese in cui le persone che rischiano di essere perseguitate o subire gravi lesioni dei diritti umani possono ottenere rifugio. È importante adottare misure al fine di proteggere questa possibilità.
  Recenti modifiche legislative. Nel novembre 2015 il Governo norvegese ha approvato alcune modifiche alla legge sull'immigrazione. Le modifiche includono la possibilità per le autorità norvegesi di negare un esame del merito delle domande di asilo presentate da persone che hanno legalmente soggiornato in un Paese sicuro prima di entrare in Norvegia. Tale modifica è stata innescata dal maggiore afflusso di richiedenti asilo entrati in Norvegia attraverso la Russia, tema su cui tornerò a breve. Durante la seconda parte del mese di dicembre il Ministero norvegese responsabile delle politiche per l'immigrazione ha sottoposto a pubbliche consultazioni molteplici proposte restrittive sulla legge sull'immigrazione. L'obiettivo principale di queste misure è quello di ridurre gli arrivi di persone che non hanno bisogno di protezione. Le misure proposte includono un più ampio uso della protezione temporanea, misure più restrittive sul ricongiungimento familiare, requisiti più severi per il rilascio di permessi di soggiorno permanenti e nuove misure relative alla determinazione dell'identità. Non voglio soffermarmi oltre su queste misure, visto che il Ministero norvegese responsabile delle politiche per l'immigrazione non ha ancora presentato una proposta definitiva al Parlamento, che si prevede sarà presentata nelle prossime settimane. Vale forse la pena ricordare che la Norvegia ha introdotto già dal 2004 procedure accelerate per l'esame delle richieste di asilo presentate da cittadini che provengono da un Paese di origine considerato sicuro. L'elenco dei Paesi d'origine Pag. 6sicuri viene aggiornato regolarmente e attualmente contiene tutti i Paesi dell'UE e la maggior parte dei Paesi candidati all'adesione all'UE.
  Strutture di accoglienza e accesso al mercato del lavoro. Per quanto riguarda le strutture di accoglienza la Norvegia offre alloggi a tutti i richiedenti asilo. Di solito ai richiedenti asilo viene offerto un posto in un centro di accoglienza, tuttavia il maggior afflusso di richiedenti asilo nell'autunno del 2015 ha aumentato la pressione sul sistema di asilo norvegese in generale e sul sistema di accoglienza in particolare, quindi le autorità norvegesi hanno dovuto utilizzare forme alternative di alloggio come soluzione temporanea, come per esempio alberghi. Attualmente quasi 30.000 persone vivono nelle nostre strutture di accoglienza, più del doppio rispetto alle stesso periodo dello scorso anno. Come sapete molto bene in Italia, l'imprevedibilità del numero degli arrivi richiede un sistema di ricezione flessibile, che possa essere aumentato o ridimensionato in base ai numeri di arrivo. Da una parte, quindi, dobbiamo usare le nostre risorse nel miglior modo possibile e non avere centri di accoglienza vuoti, dall'altra dobbiamo prepararci per una possibile, nuova ondata di richiedenti asilo. La sistemazione in centri di accoglienza è su base volontaria ed è offerta ai richiedenti asilo dal momento in cui viene presentata la domanda, fino a quanto il richiedente asilo che abbia ottenuto lo status venga assegnato a un comune o in caso di diniego venga rimpatriato nel Paese di origine. I richiedenti asilo che desiderano lasciare un centro di accoglienza sono liberi di farlo, ma sono tenuti per legge ad informare le autorità norvegesi del loro indirizzo in Norvegia, quindi, se un richiedente asilo lascia una struttura di accoglienza senza informare le autorità sul suo nuovo indirizzo, la sua domanda di asilo verrà respinta per motivi formali. Per quanto riguarda i tempi di attesa, l'aumento delle richieste di asilo ha notevolmente allungato i tempi per ottenere una decisione in prima istanza per la quale oggi occorrono tra i 10 e i 18 mesi. Circa il 75 per cento delle domande di asilo ha ottenuto esito positivo, il 65 per cento ha ottenuto lo status di rifugiato, l'8 per cento la protezione sussidiaria e il 2 per cento la protezione umanitaria.
  I richiedenti asilo maggiorenni che alloggiano in strutture di accoglienza con catering, dove dunque vengono distributivi i pasti, ricevono circa 80 euro al mese come bonus, mentre i richiedenti asilo che alloggiano in strutture di accoglienza con angolo cottura, dove devono provvedere da soli al vitto, ricevono circa 250 euro al mese come indennità. A seguito di un diniego finale, tale importo è ridotto a 190 euro al mese. I richiedenti asilo hanno il diritto di lavorare mentre la loro domanda di asilo è in fase di valutazione, qualora abbiano concluso l'audizione nell'ambito della loro domanda di asilo, che non sussista alcun dubbio circa la loro identità e non vi siano motivi per considerare un'espulsione. I richiedenti asilo continuano ad avere il diritto di lavorare anche durante il ricorso nella misura in cui sia stato concesso l'effetto sospensivo del provvedimento di espulsione legato al diniego in prima istanza.
  Reintroduzione temporanea del controllo alle frontiere interne. Come lei ha detto, a partire dalla fine di novembre 2015 la Norvegia ha temporaneamente reintrodotto i controlli alle frontiere interne in conformità con il codice di Schengen, e attualmente il controllo alle frontiere viene effettuato su tutti i traghetti provenienti dalla Svezia, dalla Danimarca e dalla Germania. Chiunque cerchi di recarsi in Norvegia su questi traghetti senza documenti di viaggio validi viene respinto al terminal dei traghetti in Svezia, Danimarca e Germania. Recentemente il Governo norvegese ha deciso di prolungare ulteriormente il controllo alle frontiere interne fino al 13 aprile.
  Confine russo-norvegese. Saprete sicuramente che nel 2015 abbiamo vissuto un'enorme afflusso di richiedenti asilo entrati in Norvegia e quindi nello spazio Schengen attraverso la nostra frontiera con la Russia, quindi 5.500 persone hanno richiesto asilo in Norvegia nel 2015 dopo aver attraversato la frontiera esterna di Schengen a Storskog, il valico di frontiera tra la Norvegia e la Federazione russa. Queste costituiscono Pag. 7quasi il 20 per cento di tutte le domande di asilo presentate nel 2015. Dall'inizio di dicembre 2015, tuttavia, nessun richiedente asilo è entrato attraverso questa frontiera, ma è troppo presto per dire se questa tendenza continuerà.
  Il Ministero norvegese della giustizia e pubblica sicurezza, il Ministero responsabile delle politiche di immigrazione hanno istruito sia l'Agenzia per i rifugiati, la prima istanza, che la Commissione d'appello, la seconda istanza, sull'esame delle domande di asilo presentate da questo gruppo. In generale queste domande di asilo vengono respinte senza entrare nel merito della domanda e le persone vengono espulse verso la Russia. Vi è un costante dialogo tra la Norvegia e la Russia su questa questione, i titolari di visti multipli per la Russia o di permessi di soggiorno russi vengono espulsi verso la Russia, tuttavia le persone che non sono titolari di visti multipli per la Russia o di permessi di soggiorno non possono al momento essere espulsi verso la Russia. Le persone che non soddisfano i requisiti per i permessi di soggiorno in Norvegia riceveranno un diniego e verranno espulse verso i loro Paesi di origine.
  Politiche di rimpatrio. Come nella maggior parte degli altri Paesi europei, anche in Norvegia ci sono molti richiedenti asilo che non hanno diritto alla protezione internazionale e devono dunque ritornare nei loro Paesi di origine. I richiedenti asilo e gli altri migranti senza un permesso di soggiorno legale in Norvegia sono tenuti a tornare nei loro Paesi di origine da soli o con l'assistenza delle autorità norvegesi. La Norvegia offre generosi pacchetti di rimpatrio e reintegrazione a coloro che ritornano volontariamente, l'assistenza è data principalmente attraverso l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Le persone che non lasciano il territorio norvegese volontariamente vengono espulse e rimpatriate dalla polizia norvegese. Un sistema di rimpatrio efficiente è una priorità per il Governo norvegese, e questo è di vitale importanza al fine di proteggere il regime di asilo e richiede una buona cooperazione con i Paesi di origine. La Norvegia ha accordi di riammissione con circa trenta Paesi, come l'Afghanistan, l'Iraq e la Russia. In totale la polizia norvegese rimpatria verso un centinaio di Paesi. Nel 2015, 7.825 persone sono state rimpatriate dalla polizia norvegese, mentre 1.167 persone sono tornate volontariamente nei loro Paesi di origine con l'assistenza dell'OIM.
  Operazione Triton. La Norvegia è un membro di Frontex e dal 2015 partecipa all'operazione Triton nel Mediterraneo centrale con un mezzo navale, la Siem Pilot. La nave ha la maggiore capacità all'interno dell'operazione Triton ed ha salvato oltre 10.000 migranti da quando è arrivata nel Mediterraneo centrale. Recentemente il Governo norvegese ha esteso la nostra partecipazione alla missione Triton con un mezzo navale per altri sei mesi, quindi ho fino ad ottobre 2016.
  Ricollocamenti, relocation. Solo due parole sulla questione dei ricollocamenti. Come sapete, nel 2015 il Consiglio dell'UE ha deciso di ricollocare 160.000 richiedenti asilo provenienti dall'Italia e dalla Grecia verso altri Paesi europei. La Norvegia non ha preso parte alle due decisioni del Consiglio, non facendo queste parte dell’acquis Schengen, tuttavia il Governo norvegese ha deciso di partecipare al sistema dei ricollocamenti su base volontaria ed ha quindi informato la Commissione europea che si farà carico di 1.500 richiedenti asilo durante il 2016 e il 2017. Per essere in grado di partecipare al meccanismo dei ricollocamenti però dobbiamo concludere degli accordi sulle modalità operative con l'Italia e la Grecia, come previsto dalla decisione del Consiglio. Siamo attualmente in procinto di firmare i suddetti accordi e speriamo di essere operativi entro maggio.
  Reinsediamento. Oltre a ciò, la Norvegia ha accettato di reinsediare 3.000 persone provenienti dalla Siria nel 2016 nel quadro del meccanismo di reinsediamento UE di un contingente di 3.120 posti. Nel 2015 a 2.544 rifugiati è stato offerto il reinsediamento in Norvegia, la quota maggiore dei quali proveniva dalla Siria.
  Misure di integrazione. Quando un richiedente asilo riceve un permesso di soggiorno, viene insediato in un comune in Pag. 8Norvegia, sono i comuni stessi a decidere il numero di rifugiati da insediare sul proprio territorio e la questione dell'insediamento dei rifugiati è regolata da un accordo separato tra il Governo e l'Organizzazione nazionale dei comuni.
  Grazie a tutti, mi scuso per il mio italiano e vi chiedo di poter rispondere alle vostre domande in inglese.

  PRESIDENTE. Intanto la ringrazio e le faccio i complimenti per il suo italiano, noi abbiamo sempre difficoltà con altre lingue. La ringrazio per l'esauriente relazione che ha toccato i quattro punti citati in premessa.
  Lascio la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO ARRIGONI. Grazie, presidente. La ringrazio, ambasciatore, per i dati puntuali che ci ha fornito e vorrei farle alcune domande. Nella revisione della legge norvegese sull'immigrazione voi avete previsto, come si sta valutando in altri Paesi, di far contribuire i richiedenti asilo, qualora ne avessero la disponibilità economica, alla copertura delle spese per i servizi di accoglienza?
  Se non ho capito male, lei ha parlato di procedure accelerate per verificare le domande di asilo di coloro che provengono da Paesi sicuri, quindi voi adottate due procedimenti, uno per coloro che vengono da Paesi che hanno effettivamente bisogno di protezione internazionale e un altro più accelerato per chi proviene da Paesi sicuri?
  Lei ha parlato di una tempistica che va dai 10 ai 18 mesi per quanto riguarda la prima istanza di valutazione della domanda di asilo. Per la seconda istanza a seguito di diniego, qual è il soggetto competente che la istruisce e qual è la tempistica?
  Tra le modalità di accoglienza lei ha citato due differenti erogazioni in denaro ai richiedenti asilo, 80 euro al mese per coloro ai quali viene erogato il vitto e 250 euro al mese per coloro che hanno un angolo cottura. Vuol dire che in quest'ultimo caso non ci sono delle cooperative o dei soggetti aggiudicatari del servizio? In Italia le prefetture fanno il bando per individuare i soggetti in grado di erogare i servizi di accoglienza, mentre in Norvegia è lo Stato che eroga direttamente al richiedente senza alcun intermediario?

  RICCARDO MAZZONI. Ringrazio anch'io l'ambasciatore e lo ringrazio doppiamente perché la Norvegia, pur non facendo parte dell'Unione europea, si sta facendo carico in maniera molto generosa di contribuire a gestire l'emergenza migranti, mentre Paesi dell'Est europeo, che in passato hanno vissuto esperienze drammatiche simili a quelle che stanno vivendo oggi altri Paesi, stanno innalzando muri, quindi questo vi fa onore.
  Lei ha detto che la Norvegia ha siglato accordi con trenta Paesi per i rimpatri, però avete fatto rimpatri in cento Paesi. Su che basi avete effettuato questi rimpatri, non avendo accordi bilaterali?
  Sulla stampa europea è stato scritto nelle passate settimane che i 5.500 migranti arrivati dal confine russo verranno tutti rimpatriati (è stato scritto «deportati» tra virgolette) in Russia. Ce lo conferma?

  BJØRN TRYGVE GRYDELAND, Ambasciatore di Norvegia in Italia. Grazie, mi scuso per il fatto di parlare in inglese ma in questo modo sono sicuro di dare risposte più precise. Grazie innanzitutto al senatore Arrigoni della Lega Nord per le domande molto pertinenti. Per quanto riguarda la possibilità dei richiedenti asilo di versare un loro contributo economico e finanziario, so che voi avete udito miei colleghi scandinavi, per esempio il mio collega della Danimarca, ma il nostro sistema è diverso da quello danese, per cui non chiediamo ai richiedenti asilo di versare un contributo per contribuire al loro sostentamento. Tuttavia, il sistema che abbiamo in Norvegia è tale per cui, nella fase di attesa che la loro richiesta di asilo venga elaborata, i richiedenti asilo vivono all'interno dei centri di accoglienza, che sono sostanzialmente di due tipi. Nella maggior parte di essi, i richiedenti Pag. 9 asilo hanno la possibilità di prepararsi da soli da mangiare. In Norvegia si è dibattuto a lungo per stabilire come consentire ai migranti di organizzare la loro vita all'interno dei centri di accoglienza durante l'attesa della lavorazione della loro domanda di asilo. Il pensiero prevalente è stato che spetti ai migranti la responsabilità di provvedere a prepararsi il cibo nelle strutture di accoglienza.
  Sappiamo che il livello dei contributi versati dallo Stato è sceso in una percentuale tra il 10 e il 20 per cento, e il dibattito politico si è concentrato sull'opportunità o meno di ridurre ulteriormente questo contributo, il che dipenderà dal numero di rifugiati che arriveranno in futuro.
  La situazione è tale che il nostro sistema di gestione dell'esame delle domande d'asilo è più o meno uguale per tutti i tipi di migranti. Tuttavia, a seconda della nazionalità, abbiamo introdotto una procedura accelerata che nel giro di quarantotto ore consente l'esame di una domanda; di solito ogni domanda viene esaminata individualmente, caso per caso. Per determinate nazionalità prevediamo l'esame «accelerato» delle domande, perché preferiamo mettere a disposizione le nostre risorse per coloro che hanno veramente bisogno di protezione internazionale rispetto a chi non ha reale necessità di protezione internazionale e può essere rispedito in un Paese sicuro.

  PRESIDENTE. Quindi iracheni, siriani, profughi sostanzialmente...

  BJØRN TRYGVE GRYDELAND, Ambasciatore di Norvegia in Italia. Faccio un esempio: i siriani e gli eritrei sono quelli che nella maggior parte dei casi presentano domande che per lo più vengono accolte, e per loro non si ricorre alla procedura accelerata. Utilizziamo la procedura accelerata per coloro che arrivano da altri Paesi, verso i quali sia possibile effettuare subito un rimpatrio.
  Per quanto riguarda il primo grado della nostra procedura di esame delle domande di asilo sappiamo che il nostro primo grado è più lungo in Norvegia rispetto all'Italia e, come ho detto, varia dai 10 ai 18 mesi. Per quanto riguarda la domanda di appello, abbiamo un organo di secondo grado che si occupa dell'esame degli appelli per il mancato accoglimento in primo grado delle richieste d'asilo, l’Immigration Appeals Board, il Consiglio per gli appelli sull'immigrazione. Si tratta di un organo nel quale le domande di appello vengono valutate da un organo collegiale, composto da tre persone, incaricato di esaminare le domande. Quasi tutte le domande di asilo respinte in primo grado finiscono davanti a questo Consiglio, perché il migrante presenta ricorso, la normale durata della procedura di secondo grado è di sei mesi e noi forniamo assistenza legale a tutti coloro che ricorrono in appello.
  Anche per le autorità norvegesi, senatore Mazzoni, è molto difficile decidere il rimpatrio dei migranti nei loro Paesi d'origine a seguito del mancato accoglimento della loro richiesta d'asilo. Ho citato un numero molto alto di rimpatri avvenuto nel 2015, circa 7.500, e la maggior parte di questi rimpatri è avvenuta verso Paesi nei quali il rimpatrio poteva verificarsi agevolmente. Le autorità norvegesi stanno però lavorando attivamente per concludere nuovi accordi di rimpatrio con altri Paesi, per esempio fuori dall'Unione europea. Attualmente la Norvegia ha accordi con l'Afghanistan, l'Iraq e altri; in alcuni casi questi accordi funzionano bene, in altri meno.
  Per quanto riguarda la cosiddetta «deportazione» in Russia, così come è stata definita dai media, sicuramente non userei quel termine. Tuttavia devo ammettere che l'alto numero di persone che nel 2015, ho parlato di più di 5.000 persone, sono arrivate in Norvegia dalla Russia, ci ha sorpreso molto; non tutti sono stati rimpatriati, ci sono ancora domande che devono essere esaminate, ma chi non aveva manifestamente alcun diritto a presentare domanda di asilo è stato subito rimandato in Russia. Ho anche detto che per il 2016 non prevediamo altri arrivi in Norvegia via Storskog; si è visto che molti di coloro che sono arrivati in Norvegia dalla Russia attraverso Storskog vivevano in Russia già da molto tempo.

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  PRESIDENTE. Ringrazio l'ambasciatore per gli elementi che ci ha fornito, per la chiarezza e anche per la solidarietà che il suo Governo e il suo popolo stanno dimostrando rispetto a questo problema. Ringrazio i colleghi per le domande poste, saluto la dottoressa Giulia Paglione che l'accompagna e anche la nostra interpretate, la dottoressa Paola Borrelli, per il lavoro fatto questa mattina.
  Nel ringraziare l'Ambasciatore di Norvegia in Italia, S.E. Bjørn Trygve Grydeland, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.