XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Mercoledì 3 febbraio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI

Audizione dell'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, S.E. Sergei Razov.
Ravetto Laura , Presidente ... 2 
Razov Sergei , Ambasciatore della Federazione Russa in Italia ... 3 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Arrigoni Paolo  ... 6 
Vattuone Vito  ... 6 
Ravetto Laura , Presidente ... 6 
Razov Sergei , Ambasciatore della Federazione russa in Italia ... 7 
Ravetto Laura , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dell'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, S.E. Sergei Razov.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, l'audizione dell'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, S.E. Sergei Razov, che ringrazio della presenza.
  La prima traccia su cui vorrei una sua posizione è quella relativa al giudizio sulla situazione creata dai flussi di migranti provenienti dal Mediterraneo orientale e sulle misure in discussione nell'Unione per far fronte a tale fenomeno. Inoltre, vorrei informazioni sui problemi riscontrati alle frontiere della Federazione Russa.
  Risulta al Comitato da un comunicato stampa del Ministero dell'interno finlandese del 27 gennaio 2016 che, nel corso di un incontro tra il Ministro dell'interno finlandese Petteri Orpo e il suo omologo russo Vladimir Kolokoltsev del 27 gennaio, sia stato discusso il tema di una più stretta cooperazione tra i due Paesi per prevenire l'immigrazione clandestina e i reati connessi.
  Il Ministro dell'interno finlandese, Petteri Orpo, ha dichiarato che sia la Finlandia sia la Russia vogliono risolvere il problema in primo luogo su base bilaterale, anche se il confine orientale della Finlandia con la Russia è anche la frontiera esterna della zona Schengen.
  Negli ultimi mesi, quasi mille persone avrebbero attraversato il confine russo-finlandese per entrare in Finlandia, senza un visto Schengen.
  Il secondo tema è sulle problematiche relative ai rifugiati. Per quanto riguarda la frontiera russo-norvegese in particolare, risulta al Comitato che la Russia abbia chiuso, per ragioni di sicurezza, la sua frontiera con la Norvegia nell'Artico per i migranti che Oslo stava respingendo verso il territorio della Federazione. Dopo avere re-inviato, martedì 19 gennaio, 13 migranti verso la Russia, la Norvegia aveva annunciato di aver sospeso temporaneamente queste espulsioni, conformemente a un accordo bilaterale firmato nel 2011.
  In proposito, risulta al Comitato che il Segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjørn Jagland, in una lettera inviata il 26 gennaio al Primo ministro norvegese, Emma Solberg, avrebbe affermato che la gestione dei rifugiati che attraversano il confine tra Russia e Norvegia e le proposte linee guida sulla futura politica norvegese nei confronti dei rifugiati sollevano diversi problemi dal punto di vista del rispetto degli obblighi sanciti dalla Convenzione ONU per i diritti umani. Le chiedo, quindi, nei limiti delle sue competenze, se ci può dare informazioni a riguardo.
  Infine, vorremmo una sua opinione sul ruolo svolto dal Governo russo nella lotta contro il terrorismo fondamentalista, sui rischi di infiltrazione di militanti dell'ISIS-Daesh tra i migranti e sul giudizio delle autorità russe relativo all'evoluzione della situazione in Siria e in Iraq. Inoltre, vorremmo Pag. 3 dei commenti sulla posizione tenuta dall'Unione europea.
  La sequela di attentati in Europa e in Medioriente rivendicati da ISIS-Daesh confermano la grave minaccia rappresentata da questa organizzazione per la sicurezza internazionale. A tale proposito, risulta al Comitato, anche da quanto emerso nel corso dell'audizione del direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza italiano, l'ambasciatore Massolo, del 16 dicembre scorso, che in relazione ai cosiddetti foreign fighters, preoccupa la possibilità di infiltrazioni di questi ultimi nel flusso di migranti provenienti da Iraq, Siria e Afghanistan, poiché la rotta balcanica è stata sempre quella maggiormente utilizzata dai foreign fighters.
  Sappiamo che la Federazione Russa è attivamente impegnata in Siria nel contrasto al terrorismo fondamentalista e le chiediamo di riferire al Comitato, naturalmente nei limiti delle sue competenze, elementi di conoscenza sul ruolo svolto dal Governo russo.
  In più, ieri il Ministro della difesa italiano – eventualmente i colleghi di maggioranza, se mi esprimo non correttamente, mi correggeranno – ha enfatizzato l'importanza della creazione di una stabilità e quindi del Governo in Libia e anche l'importanza di un dialogo con le milizie libiche per evitare l'avanzata di ISIS. A riguardo, non sulla posizione del Governo italiano, le chiedo se lei ritiene che questa attitudine alla diplomazia sia importante e comunque che cosa pensa che dovrebbe fare l'Europa o eventualmente anche la partnership con gli Stati Uniti in relazione a questo tema. Grazie.
  Cedo la parola all'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, S.E. Sergei Razov, ricordando che la seduta è pubblica, quindi in pubblicità anche sulle agenzie, per cui, laddove lei dovesse dire qualcosa che ritiene utile secretare, può segnalarlo così chiudiamo la pubblicità della seduta.

  SERGEI RAZOV, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia. Sono lieto di essere oggi con voi e vi ringrazio molto per l'invito. In realtà, le questioni che riguardano la migrazione ritengo che siano fondamentali sia per il Parlamento italiano sia per gli europei sia per i russi.
  L'unica cosa che veramente mi imbarazza è appunto il tempo molto limitato, a giudicare dalle questioni che ha posto la Presidente. In realtà, noi possiamo rimanere qui fino a sera.
  Oggi, a questo incontro sono presenti anche i miei colleghi, il Consigliere politico Alexander Zezyulin che si occupa della politica estera e il capo dell'Ufficio consolare dell'Ambasciata, il consigliere Sergey Patronov, che può rispondere in dettaglio a tutte le questioni perché si occupa direttamente e conosce perfettamente tutti i regolamenti che riguardano il movimento di persone tra la Russia e l'Italia e tra la Russia e l'Unione europea, quindi, se avete delle domande concrete, loro sono disponibili a rispondervi.
  Noi, cioè la Russia e l'Italia, abbiamo non pochi problemi in comune. Nel territorio russo risiedono 10 milioni di cittadini stranieri, su 140 milioni di abitanti della Federazione Russa. Ho letto dei documenti preparati per l'incontro di oggi e ho visto che in Italia abitano 5 milioni di cittadini stranieri su 60 milioni di abitanti, quindi la percentuale della popolazione straniera in Italia è più o meno come la percentuale della popolazione straniera in Russia.
  Più che altro si è creato un certo bilancio tra quelli che arrivano e quelli che lasciano il nostro Paese e adesso si è creata anche a queste situazione: tante più persone lasciano il nostro Paese per una cifra che ammonta a circa un milione di persone. Ciò è accaduto a causa di diversi motivi, ma innanzitutto a causa del calo della crescita economica in Russia perché negli ultimi due anni effettivamente noi abbiamo bisogno di meno lavoratori stranieri.
  È stato introdotto anche un nuovo ordine secondo cui i cittadini dei Paesi che hanno il regime senza visti con la Federazione russa e che vogliono lavorare nel nostro Paese devono richiedere un permesso di lavoro speciale per ottenere il quale bisogna oltrepassare molte procedure burocratiche. Inoltre, questo permesso Pag. 4 costa parecchio anche al datore di lavoro.
  Su questi 10 milioni di stranieri, secondo i dati ufficiali ci sono circa 2 milioni di clandestini. Questi clandestini in realtà sono entrati nel territorio della Federazione Russa legalmente perché hanno espletato tutte le procedure necessarie al confine con la Russia, però poi non hanno espletato le procedure necessarie per registrarsi o per ottenere questo permesso di lavoro. Vi ripeto che l'introduzione di questo permesso di lavoro ha fatto sì che il numero dei clandestini si sia ridotto drasticamente.
  Per quanto riguarda i cittadini ucraini in Russia, devo dire che la situazione è molto particolare. Voi conoscerete benissimo la situazione piuttosto aspra in Ucraina, quindi vi ripeto che con i cittadini ucraini in Russia la situazione è molto particolare. In Russia risiedono circa 2,5 milioni di ucraini e di queste persone 1 milione e 100.000 sono quelli che provengono dal sud-est ucraino, cioè da quella zona dove è in vigore appunto questo conflitto. Dopo l'inizio del conflitto in Ucraina, cioè dall'aprile del 2014, 1 milione e 300.000 cittadini ucraini si sono rivolti ai servizi che si occupano delle questioni delle migrazioni in Russia per ottenere uno status giuridico. Di queste persone, sono 332.000 quelli che hanno richiesto l'ottenimento dell'asilo e 318.000 hanno richiesto il permesso di soggiorno.
  Poi, c'è anche una lista composta da 1 milione e 650.000 cittadini stranieri che non possono entrare nella Federazione Russa, visto che avevano violato la legislazione migratoria in precedenza. Queste violazioni sono di tipi molto diversi, però in generale posso dirvi che, se negli ultimi tre anni una persona che ha violato la legislazione migratoria o la legislazione che regola il funzionamento del mercato del lavoro per due volte non può più entrare nella Federazione russa. Questo riguarda soprattutto i cittadini dell'Uzbekistan. Tutte queste persone di cui ho parlato in realtà sono russofoni, cioè ex cittadini dell'Unione Sovietica, che sono finiti in diversi Paesi.
  Per quanto riguarda i Paesi che hanno il regime di visti con la Federazione russa, i cittadini che vogliono entrare nel nostro Paese e magari trovarvi un lavoro devono conoscere la lingua russa fino a un certo livello. Tuttavia, ci sono delle eccezioni a questa regola. Per esempio, queste eccezioni riguardano i lavoratori altamente qualificati. Nel 2015, il numero di questi lavoratori è aumentato del 30 per cento.
  Per quanto riguarda gli effetti della crisi migratoria in Europa, questi non sono molto significativi per la Federazione Russa. In realtà, nonostante il fatto che la Federazione Russa abbia un territorio molto vasto e quindi i confini molto lunghi, noi abbiamo degli ottimi controlli al confine del nostro Paese perché abbiamo una grande esperienza in questo settore e regoliamo abbastanza bene il regime di ingresso e di uscita dal Paese. Per vostra conoscenza, vi cito alcune cifre. Attualmente, in Russia abitano 7.000 cittadini siriani e questa cifra si è ridotta del 15 per cento rispetto all'anno precedente. Poi, ci sono anche 5.000 iracheni e 8.000 afgani. Non molte persone di questi Paesi hanno richiesto lo status di rifugiato o l'asilo temporaneo, quindi per noi questo non è proprio un problema. Un vero problema per noi sono i rifugiati dall'Ucraina. Si tratta di 330.000 persone, quindi noi dobbiamo evidentemente, come capirete benissimo, creare le condizioni necessarie per la loro vita dignitosa nella Federazione Russa.
  Tutti questi problemi sono seguiti con grande attenzione dai vertici del nostro Paese, dal Presidente e dal Governo. Inoltre, tre anni fa è stata approvato il programma della politica migratoria della Federazione Russa, entro il 2025. Uno degli obiettivi di questo programma è appunto il contrasto alla migrazione illegale, clandestina. Si tratta soprattutto del perfezionamento della legislazione in questo settore: il rafforzamento delle misure che riguardano la responsabilità per la violazione della legislazione migratoria e l'aumento della protezione dalla contraffazione dei documenti di identità e via discorrendo.
  La Presidente ha menzionato i problemi che sono sorti recentemente con la Finlandia Pag. 5 e con la Norvegia. In questo caso, sono migranti che utilizzano il territorio russo come Paese di transito e che vogliono ottenere lo status di rifugiato nei Paesi europei. Si tratta soprattutto di afgani, di indiani, di siriani e di cittadini del Bangladesh. Per quanto riguarda la Finlandia in questo caso si tratta di circa un migliaio di cittadini di questo genere, mentre in Norvegia di circa 5.500 persone. Queste sono le persone che sono arrivate legalmente in Russia. Alcuni hanno pure visti multipli, anche se, arrivati in Russia, in realtà non hanno dichiarato perché la Russia è solo un Paese di transito, e vogliono arrivare a destinazione, magari in Norvegia o in Finlandia. Queste persone che hanno i visti multipli verso la Federazione Russa e che sono arrivati attraverso il territorio russo in Finlandia o in Norvegia devono, secondo l'accordo di riammissione, ritornare in Russia.
  Appunto con le persone che non hanno visti multipli, quindi non hanno le ragioni per essere riportati in Russia, sorgono diversi problemi. Attualmente, noi, attraverso alcuni canali di lavoro, ne parliamo con la Finlandia e con la Norvegia per trovare una soluzione reciprocamente accettabile. Recentemente, i primi ministri della Finlandia e della Norvegia ne hanno parlato in maniera costruttiva.
  Vorrei passare alle problematiche di cui ha parlato la Presidente e che credo vi stiano più a cuore, in particolare alla problematica del contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo.
  Io, essendo qui in rappresentanza di un Paese straniero, in realtà posso parlare della politica migratoria della Federazione Russa e dei rapporti tra l'Italia e la Russia. Tuttavia, dovete capire che non sarà molto corretto esprimere delle valutazioni sulla politica migratoria dell'Unione europea. La prima legge della diplomazia è appunto quella di non interferire negli affari altrui, quindi voglio seguire questa regola.
  Voglio sottolineare che la Russia ha sostenuto la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU dell'ottobre del 2015 che riguarda il contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo. Tuttavia, voglio ricordarvi che questa risoluzione comunque non può essere interpretata in una maniera più ampia. Noi speriamo che i Paesi dell'Unione europea che partecipano all'operazione militare rispetteranno a pieno titolo tutte le regole del diritto internazionale così come tutte le disposizioni di questo documento che in realtà getta le basi giuridiche delle azioni militari nelle acque internazionali. Noi speriamo che tutte le misure saranno proporzionali e saranno effettuate soprattutto contro gli scafisti e esclusivamente nelle acque internazionali lungo le coste libiche.
  Vorrei sottolineare, tra parentesi, che spesso noi notiamo l'applicazione del sistema di «due pesi e due misure» da parte dei nostri partner europei nel settore migratorio. Sto parlando del fatto che alcuni leader dell'Unione europea hanno condannato pubblicamente l'Ungheria per aver creato la recinzione di filo spinato alla confine serbo. In questo caso, io non darò una valutazione, quindi non dirò che sia stato giusto o sbagliato. Al contempo, per qualche oscuro motivo, il fatto che la Lettonia e l'Estonia che sono Paesi membri dell'Unione europea vogliano costruire un muro al confine con la Russia non suscita reazioni analoghe. Per noi l'Unione europea è uno dei nostri maggiori partner nel settore migratorio. Vi ripeto che i problemi dell'Unione europea e dell'Italia in particolare come Paese membro dell'Unione europea e di transito di grandi flussi di migranti suscita in noi interesse e anche sensazioni di condivisione di queste situazioni.
  Nel 2011 abbiamo lanciato il dialogo tra Russia e Unione europea sulla migrazione e, come saprete benissimo, nonostante il fatto che il clima nei rapporti tra la Federazione Russa e l'Unione europea non sia migliorato molto, i contatti in questo settore noi li manteniamo. Nell'ambito di questo dialogo, si tengono numerosi incontri di esperti e via discorrendo. Noi collaboriamo in maniera molto attiva nel settore del contrasto all'immigrazione clandestina, anche grazie all'accordo sulla riammissione tra Russia e UE del 2007.
  Noi siamo disponibili a continuare questo dialogo. Più che altro, non siamo stati Pag. 6noi ad avanzare l'iniziativa di congelare il dialogo nell'ambito dei diversi canali di lavoro. Se sono informato bene, prossimamente a Mosca si terrà una tradizionale seduta di questa commissione di esperti. Noi siamo disponibili a condividere la nostra esperienza in questo settore e a collaborare con voi su questi problemi.
  Nel caso in cui voi foste interessati, se ci fosse un'iniziativa da parte vostra, noi potremmo lanciare consultazioni analoghe anche a base bilaterale, cioè tra Russia e Italia. Per quanto riguarda il dialogo bilaterale tra la Russia e l'Italia, ci sembra che si stia riprendendo in diversi settori. In particolare, iniziamo a prepararci alla visita del Presidente Renzi in Russia. Ci sono anche dei progetti ad alto livello, ed effettivamente questo fatto ci ispira molta confidenza e una visione positiva del futuro. Io credo che le problematiche che riguardano la migrazione possano essere proprio quelle che suscitano l'interesse di ambedue le parti.
  La signora presidente ha parlato della Siria e della Libia, però io credo che in questo caso noi dobbiamo organizzare un incontro separato, perché in realtà sono delle problematiche veramente molto grandi.

  PRESIDENTE. Grazie, ambasciatore. Senz'altro ci farà piacere incontrarla di nuovo. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO ARRIGONI. Nelle domande della presidente Ravetto, a cui lei ha risposto, si parlava di flussi di immigrati tra la Federazione Russa, la Norvegia e la Finlandia. Vorrei sapere se esistono dei fenomeni anche ai confini tra la Federazione Russa, l'Estonia e la Lettonia e di quale entità.
  Lei, ambasciatore, ha parlato di una presenza, nell'ambito dei 10 milioni di stranieri nella Federazione Russa, di un quantitativo rilevante di clandestini, che hanno avuto questo status nel momento in cui sono entrati regolarmente, ma non hanno completato le procedure di registrazione o hanno avuto la scadenza del permesso di soggiorno. Vorrei sapere se nella Federazione Russa esiste il reato di immigrazione clandestina. Quando identificate sul territorio delle persone clandestine, che cosa fate? Le accompagnate alla frontiera? Le mettete in carcere?
  Infine, preoccupa la Federazione russa la gestione non unitaria e a righe sparse dei partner europei? C'è chi mette il filo spinato, chi usa altre politiche, che io ritengo possano rappresentare un pull factor, un fattore di attrazione, una minima deterrenza soprattutto per i migranti economici che dal Medio oriente o dall'Africa in questo modo sono spinti a venire in Europa. Questa cosa preoccupa la Federazione Russa?

  VITO VATTUONE. La ringrazio, ambasciatore, per tutta l'esposizione esaustiva e in particolare per l'approccio al dialogo bilaterale con il nostro Paese, di cui noi siamo sostenitori.
  Abbiamo apprezzato – lei l'ha citata un po’ marginalmente – l'adesione che avete dato alla risoluzione ONU nel Consiglio di sicurezza nei confronti della missione EUNAVFOR-MED sul Mediterraneo, che per noi è centrale. Ci vorrebbe una riunione separata, ma comunque, visto che è un'occasione importante, mi sento di chiederlo. Mi scuso, ma dovrò andar via, perché purtroppo alle 9,30 è convocata l'Aula.
  Noi abbiamo apprezzato questo tipo di missione, che certamente deve rispettare le regole di diritto e non ha un'opzione militare d'invasione. Tuttavia, per essere efficace, dovrà avanzare nelle fasi successive per concretizzare la lotta al traffico dei migranti. Sappiamo entrambi che la situazione è questa. Noi riteniamo che ci voglia un ulteriore sforzo in questa direzione. Le chiedo se può fare un commento anche su questo.
  Certamente la questione della Libia per noi è centrale. Noi sappiamo che in Libia c'è un pericolo di aggregazione del terrorismo. Non abbiamo opzioni da poter discutere oggi, però le chiedo se condividete che questo pericolo in Libia vada in qualche modo contrastato.

  PRESIDENTE. Do la parola all'ambasciatore Razov per la replica.

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  SERGEI RAZOV, Ambasciatore della Federazione russa in Italia. Vorrei iniziare dalla fine. Noi comprendiamo benissimo l'attualità e l'urgenza della situazione libica. Alla fine del 2015 qui a Roma si è tenuta una conferenza internazionale sulla Libia, copresieduta dal Segretario di Stato Kerry e dal Ministro degli esteri Gentiloni. Io, in realtà, non sono mai stato in Libia, però, avendo visitato questa conferenza, sono diventato un mezzo esperto in materia. È stata sostenuta all'unanimità la proposta di Kobler e dell'ONU di creare un Governo di unità nazionale in Libia, il che è stato fatto in Marocco. Tuttavia, tutti i ministri che sono intervenuti nell'ambito di quell'incontro hanno presentato il proprio punto di vista su quelle problematiche e hanno parlato anche dei problemi obiettivi che sarebbero potuti sorgere a causa della situazione sul terreno.
  La situazione pratica e il suo ulteriore sviluppo hanno confermato che in realtà questi ministri e questi esperti avevano ragione sulla difficoltà dell'effettuazione della road map. La situazione prosegue e si sviluppa con grande difficoltà. In questo caso si tratta soprattutto della creazione di questo Governo di unità nazionale, del suo trasloco a Tripoli, della sicurezza di questo Governo e di quella dell'intero Paese.
  Lei ha ragione quando afferma che molti foreign fighters adesso si trasferiscono in Libia soprattutto dalla Siria e dalle zone che sono bombardate in maniera molto efficace dalle forze aerospaziali della Federazione Russa. Noi seguiamo con grande attenzione tutte le dichiarazioni e le eventuali azioni mirate all'operazione in Libia, che potrebbero garantire la sicurezza di quel Paese. Noi seguiamo tutte queste discussioni attentamente, sia in Europa che in particolare in Italia. Ieri il Ministro degli esteri francese Fabius ha rilasciato delle dichiarazioni sulla possibilità o meno di partecipare a questa operazione militare.
  Per quanto riguarda la posizione russa, in realtà noi, rispetto all'Italia, non siamo tanto vicini alla Libia, quindi per noi non è il problema numero uno. Tuttavia, la Federazione Russa, essendo membro del Consiglio di sicurezza dell'ONU, partecipa a tutti i raduni collettivi e cerchiamo di dare un contributo costruttivo anche da parte nostra. Il nostro proposito è agire nel pieno rispetto del diritto internazionale, in base alla richiesta del Governo legittimo della Libia. Tuttavia, se prendiamo in considerazione il fatto che ci sono molte autorità adesso in Libia, questa è una grande questione. Bisogna effettuare delle azioni in Libia prendendo in considerazione la storia recente di questo Paese e cercare di mantenere delle istituzioni di Stato in quel povero e martoriato Paese.
  Per quanto riguarda la sua domanda, cioè come risolviamo la questione dei clandestini che hanno violato la legislazione russa o la legislazione del mercato del lavoro, in realtà ci sono varie soluzioni, a partire dalle procedure, molto semplici, molto veloci ed efficaci, di rimpatrio. In realtà, nei 25 anni che sono passati dalla disgregazione dell'Unione Sovietica, noi abbiamo passato diversi periodi di perfezionamento della nostra politica migratoria e abbiamo introdotto varie regole per l'ingresso nel nostro Paese con i Paesi dell'ex Unione Sovietica, che adesso sono Paesi sovrani che fanno parte della Comunità degli Stati indipendenti (CSI). L'introduzione di questi permessi di lavoro ha consentito di elevare la trasparenza di tutto il processo lavorativo, soprattutto per i datori di lavoro e non solo per i lavoratori stessi. Più che altro, ha aumentato la responsabilità dei datori di lavoro che danno lavoro a questi cittadini stranieri in Russia.
  I centri che rilasciano i permessi di lavoro operano presso il servizio federale per l'immigrazione. In realtà, questi permessi di lavoro costano parecchio e, quindi, adesso sono un'importante voce nel bilancio del nostro Paese. Ci sono dei dati che mostrano che il bilancio di tutti questi centri che rilasciano i permessi di lavoro ammonta a 0,5 miliardi di euro (converto questa cifra nella valuta a tutti comprensibile). Se il datore di lavoro vìola queste regole, è proprio lui che si assume tutta la responsabilità e, quindi, può essere multato. Più che altro, ha la responsabilità materiale e deve pagare il rimpatrio della Pag. 8persona che è stata assunta in maniera irregolare.
  Gli organi competenti dello Stato parlano con le regioni e definiscono le quote per questi lavoratori stranieri che possono entrare in diverse regioni del nostro Paese. Io ho lavorato per molto tempo in Cina e, quindi, ho sentito il problema di cui hanno parlato molto anche i mass media: tanti lavoratori cinesi hanno quasi «occupato» l'estremo oriente del nostro Paese. Proprio grazie a questo sistema di quote, ogni regione doveva definire quanti lavoratori cinesi poteva assumere durante l'anno. Alla fine, noi non avevamo cifre spaventose di cinesi nel nostro Paese. Grazie all'introduzione dei permessi di lavoro, questo sistema è diventato più rigoroso e i controlli più trasparenti.
  Per quanto riguarda le politiche migratorie dei diversi Paesi europei, che sono ben differenti, io ho già sottolineato che non sarebbe molto corretto se io esprimessi delle valutazioni sulle politiche migratorie europee. Tuttavia, noi notiamo che ci sono diversi approcci a questo problema nei differenti Paesi. Più che altro, noi vediamo che i vertici dell'Unione europea sono molto preoccupati per questa situazione e che il Presidente del Consiglio europeo Tusk ha detto che, se la situazione si evolverà in questa direzione, Schengen potrebbe scoppiare.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'ambasciatore e i suoi accompagnatori, Alexander Zezyulin, il primo consigliere, e Sergey Patronov, il console. Faccio i complimenti a Natalia Primakova per la sua traduzione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.