XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 58 di Giovedì 11 dicembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice e Giuseppe Lucibello.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Gatti Maria Grazia  ... 8 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 8 
Gatti Maria Grazia  ... 8 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 8 
Gatti Maria Grazia  ... 8 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 9 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 10 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 10 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 10 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 10 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Gualdani Marcello  ... 11 
Gatti Maria Grazia  ... 11 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 11 
Di Salvo Titti (PD)  ... 12 
Di Gioia Lello , Presidente ... 12 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 13 
Di Gioia Lello , Presidente ... 13 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 13 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 13 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Di Gioia Lello , Presidente ... 14 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 15 
Di Gioia Lello , Presidente ... 15 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 15 
Di Gioia Lello , Presidente ... 15 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 15 
Di Gioia Lello , Presidente ... 15 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 15 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 15 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 15 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 15 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 16 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 16 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 16 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 16 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 16 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 16 
Di Gioia Lello , Presidente ... 17 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 17 
Di Gioia Lello , Presidente ... 17 

ALLEGATO: Relazione del presidente dell'INAIL Massimo De Felice ... 19

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice e Giuseppe Lucibello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del presidente e del direttore generale dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice e Giuseppe Lucibello.
  Do la parola al Presidente De Felice per lo svolgimento della relazione.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Signor presidente, i temi che sono stati posti all'attenzione riguardano la situazione gestionale-organizzativa e le prospettive economiche, patrimoniali e finanziarie. Comincio dalla situazione gestionale-organizzativa.
  L'INAIL sta procedendo con il Piano di riorganizzazione, che abbiamo avviato nel 2013. La razionalità del Piano, che è stato costruito in modo anche da lasciare spazio a revisioni, naturalmente deve tener conto ed è limitata da vincoli che credo sia utile evidenziare a questa Commissione.
  Noi ci troviamo a trattare con grande diversità di contratti di lavoro e piante organiche disegnate con logiche un po’ arcaiche. Ci sono diritti acquisiti e ritmi di carriera meccanici che non consentono di utilizzare al meglio le competenze, spesso eccellenti, che abbiamo a disposizione.
  C’è poi un po’ di cultura tecnica che andrebbe ringiovanita, a fronte dell'impossibilità di far ricorso a corsi di formazione davvero efficaci. Anche in questa prospettiva, perciò, una vera semplificazione sarebbe auspicabile. Abbiamo il vantaggio di aver disegnato un Piano di riorganizzazione triennale che lascia spiragli di speranza, perché prevede che ogni anno lo si possa ricalibrare.
  Riguardo alle considerazioni tecniche, penso siano cinque gli aspetti più rilevanti.
  Avevamo una Direzione servizi informativi e telecomunicazioni. Abbiamo voluto cambiarle nome e logica ed è diventata Direzione organizzazione digitale. Dietro questo cambiamento di denominazione c’è un'impostazione assolutamente nuova, perché, secondo noi, è stato molto importante collegare in modo strutturale e sostanziale l'organizzazione con l'informatica. Questo collegamento, che nella denominazione abbiamo voluto segnalare come Pag. 4emblematico, naturalmente è anche programmatico di tutta una serie di attività che stiamo svolgendo.
  Oggi non possiamo pensare a schemi organizzativi innovativi se non li pensiamo coniugati con le potenzialità della tecnologia e non possiamo immaginare schemi di gestione che non seguano processi e procedure formalizzati e regolati dalle tecniche. L'architettura dei dati è un aspetto veramente fondamentale e preliminare per impostare uno schema organizzativo che sia efficace.
  Noi abbiamo vivissimo il problema della formazione e della qualità dei tecnici. Io credo che, quando si parla di governance, si debba soprattutto tener presenti questi dati. Noi abbiamo un servizio informatico la cui età media si aggira intorno ai 55 anni e la cui età minima è di 41 anni. Oltretutto, la situazione è aggravata dal fatto che, per politica, la pubblica amministrazione gestisce verso l'esterno l'informatica, ragion per cui occorre una qualificazione molto particolare per gestire i progetti. Una situazione del genere va tenuta in primissimo piano.
  Abbiamo poi un secondo ambito di attività organizzativa, anche questo molto rilevante, che riguarda la ricerca. INAIL ha incorporato ISPESL, come è ben noto. Abbiamo un filone tradizionale e glorioso di ricerca che riguarda la riabilitazione e il reinserimento. A questo filone si sono aggiunti i filoni e le tematiche ereditati. Di fatto, quindi, la ricerca all'INAIL è bipolare: una è gestita sotto l'egida della Direzione centrale prestazioni sanitarie e reinserimento, l'altra sotto l'egida della Direzione ricerca.
  Riguardo al reinserimento, siamo partiti da una convinzione, che peraltro è radicata nella tradizione dell'INAIL: siamo convinti, cioè, che la costruzione di protesi e ortesi e la ricerca tecnologica debbano essere strettamente connesse fra di loro.
  Per sfruttare al meglio i processi di ricerca, essi debbono essere intimamente integrati con la sperimentazione e l'uso. L'esperienza di Vigorso di Budrio in questo senso è stata apripista addirittura in Europa. L'INAIL ha deciso, sulla base di questa esperienza, di costruire un sistema a rete che integri l'esperienza di Vigorso di Budrio e del Centro di riabilitazione motoria di Volterra in una rete di progetti che si situano sulla frontiera della robotica e della tecnologia.
  Abbiamo costituito una rete di ricerca di alte eccellenze integrando l'attività dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova con quella dell'Università Campus bio-medico di Roma e dell'Istituto di biorobotica della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.
  La logica della collaborazioni in rete apre nuove e grandi opportunità. Oltre ai risultati diretti della tecnologia, l'INAIL si trova a promuovere e finanziare con la tecnica del partenariato anche ricerca di eccellenza. La tecnica del partenariato credo sia una chiave molto importante di direzione.
  Ci troviamo a integrare processi di ricerca ed esperienza d'uso per consentire, migliorare e abbreviare i percorsi di trasferimento tecnologico – anche questo è un aspetto molto rilevante – e stiamo cercando soluzioni innovative per la gestione dei brevetti industriali che, nel caso di protesi e ortesi, hanno grande valenza sociale.
  Ricordo che sono circa 3.000 i casi di amputazione degli arti superiori in Italia e circa 500 i casi di paraplegie e tetraplegie che si verificano, con riferimento soltanto a causa di lavoro.
  Per quanto riguarda la prevenzione e, quindi, il polo di attività che sta sotto la Direzione ricerca, abbiamo avviato la definizione di una governance della ricerca che porti le attività di questo settore, ossia quelle che abbiamo ereditato dall'ISPESL, a essere un importante strumento per orientare le azioni strategiche dell'Istituto.
  Abbiamo individuato quattro grandi temi di attività: uno verte sui rischi lavorativi, uno sui rischi che riguardano impianti, macchine e attrezzature, uno su infortuni e malattie professionali, uno sui mutamenti organizzativi e sociodemografici del lavoro.
  A settembre abbiamo insediato il Comitato scientifico, che ha il compito di Pag. 5definire i modi di presentazione dei progetti, nonché i criteri di valutazione delle proposte e dei risultati.
  Si lavorerà, com’è nelle prassi internazionali, su pochi grandi progetti. Noi avevamo ereditato una quantità di progetti difficile da gestire e ardua da coordinare. Entro dicembre 2015 definiremo il nuovo Piano triennale. È in corso di sviluppo un software di sostegno per il controllo e la gestione dei progetti. Il controllo riguarda i costi e i risultati, sia nel durante, sia a conclusione.
  Abbiamo poi costituito un ufficio di auditing in staff alla presidenza. L'attività progettata per l'ufficio di auditing si collega all'organizzazione digitale. Abbiamo fatto questo copiando schemi di governance ormai affermati a livello europeo per quanto riguarda gli istituti vigilati, bancari e assicurativi.
  Secondo noi, c’è grande bisogno di introdurre efficienza nel sostegno informatico dei processi di lavoro e di progettare cambiamenti che tengano conto delle interrelazioni tra processi che, invece, storicamente erano stati progettati in modo verticale, soddisfacendo esigenze e potenzialità di una tecnologia che all'epoca era d'avanguardia, ma che oggi è superata dalle moderne evoluzioni.
  Su questa linea si inserisce anche il progetto Open data, frutto della collaborazione di diverse componenti della tecnostruttura. In questi giorni concluderemo la seconda fase del progetto con l'apertura sul portale della sezione dedicata alle malattie professionali. Faccio un po’ di pubblicità: credo che vi possiate trovare informazioni davvero interessanti.
  La logica dell’open data e dei metadati offre, secondo noi, soluzioni innovative anche per l'interoperabilità tra Istituzioni. Potrebbe essere una via per mettere finalmente in modo efficiente in collegamento basi dati fra Istituzioni diverse. Penso a INAIL, INPS e Agenzia delle entrate.
  Potrebbe, inoltre, migliorare di molto l'interoperabilità dei processi in atto. Penso in modo specifico all'impossibilità che attualmente abbiamo di misurare in modo preciso l'indice di sinistrosità. Abbiamo piena consapevolezza, ovviamente, del numero degli infortuni, ma abbiamo grande difficoltà a misurare con precisione l'esposizione al rischio del nostro universo di assicurati. Dobbiamo, quindi, procedere con approssimazioni per valutare l'indice di rischiosità, che invece sarebbe prezioso, come vedremo fra poco, anche per fissare i costi di tariffa.
  Considerare soluzioni di questo tipo, cioè creare isole di metadati e di dati che possano essere facilmente fra loro correlati, consentirebbe anche di sciogliere dubbi e di risolvere problemi che stanno caratterizzando il dibattito sull'Agenzia unica per la vigilanza ispettiva.
  Abbiamo poi accentrato i diversi centri di spesa. Anche questa è un'iniziativa che va sottolineata e che è molto importante per dare una sensazione sui volumi di attività. Da gennaio a novembre 2014 sono state ricevute circa 11.000 fatture, di cui 3.000 elettroniche e poco meno di 8.000 cartacee. Abbiamo in media circa 45 giorni tra la ricezione della fattura e l'emissione del titolo di pagamento. Credo che questo sia un risultato da segnalare. L'entrata in uso della fattura elettronica ha già ridotto di circa 10 giorni i tempi di pagamento e ulteriori riduzioni del tempo d'attesa sono perseguibili.
  L'ultima considerazione in questa sezione riguarda la forza lavoro e le unità territoriali. Notevole è stata – lo sapete, è inutile forse ripeterlo, ma credo sia importante farlo per una valutazione complessiva – la riduzione della forza lavoro. Esclusi i contratti privatistici, si è passati da 10.600 unità nel 2010 a 9.500 nel 2014. Questa è la rilevazione al 30 settembre scorso. Entro l'anno verranno chiuse 28 sedi individuate in base a volumi di attività e a vicinanza a sedi limitrofe. Le prestazioni sanitarie saranno garantite con l'apertura di agenzie, con ciò tentando di limitare il più possibile i disagi.
  Vengo rapidamente alle prospettive economiche, patrimoniali e finanziarie. Vorrei partire dal problema del controllo della solvibilità.
  Con la legge di stabilità è stata sancita la riduzione dei premi e dei contributi Pag. 6assicurativi. L'effetto della riduzione, come è ben noto, graverà sui conti dell'INAIL per 500 milioni di euro in ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Inoltre, il bilancio dovrà sostenere un maggior onere indotto dall'aumento delle prestazioni per un importo massimo di spesa annua di 50 milioni di euro a decorrere dal 2014 per la rivalutazione del danno biologico e un onere ulteriore per la modifica della base di calcolo della rendita ai superstiti.
  Ci sono state poi misure di contenimento della spesa che hanno portato un riversamento in entrata al bilancio dello Stato grosso modo di 141 milioni di euro nel 2014. La somma era stata di poco più di 130 milioni nel 2013 e se ne prevedono 131,39 nel 2015.
  I principali dati contabili mostrano un andamento decrescente delle entrate e crescente delle uscite e un avanzo finanziario che passa da 1.230.000 euro del 2012 a circa 745.000 euro nel 2014, a poco più di 32.000 euro nel dato di preconsuntivo del 2014.
  Un altro dato da tenere in conto riguarda le riserve tecniche, che seguono un andamento costantemente crescente: quasi 25 milioni nel 2008 e circa 27 nel preconsuntivo del 2014.
  Il controllo della solvibilità, anche a fronte di questi dati, è un argomento delicato. Le riserve tecniche dell'INAIL – questo va precisato – si riferiscono soltanto alla rendita iniziale. Le rivalutazioni sono pagate a ripartizione, ossia con una quota dei premi riscossa nell'anno. La solvibilità dipende, perciò, dall'adeguatezza del calcolo delle riserve e dal rendimento degli attivi a copertura, facendo un confronto importante fra rendimento degli archivi e tasso tecnico, nonché dalla capienza dei premi per far fronte alle rivalutazioni.
  È importante considerare che, a fronte di un rendimento complessivo degli attivi a copertura delle riserve prossimo o di poco superiore allo zero per cento – come sapete, gran parte degli attivi a copertura è in Tesoreria a tasso nullo – le riserve sono calcolate quasi interamente a un tasso tecnico del 2,5 per cento. La differenza fra questi rendimenti determina un depauperamento strutturale delle riserve che si aggira intorno a 600.000 euro l'anno.
  È stato prudente prevedere nella legge che, dal 2016, l'INAIL effettui una verifica di «sostenibilità economica, finanziaria e attuariale» dei nuovi livelli di premi e prestazioni. Perciò, sarà necessario arricchire il bilancio tradizionale con il dettaglio di un bilancio attuariale – su questo stiamo lavorando – che sia finalizzato al controllo di solvibilità con esplicita dichiarazione delle ipotesi e delle tecniche di calcolo delle grandezze caratteristiche.
  Abbiamo poi da affrontare la ridefinizione dei criteri di calcolo dei tassi di premio. Sempre nella legge di stabilità è scritto che la «riduzione dei premi è applicata nelle more dell'aggiornamento delle tariffe di premi e contributi». Anche il calcolo del tasso di premio, così come il problema della solvibilità al quale questo calcolo è collegato, è argomento delicato.
  Entrano in gioco i criteri per la definizione delle classi di rischio, se definire per processo produttivo, per tipo di prodotto o per ambito di attività. Entra in gioco la forma da attribuire agli incentivi nella logica del bonus-malus e della premialità. Entra in gioco l'adeguatezza della misura di sinistrosità, di cui parlavo prima, perché è una misura che deve in modo adeguato pilotare i meccanismi di bonus-malus.
  Non basta rilevare il numero di infortuni per calcolare l'indice. È necessario misurare anche il periodo di esposizione al rischio dell'intera platea di assicurati. Su questo punto c’è una delicatezza politica da curare: ridefinizione dei tassi di premio non è sinonimo di riduzione. Questo punto va chiarito preliminarmente, onde evitare malfondate aspettative.
  Si sente molto spesso dire, in alcuni organi, anche dell'INAIL, che la rivalutazione dei premi significa riduzione. Non è detto, questo andrà visto. Dipende dagli ambiti e soprattutto dalle nuove classificazioni.
  Vengo rapidamente alle politiche patrimoniali.Pag. 7
  Le politiche patrimoniali dell'INAIL si svilupperanno sostanzialmente su due linee principali di intervento: acquisto e dismissione di immobili e acquisto di valori mobiliari.
  Riguardo agli investimenti in forma indiretta, a luglio 2014 c’è stata la partecipazione al Fondo comune di investimento «i3 Core», come disciplinato dal regolamento di gestione che è stato approvato da Invimit Sgr, con sottoscrizione delle quote relativamente al primo periodo per un ammontare complessivo di 440 milioni di euro.
  All'inizio dell'esercizio 2015 si procederà al versamento di 85 milioni di euro relativi al primo richiamo degli impegni sottoscritti per i due comparti, Fondo «i3 Core», Stato e territorio. In realtà, si tratterà – come il direttore confermerà – di 83 milioni di euro, perché due li abbiamo già anticipati.
  Abbiamo poi investimenti in forma diretta. In relazione agli elenchi trasmessi nel triennio 2012-2014 dall'Agenzia del demanio, è previsto l'acquisto di un immobile entro la fine dell'anno e di 8-9 immobili nel corso del 2015.
  Sono destinati, inoltre, fino a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014-2016 a un Piano di interventi di costruzione di nuovi edifici scolastici e di messa in sicurezza di quelli esistenti, secondo un programma concordato con la Presidenza del Consiglio dei ministri e con i Ministeri dell'istruzione, dell'università della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti.
  Anche nel 2015 l'INAIL resta coinvolto nel progetto previsto dal documento di intesa siglato con il Ministero dell'interno e con altri soggetti pubblici per la realizzazione del nuovo Polo scolastico culturale sportivo de L'Aquila, al fine di garantire l'effettiva destinazione delle risorse già stanziate per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma.
  Per quanto riguarda gli investimenti istituzionali, nel 2015 è in programma la realizzazione di investimenti relativi agli immobili da destinarsi alla Direzione provinciale di Trento, che attualmente occupa uno stabile in locazione passiva, alla Direzione regionale de L'Aquila, alla sede di Como e alla sede di Castellammare di Stabia. Si tratta di iniziative che verranno effettuate tenendo conto dei criteri di razionalizzazione degli spazi degli immobili a uso istituzionale, in conformità alle prescrizioni vigenti in tema di contenimento della spesa pubblica.
  Per quanto riguarda la dismissione degli immobili, prosegue il programma che è stato avviato per la retrocessione della gestione cosiddette SCIP1 e SCIP2, con vendite all'asta tramite una convenzione con il Consiglio nazionale del notariato. Si sono conclusi finora tre turni d'asta, con un ricavo di circa 10 milioni di euro.
  Sono state autorizzate operazioni di disinvestimento per circa 50 milioni di euro in ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016.
  Per quanto riguarda gli investimenti mobiliari, con una lettera del 17 novembre scorso è stata richiesta al Ministero dell'economia e delle finanze l'autorizzazione a procedere a un incremento di circa 250 milioni di euro dell'attuale portafoglio in titoli di Stato, oggi pari a 744 milioni di euro. Faccio riferimento, naturalmente, a valori nominali.
  È stata richiesta, nella stessa lettera, l'autorizzazione a portare al 3 per cento la quota di partecipazione al capitale della Banca d'Italia. L'INAIL attualmente possiede 2.000 quote, pari allo 0,7 per cento del capitale. È stato manifestato l'interesse ad acquistare ulteriori 7.000 quote, per un investimento complessivo di 175 milioni di euro.
  Si tratta di sollecitazioni – sia l'acquisto di titoli di Stato, almeno in prospettiva, sia l'acquisto di quote della Banca d'Italia – che si inseriscono nel tentativo di fronteggiare un po’ il depauperamento strutturale dei valori di copertura della riserva dei quali parlavo prima.
  Questa, in sintesi, è la traccia che io proporrei per la discussione, sulla quale naturalmente il direttore potrà, insieme a me, fornire tutte le precisazioni richieste.

  PRESIDENTE. La ringrazio.Pag. 8
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIA GRAZIA GATTI. Rispetto al quadro che ci è stato presentato, vorrei prima di tutto condividere la valorizzazione della riorganizzazione che è stata effettuata, con l'individuazione della Direzione di riorganizzazione digitale e via discorrendo.
  Mi rendo conto di che cosa significa avere personale di una certa età, con le difficoltà per la formazione in età avanzata, situazione che, dal punto di vista tecnologico, potrebbe determinare una serie di problemi. Tuttavia, è così marcata la situazione ? Rischia di determinare una difficoltà pesante come ce l'avete presentata ?

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Determinerà senz'altro l'esigenza di un grandissimo impegno.

  MARIA GRAZIA GATTI. Da parte del personale ?

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Da parte sia del personale, sia di chi questo personale deve organizzare e coordinare.
  Quando si parla di informatica, soprattutto nella pubblica amministrazione, mi sono reso conto, sebbene la osservi da poco dal di dentro, che bisogna capire bene che tipo di mestiere sia oggi. Relativamente alle esigenze del mestiere sarebbe necessario, quindi, organizzare una formazione specifica.
  Quando si parla di informatica, specialmente nella pubblica amministrazione, ormai non si parla quasi più per niente di capacità di programmazione o di sviluppo di procedure. Si parla di un mestiere che molto più complicato di quello del programmatore, ossia del gestore di progetti complessi di informatica.
  L'INAIL – questo magari varrà anche per altre Istituzioni – ha una struttura informatica molto complessa. È una struttura che non guarda soltanto all'interno. Gestire un rapporto informatico con l'esterno strutturale com’è quello dell'INAIL, trattandosi di un rapporto di servizi, è molto rilevante.
  Tenete presente che c’è tutto un discorso interno molto rilevante e che è un discorso complicato dal fatto che, purtroppo, non ci sono state nel tempo politiche strategicamente coordinate. Ci troviamo adesso a lavorare con una struttura informatica che è stratificata dal punto di vista degli interventi. Sono stati fatti, cioè, interventi non coordinati, perché, dovendo gestire progetti esterni, non è facile il coordinamento intertemporale. Occorre una grande quantità di interventi per fronteggiare l'innovazione tecnologica.
  A questo va aggiunto un fatto che potrebbe essere un grande strumento di risparmio e che riguarda le specificità della normativa. Noi ci troviamo anche a lottare con cambiamenti normativi continui che portano i software standardizzati a dover essere personalizzati. Non intendo modificati su vasta scala, ma modificati ad hoc per l'INAIL, per esempio. Consideriamo il calcolo di quanto queste personalizzazioni costano, ma non soltanto nell'atto della personalizzazione. I veri costi per uscire dagli standard si hanno nei canoni di manutenzione.

  MARIA GRAZIA GATTI. C’è bisogno di personale che conosce quel software per riuscire a rimetterci le mani ed eventualmente ad aggiornarlo. Sono un'informatica, ragion per cui capisco la situazione.
  Io penso che questo potrebbe essere, però, un punto di sperimentazione anche di una serie di soluzioni che potrebbero essere molto interessanti per la pubblica amministrazione in generale. Dai tipi di contatto che io ho avuto mi sembra che la struttura dell'INAIL sia una struttura avanzata dal punto di vista tecnologico.
  Del resto, apprezzo molto anche tutta la parte relativa alla ricerca. Io vengo dalla Toscana, da Pisa. Mi è, quindi, assolutamente noto il Centro di riabilitazione motoria di Volterra e conosco i tentativi di contatto con l'Istituto Sant'Anna. Sono contatti significativi dal punto tecnologico, Pag. 9per quanto riguarda l'Istituto Sant'Anna dal punto di vista delle frontiere di ricerca da attuare. Questo mi sembra un punto importante.
  La mia preoccupazione riguarda l'integrazione con l'ISPESL. Io questo istituto l'ho conosciuto per il lavoro che ho fatto precedentemente. Era un lavoro essenziale, anche se molto specifico, specializzato e frantumato nei diversi progetti. Io penso che il lavoro che voi riuscite a fare ora sia anche il frutto della frammentazione precedente, ossia della specializzazione che questo ha generato e della conoscenza profonda dei processi, per esempio relativamente all'infortunistica, alla necessità di prevenzione e agli strumenti da mettere a disposizione alle imprese per consentire loro di superare i problemi che si generano, dal punto di vista, per esempio, della riorganizzazione del lavoro, dei macchinari e dei rischi lavorativi effettivi.
  Pertanto, spero che anche questo ramo venga curato e che si riesca a mantenerne la qualità, perché, secondo me, è uno dei punti fondamentali.
  Per quanto riguarda l’open data, mi sembra una possibilità importante per l'interoperabilità. Spero che ci sia la stessa sensibilità da parte delle Istituzioni, con cui scambiare dati e con cui riuscire a trovare le forme di integrazione.
  Per la qualità, invece, proprio tipica dell'Istituto e per le iniziative che ci sono state presentate arrivo alla domanda specifica: c’è stata una riduzione del personale da 10.000 a 9.500...

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Sono molti di più. Il presidente faceva riferimento ai presenti. Purtroppo, il taglio va verificato anche in relazione a quelle che potranno essere le opportunità di sostituzione, sia pure graduale, confrontando i due organici, da 13.815 a fine 2009-inizio 2010 ai 9.261 attuali. In relazione a questo si sono determinate situazioni soprannumerarie.
  Lei, giustamente, parlava di esternalizzazioni. Non è vero che l'ente abbia fatto ricorso in maniera massiccia alle esternalizzazioni. Il presidente citava le figure che non venivano, ovviamente, computate in quei riferimenti numerici. Si tratta di 950 medici a contratto. È noto che i medici INAIL sono medici legali. I medici a contratto sono le figure specialistiche che ci supportano nella fase di accertamento nelle Commissioni e sono circa 950.
  Aggiungo che da ISPESL abbiamo ereditato tante opportunità e – oserei dire – tantissimi problemi, che a volte ci hanno fatto dimenticare le opportunità. Si parlava di un ente non gestito a livello contabile, a livello gestionale e direi anche a livello di etica.
  Di 483 co.co.co. ereditati ne sono rimasti 420, sempre prorogati, e di questi, anche in relazione a percorsi di valorizzazione strutturale stabile, siamo parecchio preoccupati anche per via di una normativa incerta e del silenzio della più recente disciplina sul lavoro, il Jobs Act sulla figura stessa di co.co.co.
  Noi sommiamo in un unico ente il totale di tutti i co.co.co. degli enti di ricerca, perché i problemi di altri enti di ricerca sono leggermente diversi. L'Istituto superiore di sanità, con cui ci confrontiamo quotidianamente, ha un problema di tempi determinati. L'ISTAT ha un problema completamente differente. L'INAIL, per la componente ex ISPESL, ha un problema enorme. Questi 420 soggetti effettivamente oggi non hanno un percorso definito. Noi lo abbiamo immaginato, ma non abbiamo ancora ottenuto le risposte da parte del Ministero della pubblica amministrazione, del Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero dell'economia.
  Accanto a queste impropriamente definite esternalizzazioni ci sono 30 dipendenti con contratto nell'editoria per la nostra tipografia di Milano e ci sono circa 300 persone con contratto metalmeccanico che sono sostanzialmente i tecnici di Budrio. Con questi si esaurisce la situazione dell'ente.
  Ripeto, passare da 13.815 dell'altro organico a 9.261 vuol dire che l'ente uscirà dai soprannumeri nel 2015, ma a prospettive. Noi siamo stati trattati senza aver Pag. 10partecipato ad alcun tavolo. Hanno fatto tutto, come si dice, con tagli lineari. Chiaramente chi ha operato questi tagli si è prima contato in casa. Queste situazioni non le troverete all'Agenzia delle entrate, non le troverete al Ministero dell'economia e non le troverete comunque nei ministeri. Nei due enti del welfare italiano hanno tagliato la carne viva.
  Pertanto, noi, in relazione a questo tema, da qui a cinque anni, se poi si definirà quell'iniziativa sull'assorbimento del personale delle province, probabilmente arriveremo a un'età media del nostro personale informatico intorno a 62-63 anni. Questa è la situazione.
  Quanto alla bontà del Piano, lei era ben informata. Siamo effettivamente un punto di riferimento per l'informatica. Stiamo cercando di convertire funzioni di gestione inutile in funzioni di governo. I nostri tecnici devono governare i processi, non devono essere in mano ai fornitori, come avviene in tutte le pubbliche amministrazioni. Devono governarli, devono valutarli.
  Noi abbiamo introdotto un sistema di vendor rating e siamo una delle prime pubbliche amministrazioni ad averlo introdotto. Suscitiamo un grandissimo interesse. Ci siamo anche candidati e speriamo di essere prescelti – attendiamo conferma dall'attuale Governo dell'Agenda digitale – come uno degli enti che potranno ospitare, nell'ottica di un ridimensionamento del numero abnorme di data center, un data center per tante altre pubbliche amministrazioni.
  Siamo riconosciuti, quindi, almeno dagli organismi di settore e dalle amministrazioni, come amministrazione guida. Eppure i numeri, i problemi e le criticità sono quelli che il presidente ha segnalato.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. D'altra parte, segnalerei un fatto. A fronte di questa grandissima esigenza che ci sarebbe e che potrebbe portare grandissimi risparmi e aumenti di efficienza, noi ci troviamo a gestire, come accennava il direttore, problemi ereditati, per esempio, da ISPESL. C’è una mentalità – lei forse la conosce quanto me – di ricercatori che vogliono stare un po’ nella logica del libero professionista. Questo danneggia molto tutti e danneggia in primo piano anche i ricercatori stessi, perché l'incapacità di un inserimento collaborativo è molto pericolosa.
  Noi ci siamo trovati intanto con una selezione tecnica opinabile. Se andate a vedere le specializzazioni, per esempio, di alcuni co.co.co. trovate delle cose molto bizzarre.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. L'80 per cento sono amministrativi, riconducibili a precise liste.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. I tecnici sono specializzati in discipline che con le ricerche specifiche sembrano quantomeno limitrofe e non inseribili e con mentalità un po’ privatistica. Pertanto, è difficile anche tentare degli inserimenti collaborativi nelle strutture effettivamente utili.
  Io resto sempre un po’ meravigliato, perché l'INAIL potrebbe offrire delle opportunità di specializzazione veramente alte, ma c’è questa barriera di rifiuto che non si giustifica. Se un ricercatore afferma di non poter partecipare a costruzioni gerarchiche di attività, questo di certo complica la vita e rientra nelle difficoltà che dicevo all'inizio, parlando dei privilegi e dei contratti protettivi.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Passi in avanti, però, ne abbiamo fatti. Adesso c’è una Direzione di ricerca, come ricordava il presidente, ci sono due Dipartimenti di ricerca invece di cinque e c’è un Comitato scientifico. Abbiamo anche riscontrato nei migliori elementi un grande entusiasmo.
  Qualche ricerca importante è stata già fatta e l'abbiamo anche presentata. INSuLa è un progetto apprezzato anche a livello europeo e ci sono anche altre ricerche di grande rilievo sull'amianto. Siamo pienamente disponibili a concentrare le forze e le risorse.

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  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Inoltre, con l'impostazione nuova del Piano di ricerca del 2015, concentrato sui grandi progetti, speriamo di creare effettivamente delle sinergie che una frammentazione tanto grande non consentiva.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARCELLO GUALDANI. Presidente, io entro un po’ in depressione sentendo queste cose. Parlo molto francamente. La situazione italiana occupazionale è grave. Si sente quotidianamente parlare di tagli, riduzioni, gente che sostiene che tra qualche anno avremo una categoria – scusate l'espressione colorita – di «rincoglioniti» a gestire la pubblica amministrazione.
  Io sono stato incaricato dalla Commissione ad essere il relatore del vostro bilancio. Mi sarei aspettato, visto che si pagano in maniera profumata i dirigenti – bisogna parlare anche della classe dirigente, presidente – di conoscere una programmazione di rilancio dell'ente, di capire quello che i dirigenti fanno per rilanciare questo ente, con idee e progetti.
  Quando io sento mettere in evidenza il problema della presenza di un numero considerevole di precari, a vario titolo, io, come politico, non sono affatto contento di dire: «Tagliamo». Questo Paese ha bisogno di avere occupazione. Un ente come l'INAIL non può essere un soggetto in fase di depressione.
  Voglio sapere, in primo luogo, se c’è – ma, a questo punto, credo sia quasi superflua la risposta – un programma di svecchiamento e di inserimento di giovani e di nuova forza lavoro.
  In secondo luogo, viste, purtroppo, le ultime norme che riguardano il settore pensionistico e, quindi, l'elevato numero persone in età avanzata cui andiamo incontro, vorrei capire se la dirigenza dell'ente abbia fatto un prospetto, una proiezione di quanto ciò andrà a incidere negativamente. Più i dipendenti sono anziani, più si espongono a rischi. Vorrei sapere, quindi, se c’è una previsione di quanto tale situazione andrà a incidere sui bilanci dell'INAIL.

  MARIA GRAZIA GATTI. Pongo solo due domande. Una è sempre in relazione alla Direzione ricerca e prevenzione. Mi chiedevo dell'andamento, per esempio, dei progetti di aggiornamento in relazione ai rischi nei processi e nelle macchine. Ogni tanto l'INAIL fa alcuni progetti in cui fornisce una parte dei finanziamenti per il riaggiornamento del parco macchine. Che andamenti hanno ? Peraltro, con la crisi, dal 2007 immagino che la situazione sia molto particolare. Vorrei sapere anche se gli andamenti, essendoci poche risposte e pochi interventi, riguardano tutti i settori e com’è la situazione.
  In questo momento io sono componente della Commissione agricoltura al Senato e sono particolarmente preoccupata per tutta la parte relativa al rinnovamento dei trattori. Le stime sono le più varie. Le peggiori sono di 2 milioni di trattori non in grado di operare, ma non per la strada. Io sto parlando di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e di una scarsa possibilità anche di progettare un Piano.
  Noi abbiamo il decreto che dovrebbe entrare in vigore il 1o gennaio 2015. Dovrebbe partire tutta la parte di revisione delle macchine. Molto probabilmente ci sarà la proroga. Stiamo andando, però, di proroga in proroga. Secondo me, c’è bisogno di progettare una misura pluriennale di intervento, mentre continua sempre questo atteggiamento.
  Inoltre, sono preoccupata per la questione del depauperamento annuo che continua rispetto alle riserve tecniche e mi chiedevo quale sia la valutazione che voi fate rispetto alle ipotesi di intervento che avete formulato (titoli di Stato e quote di Banca d'Italia) e che cosa si riesca a riparare in una situazione che mi sembra destinata al caos. Avete una qualche ipotesi di tipo diverso ?

  GIUSEPPE GALATI. Intendo porre due questioni, con una premessa. Allo stato, la nostra Commissione sarà nelle condizioni Pag. 12di esaminare con completezza, proprio nell'ambito delle sue competenze – lo ricordava prima anche il collega Gualdani – il bilancio consuntivo 2013 dell'ente. Volevo porre, quindi, una questione che risaliva già al bilancio 2012 per sapere se ci sono evoluzioni.
  Pur in una condizione di stabilità dell'ente, in quel bilancio emergevano preoccupazioni in ordine alla gestione agricoltura, che era attraversata da una condizione di grave dissesto. In particolare, la gestione aveva un disavanzo nel 2012 di oltre 186 milioni di euro. La situazione è migliorata rispetto all'anno precedente, ma mi sembra evidente che questa sia una condizione critica. Vorrei, quindi, conoscere quanto questa evoluzione possa incidere sulla condizione di contabilità e stabilità generale.
  Passo all'altra questione. Presidente, lei ha ricordato, anche con orgoglio, il lavoro fatto nel campo dei Centri protesi, collegati alla ricerca e alla tecnologia, sia di Budrio, sia di Volterra. Vorrei ritornare – lo sa bene il direttore – sulla questione del Centro protesi di Lamezia Terme, perché vorrei che si desse uno sguardo anche al Sud e che non ci fermassimo neanche a Roma, ma un po’ prima.
  C’è un centro in relazione al quale, allo stato – per questo vorrei conoscere ufficialmente da voi alcune situazioni – la regione Calabria pare abbia finalmente mandato gli atti, il protocollo e le convenzioni dopo le modifiche richieste dal ministero.
  Volevo sapere da parte vostra che tempi si prevedono e soprattutto che tipo di impegno c’è.

  TITTI DI SALVO. In realtà, io citerò solo il titolo della mia osservazione, perché è stata ampiamente sviluppata precedentemente sia dalla senatrice Gatti, sia dal senatore Gualdani.
  Ascoltando la relazione, di cui la ringraziamo, presidente, ho notato che il tema del rapporto tra non solo quantità, ma anche qualità e competenze delle persone che lavorano e capacità di rendere più efficiente l'Istituto e, in generale, la pubblica amministrazione si pone come centrale. Avrei voluto argomentare questo punto, ma è già stato affrontato.
  Aggiungo solo una considerazione. Questo tema si pone in evidenza anche in relazione alle altre pubbliche amministrazioni in altri Paesi europei. Spesso il ragionamento che il senso comune propone sul tema non tiene conto di questo punto. Il punto non è la capacità nel confronto con gli altri Paesi europei di impegno della prestazione di lavoro. Gli elementi da paragonare sono l'età – nella pubblica amministrazione di altri Paesi l'età è molto più bassa – e la competenza, certificata anche dal titolo di studio. C’è una percentuale minore di laureati.
  Questi due elementi sono assolutamente legati all'efficacia della missione dell'Istituto e della pubblica amministrazione in generale. Naturalmente, su questo aspetto esiste un insieme di ragioni, dalla riforma previdenziale già citata al blocco del turnover, che diventano il tema su cui forse anche dalla vostra autorevole postazione è possibile chiedere l'attenzione.
  Il punto della riforma della pubblica amministrazione non è semplicemente un elemento di lettura severa su quanto il pubblico dipendente senta il senso dello Stato. Il punto è l'altro.

  PRESIDENTE. Prima di cedervi la parola, a me pare che voi abbiate sviluppato in modo estremamente puntuale la prima parte della relazione e che anche negli interventi dei colleghi vi sia stato un apprezzamento generale.
  Noi, però, vorremmo entrare nel merito delle questioni. Vi chiederemmo, quindi, di mandarci un dettaglio del merito delle questioni che riguardano non soltanto le tematiche che sono state già esplicitate da parte dei colleghi della Commissione, ma anche la quantità di appalti che oggi devono essere effettuati dall'INAIL attraverso la Centrale unica, ovviamente.
  Vorremmo sapere anche quali sono gli investimenti che state realizzando, qual è la quantità di dismissioni che state realizzando in questo periodo anche in virtù anche di coloro i quali hanno acquisito Pag. 13l'alloggio, nei casi in cui si tratti di alloggi, e se sono inquilini o nuovi proprietari.
  Gli investimenti che avete realizzato ultimamente a me sembra che debbano essere riguardati con attenzione in virtù di un Piano di intervento che riguarda il territorio nazionale. Saremmo anche interessati ad avere da parte vostra il Piano industriale, che non abbiamo mai avuto. Io credo che questo sia – consentitemelo – un grosso limite da parte dell'INAIL, perché noi abbiamo anche il dovere di valutare la programmazione che voi effettuate tutti gli anni.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Presidente, scusi, ma ci era stato richiesto il Piano industriale ?

  PRESIDENTE. No, la questione non è se vi è stato richiesto. La differenza sta in questo. Voi sapete benissimo – lo dico con tranquillità e con grande senso di responsabilità e di apprezzamento nei riguardi dell'INAIL – dovete inviarlo, perché la nostra è una Commissione che prevede il controllo, la verifica e la programmazione.
  Nel momento in cui si parla di programmazione, io credo che ci sia anche il «dovere» che gli enti che controlliamo debbano inviarci i Piani industriali, per poter esprimere anche noi una valutazione, come Commissione, al Piano. Non si tratta di entrare nel merito e di contestare il vostro Piano, ma di conoscere il Piano che voi fate.
  Vi chiederemmo, quindi, con grande umiltà, ma anche con determinazione, di inviarci tutta questa documentazione, che peraltro sarà materiale di documentazione a corredo dei bilanci che andremo a verificare nell'immediato. Alludo a quelli cui faceva riferimento il senatore Gualdani, perché a lui è stata affidata la responsabilità di valutare i bilanci e, quindi, di fare la relazione sul bilancio dell'INAIL.
  Ringrazio ancora i nostri ospiti e cedo quindi loro la parola per la replica.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Procediamo magari in collaborazione col direttore sulle risposte.
  A proposito dell'esigenza di inserire giovani nella struttura lavorativa dell'ente, sarebbe nostra grandissima ambizione, oltre che grandissimo piacere, farlo. Ci sarebbero, come accennavo, anche grandissime opportunità di lavori innovativi e utili per la pubblica amministrazione e per la società. Credo, però, che questo ci sia precluso. Guardiamo, quindi, anche noi con preoccupazione il tema. Il discorso che faceva lei, onorevole, sull'età media è un discorso di cui noi soffriamo ogni giorno.
  Soffriamo anche dell'impossibilità di aprire dei fronti di sviluppo, perché in questa situazione aprire dei fronti di sviluppo è molto difficile. Teniamo anche presente che il livello di cultura media, almeno in alcuni ambiti di specializzazione che dovrebbero essere trasversali oggi ai diversi mestieri, è molto basso.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Peraltro, noi riassorbiremo i soprannumeri, anche dirigenziali, nel 2015. Credo che il Parlamento abbia considerato, nonostante i dati in decrescita che sono stati rappresentati, che noi siamo passati da un avanzo di 1,261 miliardi nel 2012 a un quasi pareggio quest'anno.
  L'impegno dell'Istituto è stato notevole anche nella riduzione di premi e contributi cui faceva riferimento il presidente: 500 milioni sono a carico dell'INAIL. Le due disposizioni della stabilità 2014 sulle prestazioni, ossia risarcimento danno biologico e rendita ai superstiti, sono a carico dell'INAIL.
  L'impegno finanziario dell'Istituto per le imprese c’è con il bando di 267 milioni che sarà emanato nei prossimi giorni. Arriveremo a oltre 1,100 miliardi dal 2010 ad oggi. Gli sconti per prevenzione hanno superato 1,100 miliardi anche questi dal 2010. C’è un ulteriore bando, il bando FIPIT, di 30 milioni per edilizia, agricoltura e operai e dipendenti dei settori lapidei.
  L'impegno finanziario, quindi, è stato notevole. Il Governo e il Parlamento non Pag. 14si sono troppo preoccupati di andare a ricercare coperture diverse. Sono state caricate all'Istituto.
  In tale contesto io credo che la proposta di un Piano straordinario di assunzioni nel tempo per professionalità specifiche possa anche partire dal Parlamento.
  Noi lo stiamo richiedendo da tempo, eppure, quando serviamo da bancomat, veniamo utilizzati da bancomat, con investimenti immobiliari e altro. Quando si tratta di chiedere che ci venga consentito di fare ciò che ci chiedete con personale adeguato, le risposte sono assolutamente negative.
  Ricordo un unico caso, la stabilità del 2013, che ha sottratto dal taglio di organico – il Parlamento l'ha, ovviamente, proposto e noi l'abbiamo molto apprezzato – le professionalità sanitarie. Qualche margine oggi noi ce l'abbiamo dal punto di vista delle professionalità sanitarie, ma con gli attuali spazi, con l'attuale normativa massificata e massificante, oggettivamente siamo preoccupati in ordine anche a quel dichiarato ricambio generazionale che, così com’è, rimarrà solo sulla carta.

  PRESIDENTE. Lei parlava di esternalizzazione. Comprende anche i 30 dipendenti del comparto dell'editoria ?

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Sono in organico. Quando il presidente ha rappresentato i numeri, ha parlato del personale ricerca e del personale INAIL. Non ha rappresentato nello specifico l'esistenza.
  Quando si parla di diverse famiglie professionali, nel nostro organico, da sempre, noi abbiamo questa singolarità. Abbiamo un po’ di personale con contratto metalmeccanico (i tecnici di Budrio), ma non da ieri. Non è una forma di esternalizzazione. Noi abbiamo dal 1952 una tipografia per cui siamo autorizzati ex lege ad assumere. Chiaramente, abbiamo una trentina di unità per realizzare tutte le pubblicazioni INAIL. Si tratta di tipografi che hanno un contratto ad hoc.
  I metalmeccanici hanno un contratto ad hoc. Poi abbiamo il sistema di medici a contratto, una convenzione – attenzione – trasparente, fatta col SUMAI. Alla fine non ci assumiamo il medico specificamente. Queste, più che esternalizzazioni, sono tipologie peculiari di rapporto professionale.

  PRESIDENTE. Queste persone hanno contratti diversi ?

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Sono personale INAIL.

  PRESIDENTE. Quindi da quello che capisco sono tutte all'interno della pianta organica dell'INAIL.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. La pianta organica è la sommatoria della pianta organica tradizionale da pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 165, a cui si sommano i 30 tipografi e i 300 metalmeccanici, nonché i 950 medici, che, però, hanno una configurazione particolare.

  PRESIDENTE. Mi faccia capire bene; c’è un contratto di consulenza con i medici ?

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. C’è una convenzione per prestazioni professionali.

  PRESIDENTE. Chiariamo meglio. Se lei definisce la pianta organica in virtù di un totale di dipendenti INAIL più 30 editoriali, più 30 metalmeccanici, più oltre 900 medici, a me pare sia una pianta organica un po’ strana. Nella pianta organica vengono a essere inseriti tutti coloro i quali hanno una diretta dipendenza con una pubblica amministrazione.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Infatti, non è una pianta organica.

  PRESIDENTE. Io sto parlando di pianta organica, non di altre cose. I consulenti medici sono o non sono in quella pianta organica ?

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  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Non possono essere nella pianta organica. La pianta organica è la somma di INAIL, ex ISPESL, più i 30 tipografi, più i 300 di Budrio. Il resto nasce da un'esigenza prevista dalla legge, che deve essere assolta. Quando i nostri infortunati si presentano nelle vostre sedi, hanno bisogno di una prestazione specialistica. I 950 medici non sono però pianta organica. La pianta organica è 9.261, più 30, più 300.

  PRESIDENTE. E qual è la dotazione organica che voi pensate sia ottimale per ciò che riguarda tutto ciò che l'INAIL sviluppa ?

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. 11.000.

  PRESIDENTE. Ho capito. Avreste quindi bisogno di 11.000 persone.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Potendo programmare su 11.000 e non su 9.261, si può sostanzialmente immaginare un ricambio generazionale sufficiente a garantirci un po’ di tranquillità.
  Va tuttavia precisato che la programmazione triennale, a normativa vigente, si può fare nei limiti dell'organico previsto a legislazione vigente. Una programmazione sulla base di un sogno o di un'aspirazione, purtroppo, non si può fare.

  PRESIDENTE. Quindi nel momento in cui il Parlamento dovesse sbloccare, per un qualsiasi motivo, voi programmerete. È giusto ?

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Se avessimo potuto operare una programmazione per esigenze funzionali, l'avremmo già fatto.
  Noi però possiamo immaginare una programmazione nei limiti dell'organico. La norma vigente è l'articolo 36 del decreto legislativo n. 165. Quando avremo qualche spazio, per esempio 10 vuoti di organico per singoli profili, potremo tentare di bandire per quei profili.
  Sui sanitari abbiamo qualche margine in più, perché non abbiamo avuto tagli di organico.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. La progettazione e i Piani industriali, naturalmente, sono impegni molto seri, se vanno fatti con serietà. La prima questione che viene posta quando si fa un Piano industriale sono i vincoli e le risorse. Senza vincoli e risorse è difficile fare un Piano industriale. Non dico che debbano arrivare le risorse, ma si deve sapere quali sono le disponibilità e i vincoli per realizzare un Piano industriale.
  Con riferimento alla questione di Lamezia, faccio una premessa; tutti i dettagli potrà fornirli poi il direttore.
  La politica dell'INAIL rivolta ai territori è stata un nostro grandissimo impegno. Come abbiamo segnalato più volte nelle relazioni annuali, è molto difficile fare un'efficace politica rivolta ai territori. Noi abbiamo impiegato moltissime energie a stipulare con le Regioni gli accordi quadro. Alcune Regioni ancora adesso non hanno firmato l'accordo.
  Guardare soprattutto al Sud è molto difficile. L'accordo che abbiamo fatto con la Calabria è stato uno degli ultimi realizzati in ordine di tempo. Non siamo ancora riusciti a firmare accordi con Sardegna, Campania e Abruzzo. In Campania siamo sempre vicini da parecchio tempo. In altri casi eravamo vicini, ma poi non c’è stata più l'amministrazione di riferimento e, quindi, abbiamo ricominciato daccapo. Questa è una situazione che noi abbiamo segnalato perché crea anche disparità fra trattamenti. Purtroppo, ci vuole collaborazione.

  GIUSEPPE GALATI. Al di là degli accordi quadro, quella è una questione molto più specifica, ed anche datata e definita.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Onorevole, in effetti noi Pag. 16disponiamo di qualche informazione in più. Come ha detto il presidente, è vero, soprattutto in Calabria, che questi stop and go sono stati piuttosto ripetuti nel tempo, con accelerazioni, stop e poi riprese di contatti e sottoscrizioni di accordi.
  Il primo passo lo doveva fare la Regione e l'aveva fatto con la nascita nel Centro protesi di un Centro di riabilitazione pubblica, il primo calabrese, con l'accreditamento di un numero consistente di posti letto. Il primo passo l'aveva fatto e c'era anche il primo documento tecnico.
  Ebbene, caduta la Giunta Scopelliti, il subcommissario e il commissario hanno, invece, rimesso le mani sul Piano e ci hanno consegnato quindici giorni fa un'ipotesi tecnica di revisione, insieme a una nota di osservazioni che l'ex tavolo Massicci aveva elaborato.
  Due delle tre osservazioni principali sono piuttosto banali. Una è addirittura completamente sballata. L'osservazione era proprio sull'accreditamento dei quattro posti letto. La prima risposta la sta fornendo la Regione, che dimostrerà la compatibilità di quell'accreditamento in relazione al Piano di rientro regionale.
  Per quanto concerne noi, siamo pienamente disponibili a fornire le correzioni tecniche sul documento che mi ha consegnato il subcommissario Urbani quindici giorni fa. Per il resto, per la programmazione dell'ente, comunico che siamo pronti per istituire una piccola filiale di Vigorso di Budrio, con parte protesica, sposteremo l'unità di ricerca ISPESL e sposteremo anche in Lamezia il poliambulatorio che attualmente sta a Vibo.
  In sostanza, faremo la prima parte, con un occhio aperto a quelle che potranno essere interessanti prospettive di sviluppo e di evoluzione del nostro rapporto con l'Istituto italiano di tecnologia. Se si aprisse la partita del sostegno a progetti di riabilitazione protesica dei Paesi del terzo mondo, Lamezia potrebbe certamente rappresentare un'unità di eccellenza e di riferimento.

  GIUSEPPE GALATI. Direttore, questa è una vicenda lontana. Non è tutta colpa della Regione, perché lei sa che le problematiche della gara d'appalto furono tutte interne all'ente e si protrassero per oltre dieci anni.
  Dato, però, che c’è questo impulso che anche la gestione commissariale ha impresso, inserendo la questione anche nella programmazione delle reti che si sta per decretare con l'ufficio del commissario, si è sviluppato tutto questo. Il problema consiste non soltanto nelle questioni che lei citava quando io auspico un impegno più specifico per il Sud. Visto che finalmente c’è un'interfaccia che diventa operativa, occorre dare un sostegno più deciso e più convinto. Altrimenti ci rifugiamo sempre nel solito discorso.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Sono passati dei mesi in cui la gente si negava al telefono. Lei lo sa bene, essendo calabrese come me.

  GIUSEPPE GALATI. Però, dato che finalmente ci sono delle risposte operative, come lei sa, che negli ultimi quattro o cinque mesi siamo riusciti, ognuno per la parte di sua competenza, a elaborare, è ora che ci sia uno spirito più energico da parte dell'ente, altrimenti veniamo qui a dire a lamentarci della Calabria e della Sardegna. Ora ci siamo.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Siamo disponibili ad accontentare il Presidente Oliverio.

  GIUSEPPE GALATI. Questo non è un problema di poco conto, altrimenti di che stiamo parlando ? Lei ha declamato un discorso anche di impegno. Dovranno essere previste anche nuove figure sanitarie. Non possiamo parlare solo di alcune parti del Paese e di un'altra parte del Paese no.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Poiché si tratta di un investimento di 11 milioni di euro, non si pensi che l'ente non tiene alla redditività.

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  PRESIDENTE. Qualche giorno fa io ho incontrato il nuovo presidente della Regione e gli ho posto il problema di Lamezia Terme; mi ha detto che a questa questione è fortemente interessato.
  Possiamo quindi programmare un incontro, anche presso la Commissione, al fine di potere raccogliere elementi di valutazione circa le responsabilità di un Centro che, da quello che mi risulta, è un Centro di eccellenza per tutto il Mezzogiorno.

  GIUSEPPE GALATI. La questione che volevo porre qui è diversa. Non si tratta di dare la responsabilità all'uno o all'altro. Stiamo parlando del fatto, come ricordava il direttore, che ci sono già stati 11 milioni di euro che, allo stato, non hanno prodotto nulla. Rientra nelle nostre competenze il fatto di ben capire come sviluppare e anche implementare un Piano da parte dell'ente, visto che si è parlato molto del Centro protesi e della ricerca. Occorre fornirgli un faro proprio specifico molto più forte.

  PRESIDENTE. Infatti. Io ne sono profondamente convinto. Non voglio che vi siano delle situazioni che erano nate con la vecchia Cassa depositi e prestiti in cui vi erano oggettivamente delle cattedrali nel deserto mai utilizzate.
  È giusto, quindi, che, essendo l'investimento dell'INAIL ed essendo noi interessati da questo punto di vista, si vadano a verificare le situazioni e, quindi, a capire e ad accelerare anche un processo per mettere in uso questa struttura. Peraltro, è una struttura, a quello che mi risulta, di eccellenza del Mezzogiorno, secondo ciò che dovrebbe essere. Questo lo verificheremo nel più breve tempo possibile, sapendo che c’è una grande disponibilità dell'attuale presidente della Regione, il quale vuole rapidamente fare in modo che questa struttura possa essere messa «in produzione».
  Dovendoci avviare alla conclusione, rimangono ancora alcune domande che io avevo posto e a cui potrete comunque fornire risposta successivamente anche per iscritto; aggiungerei a tal proposito anche una ulteriore richiesta di informazione più dettagliata relativamente alla chiusura di alcune sedi, da trasformare in agenzie.
  Ringrazio i nostri ospiti, dispongo che il testo della relazione illustrata dal presidente De Felice sia allegato al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.10.

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ALLEGATO

Relazione del Presidente dell'INAIL Massimo De Felice

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